L'inizio della primavera nell'emisfero boreale è collocato convenzionalmente al 21
marzo, quando avviene, con buona approssimazione, l'equinozio. Tale momento coincide inoltre con l'ingresso del Sole nel segno dell'Ariete. Al pari del suo corrispettivo autunnale, l'equinozio si distingue per l'identica durata delle ore diurne e notturne. In seguito, le ore di luce acquistano progressivamente maggior lunghezza: a ciò contribuisce anche, sul finire di marzo, il passaggio all'ora legale. Altro elemento caratteristico della primavera è la rinascita della natura, che si manifesta nel rifiorire delle piante e dei campi. La stagione si conclude intorno al 20 giugno, quando il Sole esce dal segno dei Gemelli e si verifica il solstizio estivo. Nell’emisfero australe, la primavera corrisponde invece all'autunno: la sua durata coincide infatti con il periodo che va dal 23 settembreal 21 dicembre. A livello meteorologico, è infine definito "primavera" l'arco di tempo dal 1 Marzo al 31 Maggio. Il Nome deriva latino flos, floris ("fiore"). Secondo Marco Varrone , Tito Tazio aveva introdotto a Roma Flora e altre divinità e ad ognuna di esse aveva costruito un sacello sul Quirinale. Il Tempio di Flora si trovava nei pressi dell'attuale piazza Barberini. Kore-Persephone "Io sono Kore: la giovinezza, l’innocenza, la leggerezza. Sono la Dea del Fiore, una stagione nella natura e nella vita di ogni donna. Io ho conosciuto l’oscurità dell’Ade, ho assaggiato i chicchi della melagrana ritrovando così il mio nome: Persefone, la Terribile, Silenziosa Signora del Regno dei Morti. Solo dopo aver varcato la soglia del buio, traversato il mondo delle ombre, posso risalire alla luce tenendo fra le mani la sacra melagrana, simbolo dell’eterno ritorno"
(Omero). Persephone nei Misteri Eleusini
Kore/Persephone era la sola figlia
di Demetra e la sua vicenda mitica si snoda intorno al suo rapimento da parte di Ade, fratello sotterraneo di Zeus, la disperazione di Demetra per il distacco (che coincide con la stagione invernale sulla terra) e il loro ricongiungimento che dà l’avvio al ciclo stagionale, sancendo che Kore trascorra due stagioni all’anno – primavera ed estate - con la madre (che per la felicità restituisce la fecondità alla Terra) ed una –autunno/inverno – con Ade nel regno dei morti. Tutto questo divenne il fulcro dei Sacri Misteri Eleusini, che venivano celebrati in prossimità dell’equinozio d’autunno (la discesa di Persephone) e dell’equinozio di primavera (il suo ritorno).Dunque Kore rappresenta la primavera, la giovinezza, la fase di luna crescente Culto di Cerere in Sicilia Il maggiore culto nel mondo greco fuori dalla madrepatria era localizzato a Catania, come testimoniato da Cicerone nelle Verrine. Nel centro storico della città è venuto alla luce il più esteso deposito votivo greco esistente, la Stipe votiva di piazza San Francesco. Nel quartiere di Cibali, a nord della città, era presente una grotta da cui si diceva che fosse fuoriuscito il dio Ade per rapire la fanciulla Persefone. Tale cavità, talora identificata con la Grotta di San Giovanni nel quartiere di Galermo, è andata perduta. Il mito di Demetra e Kore è strettamente legato al territorio di Enna e in particolare alla sua frazione del lago Pergusa. Diversi santuari di notevole importanza sono stati ritrovati all'interno dell'area archeologica di Morgantina, sita in Aidone, mentre a Enna si può ammirare la "Rocca di Cerere”. Culto di Kore in Magna Grecia Pinakes (tavolette votive in terracotta) da Locri, "Statua di Persefone" esposta oggi all'Altes al Museo Nazionale della Magna Grecia di Reggio Museum di Berlino, fu rinvenuta a Taranto , trafugata Calabria; nel 1912 ed acquistata dal Governo Tedesco. Persefone in Puglia Un'ulteriore testimonianza del culto di Persefone ci viene da Oria, dove fu presente e attivo dal VI secolo a.C. fino all'età romana, un importante santuario (oggi sito presso Monte Papalucio), dedicato alle divinità Demetra e Persefone. Qui vi si svolgevano culti in grotta legati alla fertilità. Gli scavi archeologici svolti negli anni ottanta, infatti, hanno evidenziato numerosi resti composti di maialini (legati alle due divinità) e di melograno. Inoltre, a sottolineare l'importanza del santuario, sono state rinvenute monete di gran parte della Magna Grecia, e migliaia di vasi accumulatisi nel corso