Federici Parola Di Dio e Liturgia Della Chiesa Nella Sacrosanctum Concilium

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PAROLA DI DIO E LITURGIA DELLA CHIESA NELLA COSTITUZIONE SACROSANCTUM CONCILIUM Inrropuzi0Ne, A distanza di 15 anni non si pud dimenticate mai che il 4 dicem- bre 1963 Tausembien dei Pads fet Coniio Vateans II voters a Punanimita il esto della « Costituzione sulla Sara Liturgia » Sacrosar ctum Concilium, Si era compiuto un evento unico nella Iunga storia dei concili plenavi o anche solo regionali delle Chiese. 1 quali si sono oceupati quasi senza eccezione di « litargia», ma pet lo pit in modo sstevae se non aporze, © pecracnemene ciple, al per riaffermare una dottrina generale, per una prassi rinnovata e globale, in vista di una spiritualita universale, quella biblica liturgica che & pro- pria dellineera Una Sancta Catbolica? T1 voto generoso del Coneilio Vaticano TI veniva a sanzionare un me- ritorio periodo di decenni, durante i quali i pionieri del movimento li turgico, spesso figure ecclesili imponenti, con pezienza e lena inarre- stabili avevano ripreso in mano le fla del rinnovamento della Chiesa Essi avevano lavorato spesto in condizioni diffi, in ambient indie. renti, impreparati, talvalia ostili; avevano portato alla conoscenza testi ¢ tradizioni, avevano elaborato punti di dotisina e di spivitualiea vis sute, ed avevano via via tratto allo scoperto le linee di una fatura « ti forma » liturgica. Ed insieme perd avevano operato a livello pastorale, vi ale UB Matin A Sai stato anche il testo approvaio con il numero di voti pid alto, Anche questo dun nae mag ® as eSPe) Sat uo oe 0.38 8 og de din lanst 3, 922 ¢ 3, 884; IKUNS, Canones Apostolorum et Concitioruns, 1 PAOLA DE DIO E SACROSAN' per diffondere In sensibilit, la conoscenza, Ie pratca ed il vissuto ltur- fico, con pubblicazioni, corsi, conferenze, congressi ‘L'Enelelica di Pio XII, Mediator Dei, del 30 ottobre 1947, era nel eqttempo intervennta pet ditimere grosse questioni che impedivano la ‘chiara visione crstiana della santa liturgia; e tra esse, il malinteso dan- sseeo che la santa Titurgia della Chiesa sarcbbe il «culto pubblico ed Esterno », le cetimonie, le rubriche, in opposizione ad un iperculto « pet Sonale ed intetiore » che avrebbe maggiore signifcato, peso e sostanza: tipico pregiudizio devozionale,eredita di epoche di decadenza’ Ma il movimento Titurgico storico in quanto tale non avrebbe avuto se prima ed ancora pit diffusamente non avesse opersto i di per sé nelPambiente studentesco pro- fo in territori di mis. nessun esito, il movimento biblico. Creatosi testante americano all'inizio del 1800, sopratrut sso eta stato causato dalla reazione dei } quali vedevano annunciare da cristia Ti, ita di essi alienati ed costili, diversi «evangeli » dell'unico Signore Gest Cristo, La reazione fa di sforzarsi a diffondere nel mondo la Parola di Dio al di Ia delle fatali divisioni tra i ctistiani: un movimento ‘chiblico », danque. Ma in questo clima missionario tale movimento 2 la spinta primordiale i aleri movimenti a raggera, anei a eatena tome quello che sari poi il movimento ecumenico, poi quello cater chetico e missionatio e di spiritualita e liturgico® ‘Gi storiei del movimento liturgico sottolineano che questo, che ha qualche inizio nel 1800, si deve perd datare verso il primo decennio Jel 1900. Movimento tardivo, relativamente, ma centrale, in quanto fara tesoro dei progress! git operati, ed a sua volta nell'ambito eccle- sione, ad esempio in Africa, gioveni missionari protestanti, sav, Histoire die mouvement lburaigue, Pais IB, Geliato al pioniere dom P. Guéranger; adesso anche I versione, sae rnamento della medesima opert, a cara di 8, Manstta, Storia del movieto raasreaenibloteca di Cultura Telgios», Roma 1961, con important! Ap ere? 4 tovimento litrgeo in Talia, a cura de Medesimo, ¢ d} E, Movers EXGuto pet il movimento. liturpico ambrosiano. "Solle annose diatribe, ingenctose, verso ‘Mansivs, are Liturgia, nel Disionario del Conc 12941382, ma spec, Tl, I! senso e la defnizione del Heaphigere, col. 12591303, Una prima scissite era vs Dei + Sj rimanda su questo aT, Fenenict, art, Movimenti moderni, in Disionario det Conc Vaticano TT, et, coll. 1501-1804, bibl > CE. su questo lo specialista O. Rowsss Ie pignezaa della liturgia, vedi. iio Vaticano I, Rema 1969, col a liturgia, B, Definicione da jenuta appunta dalla Mediator a STUDIA siale cattolico sari determinante nel sinnovamento attuale, Del quale, ‘ecorre ripeterlo, noi siamo appena agli ini Enormi benelici, dunque, vengono a noi dal movimento biblico, di cui si sapra valere efficacemente il movimento liturgico, che non pud essere finalmente che biblico liturgico. Pes Vazione tinnovatrice in campo liturgico non a caso gli esperti da un Jato, ed i pastori in cura di anime dall’altro additano nelPascolto della Bibbia la parte pid rilevante, utile € decisiva, e nel Lezionatio nuovo, anzitutto della Messe, indicano il « pezzo » pit: importante per la pastorale. Infatti in forza del Lezio- nario ogni Domenica del Signore ed ogni festa il popolo di Dio si ri. trova a celebrare il Mistero del suo Signore portato dalla Parola, & «; ancora essere « conresuscitati insieme — n, 6, nota 16: 2 Tim 2, 11: ancora « conmorire con Cristo », che biblicamente significa anche ¢ convivere insieme con lui »; 1. 6 nota 17: Jo 4, 23: il Signore tivela alla Samaritana all Pozzo di Giacobbe che il Padre mediante Cristo si cerea i veri suoi ado. ratoti, quelli che hanno ricevuto Io Spirito Santo; 1. 