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Matias Augé / Adrien Nocent / Marcel Rooney Ildebrando Scicolone / Anscar J. Chupungco Achille M. Triacca 6 Panno liturgico: storia, teologia e celebrazione marietti II. Vavvento Bibliografia essenziale F. Nocurs, Oi en est la question des origines de l’Avent, QLP, 16 (1935), 221-232, 257-267; Ip., Avent et avénement d'apres les anciens sacramentaires, QLP, 18 (1937), 233-247, 279-297; W.Croce, Die Adventmessen des rémischen Missale in ibrer ge- schichtlichen Entwicklung, Z£kTh, 74 (1952), 277-317; A. CHavasse, L’Avent romain du VI‘ au VIII" siécle, EphLit, 67 (1953), 297-308; W. Croce, Die Adventsliturgie im Licht ibrer geschichtlischen Entwicklung, ZfkTh, 76 (1954), 257-296, 440-472; A. CHAVASSE, Le Sacramentaire Gélasien, Tournai 1958, 412-426, 641-643; J. Huy, L’Avent, LMD, nr. 59 (1959), 10-24; M.RicHETt1, Manuale di Storia Liturgica, 11, Milano 1969’, 56-64; Aa. Vv., Tempo di Avvento - Natale - Epifania nel nuovo Messale Romano, RivLit, 59/5 (1972); A.Nocent, Célébrer Jésus Christ, 1, Paris 1975, 49-247 [tr. it. Celebrare Gesti Cristo, I, Assisi 1976, 43-139]; P. Joune, L’Avent, in A-G. Marti mort, L’Eglise en priére, IV, Paris 1983, 104-111 [tr. it. La Chiesa in preghiera, IV, Brescia 1984, 112-119]; H. Aur per Maur, Feiern im Rhythmus der Zeit I, in Aa. Vv., Gottesdienst der Kirche, V, Regensburg 1983, 179-185 (Advent); A. BERGAMINI, art. Av- vento, in Nuovo Dizionario di Liturgia (a cura di D. Sartore - A.M. Triacca), Roma 1984, 137-139. 1. Formazione e evoluzione La liturgia dell’Avvento si & formata progressivamente a partire dal IV secolo. Verso la fine di questo secolo, in Gallia e in Spagna esiste gia un periodo di preparazione alla festa di Natale. La Chiesa di Roma vi ha scorto Vinizio del mistero pasquale ed é naturale che ci si preparasse ad esso come ci si preparava alla Pasqua. Ma proprio a Roma, dove ebbe origine la festa del Natale, tale preparazione incomincera soltanto a meta del VI secolo. Cercheremo di spiegare questo ritardo. Prepararsi all’incarnazione di Cristo presuppone una precisa comprensio- ne del significato della celebrazione del Natale. Abbiamo gia avuto modo di constatare che sant’Agostino la considerava come una semplice memoria, mentre san Leone Magno intravedeva in essa una sorta di sacramentum”?. Se si adotta il modo di comprendere il Natale proprio di Agostino, riesce difficile capire come una liturgia autentica possa collocare il cristiano nell’at- tesa di cid che gia & stato compiuto nel passato. In tal caso, l’Avvento sarebbe soprattutto se non esclusivamente un periodo di attesa volto alla Chr. p. 179. 194 Vanno liturgico - parte II venuta di Cristo nell’ultimo giorno. Nella prospettiva di san Leone invece, che considera il Natale come attualizzazione della nascita di Gesu, il tempo dell’Avvento pud essere una liturgia autentica, tanto della Nativita che della seconda venuta di Cristo. Il Concilio di Saragozza del 380 impone ai fedeli di partecipare quotidianamente alle riunioni ecclesiali dal 17 dicembre al 6 gennaio. Nel VI secolo, san Gregorio di Tours menziona un tempo di penitenza che va dall’11 novembre a Natale. Durante .questo periodo si digiuna tre volte la settimana; _pit tardi questo periodo verra chiamato « la quaresima di S. Martino » *. E questa l’epoca in cui ’Avvento tendera ad assumere la stessa ampiezza “della Quaresima. . A Roma, ma solo verso la meta del VI secolo, compare una liturgia dell’Avvento