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Innovazione tecnologica= architettura è il miglioramento del rapporto tra architettura e ambiente.
Innovazione in ambito architettonico e tecnologico si intende la globalità di aspetti tecnologici e progettuali che caratterizzano l'ambito dell'edilizia allo scopo di
sviluppare soluzioni tecnologiche.
Settore delle costruzioni l’innovazione si presenta con carattere molteplice= sono compresenti e interagiscono profondamente realtà appartenenti all’industria
manifatturiera (materiali, prodotti, componenti, attrezzature) assieme a realtà facenti parte dell’industria dei servizi (società di progettazione, consulenti, società di
management), percorsi attraverso i quali l’innovazione può attuarsi sono molti variano in relazione alle diverse fasi del processo di progettazione e costruzione.
Tecnologie soft= tecniche di management e di marketing evolute, provenienti dai settori manifatturieri hi-tech e dal settore dei servizi tecnologici ad alto
valore aggiunto.
Tecnologie hard= tensione all’innovazione trainata con forza da una ricerca estetica orientata alla spettacolarizzazione dell’architettura.
Contenimento dei consumi energetici= miglioramento del comfort interno e più̀ in generale sul versante dell’ottimizzazione delle prestazioni ambientali,
ambito privilegiato quello dei materiali e dei componenti. La “sostenibilità” ambientale rappresenta la possibilità̀ di una innovazione tecnologica in architettura
Scarsa competitività̀ e bassa produttività̀ collocano il settore edile fra i settori “naturalmente” poco orientati all’innovazione. Quando si parla di
innovazione nel settore dell’edilizia oggi sono quattro:
costruire sostenibile
curare la manutenzione degli edifici
costruire edifici confortevoli e fruibili da tutti
costruire “presto e bene”
Settore edile: reputazione di essere lento nell’ innovazioni a causa di come è strutturato e delle sue pratiche operative.
Micro-imprese: l’innovazione non è una priorità̀.
Struttura della catena di approvvigionamento: fattore in grado di frenare l’innovazione mancano cooperazione e collaborazione.
Concorrenza sui prezzi: eccessiva, abbassando i costi le imprese finiscono per eliminare l’innovazione dalla catena di approvvigionamento e per ridurre gli investimenti
in formazione delpersonale.
MATERIALI e TECNOLOGIE:
Lastre composite ibride in legno di faggio: Con l'utilizzo di legno di faggio sia per le casseforme che per le armature in acciaio per la
realizzazione di lastre di legno- cemento composito, il consumo di energia può essere notevolmente ridotto. La lastra di composito è costituito da una piastra sottile
faggio LVL(spessore 40- 60 mm) e uno strato di calcestruzzo (spessore 120-160 mm). Una speciale dentellatura è utilizzata per il collegamento; Legno e cemento
sono collegati tramite delle dentellature di 15 millimetri nella piastra di legno di faggio, che trasmettono la forza di taglio attraverso il contatto a compressione dei
due materiali.
Pareti interne in cartone: Il cartone Eco-Friendly viene usato per costruire nuovi muri. I materiali riciclati impiegati nella produzione di elementi
strutturali di cartone sono abbondanti e facilmente disponibili. Questi materiali sono poco costosi e hanno un minore impatto sull'ambiente rispetto ad un muro in
materiali tradizionali attuali.
SOSTENIBILITA’: Termini sostenibilità e sviluppo sostenibile sono entrati nel vocabolario quotidiano da anni. Concetto di sostenibilità
venne introdotto per la prima volta stava a significare la capacità di mantenere inalterate nel corso del tempo una certa entità un risultato o un processo.
Responsabilità verso il futuro
«L'umanità ha la capacità di rendere lo sviluppo sostenibile, al fine di garantire che esso soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle
generazioni future di soddisfare i propri bisogni”.
Commissione mondiale sull'ambiente e lo sviluppo (1987), Our Common Future (1987)
Un quadro decisionale
«... lo sviluppo economico, lo sviluppo sociale e la protezione dell'ambiente sono interdipendenti e si rafforzano reciprocamente in qualità di componenti dello
sviluppo sostenibile, che è il quadro di riferimento per i nostri sforzi per raggiungere una migliore qualità della vita per tutti gli uomini».
Vertice mondiale sullo sviluppo sociale (1995), la Dichiarazione di Copenaghen sullo sviluppo sociale
I tre obiettivi generali
«Questi sforzi saranno anche promuovere l'integrazione delle tre componenti dello sviluppo sostenibile, lo sviluppo economico, lo sviluppo sociale e la protezione
dell'ambiente, come pilastri interdipendenti e che si rafforzano a vicenda. Lo sradicamento della povertà, il cambiamento dei modelli insostenibili di produzione e di
consumo, così come il proteggere e gestire le risorse naturali per lo sviluppo economico e sociale sono obiettivi di portata globale e requisiti essenziali per lo sviluppo
sostenibile».
Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile (2002), Piano di attuazione, a pagina 8, comma 2
I principali eventi - le tappe storiche
1987, Commissione ONU su Ambiente e Sviluppo, presieduta da Gro Harlem Brundtland, Our Common Future;
1992, ONU, Summit Mondiale, Dichiarazione di Rio su Ambiente e Sviluppo;
2001, UE, VI Piano d’Azione Ambientale 2002–2010, Ambiente 2010: il nostro futuro, la nostra scelta;
2002, Assemblea Generale delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile, Johannesburg world Summit 2002, people, placet and prosperity,
Johannesburg.
1987: Lo Sviluppo Sostenibile è uno sviluppo in grado di garantire il soddisfacimento dei bisogni attuali senza
compromettere la possibilità delle generazioni future di far fronte ai loro bisogni.
1991: "(...) un miglioramento della qualità della vita, senza eccedere la capacità di carico degli ecosistemi
di supporto, dai quali essa dipende”.
L’economista Hermann Daly ha individuato tre condizioni generali: il tasso di utilizzazione delle risorse rinnovabili non deve essere superiore al loro tasso di
rigenerazione; l'immissione di sostanze inquinanti e di scorie nell'ambiente non deve superare la capacità di carico dell'ambiente stesso; lo stock di risorse non rinnovabili
deve restare costante nel tempo.
1994: “sviluppo che offre servizi ambientali, sociali ed economici di base a tutti i membri di una comunità,
senza minacciare l’operabilità dei sistemi naturali, edificato e sociale da cui dipende la fornitura di tali servizi”.
Le tre dimensioni economiche, sociali ed ambientali sono correlate.
Agenda 21: sostenibilità ambientale, intesa come capacità di mantenere nel tempo qualità e riproducibilità delle risorse naturali, di
preservare la diversità biologica e di garantire l’integrità degli ecosistemi.
sostenibilità economica, intesa come capacità di generare in maniera duratura reddito e lavoro e di garantire un uso razionale delle risorse
disponibili.
sostenibilità sociale, intesa come capacità di garantire equità nell’accesso a beni e a condizioni di benessere,
sostenibilità istituzionale, intesa come capacità di assicurare condizioni di stabilità, democrazia, partecipazione, informazione, formazione e
giustizia.
Per garantire lo sviluppo sostenibile si deve adottare una programmazione di lungo termine al fine di prendere in considerazione l’impatto
sul benessere delle future generazioni.
Lo sviluppo sostenibile secondo la legge italiana
Il concetto di sviluppo sostenibile in Italia, alla luce del D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in materia ambientale" con le modifiche apportate dal D. Lgs 16 gennaio
2008, n. 4, è così definito:
Ogni attività umana giuridicamente rilevante ai sensi del presente codice deve conformarsi al principio dello sviluppo
sostenibile, al fine di garantire all'uomo che il soddisfacimento dei bisogni delle generazioni attuali non possa
compromettere la qualità della vita e le possibilità delle generazioni future.
L’Agenda 2030 e gli OSS
I 17 nuovi obiettivi, declinati in 169 target specifici, possono essere suddivisi in tre macroaree:
porre fine della povertà estrema,
combattere disuguaglianza e ingiustizia,
contrastare i cambiamenti climatici e il degrado ambientale.
PROGETTAZIONE SOSTENIBILE INTEGRATA: L’approccio globale interdisciplinare della progettazione integrata consente di
razionalizzare tutti gli aspetti del progetto combinando metodologie tradizionali e innovative. La sostenibilità̀ del processo costruttivo edilizio richiede una
progettazione versatile ed integrata in tutte le sue fasi: dalla scelta dei materiali da costruzione (ecosostenibili e riciclabili) alla progettazione degli impianti tecnici,
dall'innovazione tecnologica dei componenti costruttivi alla progettazione architettonica complessiva. Considerando crescente esigenza di integrazione di
competenze per il reale sviluppo di una edilizia innovativa ed al tempo stesso sostenibile è necessario porre l’attenzione verso la qualità architettonica ed alla
compatibilità ambientale della costruzione. Una efficace progettazione integrata è in grado di dimostrare che è possibile ottenere:
-l’ottima integrazione delle tecnologie di produzione ad energie rinnovabili con l’architettura e gli elementi formali propri dell’edilizia residenziale
-il raggiungimento di una pressoché́ totale autonomia dell’edificio nei consumi energetici, con l’utilizzo di dispositivi ed apparecchiature innovative.
-l’autonomia delle unità abitative o dei singoli edifici nella gestione del sistema di produzione energetica
-il contenimento del tempo di ritorno degli investimenti effettuati per lo sfruttamento delle energie rinnovabili
-una sensibile riduzione delle emissioni di CO2 nel sito di costruzione.
- La progettazione integrata è dunque un approccio metodologico per realizzare edifici con elevato livello di sostenibilità̀, evitando o riducendo possibili extra costi;
-Richiede dunque competenze specifiche su diverse tematiche e procede a partire dallo studio di strategie per l’intero edificio, attraverso livelli di dettaglio sempre
maggiori per realizzare soluzioni integrate ottimali.
Progettazione INTEGRATA vs CONVENZIONALE
Approccio convenzionale: Approccio integrato:
È DI TIPO SINERGICO
SOGGETTI COINVOLTI SONO TUTTI ATTIVI FIN DALLE PRIME FASI PROGETTUALI
È DI TIPO LINEARE
I SOGGETTI COINVOLTI NELLA PROGETTAZIONE NON IL RISULTATO FINALE E’SEMPRE CONTROLLABILE E MODIFICABILE
LAVORANO IN SINERGIA MA IN SEQUENZA.
IL RISULTATO FINALE E’ DIFFICILMENTE PREVEDIBILE
Cos’e’ la bioedilizia, O meglio l’edilizia bioecologica?= Letteralmente costruire, edificare rispettando la vita bios e
l’ambiente ecos.
La bioedilizia è la scienza che si propone di realizzare un ambiente abitativo sano ed armonico. L’elemento determinante è che attraverso
un rapporto con l’ambiente abitativo rispettoso della dignità umana e conforme alle esigenze naturali è possibile condurre una vita sana,
interiormente armonica ed in sintonia con l’esterno.
Per la bioedilizia ogni singolo intervento edilizio deve tendere al bilanciamento tra le esigenze di ecosostenibilità (costo energetico
complessivo) e di biocompatibilità (salute umana).