6, nota 18: 1 Cor 11, 26: Ia Natrazione della Gena del Si- gnore secondo le Comunith di Gerusalemme modello per quella di Co- rinto: ogni volta che si partecipa alla Cena si annuncia « la morte del Signore » Vivente, dunque risorto, affinché torni tra i suoi; — n. 8, nota 22: Apoe 21, 2: sulla visione della Gerusalemme ce leste nuova, le Sposa dell’Agnello, verso Ia quale procede, per la piens identificazione, la Chiesa ancora pellegrina nel suo esodo terreno; = n. 8, nota 22: Col 3, 1: ef. supra, n. 6, nota 16; — n. 8, nota 22: Hebr 8, 2: Cristo Risorto 2 Panico Ministro sa- cerdotale del Tabernacolo divino, non costruito da mano di uomo, il quale & Dio Padre — n. 8, nota 23: Phil 3, 20: i cristiani hanno come unica citta- dinanza quella della consumazione finale, nei cieli; ~ 1, 8, ate 23: Cul 3, 4: a Parouste di Cristo nella giois & Ja PAOLA BE DIO # SACROSANCTUM CONCILIUN 693 Manifestazione plenaria, dunque anche Ja manifestazione gloriosa det suoi fedelis n. 9, nota 24: Jo 17, 3: versetto parte della « Preghicra sacer- dotale » di Cristo (Jo 17, 1-26), ed in tutta la Bibbia unica definizione della « vita eterna »: « conoscere Te, Unico Vero Dio, e colui che Tu hai inviato, Gest Cristo »; — n. 9, 2d: Le 24, 47: Ia promessa del Signore agli Apostoli nel Cenacolo dopo la Resutrezione; il dono dello Spisito per la conversio- ne universale; — n, 9, nota 24: Act 2, 38: la risposta di Pietro agli Ebret il siouno di Pentecoste, i quali chiedono che faze: « Convertitevi e bat- — 9, 9, nota 25: Me 28, 20: la Chiesa insegna a custodire quan- to deve essere trasmesso, secondo il mandato del Signore, a tutte Je gontis —n. 11, nota 28: 2 Cor 6, 1: « non ricevere invano la grazia di- vina », applicato alle grazie che i fedeli ricevono per poter partecipare degnamente alla Jiturgia della Chiesa; n. 12, nota 29: Me 6, 6: il Fedele conosce anzitutto € soprat tutto la Tisargia comunitaria, ma subordinatamente anche Ja preghiera raccolta nel nascondimento ¢ diretta al Padre net cilis — n, 12, nota 30: 1 Thes 3, 17: YrApostalo: « Senza intetrompere pregate! » (in contesto con Ia nota precedente; ef. supra, Cap. TV, n. 865 i fede rte di — n. 12, nota 31; 2 Cor 4, 10-11: i fedeli portano a mort Gest nel loro corpo, affinché in esso si manifesti anche Ja vita di Cristo; — Cap. TT, n. 53, nota 4: 1 Tint 2, 1-2: la « prece dei fedeli », che va ristabilita, deve contenere, insieme ad altre, le intenzioni che gid TApostolo proponeva a Timoteo: pet la Chiesa, per i governanti, ¢ cost Ja famosa esottazione del “Cap. VI, n. 112, nota 1: Epb 5, 19: la Scriteura esorta alla ode divina « con Salmi, inni ¢ cantici spitituali, cantando e salmodian- do » a Dio; 112, nota 1: Col 3, 16: teste parallelo al precedente. C. Provenienza dell ia delle citezioni, — Gok Libliche dela Secrosenctum Concitum Sacto eee Esse provengono dai lib biblic che gui sono elenents — Antico Testamento: 2 Same er Isaia: 2 (nota) = Nuovo Testanento: 46 sento: {secondo V'ordine del = Matteo: 1 (testo), 2 (nota) cnc det NT) Marco: 1 (nota) one 1 (testo), 2 (nota) siovanni: 1 (testo), 4 (nota! ie 2 (testo), 2 trots) ") onan 3 (esto), 1 (not Boe 1 (nota) mo) = 2 Coins 2 (eto), 1 (oor Efesini 1 (testo), 4 (ota) , Filippesi: J (nota) Colossesi: 4 (nota) 1 Tessalonicesi: 2 (testo), 1 (nota) = 1 Timoteo: 2 (nota) = ee 1 (nota) rei I (testo), 2 Coot) 1 Patra: 3 (test) = Apocise: 1 oot). Cost, PAntico Tes a tico Testamento & presente, purtroppo, solo con Isaia Tl Nuovo Testament ‘estamento manca di ci arte Tito, Filemone, Gi a di citazioni da Galati, D. Altre citazioni non bi . fazioni non bibliche. — B i Titurgia romana, dai concii. ee ae ee 1. I Padsis 9 testt — Cap. 1, n. 5, nota 9: I ,n. 5, nota 9; la celebre noah la celebre espressione di s, Ionazio Dr AN aa, A Foor 7,2, ex Cro Spore « eco dlls cane 1. 7, nota 21: s, Acostmo, In Jo. Ev. 1 Sateen ea bateen Casto 7 EE THE 61 7: «98 uno PAROLA DI DIO B SACROSANCTUM 5, CuParano, Epistola 66, 8, 3, tema analogs uta, Ad Magnesios 7, sub \ insieme con i presbitert — n, 26, nota 33; Al, nota 35: s- Loxazto pr A°~ vescovo nella completezza dels ¢ diacono; — n. 41, nota 35: 8. Tonaz 4, sul medesimo tema; — ni, nota 35: s. Tonazae medesimo tema; — Cap. TI, n. 47, nota 1: s. AG sulla eucarestia quale « sacramento ¢ colo della catita »: —n. 48, nota 3: s. CiRILLO DE Bo. 11, 11-12, sul sacificio spistuale tata, Ad Philadelpbienses 4, Ad Smyrnenses 8, sal ‘9, Ev, Tract. 26, 6, 13, segno dellunita © vin- 14, Comment, in Jo. TI. La Hiturgia romana: 9 citazions — Tntroduzione, ». 2, nota 1: una del Missale Roma- — Cap. I, a. 5, nota 11 ronenses wn, 5, nota 12: una Praefatio del « — n, 5, nota 13: POratorio post Lee tuna Super reranrentarium Ve- ana; i sancti del Mis sale Romanum, =n. 10, nota 26: una Postcommunio Rovsansina; fn, 10, nota 27: una Collecta del Mis um; fn, 12, nota 32: una Super oblata d Cap, Th, n. 47, nota 2: Antipbona rium Romanum; — Cap. IIT, Si tratia di 6 testi del vecchio Messale, L del vecchio Rituale, ¢ di 1 del Sacramenter s 1 cet all usa pet safermare Vimportanaa della Hives della Chie: etaeh a partire dalla Tradizione autenticn qusle sort della fede se OE Fan pecento che i redattori non si siano servitt anche dei testi Tirurgici della tradizione orientale” _ enagnifica del Brevia- a. 71, nota 1: Rittale Romanues VIL 1, 6 di 1 del vecchio Breviario, di io veronese, Testi densi, Conciliuye & stato tr 186159 (1979) 310340, 