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DIRITTO INTERNAZIONALE 23\10\2018

Diritto internazionale penale


COME MAI I PRIMI 3, FORSE 6 ( GUARDARE SLAID LEZIONE) SONO CRIMINI
INTERNAZIONALI, MENTRE GLI ALTRI SONO CRIMINI TRANSNAZIONALI, CHE
QUINDI NON DANNO LUOGO ALLA responsabilità PENALE DI DIRITTO
INTERNAZIONALE PER COLORO CHE SONO COINVOLTI IN QUESTI REATI?
COME MAI è CRIMINE INTERNAZIONALE SOLAMENTE IL CRIMINE DI GUERRA,
CONTRO L’umanità, GENOCIDEO E FORSE TORTURA, AGGRESSIONE, FORMA ESTERNA
DI TERRORISMO E NON ANCHE TRAFFICO D’ ESSERI UMANI, RECICLAGGIO E
QUANT’ ALTRO?
Il crimine internazionale come nozione tecnica (su cui ora mi soffermerò ulteriormente, vi dirò le
caratteristiche)
Nelle lezioni passate, la professoressa ci ha già dato qualche imput, che potremmo utilizzare per
rispondere a questa domanda. Quindi la domanda è: “Quale è la differenza fra crimine
internazionale e il crimine transnazionale?” (alla lavagna la prof ha scritto: territorialità).
ESEMPIO: Il caso di Abu Omar, che ha coinvolto l’ Italia, e a cui è stato apposto il segreto di stato.
Quello è un caso in cui la CIA (Stati Uniti) ha arrestato, nascosto un cittadino egiziano; anche se il
termine giusto è rapito. Con un volo segreto lo ha fatto interrogare secondo modalità che non
sarebbero permesse negli Stati Uniti. In quel caso li, la Corte Europea Dei Diritti Dell’ Uomo ha
ritenuto responsabile anche l’ Italia, perché noi abbiamo accettato che questo avvenisse sul territorio
italiano. Agenti statunitensi, territorio italiano anche forse nostre forse dell’ ordine. Una volta in
Italia Armando Spatano, il procuratore di Milano che era coinvolto in questo caso. Fu
interessantissimo scoprire come, sapere che hanno scoperto, in modo del tutto casuale della
sottrazione illegale di Abu Omar, e quindi come la procura di Milano è stata involontariamente
informata del fatto che questo individuo fosse scomparso e poi riapparso in Egitto. Quindi ecco qui
abbiamo 3 paesi coinvolti in un atto di tortura, quindi non è un fenomeno delle extraordinary
reditions, cioè trasferimenti straordinari. Quindi la prof direbbe che questo non è l’elemento
centrale della differenza. Tra latro i crimini di genocidio, i crimini contro l’ umanità possono essere
comunque commessi da 2 o più stati, a livello transfrontaliero cioè può esserci anche li un elemento
d’ internazionalità, nel senso che il fenomeno va oltre i confini. Quindi non è che: per esempio la
tortura, vedremmo che la tortura si può fare applicare sia come crimine di guerra sia come atto di
genocidio, che come crimine l’ umanità che come crimine a se stante. Ma anche tutti gli altri
crimini internazionali possono avere una dimensione di extraterritorialità. Allora riflette a, cercate
di ricordarvi quello che vi ho detto parlando del crimine internazionale di stato, quando vi ho detto
che questa nozione non è stata accolta. Li già feci un discorso che vi tornò utile più volte (riguarda
un discorso che ci ha ripetuto più volte).
Un nostro collega afferma: “Che i crimini internazionali riguardano stati mentre gli altri persone
singole”.
La prof afferma: “Semmai il contrario.”