scaglionata nell’arco di sei settimane. La sesta domenica, tutta- via, non ha celebrazione eucaristica: l’introduzione delle Quattro Tempora esige infatti che la messa venga celebrata durante la notte tra il sabato e la domenica *, la quale percid resta vacante. Con san Gregorio Magno il numero delle domeniche di Avvento @ ridotto a quattro. La genesi dell’Avvento si configura quindi tra il IV e la meta del VI secolo. Ma mentre, fin dall’origine, questo periodo é generalmente un tempo di digiuno che s’inquadra via via in una celebrazione liturgica, a Roma & considerato in un’ottica immediatamente liturgica, in rapporto appunto con il Natale celebrato per la prima volta nel 336. Questo rapido percorso potrebbe perd falsare le realta teologiche. Infatti, dal momento in cui nella liturgia di Roma il Natale assume maggiore impor- tanza, il significato dell’Avvento si sdoppia: se questo periodo, soprattutto fuori Roma, é preparazione alla nascita del Signore, esso é anche attesa della sua parusia. Questa sovrapposizione é tale che é difficile dire, a proposito della scelta delle letture o dei testi eucologici, se si tratti di una preparazione alla parusia o alla nativita. Se l’aspetto escatologico, peraltro sempre presen- te in ogni celebrazione liturgica, non é sfuggito alle liturgie non romane che hanno preceduta nella loro celebrazione la Chiesa di Roma, esso acquista tuttavia particolare rilievo proprio quando questa liturgia prende piede nel- T'Urbe. Due questioni si pongono a proposito dell’Avvento romano. Come si é appena visto, tracce di celebrazioni dell’Avvento sono reperibili fin dal IV secolo, ma sempre fuori Roma. Perché proprio a Roma, dove é sorta la festa del Natale, l’Avvento é stato celebrato cosi tardi? Altra questione: come spiegare, nella celebrazione romana dell’Avvento la forte accentuazione po- sta sulle duc dimensioni dell’attesa proprie dell’Avvento? Anche se non é possibile avanzare per il momento risposte definitive, @ tuttavia consentito formulare delle ipotesi. Roma considerava il Natale soltanto una festa preparatoria a quella di Pasqua. Per i romani era una sorta di Pasqua incoativa ed essi intendevano » Questo digiuno, infatti, iniziava I'11 novembre, festa di S. Martino. % Questo si verificher’ per tutti i sabati delle Quattro Tempora, Abbiamo potuto constatare che gli scrutini iniziarono la terza domenica di Quaresima perché la seconda rimase vacante dopo che la celebrazione del sabato delle Quattro Tempora si svolse di notte: cfr, A. NoceNt, in Anamnesis, 3/1, Genova 1986, 56. il tempo della manifestazione 195 dare alla Pasqua tutta 'importanza di una preparazione che comprendera, fin dal IV secolo, l’organizzazione catecumenale. Essi, inoltre, volevano riser- vare alla Pasqua il suo posto centrale nel mistero della salvezza. Daltra parte, la sensibilita biblica e istintivamente teologica dei fedeli si concentrd sulla festa del Natale e cid comporté la celebrazione di una duplice attesa in sintonia con il mistero pasquale inteso come l’inizio del trionfo sul male. San Leone Magno, che non conobbe la celebrazione dell’Avvento a Roma, colle- ga, al pari di altri Padri della Chiesa, l’arrivo del Signore a Betlemme al suo secondo avvento glorioso alla fine dei tempi. Per essi Natale, attraverso Tumilta del presepio, @ gia una festa di trionfo connessa al trionfo redentore della croce come al trionfo finale di Cristo al momento del suo definitivo ritorno. La preparazione al Natale si arricchi