1 1 posto delleucolosia nel tes della Sagrosgncta x tae 13134 (1979) 250265; © tato da J. Paves, 0 aia MEME F test, ett dal Conclio di Trento (1546-1565), cost — Cap. I, n. 6, nota 19: Decretum de ss, eucharistia — 9.7, nota 20; Doctrina de ss. sacrificio Missae 2; — n. 33, nota 34: stessa, n. 85 — Cap, II, n. 55, nota 5: Doctrina de communione sub utrague specie et parvulorum 1-3; — Cap. ILI, n. 77, nota 1: Decretum de reformatione 1. In conclusione, la Sacrosanctum Concilium cita 4 specie di testi, ‘con questa proporzione: — testi biblici; 48 = testi patristicis 9 — testi liturgici: 9 — testi conciliatis 5, E evidente, nessun testo pud essere paragonato per dignicd al Testo ispirato. Response dani al Cosi il tessuto di fondo della parte dottrinale della Sacrosanctum Concitium ® del tutto bibtico. Le altze citazioni stanno solo in fun- one di questi contenuti, o in spiegazione subordinata b) It significato Se si analizea con troppa severita ed esigenza Ia Sacrosanctum Con- cilium, appare chiato che essa non poteva essere il Documento cone: lire pid ricco. E si comprende: tutti gli altti Documenti hanno usu fruito delle aperture e delle ricchezze dottrinali ed ecclesiali della Costi- tuzione sulla S, Liturgia sia espresse, sia soprattutto potenziali. E stato rilevato anche che il Concilio in genere non ha una dottrina sullo Spi. ito Santo originale € molto rieca, e che tra i Documenti che ne risen ™ Un autore di tilevo, non precisamente lituigista, si esprime cosl, nea sua integrith tomista: J. Manan, De la Grice et de ITlunanité de Jésus, Basis 1967, p. 53, n. 2: «. Si chers et véndsables que nous soient les Peres et. kes Docteurs,e¢ Jes plus grunds parm eux, un million de eaint Augustin ct un million do stint ‘Thomas ne ferone jamais un saat Paul uu un saint Late, PAROLA DE DIO E SACROSANCTUM CONGILIUM 697 ‘ono sta in primo piano la Sacrosanctum Concitiumn. Per questo Io stesso Paolo VI invitava sia gli specialist, sia i pastori ed i fedeli ad appro- fondire la dottrina sullo Spirito Santo." Forse satebbe stato altcimenti, se una volta che i testi erano stati approvati in aula conciliare, una commissione avesse provveduto ad inserire qua e i i tifetimenti pit volidi degli altri testi. Ma la Sacrosanctuns Concilium resta sempre un testo buono, chiato, coraggioso, potenzialmente ottimo, dal quale sono scaturiti aggiorna- menti ed approfondimenti incessanti. Dobbiamo essere contenti In specie, la Sacrosanctum Concilium voleva anche svolgere un du- plice e fondamentale compito: sanzionare gli sforzi gia avutisi nel cam- po litusgico, scienza e pastorale, da parte dei pionieri; far avanzare tale movimento nella scienza e nella pastorale, perché di interesse ecclesiale ed urgente, ¢ dungue estenderlo definitivamente alla globalita della Chiesa e delle Chiese nel mondo. Si pensi solo alla impossibilica pratica, che impedisce alle Chiese otientali di procedere a simili operazioni globali in campo liturgico, co: me gid & stato trattato su questa Rivista.® Ci si tender conto meglio del valore assoluto della Sacrosanctun: Conciliune per 1a vita della Chiesa ‘Ma per questo movimento occorreva appunto una specie di rifonda- rione generale della Hrargia quale vita sessa della Chiesa, © coesten sivamente come scienza storica ¢ teologica, ed infine anche come azione pastorile (cf. SC 23). Questo, da estendersi definitivamente ai tze « ma- tetiali » che insieme formano la « liturgia della Chiesa »: i sacramenti con lewcarestia al centro, le Ore, Panno liturgico.™ » Su ali catence si rinvia aT, Feounict, art, Spirit Santo, in Disionario del Concilio Vaticano TI, cit, coll, 1867-1886, bibL, spec. coll. 1867-1868, Sulla Titurgia in specie, coll. 1876-1877, Ma la questione va revisionata come un bloeso % In effetti nelludiensa generale di mercoled! 26 moggio L971, con molta dei catezza ef altettanta fermezza, PhoLo VI si esprimeve cost: « Se’ vogliamo essere faci fedeli del magietero conciliate noi dobbiamo acerescere la nostra infor mnatione dottrinale sulla Spitito Santo », ed avertiva questo « perché siamo nella Famose “novena® preparatora alla festa ti Pentecoste » (Cf, L'Osteruatore Romano 111/120 (1974) 4, col. "CE, Tasticdle. Re 15.1160 (1979 Pere Tinusgia, won hanng senso ac non iceveno Ia trata ii nell Orlente ogsi, in Notitive Bibl, doveto allo serivene ela liturgia: eucaestia € sacrament, Ore ed jono completa di ciateu iia 698, srupta Tale tifondazione non poteva farsi che sulla base isseformabile della Bibbia, Mutano i riti, cambiano i testi liturgici, interessano oggi i pit: alcuni testi dei Padri ed altri meno: ma la Bibbia & sempre quella, sempre ricca di infinite potenzialiea ¢ riechezze per la vita, Essa & Punica Parola di Dio agli uomini, unica Rivelazione ispirata, nella Tettura di fede della tradizione della Chiesa: di qui Vausilio dei testi non biblici, in specie patristici, liturgici, storici, conciliari. E di qui anche una ricca dottrina biblica propria della Sacrosanctum Concitivm, quale teologia della divina Parola in vista della nota spe- cifica della Parola stessa: essere la vita della Chiesa, giungere ad essere celebrata nella Chiesa della Chiesa, nel suo « culmine ¢ fonte » vitale, la Titurgia (ef. SC 10) Con la Sacrosanctun Concilinm danque i thesauri biblici, dopo se- coli di doloroso offuscamento, sono realmente e programmaticamente . Infatti Ia Titurgia quale rito ¢ celebrazione della Chiesa popolo di Dio & doverosa risposta alla divina iniziativa