Ricordatevi il crimine internazionale ha a che fare con la responsabilità penale dell’ individuo non
dello stato. La responsabilità penale dello stato è stata esclusa nel “96”, quindi nel diritto
internazionale lo stato non è mai responsabile penalmente certo lo è civilmente. Lo vedremo:
quando uno stato è condannato dalla Corte internazionale di giustizia piuttosto che dalla Corte
Europea dei diritti dell’uomo è condannato a porre in essere delle azioni in sede civilistica, molte
volte a risarcire. È una responsabilità quella del diritto internazionale, che la faremo. La
responsabilità di diritto intenzionale che coinvolge gli stati è una responsabilità di tipo civilistico
non esiste la responsabilità statale di tipo civilistico, la responsabilità penale è sempre e solo
individuale, la responsabilità penale internazionale. Attenzione sui crimini internazionali gli stati
hanno giurisdizione. Anche noi quando abbiamo processato un condannato oppure la Francia:
Barbio, ed un altro soggetto, criminali di guerra, anche noi abbiamo applicato il nostro ordinamento
interno, relativo ai crimini di guerra. Quindi ci sono sia tribunali internazionali che quelli interni
che sono competenti a giudicare i crimini internazionali. Però è vero (come dice una collega) il
tribunale internazionale può giudicare i primi 3 crimini, ma non questi ultimi: perche? Perché gli
stati non hanno voluto ceder competenza a questi tribunali perché? La risposta si trova all’ interno
della slaid: l’ esistenza di un interesse, un interesse nazionale. L’ esistenza di un interesse universale
alla repressione di queste condotte. È questa la differenza cioè: per il crimine di genocidio vi è
questo interesse universale a reprimere queste condotte, perché? Perché sono condotte che violano i

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valori fondanti della Comunità Internazionale. Quindi in altri termini: la commissione di una
crimine di guerra o contro l’ umanità o di genocidio non va a ledere solamente la vittima di questi
crimini, ma va a ledere la Comunità Internazionale nel suo insieme. Sono crimini (ora lo vediamo)
talmente gravi a gravità che sono suscettibili, (se volete vederla così) d’agnentare la Comunità
Internazionale stessa. Quindi a fronte di questa gravità la Comunità Internazionale, non solo il
singolo stato, è riuscita ad intervenire, addirittura, sostituendosi allo stato stesso. Quindi i crimini
internazionali in qualche modo, ce lo diceva già Norimberga, consentono all’ ordinamento
internazionale di porre degli obblighi direttamente in capo agli individui, obblighi che trascendono
il dovere d’ obbedienza di quegli individui nei confronti del proprio stato. Perché questo? Perché i
crimini internazionali sono per lo più crimini compiuti: o da organi di stato o con la quiescenza
dello stato. Quindi se non ci fosse un meccanismo, diciamo, superiore all’ ordinamento
internazionale, che interviene, questi crimini rischierebbero di rimane impuniti ed ad assurdum
portare proprio all’ annientamento della Comunità Internazionale ( ora noi andiamo nel dettaglio
tecnico del crimine di guerra, del crimine contro l’umanità e del genocidio, intuirete in cosa
consiste la gravità di questi crimini rispetto alle fattispecie criminose che vi ho definito crimine
transnazionale). Il crimine transnazionale, si certo, ha un elemento di trans nazionalità più che di
territorialità, intesa come legame con il territorio del singolo stato non è più sufficiente ci vuole
almeno un legame con 2 stati, perché il crimine sia transnazionale, e questo ce lo dice il termine;
però il crimine transnazionale ad oggi consiste di fattispecie criminose, di condotte che non sono
ritenute ledere valori fondanti della Comunità Internazionale. Al momento il crimine transnazionale
consiste in condotte che non sono ritenute lesive di valori fondanti la Comunità Internazionale
(come vi dicevo), ciò non toglie che invece in un futuro queste condotte diventino crimini
internazionali; e per certi aspetti (lo vedremo) alcune di queste condotte, come la schiavitù, possono
costituire crimine contro l’ umanità e quindi diventare crimine internazionale, ma solo a certe
condizioni ( che ora andremo a vedere). Quindi in altre parole il crimine transnazionale, è oggetto
di studio dell’ ordinamento internazionale, perché? Perché riguarda condotte, che in ragione della
loro natura internazionale, del fatto che coinvolgano 2 o più stati hanno bisogno, per essere
efficacemente represse di accordi tra stati; e quindi vi sono numerose convenzioni: contro il traffico
di stupefacenti, il traffico\l’illecito di marmi, il riciclaggio. Ma sono trattati ( diciamo così) di natura
tradizionale, che quindi pongono obblighi nei confronti degli stati parte e non nei confronti dei
singoli individui. Quindi sarà poi lo stato parte che dovrà porre in essere una legislazione interna
volta a far sì che , per esempio, l’ autorità di polizia dei rispettivi stati collaborino nell’ indagare il
traffico di stupefacenti, per esempio. Ma con il crimine transnazionale, siamo ancora in una logica
tradizionale del diritto internazionale, quindi siamo in una logica di statati che attraverso un trattato
si accordano per combattere un fenomeno criminoso, che per quanto grave, non è però ritenuto
minare le fondamenta della Comunità Internazionale. Viceversa, l’opposto si può affermare con
riferimento al crimine internazionale, che quindi richiede delle risposte molto forti dall’
ordinamento internazionale, quando qualora lo stato nazionale interviene poco per reprimere i
propri crimini di guerra o per reprimere i propri atti di genocidio; e quindi da qui l’utilità
dell’intervento dell’ordinamento internazionale. Andiamo nel dettaglio, dei vari crimini
internazionali, questo diventerà ancora più chiaro.