dei secoli come deposito votivo lungo il fianco della collina. Di particolare interesse sono alcuni vasetti miniaturistici e alcune statuette raffiguranti colombe e maialini sacri alle due divinità cui era dedicato il luogo di culto. Altri esempi di ritrovamenti della Kore si hanno a Gela, una delle colonie greche di Sicilia. Diversi reperti sono custoditi presso il Museo Regionale di Gela, tra i più ricchi presenti nell'Isola. Flora Il primo “segno” primaverile risale alla prima metà del I secolo, in piena epoca imperiale, fu dipinto in un cubicolo di Villa Arianna nell’antica Stabiae, ed è anche l’opera più importante e famosa ritrovata nell’antica città romana. Sto parlando di Flora, l’affresco conosciuto anche con il nome di Primavera, vi è raffigurata una figura femminile posta di spalle su un fondo verde acqua. Si tratta di uno dei primi tentativi di personificazione legati alle stagioni e alle divinità ad esse associate, che comunque continueremo a trovare anche più avanti nel tempo quando le divinità non avranno lo stesso significato dell’epoca romana. Ludi Florales I Ludi Florales erano spettacoli realizzati nella Roma antica per onorare la dea Flora. Dedicati alla dea protettrice dei boccioli, la prima celebrazione dei giochi risale al 238 a.C., con la dedica del santuario del Circo, ad opera degli edili plebei come responso della consultazione dei Libri sibillini a causa di una carestia (secondo Velleio Patercolo l'anno è il 241 a.C.) Vennero poi abbandonati, finché nel 173 a.C., in occasione di una carestia, vennero nuovamente ripresi. Venivano celebrati dal 28 aprile (o 30 aprile) al 3 maggio, con cerimonie sfrenate e orgiastiche di tema pastorale. Durante questa festa era ammessa una maggior lascivia, con profusione di scherzi e grandi bevute. Nei primi cinque giorni si eseguivano i ludi scaenici (rappresentazioni teatrali) e nell'ultimo giochi del Circo. Le donne erano vestite con colori sgargianti, mentre gli uomini decoravano il capo di ghirlande di fiori. Le attrici delle rappresentazioni di mimo si spogliavano dietro richiesta degli spettatori facendo la nudatio mimarum. Dopo le rappresentazioni teatrali, le celebrazioni si trasferivano al Circo Massimo: qui si dava la caccia ad animali domestici come capre e lepri, secondo Ovidio per analogia con i campi coltivati protetti da Flora, ma Varrone sottolinea come gli animali cacciati in questa occasione fossero erbivori. Infine semi venivano sparsi in offerta propiziatoria. I Resti del Tempio di Flora sono oggi sotto le strutture adiacenti a Palazzo Barberini Mese di Marzo nella miniatura Marcius Cornator Il Mese è rappresentato come un giovane suonatore di corno, spesso doppio: indossa una corta veste e mostra una folta chioma arruffata, che gli conferisce un aspetto da genietto, a metà tra la natura umana e quella demoniaca. L’iconografia del Marcius cornator si diffonde all’inizio del XII secolo: i primissimi esempi di suonatore marzolino si trovano nella chiesa di San Savino a Piacenza e nella basilica di San Michele Maggiore a Pavia. Questo immaginario figurativo si rispecchia anche nelle fonti letterarie, come nellaDisputatio mensium di Bonvesin de la Riva (1240-1315): il testo narra il contrasto tra Gennaio, signore dell’anno, e gli altri mesi, determinati a spodestarlo. Tra questi ultimi c’è Marzo, descritto da Bonvesin con il capo arruffato (“rebufao”) dal vento. Lo stesso, bizzarro ritratto che troviamo negli affreschi, nelle decorazioni scultoree e nelle miniature fino a tutto il Quattrocento. Iconografie tra Piacenza e Pavia Santa Maria Mesocco (Svizzera) Marte nel Salterio Cosmè Tura - Calliope
L'opera proviene dallo studiolo di
Belfiore, iniziato da Lionello d'Este nel 1447 e portato avanti da suo fratello Borso fino al 1463. Dopo la distruzione del palazzo di Belfiore da un incendio nel 1632 le opere superstiti dello studiolo furono disperse. Oggi se ne conoscono otto. L'identificazione con la musa Calliope non è certa e in passato si è fatto il nome anche di Erato o della Primavera. Il programma iconografico, ideato dall'umanista Guarino Veronese, si basò su alcune commistioni tra le muse e altre simbologie, tratte da un commento medievale a Le Opere e i giorni di Esiodo, in cui esse assumevano un significato propiziatorio legato alla coltivazione dei campi. La Primavera , Botticelli