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di un gesto sportivo:
Nell’analisi, ho deciso di prendere in considerazione solo il movimento degli arti inferiori e del
tronco, dalla posizione a terra al momento del pronti, fino al 2° appoggio.
NOTE TECNICHE:
La partenza dai blocchi costituisce un momento fondamentale nell’economia della competizione.
La partenza, a 4 appoggi è obbligatoria in tutte le gare piane e ad ostacoli fino ai 400 m. Lo scopo,
in una gara di sprint è quello di allontanarsi il più velocemente possibile dalla linea di partenza,
questo risulta più semplice ed efficace con una partenza a 4 appoggi.
IL MIGLIORAMENTO DELL’EQUIPAGGIO:
LE SCARPE CHIODATE
Quelle specifiche per la velocità sono:
• I chiodi hanno una lunghezza compresa tra 4 e 12 millimetri. Nelle
gare su pista, non possono superare i 9 millimetri di lunghezza.
• Chiusura stringata.
• Dotate di 6 o 8 chiodi sostituibili che garantiscono un’ottima
aderenza.
• Collo morbido che riduce la pressione attorno alla caviglia.
• La placca su cui sono inseriti i chiodi aumenta la resistenza della
scarpa permette di ottimizzare al massimo la spinta.
• Il tessuto Flyweave ultra traspirante mantiene la pelle fresca, e le
rende molto leggere.
I BLOCCHI DI PARTENZA:
• Servono per dare all'atleta velocità e rapidità nel momento della partenza.
• I blocchi devono essere collegati ad un dispositivo di falsa partenza, approvato dalla World
Athletics.
• Devono essere usati per tutte le gare sino ai 400 m, e non devono fornire agli atleti vantaggi illeciti.
• Devono essere fissati alla pista da un certo numero di
punte o chiodi.
• La loro sistemazione deve essere tale da consentire una
facile e rapida rimozione.
• Hanno una forma a T che è costituita, in genere,
da ferro e ai lati hanno due appoggi per i piedi, di solito, 5
livelli di altezza (chiamati ceppi).
• La posizione delle piastre sull'intelaiatura rigida può essere regolabile. La loro superficie deve
essere predisposta per ospitare i 9 chiodi delle scarpe. (Ogni atleta sistema l’altezza dei blocchi a
proprio piacimento, migliore se a metà).
• Le piastre devono essere regolabili in avanti o indietro. I congegni regolabili devono essere
assicurati da solidi morsetti o meccanismi di bloccaggio che possono essere facilmente e
velocemente azionati dall'atleta.
1° appoggio 2° appoggio
Spostamento medio 1.14 m uomini 1.14 m uomini
1.07 m donne 1.09 m donne
Appoggio medio 0.17 sec uomini 0.17 sec uomini
0.18 sec donne 0.18 sec donne
Tempo di volo medio prima 0.05 sec uomini 0.04 sec uomini
dell’appoggio 0.05 sec donne 0.05 sec donne
VELOCITÀ ORIZZONTALE: Misurata in m/s. Finché si sta sul blocco, la velocità orizzontale è
generata esercitando forza contro il blocco che genera a sua volta una forza uguale e contraria
muovendo il corpo lungo la pista. L’obiettivo è massimizzare la velocità orizzontale, che deve
essere il più esplosiva possibile.
VELOCITÀ VERTICALE: In partenza la forza orizzontale produce un’estensione del busto verso
l’alto che se non viene contrastata nel verso opposto porterebbe ad alzarsi troppo velocemente, la
forza di gravità obbliga a generare sufficiente forza verticale per sostenere il peso del corpo e per
muovere il centro di massa fino alla posizione verticale di corsa.
• I due arti cominciano ad esercitare forza quasi nello stesso istante di tempo, il piede
posteriore ha un’anticipazione di circa 0,2 sec. (i tempi dipendono dalla tecnologia utilizzata
per i rilevamenti).
• La spinta dell’arto anteriore, è esercitata più a lungo e fornisce un contributo maggiore alla
velocità del corpo.
LA DISPOSIZIONE DEI BLOCCHI
LE LEVE
Leva di 3° tipo. In questa leva è la Potenza a trovarsi tra il Fulcro e la Resistenza.
È una leva svantaggiosa, perché la resistenza è più
grande della potenza.
Durante la fase di volo le leve sono assenti.