LE CARATTERISTICHE DEL CRIMINE INTERNAZIONALE
I crimini internazionali possono essere compiuti sia da organi di stato che da individui a titolo
privato. Sostanzialmente organo di stato è chi rappresenta ufficialmente lo stato. L’aspetto
importante che non è ovvio ( seguitemi) è quello che ha inserito nell’altra slaid; questo è un aspetto
tecnico che è importante che capiamo. Il crimine internazionale ha una dimensione multilivello, si
chiama multilevel crime, perché il crimine internazionale costa di un reato sottostante e di un
elemento internazionale. Il reato soggiacente, sottostante è tale secondo la maggior parte degli
ordinamenti nazionali; mentre l’elemento internazionale è specifico di ogni crimine internazionale,
ed ciò che fa si che il reato da ordinario (reato sottostante è un reato ordinario) diventi
internazionale. Quindi il crimine internazionale è un crimine ordinario che ha un quid pluris, che ha
una elemento in più, che è l’elemento poi vedremo di gravità, che è l’elemento che lo rende,
diciamo minaccioso alla convivenza civile all’ interno della comunità internazionale. Quindi c’è un
quid pluris che è specifico per ogni crimine internazionale che andiamo ad esaminare. Il crimine
internazionale è un crimine multilivello è infatti formato da un reato soggiacente (come vedremo
l’omicidio), che quindi è un reato comune, ordinario è considerato tale da tutti gli ordinamenti
interni; ma in aggiunta al reato soggiacente vi è una dimensione, un elemento d’ internazionalità
(che ora vi vado ad illustrare) che rende quel reato soggiacente, lo trasforma (diciamo) da reato
ordinario a crimine internazionale. Come per ogni condotta criminosa, anche il crimine
internazionale costa di una MENS REA e di un ACTUS REUS ( che non ha fatto diritto penale
sarà comunque, presto, familiarizzato con questi elementi). Quindi l’actus reus (ora qui sono a
livello generale, d’astrazione molto elevata) di un crimine internazionale che cos’è? È il reato

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soggiacente tipico degli ordinamenti nazionali (diciamo): omicidio, tortura, violenza fisica
(vedremo poi dopo); oppure raramente l’actus reus può consistere nella violazione di un valore che
è prettamente internazionale (questo è un caso residuale), che non è necessariamente ritenuto tale in
un ordinamento nazionale, in questo caso si fa riferimento all’uso di armi vietate ( non vi
concentrate su questo secondo aspetto se vi crea solo confusione, è bene che vi concentrate più sul
primo). Quindi l’actus reus è la condotta vietata; poi abbiamo la mens rea, cioè l’atteggiamento
psicologico che (che come sappiamo) a seconda delle modalità nelle quali s’ articola, contribuisce,
cioè è un elemento della fattispecie criminosa e può impattare anche poi sulla pena. Quindi anche
nel diritto internazionale vi sono tipi di mens rea diversi: può essere il dolo, cioè l’intento, l’
intenzione, la volontà di causare l’evento; oppure vi può essere il dolo eventuale, qui la traduzione
non sempre, diciamo, le definizioni collimano con quelle degli ordinamenti interni, perché
l’ordinamento internazionale ha dato poi sue definizioni, per cui traduciamo come dolo eventuale o
colpa, quella che in inglese viene definita resclekness. Quindi la consapevolezza della probabilità
che la condotta provochi conseguenze dannose, perciò si accetta il rischio che la condotta provochi
conseguenze dannose, ma non è l’intenzione ( le conseguenze dannose non sono nell’ intenzione
dell’ autore). In ultimo abbiamo la colpa grave, che in inglese si traduce negligens, cioè la
consapevolezza del rischio, ma la convinzione che le conseguenze non si sarebbero verificate.
Quindi si è consapevoli del rischio, ma si crede che le conseguenze dannose non si sarebbero
occorse, e questo si rivela solo per la responsabilità del superiore gerarchico, cui evidentemente è
molto importante soprattutto nell’ambito del crimine di guerra (fino a qui niente di nuovo). Come vi
ho detto prima cos’è che diventa nuovo è il terzo elemento, quindi ci sono uno o più elementi che
attribuiscono all’actus reus e alla mens rea una dimensione internazionale ( ora vi ho inserito alcune
slaids sulla mens re aspecifica del diritto internazionale, ma su queste non mi soffermerei, anche
perche le ho lasciate in originale, in inglese, perché ci ritorno per ogni singola fattispecie criminosa
fra poco. Perché a questo punto voglio illustrarvi la specificità, l’elemento internazionale specifico
di ogni crimine internazionale).
Le singole categorie di crimine :
Sono categorie complesse, perché abbiamo l’elemento, cioè il reato soggiacente e l’elemento
d’internazionalità, più abbiamo la divisione del crimine in actus reus e mens rea, quindi entriamo in
un ambito che è un po più complesso (sono sicura che vi affascinerà, è angosciosamente
affascinante).