ARCHITETTURA BIOECOLOGICA
ANAB – Associazione Nazionale Architettura Bioecologica : E’ la prima e più importante associazione italiana nel campo del
costruire sostenibile e coinvolge circa 5000 persone tra professionisti ed operatori in tutto il territorio nazionale.
L'Architettura Bioecologica è un'Architettura fatta per la protezione della vita; Attenta e rispettosa alla qualità̀ della salute di utenti ed
abitantinegliambienti costruiti, in grado di creare edifici ed abitati che siano dei veri e propri organismi viventi (bio), Impegnata a realizzare, sotto
tutti i punti di vista, un armonico equilibrio con i luoghi nei quali i manufatti si inseriscono e necessariamente trasformano (ecologica).
I marchi ANAB - PRODOTTO CERTIFICATO PER LA BIOEDILIZIA identifica prodotti edili che producono un ridotto impatto ambientale, rispettando i
requisiti per i materiali da costruzione previsti nell’ambito dei più importanti sistemi di certificazione e valutazione degli edifici, quali ITACA, LEED,
SB100, e forniscono la garanzia del rispetto della salute e della sicurezza degli utenti finali e dei lavoratori.
1987= Bioarchitettura Termine coniato da un’associazione nazionale – l’Istituto nazionale di Bioarchitettura – INBAR.
Confluiscono i temi dell’architettura ecologica e della bioedilizia. L’obiettivo della bioarchitettura è quello di riportare l’edificio entro un
corretto rapporto con il luogo, in ogni sua accezione di territorio naturale e antropico, ampliando la visione ecologica sulla base di
considerazioni storiche e antropologiche.
Ugo Sasso, bioarchitetto fonda nel 1991 a Bolzano l’Istituto Nazionale di Bioarchitettura.
GREEN ARCHITECTURE= Architettura “ambientalmente responsabile”
Espressione di origine anglosassone che accoglie molte delle problematiche bioclimatiche ma che essenzialmente imposta la qualità
architettonica e urbana sulle questioni di salubrità.
Oggi le tematiche specifiche sono riferite a:
inquinamento indoor;
ciclo di vita dei materiali e dei componenti;
comportamento energetico degli edifici e delle soluzioni tecnologiche;
valutazione eco–economica delle varie fasi del processo edilizio e del suo impatto sull’ambiente;
riuso e riciclaggio dei materiali;
ricerca di materiali e soluzioni alternative rispetto a sostanze rivelatesi dannose alla salute e all’ambiente.
Specifiche di prestazione, che associano ad ogni requisito dei livelli di soddisfacimento, con parametri tecnico-scientifici, ovvero
l’indicazione dei valori che devono essere assicurati, e dei metodi di verifica o criteri di valutazione, attraverso procedure unificate di
calcolo, prove sperimentali standardizzate in opera e/o in laboratorio, o criteri di giudizio tendenzialmente univoci.
CLASSI ESIGENZIALI E REQUISITI secondo I REQUISITI DELLA REGIONE E.R.= Ricalcando la Direttiva CE 89/106, la Regione
Emilia-Romagna ha sviluppato un Regolamento Edilizio Tipo, che funge da riferimento per l’elaborazione dei Regolamenti Edilizi
comunali= cura gli aspetti tecnologici e ambientali attraverso una serie di famiglie di REQUISITI che l’edificio deveavere. All’atto della
presentazione del progetto, il progettista deve verificare che l’opera sia conforme a tutti i requisiti previsti per quel tipo di opera.
I REQUISITI TECNOLOGICI DELL’INVOLUCRO
1.Isolamento termico= L’isolamento termico è la capacità della parete di conservare la superficie interna a temperature vicine
a quelle dell’aria ambiente, evitando l’effetto sgradevole di “parete fredda” ed il rischio di condensazioni superficiali o fenomeni di
termoforesi (trasmissione del calore). Risulta decisiva, specialmente nelle regioni a clima freddo, la presenza di uno strato di isolamento
termico, la continuità del quale garantisce l’uniformità delle temperature. Un’eterogeneità della temperatura superficiale (il cosiddetto
ponte termico) aumenta i rischi sopra menzionati.
Il modello che meglio risponde al soddisfacimento del requisito è quello della parete isolata esternamente, che presenta una maggiore
facilità di correzione dei ponti termici di struttura. Nel caso dell'isolamento interno o nell'intercapedine, si dovranno adottare particolari
accorgimenti per correggere i ponti termici e i rischi relativi.
Definizioni: trasmittanza termica: flusso di calore che passa attraverso una parete per m2 di superficie della parete e per
grado K di differenza tra la temperatura interna ad un locale e la temperatura esterna o del locale contiguo.
trasmittanza termica periodica YIE (W/m2K): parametro che valuta la capacità di una parete opaca di sfasare e attenuare la
componente periodica del flusso termico che la attraversa nell’arco delle 24 ore, definita e determinata la norma UNI EN ISO 13786:2008 e
successivi aggiornamenti.
2.Controllo dell’inerzia termica= L’inerzia termica determina la capacità dei materiali di attenuare e ritardare l’ingresso in
ambiente dell’onda termica, dovuta alla radiazione solare incidente sull’involucro edilizio, dipende dallo spessore del materiale, dalla
capacità termica e dalla sua conduttività. L’inerzia termica di un elemento consiste nella capacità di opporsi al passaggio del flusso di
calore e di assorbirne una quota, senza rilasciarlo in maniera immediata, contribuendo dunque al contenimento delle oscillazioni della
temperatura interna.
Conduttività= La conduttività termica è definita dal rapporto tra il flusso di calore che attraversa il materiale in regime stazionario e
il gradiente di temperatura che provoca il passaggio del calore; misura l’attitudine di un materiale alla trasmissione del calore.
Tanto minore è la conduttività di un elemento tanto migliore sarà la sua capacità di trattenere il calore, ovvero a non trasmetterlo.
Capacità termica= La capacità termica di un materiale o di un elemento è la quantità di calore necessaria per far variare di 1°C la sua
temperatura: è data dal prodotto tra la massa del corpo [kg] e il suo calore specifico [kJ/kgK], ovvero dal prodotto tra la sua densità ρ
[kg/m3] e il calore specifico.
L'aumento della massa della parete permette di aumentare l'inerzia termica dell'edificio.
Le soluzioni costruttive che utilizzano pareti leggere, con pannelli in legno o materiali plastici, sono pertanto quelle che offrono l'inerzia
termica più ridotta. Le cosiddette pareti "pesanti" offrono invece una maggiore inerzia termica, che dipende a sua volta dalla posizione
dell'isolante nella stratificazione del modello di involucro funzionale. Nello specifico, il modello della parete isolata dall'esterno è quello
che consente la maggiore inerzia termica.
L’inerzia termica influenza fortemente il comportamento termico dinamico della parete, ovvero la sua capacità di reagire a sollecitazioni di
temperatura variabili nel corso del tempo, come accade principalmente durante la stagione estiva.
Lo sfruttamento dell’inerzia termica è perciò fondamentale nei climi che hanno un’ampia escursione termica giornaliera.
Inerzia termica, sfasamento e smorzamento
SMORZAMENTO = attenuazione dell’ampiezza delle variazioni della temperatura superficiale interna rispetto a quella esterna; è tanto
maggiore quanto maggiore è l’isolamento termico (λ).
SFASAMENTO = intervallo di tempo con cui le variazioni di temperatura esterna si trasmettono all’interno; è tanto maggiore quanto
maggiore è la capacità termica volumica della muratura (ρcp).
3.CONTROLLO DEL FATTORE SOLARE
Il fattore solare è il parametro che indica l’attitudine di un componente trasparente a lasciarsi attraversare dalla
radiazione solare= rappresenta la frazione di energia solare che entra in ambiente, dopo aver attraversato il materiale trasparente,
rispetto alla quantità di energia solare incidente; si esprime sempre in percentuale, come il rapporto tra la quantità di energia incidente e
quella entrante, con valori compresi tra 0 ed 1.
gV: fattore solare dell’elemento trasparente
gTOT: fattore solare combinato della vetrata e dell’eventuale protezione solare.
Fattore di trasmissione solare totale (ggl+sh) della componente
finestrata= Tutte le zone 0,35
4. Controllo delle condense interstiziali= Le condensazioni che possono verificarsi nella massa della parete, sono
connesse, da una parte alla produzione di vapore acqueo negli ambienti occupati, dall'altra dalla messa in equilibrio dei materiali
igroscopici, provocano il degrado fisico e funzionale degli strati costituenti. Conseguenze dirette sono le infiltrazioni e macchie di umidità
sul rivestimento interno ed esterno, oltre al degrado della resistenza termica dell'isolante. Il modello più sensibile al rischio di
condensazione nella massa è quello dell'isolamento all'interno, per il quale è necessario prevedere la presenza di una barriera al vapore,
in caso di ambienti a forte produzione di vapore acqueo. Nel caso delle pareti isolate all'esterno il supporto resistente gioca, invece il ruolo
di barriera per il vapore che si genera negli ambienti interni. Nel caso delle pareti isolate all'esterno il supporto resistente gioca, invece il
ruolo di barriera per il vapore che si genera negli ambienti interni.
In un componente edilizio posto fra due ambienti si può avere condensazione interstiziale quando il vapore acqueo che lo attraversa
condensa all’interfaccia fra due strati oppure all’interno dei pori dei materiali che costituiscono gli strati del componente edilizio stesso.
Tra i più noti metodi di valutazione del rischio di condensazione interstiziale sono quelli del tipo di Glaser, che considerando la diffusione del
vapore acqueo e indicano rischio di condensazione interstiziale quando la pressione parziale del vapore (ovvero la differenza di pressione fra
i due ambienti separati dal componente edilizio) raggiunge la pressione di saturazione. La formazione di condensa avviene quando la
pressione di vapore d'acqua è superiore o uguale alla pressione di saturazione.
5.Tenuta all’aria= La tenuta all’aria è garantita dalla realizzazione, tra le parti apribili e quelle fisse, di due superfici di battuta
intercalate da una camera d’aria.
6.Tenuta all’acqua= Riguarda l’attitudine delle chiusure verticali e delle chiusure superiori ad impedire l’infiltrazione di acqua
battente nelle zone in cui l’acqua rischia di danneggiare la chiusura stessa o raggiungere l’interno degli edifici, o comunque ambienti e/o
elementi che non siano stati progettati per essere bagnati; va controllata la tenuta all’acqua delle pareti esterne, in caso di presenza di
giunti verticali e soprattutto in corrispondenza del contatto parete verticale esterna - pavimentazione. Va inoltre controllata l’attitudine
degli infissi esterni ad impedire l’ingresso di acqua battente.
I MODELLI DI INVOLUCRO= Si possono descrivere le prestazioni energetiche dell’involucro architettonico secondo quattro
modelli di controllo ambientale:
Involucro conservativo, caratterizzato da un tipo di controllo ambientale che utilizza grandi masse murarie con poche aperture per ridurre le
dispersioni termiche nelle varie stagioni dell’anno.
Involucro selettivo, che si caratterizza per un controllo ambientale basato su principi generali analoghi all’involucro conservativo ma con
l’introduzione di grandi pareti trasparenti per l’illuminazione e il riscaldamento passivo (Ad esempio la parete trasparente semplice o doppia
con dispositivi per il controllo solare).