quindi in modo del tutto naturale e rivesti queste due prospettive. Il termine « adventus », mutuato dal vocabolario pagano, e che percid significa « arrivo, venuta; anniversario di un arrivo, di una venuta », assunse il valore semantico di attesa e di preparazione. II termine designd dapprima la nascita del Signore e l’anniver- sario di tale nascita, quindi la preparazione a questo evento e infine l’attesa della seconda venuta di Cristo ”. Una tabella presentera ora le letture delle domeniche del tempo di Avven- to nella liturgia romana. i 2a 2b 3 4 Ger 23,5-8 Dom.I — |Rm13,11-14 Rm13,11-14 Gv 65-14 |[Mt211-9 |Le 10,3-11 |Le 21,33-35 Ger 23,5-8 Dom. IT Rm13,11-14|Rm 15,4-13 Mt 211-9 |Le21,25-33 |Mt21,1-9 |Me11,2-20 Dom. 1 |Rm 15,4-13 Rm 15,4-13 |Fil 4,4-7 : Le 21,25-33 |Mt 11,2-10 |Le 21,25-33 |Gv 1,19-28 Dom.ty |! or4.t5 1Cor 4,1-5 |1 Cor 4,1-5 a Mt 11,2-10 |Gv 1,19-28 |Mt 11,2-10 |Lc 3,1-6 Dom.v |Fil447 Fil 4,4-7 Gv 1,19-28 Gv 1,19-28 Dom. VI Vacat 1 =Epistolario del Lezionario di Wiireburg 2a = Evangelario di Wurzburg nella sua prima fase 2b = Evangelario di Wiirzburg nella sua seconda fase 3 Lezionario ed Evangelario di Murbach 4 =Messale del 1570 » J. Hip, L’Avent, LMD, nr. 59 (1959), 10-24. 196 anno liturgico - parte II Riservando ad un secondo tempo l’esame delle letture dell’Avvento di oggi in base al Lezionario del Vaticano II, suggeriamo alcune osservazioni sulle letture, proposte dagli altri lezionari della liturgia romana dopo la creazione dell’Avvento. Tra il Lezionario e ’'Evangelario di Wiirzburg ** e il Messale del 1570 notiamo una certa continuita nella scelta dei vangeli, anche se le relative pericopi sono attribuite a domeniche diverse. Mt 11, 2-10 0 11, 2-20 (Gio- vanni Battista invia i suoi discepoli a Gesii per interrogarlo sulla sua persona- lita) & utilizzato in tutti i lezionari presi in esame. Mt 21, 1-9 (il racconto dell'ingresso festante di Gest a Gerusalemme) @ letto per una domenica in tutti i lezionari, tranne nel Messale del 1570. Le 21, 1-9 (annuncio della distruzione del Tempio e dei falsi profeti) & adoperato nell’Evangelario di Wiirzburg nelle sue due fasi e in quello di Murbach. Da notare che Gv 1, 19-28 (la testimonianza di Giovanni Battista su Gesti) @ proclamato tanto dall’Evangelario di Wiirzburg che dal Lezionario di Murbach. Nella sua prima fase l’Evangelario di Wiirzburg ha scelto per la prima domenica Gv 6, 5-14 (la moltiplicazione dei pani). Tale moltiplicazione ha infatti il caratte- re di un duplice annuncio: quello del banchetto messianico della fine dei tempi e quello dell’eucaristia e di Cristo presente oggi con noi. Il Sacramen- tario di Verona ricorre all’espressione nativitas panis aeterni *’. Per la lettura di Paolo, la scelta di Rm 13, 11-14 (la salvezza & vicina) é comune a tutti i lezionari. Lo stesso si dica per Rm 15, 4-13 (Cristo viene a compiere le promesse fatte dal Signore al suo popolo). Da rilevare altresi la scelta, nei lezionari, di 1 Cor 4, 1-5 (non giudicare prima del tempo, ma aspettare la venuta di colui che svelera quanto & nascosto). Pud essere interessante esaminare pitt da vicino in che modo il Messale del 1570, che ha preceduto quello del Vaticano II, presenti l’Avvento. La I domenica annuncia la fine dei tempi e la prossimita del regno di Dio. La lettura continua praticamente quella dell’ultima domenica dell’anno. Nella II domenica Gest ci illumina sulla sua personalita. I segni che egli opera annunciano chi egli sia e la presenza del regno. Nella