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mercoledì 20 settembre 2006

STIMA FONDI RUSTICI

La differenza tra una stima analitica di un fondo rustico e un bilancio estimativo

1) Calcolo PLV (parte attiva)


2) Calcolo parte passiva (Q + Imp + Con + Sa + St + Sv + I) = Bf
3) Capitalizzazione del Bf (previa ricerca del saggio) : Bf/r = V
Il procedimento è la differenza, ma il concetto di confronto è sempre lo stesso.
Più basso è il saggio r e maggiore è il livello dell’azienda.
4) La novità sarà dunque la ricerca dei Comodi: ossia gli indici di gradevolezza del mercato,
maggiore è il comodo e maggiore sarà il prezzo del bene. Il comodo positivo abbasserà il
saggio mentre il comodo negativo lo alzerà. Dando ad ogni comodo un valore positivo o
negativo di un certo livello a seconda dell’importanza, potremmo quindi sottrarlo o
addizionarlo al saggio, aumentando o diminuendo così il saggio.
5) Altra novità sarà la valutazione delle caratteristiche.
Considerando il valore trovato come valore ordinario, dobbiamo verificare se:
l’immobile che io considero risponde pienamente all’ordinarietà di quel territorio o delle
aziende che vi gravitano intorno. Se ciò non fosse significa che questo valore può essere
rivisto in aumento o in diminuzione a seconda se prevalgono le caratteristiche positive o
quelle negative.
Principali caratteristiche positive:
 stima a cancello chiuso (più capitali agrari)
 fabbricati eccedenti all’ordinario fabbisogno
 cantina
 momentanei appezzamenti di terreno incolti
 ubicazione limitrofa a mercati
 miglioramenti fondiari rispetto all’ordinarietà
 servitù attive
Caratteristiche da valutare se positive negative:
 presenza al momento della stima di frutti pendenti o anticipazioni colturali
 temporaneo aumento del reddito
Principali caratteristiche negative
 fabbricati insufficienti
 mancati interventi di miglioramento
 mutuo ipotecario
 servitù attive
lunedì 25 settembre 2006

Semplificazione della stima analitica

Per accorciare i tempi dell’esecuzione della stima analitica, possiamo applicare delle percentuali
relative alle voci passive del bilancio analitico. Queste percentuali sono soltanto orientative, in
quanto ciascuna azienda ha caratteristiche proprie, e quindi da ciò dipende la variabilità delle
percentuali applicate.
Ciò che determina la differenza è soprattutto il tipo di conduzione e fondamentale è l’ampiezza
dell’azienda, tenendo presente queste differenze è possibile identificare le seguenti percentuali
relative alle voci passive:
 Quote = 18/24 %
 Imposte = 4/10 %
 Spese Varie = 20/30 %
 Salari = 28/35 %
 Stipendi = 6/8 %
 Imposte + Contributi = 6/10 %
lunedì 9 ottobre 2006

STIMA DEI FABRICATI

I fabbricati possono avere diverse destinazioni:


 Civili (abitazioni, negozi e servizi pubblici)
 Rurali ( al servizio dell’azienda agraria)
 Industriali (o commerciali)

La stima dei fabbricati comunque segue la stessa procedura di sviluppo di quella vista per i fondi
rustici e cioè mette in evidenza dopo aver fatto il confronto, tutte quelle caratteristiche intrinseche
ed estrinseche, utili al fine della valutazione.

Caratteristiche estrinseche : ubicazione dell’immobile :


 Presenza nella zona di uffici e servizi pubblici
 Collegamenti viari
 Vicinanze a zone climatiche favorevoli o sfavorevoli
 Intensità del traffico
 Tipologia della zona : residenziale o commerciale.

Le caratteristiche intrinseche ed estrinseche dei fabbricati sono fondamentali nella valutazione di un


immobile. Non sempre agevole è il peso che ciascuna di esse ha sulle valutazioni del bene perché in
ogni situazione può variare l’importanza di esse: un attico in città è sicuramente un elemento
positivo mentre un appartamento all’ultimo piano senza ascensore è sicuramente una caratteristica
negativa.

Caratteristiche intrinseche:
 Esposizione,
 Luminosità
 Orientamento delle facciate
 Panoramicità
 Tipologia dell’edificio
 Superficie commerciale e cubatura
 Esistenza di servitù attiva o passiva
 Numero e ampiezza dei vani
 Grado di rifiniture
 Età del fabbricato
 Impiantistica
 Accorgimenti tecnici (isolamento termico e acustico)
 Caratteristiche statiche
 Stato di conservazione e manutenzione
 Vincoli giuridici (possibili trasformazioni)
 Vincoli legati al piano regolatore (possibilità di esproprio).
Tuttavia è possibile intuire altre caratteristiche.