Involucro rigenerativo, che affida a sistemi impiantistici tutti i problemi del controllo ambientale e assume l’involucro esclusivamente come
barriera per diminuire l’interazione tra l’interno e l’esterno.
Involucro eco-efficiente o ambientalmente interattivo o bioclimatico avanzato, che propone un controllo basato sull’armonia tra ambiente
esterno ed edificio con la possibilità di gestire i complessi flussi di energia attraverso le modifiche dell’intorno, la forma dell’edificio,
l’organizzazione degli spazi interni e le configurazioni e azioni dell’involucro.
Reyner Banham, vissuto tra l’Inghilterra e gli Stati Uniti, fu il primo a proporre quattro
modelli energetici:
conservativo,
selettivo,
rigenerativo,
bioclimatico.
Essi costituiscono i modelli che denotano le caratteristiche energetiche di una struttura edilizia, definendone le tecnologie (innovative o
meno) utilizzate per la protezione dagli agenti esterni e lo sfruttamento degli elementi naturali per la climatizzazione passiva degli
ambienti.
Modello energetico conservativo= si basa sull’impiego di grandi masse murarie con grandi spessori, poche aperture di dimensioni ridotte e
volumi compatti. L’intento è quello di aumentare al massimo l’inerzia termica dell’involucro edilizio per evitare che le condizioni termo-
igrometriche ricreate all’interno si disperdano all’esterno. Lo si adotta per climi estremi, caratterizzati da valori eccessivamente alti e bassi
delle temperature.
Modello energetico selettivo=Vuole filtrare dall’esterno le condizioni climatiche che si desidera ottenere all’interno. Per questo motivo si
avvale di elementi tecnologici che lasciano passare la luce del sole per il riscaldamento passivo e l’illuminazione. E’ tipico dei climi tropicali,
caratterizzati da alti valori dell’umidità relativa, ventilazione e soleggiamento.
Modello energetico rigenerativo= si affida agli impianti di condizionamento artificiale per ricreare all’interno dell’edificio le condizioni
termo-igrometriche desiderate. Un modello che ha senso e può essere definito “eco” solo quando le macchine di cui si serve sono
alimentate con energia derivata da fonti rinnovabili. E’ ideale a tutte le latitudini: si addice a qualsiasi tipo di clima.
Modello bioclimatico avanzato= E’ anche detto ecoefficiente o ambientalmente interattivo, propone una totale armonia tra contesto ed
edificio, una simbiosi che consente di ottenere condizioni climatiche interne ottimali. La progettazione architettonica sarà fatta considerando
la presenza e l’importanza di elementi naturali vento, sole e terreno.
Modello di involucro passivo=Con il termine involucro passivo si vuole indicare un sistema tecnologico capace di sfruttare l’energia
naturale disponibile in loco in combinazione con i componenti architettonici. In generale possiamo dire che l’involucro passivo:
massimizza il guadagno solare diretto perché dotato di estese superfici vetrate sulle pareti esposte alla radiazione solare;
prevede spazi cuscinetto per la protezione dal freddo e serre per sfruttare l’energia solare nel periodo invernale;
favorisce la ventilazione naturale;
utilizza l’aria esterna per raffreddare le strutture edilizie nel periodo notturno.
Modello di involucro attivo= L’involucro edilizio diviene attivo quando non solo supporta ma integra i sistemi impiantistici (quelli per la raccolta
e la trasformazione dell’energia solare e per la ventilazione artificiale degli ambienti interni).
Alcuni esempi di involucri attivi:
involucri dotati di collettori solari ad aria o ad acqua;
involucri dotati di pannelli fotovoltaici;
involucri dotati di vetrate ventilate (quando funzionano da batteria di preriscaldamento
dell’aria nel periodo invernale prima di inviarla alla centrale di trattamento aria, oppure da recuperatori di calore).
Modello di involucro ibrido= L’involucro ibrido è insieme passivo e attivo, ma anche polivalente, perché in grado di svolgere funzioni che in passato
erano affidate ad apparati tecnologici di differente natura, e dinamico, perché in grado di modificare le sue prestazioni fisico-tecniche nel tempo, in
relazione alle circostanze climatiche e alle esigenze degli occupanti.
Involucro integrato ad impianti per la produzione di energia= Nasce dall’integrazione della facciata e degli impianti di climatizzazione
estiva e invernale. Può essere costituita da montanti e traversi in acciaio in cui scorre fluido caldo o freddo alimentato dalla centrale
termica, a seconda delle stagioni. Il calore viene erogato con questa tipologia impiantistica principalmente per irraggiamento, con un
funzionamento del tipo “a termostriscia”. Il vantaggio è dovuto al fatto che servono basse temperature di esercizio e i costi impiantistici
sono contenuti visto che non sono richieste apparecchiature terminali. In questo modello di involucro il concetto di una buona integrazione
presuppone che gli impianti siano progettati simultaneamente con la concezione dell’organismo edilizio.
Involucro ipersisolato= sfrutta in genere le tecnologie stratificate struttura/rivestimento (S/R) che hanno la possibilità di calibrare le
stratificazioni e rispondere puntualmente ai requisiti previsti in fase progettuale. Dal punto di vista termico un involucro leggero e
iperisolato si comporta in maniera totalmente differente da uno massiccio, in esso infatti non si verificano i fenomeni di smorzamento e di
sfasamento, tipici degli involucri massivi, ma si ha una diminuzione del passaggio di calore; più l’edificio è isolato più elevata è la resistenza
termica che si oppone al passaggio di calore: l’involucro sostanzialmente ha un comportamento adiabatico. I punti chiave sono il
miglioramento della resistenza termica delle parti opache e di quelle trasparenti, e una tenuta all’aria pressoché perfetta.
Involucro ventilato= Può essere considerato come una chiusura opaca a isolamento dinamico, infatti attraverso il fluire variabile al suo
interno di aria caratterizzata da una determinata temperatura, è in grado di far variare “dinamicamente” il suo comportamento termico.
Doppio involucro= Appartiene alla categoria dei sistemi di chiusura a isolamento dinamico. Questo sistema, nato nei paesi nordici, per
essere realmente efficace deve essere progettato ad hoc, deve cioè tenere conto della specificità̀ climatica del sito. Questi involucri
possono essere classificati utilizzando l’origine dell’aria di ventilazione, il tipo di ventilazione, o la destinazione dell’aria di ventilazione.
Involucro interattivo multimediale= Si tratta di un sistema ottenuto grazie alla retroproiezione di immagini su vari supporti trasparenti:
vetro a visione angolare, a punti iridescenti, a micro-opalizzazione iridescente. Il vetro o il materiale iridescente consente l’apparenza di
immagini di buona qualità sulla trasparenza, assicurando nel contempo visibilità dall’interno verso l’esterno, permettendo inoltre la vista e
il passaggio della luce attraverso le vetrate.
Involucro evoluto a comportamento dinamico= Lo scopo attuale della progettazione è volto alla identificazione di modelli applicativi, di
soluzioni e di possibilità̀ offerte dagli involucri, sino alla definizione dei parametri fisici e tecnici e con particolare attenzione alle
metodologie di analisi ed approccio progettuale, indispensabili per valorizzare la performance energetico - ambientale a completamento
del concetto di qualità̀ del progetto architettonico dell’involucro.
Il termine involucro evoluto rimanda all’idea di una soluzione che deriva dall’elaborazione, dalla trasformazione e dal perfezionamento di
un sistema tecnologico o un materiale di origine tradizionale; l’espressione a comportamento dinamico dichiara, invece, i principi di
funzionamento che sottendono alla definizione delle prestazioni offerte da queste innovative chiusure esterne.
IL BILANCIO ENERGETICO DELL’EDIFICIO= L’involucro termico ha la funzione di ridurre gli scambi termici tra interno ed esterno:
in inverno deve diminuire le perdite di calore e in estate prevenire il surriscaldamento delle strutture. Il Bilancio di flussi di energia
scambiati tra interno ed esterno dell’edificio attraverso l’involucro esprime il fabbisogno termico annuale (Qh ), cioè la quantità̀ di energia
necessaria per ottenere la temperatura interna desiderata.
Differenza di temperatura e durata del periodo di riscaldamento sono inclusi nella valutazione dei gradi giorno –
somma delle differenze positive tra la temperatura interna fissata a 20°C e la temperatura esterna media giornaliera
per tutti i giorni del periodo annuale di riscaldamento (G )– i gradi giorno sono indicati per tutti i comuni nell’allegato
T
A del DPR 23 agosto 1993 n.412.
Le perdite di calore attraverso i singoli elementi di involucro vengono corrette moltiplicandole per un fattore che tiene
conto degli spazi o superfici “diaframma” (F): gli elementi a contatto con l’aria esterna hanno fattore pari a 1, quelli a
contatto con la terra un fattore pari a 0,5, quelli a contatto con ambienti non riscaldati un fattore pari a 0,5.
E’ possibile definire il ponte termico come quella configurazione strutturale o geometrica che produce
una deviazione del flusso termico ovvero una discontinuità nella struttura e nell’elemento.
Si distinguono due tipologie di ponte termico: Discontinuità di forma- geometria,Discontinuità di
materiale
Gt: differenza di temperatura tra l’ambiente esterno e l’ambiente interno durata del periodo diriscaldamento
I gradi giorno GG ( GG ) sono definiti dalla somma, estesa agli n giorni del periodo entro il quale è previsto l’utilizzo
dell’impianto di riscaldamento, delle differenze positive tra la temperatura interna fissata a 20°C e la temperatura
esterna media giornaliera. I gradi giorno costituiscono un parametro proporzionale al fabbisogno di energia di un
edificio.
I gradi ora GH corrispondono ai gradi giorno moltiplicati per le 24 ore. GG Parma = 2502
QV Perdita di calore per ventilazione attraverso l’involucro
Si calcola tenendo conto del ricambio d’aria
Nell’edificio passivo del centro Europa il ricambio d’aria avviene attraverso un impianto di ventilazione che fornisce un
tasso di ricambio d’aria (n ) pari a 0,4/h.
Il calore recuperato dall’impianto di ventilazione, che dipende dal rendimento dell’impianto - in genere non inferiore
all'80% – deve essere detratto dal computo delle perdite
Qu = Qs + Qi
Apporti energetici gratuiti – pareti trasparenti
Qs = Fs× Fc× g × Aw × qs
Fs è il fattore di Ombreggiatura dovuto a ostruzioni esterne che impediscono ai raggi solari di colpire la finestra (UNI TS 11300-1)
FC è il fattore di riduzione che tiene conto della presenza del telaio,
di schermature interne alla finestra, della sporcizia del passaggio non perpendicolare della luce attraverso la finestra – un valore ricorrente è
0,45
g è la trasmittanza totale dei vetri in condizione di incidenza
perpendicolare dei raggi del sole
Aw è l’area lorda delle finestre calcolata per ogni esposizione
qs è l’irradiazione solare globale sulle superfici vetrate verticali durante il periodo di riscaldamento – i valori mensili per ogni esposizione sono
contenuti nella tabella UNI10349, prospetto VIII, per ogni capoluogo di provincia
Qu = Qs + Qi
Qi = 2,1 W/mq
Fonti di calore interne
Le fonti interne che procurano apporti termici sono le seguenti:
persone presenti
elettrodomestici in funzione
lampade accese, in particolare quelle ad incandescenza
apparecchi che producono acqua calda (tipo scaldabagno)
fornelli durante la cottura dei cibi.