III domenica, Giovan- ni Battista annuncia la venuta del Messia. La struttura di questo lezionario é dunque evidente: mentre le prime due domeniche sono piuttosto orientate verso l’escatologia, le ultime due si soffermano maggiormente sulla venuta del Verbo nella carne. L’eucologia dell’antico Avvento merita di essere segnalata. Chiaramente il Sacramentario di Verona non ci da alcun formulario per l’Avvento poiché qucsio periudo gli é del tutto ignoto. In esso tuttavia troviamo dei formulari di messe per le Quattro Tempora di dicembre. Queste Quattro Tempora saranno pit tardi inserite nell’Avvento romano, senza perd costituirne né il punto di partenza né la base. La sezione XLIII: In Ieiunio Mensis Decimi ** * Pare che questo Evangeliario abbia conosciuto due fasi e che, nella prima, la lettura evangeli- ca della I Domenica fosse Gv 6, 5-14. Nel qual caso occorre arretrare le altre domeniche. Si avrebbero allora non quattro, ma cinque domeniche. Cfr. G. Morin, Liturgie et basiliques de Rome au milieu du VII" siécle d'aprés les listes d’évangiles de Wiirzburg, RevBénéd, 28 (1911), 296-330. 1, cit, nr. 1313. °© Toi, ner. 1294-1330. il tempo della manifestazione 197 offre taluni formulari interessanti. Notiamo un prefazio che si inscrive nella linea dell’attesa di Cristo ”. Un altro prefazio merita una particolare menzio- ne: « ...u¢ non solum terrena fertilitate laetemur, sed nativitate(m) panis aeter- ni purificatis suscipiamus mentibus honoranda(m) » ©. Dal Sacramentario Gelasiano si hanno i primi formulari dell’Avvento nella liturgia romana. Essi si presentano perd in disordine. Per facilitare lo studio del loro contenuto teologico, é utile ricollocarli nell’ordine esatto. E quanto ci propone A. Chavasse in una tabella che qui riproduciamo. onic | onto | orto | Se | Prefatio | asomunio Dom. I 1120 1121 1125 1122 1123 1124 Dom. IT 1126 1127 1128 1129 — 1130 Dom. III} 1136 1131 1132 1133 _— 1134 Dom. IV} 1140 1135 1137 1138 —_— 1139 Dom. V 1141 1142 1143 1144 — 1145 Finora abbiamo preso in esame soltanto la liturgia delle domeniche. Dob- biamo tuttavia ricordare che il Lezionario di Murbach ci presenta delle letture per il mercoledi e il venerdi di ogni settimana: Settimana I Settimana II Settimana IIT Settimana IV 27s 1,3-10 | Ge5,7-10 M1 3,1-18;4,6 | Is 2,2-5 Mercoledi Is 7,10-15 Le 10,3-11 | Mt 3,1-6 Mt 11,11-14 | Le 1,26-38 Ts 11,1-5 Venerdi | ue 13,3337 |Lc3,718 | Mt11416 — | Lc 1,39... Is 19,20-22 Is 35,17... Sabato Is 40,9-11 Quat. Ts 45,1-8 Temp. 2 Ts 2,1-8 Dn 3,47-51 » Ivi, nr. 1297. © Toi, nr. 1313. 198 Vanno liturgico - parte II Questi mercoledi e venerdi richiamano i due giorni stazionali che gia esistevano nei primi tempi del cristianesimo e che costituivano forse una sorta di prolungamento della consuetudine ebraica di digiunare due volte la settimana, come é indicato da Lc 18, 12. Questi due giorni sembra abbiano rivestito un significato particolare: il mercoledi, la congiura contro Gesu; il venerdi, la passione. In un’orazione del Sacramentario Gelasiano c’é un’allu- sione abbastanza trasparente al significato del mercoledi: « Praesta quaesu- mus, omnipotens et misericors Domine, ut sicut in condamnatione Filii tui salus omnium fuit piaculus perfidorum » °. Lo stesso si pud dire per un’ora- zione del Sacramentario Gregoriano: « Respice, Domine, quaesumus super hanc familiam tuam, pro qua Dominus noster Iesus Christus non dubitavit manibus tradi nocentium et crucis subire tormentum » °. Nel Lezionario