Arcimboldo Primavera La Primavera è una donna composta da una grande varietà di fiori, con il capo rivolto verso sinistra come l'Autunno. Tutta la figura ha origine da una composizione floreale, la pelle del viso e le labbra sono petali rosa, boccioli e corolle i capelli sono un bouquet variopinto e rigoglioso, gli occhi sono bacche di belladonna.Una collana di margherite ne orna il collo, mentre il corpo è coperto da una vasta selva di foglie di differenti fogge. L'impianto allegorico del dipinto è stato largamente studiato, e dall'analisi risultano chiari alcuni particolari: si nota una preponderanza dell'iris sul seno della donna, mentre l'orecchino è formato da un'aquilegia; assieme al giglio che risalta sul capo, si tratta di fiori con una valenza simbolica molto evidente, in particolare in un'iconografia lontana da quella italiana La Flora di Arcimboldo
Tra le più celebrate e ammirate “teste
composite” dell’Arcimboldi, la prima versione della Flora, eseguita nel 1589, fu descritta dal Lomazzo e dal Comanini nelle loro opere, e le fu dedicato un sonetto encomiastico anche dal Borgogni. La divinità romana della Primavera è raffigurata da un’infinità di fiori bianchi, che restituiscono il delicato incarnato del volto, in cui il rossore delle guance è reso con due rose rosa tenue. Flora in ambito Veneto XVI sec Rembrandt XVII sec Bernini Primavera a Dresda 2018 Primavera nel Settecento Ancora in tema prettamente allegorico è il dipinto di Guidobono Bartolomeo datato 1705, Allegoria della Primavera, che si pone nella produzione della maturità, quando a Torino, in qualità di pittore di corte dei Savoia, stimolato dagli esempi della pittura d’Oltralpe, arricchisce i suoi soggetti di dettagli eleganti e di una leggerezza compositiva che prelude al trionfo del rococò. Proprio questa cura compositiva, l’insistenza nella descrizione dei dettagli, il soggetto trattato in maniera così accattivante, fanno dell’Allegoria della Primavera uno fra i capolavori dell’artista italiano, in cui sembra cogliersi, nello sguardo malinconico della dea, la consapevolezza di una felicità fugace, di una vita destinata ad avviarsi, lungo la prospettiva del viale alberato, ad un finale dall’esito indefinito. Il rococò accennato già da Guidobono trova il suo punto di culmine con Jean-Honoré Fragonard, esponente del rococò e uno dei maggiori artisti francesi del XVIII secolo. I suoi dipinti sono caratterizzati da un particolare uso della luce e dalla rarefrazione di determinate parti, utilizzata come espediente per rendere la leggerezza di alcuni elementi, come i panneggi o le bianche acconciature femminili. Molte opere di Fragonard ricordano l’atmosfera primaverile forse per il suo stesso stile di dipingere o per i soggetti e i luoghi scelti, ma quella dichiaratamente dedicata alla stagione floreale è Primavera, detta anche anche Due putti con quaderno di musica datata 1748. Primavera nel XIX secolo Nel 1800 la rappresentazione della primavera cambia, le divinità non sono più centro dell’attenzione dell’artista e anche i diversi tentativi di impersonificazione vengono abbandonati, per prediligere soggetti legati alla vita quotidiana e quasi sempre campestri. è il caso ad esempio di Arthur Hacker, un pittore classico inglese, che nel 1870 dipinge Les fleurs du printemps, raccontando la primavera con una scena bucolica; vi è ancora la presenza dell’uomo, in questo caso una giovane donna intenta a raccogliere fiori, ma l’attenzione ora si sposta sulla natura e sulle sensazioni che essa ci lascia. Manet Primavera di Manet Van Gogh e la primavera Vicino per molti aspetti agli impressionisti è il pittore olandese Vincent Van Gogh, il suo modo di raccontare la realtà, la sua voglia di mostrare il colore e la natura in tutta la sua forza prorompente lo rendono uno dei pittori più adatti a descrivere le emozioni e la stagione primaverile. Anche per Van Gogh ho selezionato solo tre dipinti, il primo da prendere in considerazione è sicuramente Le peuche au primetemps, Pont de Clichy, qui la primavera oltre che dal titolo la si coglie dai colori della natura e dalla serenità della scena. Giardino Giverny Giardino di Monet Chini Monet- Giverny Link video • https://www.youtube.c • https://www.youtube.c om/watch?v=8xu5fgkW om/watch?v=VDf- 52o anoDnBI Seurat Monet Van Gogh Mucha Aldo Carpi Matisse Klimt