proveniente, concomi- tante e conseguente, che investe gli uomini a pastire sempre dall'ascolto di fede delta Parola divina esi sotto il piano storia, poi telogico, per sfociare Ginalmente nella pestorale del popolo di Dio, PAROLA BI DIO E SACKOSANCTUM CONCILIUM 699 Le poche linee che seguono attendono sempre un completamento iagisirale per tutti i fedeli. Lo speriamo, ¢ dobbiamo lavorare perché si faecia 1. La THOLOGIA BIBLICA # SUPPOSTA II dettato della Sacrosanctum Concilium presuppone gid per se stesso, ¢ per il futuro, la conoscenza ¢ la presenza di tutto il resto della Bibbia. Ed inoltre, Ia precisa ed inevitabile collocazione della Chiesa come comunité, ma anche dei singoli battezaati, di fronte al « Mistero di Cristo », dungue una conoscenza almeno globale di tutta Ia teo- logia biblica.” Basti qui pensare allimportanza primordiale che i my stérion paolino occupa nel cuore della teologia biblica cristologica ed ec clesiologicn del Nuova Testamento, e della teologia liturgica del mede- simo. Ed al fatto che ancora oggi nei riti delle Chiese orientali la cele- brazione cucaristica stessa, a sua volta culmine e fonte della litur gia, si chiama semplicemente Rézé’(singolare rézd’), « i Misteri » (Chicse ), ta Mystéria, « i Misteri » (Chiesa greca bizantina e altre Chiese bizantine nelle diverse lingue), e Mistir (Chiesa etiopica), senza escludere altri appellativi, del resto molto numerosi e vari. La teologia del Mistero i Cristo occupa anche il posto centrale nel pensieto dei Padi di ogni tempo. 2. UNA ERMENEUTICA DEL TESTI Come si vedri infra, quando si proporra il progetto globale del Concilio Vaticano IL ¢ dei documenti per la sua applicazione, sulla Parola di Dio nella Titurgia, buona norma ermeneutica leggere ed in- texpretate « il Concilio con il Concilio ». Cost la Sacrosanctum Conci- lium va intespretata insieme a tutti gli altri testi conciliati in quanto tunica emanazione della volonta conciliare. Cost i testi ricevono illustra zioni reciproche indispensabili, anche al fine di comprendere Je virtua: Hid dei test Pereid senialinents, come suo solito, S. AcosriNo, De catechizandis radi bus 5, 5, ricorda che la’ Bibbia deve esstre procamata ¢ spiegeta cotta, nella Ss lobalit, il che non signifies che il commentatore debba perdersi nei meandri inaccessibili Si euti i verset®jatest in senso materiale, I Padri, & evidente, dal testo delogai liturgico sanno sempre risalire a ritrovare tutte le visuali concrete the intetessano la celebrazione del popolo di Dio qut presente Ma in specie 2 necessario tenere presente Ia Dei Verburm, per la sua visione biblica globale, dottrinale e programmatica, che si estende di- chiaratamente anche alla liturgia, ed in modo ripetuto ed insistito. Poi- ché se la Parola tende alla liturgia come all’ambiente naturale del suo vissuto, per poi rifluire in rutto il resto dell’esistenza, da parte sua Ja Titurgia per essere vera celebrazione del Mistero storico di Cristo Si- agnore esige ad essentian gli schemi storici salvifei ed i contenuti vivi- ficanti della Parola divina, 3. IL vocanonario TEMATICO E possibile tracciare una tematica della teologia biblica della Sacro- sanctum Concilium anche a partire dal vocabolario usato per espri- sei acont elise ol tet ii, patsite ig integea nel dettato conciliare per formare « Ia teologia » della Chiesa dentro In Tradizione. : Hosa ds Giss enw Alcuni termini e temi principali sono ordinati secondo una visuale teologica propria del Documento. A. Allorigine della liturgia a) Linvio degli Apostoli. — Il punto della partenza della teo- logia biblica per la liturgia nella Sacrosanctum Concilium & cxistolo- ‘gico tinitario, © non potrebbe essere altsimenti, Cristo 2 il Centeo € Ja Fonte delf'economia storica della salvezza. Insieme & Via e Me- diazione verso il Padre. Ed @ I'unico Detentore e Donatore dello Spirito del Padre alla sua Chiesa. Cosi, il Padre ha gid inviato Cri- sto, il Figlio suo, nello Spirito Santo agli uomini da salvare (cf. SC 6)" B Ia prima, fontale Carita divina, Ia quale dopo la Resurre- vione ¢ la Pentecoste dello Spirito si svolge naturalmente nel fatto che Cristo Risorto continua la sua opera con il mittere Apostolos, donando ad essi il suo Spirito (SC 9). Sicché la Carith divina fontale nella eflettiva economia storica, che deve sfociare nella liturgia di risposta, provoca questa sequela — consiglio eterno divino imperscrutabile, — elezione © vocazione degli Apostoli, — invio in missione alle genti, predicazione dell’Evangelo, Ck, supra, pp. 6:7, le eltazions bibliche afferents @ SC 6. PAROLA DI DIO E SACROSANGTUM CONGILTUM 701 — ascolio obbedienziale di fede, — proclamazione lirargiea del Nome divino che salva B lo schema tracciato da Rom 8b-17, i cui ww. 14-15 sono citati ced integrati nel testo di SC 9.” Tn questo modo la missione specifica degli Apostoli del. Signore 2 predicare 'Evangelo della salvezza del Regno, ¢ portare gli vomini Gquindi alla liturgia battesimale ed cucaristica, dove si proclama. ta Gloria divina e gli uomini sono santificati. Cosi, mentre ogni predica- dione resta per sempre «apostolica » perché la predicazione della Chiesa 2 una, & solo quella degli Apostoli, © mentze in conseguenca ogni liturgia di risposta a questa predicazione & e resta per sempre fanche essa apostolica, d’altra parte ogni ascolto di fede, saldatura xa In predicazione ¢ la proclamazione liturgica, & Vaccettazione della sola fede apostolica b) Annunciare, praedicare. — Questi verbi coi loro