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Medievalia 38, 2006

L’IDENTITÀ SEGRETA DEL FONDATORE DELLA


“CONFRATERNITAS ROSAE CRUCIS” (CHRISTIAN
ROSENKREUZ): L’IPOTESI LULLIANA FONDATA SU UN
RECENTE MANOSCRITTO

Ciro Tammaro
Studio Teologico di Nola

1. Premessa generale to grado della realizzazione interiore. L’espressione


va spiegata in base ad un simbolismo universale, e
Molto si è scritto e ancor più si è detto sulla leggen- non specificamente cristiano. La croce, in tale sim-
daria Confraternita della Rosacroce, movimento mi- bolismo, raffigura l’incontro della direzione dall’al-
stico ed iniziatico segreto che sarebbe stato fondato to, espressa dalla verticale [|] con lo stato terrestre,
—per lo meno in una dimensione spazialmente e espresso dalla orizzontale [–] (Poce, Alchimia e al-
cronologicamente determinata— secondo antiche chimisti, 136 ss). Quest’incontro [+], generalmente
ipotesi fino ad oggi ancora accreditate, da un miste- considerato come un arresto, una neutralizzazione,
rioso cavaliere tedesco, Christian Rosenkreuz, nella una caduta, secondo alcune antiche filosofie mistiche
seconda metà del quattordicesimo secolo. —la crocifissione dell’uomo trascendente nella mate-
In sede storica, il rosacrucianesimo è da conside- ria, come gli gnostici e i manichei si esprimevano—,
rarsi, secondo una dottrina abbastanza diffusa, come nella concezione rosacrociana si risolve nel possesso
una delle correnti segrete che succedettero alla distru- pieno delle possibilità della condizione umana da
zione dell’Ordine dei Templari, probabilmente già parte dell’iniziato, il quale ne risulta trasformato;
esistente in germe, da tempi remoti, prima di questo e appunto tale sviluppo, concepito come un aprir-
avvenimento, ma definitasi ed organizzatasi in forma si, un espandersi ed un fiorire, è indicato dalla rosa
apposita e peculiare soprattutto dopo, come conti- che nel relativo simbolo si dischiude al centro della
nuatrice sotterranea della stessa tendenza. (Evola, Il croce, cioè nel punto di intersezione della direzione
mistero del Graal, 178) Tale tesi, alla luce delle con- verticale con quella orizzontale (Yates, L’illuminismo
siderazioni che formuleremo nelle pagine che seguo- dei Rosa-Croce, 143-146).
no, è tuttavia solo parzialmente esatta. Al di là di tali complesse considerazioni, scopo
Come è noto, il termine “Rosacroce” è essenzial- esclusivo del presente studio è una breve indagine
mente un titolo che contraddistingue un determina- sulla persona del fondatore di siffatto movimento,
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Christian Rosenkreuz. Si è per lo più ritenuto —e venne la svolta nella sua vita. Nel contesto della pro-
ciò da sempre— che la nascita di questo leggendario pria Vita coetanea Lullo narra la propria conversione:
fondatore o riorganizzatore dell’Ordine, nel 1378, ebbe cinque visioni mistiche e alla quinta si convinse
non sia che un semplice simbolo allegorico per in- che, benché peccatore, fosse chiamato da Dio. Deci-
dicare il primo organizzarsi della corrente, e che quel se di diventare missionario e di convertire i mussul-
misterioso cavaliere non sia mai realmente esistito. mani e gli ebrei, i quali, già credendo nell’esistenza
Tale opinione, sebbene consolidata tra gli storici del di un essere del quale non si potesse pensare altro di
Medioevo, merita di essere riveduta e corretta, alla maggiore, come insegnava Anselmo d’Aosta, doveva-
luce di un’importante scoperta storico-scientifica re- no necessariamente essere cristiani (Tusquets, Ramón
centissima. Lull, pedagogo de la cristiandad, 67). Tuttavia, egli
In un diario inedito attribuibile al francescano utilizzò un parametro di conversione sicuramente
Raimondo Lullo, infatti, appena rinvenuto nella Bi- atipico ed assai originale per l’epoca: ricondurre tutti
blioteca Nazionale di Barcellona —ed oggi, secondo i monoteisti alla stessa fede in un solo Dio, superiore
le previsioni già formulate all’atto del ritrovamento a tutte le religioni.