La valutazione di questi elementi risente di una certa soggettività per tanto è opportuno per
uniformare il giudizio attenersi ad una scala percentuale (3,6,9%) come già fatto per i beni rustici.
Nonostante ciò l’aspetto personalistico rimane e per tanto è opportuno che il perito si riferisca ad
una situazione concreta.
giovedì 2 novembre 2006
STIMA DEI FABBRICATI CIVILI

La valutazine di un fabbricato civile può essere effettuata considerando uno dei seguenti aspetti
economici in funzione dello scopo per cui è richiesta la stima:
1. valore di mercato
2. valore di costo: costruzione o ricostruzione
3. valore di capitalizzazione
4. valore di trasformazione
5. valore complementare
Sono tre i modi per decidere il percorso estimativo da seguire: il committente ci chiede una stima
precisa, non ci viene chiesto niente e dobbiamo valutare lo scopo della stima (scopo economico),
oppure può essere obbligatorio seguire una certa strada.
ESPROPRIO PER PUBBLICA UTILITÀ

L’esproprio è l’unica azione legale che può sottrarre la proprietà privata, è differente dalle servitù in
quanto quest’ultime sono solo momentanee, mentre l’esproprio eccetto casi rari è perenne, ed
avviene (in Europa) quando porta beneficio alla comunità e serve quindi per la società. L’esproprio
per pubblica utilità avviene quando la necessità pubblica sovrasta quella privata. La prima legge fu
emanata nel 1865, poco dopo l’Unità d’Italia, ed è detta Legge Fondamentale, forse è la più equa
mai siglata, le ultime leggi, ma anche a partire dalla seconda, sono penalizzanti per l’espropriario e
favorevoli allo stato. La seconda legge, siglata nel 1884 fu valida sino al 1960.

Legge Fondamentale (25 giugno 1865)


Riguarda 3 argomenti dell’esproprio:
1. L’esproprio totale regolato dall’articolo 39
2. L’esproprio parziale regolato dall’articolo 40
3. L’occupazione temporanea che può essere totale o parziale, regolata dall’articolo 68.

L’esproprio totale
L’indennità da corrispondere al proprietario è il giusto prezzo che a giudizio dei periti dovrebbe
avere l’immobile espropriato in una libera contrattazione di compravendita (quanto verrebbe pagato
il terreno in un mercato ordinario senza speculazioni).

L’esproprio parziale
L’indennità viene stabilita per differenza tra il valore di mercato che avrebbe l’immobileprima
dell’esproprio e quello che potrà avere dopo l’esproprio della parte mancante.

L’occupazione temporanea
Ha una durata massima di 5 anni e l’indennità deve essere riconosciuta sulla base di 1/12
dell’indennità d’esproprio per ogni anno di occupazione, e per ogni mese 1/12 dell’indennità annua,
questo secondo il Testo Unico al 2003.

Legge Per Napoli (Istituita nel 1885)


È stata valida sino agli anni 70, poi ritenuta incostituzionale perché gli espropriati per la legge per
Napoli hanno fatto ricorso al Tar, vincendo. Questa legge venne promulgata per risolvere un grave
problema sanitario che riguardava la città: le frequenti epidemie di colera che avevano origine nei
quartieri spagnoli, i più vicini al porto.
Ovviamente lo stato non poteva corrispondere compensi equi per gli espropriati di tutto il quartiere,
perciò il risparmio fu dovuto alla non equità degli indennizzi.
Il legislatore pensò di applicare una formula che considerava la media del valore venale (valore di
mercato venale, valore dell’oggetto in quelle determinate condizioni) dell’immobile e degli affitti
coacervati (accumulati) nell’ultimo decennio, ma con data certa.
In mancanza di contratto d’affitto si sostituivano le dieci annualità d’affitto con 10 volte il reddito
imponibile catastale su terreni e fabbricati:
Indennizzo→ (Vv + 10 Ca) / 2 in mancanza di canone invece (Vv + 10 Ri) / 2, dove Vv e il valore
venale, Ca il canone di affitto e Ri il reddito imponibile catastale.
Tale legge fu ritenuta anticostituzionale perché fu utilizzata per espropri anche più recenti.
Nella prima formula il canone di affitto oltre ad essere netto nelle spese di parte padronale, era
ancora più basso dei canoni reali, in quanto allora il catasto era di tipo descrittivo, ossia anziché
l’accertamento catastale del valore dell’immobile veniva accettata la dichiarazione del proprietario,
perciò il canone dichiarato dal proprietario era più piccolo a tutto suo vantaggio.
Legge sulla bonifica integrale (emanata nel 1933)
Tale legge obbligava i proprietari dei terreni interessati alla bonifica a compiere determinati lavori.
Qualora ci fossero stati dei rifiuti, lo stato interveniva espropriando il terreno sulla base di un
indennizzo calcolato sul reddito medio annuo (Bf) di tali terreni (bassissimo) capitalizzando al
saggio medio fondiario, fornito al tempo dalle tabelle fondiarie, del 5% con la seguente formula:
Bf / r, con uno scarto massimo i mezzo punto percentuale (o,oo5).
Successivamente ci furono altre leggi di una certa importanza, ma limitate a determinare alcuni
obiettivi, come quella sull’acquisizione da parte dello stato di suolo pubblico.