sostan- tivi ticorrono nella Sacrosanctum Concilium tispettivamente 5 volte (SC 6 per 2 volte; 9; 33; 35) € 7 volte (SC 2; 6; 9 per 3 volte: 104; 111), Ad essi debbono aggiungersi i sinonimi pracconium salutis (SC 9), ministerium praedicationis (SC. 35), ministeriuns Verbi (Dei) (SC 86, ed alti), Il significato di tale vocabolario, con varie accen- tuarion, sta tea Ia prima ptedicazione missionaria dell’Evangelo ori finale della salvezza, ¢ la continua predicazione intraccclestale, Questa Sltima nella sua prevalenza pressoché assoluta & Ja predicazione « li- tutgica », che di continuo annuncia che Cristo & risorto, che lo Spi tito 2 dato, che la Chiesa vivente, che la via al Padre 2 aperta, € dangue di continuo offre la salvezza totale. Essa comungue & un ‘ciministero », cio un « servizio » e dovere ecclesiale, il primario ¢ fontale, come sappiamo anche dagli altri Documenti conciliari, il een- forza la Sacrasanctum Concilizi. trale e decisive, come affetma con Ed & anche diritto inalienabile della Chiesa universale B. Il « Mistero» a) II Mistero di Cristo e la lturgia della Chiesa sione pregnante e ptofonda, teologicamente completa, SC 2 afferma the i fedeli debbono « vivere, esprimere ¢ manifestare il Mistero di Catsto », e che trovano in questo il Iuogo privilegiato nel fatto cele- Con espres- © Cf. supra, pye 7 © 30, le ctastonbibliche di SC. 9. 702 sTUDIA brativo che & la lieuxgia, in specie la celebrazione dell'cucarestia. Va notato qui anche il pass antropologicamente ¢ linguisticamente i- Tevante, che la sequela di vivere, esprimere © manifestare, ciot rappresentarsi, esprimere e comunicare il Mistero della salvezza ‘Ora, il termine paolino mystérion, « mistero », & anche tra i pit usati dalla Sacrosanctum Concilium: cost ain. 2; 5; 6 (2 volte); 16; 17; 19; 35; 47, titolos 48; 52; 61; 102; (2 volte); 103; 104; 106; 107 (2 volte); 108 (2 volte); 109; 111, dunque per un totale i 23 volte, I significati vanno dal Mistero imperscrutabile, nascosto nei secoli in Dio; al Mistero rivelato © portato, come sacranrenturs, ad investire gli uomini per la loro salvezza; al Mistero storico con sumato da Cristo nello Spirito, e nello Spirito celebrato dalla Chiesa; alla singola celebrazione del Mistero nella liturgia dell’eucarestia, dei sactamenti, delle Ore, Iungo I'anno_liturgico. Il Mistero & sempre portato dalla Parola. E la sua straripante tic- cheza illumina di vivida luce ta Sacrosanctuns Concilium, che @ il coraggioso Documento della riscoperta del valore centrale della Pa rola ¢ della liturgia quali unico atto di culto (cf. SC 35; 56; anche 48). Le implicanze sono come sempre cristologiche trinitatie, stotiche salvifiche, ecclesfologiche, sacramentali, antropologiche, cosmiche, escatologiche. B utile ripetere che, come sar’ poi specifcato nella DV 2; 14, il 4 Mistero » rivelato consiste nei gesta verbaque con cui Dio ha operato nella storia degli uomini concreti la sua salvezza; gesta verbaque che sono anche consegnati alla Parola della Scrittura quale Tradizione di ving. E SC 5 chiama precisamente questo i mirabilia divina, pasquali pentecostali (cf. Act 2, 11), e pasquali celebrativi (cf. 1 Petr 2, 1-10), (© magnalia Dei. 1 quali sono come il « segno » evidente della divina mi sericordia operante senza interruzione nell’Antico ‘Testamento perché abbiano il culmine nel Nuovo Testamento, unica econon vezza universal, b) Evangelium & usato 5 volte in SC 6; 33; 53; 78 (2 volte) Esso indica sia P'Evangelo del Regno di Dio, annuneiato da Ci tenuto nelle Scritture, da annunciare dunque al mondo (SC 6); sia il continuo annuncio nella liturgia della Chiesa (SC 33); sia I'Evangelo nel senso tecnico della Lettura biblica centro della celebrazione eucati stica (SC 53; 78, pet 2 volte). A questo proposito nei Documenti di applicazione ‘lisurgica postconciliare & prescritto che nella celebra- zione esista 'Evangeliatio, con tutti i riti che si svolgono intorno ad di sal PAROLA DI DIO E SACROSANCTUM CONCILIUM 703 ess0; come altrest esista Pambone fisso per la solcnnita necessaria alla proclamazione dell'Evangelo" c) Verbum, Sermo, Scriptura. — L'antico termine Verbumy « ps- rola», & usato in 3 signifcati principali: la Persona divina del Vetbo incarnato storico, motto, risorto, che dona Jo Spirito ¢ riporta al Padre i suoi fratelli (SC 5, per 2 volte); la Parola di Dio biblica (SC 7; 48) 51; 92; 106; 109); ¢ Ja liturgia della Parola divina (nella Messa: SC 56; come ministero della predicazione liturgica: SC 86; come « litur- gie della Parola » da rimettere in uso: SC 35). Abbiamo qui un esem- pio egregio di come il termine « Parola di Dio » abbia cost tanti signi- attualmente ¢ che ne ficati, che nessun documento liturgico che es tratti, pud fare a meno di specifcarli e distinguerli accuratamente, per evitare ogni uso promisquo e confuso. Cf, infra queste distinzioni, sulla base della Sacrosanctum Conciliums ‘Sermo, che nelantichita pattistica latina era intexeambiabile con verbum, ricorte solo 2 volte: in SC 6 come equivalente dell'Evangelo ricevuto Ja mattina di Pentecoste dagli Ebrei, i primi eristiani, in forza ella Parola portata dalla viva voce di Pietro, « il Corifeo degli Apo: stoli »; in SC 35 come sinonimo di « omelia » lieurgica, secondo Vantico uso dei Padri Scriptura & vsato ben 11 volte: SC 6; 75 16, 24 (2 volte); 355 (2 volte); 51; 92; 112; 121, anche in concomitanza con i vocaboli qui tat- tati, ¢ con altri che qui sono tralasciati. Il termine indica naturalmente iI