1. IL CRIMINE DI GUERRA:
Sono i crimini più antichi, sono i crimini internazionali più antichi, vi ricordate, vi ho detto
che già alla fine dell’800 venivano vietate certe condotte in tempo di guerra: perché? Perché
entrambi, tutti i belligeranti avevano ognuno il proprio interesse a titolo di reciprocità, che il
diritto dei conflitti armati fosse osservato, quindi, qualora qualcuno lo violasse,
praticamente o un singolo soldato o un comandante, doveva risponderne individualmente
(chiede se abbiamo difficoltà a leggere le parti in inglese). Questa nozione di crimine di
guerra è stata fornita dalla sentenza Cadich, del tribunale dell’ex Jugoslavia, è una sentenza
del “95, quindi la prof lo traduce: “ Il diritto di guerra o crimine di guerra è una violazione
di una regola, che protegge valori importanti e la cui violazione (come frase è scritta un po’
male) comporta gravi conseguenze per la vittima”. Quindi il valore protetto deve essere
importante, quindi è qualificato, non un qualunque valore, le conseguenze devono essere
gravi per la vittima.” Inoltre la regola violata deve appartenere o al corpus giuridico del
diritto consuetudinario, oppure ad un trattato applicabile (questo è abbastanza ovvio); e in
ultimo la violazione deve comportare ai sensi del diritto consuetudinario o convenzionale, la
responsabilità penale internazionale della persona che ha violato la regola”. Quindi in altre
parole, il crimine di guerra è una violazione grave (potete riassumerlo così) di una regola
pattizia o consuetudinaria del diritto dei conflitti armati, che comporta la responsabilità
penale individuale dell’ autore. Volevo cercare di farvi capire la differenza fra la violazione
di una regola del diritto dei conflitti armati ad opera di uno stato, e invece la violazione della
regola dei conflitti armati che comporta la responsabilità penale dell’individuo, vi faccio un
esempio: uno dei principi fondamentali del diritto dei conflitti armati, è il cosiddetto
principio di precauzione, per cui lo stato belligerante, lo stato in guerra, prima di lanciare un
attacco, un attacco armato, prima di stabilire, proprio i dettarmi dell’obbiettivo da colpire ed
il metodo da usare, quindi con quale aereo andare, con quale tipo di arma colpire l’
obbiettivo, appunto prima di decidere l’ attacco, deve stabilire quali sono i mezzi che
comportano meno danni per la popolazione civile, quindi un ‘ azione preventiva. Perciò un
attacco è legittimo solo se l’obiettivo è militare e se è posto in essere è tutto quanto possibile
per minimizzare i danni alla popolazione civile. Quindi non so il cosiddetto uso di armi
intelligenti , di cui avrete sentito parlare, è legato, per esempio a questo principio di
precauzione. Cosa succede se invece uno stato (richiede una pianificazione ovviamente) non

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opera nessuna pianificazione, quindi da un ordine al pilota d’intervenire a suo piacimento,
oppure usa delle armi,non perché se ne vuole liberare, ma che sono decisamente troppo
potenti, per quell’ obiettivo. Lo stato che cosa ha fatto ? ha violato il principio di
precauzione, quindi ai sensi della responsabilità dello stato, questo va in rilievo, perché ha
violato la norma consuetudinaria del diritto dei conflitti armati ( infatti è un tema che
troviamo spesso nelle testate giornalistiche, l’uso di armi eccessive rispetto all’obbiettivo
ecc). Questo è un caso in cui la violazione di un principio, di una regola di diritto dei
conflitti armati, da luogo alla responsabilità internazionale dello stato. ESEMPIO: L’Italia
ha pianificato un operazione in Libia, ma il singolo comandante che ha pianificato male
quell’operazione ed il singolo pilota che ha posto in essere quell’ operazione, ha compiuto
un crimine di guerra? La risposta è dipende, dipende da cosa: se la violazione di quella
norma del diritto dei conflitti armati comporta la responsabilità penale individuale dell’
autore ai sensi del diritto pattizio o consuetudinario. Quindi (qui bisogna essere esperti del
diritto dei conflitti armati) la violazione del principio di precauzione non comporta la
responsabilità penale dell’ autore, perché non esiste a questo fine né una norma pattizia ne
una norma consuetudinaria. Questo è uno dei pochi casi in cui non si ha corrispondenza fra
responsabilità dello stato e responsabilità penale dell’ individuo. Viceversa, un altro
principio fondamentale del diritto dei conflitti armati è: il principio di distinzione, per cui
s’impone d’attaccare solo gli obbiettivi militari e non quelli civili. Per cui se l’Italia in Libia
avesse attaccato un obbiettivo civile, avrebbe violata una norma consuetudinaria, in quel
caso ne sarebbe derivata sia la responsabilità dello stato italiano, perche ha violato una
norma di un trattato di cui l’Italia fa parte, ma in quel caso ne sarebbe derivata anche la
responsabilità individuale penale dei singoli autori, che hanno eseguito l’azione, in teoria di
tutta la catena di comando di tutte le persone coinvolte in quella operazione, perche? Perché
esiste una norma consuetudinaria che per la violazione del principio di distinzione, pone in
essere, fa venire in rilievo anche la responsabilità penale individuale di quell’autore.
