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1a. L’embolia polmonare rientra tra le emergenze cardiovascolari (sarà trattata dal docente in una
lezione successiva) e può determinare un dolore toracico di tipo pleuritico o centrale, è accompagnata
da sintomi e segni principali:
● dispnea severa e persistente che, in tutti i pazienti, ha un inizio acuto con tachipnea;
● dolore toracico che è per il 20% centrale e per il 70% pleuritico;
● ansia, emoftoe, febbre e altri segni;
Inoltre, facendo un’accurata anamnesi, è importante il riconoscimento di condizioni cliniche
correlate a rischio tromboembolico, ad esempio: trombosi venosa profonda, edema monolaterale di
un arto, anamnesi di un recente intervento chirurgico che ha portato ad immobilizzazione,
allettamento per neoplasie, per cachessia o per Alzheimer. Un pz che presenta queste condizioni è
sicuramente esposto a un rischio di trombosi venosa profonda e rischia la sua peggiore complicanza
che è l’embolia polmonare.
Esistono:
- una serie di sintomi e segni aggiuntivi che ci permettono di capire se il dolore toracico è ascrivibile
ad embolia polmonare:
● Tachicardia ed ipotensione, soprattutto se siamo di fronte ad una embolia polmonare ad alto
rischio;
● Rantoli, giugulari turgide.
- una serie di accertamenti diagnostici e laboratoristici che permettono di fare diagnosi molto precoce
di embolia polmonare:
● il D-Dimero, tra gli esami di laboratorio, che per l'embolia polmonare ha un alto potere
predittivo negativo, nel senso che se è negativo ci permette di escludere un’embolia
polmonare e se è positivo rappresenta un sospetto ma sicuramente non permette di fare
diagnosi;
● l’elettrocardiogramma che può esprimere il sovraccarico delle cavità destre;
● un ecocardiogramma che ci fa vedere un ingrandimento delle cavità destre;
● l’angioTAC che permette di fare una diagnosi di certezza.
1b. Il dolore toracico da pneumotorace è, anche in questo caso, un dolore improvviso, acuto.
Solitamente è monolaterale, se si tratta di uno pneumotorace spontaneo solitamente la fascia d’età
interessata è quella dei pazienti giovani con età inferiore a 40 anni, avremo all’esame obiettivo una
riduzione del fremito vocale tattile e la radiografia ci permetterà di vedere l’iperdiafania monolaterale.
1c. Il dolore viscerale pleuritico è un dolore acuto trafittivo, che viene però accentuato nel decubito
laterale, nell’inspirazione profonda o con la tosse (il dolore toracico della cardiopatia ischemica non
viene modificato da movimenti o dall'inspirazione, infatti questa differenza rappresenta una delle
principali domande che viene posta ad un paziente che accede al ps per un dolore toracico). Il dolore è
associato spesso a tosse secca o stizzosa, sicuramente il pz riferirà una storia recente di infezione
pleuro-polmonare, febbre e segni umorali.
2. Il dolore gastrointestinale è un dolore che mima perfettamente il dolore toracico della cardiopatia
ischemica perchè è un dolore toracico molto acuto, soprattutto quello da spasmo esofageo. Oltre allo
spasmo esofageo, anche il dolore da ulcera peptica o da colica biliare può essere confuso con un
dolore toracico da cardiopatia ischemica.
3. Esiste poi un dolore toracico di tipo psicogeno, il paziente che accede al PS viene sottoposto a
consulenza cardiologica ma si tratta di un dolore associato alle persone ansiose o depresse che spesso
mimano o riferiscono un dolore molto simile al dolore toracico di origine cardiaca.
In questi soggetti, ansiosi o depressi, i dolori sono solitamente ricorrenti, hanno una serie di sintomi
associati e sicuramente raccogliendo l’anamnesi ed i fattori di rischio di questi pazienti possiamo fare
una distinzione con un dolore toracico di tipo cardiaco.