Si ipotizza un apporto delle fonti interne pari a 2,1 W/mq per ogni mq di superficie abitata, che in Germania, dove il periodo medio di
riscaldamento è di 225 giorni (pari a 5400 h gradi ora), contribuisce per 11 kWh/mq, in Italia essendo più breve il periodo di riscaldamento
è di 9 kWh/mq.
I policarbonati (PC) o polimetilmetacrilati (PMMA) a struttura a nido d’ape (lastre capillari e honeycomb), di natura organica. Questi materiali sfruttano
la struttura geometrica per ottenere delle prestazioni ottiche e termiche elevate: questo schema strutturale è ottenuto disponendo, a file parallele o
alternate, dei piccoli tubicini che possono avere sezione circolare (nel caso di lastre capillari) o retta. Le lastre capillari prodotte attualmente sono
costituite da cilindri cavi aventi un diametro variabile tra 1 e 3 mm e un’altezza non superiore ai 15 cm. I tubicini sono in policarbonato (PC) o in
polimetilmetacrilato (PMMA).
MATERIALI INNOVATIVI AEROGEL= è tra i materiali più leggeri e coibenti esistente al mondo.
Esso è prodotto disidratando un gel siliceo in condizioni critiche.
Il materiale finale risulta, pertanto, composto da una matrice solida estremamente porosa, dato che la parte solida rappresenta appena il
5% del volume del materiale. Le caratteristiche principali del materiale sono:
leggerezza (pesa appena 3 volte l’aria e 10 volte meno del più̀ leggero coibente termico),
trasparenza (il diametro medio sia della particella primaria costituente il materiale sia dei pori risulta sensibilmente inferiore alla lunghezza
d’onda della radiazione visibile),
resistenza al passaggio del calore, vista la esigua frazione di solido di cui è composto il materiale.
I problemi principali nell’applicazione consistono nella elevata fragilità̀ e nel comportamento idrofobo della superficie, entrambi
conseguenti ad una bassa resistenza a trazione del materiale.
Appare come fumo congelato, è considerato il solido più leggero al mondo e possiede la minore conducibilità termica tra tutti i materiali
attualmente conosciuti. È formato per il 95% da aria, tenuta insieme da acido silicico (diossido di silicio) che si ottiene dalla sabbia. Viene
prodotto eliminando il liquido dall’acido silicico ma mantenendone intatta la struttura. Il gel così ottenuto viene sottoposto ad un complesso
procedimento ed essiccato in condizioni estreme. Il prodotto consente di raggiungere una elevata resistenza termica con spessori ridotti di
materiale, contribuendo all’isolamento dell’involucro edilizio e all’eliminazione dei ponti termici. In altri casi la tecnologia dell’aerogel è
stata impiegata per realizzare isolanti trasparenti, racchiuso in pannelli sandwich in lexan, che raggiungono un valore di trasmittanza
termica pari a 0,72 W/mqK in soli 25 mm di spessore. Le caratteristiche uniche ne fanno la soluzione ideale per realizzare isolamenti termici
a cappotto, con recupero e isolamento termico
di pareti interne e soffitti eliminando il ricorso a ponti termici su pilastri, balconi, parapetti e falde di copertura in generale.
MATERIALI INNOVATIVI-PCM – Phase Change Materials= Materiali a cambiamento di fase
Si tratta di materiali, anche detti ad accumulo di calore latente, usati in specifiche nicchie industriali, in grado di cambiare, a seconda delle
sollecitazioni esterne, il proprio stato da solido a liquido e viceversa, assorbendo e trattenendo il calore. I materiali costituenti sono sali o
paraffine che possono accumulare o rilasciare una grande quantità̀ di calore a una temperatura costante che consente il loro cambiamento
di fase fisica. Quando l’ambiente raggiunge la temperatura di fusione della cera (23-26 °C), il sistema intonaco e PCM assorbe calore fino a
completa transizione di fase da solida a liquida. Con lo stesso principio, durante la notte o quando la temperatura è più bassa, il materiale si
solidifica e il calore viene ceduto all’ambiente. Attenuando gli sbalzi termici in ambienti indoor, il materiale è in grado di assicurare una
diminuzione delle emissioni di anidride carbonica degli edifici in cui è applicato. Con questo sistema l’impianto di riscaldamento o
raffrescamento funziona senza picchi giornalieri di energia, con conseguente riduzione del costo economico.
Possibilità applicative= L’applicazione di tali materiali consente di ottenere lo sfasamento di onde termiche – prestazione propria dei
materiali massivi a elevata inerzia - in spessori ridotti. I PCM sono un’interessante soluzione come integrazione inerziale in edifici leggeri e
nel recupero di edifici esistenti dotati di poca massa. I sali contenuti all’interno attenuano le fluttuazioni di temperatura, così di giorno
assorbono il calore e di sera lo rilasciano attraverso la solidificazione. Il risultato è un’inerzia termica facilmente programmabile in relazione
alla temperatura che si vuole ottenere. La compatibilità tra lo strato inerziale in PCM e il sistema S/R (Struttura e Rivestimento) consente
l’applicazione a parete, in copertura e a pavimento. L’applicazione integrata alle finestre consente di realizzare schermi dinamici in grado di
rapportarsi alle condizioni esterne.
Punti di forza= I PCM costituiscono un volano inerziale con l’impiego di una quantità di materiale circa 40 volte più leggero di un altro
tradizionale massivo. Per esempio una lastra in gesso di 15 mm di spessore, rivestita con PCM a base di paraffina, ha le stesse prestazioni in
termini di capacità termica di un blocco di calcestruzzo pieno di 100 mm di spessore e di 150 mm di laterizio. Esistono software in grado di
calcolare il guadagno di comfort derivante dall’applicazione di PCM, di valutare il risparmio energetico ed economico.
MATERIALI INNOVATIVI-ISOLANTI =VIP - Vacuum insulation panels= Si tratta di pannelli
isolanti sottovuoto, le cui proprietà̀ termiche derivano dall’impiego di gas rarefatti. Si presentano con involucro ermetico in alluminio che
racchiude e sigilla una schiuma di acido silicico, priva di aria. Con valori di isolamento di 0.003-0.004 W/mK sono i materiali più performanti
sulla scena attuale, anche se poco diffusi per i costi elevati. Il loro potere isolante è maggiore di cinque- dieci volte rispetto a quello dei
materiali termoisolanti convenzionali.
Possibilità̀ applicative=L’isolamento termico sottovuoto occupa uno spazio tra cinque e dieci volte minore di quello occupato da un
materiale isolante tradizionale. Risulta quindi molto indicato per riqualificazioni qualora lo spazio disponibile fosse scarso e si richiedesse un
isolamento termico elevato. I pannelli sandwich sono robusti e applicabili in varie forme di piccola e grande dimensione, in cui è integrato
l’isolamento termico sottovuoto.
Punti di forza= Il vuoto consente un isolamento termico molto efficace e che richiede poco spazio.
Punti deboli=I pannelli sottovuoto sono delicati. L’alterazione del vuoto dovuto a un’accidentale scalfittura del rivestimento potrebbe ridurne
drasticamente le prestazioni termiche. Questo li rende difficilmente maneggiabili in cantiere. Il rischio è stato ovviato nei pannelli integrati
sandwich prefabbricati da applicare in sezioni di muro facilmente individuabili per evitare perforazioni accidentali da parte degli utenti nelle
normali condizioni d’uso dell’immobile. D’altro canto l’eventuale sostituzione di pannelli dovrebbe avere un onere accettabile. È un materiale
in fase di sviluppo che apre la strada a sperimentazioni interessanti.
Sistemi innovativi di isolamento termico: i VIP (pannelli termoisolanti sottovuoto)
L'isolamento termico con pannelli sottovuoto è una tecnologia relativamente nuova capace di apportare un gran progresso nel settore
Conduttività termica dei pannelli, 10 volte inferiore rispetto a quella dei migliori materiali termoisolanti convenzionali
Variabile tra 0,004 e 0,008 W/m K.
Un pannello sottovuoto dello spessore di 5 cm equivale ad uno strato di polistirolo di 40 cm.
Sono composti di un nucleo (pannello) di materiale nano poroso (silice pirogena o aerogel) resistente alla pressione, dal quale è stata
evacuata l'aria.
I pannelli hanno una durata di vita che, secondo la qualità dei teli e della saldatura, dovrebbe superare almeno i 20 anni.
Il nucleo è ermeticamente racchiuso in un telo multistrato (AL, Nylon, PET) impermeabile e resistente alla pressione.
Isolanti sottili termo-riflettenti= Derivano dalla tecnologia Nasa, studiati per i programmi spaziali. Si applicano associati a
un’intercapedine d’aria che favorisce l’effetto riflettente del materiale. Il loro impiego nell'edilizia civile e industriale consente di ottenere
prestazioni di isolamento termo-acustico innovative, agendo su varie forme di dispersione termica: irraggiamento infrarosso, conduzione,
convezione, cambiamento di fase. Si tratta di sistemi isolanti sottili multistrato (da 8 fino a19 strati, dai 7 ai 30 mm di spessore) che
garantiscono una limitazione dei flussi di calore passanti attraverso un meccanismo di controllo degli effetti conduttivi, convettivi e
radiattivi nelle stagioni calde e fredde. Garantiscono un iper-isolamento, riducendo la quantità̀ di calore che attraversa l’involucro (flusso
termico), grazie alla resistenza termica elevata degli elementi. Se si prende come riferimento il pannello isolante da 30 mm di spessore,
costituito da 19 componenti la sua efficacia termica è equivalente a 210 mm di lana minerale (λ=0,04), valore basato su test comparativi in
condizioni reali di utilizzazione. Il fattore di inerzia va considerato in relazione alle capacità dei componenti interni, in particolare dei solai.
Sono materiali a basso spessore, composti prevalentemente da pellicole di polietilene termo fuse adatte a proteggere i sottostanti fogli di
alluminio puro dall’ossidazione dovuta per esempio al contatto con il cemento fresco o l'acqua piovana. Possono risultare dall’assemblaggio di
film riflettenti metallici e strati di separazione in ovatte sintetiche e naturali, schiume, lane di pecora,ecc. Questi materiali, innovativi e
ancora poco conosciuti nel mercato italiano, sono utilizzati da molti anni in altri paesi. Possono essere impiegati in infinite modalità e trovano
le loro grandi performance nella riflessione del 97% del calore trasmesso per radiazione, e nella mancanza di rigidità̀. I pannelli sono infatti
forniti generalmente in rotoli. Costituiscono un ottimo isolamento termico riflettente e una perfetta barriera al vapore in coperture, pareti,
soffitti, sottotetti, tetti e pavimenti in applicazioni residenziali, commerciali e industriali.
