Orazio poeta “augusteo”: qual è il rapporto tra il poeta, Mecenate e Augusto? Si può dire che Orazio fu baciato dalla fortuna, infatti poté godere della bene fattura di Mecenate e di una profonda amicizia con Augusto stesso il che gli consentì di potersi dedicare completamente al suo otium letterario e senza preoccupazioni di tipo materiale.
Perché si parla di “impostazione soggettiva” nelle Satire oraziane?
In Orazio l’impostazione soggettiva assume una connotazione molto filosofica, infatti egli la utilizza per rivelare al lettore parti del suo io interiore per poi sviluppare considerazioni più ampie. Questa è una differenza alquanto sostanziale con il significato usuale dell’impostazione soggettiva. Di solito quando si parla di impostazione soggettiva si tratta di autobiografie, una registrazione e riproduzione dei sentimenti e degli eventi dalla visione della persona.
Perché Orazio nelle Odi si definisce poeta vates?
Orazio si definisce come poeta vates nelle Odi poiché si crede privilegiato dalle divinità nella vita di tutti i giorni e concede alla sua poesia di essere ispirata dalle divinità oltre all’essere già frutto di un lavoro poetico immenso e infatti abbraccia il titolo di poeta come vate oltre che come sommo artigiano. Che cos’è l’Ars poetica? L’Ars poetica è un nome alternativo per una delle Epistole, quella indirizzata a Pisone, in cui Orazio espone precetti di poetica. Egli discute sia dei contenuti poetici che dell’elaborazione formale e infine del perfetto poeta. Orazio per questa epistola si ispira a delle fonti peripatetiche il che lo aiuta a sottolineare l’importanza del teatro come poesia in quanto mìmesis della realtà. Fonde insieme a queste dottrine peripatetiche anche l’esigenza di elaborazione e perfezione dell’estetica già incontrata in Callimaco. Orazio conclude l’epistola con l’idea che la poesia è frutto sia dell’ingenium e dell’ars e che la poesia perfetta stia nel mezzo di utilità e piacere.