- Il dolore nella dissezione aortica è un dolore molto caratteristico, difficile da dimenticare una volta
visto. E’ un dolore acutissimo, lancinante, il paziente con dissezione aortica non riesce a stare fermo,
è irrequieto (mentre il paziente con dolore toracico di altro tipo rimane fermo). Insorge bruscamente,
può essere un dolore interscapolare e tende ad irradiarsi metamericamente, seguendo la via della
dissezione lungo l’aorta, in senso prossimale o distale. Solitamente il paziente può anche essere
shockato, in tal caso presenterà una serie di fenomeni associati quali nausea, agitazione.
All’auscultazione udiremo un suono da insufficienza aortica e l’asimmetria dei polsi.
Sicuramente un’angioTAC risulterà risolutiva per la diagnosi.
- Il dolore della pericardite è quasi sempre un dolore centrale, irradiato al dorso e al collo, acuto e
trafittivo che viene alleviato in posizione seduta e prona, accentuato dalla posizione supina, dal
respiro profondo e della tosse. Solitamente i pazienti riferiscono questo dolore in associazione ad altri
segni di pericardite acuta: una recente infezione virale, alterazioni elettrocardiografiche, innalzamento
degli indici di flogosi.
- Il dolore nel prolasso mitralico (dolore aneddotico) si pensa sia dovuto allo stiramento dei muscoli
papillari, viene anche associato all’origine psicogena. In questo caso l’elemento caratteristico sarà lo
studio dell’anatomia della valvola, tramite elettrocardiogramma.
Dolore toracico cardiaco. (la professoressa dice solo “cardiaco” non facendo più riferimento alla
classificazione tra dolore non ischemico ed ischemico fatta precedentemente e riporta le seguenti
cause).
Le cause possono essere:
1. stenosi aortica;
2. cardiomiopatia ipertrofica;
3. ipertensione arteriosa severa;
4. insufficienza aortica;
5. sindromi coronariche acute.
1. Il dolore toracico è uno dei sintomi cardine della stenosi aortica. La triade sintomatologica
caratteristica della stenosi aortica comprende: dispnea, sincope e dolore toracico.
E’ un dolore anginoso da discrepanza, dovuto all’ipertrofia ventricolare sinistra. All’auscultazione, la
caratteristica della stenosi aortica, è la presenza di un soffio sistolico molto rude che si propaga lungo
la corrente ematica, i vasi del collo e l’aorta.
2. Il dolore toracico nella cardiomiopatia ipertrofica può essere il sintomo d’esordio nel 10% dei
casi, nelle fasi avanzate è presente nel 40% dei casi. Nel 60% dei casi il sintomo caratteristico della
cardiomiopatia ipertrofica è la dispnea. Sede, qualità e irradiazione del dolore sono simili all’angina,
tuttavia:
- è un dolore spesso prolungato e non è da sforzo, mentre l’angina spesso è un dolore da
sforzo;
- può essere accentuato dalla manovra di Valsalva, quindi dall’espirazione profonda perché
aumenta il gradiente (la professoressa aveva detto inspirazione, inoltre non ha chiarito il
concetto di gradiente).
- la TNT (trinitrina) invece di diminuire il dolore, come succede nella cardiopatia ischemica,
accentua il dolore;
- può essere associato a sincope.
All’esame obiettivo avremo un soffio sistolico sulla margino sternale sinistra e alla punta.
All’ECG avremo tutte le caratteristiche di una cardiomiopatia ipertrofica (inversione di T, segni di
ipertrofia ventricolare sinistra e spesso onde Q ampie e profonde se simulano un IMA pregresso).
L’ecocardiogramma permette di fare una diagnosi di certezza.
Un altro tipo di dolore è quello dovuto all’anemia severa, che può slatentizzare una cardiopatia
ischemica. Il dolore, che poi viene inquadrato come nstemi di secondo tipo, non sarà dovuto ad una
placca instabile ma alla riduzione dell’apporto di ossigeno.
Il dolore toracico acuto della cardiopatia ischemica è un dolore molto caratteristico per: sede,
carattere, severità e segni associati. La sede è precordiale e/o retrosternale centrale con irradiazione
alla mandibola, ma può avere delle irradiazioni anche al braccio sinistro o al braccio destro.