DOMANDA DI UN COLLEGA: “Come fa un militare sul campo ad essere informato
di queste regole? E in che rapporto sta l’ obbligo d’ obbedienza al militare subordinato
con queste regole?”
RISPOSTA: “Le regole d’ ingaggio, è lo strumento tecnico. Esse sono proprio delle
direttive molto sintetiche impartite al militare e che riguardano le modalità di ricorso
all’ uso della forza, quindi evidentemente le regole d’ingaggio variano a seconda del
contesto. In zona di guerra l’uso della forza in una situazione di pace comporta regole
d’ingaggio di pace, quindi sarà molto più difficile che il militare, in queste zone di pace
ricorra all’uso della forza. In tempo di guerra le regole d’ingaggio già incorporano
questi principi. Quindi chi elabora le regole d’ingaggio è a conoscenza delle norme di
diritto internazionale dei conflitti armati. Sono proprio direttive tecniche molto
specifiche: “non puoi bombardare scuole”, molto chiara e specifica di diretta
applicabilità. La questione del superiore gerarchico viene disciplinata in modo diverso
nel nostro ordinamento rispetto all’ ordinamento internazionale. Nel nostro
ordinamento non si ritiene che: l’ordine superiore gerarchico possa essere fatto valere
come un semente, qualora l’ordine sia manifestamente illegale. Quindi se il militare
non ha modo d’avvedersi dell’ illegalità dell’ ordine, come può essere fatto, ma se
l’ordine e manifestamente illegale, per esempio: rappresaglie. Seconda guerra
mondiale rappresaglie contro i civili, quanti militari tedeschi hanno ucciso su ordine
del superiore gerarchico dei civili a titolo di rappresaglia. In quel caso li il militare
come faceva da avvedersi dell’illiceità dell’ordine, bastava che fosse informato che
quell’ uccisione avvenisse come rappresaglia, la rappresaglia causa l’esclusione dell’
illecito, cosi che l’uccisione era legittima. Attenzione , oggi la rappresaglia contro i
civili è vietata, è una regola fondamentale del diritto dei conflitti armati. Oggi giorno
un militare di qualunque nazionalità, a cui fosse ordinato di uccidere dei civili a titolo
di rappresaglia, dovrebbe astenersi perche? Perché è una regola talmente importante
che si dovrebbe avvedere della sua manifesta illegalità .” “C’ è una grande conoscenza
delle regole del diritto dei conflitti armati a livello internazionale , perché le Nazioni
Unite fanno un opera di diffusione del diritto dei conflitti armati, che è capillare non
solo a livello statale, ma addirittura a livello di gruppi armati d’opposizione, a cui
vengono date informazioni sul diritto del conflitto armato addirittura ai talebani, con
tanto poi di delegati che rischiano anche la vita. Il problema qual è? Non è la
conoscenza della regola che in quanto internazionale, universale ( tutti gli stati hanno
ratificato le convenzioni di Ginevra); non è la conoscenza della regola, il problema è
l’incentivo per la sua applicazione nel caso pratico. ESEMPIO: codice della strada, io
so bene che non posso parcheggiare dove c’è il divieto di parcheggio, lo conosco bene il
codice della strada, ma tanto più io ho un urgenza, come andare assolutamente in

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farmacia, e non posso parcheggiare altro che nel divieto, io parcheggio in divieto. Ma
anche se lo so che non posso parcheggiarci, in quel momento, vi è un interesse per me
superiore, leggi interesse nazionale dello stato, in quel caso di bombardare. Quindi non
è che c’è cattiva conoscenza della norma, ma in quel momento c’è qualcosa che
prevale, per cui t’induce a violare la norma, però attenzione non è che il mio interesse
supera la norma, al limite potrà essere considerato come un’ attenuante, dipende
dall’ordinamento ecc, ma il dato di fatto che io ho violato la norma rimane. Quindi, la
conseguenza è che se poi esco dalla farmacia e trovo la multa non è che mi arrabbio.
Vale lo stesso quindi lo stato certo che in alcune situazioni può avere interesse a violare
la norma, ma se poi dopo quella norma ha conseguenze gravi e lo stato è colto in
fragrante certo che ne dovrà rispondere.