Libro sacro ispirato, sctitto, consegnato divinamente alla Chiesa che ne & Tunica depositaria. Libro poi studiato, letto, meditato, e fin mente amato (SC 24) e proclamato nella liturgia della Chiesa quale unica Parola vivente che nella celebrazione rende presente il Signore stesso che parla alla sua Sposa (ef. SC 7). Dunque la potenza della divina Pa- 2 Sul problema acuto dell Evangelario » lturgleo, ¢ sul suo signifiato spe. dido, cf 7’ Fepsnicr, I! Libro della divina Parola la Presenza diving, in La Vite se Ghisto e nella Chiesa 28/6 (1978) 11-25. Ne risulta Vorgenza della realizz wrone per tates le chiese, dato che i document che rendano necessario Evangelisio Jere lcurgia sono sestati ancora senza attutzione, NelfOriente cristiano YEvan- jo & di uso ininterroto dat primi sco A seitaitee problema scuto dellambone — © non del pulpit, per Ia pred ehed = sul suo signilieao simbolico, ef. C, Vatmwziano, Limbone saier ale della Resurexione, in La Vita in Cristo ¢ nella Cbiess 28-5 (1978) 1725. Satepaioni teologiche sinbolche delfambone si trovano riccamente nel adei della Chiesa, specialuente reel © st 04 ‘srupia rola & massima. Per questo Ia SC 24 dichiara con solennita usata solo qui, che « la Sacra Scrittura ha Pimportanza massima nella celebrazione della liturgia ». C. Lascolto: cerniera storia salvifica Il verbo audire (che traduce il greco biblico akoiid) & usato 3 volte: SC 9 (2 volte); 106; 109. L’uso & sobrio, ma il significato & sempre decisivo: perché dalla decisione dell'uomo, se ascoltare 0 no Ja divina Parola, dipendono i fatti ultimi della vita degli uomini, ciot la fede la conversione del cuore, Ia professione di fede liturgica, Ia celebrazione della salvezza, a risposta insomma alla divina iniziativa portata dalla Pa- rola, Ora, Ia liturgia stessa 2 per essenza, per definizione, ascolto-i sposta. E questo sia verso la Parola, in modo primario ¢ decisionale; sis verso Ia preghicra gerarchica svolta nell'assemblea, Cosi, ascoltare nel senso biblico di accettare la Parola, & forma piena di « partecipazione », che trova un paralfelo solo nel mangiare e bere il corpo ed il sanguc del Signote risorto, D. La « mistegogia » I termine pattistico Tieurgico mystagdeta non & presente nei Docu- rmenti conciliasi. Ma la sua realta, cio: « introduzione profonda nel “mistero” », si pud dite che permei per intero la Sacrosanctum Conci- lum, Tnfatti la Parola e Ia risposta liturgica esigono una catechest mi stagogica continua, ininterrotta, instancabile, coragsiosa, inteligente, amorosa. E di fatto il Concilio prescrive che la catechesi — che nei de enni passati era scadente — sia piti direttamente liturgica (SC. 35, 3), € poi che non manchi mai: SC 56; 109 (2 volte). Ma ancora di pit, In mistagogia della Chiesa si configura diretta- mente nella omelia liturgica, alla quale il popalo di Dio nel passato cera stato disabituato, ricevendo forme inadeguate di « predicazione » non centrate sulla Parola e sulla liturgia del giomo. Precisamente, pet essere vera mistagogia Fomelia deve essere sempre condotta sui testi biblici del giorno, ¢ poi anche su quelli propriamente eucologici: SC 35, 2. Ora, il termine homilia sta solo in SC 24; 52; 53; 78 (articolo riba dito con vigore da DV 24); ma Ia realta che @ I'« omelia » Titurgica sta anche nei termini praedicatio, sermo, ed altsi gid vist La Sacrosanctsn Concilium attvibuisce all’omelia una funzione €s- ale, Non solo essa 8 — ¢ deve essere wusidcsata da (ulti — « parte PAROLA DI DIO E SACROSANCTUM CONCILTUM 705 della stessa liturgia » (SC 52; ma gid in 35, 2, sotto il termine sermo), rma almeno nelle Domeniche del Signore ¢ nelle feste non deve mancare mai quando @ presente il popolo di Dio (SC 52). E cost, ad exempio nel ito della celebrazione del matrimonio, l'omelia si deve sempre tenere (SC 78): questo sari oggetto di ulterioti preserizioni nei docu- menti di applicazione liturgica postconciliare della Sacrosanctum Conci- ium ® E, La celebrazione della Parola Finalmente, la Sacrosancture Concilium usa di volta in volta termini come celebratio Verbi (Dei) (SC 35), 0 liturgia Verbi (SC 35), 0 litur- gia che & coestensivamente ed essenzialmente della Parola ¢ del sacra mento (SC 35; 56; e molti altri testi gid incontrati fin qui). Questo ultimo punto merita di essere tichiamato, perché solo nel passato, prima ciot del movimento biblico ¢ litargico, la Divino afflante Spiritu (1943), la Mediator Dei (1947), la Sacrosanctum Concilium: (1963), Ia Dei Ver- bun (1965), il nuovo Lezionario della Messa (1969), il novo Messale (1970), ci si poteva forse illudere che « liturgia » fosse solo, o anche solo in prevalenza, un affare di testi eucologici, con esclusione della Parola vivente nella liturgia. Oggi chi & entrato nelle categorie bibliche ¢ liturgiche della liturgia non pud sostenere pitt idee tanto attardate, Quando percid la Sacrosanctum Concilizmm riconosce finalmente che la < liturgia » della Chiesa & per sua essenza costitutiva « Parola ¢ si cramento », non si restituisce dignita alla Parola, che & divina e non hha necessiti di riconoscimenti, ma si restituisce valore e dignita alla li- turgia della Chiesa, che della divina Parola riacquisisce il senso profon- do ele infinite potenzialiti. Non per caso i Padi chiamavano Punico ‘« corpo di Cristo », quello storico, nato da Maria, motto e tisorto, nelle sue «estensioni » salvifiche: «il corpo che @ il Pane della Parola, e che @ il Pane sacramentale, e che & la Chiesa Sposa », aggiungendo