Materiali trasparenti cromogenici=(aggettivo introdotto al fine di designare il cambiamento delle caratteristiche ottiche di
un materiale in funzione di uno stimolo esterno) consentono di rispondere automaticamente agli stimoli dell’ambiente circostante,
modificando le proprie prestazioni: l’adozione di questa tecnologia, nel settore delle costruzioni, permette di creare un involucro trasparente a
prestazioni variabili in grado di ottimizzare i consumi energetici e di soddisfare, allo stesso tempo, le più sofisticate esigenze di comfort
richieste dagli utenti.
Dal punto di vista fisico-chimico è caratterizzato dalla capacità di variare in modo consistente le proprietà̀ ottiche in seguito alla variazione
di un campo o di un carico elettrico, della temperatura o dell’intensità spettrale della luce. Tale cambiamento nelle proprietà̀ ottiche può
essere rappresentato da una trasformazione nello stato del materiale da altamente trasmittente a parzialmente riflettente o assorbente, su
tutto lo spettro o solo nel campo del solare e del visibile.
Nella categoria dei dispositivi attivati elettricamente si collocano i dispositivi a cristalli liquidi e i dispositivi elettrocromici, mentre nella
categoria dei dispositivi non attivati elettricamente sono compresi i materiali termocromici e fotocromici: la prima categoria di materiali
consente la regolazione da parte dell’utenza, mentre la seconda è autoregolante.
I materiali fotocromici= Cambiano le proprie caratteristiche quando sono esposti alla luce, principalmente ai raggi UV, e
ritornano a loro stato originale quando vengono oscurati. L'utilizzo più comune di materiali fotocromici è nelle lenti per occhiali da sole con
un intervallo di variazione di tv da 0.89 a 0.26 (l'escursione del valore di trasmittanza solare è più ridotto 0.85-0.50). Attualmente la ricerca è
indirizzata nello studio di sottili strati plastici fotocromici anche se i problemi di durata sono ancora tutti da risolvere.
Materiali termocromici= la grandezza che determina il cambio di colore è la temperatura, che induce nel materiale una
reazione chimica o una transizione di fase tra due stati. Le loro applicazioni principali sono: indicatori di temperatura, vernici speciali e
inchiostri da utilizzare per documenti riservati.
Sono in fase di studio anche delle applicazioni in edilizia in particolare per la realizzazione di lucernari dotati di strati termocromici, con
variazione della trasmittanza solare da 0.43 a 0.06.
Materiali elettrocromici= sia i dispositivi elettrocromici che quelli a cristalli liquidi, reagendo alle variazioni di grandezze
elettriche (tensione e corrente) a essi applicate, possono essere controllati in modo del tutto indipendente. Questa caratteristica è
estremamente interessante in quanto la logica e gli algoritmi di controllo possono essere scelti e variati in funzione di un gran numero di
parametri (la stagione, la presenza di occupanti, il clima etc.) consentendo un comportamento molto flessibile.
I MATERIALI NANOTECNOLOGICI PER L’EDILIZIA= Uno degli aspetti principali che riguardano l’apporto
delle nanotecnologie al progetto di architettura è legato alla possibilità di realizzare una nuova generazione di green buildings caratterizzati
dall’impiego di materiali sempre più high-tech in grado di conciliare le esigenze di ridotto impatto ambientale con quelle estetiche e
comunicative dell’architettura contemporanea (leggerezza, trasparenza, dinamicità, multimedialità, ecc.) Le nanotecnologie costituiscono un
nuovo approccio che si basa sulla comprensione e la conoscenza approfondita delle proprietà della materia su scala nanometrica: un nanometro
(un miliardesimo di metro) corrisponde alla lunghezza di una piccola molecola. Su questa scala la materia presenta svariate proprietà, a volte
molto sorprendenti. Attraverso l'uso delle nanotecnologie si possono realizzare nuovi materiali funzionali, strumenti e sistemi con straordinarie
proprietà derivanti dalla loro struttura molecolare ed implementare qualità e caratteristiche di processi e prodotti esistenti. Alla nanoscala,
infatti, gli oggetti sono in grado di cambiare colore, forma e fase molto più facilmente che alla macroscala. Per i processi di produzione di
materiali nanostrutturati si possono distinguere due approcci, uno, detto “top down”, in cui le nanostrutture vengono “scolpite” su un
blocco di materiale; l’altro, detto “bottom up”, in cui i materiali nanostrutturati vengono prodotti e assemblati a partire da “nanoblocchi”.
Applicazioni specifiche riguardano la realizzazione di prodotti e sistemi per il ripristino delle strutture in cemento armato e in muratura, a
partire dalle malte da ripristino nanostrutturate, fino allo sviluppo di nuovi sistemi per il rinforzo strutturale con materiali compositi
fibrorinforzati. Alcuni degli interventi più interessanti sono stati realizzati impiegando materiali cementizi nanostrutturati. In questi
interventi l’apporto delle nanotecnologie al materiale di base impiegato (in questo caso il cemento) determina un valore aggiunto con
ricadute in termini sia formali che prestazionali ottenute impiegando quantità ridottissime di materiale.
Caratteristiche:
1.Incremento delle prestazioni
Il numero di fattori che entrano in gioco nella progettazione di un componente è cresciuta nel tempo a causa di:
un aumento delle esigenze dell’utenza;
la volontà̀ di adattare il più̀ possibile l’edificio alle esigenze dell’utenza;
un’offerta crescente del mercato dei sistemi e dei componenti;
una maggiore incidenza della norma;
una maggiore consapevolezza del possibile danno prodotto all’ambiente;
2.Specializzazione delle funzioni e dei materiali
La separazione dei materiali tipica della tecnologia stratificata a secco permette di ottenere la specializzazione delle funzioni nelle tre
principali parti costitutive – stratificazioni, giunzioni, finiture.
3.facilità di assemblaggio
Gli elementi tipicamente impiegati nella tecnologia stratificata a secco sono maneggevoli e di facile collegamento. Rispettano l’economicità
della messa in opera offrendo la possibilità di essere agevolmente smontati in previsione di un loro futuro riutilizzo.
4.flessibilità
La capacità di essere facilmente assemblati favorisce la flessibilità̀ non solo delle soluzioni tecniche, ma anche delle scelte ambientali e
spaziali. Ad esempio è molto agevole modificare la distribuzione spaziale degli interni o sostituire una parte di involucro senza necessità di
demolire.
5.reversibilità̀ e basso impatto ambientale
La reversibilità̀ si riferisce alla capacità di dismissione di un organismo e delle sue singole unità funzionali in relazione al riciclo, riuso e
smaltimento delle parti costituenti. L’alto grado di riuso permette di contenere l’impatto ambientale complessivo dell’edificio.
LA CASA PASSIVA
Dal Low Energy Building alla Passiv Haus= Negli anni Ottanta nel Nord Europa comincia a diffondersi lo standard
dell'edificio a basso consumo energetico, uno standard energetico imposto per legge per i nuovi edifici in Svezia e Danimarca. molti
elementi necessari per ridurre il consumo energetico dell'edificio vennero introdotti, studiati e testati, in particolare soluzioni specifiche per
l'isolamento, la riduzione dei ponti termici, soluzione per la tenuta all’aria , vetri isolanti e sistemi di ventilazione e recupero di calore . Da
questa prima rassegna di esperienze deriva anche il concetto di casa passiva. Venne così definita la CASA PASSIVA, ad indicare quegli edifici
che, nel clima dell'Europa Centrale, hanno un fabbisogno energetico per il riscaldamento molto piccolo o addirittura trascurabile e
quindi non hanno bisogno di riscaldamento attivo. Queste case possono essere tenute al caldo "passivamente", utilizzando solo le fonti di
calore interne esistenti, l'energia solare ottenuta attraverso le finestre. Il Passive House Institute (PHI) è un istituto di ricerca indipendente
che ha svolto un ruolo particolarmente cruciale nello sviluppo del concetto di Casa Passiva - l'unica riconosciuta a livello internazionale,
standard energetico basato sulle prestazioni in costruzione.
Lo standard passivo prevede un fabbisogno per il solo riscaldamento invernale inferiore a 15 kWh / (m² a).
Principali caratteri dell’edificio passivo
forte isolamento termicodell’involucro
sfruttamento passivo dell’energia solare e delle fonti interne per il riscaldamento
ventilazione meccanica controllata che recupera calore dall’aria in uscita
produzione di acqua calda con un collettore solare o una pompa di calore
Principali aspetti progettuali
ottimale orientamento dell'edificio verso il sole
ottimale rapporto tra superficie dell'involucro e volumetria
efficace isolamento termico dell'involucro
assenza di ponti termici
impermeabilità dell'involucro al vento
impianto di ventilazione meccanica controllata
impianto di riscaldamento a collettori solari e a pannelli termoradianti
(pompa di calore aggiuntiva)
Passivhaus è il principale standard di progettazione a basso consumo energetico internazionale, in tutto il mondo lo standard di
progettazione Passivhaus contribuisce significativamente a migliorare il comfort e la qualità dell'aria interna, così a ridurre le spese di
riscaldamento.
Secondo la definizione: una casa passiva è una costruzione in cui il comfort-termico può essere conseguito mediante il post-riscaldamento
o il post-raffreddamanto del flusso d'aria fresca necessaria per una buona qualità dell'aria interna, senza la necessità di ulteriori ricircolo
dell'aria.
Il Passive House Planning Package (PHPP) è lo strumento di progettazione chiave utilizzata quando si pianifica una Casa Passiva e come
tale, serve come base di verifica per la Casa Passiva standard. Mentre ci sono altri strumenti di progettazione presenti sul mercato, è alto
livello di precisione del PHPP che lo contraddistingue: i bilanci energetici possono essere calcolati con il PHPP con una precisione di + / -
0.5KWh.
I 5 principi per la casa passiva
Il termine ' Passivhaus ' si riferisce a uno standard di costruzione a basso consumo energetico sviluppato nel 1990 dal Dr. Wolfgang Feist
del Passivhaus Institut in Germani. Il focus principale dello standard Passivhaus è quello di ridurre drasticamente il requisito per il
riscaldamento e il raffreddamento, assieme alla creazione di eccellenti livelli di comfort interno.
① IPERSOLAMENTO Lo spessore richiesto per una chiusura esterna è costituito dal materiale di tamponamento o resistente,
senza il ricorso a materiali isolanti, per soddisfare una casa passiva tipica valore U di 0,13 W / (m² K) secondo lo standard passivo in clima
continentale.
②TENUTA ALL’ARIA Al fine di ridurre la richiesta di energia termica per il riscaldamento e prevenire che l’aria calda carica di
umidità entri nella costruzione, l’edificio deve presentare un ottimo livello di tenuta all’aria. Buoni livelli di ermeticità possono essere
raggiunti solo grazie a una membrana a tenuta d'aria o con il posizionamento di una barriera o freno all'interno di ciascuno degli elementi
di costruzione. A seconda del tipo di costruzione la barriera a tenuta d'aria può essere formata da uno strato da apporre al cappotto o da
una membrana di barriera al vapore o utilizzando materiali quali pannelli OSB o altri prodotti in lastre di legno di spessore e di ermeticità
adatti. Solitamente si raccomanda che almeno due prove di ermeticità vengano seguite in fase di costruzione. Il primo test dovrebbe
essere realizzato mentre la barriera d'aria è ancora esposta e visibile all’intradosso. Un test finale può essere effettuato a completamento
dell’opera.