L’ACTUS REUS DEL CRIMINE DI GUERRA:
Vi sono due tipi di actus reus per il crimine di guerra: il primo tipo è la violazione grave
delle norme di tipo internazionale umanitario (come sapete è sinonimo del diritto dei
conflitti armati) poste a tutela delle persone fuori combattimento, che abbiamo già visto
quali sono, le persone fuori combattimento sono: i civili, i prigionieri di guerra, malati ,
feriti e naufraghi. Quindi la prima grande macro categoria di actus reus dei crimini di guerra
sono le violazioni gravi delle norme del diritto umanitario. La seconda macro categoria sono
le violazioni gravi delle norme del diritto umanitario relative alla condotta delle ostilità. Nel
primo caso vi entrano, ad esempio: l’omicidio intenzionale di un civile, la deportazione di
civili gli attacchi a scuole o ospedale, gli attacchini prigionieri di guerra. Queste violazioni
sono definite dalle Convenzioni di Ginevra ( di cui spesso ho parlato), che obbligano lo
stato a criminalizzare quella condotta nel proprio ordinamento interno. Le violazioni gravi
delle norme del diritto internazionale umanitario, sono proprio violazioni molto particolari,
perché: per esempio il dichiarare che nessuno avrà salva la vita, il no quoter, forse la regola
fondante del diritto dei conflitti armati. Per esempio nel febbraio del 2011 Gheddafi, ha
fronte delle ripetizioni delle manifestazioni pacifiche in piazza contro di lui, ad un certo
punto esordì affermando:”Vi eliminerò tutti, nessuno si salverà.” Quello fu visto dalla
comunità internazionale come una dichiarazione che nessuno avrà salva la vita, una
violazione gravissima del diritto dei conflitti armati ed anche a fronte di questa affermazione
che la comunità internazionale è intervenuta. Oppure l’ uso di armi che procurano sofferenze
inutili ai combattenti, quali sono le armi, sono tante, vi sono tanti ambiti settoriali, un
esempio sono le armi chimiche. Esse sono vietate, quindi chi usa l’arma chimica compie un
crimine di guerra. Quando si parla di crimini bisogna sempre fare riferimento alla fattispecie
specifica di riferimento, è importante sapere che lo statuto della Corte penale Internazionale
definisce i crimini di guerra che sono di competenza della Corte stessa all’art 8. Per noi la
Corte penale internazionale è importante perché l’Italia è parte allo statuto di questa Corte
penale internazionale. I crimini di guerra che rientrano nella giurisdizione della Corte
penale internazionale, vi rientrano tutti i crimini di guerra di cui ci ha parlato, quindi sia
violazioni gravi delle Convenzioni di Ginevra sia altre violazioni gravi delle leggi di guerra,
che è una dicitura un po’ antica per fare riferimento al diritto internazionale consuetudinari,
sia le violazioni dell’ art comune alle Convezioni di Ginevra di cui ci ha parlato. Infine la
Corte penale internazionale ha competenza su altre violazioni, altre rispetto all’ art 3 del
diritto internazionale consuetudinario applicabile nei conflitti armati non internazionali. Ciò
è importante, perché bisogna sapere che la Corte penale internazionale può giudicare dei
crimini di guerra che siano compiuti sia in conflitti armati internazionali che interni. Perché
questo è importante? Perché oggi il 95% dei conflitti è interno; i conflitti armati
internazionali oggi giorno sono rarissimi.
LA MENS REA:
La mens rea richiesta per il crimine di guerra di solito è l’intento, la wilfur action; sono rare
le ipotesi in cui la conoscenza o la recklessness è sufficiente,tipicamente è il principio di
proporzionalità che richiede una mens rea, diciamo di grado minore. ESEMPIO: di ieri del
pilota che aveva bombardato il ponte, la seconda bomba è probabilmente, (una violazione
del principio di proporzionalità) un ipotesi in cui la mens rea sicuramente non era il dolo,
perché lui non aveva intenzione di colpire il treno, però probabilmente recklessness si,
perché lui, con la seconda bomba aveva visto che il ponte era attraversato dal treno civile, a
corso il rischio di far si che il treno precipitasse nel fiume, o nella gola, una volta che il
ponte fosse stato distrutto. Quindi qui abbiamo l’ accettazione dell’eventuale conseguenze
rischiose del rischio di recklessness. La colpa grave è la richiesta soltanto della
responsabilità del comandante. Per quanto riguarda la Corte penale internazionale è
interessante, che questa Corte si sia dotata non solo della definizione dei crimini
internazionali, contenuti all’interno dello statuto istitutivo della Corte stessa, ma anche di
alcuni elementi dei crimini, che quindi dettagliano in modo più specifico, quali sono gli

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elementi che la procura deve provare, uno di questi è la(owerness) consapevolezza
dell’imputato relativamente all’esistenza di un conflitto armato. Quindi questa
consapevolezza è una mens rea aggiuntiva, che si richiede all’imputato, rispetto al dolo o
alla recklessness,per far si che questi sia imputabile ed eventualmente condannabile per
crimine di guerra. La consapevolezza dell’esistenza di un conflitto armato, con questo
elemento entro nel terzo elemento del crimine di guerra: l’elemento d’ internazionalità.