dalle autorità spagnole, trasferito presso la Sovrin- Ma, nonostante le visioni, continuò a condurre la
tendenza dei Beni Culturali della città di Maiorca—, solita vita licenziosa finché, dopo aver ascoltato una
viene viceversa chiaramente delineata l’identità se- predicazione su San Francesco d’Assisi, si consigliò
greta del fondatore della Rosacroce nel Medioevo: col domenicano Raimondo di Penyafort, che lo con-
lo stesso autore rivendica, come si vedrà, la paternità vinse; nel 1263 vendette tutti i suoi beni, lasciando-
del movimento mistico ed iniziatico comparso uffi- ne una parte alla moglie e ai figli, che abbandonò, e
cialmente nel xiv secolo, descrivendone la genesi. consacrò la propria esistenza alla penitenza, diven-
tando eremita. Comprò comunque un servo che gli
insegnasse l’arabo, lingua utile alla conversione dei
2. Raimondo Lullo: la vita e le opere falsi credenti. Dopo nove anni di attenta riflessione,
durante i quali, ritiratosi sul monte Randa, si dedicò
La biografia di Lullo, nato a Palma di Maiorca nel in completo isolamento alla preghiera ed alla medi-
1235 e morto in Tunisia intorno al 1315, presenta tazione, ebbe la grande illuminazione, da cui derivò
già una straordinaria somiglianza con quella del leg- poi la sua Ars magna (si veda Baducci, Ramón Lull,
gendario cavaliere Rosenkreuz. Di fede cristiana, ma 1941).
interpretata in chiave fortemente ecumenica, Lullo Dopo un pellegrinaggio a Santiago de Compo-
viene ricordato come filosofo, teologo, letterato, al- stela, studiò filosofia, teologia, medicina, il latino,
chimista, mistico e poeta, e gli vengono attribuite il provenzale e l’arabo; assimilò parte della cultura
oltre trecento opere. dell’epoca: Aristotele, Platone, Sant’Agostino, Ansel-
Egli fu di famiglia nobile, di educazione cavalle- mo d’Aosta, Riccardo di san Vittore, i filosofi ara-
resca e cortese; suo padre, per i servigi prestati al re bi. Compose una prima versione dell’Ars magna e il
Giacomo I di Aragona, ricevette onorificenze e terre Libro della contemplazione in Dio (si veda De Wulf,
nell’isola di Maiorca (si veda Pompei, Enciclopedia Storia della filosofia, 284-288).
filosofica, s.v. Lullo Raimondo) Nel 1247 Raimondo Chiamato a Montpellier dal re Giacomo II, vi
venne nominato paggio del re e in seguito siniscalco scrisse l’Arte dimostrativa; fondò a Maiorca, nel
e maggiordomo dell’Infante. Nel 1257 sposò Bianca 1276, il collegio di Miramar per preparare i futuri
Picahy dalla quale ebbe due figli, ma nel 1262 av- missionari mediante lo studio delle lingue e della sua
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Ars magna (Reale y Antiseri, Il pensiero occidentale, aggredito a Tunisi, venne sottratto a stento al linciag-
118-119). Come meglio si vedrà, questa deve esse- gio e imbarcato in gravissime condizioni in una nave
re considerata la data ufficiale della fondazione della genovese, dove morì nel 1315 (Soulairol, Raimond
Confraternita della Rosacroce, ed il nucleo primitivo Lull, 54-55).
della stessa è appunto identificabile quasi sicuramente
con il famoso Collegio dei tredici studenti a Miramar.