si- agnificato a significato, e senza operare confusioni tra di ess. ‘Le Parola in conseguenza pud essere proclamata come oggetto squi- sito della « Mensa », dove il Padre chiama i suoi figli perché diventino = Per tutti i documenti di attuscione,intervallat a quelli conciliai, & comodo repertorio ormai UEvchirdion Documentorun instauraionis litaricae, 1 (1963 1975), « cua oi R. Kacanst per Ia SC per il Calto divine, Taino 1976 106 Gee unita con il Figlio Unico, e donando lo Spirito sta vicino ad essi, Ii mutre, li sfama e li disseta, nel Convito nuziale, dove si mangia ¢ si eve la Vita stessa del Risorio. Raggiungiamo qui uno dei punti fon- damentali della teologia biblica, che come sempre 2 anche potentemente liturgica: retin una parte, Ja Parola di Dio autre: of, Dé 8, 1-3: «non di solo pane vive Puomo — ma I'uomo vive di ogni Parola che discende dalla bocca del Signore »; la Sapienza divina nutre sempre il suo popolo, cf. Prov 9, 1.6; Eecli 24; — dall'alera, coestensivamente, la Mensa del Convito sapienziale die vino & preparata in permanenza da un Dio ¢ Padre paziente, che sa at- tendere; ¢ perd per accedere al corpo del Signore si deve essere prima nutriti vitalmente dal « Pane della Parola divina » (SC 51; ef. 48). ‘Unica Mensa della Parola e del Pane eucaristico, potranno poi af- fermare, sulla spinta di SC 51 e 48, sia la DV 21, sia la PO 18. Con Punica Mensa del Pane della Parola e del corpo del Signore si rag- siunge anche il culmine di quella « partecipazione attiva, intelligente, wine fantaosa» del popolo di Dio nulla cslebrasione del Mistero del uo Signore, e cine la pienezza della vita di questo medesimo popolo, ¢ la totalita del Dono divino di questo medesimo popolo. ‘Cost la leitourgia, « opera (divina) per il popolo », nella pattecipe zione efficace diventa anche « opera (umana) def popolo » di Dio. 4. Ma cue cosa & « Panora pr Dio »? Come accennato sopra, dobbiamo evitare confusion’ nell'uso. del espressione ormai cosi frequente di « Parola di Dio ». Percid Ja Sacro sanctum Conciliurs ci permette di dame alcune specifcazioni utili 1) B la stessa Persona divina del Verbo incarnato, Dio da Dio, vero Uomo +b) B il consiglio nascosto nei secoli in Dio, iniziativa poi mani- festata. 2) Sono i gesta verbague con cui Ia Persona divina del Verbo agisce, inseparabilmente dal Padre e dallo Spirito, per operate Ja storia della salvezza. 2) Bil tramandare questi gesta verbaque nella comunitd di fede. @) Bil Libro ispirato, scritto e proclamato nella comunita 1) B la proclamazione liturgica in atto di questo Libro, pot spie- gato nella mistagogia della Chiesa PAKOLA DI DIO E SACROSANCTUM CONCILIUM 707 Per questo & sempre necessaria Popera dello Spitito Santo, ispira- tore, esortatore, consacratore, santifcatore, che « fa fare anamnesi li- targica di tutte fe Parole » promunciate dal Signore (cf. Jo 14, 26). ‘A modo di conclusione breve, chunque, la Sacrosanctum Concilium af ferma che la predicazione dell/Evangelo trae Ta sua forza dalla liturgia stessa (SC 2), secondo Ia dottrina paolina che « ogni volta che voi man- giate questo Pane e bevete la Coppa, voi annunciate (Ratangéll6, verbo missionatio) Ia morte del Signore (Vivente, dunque risorto) finché venga » (1 Cor 11, 26) La Chiesa non ha mai smesso di ascoltare e far ascoltare le Scritture € di celebrare il Mistero del suo Signore (SC 6), pur tra edlissi dolorose, sicché il massimo problema della Chiesa in Oriente come in Occiden- te nei secoli era precisamente la carenza pit o meno totale della lettura biblica nell'insieme del popolo di Dio. Una earenza, fonte di decadenze, di allontanamenti, di inappetenza eucaristica, insomma, di « crisi ». La proclamazione solenne che « la Scrittura ha la massima impor- tanza » (SC 24), ¢ V'invito all’« amore soave e vivo » per essa mostrano Je mutate condizioni odierne, e Vavvio della vigorosa ripresa che stiamo ormai vivendo. La Parola ia prima « formazione » e Pessenziale « nu- trimento » del popolo di Dio (SC 48; cf. 56). Ma tali « tesori biblici » debbono essere di continuo preparati ed offerti illimitatamente all po- polo di Dio, nella celebrazione in genere, in specie perd in quella euca- ristica (SC 51) ed in quella delle Ore (SC 92). Questo soprattutto Ja Domenica del Signore, vera Pasqua settimanale (SC. 106). Poi in certi «tempi », detti « forti », con maggiore cura ed insistenza, come nella Quaresima, nella quale la Chiesa si fa in modo pitt acuto discepola at- tenta e tesa dello Spirito che parla alle sue Chiese (SC 109; ef, Apoc 2, 7.11,17.295 3, 6.13.22) Tl tratto realmente caratterizzante poi 2 quello della presenza di Cristo alla sua Chiesa nella sua Parola: SC 7. I modi di questa presenza privilegiata sono descritti cost: Cristo deve rendersi presente ai suoi per adempiere Ini — nella dichiarata in- capacita degli esseri umani da soli — V'intero Mistero storico e liturgico della divina salvezza (SC 6). Tali modi sono elencati come una presen- 2a divina continua, totale, epifaniea (benefattrice), in specie nella ce- Jebrazione liturgica,cosi: — nel sactificio della $. Messa, nelle specie del pane e del vino; — nei sacramenti, che opera Ctisto stesso; 708 sruora — nella sua Patola, che Cristo stesso parla mentre la Chiesa Je proclama; "— nella preghiera e nella salmodia della Chiesa (SC 7). Su questa base e dietro questa spinta si comptende bene come Pao- Jo VI di vim. nella sua Enciclica Mysterium fidei del 3 settembre 1965, riptenda da SC 7, come afferma