Aristotele scrisse moltissimo. Oggi possediamo di Aristotele tutte quelle
opere che sono dette ESOTERICHE o acromatiche (perché erano indirizzate a un gruppo ristretto di persone, erano opere per gli ascoltatori ovvero gli scritti destinati alla scuola e all'insegnamento, più impegnati dal punto di vista filosofico). Consistevano negli appunti personali che Aristotele seguiva per fare lezioni ai suoi alunni del Liceo. Questi sono stati ritrovati all’interno di vasi durante dei lavori nel secolo a.C. in una villa. Furono, dunque, riordinati e sistemati e sono stati mantenuti fino ad oggi. I problemi riguardano le cosiddette opere ESSOTERICHE (quelle dedicate a un largo pubblico, ovvero gli scritti pubblicati di maggior valore letterario in quanto destinati a un pubblico più colto) che sono andate perdute con le invasioni barbariche e il crollo dell’Impero Romano d’Occidente. Non ci rimangono altro che alcuni frammenti. Queste erano opere più vicino allo stile platonico e quindi sottoforma di dialogo. Se oggi avessimo anche le opere essoteriche si potrebbe analizzare lo sviluppo del pensiero aristotelico nel corso degli anni. Invece oggi ci rimangono soltanto gli appunti che sono perfetti perché ogni anno Aristotele li correggeva e perfezionava per tenere lezioni sempre migliori e quindi non ci è chiaro il processo di maturazione del pensiero di Aristotele.
Gli appunti di Aristotele sono chiari e rigorosi, ma estremamente
schematici. Aristotele è considerato l'inventore della logica. La prima raccolta di scritti sono quelli della logica chiamati ORGANON, che in greco significa strumento (poiché la logica è uno strumento fondamentale per l uomo), di cui Aristotele è considerato il fondatore. Gli scritti di logica furono “Le Categorie”, vertono sulle espressioni che hanno un significato e che possono essere categorie di un determinato soggetto. Quindi, Egli classifica queste categorie (o predicati) in dieci classi che portano alla: - Sostanza; - Qualità; - Luogo; - Tempo. Le categorie hanno due significati: - LOGICO-LINGUISTICO (perché servono a definire le differenti forme di attribuzione del soggetto) - ONTOLOGICO (in quanto esprimono molteplici significati dell’essere).
Un altro scritto di logica è il “ De Interpretation”(cioè
sull’interpretazione col fatidico “de”sulle parti e le forme della proposizione) che tratta il rapporto tra linguaggio e la logica in modo globale, esplicito e formale, delle parti del discorso (nome e verbo) e del modo in cui esse si combinano per dar luogo a frasi o giudizi. In questa opera descrive vari tipi di proposizioni: - AFFERMATIVE o NEGATIVE (secondo la qualità); - UNIVERSALI, PARTICOLARI o SINGOLARI ( secondo la quantità). Per capire come sono queste proposizioni bisogna tener conto della qualità del soggetto. Egli studia i rapporti tra le proposizioni e distingue queste ultime fra CONTRARIE E CONTRADDITTORIE.
Negli “Analitici Primi” Aristotele illustra il sillogismo definito come
il ragionamento, o l'argomentazione, che, poste due proposizioni (premesse), ne deduce una terza (conclusione), diversa da esse e derivante necessariamente da esse. Affinché si abbia un autentico sillogismo, è necessario che le premesse abbiano in comune un termine, detto medio, il quale funge da soggetto nell'una e da predicato nell'altra e che la conclusione congiunga gli altri due termini, detti estremi: per esempio, tutti gli uomini (medio) sono mortali (prima premessa), gli ateniesi sono uomini (seconda premessa), dunque gli ateniesi sono mortali (conclusione).
Negli “Analitici Secondi” Aristotele espone la sua teoria della
scienza, cioè della conoscenza fondata su dimostrazioni, e spiega che la dimostrazione è un sillogismo le cui premesse sono vere, o perché sono principi evidenti di per se stessi, o perché sono la conclusione di precedenti dimostrazioni.
Aristotele suddivide le scienze in tre classi:
- SCIENZE TEORETICHE o SPECULTIVE (filosofia naturale, matematica, filosofia prima o scienza divina)in cui la conoscenza è perseguita per sé stessa; - SCIENZE PRATICHE (etica e politica), in cui la conoscenza è finalizzata all’azione; - SCIENZE POIETICHE E PRODUTTIVE (medicina, scultura, architettura, poetica e retorica) in cui la conoscenza è orientata alla produzione di qualcosa.
I mutamenti naturali e il movimento.
Gli enti naturali ( o fisici) sono sottoposti a processi di
trasformazione e a movimenti: infatti hanno in se stessi il principio del mutamento. I mutamenti che si verificano intorno a noi vengono distinti da Aristotele in base alle categorie. Il mutamento avviene in tre elementi: 1. PRIVAZIONE; 2. MATERIA o SOSTRATO; 3. FORMA. Nel momento in cui il mutamento prende la nuova forma diventa ATTO e POTENZA. Questi mutamenti presentano delle cause, che sono quattro: 1. EFFICIENTE – ciò che produce; 2. FINALE – qual è il fine; 3. FORMALE – la forma, tutti i suoi aspetti e qualità; 4. MATERIALE, la materia che si utilizza.