E’ un dolore profondo, gravativo o costrittivo, il malato lo riferisce come una sensazione di morte
imminente. Può avere vari gradi di severità ma solitamente è un dolore molto severo. Ci sono anche
una serie di segni associati: sudorazione fredda, pallore, aumento/riduzione della frequenza cardiaca o
della pressione arteriosa, ritmo di galoppo.
Il dolore nell’angina stabile può essere scatenato da: uno sforzo fisico, una crisi ipertensiva, freddo o
pasti abbondanti. L'entità dello sforzo fisico è costante per il paziente (angina a soglia stabile, stabile
perché il pz riferisce che ogni 200/300 metri accusa il dolore toracico, se diminuisce i metri percorsi
non avrà dolore toracico) o variabile (angina a soglia variabile).
Il dolore costringe il paziente ad interrompere la sua attività e regredisce dopo poco tempo o dopo
l’assunzione di TNT (trinitrina).
In riferimento alla figura 1: quando un pz accede al PS per dolore toracico severo/acuto bisogna
prima di tutto escludere le cause di dolore non cardiaco o le cause che sicuramente meritano un
percorso diverso. Se escludiamo anche le emergenze cardiologiche come l’embolia polmonare o
dissezione aortica procediamo nella valutazione cardiologica che porrà indicazioni al trattamento o
meno.
Questo perché quando ci si trova davanti ad un dolore toracico è necessario escludere la sindrome
coronarica acuta che cambia assolutamente il percorso che il paziente dovrà seguire al pronto
soccorso.
Se si ha un dolore toracico causato da una sindrome coronarica acuta, che potrà essere da
sopraslivellamento o da sottoslivellamento del tratto ST, sarà necessario indirizzare il pz alla
cardiologia che provvederà al trattamento, al ricovero in unità coronarica. Viceversa si provvederà al
ricovero presso un altro reparto.
(figura 1)
Quello che occorre fare con un pz con sospetta SCA è eseguire una accurata valutazione (sarà fatta al
PS dall’infermiere del triage) che in base alla presenza di sintomi dominanti potrà indirizzare il pz a
fare un ECG che ci permetterà di capire se il pz entrerà nel percorso SCA o meno.
La stratificazione del rischio (quando non siamo di fronte ad una sindrome coronarica acuta che
presuppone uno STEMI e una rivascolarizzazione urgente) si esegue mediante l’identificazione dei
markers di necrosi miocardica:
● mioglobina;
● CK-MB;
● troponine T e I;
● markers di flogosi: PCR.
I primi tre markers (che verranno trattati quando si parlerà di SCA) hanno una curva ed un
innalzamento precoce (figura 2). La troponina sicuramente è un indice più specifico di danno
miocardico, predice e dà indicazioni di una sindrome coronarica acuta, ha un ruolo predittivo
nell’identificare pazienti che hanno un elevato rischio di mortalità.
(figura 2)
5. Conclusioni.
● Le moderne indagini offrono l’opportunità di aumentare la qualità e l’efficienza della
valutazione del paziente con dolore toracico.
● Le linee guida devono essere seguite per fornire la terapia migliore per i pazienti con SCA.
● Potrebbe essere interessante istituire le “chest pain units”, come esistono in America, che
permettono la pre-osservazione di pz che non possono essere mandati a casa ma che non
necessitano ricovero.
● L’identificazione precoce ed il trattamento precoce dell’IMA può diminuire i successivi
eventi coronarici, salvare il miocardio e la vita del pz.
● È necessario un rapido ma completo inquadramento del pz con IMA in atto o ad alto rischio
di sviluppare IMA
● Bisogna sempre ricordare che, a volte, la presentazione di un infarto può essere atipica. In
questo caso i livelli iniziali degli enzimi cardiaci di necrosi miocardica possono essere molto
più sensibili dei segni ECGrafici tipici che a volte, purtroppo, mancano.
Professoressa: Egle Corrado
Sbobinatore: Celeste Bellia
Controsbobinatore: Eleonora Bozzotta