L’actus reus e la mens rea, anche se in modo diverso, sono presenti in tutti gli ordinamenti
interni; mentre l’elemento d’internazionalità, quello che rende quell’atto di tortura, o che
rende quell’ omicidio commesso con intenzionalità, preterintenzionale, un crimine di guerra,
che cosa è? È il nesso con il conflitto armato la ownerless del conflitto armato (aspetto
tecnico). Non è sufficiente che una certa condotta criminosa sia compiuta in tempo di
conflitto armato, affinché sia qualificabile come un crimine di guerra, non basta che vi si un
conflitto armato in una certa zona affinché ogni condotta criminosa sia qualificabile come
crimine di guerra, perché? Perché occorre anche il nesso di quella condotta criminosa con il
conflitto armato. ESEMPIO: immaginiamo che venga compiuto un omicidio in Siria, in
situazione di conflitto armato, quell’ atto viene compiuto tra vicini, per dannose diatribe su
di una certa questione, questo atto rimane un atto di crimine ordinario un atto di criminalità
ordinari; ma se invece io uccido il mio vicino, perché c’è un conflitto armato, e tu sei uto e
io sono tuzzi ed il conflitto armato impone agli utu di uccidere i tuzzi, e io utu uccido te
tuzzi perché sei tuzzi, allora (utu e tuzzi due popolazioni ruandesi) vediamo che invece
viene in rilievo il collegamento tra una mia azione criminosa ed il conflitto armato, perché
io ti uccido perché in quel momento incarni il mio nemico in guerra. Questa è la
connessione con il conflitto armato ed è ciò che distingue l’ elemento d’internazionalità, che
distingue, e che fa si che un crimine ordinario diventi un crimine internazionale. Questo mi
porta a specificare che i crimini di guerra possono essere compiuti in collegamento con un
conflitto armato internazionale o non internazionale; spesso si crede che il crimine
internazionale possa essere compiuto solo da personale militare e contro militari nemici, no.
Il crimine di guerra può essere compiuto da personale militare contro militari e civili nemici,
e da civili contro militari nemici o da civile contro civile, come nell’esempio. Il crimine di
guerra, non è importante a qualificazione come civile o militare che lo compio o che ne è
vittima, quello che conta è il collegamento con il conflitto armato. In ultimo (riferimento
all’ordinamento italiano) in che modo l’ordinamento italiano ha recepito i crimini di guerra
che sono, hanno una fonte o consuetudinaria o pattizia? Noi abbiamo recepito il crimine di
guerra già nel 1938nel codice penale militare di guerra al titolo 4, ed in varie occasioni la
giurisprudenza italiana ha applicato questo titolo del codice soprattutto, con riferimenti, ad
atti compiuti nella seconda guerra mondiale, per esempio: l’art 185 contro la violenza fra
privati nemici, è stata applicata con riferimento alla strage di civili ad opera d’ufficiali
tedeschi, ma più recentemente certi atti compiuti dai nostri militari in Iraq sono stati oggetto
d’indagine, poi archiviata, ai sensi di questo codice militare di guerra. Quindi può essere
perseguito come crimine di guerra, sia uno straniero (tedeschi) che ha compiuto in crimine
di guerra a danno dei nostri cittadini, sia italiani che abbiano compiuto crimini di guerra a
danni o di cittadini italiani o di cittadini stranieri. Abbiamo un problema marginale, che non
tutti i crimini di guerra di natura consuetudinaria o annoverati nello statuto della corte
penale internazionale hanno una corrispondente previsione normativa nel nostro
ordinamento. Quindi, ad oggi, il nostro ordinamento è solo parzialmente in conformità con
l’ordinamento internazionale per quanto riguarda il profilo del crimine di guerra. Il crimine
di guerra è una violazione grave del diritto internazionale dei conflitti armati, che comporta
la responsabilità penale dell’ individuo, e si distingue dal crimine ordinario perché è
compiuto in collegamento con il conflitto armato.