Diede inizio dunque alla sua carriera di missiona- 3. La leggenda del cavaliere misterioso
rio laico, percorrendo mezza Europa e specialmen-
te le coste del Mediterraneo, sollecitando aiuti dai Si è detto che i Rosacroce costituiscono una delle
regnanti e dai papi ed esponendo la sua Ars magna più conosciute, ma anche più misteriose società di
nelle piazze e nelle università, in particolare a Parigi, Illuminati. Si è anche precisato che l’indirizzo storio-
dove conobbe il francescano Ruggero Bacone —an- grafico predominante induce a ritenere puramen-
ch’egli poi divenuto membro della confraternita— e te simbolica la figura di Rosenkreuz; egli avrebbe
ricevette il titolo di maestro delle Arti, ma non di trascorso dodici anni in un convento, poi avrebbe
maestro di teologia perché sposato e privo degli ordi- intrapreso viaggi in Oriente, dove sarebbe stato ini-
ni sacri. Vi scrisse vari libri e disputò contro gli aver- ziato alla vera sapienza (MacIntosh, Storia dei Rosa-
roisti.1 croce, 134-136; Yates, L’illuminismo dei Rosa-Croce,
Nel 1295 si fece terziario francescano ad Assisi. 134-147). Poi, tornato in occidente, sarebbe stato
Brevemente a Maiorca nel 1300, dove continuò a espulso dalla cattolica Spagna, come sospetto di ere-
scrivere e a disputare contro arabi ed ebrei, riprese sia, e si sarebbe stabilito in Germania, sua patria. È
i suoi viaggi che lo portarono a Cipro, in Armenia, pure interessante l’allusione all’origine di Christian
a Rodi, Malta, Napoli, Genova, Montpellier, Parigi, Rosenkreuz, di forte sapore allegorico: il suo paese
in Oriente e nel nord Africa. Qui venne incarcerato; natio sarebbe stato, sì, in Germania, pur senza com-
rilasciato, riprese a peregrinare: dopo un naufragio, parire sulle carte geo­grafiche.
si recò a Pisa e si ritirò nel convento di san Dome- In realtà, dei Rosacroce si iniziò a parlare, in epo-
nico dal 1307 al 1308, continuando a scrivere. Una ca moderna —nel 1614— in Germania, per via della
sua nuova permanenza a Parigi provocò una persecu- pubblicazione di un’opera ormai diventata famosa, la
zione contro gli averroisti, da lui considerati eretici Fama Fraternitatis.2
perché mantenevano separata la filosofia dalle verità Si trattava in realtà dell’appendice ad una operetta
di fede. Dedicò al re di Francia Filippo il Bello, suo anonima intitolata La riforma del Mondo, ma il testo
sostenitore, l’Albero della filosofia d’amore (García Pa- della Fama Fraternitatis si spingeva oltre quell’ope-
lou, Ramón Lull y el Islam, 78). retta satirica, affermando che l’uomo era ormai giun-
Partecipò nel 1311 al Concilio di Vienne, dove to al punto di potersi dare il perfetto ordine sociale,
chiese invano la ripresa delle crociate e di vietare e che tale ordine era stato ideato molto tempo prima
l’insegnamento dell’averroismo, e riprese a viaggiare: da un cavaliere tedesco, nato nel 1378 e morto in
Marocco nel 1484, all’età di 106 anni (Bayard e An-
1
Véase Chartularium Universitatis Parisiensis, II, ed. Criterion, dreae, I Rosacroce, 23-25).
Paris, 1968, p. 611: “desiderio desideravi hoc, ego Rajmundus Durante i suoi viaggi, il cavaliere era venuto in
Lull, quod summe desiderabile est omnibus fidelibus christianis possesso dei segreti dell’Alchimia e della Pietra Fi-
et ab his perfectibile quorum intellectus divinitas illustravit…
Venio ad vos ut… hic Parisiis… fundaretur Studium Arabicum,
Tartaricum et Graecum”. 2
In tal senso Heindel, Misteri della Rosacroce, 112.
