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ottobre
dicembre 1994
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Consiglio di redazione: Mauro Aglietto, Ignazio Arnbrogio, Agostino Bagnato,
Eridano Bazzarelli, Bemardino Bernardini (direttore responsabile), Sergio
Bertolissi, Jolanda Bufalini, Piero Cazzola, Silvana Fabiano, Pier Paolo Farné,
Paola Ferretti, Carlo Fredduzzi,Ljudmila Grieco Krasnokuckaja, Adriano
Guerra, Claudia Lasorsa, Flavia Lattanzi, Aniuta Maver Lo Gatto, Pietro
Montani, Leonardo Paleari, Giancarlo Pasquali, Rossana Platone, Vieri Quilici,
Carlo Riccio, Nicola Siciliani de Curnis.
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La rivista esce quattro volte l'anno. Ogni fascicolo si compone di 240 pagine e
costa lire 25.000. I fascicoli arretrati costano il doppio.
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Indice
h . PASSATO E PRESENTE
Conversazione con Eugenio Garin............................................................. P a
LET'iERATURA E LINGUISTICA
Arsenij Tarkovskij. Poesie .........................................................................P.
BibliografM italiana di Arsenij Tarkovskij ................................................P e
DOCUMENTAZIONE
Gabriele Mazzitelli. Il Fondo 1.p. E.O......................................................... P
Il Convegno su società e istituzioni russe................................................... P
Il Concorso Slonimskij ...............................................................................P
RUBRICHE
Schede ........................................................................................................ P .
Nella stampa italiana ................................................................................ P .
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La Redazione
Garin
Agostino Bagnato
Lei vede una base storica per questo obiettivo, in Italia. Quali
sono i contenuti fondamentali di questa base, le sue caratteristiche essen-
ziali, professore?
- L'Italia è vissuta da sempre nel contatto con altri popoli, sia sul
piano culturale che mercantile. Si pensi cosa hanno rappresentato Firenze
nel Rinascimento, Venezia nel corso di lunghi secoli per i suoi scambi nel
Mediterraneo, Roma da cui si è irradiato il pensiero cristiano, Napoli col
suo pensiero giuridico e fìlosofico, le Repubbliche marinare. Sono molte
le esperienze significative che punteggiano la complessa storia dell'Italia.
Bagnato
Livorno, per esempio è una città "artificiale" nata attorno al porto che i
Medici costmirono dopo l'interramento del porto di Pisa alla foce
d e l l ' h o . Vi affluirono persone tra le più diverse, a cominciare dagli
ebrei. Ne è nata una comunità dinamica, attiva, vivacissima. Livorno è
per le città quello che l'Australia è per gli Stati. E' un esempio illuminan-
te delle enormi "diversità" su cui fare leva per ricostruire la nazione e
dare dimensione nuova allo Stato.
Il fascismo, col suo infelice nazionalismo, ha offuscato queste pos-
sibilità, e prima ancora il Risorgimento stesso per il modo in cui i Savoia
realizzarono l'unità d'Italia. Ma scavando nella coscienza degli italiani, le
possibilità riemergono in tutta la loro fona. E' questo il patrimonio inso-
stituibile che possediamo, da questo bisogna partire e su questo bisogna
fare leva. Anche perché questo stesso patrimonio spinge alla tolleranza,
alla comprensione reciproca, all'integrazione.
- L'emigrazione italiana può rappresentare un riferimento, nel
senso di costituire una tolleranza di ritorno?
- Anche questo può essere un punto importante di riferimento.
Purtroppo l'Italia unitaria non si è preoccupata di difendere e sviluppare
la rete di scambi e di relazioni culturali, economiche e commerciali che
nel corso dei secoli si era andata creando. Come non ha saputo sfruttare
neppure il dramma dell'emigrazione, che con tanta sofferenza stabiliva
legami d'ogni sorta con paesi lontani, così non ha saputo conservare e
valorizzare il fascino che le sue ricchezze culturali esercitavano sugli stra-
nieri. Il nazionalismo, lo pseudoimperialismo e finalmente il razzismo dei
fascisti, cacciarono fra il '35 e il '38 le ultime colonie straniere che erano
ancora venute a vivere a Firenze o a Venezia.
Perfino i casi di grandi docenti stranieri nelle universitd italiane,
che ancora esistevano nel primo Novecento, sono venuti scomparendo già
con la prima guerra mondiale. La verità è che l'Italia, nonostante le appa-
renze, è diventata sempre più chiusa, capace forse di imitare non sempre
il meglio, piuttosto che di collaborare a creare ai livelli più alti.
B-bbe del resto avere il coraggio di guardare con serena spregiudica-
tezza alla situazione attuale della scuola universitaria italiana.
- Si può tornare indietro, professore? Vede unfuturo possibile?
- Non si tratta di tornare indietro: si tratta di costruire consapevol-
mente il nostro futuro,un futuro che dipende da noi anche se il momento
attuale è tutt'altro che promettente, per più aspetti peggiore anche di quel-
lo da cui usciamo. Bisognerebbe pensare d'urgenza alla scuola, colmando
con serietà una lunga assenza. Bisognerebbe affrontare i problemi della
ricerca, della cultura in genere e della sua organizzazione, dei beni cultu-
Garin