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Iamandii Beatrice Maria, 1E

Jamal Ahmad Khashoggi

Kashoggi era uno scrittore e giornalista saudita.

Il 2 ottobre del 2018 entrò nel Consolato dell’Arabia Saudita a Instanbul per prendere i documenti che
confermavano il suo divorzio; egli non lasciò mai l’edificio e fu dichiarato scomparso. Fonti anonime della
polizia turca hanno affermato che il giornalista sia stato assasinato nel ufficio del console generale, anche se
il governo saudita obietta affermando che egli lo abbia lasciato vivo passando per un ingresso posteriore; la
polizia turca ribadisce nuovamente dichiarando che non ci sono registrazioni che provino questo fatto.

Il 15 ottobre ebbe luogo un’ ispezione di circa 9 ore del consulato da parte di funzionari turchi che
affermano di aver trovato alcune prove di ‘manomissioni’ durante l’ispezione e altre che supportano
l’ipotesi dell’uccisione di Kashoggi.

Quattro giorni più tardi, il 19 ottobre, la televisione saudita conferma la morte di Kashoggi in seguito ad un
‘diverbio’ presso il consolato di Instanbul.

Jamal Kashoggi nacque nel 1958; il nonno, Muhammad Kashoggi, fu il medico personale del re che creò il
regno dell’Arabia Saudita. Egli era anche il nipote del noto commerciante d’armi Adnan Kashoggi, famoso in
seguito al suo coinvolgimento nello scandalo Irangate. Inoltre Jamal era il cugino di primo grado di Dodi Al-
Fayed, che intratteneva una relazione personale con la principessa Diana nel Regno Unito quando i due
rimasero uccisi in un incidente automobilistico a Parigi.

Kashoggi iniziò la sua carriera come manager regionale di alcune librerie per poi passare a diversi impieghi
di giornalista per vari settimanali e quotidiani arabi e, in seguito, arrivare al ruolo di caporedattore e
direttore editoriale di ‘Al-Madina’, dal 1991 al 1999. Si suppone inoltre che in questo periodo egli abbia
prestato, servizi all’intelligence saudita e degli Stati Uniti in Afghanistan. Dal 1999 al 2003 ha ricoperto
invece il ruovo di vicedirettore del ‘Arab News’.

Per quanto riguarda il caso della sua scomparsa, la ricostruzione degli eventi, in sintesi, afferma che:

Kashoggi sia arrivato alle 13:14 presso il consulato per ritirare i documenti riguardanti il suo divorzio,
mentre Hatice Cengiz, la sua fidanzata, avrebbe atteso fuori, sapendo però che nel caso lui non dovesse
ritornare entro quattro ore lei avrebbe dovuto denunciare la scomparsa.
Si afferma che, mezz’ora prima dell’arrivo di Kashoggi nel consolato, sia stato chiesto agli impiegati turchi di
prendere il resto della giornata libera.

Hatice Cengiz si preoccupò e dencunciò la scomparsa di Kashoggi vedendo che egli non fosse ancora uscito
alle 16 nonostante l’orario prevedesse la chiusura alle 15:30. A questo riguardo il governo saudita affermò
che Kashoggi fosse andato via vivo uscendo attraveso una porta posteriore.

Riguardo a come sia proceduta la facenda, alcune voci anonime dichiarano che, verso le ore 16, sei auto
con targhe diplomatiche abbiano trasportato i funzionari e probabilmente anche Kashoggi nella casa del
console generale, passando poi alcune ore in un garage sotto casa.

Si suppose quindi, che il colpevole principale fu il console generale, ovvero Mohammed bin Salman.

L’Arabia Saudita ha ammesso che il giornalista Jamal Khashoggi fu ucciso dentro al consolato saudita a
Istanbul, ma dando una propria versione dei fatti. Khashoggi, sostiene l’Arabia Saudita, sarebbe stato ucciso
durante una rissa, senza che ci fosse alcun tipo di ordine da parte del principe ereditario Mohammed bin
Salman.

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