③ALTE PRESTAZIONI DEI SERRAMENTI Al fine di beneficiare dei guadagni solari gratuiti si richiede che i serramenti e
le vetrazioni presentino una performance ottimale sulla facciata sud, e che siano invece in grado di controllare e incrementare tali guadagni
sulla facciata Nord. I serramenti più adatti per essere impiegati in un edificio Passivhaus sono quelli con almeno vetrocamera standard o
ancora meglio con triplo vetro, con valore U < 0,80 W/m2K.
④VMC –VENTILAZIONE MECCANICA CONTROLLATA Le perdite per Ventilazione costituiscono una componente
significativa delle perdite di calore totale. Per ridurre queste perdite, pur mantenendo la qualità dell'aria interna si cerca di recuperare
parte del calore dell'aria in uscita dall’involucro opaco e trasparente. Utilizzando la ventilazione naturale attraverso le finestre aperte in
inverno tutto il calore dell’aria calda sarebbe perso.
⑤GUADAGNI SOLARI Aspetto essenziale del principio Passivhaus è di fare uso di guadagni solari in inverno per ridurre la
domanda di energia per il riscaldamento. Questo può significare un potenziale di surriscaldamento nel periodo estivo, in particolare dove le
vetrate a sud non sono state progettate con un opportuno sistema schermante. Pertanto può essere necessario incorporare alcuni
dispositivi di ombreggiatura esterna per ridurre la quantità di guadagni solari diretti in estate.
Il comfort interno nella Passiv Haus= E’ interessante notare che gli stesi requisiti dello standard casa passiva soddisfino
automaticamente tutti i criteri di comfort interno in virtù soprattutto del sostanziale miglioramento dell’isolamento termico.
Infatti:
si migliora l'isolamento termico (indipendentemente da quale componente costruzione edilizia esterna, ad esempio a parete, tetto,
pavimento, …) e, in tal modo, il flusso di calore dall'interno verso l'esterno è ridotto.
vi è una differenza di temperatura minore tra l'area del locale (le superfici della zona e l'aria ambiente) e la superficie interna del
componente edilizio ben isolato.
la temperatura della superficie interna è solo leggermente diversa dalle altre temperature della zona, questo vale sia in estate che in
inverno. In inverno, le superfici interne degli elementi costruttivi esterni sono moderatamente calde (pareti esterne, tetti sono al
massimo 1 ° C al di sotto la temperatura ambiente, mentre per le superfici vetrate si registra un delta termico massimo da 3 a 3,5°).
LA PRIMA CASA PASSIVA= La prima casa passiva in Germania è stata costruita nel 1991 a Darmstadt-Kranichstein dal Dr.
Wolfgang Feist. Il fabbisogno energetico delle 4 villette a schiera ammonta in media a 10 kWh/m 2a e si mantiene stabile da 15 anni. Nel
1988, Drs. Bo Adamson e Wolfgang Feist pubblicarono il loro lavoro sulla progettazione di un nuovo tipo di casa ad alta efficienza energetica
conosciuto come una Casa Passiva (o Passivehaus) a Darmstadt, Kranichstein. Il modello dell'edificio è stato sviluppato per funzionare con 80-
90% di energia in meno rispetto a una tipica casa residenziale, pur fornendo un adeguato comfort termico per i suoi abitanti. L’edificio,
costruito per resistere a un clima tipicamente continentale, mirava a dimostrare come un edificio potesse fornire un ambiente in cui vivere
nelle migliori condizioni di comfort, quasi senza sistema di riscaldamento o alcun tipo di sistema di raffreddamento durante le estati calde
nei freddi mesi invernali. Per fare questo, diverse tecnologie ed elementi di progettazione dovevano lavorare in armonia reciproca, molti
dei quali non erano mai stati testati in un’unica soluzione di involucro. Sistemi di monitoraggio vennero pertanto installati all’interno
dell’edificio per testare la resa e l’efficacia nel corso degli anni. Uno degli elementi chiave per il successo di funzionamento della Casa
Passiva è il calore catturato e immagazzinato del tutto gratuitamente attraverso l'orientamento dell'edificio. Per conseguire sufficiente
guadagno di calore senza l'uso di sistemi di riscaldamento, le case passive devono avere una notevole quantità di finestre esposte a sud, al
fine di raccogliere la luce solare massima disponibile durante il giorno. Durante i periodi freddi dell'anno il calore solare viene
immagazzinato all'interno e aiuta a mantenere la casa ad una temperatura ambiente confortevole mentre durante i mesi estivi è necessario
un minor guadagno solare per mantenere la casa calda. Nella Casa Passiva di Darmstadt Kranichstein, ogni unità ha sei grandi finestre
rivolte a sud per ricevere la radiazione solare e sistemi oscurati quali persiane o tapparelle per bloccare il sole ed evitare fenomeni di
surriscaldamento indesiderato.
ZEB
DEFINIZIONI= DIRETTIVA EUROPEA 31/2010/UE
Articolo 2: Definizioni
Edificio a energia quasi zero: edificio ad altissima prestazione energetica, determinata conformemente all’allegato I. Il fabbisogno
energetico molto basso o quasi nullo dovrebbe essere coperto in misura molto significativa da energia da fonti rinnovabili, compresa
l’energia da fonti rinnovabili prodotta in loco o nelle vicinanze.
Prestazione energetica di un edificio: quantità di energia, calcolata o misurata, necessaria per soddisfare il fabbisogno energetico connesso
ad un uso normale dell’edificio, compresa, in particolare, l’energia utilizzata per il riscaldamento, il rinfrescamento, la ventilazione, la
produzione di acqua calda e l’illuminazione.
Circa il 60% degli Stati membri ha fissato in un documento legale (ad esempio, regolamentazioni in materia di edilizia e decreti in materia di
energia) l'applicazione dettagliata della definizione di edifici a energia quasi zero. L'applicazione dettagliata della suddetta definizione, deve
includere un indicatore numerico del consumo di energia primaria espresso in kWh/(m 2a). Per gli edifici residenziali, la maggior parte degli Stati
membri mira a un consumo di energia primaria non superiore a 50 kWh/(m2a). Il consumo massimo di energia primaria è compreso tra 20
kWh/(m2a) Danimarca 33 kWh/(m2a) Croazia litoranea 95 kWh/(m2a) Lettonia.
Vari paesi (Belgio, Estonia, Francia, Irlanda, Slovacchia, Regno Unito, Bulgaria, Danimarca, Croazia (continentale), Malta e Slovenia) puntano
a 45 o 50 kWh/(m2a).
NORMATIVA ITALIANA
Un edificio a energia quasi zero NZEB, sia di nuova costruzione che esistente, deve rispondere ai seguenti requisiti tecnici:
stabiliti dal DM 26 giugno 2015 “Requisiti minimi degli edifici” sono rispettati gli obblighi di integrazione delle fonti rinnovabili nel rispetto
dei principi minimi di cui all’Allegato 3, paragrafo 1, lettera c), del D.Lgls 3 marzo 2011, n. 28.
Dal 2021, tutti gli edifici nuovi o soggetti a una ristrutturazione importante di primo livello dovranno essere a fabbisogno di energia quasi
zero (NZEB). Negli stessi casi gli edifici pubblici dovranno rispondere ai requisiti NZEB già dal 2019. Alcune regioni più ambiziose hanno
imposto per i nuovi edifici la data anticipata al 2016 (Lombardia) e, in Emilia Romagna, al 2017 per gli edifici pubblici e al 2019 per gli altri.
IL RUOLODELL’INVOLUCRO EDILIZIO= Per un edificio che sia NZEB la riduzione delle dispersioni energetiche è da
considerarsi prioritaria, per cui è fondamentale riqualificare e anche costruire edifici nuovi energeticamente più efficienti: L’involucro
edilizio risulta dunque l’elemento su cui concentrare l’attenzione per contenere le dispersioni.
Ci sono già numerosi esempi di edifici in tutta Europa che, attraverso una combinazione degli elementi dello Standard Passive House, con
fonti di energia rinnovabili, possono essere considerate come Edifici a energia quasi zero.
STRATEGIE DI INVOLUCRO PER IL CLIMA MEDITERRANEO=
Minimizzare e prevenire i guadagni di calore esterni ed interni=
isolamento termico dell’involucro
forma dell’edificio
ombreggiamento delle superfici opache e di quelle finestrate
controllo dei guadagni termici (inerzia termica)
Interventi di schermatura e protezione verdi
DEFINIZIONI:
Un edificio energia zero o quasi zero può essere definito in vari modi, a seconda del limite normativo e dell’unità di misura prescelta.
Definizioni differenti possono essere comunque ritenute appropriate, a seconda degli obiettivi del progetto e degli obiettivi che la
progettazione e il proprietario dell'edificio si propongono (ad esempio, i proprietari di edifici in genere si preoccupano dei costi energetici).
Net Zero Energy, NZEB può essere generalmente definito come un edificio con fabbisogno energetico ridotto che può
essere bilanciata da una generazione da fonti rinnovabili equivalente, prodotte in loco, ma collegato a reti
energetiche.
Quattro definizioni comunemente sono usate per definire un ZEB o NZEB secondo quanto proposto da Torcellini et al.
(2006), nel report Zero Energy Building: A critical look at the definitions.
L’aspetto forse più innovativo della Direttiva è il fatto che essa richieda agli Stati Membri di definire i propri requisiti minimi di prestazione
energetica degli edifici in un’ottica di raggiungimento del “livello ottimale di costo” durante il ciclo di vita economico stimato dell’edificio.
In Italia il D.L. 63/2013, successivamente convertito in Legge 90/2013, recepisce la Direttiva europea 2010/31/CE, per la maggior parte
integrando il D.lgs. 192/2005, fino a oggi riferimento per il calcolo della prestazione energetica di edifici nuovi ed esistenti.
Resta in primo luogo l’annosa questione di stabilire una definizione chiara di NZEB. Attualmente il termine viene interpretato diversamente
nei vari Paesi europei. Nel nostro contesto, caratterizzato da una grande varietà climatica, in cui il problema del surriscaldamento estivo
degli edifici risulta ormai preponderante, non è possibile mutuare una definizione di origine “nordica” e la conseguente metodologia
operativa che ne deriva.
Nearly ZEB (nZEB)= livello di prestazione energetica che comporta il costo più basso durante il ciclo di vita economico stimato da
ciascuno Stato
ZEB o net ZEB (NZEB)= bilancio annuale pari a 0 kWh/m2 anno in termini di energia primaria (net sta ad indicare che l’edificio è
connesso con la rete elettrica attraverso la quale può scambiare energia).
Alcuni Stati Membri dell’UE definisco un edificio nZEB con un requisito di minima prestazione energetica (ad esempio: la regione del Belgio-
Bruxelles, Cipro e Danimarca).
Invece, altri Stati Membri hanno deciso di fissare dei requisiti sulla base dell’etichetta energetica (ad esempio: Bulgaria, Lituania,
Repubblica Ceca).
In altri casi ancora, la definizione nazionale di nZEB include requisiti aggiuntivi sulla copertura di parte della domanda di energia dell’edificio
con fonti rinnovabili, mentre solo in pochi casi il target nZEB è definito con un requisito minimo di emissione di carbonio (ad esempio il
Regno Unito e l’Irlanda).