Legge per l’acquisizione di aree per l’edilizia pubblica (pubblicata nel 1962)
Legge numero 167 del 1962, e resa celebre per la sua importanza poiché fu la prima legge ad
occuparsi dell’edilizia popolare. L’indennità viene calcolata sulla base del Valore venale espresso
nella legge fondamentale del 1865, calcolato però per i 2 anni prima della delibera del comune sugli
espropri. Questa legge f ritenuta incostituzionale, si stabilì così di determinare l’indennità nel
momento in cui si attuava l’esproprio. Il criterio di calcolo fu poi modificato adottando la formula
relativa alla legge per Napoli con un aggiunta del 2 % sull’indennizzo, per ogni anno compreso tra
la data dell’approvazione del piano d’esproprio e la data relativa effettiva all’esproprio.

Legge Bucalossi (redatta nel 1971)


Legge numero 865 del 1971., fu la prima legge che istituì gli oneri pubblici.
Denominata anche legge casa in quanto si propose fra le altre cose di urbanizzare aree ex-agricole
(periferiche) e successivamente acquisirle per realizzare opere di edilizia popolare.
La novità più importante dal punto di vista estimativo è il metodo di calcolo che si basa non più
sulle leggi precedenti, ma sulla base del valore agricolo medio della cultura in atto (V.A.M.)
calcolata da appositi commissioni provinciali nominati dal catasto, costituite da geometri, ingegneri
e architetti. Il valore viene stabilito in base alla rendita presunta dei terreni coltivati. Se esistono
costruzioni su questi terreni, vengono stimati a parte, a valore di costruzione. Se il proprietario è un
coltivatore diretto ha diritto ad un’indennità aggiuntiva uguale al valore agricolo della zona. Anche
per questa legge esiste un’indennità di occupazione ed è calcolata sulla base di 1/20 del V.A.M. per
ogni anno di occupazione; se l’occupazione dura mesi o frazioni di mesi sarà calcolata sulla base di
1/12 dell’indennità annua. Tale legge verrà poi sostituita nel 1977.

Legge sulla edificabilità dei suoli n° 10 (anno 1977)


Istituisce gli oneri urbanistici variabile dal 5 al 10% sul costo di costruzione dell’edificio. Istituisce
anche la concessione edilizia che contiene l’inizio e il termine dei lavori. Di particolare interesse
sono le modifiche che questa legge attua sulle indennità e cioè: se il proprietario accetta quello che
gli viene proposto subito, l’indennità aumenta del 50% e viene pagata entro 2 mesi. Se il
proprietario è coltivatore diretto, l’indennità viene triplicata, non si considera ovviamente l’aumento
del 50% relativo all’indennità promissoria.
Differenze con la legge precedente:
 Trasforma la licenza edilizia in concessione separando il diritto di edificazione da quello di
proprietà
 La tassa comunale (oneri di urbanizzazione) rimane la misura dal 5 al 10%
 Aumento del 50% in caso di accettazione dell’indennità provvisoria
 Si fa sempre riferimento al V.A.M. con delle percentuali in aggiunta a seconda dell’area
dove ricade l’esproprio
 Resta in vigore il V.A.M. x 3 con l’esclusione però dell’aumento del 50% con sentenza 25-
01-1980, alcuni articoli della legge furono ritenuti incostituzionali in particolare per il
V.A.M. che veniva adottato per terreni agricoli quando era evidente la caratteristica di
edificabilità. Per queste aree si devono adottare le leggi espresse dalla legge fondamentale in
materia di esproprio.
Dal 1980 al 1993 non furono emesse sostanziali novità fino all’emanazione appunto della legge
fondamentale in materia d’esproprio. Questa normativa ha il merito di lasciare alle spalle 140 anni
di materia d’esproprio, prevedendo un modello unico di procedimento espropriativi abrogando tutte
le norme precedenti.