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losofale, ma al suo ritorno in Europa si era accorto 4. Confronti e conclusioni: il diario inedito
che il popolo non era ancora maturo e si era ritira- di Raimondo Lullo e il mistero svelato
to a vita privata trasmettendo la sua scienza solo a
tre fidati discepoli che, a loro volta, la trasmisero ad Si è accennato al ritrovamento presso la Biblioteca
altri. Appartatosi in una grotta, divenuta poi la sua Nacional de Barcelona di un antico manoscritto, che
tomba, egli volle che questa tomba fosse ignorata da sarebbe stato redatto, secondo il parere autorevole di
tutti fino a che non giungesse l’ora destinata, ossia alcuni esperti storici e grafologi, verso la fine del xiii
solo dopo 120 anni dalla sua morte (Sédir, Histoire secolo —1297 o 1298—, e che è stato attribuito al
et doctrine, 125). francescano Raimondo Lullo (Codex Lullianus).3
La Fraternità costituì sempre un gruppo assai ri- Tali conclusioni si giustificano per diverse ragioni,
stretto e non superò mai gli otto elementi, custoden- alcune delle quali sono: 1) innanzitutto la tipologia pre-
do gelosamente gli insegnamenti ricevuti; nel 1604, cipua del carattere grafico utilizzato e lo stile dell’impa-
un Fratello scoprì in Marocco la tomba del Maestro ginazione, propri del latino medievale di quell’epoca
e sulla tomba trovò incisa la frase “Post CXX annos e di quell’area geografica; 2) l’autore si autonomina
patebo” —mi mostrerò dopo 120 anni—; quello era Raimundus hispanicus, riferendo particolari che ine-
il segnale che spinse i Fratelli della Rosacroce a ren- quivocabilmente appartengono alla vita di Lullo —lo
dere palese il loro insegnamento; la Fama Fraternita- stato di frate minore o comunque di membro del-
tis si concludeva con un invito rivolto a tutti affinché l’Ordine di San Francesco d’Assisi, la nazionalità spa-
manifestassero il loro appoggio all’opera di rinnova- gnola, la dedizione dello stesso all’attività didattica,
mento politico e spirituale appena iniziata (Bayard e ecc—); 3) a quell’epoca —cioè intorno al 1297/98, e
Andreae, I Rosacroce, 28). non prima del 1295— Lullo secondo le cronache era,
L’anno successivo, sempre a Cassel, dove si trovò da poco, divenuto terziario francescano.
affisso il manifesto della Fama Fraternitatis, apparve In tale manoscritto, redatto in forma di diario
un nuovo manifesto dal titolo Confessio Fraternitatis, personale di viaggio, l’autore esplicitamente dichiara,
nel quale si sosteneva l’universale sapienza raggiunta al foglio LXXIII, numero IV, di far parte, assieme
dai fratelli della Rosacroce grazie alle loro continue ad altri frati minori, di un sodalizio che egli defini-
comunicazioni con gli Angeli e con gli Spiriti; si so- sce Sacra Confraternita dei Cavalieri della Rosacroce.4
steneva inoltre la necessità di mantenere ancora se- Fa presente di aver creato lui stesso tale confrater-
greta parte dei loro insegnamenti e si invitava a leg- nita in terra spagnola con i propri alunni. Quest’ul-
gere la parola di Dio (Bayard e Andreae, I Rosacroce,
29-30). 3
Ritrovato a Barcellona, il 27 novembre 2005.
Ed effettivamente, dato che Rosenkreuz era mor- 4
IV “Nos sacri coetus, quem ego in terra hispanica inter dis-
to nel 1484, e che la scoperta della grotta e della cipulos humillimus franciscanus erexi, sicut in tabulis dicitur,
tomba avvenne, come si è detto, nel 1604, quest’ul- fratres invisibiles sumus; haec Rosae et Crucis Equitum Sacra Con-
timo era più o meno il periodo in cui la corrente fraternitas est, eorum qui sunt et non; a piis equitibus ordinem
equestrem recepimus, quibus est infirmorum cura, a nullo loco
dei Rosacroce cominciò a far parlare di sé ed affiorò,
ventis. Nos sacri coetus octo fratres minores sumus, qui anti-
in un certo senso, nella storia come se letteralmente quam inique sapientiam cognovimus ut a peccatis mundi homi-
fosse uscita da sotto terra, anche se in tale racconto nes purificarentur: ego Raimundus hispanicus, postea Rogherius
il periodo intermedio potrebbe alludere, quasi sicu­ anglicus, Albertus normannus, Petrus aquitanus, Odofredus
ramente, ad un periodo di riorganizzazione sotter- teutonicus, Guillelmus gallicus, Johannes et Aegidius ab italicis
aedibus” (Codex Lullianus, fol. LXXIII, n. IV).