di Wiirzburg troviamo, in blocco, in mezzo alle domeni- che dopo Pentecoste, le epistole e i vangeli per i mercoledi e i venerdi. Negli antichi libri liturgici la VI domenica di Avvento é del tutto sprovvi- sta di formulari e si trova l’annotazione dominica vacat. Questo perché la celebrazione del sabato delle Quattro Tempora avveniva di notte tra il sabato e la domenica, e la messa della domenica era percid soppressa. Pit importante @ la costituzione di un tempo di preparazione immediata alla Nativita a partire dal 17 dicembre. Con i Vespri di questo giorno hanno inizio, al Magnificat, le cosiddette antifone O, cioé le sette antifone mag- giori: O Sapientia, O Adonai, O Radix Jesse, ecc. Queste antifone furono probabilmente introdotte al tempo di san Gregorio Magno. Erano intonate in modo solenne, la prima dal vescovo o dall’abate nelle chiese abbaziali, le altre dai sacerdoti rivestiti di piviale, accompagnati da accoliti recanti ceri... Durante il canto del Magnificat veniva inoltre fatta squillare la campana maggiore della chiesa. Le raccolte di usi locali, e in particolare le cronache e i cerimoniali monastici, descrivono con toni compiaciuti i riti che accom- pagnavano il canto di queste antifone. Durante tutto l’Avvento si sono moltiplicate le antifone che ricordano la Vergine Maria e il suo ruolo. Queste quattro settimane costituirono cos! il vero mese della Madonna, la cui teologia venne in tal modo sviluppata liturgicamente durante la celebrazione dell’Avvento. 2. La celebrazione dell’Avvento, oggi Come ha fatto per altri tempi dell’anno liturgico, il Vaticano II ha arricchi- to notevolmente di letture bibliche il periodo dell’Avvento. I tre cicli per le quattro domeniche, le letture quotidiane della messa durante queste quattro paar presentano un tesoro considerevole, degno di un’attenta ca- techesi. ® V, cit, nr. 345. © J. Desnusses (ed.), cit., nr. 327. 199 il tempo della manifestazione Shee ‘TOT ors ‘Ol 4a (age) oT ‘¢ OTN wuoquslg pe ozunuuy >| fwoosg :201p opuauaa o1sHIy D | amsowed asp ry 19J0) D OT PT ZT-8 CTL Wes Z 8e-97 T_T L767 ‘OT OY our e ee & orzunuuy g IN) & OI PPATT oFIstUI [[ g | NUEAEP asduras sad eseD eM eT g 7-81 ‘TW LUT oy Lor ‘L ST oqie,, [PP auoIZEUIeDUT addasnin & oizunuuy Vy |aured eB] Opuodas aplar(] ep O1eN] V growed auysiaa eu V AL STO ‘€ OT Ley Td SIP ‘€ JOS aquaiod md oun aust, 3 Ib 2 asoulig [J [POI 5 a1 UT 2 OI jROID 87-61 8-9 ‘T AD 7-91 ‘C SLT IL-O1 ‘ZT ‘19 ST Jou & ozzau ut oIstID g | arouSig jap emnuaa uy Jad BOI) g woaod Te eyjasou euong g OTL 6 2D PIOID) TEZ ‘IT WW arouBsIg O18 OT ‘SE ST __ | “Pruerssour dusos rp ezuasazg Tuas 2 juorsuend y | Jap wNUaA eTE OU ezuaZeg y| dwar Jap juss quoIdHEND y Ir 9-1 € OT IL-8 Ob T Td ols 3g arousig Jap efA e] areredarg D |aiousig [I eLIeA opuenb ousoss [J D |aresseqqe OuOs oura}a SUTTOD aT D ST ‘TOW PTS ‘€ 1dZ IL-6 ‘ST ‘OP ST a10UZIg Jap >A a aiesedarg asousig Jap via vy areredarg g evaonu Bia] a TAONU TID g ayea ve] arewjoy g reisteg TUUBAOTS) zit ‘€ aN 6b ‘cr WY OIL ‘TT SI Ip oioumusAAy auousig Jap IA vy azeredarg y | nsac ur aiezzyfear assautord aT y | ax0UBIg Jap oustdg of my IP ng y II | IEE BEST TZ_OT Z‘p-21‘€ SLT OTP ‘ee PD 318189, > |atousig [E EXIM opunb ousory IT > viznsni 1p offourse8 [] > LEEE “ET OW 6€T FOOT (3q2) L-T'b9*6T'LE-9T€9 ST a1eysaq arousig Jap ours [] g assapueds OIC] 2S g pele ‘bz IN TTL ‘et Wy SIZ ST srousIg [op a1UE]8IA vsnY areysaq V OUDIA 2 our! [I y oueunpes Is jwoizeu a] I OTAONVA OTOLSOdV VLadOud AHOINAWOG