Testo unico sull’espropriazione (in vigore dal 1° luglio 1993)


Le principali innovazioni furono le seguenti:
1. Il decreto di esproprio può essere emanato quando: l’opera da realizzare sia inserita nel
piano regolatore generale, vi sia stata dichiarazione di pubblica utilità, si sia determinato
anche in via provvisoria l’indennità
2. Il decreto suddetto ha durata di 5 anni, poi decade.
3. Il passaggio di proprietà avviene con l’esecuzione dell’esproprio e non col decreto
4. L’eventuali controversie (ricorsi) sull’indennità dell’esproprio competono al giudice
ordinario.
Per il calcolo delle indennità non ci sono sostanziali differenze nei confronti delle vecchie leggi, pur
distinguendo aree edificabili ed aree agricole.

Art. 40 Aree non edificabili (terreno agricolo) = V.A.M. + Vc


V.A.M. (coltura effettivamente praticata) + valore di costruzione o ricostruzione degli
eventuali manufatti. Qualora l’area non sia coltivata realmente l’indennità è pari al V.A.M.
della coltura prevalente nella zona. Per il proprietario che cede volontariamente l’immobile,
l’indennità verrà aumentata del 50% = V.A.M. x 1,5 (cessione volontaria). Se il proprietario
è coltivatore diretto il V.A.M. viene moltiplicato x 3 senza tener conto dell’aumento del
50%. Se il fondo è coltivato da almeno 1 anno dall’affittuario o dal mezzadro a loro spetta
un’indennità aggiuntiva pari al V.A.M. percepito dal proprietario.

Art. 37 Aree edificabili (Vv + 10 Rd) / 2


L’indennizzo si ottiene dalla media aritmetica del valore venale della zona dell’area più 10
volte il reddito domenicale del terreno rilevato all’attualità, diviso due. Questa indennità vale
se il proprietario accetta l’indennità provvisoria, altrimenti si applica la riduzione del 40% :
[(Vv+Rd10)/2] x 40%. Nel caso in cui l’Area sia coltivata per scopi agricoli al proprietario
spetterà una indennità aggiuntiva pari al V.A.M. della coltura affettivamente pratica
Questo articolo è molto simile a quello della legge per Napoli, con la differenza che la
rendita domenicale è aggiornata all’anno prima.

Art. 38 Nel caso in cui sull’Area via sia una costruzione legittimamente edificata l’indennità
risulta determinata pari al valore venale, se fosse abusiva la costruzione non verrà presa in
considerazione

Art. 36 Nel caso in cui l’esproprio riguardi opere private di pubblica utilità che non
rientrano nell’ambito dell’edilizia residenziale, l’indennità in questo caso è determinata sulla
base del valore venale (valore di mercato ordinario)

Art. 50 Occupazione temporanea di aree non soggette ad esproprio


Nel caso di un terreno al proprietario è dovuta un’indennità pari ad 1/12 dell’indennità
calcolata sull’area per ogni anno di occupazione: 1/12 x ind. ogni anno; per ogni mese
invece è così calcolata: 1/12 ind. annua. Il medesimo calcolo è valido per i terreni agricoli
coltivati considerando però il V.A.M., ossia 1/12 V.A.M. (per l’anno) mentre per ogni mese
1/12 dell’annuo.
SUCCESSIONE EREDITARIA
È un passaggio di beni, colui che defunte lascia dei beni che vanno ai familiari fino al quarto grado,
ovviamente con una scala gerarchica di diritti. La successione è regolata in parte dal diritto ed in
parte dal defunto. Per questo si differenziano due successioni: una testamentaria e una legittima.
 Successione testamentaria: si ha quando il defunto lascia le sue volontà scritte, le volontà
hanno un limite di legge, perché una parte è obbligatoriamente legata già ai familiari. Ci
sono quote disponibili che il defunto può lasciare a chi desidera, e quote necessarie che per
legge deve lasciare ai familiari
 Successione legittima: è quando tutti i beni automaticamente vanno ai familiari in quanto il
defunto non ha lasciato niente di scritto, seguendo quote prestabilite dalla legge.
 Una terza successione è quella necessaria, quando la successione testamentaria non rispetts
le quote legittime.