ranea.
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tima espressione ci fa pensare che il movimento rali, dovette in ogni caso trattarsi di un contatto di
rosacrociano sia nato nel Collegio di Miramar —se grande valore iniziatico e spirituale, a tal punto che
non addirittura che, nella sua formazione originaria, questo evento straordinario —meglio sarebbe usare
coincidesse con lo stesso Collegio—, quando Lullo, il termine magico— indusse la confraternita ad as-
volendo darsi all’insegnamento, si ritirò con tredici sumere il titolo di Confraternita dei Cavalieri della
frati minori in una località isolata, ove si dedicò ad Rosacroce, ed a fare proprio lo specifico carisma della
istruire questi circa le lingue orientali e le sue teorie cura degli ammalati, che è stato poi registrato dal-
filosofico-religiose e scientifiche —1276—. le cronache ufficiali. I primi rosacrociani, in senso
Lullo, inoltre, espressamente racconta che i mem- storico-formale, furono dunque dei religiosi cristiani
bri di questa società segreta, che egli chiama invisibili, —francescani— forniti dell’ordine cavalleresco.
erano dei cavalieri: avevano, precisamente, consegui- Il brano in esame prosegue con la precisazione
to la dignità cavalleresca dopo aver ricevuto un’in- dello scopo legato alla venuta in questo mondo del-
vestitura da parte di alcuni non meglio identificati la confraternita: lottare perché gli uomini venissero
pii equites —devoti cavalieri—, provenienti dal nulla liberati dal male, per consentire che il bene trion-
—lett. da nessun luogo— (Lull, Codex Lullianus, fol. fasse, e si conclude con l’elenco dei nomi degli otto
LXXIII, n. IV). Quest’affermazione pare abbastanza fratelli affiliati al gruppo (Lull, Codex Lullianus, fol.
difficile da comprendere nel suo significato. Innan- LXXIII, n. IV). Un’ultima precisazione in proposi-
zitutto, circa l’identità di questi misteriosi cavalieri, to: Raimondo Lullo dichiara che la creazione della
la prima idea che viene in mente è che si trattasse di società rosacrociana avvenne secondo i principi e le
Cavalieri Templari, con i quali pure è accertato che il modalità precisi indicati in tabulis —schemi, im-
movimento rosacrociano entrò in contatto, al punto magini—. Probabilmente si riferisce ad alcuni dise-
da influenzarli notevolmente nelle loro concezioni gni, da lui tracciati in appendice alla sua Ars magna,
mistico-esoteriche e nei loro riti iniziatici. Senonchè, come esplicazione grafica della stessa, che racchiude-
la circostanza che Lullo li descriva come dediti all’as- rebbero dunque, in forma figurativa, i segreti della
sistenza degli ammalati, fa venir meno l’attendibili- dottrina rosacrociana.