2 I CRIMINI CONTRO L’umanità
La prima volta che la nozione di crimine contro l’ umanità fu enunciata, è con riferimento
allo sterminio degli armeni ad opera dell’impero ottomano, 1915 è la prima volta che
troviamo nelle dichiarazioni internazionali (dichiarazione tripartita) il termine crimine
contro l’umanità. Durante la seconda guerra mondiale, a fronte delle atrocità compiute
contro le proprie popolazioni, soprattutto quelle compiute dai nazisti contro una parte della a
popolazione tedesca, tipo: rom, gli ebrei; cosa succede? Che la comunità internazionale si
rise conto che il crimine internazionale fin ora esistente, cioè il crimine di guerra non
proibiva condotte criminose contro il proprio popolo, perché l’elemento cruciale del crimine
di guerra è la connessione con il conflitto armato, ma certe condotte sono state poste in
essere, nella seconda guerra mondiale, indipendentemente dal conflitto armato e anche
indipendentemente dal fatto di concepire l’altro come un tuo nemico. Quindi fu appunto
inserita la nozione di crimine contro l’umanità, per la prima volta nella Carta di Londra,

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istitutiva del tribunale di Norimberga. I crimini contro l’umanità furono definiti come:
omicidio, sterminio, schiavitù, deportazione e altri atti umani compiuti contro una
popolazione civile prima o durante la guerra, oppure persecuzioni su base politica, razziale o
religiosa. Qui viene meno l’elemento d’inamicidità, che è tipico del crimine di guerra, si fa
estrazione anche del collegamento con la guerra stessa, però si vanno a colpire violazioni
molto gravi dei diritti umani. La nozione della Carta di Londra è stata affinata ed oggi è
contenuta all’art 7 della Corte penale internazionale( ha inserito, nelle slaid le parti rilevanti
dell’art 7).
L’omicidio, che sia o no intenzionale, che sia premeditato, e che può essere reato
soggiacente, anche del crimine di guerra, è un reato soggiacente anche del crimine contro
l’umanità (sterminio, schiavitù, persecuzione, privazione della liberta, tortura, violenza
sessuale, deportazione, sparizione forzata ed altri atti inumani di simili atti contro
l’umanità). La mens rea quale è? Qui abbiamo la mens rea tipica del reato soggiacente (
quindi andare a vedere le varie mens ree tipiche dell’omicidio) ma in più è richiesta la
consapevolezza dell’ esistenza di una prassi diffusa o sistematica. Qui con il secondo
elemento di mens rea arriviamo all’elemento d’internazionalità richiesto per il crimine
contro l’umanità. Qual è quell’atto che consente alla tortura, ecc di diventare un crimine
contro l’umanità? È l’inserimento di quella condotta all’interno di una prassi di attacchi
diffusi o sistematici contro la popolazione civile. Quindi l’attacco diffuso è un attacco
massiccio, ci dice il tribunale del Ruanda:” è una violazione di larga scala compiuta
continuamente e diretta contro una molteplicità di vittime”. Mentre l’attacco sistematico è
organizzato con una modalità regolare e seguendo una politica che coinvolge risorse
pubblico private sostanziose. Non tutte le violazioni gravi dei diritti umani sono crimini
contro l’umanità, perché qui si richiede non solo una violazione grave, ma si richiede a chi
ha posto in essere quella violazione grave la consapevolezza che il suo atto, che la sua
violazione s’ inserisca all’interno di una prassi diffusa o sistematica. Questo differenzia
profondamente una violazione dei diritti umani, ancorché grave dal crimine contro
l’umanità. ESEMPIO: durante la seconda guerra mondiale alcuni cittadini tedeschi
denunciavano, addirittura conoscenti perché ascoltavano trasmissioni radio vietate( radio
Londra), le denunciavano all’autorità, questi individui venivano processati e se ritenuti
colpevoli( quelli che ascoltavano) venivano incarcerati e sottoposti a condizioni detentive,
talmente terribili che in non pochi casi hanno trovato la morte, perché venivano privati di
cibo. I tribunali dei paesi occupanti, poi creati dai quattro paesi alleati, in territorio tedesco,
hanno ritenuto questa prassi come costitutiva di un crimine contro l’umanità. Una volta
sconfitta la Germania è stato creato non solo il tribunale di Norimberga, ma anche altri
tribunali in Germania, che hanno ritenuto che chi aveva, in qualche modo fatto la spia alle
autorità era in qualche modo responsabile del crimine contro l’umanità, perché? Perché chi
denunciava il conoscente era consapevole della fine che avrebbe fatto la persona denunciata
perché in quell’epoca in Germania, quelli che denunciavano erano a conoscenza. Quindi
questa conoscenza dell’esistenza di una politica che avrebbe condotto, addirittura anche alla
morte di coloro che ascoltavano cose proibite, è stata definita come un crimine contro
l’umanità, da questi tribunali. Il crimine contro l’umanità s’inserisce all’interno di una
politica più ampia. I possibili autori del crimine contro l’umanità sia gli individui agenti in
qualità speciale, che gli individui agenti a titolo privata. Nell’ordinamento italiano non tutti i
crimini contro l’umanità annoverati nello statuto della corte penale internazionale trovano
una corrispondente previsione normativa. ESEMPIO: la prostituzione forzata, quale crimine
contro l’umanità non trova alcuna corrispondenza nel nostro ordinamento. Esperienza
personale della professoressa.

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