Il geometra in caso di richiesta di stima di una successione di immobili deve seguire la seguente
scala di stime da svolgere:
1. Stima per riunione fittizia
2. Stima per collazione
3. Stima per divisione
4. Stima per accertamento di lesione oltre il quarto

1. Prima di procedere con la divisione, il geometra deve accertarsi che il defunto non abbia
intaccato la quota legittima di qualunque erede. Si ricorre alla riunione fittizia che consiste
nello stimare tutti i beni lasciati detraendo quelli che sono i debiti e tenendo conto delle
donazioni fatte in vita.
2. La collazione fa parte della riunione fittizia. La collazione fa la somma di tutte le donazioni
effettuate in vita da parte del defunto, sia mobili che immobili. Obbligo da parte degli eredi di
conferire tutti i beni ricevuti in donazione dal defunto, in conclusione la collazione quindi è
strumento utile per la formazione della massa ereditaria.
3. La divisione ereditaria prevede tre tempi:
I. Stima dell’asse ereditario (per i singoli beni)
II. Divisione di diritto
III. Divisione di fatto
La divisione di fatto è complessa perché sono stimati dei beni, ed il valore da conferire agli
eredi nella divisione di diritto invece è una monetizzazione ipotizzata. Per questo ci saranno
eventuali problemi.
 Stima dell’asse ereditario (per i singoli beni): riguarda beni immobili e mobii
e deve essere effettuata al prezzo di mercato al momento dell’apertura della
successione. Titoli e denaro liquido costituiscono una riserva utile per
eventuali conguagli tra gli eredi. Per il valore di mercato si intende il valore
venale dei beni, cioè nello stato in cui si trovano al momento della
successione.
 Divisione di diritto: la formazione delle quote che lo attuano vengono
determinate dalla legge per la divisione legittima, in relazione al testamento
per la successione testamentaria. Al coniuge spetta 1/3 dell’eredità, e al figlio
o eventuali figli toccherà il restante 2/3.
 Divisione quote di fatto: segue i seguenti punti che non sono vere e proprie
regole, ma piuttosto consigli:
 Evitare di dividere sia terreni agricoli sia terreni edificabili, perché
ciò potrebbe comportare una grave svalutazione del bene stesso. Per
i terreni agricoli potrebbero scendere sotto la minima unità
colturale; per terreni edificabili scendere sotto l’ampiezza
edificabile.
 È necessario fare in modo che ciascuna quota entri in parte uguale
nelle varie tipologie di beni (mobili, immobili, denaro, azioni)
 Fare in modo che le quote di fatto corrispondano quanto più
possibile a quelle di diritto, riducendo i conguagli in denaro.
 Evitare di formare delle servitù, soprattutto quelle prediali.

ANNULLAMENTO E RESCISSIONE DELLA SUCCESSIONE

Si ha la rescissione quando uno degli eredi prova di essere leso oltre il quarto, perciò la rescissione
o l’annullamento può avvenire solo per la successione testamentaria, quando il decuius lascia ai
successori con differenza tra loro superiori ad ¼ del patrimonio totale.
L’azione si prescrive in due anni dal giorno in cui è stata eseguita la divisione, ovvero da quando è
letto il testamento.
I doveri degli eredi si rifanno all’imposta di successione e/o donazione, entro sei mesi dall’apertura
della successione del decuius. L’erede deve presentarsi entro sei mesi all’ufficio del registro della
provincia del defunto e denunciare la sua eredità.
Al valore denunciato (relativo all’asse ereditario) andrebbe aggiunto un importo pari al 10% per i
beni mobili avuti in successione. Le percentuali di imposta di successione possono essere verificate
nel momento in cui si fa la successione.