OLNAAAY.TTAC AHOINAWOC ATTAC AMN.LLAT 200 Vanno liturgico - parte I Il nuovo calendario romano, al nr. 39, si & premurato di esprimere il significato dell’Avvento: « Il tempo di Avvento ha una doppia caratteristica: ¢ tempo di preparazio- ne alla solennita del Natale, in cui si ricorda la prima venuta del Figlio di Dio fra gli uomini, e contemporaneamente é il tempo in cui, attraverso tale ticordo, lo spirito viene guidato all’attesa della seconda venuta del Cristo alla fine dei tempi ». Esso coinvolge l’intero lezionario: la scelta delle singole pericopi evangeli- che non solo conferisce ad ogni celebrazione la sua particolare colorazione liturgica, ma determina, perlomeno per i grandi tempi dell’anno, la scelta delle altre letture duttilmente armonizzate con essa. Pit suggestiva di un lungo commentario sulla teologia dell’Avvento risul- tera la tabella a p. 199. Come si notera, le domeniche segnano una continua progressione parten- do dal secondo avvento, legato all’ultima domenica dell’anno, pure sottinten- dendo sempre la nascita di Ges, per arrivare all’incarnazione del Verbo. Il numero delle pericopi scritturali & impressionante e conferisce alla celebrazione dell’Avvento una ricchezza teologica incomparabile. Si notera la discreta armonizzazione tra le tre letture della stessa domenica. Siamo dun- que invitati a leggere e a studiare i testi nel loro reciproco legame nell’ambi- to della celebrazione di una stessa domenica, ma anche nel loro legame con i testi delle domeniche successive. Un semplice sguardo alla tabella delle letture nella tradizione romana ® consentira al lettore di rendersi conto di come le letture del Lezionario del Vaticano II si siano ampiamente ispirate alla scelta dei lezionari precedenti. Ma il lezionario attuale propone anche due lezioni proprie per ogni giorno delle quattro settimane di Avvento: ulteriori ricchezze che purtroppo ci @ impossibile commentare qui. Ci limite- remo ad offrire una brevissima sintesi delle sole letture domenicali. La tonalita di fondo che percorre Ia I domenica é quella dell’attesa vigilan- te del Signore. Egli annuncia il suo ritorno. Dobbiamo stare all’erta. Le nazioni si riuniranno. Il giorno é vicino (ciclo A). Aspettiamo infatti che il Signore Gest si riveli. Se viene, tutto sara restaurato, l’universo e ciascuno di noi (ciclo B). Occorre vigilare ed essere pronti a comparire in piedi davanti al Figlio dell’uomo. Un germoglio di giustizia si instaurera alla fine dei tempi per cui dobbiamo stare saldi e irreprensibili (ciclo C). Se il regno dei cieli & vicino, occorre preparare le vie. E il tema specifico della II domenica di Avvento. Lo Spirito @ sul Signore e in lui le promesse sono confermate (ciclo A). Preparare le vie significa preparare un mondo nuovo, una terra nuova (ciclo B). Dobbiamo saper vedere la salvezza di Dio, indossare il manto della giustizia e rivestirci dello splendore della gloria del Signore (ciclo C). La III domenica presenta i tempi messianici. Dio viene a salvarci, la sua venuta é prossima, le guarigioni sono i segni della sua presenza (ciclo A). Tra noi c’é qualcuno che non conosciamo. Esultiamo per la presenza di chi & segnato dallo Spirito (ciclo B). Uno pit: potente di Giovanni Battista deve © Cfr. la tabella a p. 199. 