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L piste

Le t ciclabili
l bl
(D.M. 30 novembre 1999
“Regolamento per la definizione delle
caratteristiche tecniche delle piste
ciclabili”)
ciclabili )
IL D
D.M.
M 30 novembre 1999

CAPO I
LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE DEGLI
ITINERARI CICLABILI
A t 1.
Art. 1 PPremessa;
Art. 2. Finalità e criteri di progettazione;
Art. 3. Strumenti di pianificazione;
Art. 4
4. Ulteriori
o elementi p per la p
progettazione;
og o ;
Art. 5. Fattibilità tecnico-
tecnico-economica
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CAPO II
PRINCIPALI STANDARDS PROGETTUALI PER LE PISTE
CICLABILI
Art. 6. Definizioni, tipologia e localizzazione;
Art. 7. Larghezza delle corsie e degli spartitraffico;
spartitraffico;
Art. 8. Velocità di pprogetto
g e caratteristiche pplano-
plano-
altimetriche;
Art. 9
9. Attraversamenti ciclabili;;
Art. 10. Segnaletica stradale;
A t 11.
Art. 11 Aree
A ee ddi parcheggio;
he
Art. 12. Superfici ciclabili.
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GLI ITINERARI CICLABILI:
Gli itinerari ciclabili si identificano con i percorsi
stradali utilizzabili dai ciclisti,,
sia in sede riservata (pista ciclabile in sede
propria o su corsia riservata)

sia in sede
d ad
d uso promiscuo con pedoni
d
(percorso pedonale e ciclabile)

o con veicoli a motore (su carreggiata


gg stradale).
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FINALITA’ E CRITERI DI PROGETTAZIONE (1/4):

a) favorire e promuovere un elevato grado di


mobilità ciclistica e pedonale, alternativa all’uso
dei veicoli a motore nelle aree urbane e nei
collegamenti con il territorio contermine, che si
ritiene possa raggiungersi delle località
interessate, con preminente riferimento alla
mobilità lavorativa,
lavorativa scolastica e turistica;
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FINALITA’ E CRITERI DI PROGETTAZIONE (2/4):

b) puntare
t allll’attrattività, alla
ll continuità edd
alla riconoscibilità dell’itinerario ciclabile,
privilegiando i percorsi più brevi, diretti e
sicuri secondo i risultati di indagini sull
sull’origine
origine e
la destinazione dell’utenza ciclistica;
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FINALITA’ E CRITERI DI PROGETTAZIONE (3/4):

c)) valutare
l t la redditività delldell’investimento
investimento
con riferimento all’utenza reale e potenziale ed in
relazione
l all’obiettivo
ll’ b tt d
di ridurre
d ill rischio
h
d’incidentalità ed i livelli di inquinamento
atmosferico
t f ed
d acustico;
t
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FINALITA’ E CRITERI DI PROGETTAZIONE (4/4):

d) verificare
f l’
l oggettiva
tt ffattibilitàil reale
tt b l tà ed
d
utilizzo degli itinerari ciclabili da parte
dell’utenza, secondo le diverse fasce d’età e
le diverse esigenze, per le quali é necessario
siano verificate ed ottenute favorevoli
condizioni
d anche
h plano-
plano
l -altimetriche
lt t h d dei
percorsi.
p
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STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE
9 Un piano delle rete degli itinerari ciclabili;
9 Dati sui flussi ciclistici;
9 Una MOTIVATA scala di priorità e di tempi di
realizzazione;
9 Integrazione della rete ciclabile nel PUT (dove
richiesto) come Piano di Settore;
9 Per i comuni dove non è richiesto il PUT: verifica di
compatibilità soprattutto ai fini della sicurezza,
compatibilità, sicurezza con le
altre modalità di trasporto;
9 Nei
N progetti tt d
devono essere previstet soluzioni
l d
dei
punti di conflitto con i pedoni ed i veicoli a motore
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ELEMENTI CHIAVE PER LA PROGETTAZIONE

9 Larghezza minima delle corsie


corsie:
ƒ 1.50 m ad una corsia;
ƒ 1.25
1 25 x 2 a due corsie;
ƒ Eccezionalmente e comunque solo in tratti
localizzati fino ad 1 1.00
00 m
9 Lo spartitraffico rispetto alla sede in cui transitano i
veicolil a motore
t ((se lla pista
t è in sede
d propria)) = LLmin
= 0.50 m.
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ELEMENTI CHIAVE PER LA PROGETTAZIONE

9 Velocità di progetto
progetto:
ƒ 20
20--25 km/h in piano;
ƒ 40 km/h su livellette in discesa con pendenza del
5%.
9 Pendenza longitudinale:
ƒ Generalmente max 5%;
ƒ Nei
N sovrapassi/sottopassi
/ tt max 10%
10%;
ƒ Media su un km max 2%
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ELEMENTI CHIAVE PER LA PROGETTAZIONE

9 Raggio minimo planimetrico 5 m


9 Sovralzo in curva in funzione della pendenza
trasversale (min 2% per drenaggio acque);
9 Verifica visibilità per l’arresto con fl=0.35;

9 DOVE NON SI RISPETTANO I REQUISITI DEL DM:


METTERE LIMITI DI VELOCITA
VELOCITA’
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DOVE PASSANO I CICLISTI …
In generale e con riferimento specifico alla tipologia delle strade indicata nel
decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, è da osservare che:

• sulle autostrade, extraurbane ed urbane, e sulle strade extraurbane


principali, la circolazione ciclistica è vietata, ai sensi dell’articolo 175 del
suddetto
dd decreto
d legislativo,
l l e da
d indirizzare
d sulle
ll relative
l strade
d ddi
servizio;
• sulle strade extraurbane secondarie e sulle strade urbane di scorrimento le
piste ciclabili - ove occorrano - devono essere realizzate in sede propria,
salvo i casi nei quali i relativi percorsi protetti siano attuati sui marciapiedi;
• sulle strade urbane di quartiere e sulle strade locali extraurbane,
extraurbane le piste
ciclabili possono essere realizzate oltre che in sede propria, anche su
corsie riservate;
• sulle
ll strade
t d llocalil urbane,
b lle piste
t ciclabili
l b l - ove occorrano - devono
d essere
sempre realizzate su corsie riservate.
IL D
D.M.
M 5.11.2001
5 11 2001
DOVE PASSANO I CICLISTI …
UN ESEMPIO DI RIQUALIFICAZIONE URBANA
CON PERCORSI CICLO-
CICLO-PEDONALI

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