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MELODIE POLIFONICHE

Mattheson, Der vollkommene Capellmeister, 1739, III cap.18. „Poiché oggi l’odierna tecnica di composizione
melodico-armonica fa uso di meno voci strumentali di quanto succedeva negli anni passati per una maggior
comprensibilità della tessitura e ciò nonostante l’armonia vuole far valere i suoi diritti, si è introdotto l’uso
di far sentire in una sola voce da tre a quattro suoni dell’accordo completo, seppur sciolto in note in
successione […].

Da ciò ne deriva non solo un grande ornamento per le citate voci strumentali, ma una variazione senza fine,
una fonte inesauribile di invenzione. E questa ricerca, la splendida possibilità di sciogliere gli accordi in
successioni di note singole, è sia per i detti strumenti solistici e per accompagnare in modo adatto le voci
dei cantanti, come pure per le stesse parti vocali, sebbene con la dovuta moderazione. “

A due voci

Data la seguente frase a due voci, Mattheson propone le seguenti varianti in cui una sola voce riassume
entrambe.

Prima variante:

Seconda variante in senso opposto:

La suddivisione degli ottavi in sedicesimi fornisce poi una quantità di varianti. Ecco gli esempi della prima
battuta forniti da Mattheson:

Ecco l’intera melodia secondo la prima variante della prima battuta:

Se poi si vuole accrescere la vivacità si possono ulteriormente suddividere i valori:


A tre voci

Ecco ora la frase a tre voci proposta da Mattheson.

In questo caso è possibile:

1. Ridurre le due voci inferiori ad una

2. Ridurre le due voci superiori ad una e lasciare eguale l’inferiore


3. Quando la voce interna non viene variata, le altre due convergono e formano una sola voce
4. Si variano due voci ed in esse si inserisce la terza
5. Tutte tre vengono riassunte in una, ovvero il vero e proprio accordo frazionato [gebrochen]

L’ultimo esempio è lo Harffen-Art ovvero in italiano Arpeggio.


A quattro voci

Seguono esempi a quattro voci, secondo i medesimi procedimenti.

Mattehson cita in questo capitolo anche gli arpeggi che ogni artista pratico, sia sul cembalo che al violino,
liuto o altro, esegue secondo il proprio giudizio, se essi prima sono stati introdotti dal compositore
conformemente alle possibilità dello strumento. Ad esempio per un compositore che voglia fare un
arpeggio a quattro voci al violino, mentre il basso esegue la quinta voce, non c’è altro da fare che scegliere
le corde per le note dell’accordo che è possibile suonare contemporaneamente e porre poi le note una
sotto l’altra, come Mattheson fa vedere in esempio, note che poi verranno arpeggiate dall’esecutore a
piacere.

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