201 il tempo della manifestazione olunuiwosisog = 2g (H{ UOd sassnysaq ‘pa) asuonpeg umuLiodard wnpejueuEIDIEg = J ere[go sadng = og Zé] WnUEMIOY aes = W oweQ = 10 (Sraqiyoyy “pa) asuauore, umieiusueDeg = (sossnysog, “pa) umueEpeEy UUEHOFaID uMLEIUSUIEIDES = Ff II ourone, Jap ajessayy ou enasi0s auozeIQ = ; (sewing “pe) asuauoyes) ummeiusueDeg = 5 (Sraqqyopy “pa) umueisejas umueuaueiseg = (1paieg “pa) asuawodiag ummvusueeg = g (tnueisejes wnpeiuaut (ui3eQ pa) asuowsajnouy wintreueureiseg = Vy -pavg, ayasiquvay so. ‘BroqyoW “Pa) asuat[eSueg umwequsurereg = ¢ smonpiaaggy ale Huau } -I[[F asoo af a aie as aIOAID} OIQSOU [I BISaID NId ‘gyeieN| Ip ousors pF euro ase ts nid :20SV + TbLT -Turunt aisoz ayye iedard 19 2 oyeooed [ep Waqy 1D ens -Heona,T *8ZPIS 'PZLTD 'Z6ld '68LH ‘bLTA=W -09 3] BI} SIOTEA Ip OIZIpnis Ip eipiqissod auios suotu “NUIOD BT 10ZPTS ‘STLTD. {982d '€8LH PZ71TA=W BYWIIII] OSIOA TU -laBaqjed tou ‘eSuaisos 19 07 ~uouredoes TJ *€SOT + €LTT od oueye ype He0d Top 1 Woesuod auTs19A, BPP oquisss jr Qoryiues ay o1ueg omsids oT :68 @ BZZIATES Ip eradoy lou ur aovoyza epual O}SHID) IP OPTPLOBs PP cuozeme,T ‘9zpTS ‘@ZL19D ‘T6Ld ‘88LH=W Hew Eso Tap eHesod eye eosiddns od Ip BIPIOOOsTuT eTpPP ome] *8TPTS f€1LTD '68ld ‘78H ‘771TA=W BUIO}9 BZZIATES Ip OUS -ad ‘spay eyjap auorssordsa ‘ours [I 2 aued TT :¢/¢ 7 2S BIIO[S BYE Hepins ours arousig [ap 2001) PI 9 BUOISSEY | Jog “UOIZBUIBOUT,] O1B[PAL BY Pp ojasueyjep ofpunuue,T 1068D ‘s8¢d ‘¢bIH=W BIWAOUUL vIOIS ey[aU i933 -unj3 essod ezzaayes Ip or -d1sTU [I Yo ‘aTeleNy epuar 38 OIC Ip ofodod [I :9¢€1 I oOysHD woo suOTUN TE IpIn 1 opi [ep auata ayo vzuatdes ef yD “Onsty | OSI9A OUTUIWNBD [aU J[OIeISO 1) vou opuour jeu ousad “Uy ONsOU JT OUD ESTE A ougal [I aap -assod e& ‘eoj3s eye neu -eIyo ourels ‘arado auonq 3] WOD auUaTA syd aI0USIC JE Ostaa aIepuy '6¢TT A 10 AI “wod Il] ‘wod I] ‘wod J “wod: OLNAAAV.TTAC AHOINAWOG ATTAC AIDOTOONA 202 Vanno liturgico - parte II arrivare. Ormai é@ qui. E questo il temo della fraternita e della giustizia (ci- clo C). La IV domenica di Avvento annuncia la venuta imminente del Messia. Giuseppe @ stato preavvertito. Una Vergine concepira il Figlio di Dio, Gest Cristo, della stirpe di Davide (ciclo A). La notizia @ comunicata a Maria. Il trono di Davide sara saldo per sempre. II mistero taciuto da Dio per secoli ora é rivelato (ciclo B). Anche Elisabetta adesso sa. Da Giuda uscira colui che reggera Israele. Egli viene a compiere la volonta di Dio (ciclo C). L’eucologia non é intimamente legata alle letture. Essa esprime, in forma abbastanza autonoma, i temi dell’Avvento o semplicemente i temi della salvezza del mondo e dell’uomo operata dall’incarnazione. La tabella a p. 201 consentira al lettore di rendersi conto dell’eucologia delle diverse domeniche. Da notare che queste orazioni valgono sempre per ciascuno dei tre cicli. In questi ultimi tempi, diverse Conferenze episcopali — tra cui quella italiana — hanno fatto comporre delle orazioni strettamente connesse al tema proposto dalle letture. Non si pud non riconoscere che queste realizzazioni abbiano conferito una grande unita alla celebrazione, e insegna- to a pregare meglio i testi proclamati, anche se certuni preferiscono ancora umorazione che sia attenta allo spirito del tempo liturgico celebrato, senza uno stretto legame con le letture del giorno “. _,__ Per il messale italiano sono state composte delle orazioni per ogni ciclo, in connessione con il contenuto delle letture. Atteso il risultato, doveroso riconoscere Futilita di questo lavoro che, pur aderendo al contenuto delle letture, non dimentica il tema generale della liturgia del tempo.

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