MILLESSIMI CONDOMINIALI E RIPARTO DELLE SPESE COMUNI

In un condominio ci sono proprietà esclusive dei singoli condomini e proprietà comuni, per ciò che
riguarda le proprietà comuni è necessaria un’attribuzione delle spese per la manutenzione e gestione
delle stesse proprietà in proporzione alle quote di proprietà di ciascun condomino.
Quando il condominio supera le 10 unità immobiliari è obbligatorio un regolamento condominiale,
il quale stabilisce regole di convivenza tra i condomini, e deve stabilire anche la tabella dei
millesimi di proprietà, indispensabile per stabilire le spese comuni.
Una tabella millesimale si può realizzare utilizzando due procedimenti:
1. si basa sui valori di mercato delle singole unità
2. si basa su alcuni parametri (superficie o cubatura)
1) si determina attraverso una stima a valore di mercato di ciascuna unità
immobiliare e si sommano i valori trovati uguagliando la somma ottenuta a mille
(ecco perché si chiamano millesimali). Quindi avremmo per ciascuna unità
immobiliare la seguente proporzione → Vt : 1000 = V1 : X; ove Vt è la somma dei
singoli valori. Il rapporto 1000/Vt è sempre costante e perciò andrà moltiplicato per
V1, V2, V3, ecc. .
ESTIMO FORESTALE

Stima dei Boschi


Possono essere classificati in base al governo.
Il governo del bosco è il modo in cui rinnovare il bosco stesso e sono sostanzialmente due: fustaia e
ceduo.
 Il fustaia comporta un governo del bosco con un rinnovamento per seme o per trapianto di
piantine provenienti da vivai. In genere si fa crescere fino all’età del massimo tornaconto. Il
tornaconto è un termine economico che indica il miglior momento per tagliare il legname
ottenendo la miglior quantità di legname. Un bosco di abete a fustaia per esempio con le
piante inserite oggi, il massimo tornaconto lo si avrà tra 25 anni, quando il volume del
legname (mc) sarà al massimo.
Generalmente il legname ottenuto del governo a fustaia è assai pregiato ed utilizzabile per
realizzare manufatti di pregio.
 Il governo Ceduo invece viene interrotto l’accrescimento naturale dell’albero con dei tagli
periodici sfruttando le capacità di queste specie di emettere polloni dalla ceppaia rimasta per
terra. Si distinguono varie forme di governo del ceduo e sono:
1. ceduo semplice
2. ceduo matricinato
3. ceduo composto
1) è costituito solo dai polloni che nascono dalle ceppaie, con
riproduzione spontanea
2) è un ceduo con circa 50 piante per ettaro dette matricine, le quali si
incaricano di produrre seme e disseminarlo sul terreno, generando
così nuove piantine. Le matricinature stanno in produzione al
massimo fino a 3 turni, un turno dura dai 12 ai 25 anni, verranno
poi tagliate e lasciate solo quelle più giovani.
3) il ceduo composto si può considerare una varietà di ceduo-
matricinato, ma si distingue da questo per il numero delle
matricinature, in quanto il numero è superiore a 120 per ha.
Possiamo considerarlo un insieme di ceduo e fustaia.
Il turno del ceduo può essere breve se non supera i 15 anni, medio inferiore se giunge ai 25 anni e
alto se supera i 35 anni.

Classificazione in base al trattamento


Per quanto riguarda la fustaia il taglio può essere:
 raso: cioè quando il bosco viene tagliato nel momento della sua maturità e il rinnovamento
viene effettuato per piantagione artificiale
 successivo: quando l’abbattimento delle piante è svolto in più tempi, in turni di circa 30
anni.
 Saltuario: quando vengono abbattute soltanto le piante che hanno raggiunto la maturità. Di
conseguenza avremmo un bosco disertarlo. In questo caso il taglio viene fatto ogni 5 anni.
Per quanto riguarda il ceduo il taglio può essere:
 a ceppaia: quando il taglio si effettua all’altezza del colletto
 a capitozza: quando il taglio si effettua al livello dell’inserzione dei rami
 a sgamollo: quando il taglio si effettua tagliando solo i rami laterali.
Ipsometria
È la scienza che studia l’altezza delle piante in piedi, come la dendometria è una scienza che valuta
i boschi.
I metodi di calcolo sono differenti:
1) metodo delle paline:

2) metodo della croce del boscaiolo (resa obsoleta dal Benn Leiss), è costituita da uno
strumento di 2 asticelle di ugual lunghezza inserito ad angolo retto, l’operatore spostandosi
potrà rilevare l’apice e la base dell’albero:

Dendometria
È la scienza che misura il volume dell’albero e dei boschi coetanei e disetanei.
Per la misurazione dei diametri si usa il cavalletto dendometrico, attraverso questo parametro,
conoscendo l’altezza, possiamo calcolare la cubatura del legname abbattutop e del legname già
lavorato (travature).

 Formula di Huber:

Ove Sm è la sezione media

 Formula di Smaliam:
 Formula Cavalieri:

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