Net Zero Site Energy Building, edificio che produce come minimo tanta energia quanta è necessaria in un anno, assumendo come
confini del sistema l’edificio;
Net Zero Source Building, edificio che produce come minimo tanta energia quanta è necessaria in un anno, assumendo come confini
del sistema la fonte di produzione di energia; Source Energy si riferisce all’energia primaria necessaria per generare e distribuire l’energia.
Per calcolare la Source Energy totale di un edificio, l’energia importata ed esportata viene moltiplicata per un appropriato fattore di
conversione sito-fonte (questa è la definizione che corrisponde a quella data dalla Commissione Industria del Parlamento Europeo);
Net Zero Costs Buildings, il cui bilancio viene operato non sull’energia ma sui costi dell’energia (bilancio economico tra l’energia
venduta in rete e l’energia acquistata in rete);
Net Zero Energy Emission, il cui bilancio di emissioni deve essere zero. L’edificio deve garantire un bilancio tra l’energia prodotta da
fonti rinnovabili a zero emissioni ed energia consumata da fonti che producono emissioni.
Torcellini specifica che ottenere uno ZEB staccato dalla rete risulta essere molto difficile sia perché le tecnologie di accumulo della corrente
elettrica generata dagli impianti eolici e fotovoltaici sono oggi poco sviluppate sia perché,́ non potendo né importare né esportare energia
dalla rete, l’energia prodotta attraverso gli impianti basati sullo sfruttamento di fonti rinnovabili devono necessariamente essere
sovradimensionati.
Si introduce così una definizione più̀ precisa di ZEB connesso alla rete, ossia Net Zero Energy Building (NZEB).
Il modo per raggiungere NZEB si compone di diverse fasi sequenziali: strategie passive, strategie attive e sistemi di energia rinnovabile.
AREA MEDITERRANEA
Uffici: 20-30 kWh/(m2a) di energia primaria netta [con un consumo normale di energia primaria pari a 80-90 kWh/(m2a) di cui
kWh/(m2a) proveniente da fonti rinnovabili in loco].
Casa unifamiliare di nuova costruzione: 0-15 kWh/(m2a) di energia primaria netta [con un consumo normale di energia primaria pari a 50-65
kWh/(m2a) di cui 50 kWh/(m2a) proveniente da fonti rinnovabili in loco].
OBIETTIVO 2_ Sostenere la trasformazione degli edifici esistenti in edifici a energia quasi zero.
La valutazione energetica degli edifici è ormai strumento noto, che si affida ad una scala delle prestazioni degli edifici del tutto simile a
quella che ci consente di valutare consumi e prestazioni degli elettrodomestici.
I sistemi di valutazione sono molto articolati e considerano per intero l’edificio e il suo rapporto con l’intorno e con gli abitanti.
I protocolli di sostenibilità̀ sono sistemi multicriterio a punteggio utilizzati per valutare la sostenibilità̀ ambientale degli edifici rispetto alla
prassi costruttiva tipica della regione geografica di riferimento, definita come benchmark.
Il sistema di valutazione è strutturato secondo i seguenti livelli gerarchici:
aree di valutazione;
categorie ;
criteri.
Le aree di valutazione tengono in considerazione le principali questioni ambientali quali la sostenibilità̀ del sito, il consumo di risorse, i
carichi ambientali, la qualità̀ dell’ambiente indoor, la qualità̀ del servizio, gli aspetti economici e sociali, gli aspetti culturali e percettivi,
l’innovazione nella progettazione.
Le categorie riguardano particolari aspetti delle aree, per esempio, per quanto riguarda il consumo di risorse possono essere considerate
l’energia primaria non rinnovabile e quella da fonti rinnovabili, l’eco-compatibilità dei materiali utilizzati, il consumo di acqua potabile.
I criteri, per il consumo di acqua potabile potrebbero poi riguardare i consumi per irrigazione e per usi indoor.
A ciascun criterio appartenente alla singola categoria viene attribuito un voto: la media pesata di tali voti costituisce il voto relativo a quella
specifica categoria.
Analogamente, a ciascuna categoria nell’ambito di una stessa area viene attribuito un peso e la media pesata dei voti delle singole categorie
rappresenta il voto di quell’area. Infine, con la stessa procedura, pesando i voti attribuiti alle aree si ottiene la valutazione complessiva della
prestazione.
I protocolli più diffusi in Italia sono il LEED, di origine statunitense e contestualizzato in Italia da GBC Italia (Green Building Council), il
BREEAM, nato in Gran Bretagna, e ITACA, promosso dalla Conferenza Stato Regioni e gestito da un comitato di cui fanno parte I- TACA, iSBE
Italia e ITC-CNR, è stato approvato nel 2004 dalla conferenza dei Presidenti delle Regioni e Province autonome.
I Principali sistemi e metodologie di valutazione della sostenibilità si dividono base ai metodi usati per effettuare la valutazione:
Metodo qualitativo o a punteggio
Metodo basato su requisiti definiti a cui corrispondono specifici pesi e punteggila cui somma globale indica il livello di sostenibilità
energetica e ambientale dell’edificio.
Metodo quantitativo
Metodo di maggior dettaglio che fa riferimento all’analisi LCA valutando e quantificando l’energia inglobata dal fabbricato durante l’intero
arco di vita. Si tratta quindi di un bilancio ambientale rigoroso dell’intero processo edilizio compresa la gestione e la fine vita dell’edificio.
Protocolli volontari diffusi nel mondo come l’americano LEED, l’inglese BREEAM o il giapponese CASBEE rientrano tutti nel sistema valutativo
a punteggio.
IL PROTOCOLLO LEED= LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) è una certificazione, su base volontaria,
in cui è il progettista stesso che si preoccupa di raccogliere i dati per la valutazione e di inviarli al U.S. Green Building Council. Tale strumento
può essere utilizzato su ogni tipologia edilizia, essendo un sistema flessibile e articolato. Il sistema LEED è attualmente accreditato in 135
paesi. Progetti internazionali, al di fuori degli Stati Uniti, costituiscono più del 50% del totale di edifici certificati secondo il marchio
registrato LEED. Tale strumento può essere utilizzato su ogni tipologia edilizia, essendo un sistema flessibile e articolato, promuovendo una
progettazione integrata che riguarda l’intero edificio; esistono programmi Leed differenti a seconda che si tratti di nuove costruzioni (Leed for
New Construcion) o di ristrutturazioni (Leed for Existing Building: Operations & Maintenance), piuttosto che per specifiche tipologie edilizie
come possono essere le scuole (Leed for Schools) o per specifici campi o settori come può esser quello commerciale (Leed for Commercial
Interiors). LEED è un programma di certificazione effettuata da terze parti e il punto di riferimento riconosciuto a livello
internazionale per la progettazione, costruzione e gestione di edifici secondo la green performance. Sviluppato da US Green Building Council
nel 2000, LEED è uno strumento per edifici di ogni tipo e dimensione. La certificazione LEED offre la convalida da parte di terzi di caratteristiche
sostenibili di un progetto e verifica che l'edificio sia stato realizzato secondo le normative vigenti e in accordo con i principi della sostenibilità
energetica ed ambientale. Negli ultimi anni sono nate, in tutto il mondo, associazioni chiamate Green Building Councils che si sono unite per
cooperare a livello internazionale attraverso il World GBC. E’ un sistema di punti in cui i progetti sottoposti a valutazione LEED guadagnano
punti solo se sono in grado di soddisfare specifici criteri di bioedilizia. All'interno di ciascuna delle categorie di crediti LEED, i progetti devono
soddisfare requisiti particolari e guadagnare punti.
Le 5 categorie includono:
Luoghi sostenibili - Sustainable Sites (SS)
Efficienza nella gestionedell’acqua - Water Efficiency (WE)
Efficienza energetica ed ambientale-Energy and Atmosphere (EA),
Efficienza nell’impiego di materiali e di risorse - Materials and Resources (MR)
Qualità dell’ambiente interno - Indoor Environmental Quality (IEQ).
Innovazione nel progetto - Innovation in Design (ID)
Fornisce gli standard e i requisiti prestazionali per la certificazione degli edifici di nuova edificazione o in fase di ristrutturazione,
coinvolgendo sia la fase di progetto che quella di costruzione. Leed presenta sei macroaree di valutazione dei crediti che prevedono
prerequisiti prescrittivi obbligatori e un numero di prestazioni ambientali che assieme definiscono il punteggio finale dell’edificio.
I punti base da attribuire al progetto sono 100, e per ognuna delle 6 aree si possono totalizzare punteggi differenti che, sommati formano
un punteggio finale; presenta quattro livelli di certificazione in scala crescente:
Certified 40–49 punti
Silver 50–59 punti
Gold 60–79 punti
Platinum 80 punti e oltre
Sostenibilità del Sito (1 prerequisito, 8 crediti - max 26 punti):
affronta gli aspetti ambientali legati al sito entro il quale verrà costruito l'edificio e al rapporto di questo con l'intorno. Gli obiettivi sono
limitare l'impatto generato dalle attività di costruzione, controllare il deflusso delle acque meteoriche, stimolare modalità e tecniche
costruttive rispettose degli equilibri dell'ecosistema.
Gestione delle Acque (1 Prerequisito, 3 Crediti - max 10 punti):
approccia le tematiche ambientali legate all'uso, alla gestione e allo smaltimento delle acque negli edifici monitorando l'efficienza dei flussi
d'acqua e promuovendo la riduzione dei consumi idrici e il riutilizzo delle acque meteoriche.
Energia ed Atmosfera (3 Prerequisiti, 6 Crediti - max 35 punti):
viene promosso il miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici, l'impiego di energia proveniente da fonti rinnovabili o
alternative e il controllo delle prestazioni energetiche dell'edificio.
Materiali e Risorse (1 Prerequisito, 7 Crediti - max 14 punti)
vengono prese in considerazione le tematiche ambientali correlate alla selezione dei materiali, alla riduzione dell'utilizzo di materiali vergini,
allo smaltimento dei rifiuti e alla riduzione dell'impatto ambientale dovuto ai trasporti.
Qualità ambientale Interna (2 Prerequisiti, 8 Crediti - max 15 punti):
affronta le preoccupazioni ambientali relazionate alla qualità dell'ambiente interno, che riguardano la salubrità, la sicurezza e il comfort, il
consumo di energia, l'efficacia del cambio d'aria e il controllo della contaminazione dell'aria.
Innovazione nella Progettazione (2 crediti - max 6 punti): ha come obiettivo l'identificazione degli aspetti progettuali che si distinguono
per le caratteristiche di innovazione
Priorità Regionale (1 Credito-max 4 punti)
Schools= LEED "Schools" è un sistema di rating che premia l'unicità del design e della costruzione per gli edifici scolastici, cercando di
rispondere ai bisogni specifici di questi spazi. Basato sull'impronta di LEED "New Construction", offre risposte alla progettazione di edifici
scolastici come, ad esempio, soluzioni planimetriche ed acustiche, strategie per il mantenimento della salubrità dell'aria, pratiche per lo
sviluppo sostenibile del sito. Questo rating si rivolge alla singolarità delle problematiche che riguardano gli edifici scolastici e alle questioni
relative alla salute degli occupanti. LEED "Schools" fornisce uno strumento unico e comprensivo che si propone di ottenere edifici scolastici
verdi, ad alte prestazioni ambientali, salubri per gli studenti e gli insegnanti ed efficaci dal punto di vista dei costi- benefici ridotto.
