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Cosa cambia con la riforma della

Giustizia
Il 10 marzo 2011 il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al disegno di legge costituzionale
per la riforma della giustizia. Si tratta di una svolta epocale, che mira ad aumentare le garanzie
di tutela dei diritti dei cittadini.

di Davide Cuccia

In data 10 marzo 2001 è arrivato il via libera del di qualsiasi altro dipendente o funzionario della
Consiglio dei Ministri al disegno di legge pubblica amministrazione.
costituzionale per la riforma della giustizia,
dopo il benestare del Presidente della Con tale epocale riforma, ogni cittadino italiano
Repubblica Giorgio Napolitano a seguito di un potrà quindi essere risarcito di un’eventuale
incontro che si è tenuto nella stesa giornata con violazione di un proprio diritto direttamente dal
il Ministro della Giustizia Angelino Alfano. magistrato, diversamente da quanto accade
adesso allorché il soggetto passivamente
Poiché si tratta di una riforma costituzionale, legittimato per il risarcimento è esclusivamente
per poter essere approvata occorre una doppia lo Stato Italiano.
votazione in ogni singola camera con almeno i
due terzi dei consensi per scrutinio; per tali Il disegno di legge prevede, inoltre, la
motivi, il Presidente Napolitano ha invitato il separazione delle carriere tra la magistratura
Guardasigilli Alfano ad allargare al massimo il inquirente e giudicante per realizzare una
tavolo delle trattative ed a coinvolgere anche la effettiva “parità tra accusa e difesa” sopra alle
Magistratura. quali si erge il giudice, oltre alla divisione in due
separate sezioni del Consiglio Superiore della
Nel caso i due terzi dei consensi non fossero Magistratura, rispettivamente una per i giudici
raggiunti, si renderà necessario un referendum e l’altra per i PM, entrambe presiedute dal Capo
popolare confermativo. dello Stato.

Tale riforma, approvata all’unanimità dal Le due sezioni, peraltro, non potranno aderire
Consiglio dei Ministri, prevede che i ad atti di indirizzo politico.
magistrati siano direttamente responsabili,
tanto in sede civile quanto in sede penale, La riforma in questione non riguarderà i
degli atti compiuti, nell’esercizio delle loro processi in corso alla data della sua entrata in
funzioni, che violino i diritti dei cittadini, al pari vigore.

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