A loro volta i mutamenti si distinguono in quattro classi:
1. Mutamenti secondo la SOSTANZA, di generazione e di corruzione,
come il nascere e il perire; 2. Mutamenti secondo la QUANTITA’, cioè di accrescimento e diminuzione; 3. Mutamenti secondo la QUALITA’ (di alterazione); 4. Mutamenti LOCALI o di TRASLAZIONE, secondo il luogo cioè il movimento in senso proprio, considerato da Aristotele come il genere prioritario di mutamento. Per Aristotele tutto si trova nel “luogo”, eccezione dell’universo perché quest’ultimo è FINITO- SPENTO-LIMITATO.
Un Altro elemento fondamentale della fisica di Aristotele è la
separazione fra mondo sub-lunare (la Terra) e mondo celeste.
L’universo di Aristotele è così composto da una serie di sfere
omocentriche (ovvero da un unico centro immobile) e al centro di tutte le sfere c’è la sfera della terra.
Le cose del mondo sublunare sono composte dai quattro elementi –
corpi semplici ( fuoco/aria/acqua/terra) e questi derivano dalla fusione di una materia comune, la materia prima, con alcune qualità fondamentali ( caldo/freddo/secco/umido). Nel mondo sublunare tutti gli elementi si muovono in senso rettilineo, è il mondo delle mutazioni, quindi imperfetto.
I corpi del mondo celeste sono composti, invece, da un quinto
elemento L’ETERE, sottoposto solo al moto locale. Questi corpi sono definiti ingenerabili e incorruttibili, immutabili e inalterabili e si muovono in modo circolare, uniforme e regolare (perché è ritenuto il mondo perfetto).
Un’altra opera è il “De Anima” descrive la psicologia di Aristotele
sull’anima. Secondo lui l’ANIMA è la FORMA del corpo ed è colei che dà vita al corpo. Divide l anima in tre funzioni: 1. VEGETATIVA: ha la funzione di mantenere il corpo in vita, a cominciare dalle piante; 2. SENSITIVA: comprende la sensibilità e il movimento ed è propria degli animali e dell’uomo; 3. INTELLETTIVA: che è propria dell’uomo, ha due funzioni: - Accogliere le forme intellegibili delle cose. Fa parte dell’intelletto POTENZIALE, quello con cui l ‘uomo pensa. - Può produrre tutta la cosa. Fa parte dell’intelletto ATTIVO, fa sì che le immagini ricavate dai sensi diventino reali. Nel XII libro della “Metafisica” si dedica all’analisi della sostanza, distingue materia, composto e forma. Aristotele si occupa del divino, che per lui è l attività più nobile, legata al PENSIERO. Il pensiero divino non va ma impotenza perché ha sempre la stessa forma, è sempre in atto – ATTO PURO.
Altra opera è “Etica Nicomachea”( dove si riflette dell’etica) dedicata
al figlio Nicomaco. Lo scopo dell’etica è quello di renderci MIGLIORI. Tutti gli uomini mirano al modello della FELICITA’, intesa come l’attività dell’anima secondo la VIRTU’ (l’eccellenza nello svolgere una funzione). Secondo Aristotele, dopo la felicità del pensare si colloca la felicità politica (la ricchezza, salute e piaceri). Le virtù si dividono in due gruppi:
- VIRTU’ DIANOETICHE: legate alle varie funzioni dell’intelletto, e tra
queste distingue la SAGGEZZA e la SAPIENZA. La prima coincide con la conoscenza di ciò che può essere fatto dall’uomo, cioè la capacità di agire convenientemente nei confronti dei beni umani. La seconda con la conoscenza divina della realtà, il grado più alto della scienza: sapiente è colui che è capace non solo di dedurre dai principi, ma anche di giudicare della verità dei principi stessi.
Le virtù dianoetiche si apprendono tramite l’insegnamento ma
soprattutto attraverso la frequentazione di uomini saggi.
- VIRTU’ ETICHE: disposizioni dell’anima che vengono rafforzate ( il
coraggio: verte intorno a ciò che si deve e ciò che non si deve temere- la giustizia: intesa come virtù intera e perfetta, l’uomo che rispetta tutte le leggi è infatti l uomo interamente virtuoso – la liberalità: il giusto mezzo tra l’avarizia e la prodigalità – la magnanimità: il giusto mezzo tra la vanità e l’umiltà – la mansuetudine: il giusto mezzo tra l’irascibilità e l’indolenza, concerne l’ira. Le virtù per Aristotele sono il frutto delle ABITUDINI e dell’EDUCAZIONE.
Nella “Politica” Aristotele classifica le forme di governo in tre coppie.
Ogni coppia è costituita da una FORMA CORRETTA, in cui il potere è esercitato nell’interesse comune, e da una FORMA DEGENERATA, in cui il potere è esercitato nell’interesse di chi lo detiene. La MONARCHIA è divisa dalla TIRANNIDE: sono entrambe poteri di uno solo. L’ ARISTOCRAZIA è divisa dall’OLIGARCHIA. POLITELIA e DEMOCRAZIA. La POLITELIA (democrazia) ha un duplice vantaggio: - Tutti i cittadini possono partecipare all’assemblea; - Tutti possono essere chiamati alle cariche di governo.