La resistenza è formata da: peso della persona e dalla F
di gravità.
Durante la fase di Volo la leva è assente.
MUSCOLI E ARTICOLAZIONI COINVOLTE
Numerosi sono i muscoli coinvolti e con diverse funzioni:
Dai muscoli degli arti inferiori, ai muscoli del core, fino ai muscoli degli arti superiori. Io mi
soffermerò maggiormente sulla parte inferiore del corpo.
Le articolazioni maggiormente coinvolte sono:
• Tibio-tarsica
• Ginocchio
• Coxofemorale
Importantissimi dalla prima fase di spinta, e alle successive: fase di volo, 1° appoggio (che
comprende ammortizzazione, sostegno e spinta), fase di volo, 2° appoggio (che comprende
ammortizzazione, sostegno e spinta).
PRINCIPI DI MECCANICA, statica
Dato un corpo rigido ad un sistema di forze,
vale la seguente equazione:
Dove = sono le forze esercitate dai blocchi sui piedi del soggetto.
Durante il l’appoggio:
Nella figura 2A, l’atleta esercita sui blocchi una forte pressione. Il ginocchio della gamba posteriore
è appoggiato al suolo, il peso del corpo è egualmente distribuito fra le mani che poggiano a terra
ad una distanza all’incirca pari alla larghezza delle spalle con pollice ed è indice appena dietro alla
linea di partenza, le spalle sono sulla perpendicolare al punto di contatto delle mani al suolo e lo
sguardo è diretto in basso.
Nella figura 2B, il baricentro viene spostato più in alto ed in avanti grazie all’azione di parziale
estensione degli arti inferiori che porta le anche leggermente più in alto rispetto alle spalle. Queste
ultime si spostano leggermente in avanti. Questi sono 2 fattori critici per l’ottenimento di una
elevata velocità iniziale. Tutto questo è fondamentale nel condizionare la componente orizzontale
della forza espressa dall’atleta, se è troppo accentuata pone l’atleta in una situazione non
vantaggiosa, perché causa un eccessivo carico sulle mani ed una scarsa pressione sui blocchi e
impedisce di rialzarsi efficacemente.
Più sarà corta la
distanza orizzontale del centro
di massa rispetto al
piede anteriore, più la forza
sarà diretta verticalmente
a discapito di
quella orizzontale. Spesso
atleti più forti mettono i
blocchi vicini impedendo lo
sviluppo di forza orizzontale.
UOMINI FORTI= 30 CM
DONE FORTI= 27 CM
Allo sparo il corpo ha bassa velocità e alta accelerazione.
Nella figura 2C, l’azione di spinta esplosiva esercitata su entrambi i blocchi trasmetterà al corpo
dell’atleta la più alta velocità possibile. Il piede posteriore viene staccato per primo dal blocco dopo
avervi esercitato una notevole pressione, mentre sul blocco anteriore, la spinta continua fino alla
completa estensione dell’arto corrispondente. L’arto esteso ed il tronco debbano trovarsi sulla
stessa linea. Angoli superiori indurrebbero un eccessivo e precoce innalzamento del C. di
massa riducendo così la durata della fase di accelerazione, mentre angoli inferiori a 40°
creerebbero un effetto di caduta in avanti tale da disturbare l’equilibrato assetto di spinta dei primi
passi. (L’azione delle braccia nelle fasi iniziali dello sprint è fondamentale per poter esprimere una
buona accelerazione iniziale. Esse oscillano in modo contrapposto bilanciando l’azione dell’arto
inferiore controlaterale).
Abbandonati i blocchi, il successivo obiettivo è quello di accelerare. Fondamentali allo scopo
risultano, l’assunzione di una corretta inclinazione in avanti all’uscita dai blocchi, la qualità della
spinta nei primi 3 passi e la ricerca di un ottimale rapporto tra l’ampiezza e la frequenza del passo.
La fase di contatto deve avvenire dietro il centro di massa,
per produrre la massima accelerazione orizzontale. La
posizione è ancora “scomoda”. Il soggetto si sta portando
verso la posizione definitiva di corsa lanciata. Questo è il
passo più “complicato” di tutta la gara.
La meccanica del 1° e del 2° appoggio è la stessa, con l’unica differenza che il corpo si sta
estendendo sempre di più verso l’alto verso la posizione di full sprint. Gli atleti migliori, continuano
ad avere il contatto dietro il centro di massa.