tà di questa ipotesi. È più probabile che si trattasse, Confrontando la biografia di Lullo con quella di
perciò, di una milizia di Cavalieri di San Giovanni di Rosenkreuz, inoltre, le analogie paiono indiscutibi-
Gerusalemme —gli odierni Cavalieri di Malta—, o li: entrambi di rango cavalleresco; entrambi ritiratisi
di Cavalieri di San Lazzaro di Gerusalemme, noto- in un convento o comunque in luogo separato dal
riamente dediti ad attività di cura degli infermi —o mondo per nove anni —Lullo— o per dodici anni
di altra congregazione equestre di minore importan- —Rosenkreuz—; entrambi iniziati alla vera sapien-
za, benchè di pari carisma—, ma evidentemente non za dopo aver compiuto viaggi in oriente; entrambi
è possibile dire altro. morti in Africa —Lullo in Tunisia e Rosenkreuz in
Per quanto riguarda l’altro particolare, ossia il Marocco—. E soprattutto, l’ansia di Lullo di ricon-
fatto che tali cavalieri provenissero dal nulla, pos- durre tutti gli uomini in una comune religione uni-
siamo presumere, in mancanza di ulteriori dettagli, versale, senza barriere o dogmi, che fu propria dello
che l’incontro tra i frati minori rosacrociani e quelli stesso Rosenkreuz. Tutto il resto della storia di que-
fosse stato improvviso ed occasionale, in modo che st’ultimo ha, invece, un evidente contenuto fantasti-
i francescani non ebbero la possibilità di rendersi co, con valore simbolico ed allegorico.
conto, né chiesero o mai seppero, da dove i cavalieri È presumibile che, dopo la morte di Lullo, i suoi
venissero. Senza volere avanzare ipotesi sovrannatu- confratelli abbiano creato la figura mitica di Chri-
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stian Rosenkreuz, utilizzando la biografia del loro Chartularium Universitatis Parisiensis, II, Paris: Cri-
vero Imperator opportunamente modificata, almeno terion, 1968.
in parte —cavaliere tedesco anziché spagnolo; nato De Wulf, Maurice, Storia della filosofia medievale,
nel 1378 anziché nel 1235 e morto nel 1484 an- II, Firenze: Sansoni, 1945.
ziché nel 1315—, allo scopo di creare un’immagine Evola, Julius, Il mistero del Graal, Roma: Mediter­
leggendaria del loro fondatore, e di tutelare la segre- ranea, 1989.
tezza dell’Ordine, come già Lullo aveva fatto in vita García Palou, Sebastián, Ramón Lull y el Islam,
—soprattutto celando il loro stato di frati minori, per Palma de Mallorca: Santa Cruz, 1981.
timore delle accuse di eresia e delle rappresaglie del- Heindel, Max, Misteri della Rosacroce, Milano: Gar-
l’Inquisizione—. zanti, 1996.
Non a caso il nome fittizio Christian Rosenkreuz Lull, Rajmundus, Codex Lullianus Barcinonensis,
—Cristiano Rosacroce— individuava, da un lato, Barcinoni, ca 1297.
la fede cristiana che accomunava i confratelli; dal- MacIntosh, Christopher, Storia dei Rosacroce, Ca-
l’altro evidenziava il nome della loro confraternita. sale Monferrato: Piemme, 2001.
La verità sull’intera vicenda, tuttavia, era stata for- Poce, Massimo, Alchimia e alchimisti, Roma: Later-
tunatamente registrata in maniera chiara, sebbene za, 1930.
sintetica, nel diario personale dello stesso fondatore Pompei, Arnaldo, Enciclopedia filosofica, III, Ve-
della Confraternita, ritrovato casualmente a Barcel- nezia-Roma: Brignola, 1957.
lona. Reale, Giovanni y Dario Antiseri, Il pensiero occi-
dentale dalle origini ad oggi, I, Brescia: Paideia, 1963.
Sédir, Alexandre, Histoire et doctrines des Rose-
Bibliografía Croix, Paris, Brissol, 1923
Soulairol, Jean, Raimond Lull, Paris: Brissol, 1951.
Baducci, Nicola, Ramón Lull o Raimondo Lullo, Fi- Tusquets, Ignacio, Ramón Lull, pedagogo de la cris-
renze: Giunti, 1941. tianidad, Madrid: Florio, 1954.
Bayard, Jacques y Jean Valentine Andreae, I Ro- Yates, Francis A., L’Illuminismo dei Rosa-Croce, To-
sacroce, Roma: Salerno, 1990. rino: Einaudi, 1976.

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