Healthcare=LEED per la "Tutela della salute" promuove una pianificazione, progettazione e costruzione delle strutture sanitarie. Il
rating "Healthcare" sviluppa pratiche specifiche per i particolari bisogni del mercato sanitario, inclusa la degenza a lungo termine, le
esigenze ambulatoriali, gli uffici medici, l'assistenza, il settore dell'educazione e della ricerca. Questo rating pone all'attenzione dei
committenti, dei progettisti, dei costruttori e degli utilizzatori questioni importanti come la sensibilizzazione alle sostanze chimiche e
inquinanti, la distanza del parcheggio dalle aree sanitarie e l'accesso agli spazi naturali
Homes= LEED "Homes" promuove la progettazione ed il design di edifici residenziali "verdi" ad alte prestazioni ambientali. Una casa
LEED utilizza meno energia, acqua e risorse naturali, produce meno rifiuti ed è più sana e confortevole per gli utenti. I benefici di un edificio
residenziale LEED includono la riduzione dei consumi energetici e idrici, delle emissioni in atmosfera di gas inquinanti, CO2 e tossine e degli
agenti inquinanti nell'ambiente interno.
Retail=LEED per le "Vendite" riconosce la specifica natura della progettazione e costruzione degli spazi adibiti
Neighborhood Development= Questo sistema di rating integra i principi di crescita intelligente in campo urbanistico e di edilizia
sostenibile nel primo programma di progettazione verde a livello territoriale.
LEED 2009 Italia Nuove Costruzioni e Ristrutturazioni=Il protocollo LEED 2009 Italia Nuove Costruzioni e Ristrutturazioni è
il frutto di un lavoro di trasposizione che ha portato non solo all'introduzione di norme di riferimento italiane ed europee ma anche
all'adattamento alle esigenze del mercato edile nazionale. Il sistema di certificazione LEED 2009 Italia è strettamente legato alla realtà
costruttiva, normativa e produttiva italiana e viene riconosciuto nel mercato globale.
GBC HOME=GBC HOME è lo standard di riferimento in Italia per il mercato residenziale, un sistema volontario, basato sul consenso
comune dei soci e guidato dal mercato.. Si tratta di un prodotto a marchio GBC Italia studiato specificamente sulle caratteristiche abitative e
costruttive proprie della realtà italiana, pur basandosi sullo standard americano LEED for Homes. GBC HOME mira ad incentivare temi come
la salubrità, la durabilità, l'economicità e le migliori pratiche ambientali nella progettazione e nella costruzione degli edifici.
Il processo di certificazione LEED= Registrazione dei progetti; Preparazione della documentazione;
Presentazione della documentazione; Revisione della documentazione; Certificazione
LEED Homes e LEED Neighborhoods seguono un processo diverso rispetto agli standard di cinque step.
Il Green Building Council Italia (GBC Italia) è un'associazione no profit che fa parte della rete internazionale dei GBC presenti in molti altri
paesi; è membro del World GBC e partner di USGBC.
Con queste associazioni condivide gli obiettivi di:
favorire e accelerare la diffusione diuna cultura dell'edilizia sostenibile, guidando la trasformazione del mercato;
sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni sull'impatto che le modalità di progettazione e costruzione degli edifici hanno sulla qualità
della vita dei cittadini;
fornire parametri di riferimento chiari agli operatori del settore;
incentivare il confronto tra gli operatori del settore creando una community dell'edilizia sostenibile.
Il 2010 ha segnato una svolta del mercato italiano dovuta al lancio di LEEDItalia.
LEED HOME - GBC HOME=GBC Home® è formulato per gli edifici residenziali di piccole e grandi dimensioni, dagli edifici monofamiliari
ai condomini fino ai 10 piani, che possono includere anche una piccola parte destinata a funzioni non residenziali, come uffici, attività
commerciali, ecc. Questo protocollo si può applicare anche agli agriturismi e agli edifici ricettivi fino a 50 posti letto.
GBC HOME® è stato sviluppato specificamente considerando le caratteristiche abitative e le diversità nel modello costruttivo proprie della
realtà italiana, prendendo spunto dal protocollo LEED. Questo sistemi di rating promuove la salubrità, la durabilità, l'economicità e le
migliori pratiche ambientali nella progettazione e nella costruzione degli edifici.
Il sistema di valutazione è organizzato in sei categorie ambientali:
Sostenibilità del Sito (SS)
Gestione delle Acque (GA)
Energia e Atmosfera (EA)
Materiali e Risorse (MR)
Qualità Ambientale Interna (QI)
Innovazione nella Progettazione (IP)
Priorità Regionale (PR)
I livelli di certificazione di GBC HOME sono quattro, a seconda del punteggio conseguito:
Base 40-49
Argento 50-59
Oro 60-79
Platino ≥ 80
Per ogni categoria sono presenti prerequisiti e crediti. Tutti i crediti valgono almeno 1 punto, i prerequisiti sono obbligatorie e non danno
punteggio. Il sistema di valutazione ha una base di 100 punti; le categorie IP (Innovazione nella progettazione) e PR (Priorità Regionali)
permettono di conseguire ulteriori 10 punti bonus.
Il presente protocollo per la certificazione degli edifici residenziali si applica per qualsiasi tipologia di intervento ed alle tipologie costruttive.
A tutti gli edifici esclusivamente residenziali di qualsiasi volumetria se la loro altezza non eccede i 4 piani abitabili.
Agli edifici esclusivamente residenziali di qualsiasi altezza ma con superficie utile netta contenuta in 3.000 mq.
Agli edifici residenziali che integrano funzioni terziarie, alle seguenti condizioni:
l’altezza non ecceda i cinque piani abitabili entro e fuori terra;
la superficie utile quale somma delle destinazioni non residenziali non deve eccedere il 30% della superficie utile dell’intero edificio;
le destinazioni non residenziali devono essere ricomprese nelle seguenti categorie funzionali: uffici; commercio di vicinato con superficie
commerciale non superiore a 300 mq; attività
artigianali di servizio comunque compatibili con la residenza; esercizi pubblici, magazzini non pertinenze di altre funzioni;
gli impianti (climatizzazione invernale ed estiva) devono essere comuni fra la funzione residenziale e quella non residenziale (terziarie),
ovvero se è previsto per la parte non residenziale un impianto separato, devono essere soddisfatti i prerequisiti e i crediti obiettivo
dell'area EA.
ll protocollo può essere esteso, in via sperimentale, alle seguenti tipologie costruttive:
edifici residenziali con altezza sino a 10 piani abitabili;
tipologie particolari di edifici, con caratteristiche costruttive e
impiantistiche assimilabili alla residenza (edifici agricoli, agriturismi, edifici ricettivi, convitti, ecc.);
edifici esistenti di cui si realizzino ristrutturazioni importanti (interventi agli impianti di climatizzazione, cambiamenti dell'involucro edilizio e
riorganizzazione funzionale degli spazi interni).
Il processo di certificazione LEED – GBC HOME
Contatti di REGISTRAZIONE CERTIFICAZIONE
VERIFICA DI PROGETTO e REVISIONE PRELIMINARE
VERIFICA DI COSTRUZIONE con ispettori per AUDIT di progetto e di cantiere
REVISIONE FINALE
MAPPATURA PRODOTTI STANDARD LEED®= La certificazione LEED viene rilasciata all'edificio nella sua globalità, non al singolo prodotto; ma è
altresì vero che il punteggio finale attribuito all'edificio, dipenderà in buona parte dalla corretta selezione ed impiego di prodotti conformi.
Occorre innanzitutto procedere alla mappatura delle caratteristiche dei prodotti.
Per "mappatura", si intende l'analisi dei singoli prodotti in termini, appunto, di conformità al LEED (il quale richiede specifiche prestazioni e
caratteristiche dei prodotti). In particolare, è necessario individuare a quali crediti LEED i prodotti possono contribuire, ma soprattutto, essere
in grado di rispondere adeguatamente alle richieste dei soggetti coinvolti in un progetto LEED. In pratica, realizzando una mappatura delle
caratteristiche di conformità del prodotto, verrà data risposta alla seguente, importante domanda: "quanto può contribuire il mio prodotto al
punteggio finale di un edificio Leed?
E’ il termine creato per identificare l'analisi dei singoli prodotti di un'azienda in termini di sostenibilità energetica e ambientale rispetto allo
standard LEED. È di fatto una verifica di terza parte volta a dimostrare che il singolo prodotto è conforme a uno o più dei requisiti dei crediti
LEED. I produttori possono riferirsi a LEED, nella comunicazione relativa ai propri prodotti, assicurandosi che i testi non attestino né
implichino alcuna approvazione formale da parte di USGBC o del programma LEED. Oltre a ciò, il testo deve chiaramente riconoscere che i
requisiti dei crediti LEED coprono le prestazioni dei materiali in genere, non quelle di singoli prodotti o marchi commerciali. Per questo
motivo, i prodotti che rispondono ai criteri prestazionali LEED possono solamente contribuire a far ottenere punti necessari per la certificazione
LEED; non si può dire quindi che presi singolarmente possano far guadagnare punti all’edificio LEED.
I modi corretti e non corretti per riferire i prodotti LEEDa
Accettabili
“il prodotto A contribuisce a soddisfare il credito X secondo LEED”
“il prodotto A è conforme con i requisiti Y del credito X secondo LEED”
NON Accettabili
Il prodotto A è [certificato/qualificato/conforme/accreditato/approvato] LEED ®” “Prodotto LEED®”
“Il prodotto A [incontra/soddisfa/adempie/è conforme a] il credito X”
Ricordando che, le aree di sostenibilità rispetto a cui LEED valuta gli edifici sono: Siti sostenibili (1 prerequisito - 26 punti),Gestione
efficiente dell'acqua (1 prerequisito - 10 punti), Energia, Materiali, Qualità degli ambienti interni (2 prerequisiti, 15 punti) Progettazione e
innovazione (6punti), Priorità regionali (4 punti).
GBC QUARTIERI
GBC Quartieri® è il protocollo di certificazione sviluppato da GBC Italia per i progetti di aree oggetto di riqualificazione o di nuove espansioni,
che promuovono tra gli obiettivi primari le prestazioni di sostenibilità ambientale del territorio, delle infrastrutture, delle dotazioni e degli
edifici sostenibili. GBC Quartieri riconosce il valore degli interventi che promuovono un approccio integrato alla qualità della vita, alla salute
pubblica e al rispetto per l’ambiente.
La certificazione incoraggia le migliori pratiche orientate all’analisi del territorio, alla scelta delle aree in rapporto alla
preservazione ambientale, promuovendo la connessione ai trasporti pubblici, le relazioni di aree con strutture preesistenti, la creazione e
sviluppo di servizi e funzioni sociali.
GBC Quartieri non nasce come uno strumento di pianificazione urbanistica, ma può costituire un utile strumento per le municipalità che
potrebbero adottarlo per la promozione, l’incentivazione e la riqualificazione sostenibile del territorio urbano, o per la stesura di linee guida di
sviluppo.