esplicitamente, il tema della presenza di Cristo, lo definisca res incundissina, un fatto pieno di gioia, ¢ lo vwuole fusius recolere per questo, cio’ trattare alquanto pit diffusamente della SC 7 stessa, Petci6 Cristo & descritio come presente alla sua Chiesa fotmai nelle diverse situazioni specifiche di questa: — quando preza, quando esercita le opere di misericordia, ‘quando procede nel suo pellegrinaggio di fede ¢ di carita, — quando predica 'Evangelo che & Parola di Dio, — quando rege il popolo di Dio, — quando celebra il divino sacrificio.” E mentre in questo ultimo caso si parla di « presenza reale per ec- cellenza », prosegue Paolo VI, le altte presenze sono anche esse tutte «reali» 1. IL PROGETTO_DEL CONCILIO VATICANO IL E DEI DOCUMENT! DI APPLICAZIONE. SULLA PAROLA DI DIO NELLA LITURGIA mo cost in grado di sintetizzare Ie specifiche conseguenze della teologia biblica liturgica della Sacrosanctuns Conciliun nel tema centrale della Parola di Dio nella liturgia. Se ne pud derivare un vero © pro- pptio progetto, che la riforma ha realizzato, ¢ che i pastori stanno ormai atttuando, er questo & perd necessario riunire i dati utili di tutti i Documenti del Concilio Vaticano TI, e poi quelli di applicazione liturgica Con questo abbiaimo anche il materiale per operare adeguamenti, cottezioni, esami di coscienza: il nostro pensiero, la nostra azione, Ia no- Stra sollicitudo ecclesalis, pur nello spazio legittimo del necessario adat- B Ip AAS 57 (1965) 762-763 8 Tn AAS 37 (1965) 764. PAROLA DE DIO E SACROSANCTUM CONCILIUM 709 tamento, sta in sintonia con il dettato della « Chiesa in Concilio » & « nel postConcilio »? ‘In quadzo che si presenta agli occhi nostri @ ampio, profondo come ‘campo di visione, alflascinante come possibilit di realizaazioni, 1. La Parota pr Dio ep 11, MIsT=Ro LiTuRGIco La liturgia della Parola, ed insieme il luogo centrale che occupa la Scrittura nella vita di tutta In Chiesa, sono stati oggetto di approfon- dita meditazione del Concilio ecumenico Vaticano II, il quale del resto all'inizio della Costituzione precisamente dedicata alla Scrittura, In Dei Verbuns, aveva solennemente alfermato di sé con una frase concisa ed espressiva della situazione ecclesiale: Dei Verbuim religiose audiens et fulenter proclamans (DV 1). Infatti la Chiesa per divino mandato sta in perenne ascolto dello Spitito Santo, che parla Ja Parola personale sa- pienziale del Padre (cf, Apoc 2, 7.11.29; 3, 6.13.22), un ascolto di fede © di conversione (cf. Rom 10, 8-17) pet la salvezza, ed insieme nella stotia degli uomini ¢ fino agli estremi confini della terra annuncia Ja Parola divina della salvezza universale (cf. Mt 28, 18-20). Poiché Ja proclamazione missionario della Parola di Dio deve portare tutti i po- poli al culto spirituale del Dio Vivente (cf. 1 Thes 1, 9-10; Hebr 9, 145 Rom 15, 15-16), il Concilio Vaticano II ha studiato intensamente sia Vaspetto’ missionario, sia quello liturgico, cost correlato, dell'eficacia della Parola di Dio nella vita della Chiesa ¢ dei popoli. Infatti Ja Chiesa sa pet divina rivelazione © quindi per esperienza storica ¢ spirituale che il Mistero divino della salvezza nel tempo della Chiesa che va dalla Pentecoste alla beata Parusia si inizia nella liturgia, si syolge anche at- traverso la vita quotidiana, e sempre e comunque riporta alls liturgia (For zione di fonte e di culmine: SC 10). 1a siflessione che il Concilio Vaticano II ha operato dunque sulla Parola divina ed in particolare, poi, sul suo aspetto liturgico, pud es- sere seguita attraverso un filo di idee, che hanno inciso profondamente sullattuale rinnovamento di. cui lo Spirito Santo gratifica in questo mo- mento la sua Chiesa. La Chiesa infatti sa ¢ riafferma che Dio nella sua immensa bonta ha realmente parlato in antico mediante i Profeti da lui scelti ed inviati, ed in ultimo perd ed in modo essenzialmente definitivo nel Figlio suo Gesit Cristo (DV 4; of Hebr 1, 1-2; Jo 1, 1-18), in modo tale, tuttavia, che Dio ancora ¢ sempre parla agli uomini mediante Cristo nelle Sevit- 710 sTupIa ture che fedelmente contengono Ia Parola rivelata (UR 21). La Scrit- tura dungue, dono dello Spirito Santo agli uomini per la loro salvezza ¢ per la divina gloria, espone la divina economia sia nelF'inizio antico, sia nel completamento definitivo della Rivelazione divina che il Padre nello Spitito ha fatto avvenire nell’Evangelo di Cristo (DV 2; cf. 4; 7). Nella Scrittura intesa sua unité fondamentale, si tivela anche lo stile incatnatotio che Dio, nell’amore per tutti gli uomini, ha voluto inau- {gurate in antico e poi compiere nel Verbo divino stesso, incarnato, morto ¢ risorto; infatti Dio parla ed agisce, si ivela gestis verbisque (DV 2; cf. 14), in modo tale cio che agli uomini oggetto della Rivelazione non manchi mai un avvertimento dei fatti, poi Ia realizzazione di questi fat- ti, ed infine la spiegazione sia dellavvertimento (parola profetica), sia dei fatti, Per questo, necessariamente, PEvangelo si pone non solo al culmine della divina Rivelazione, ma anche al culmine della stessa pro- clamazione liturgica della Parola che la Chiesa in diverse forme non hha mai cessato nei secoli2* Contro tutte le negazioni antiche e moderne, il Concilio Vaticano I hha quindi riaflermato in modo insistente e solenne che la Serittura, come Ja Chiesa ha sempre posseduto, nella quale ctede, la quale ascolta e met- te in pratica, che proclama alle genti, che proclama liturgicamente, & realmente Patola di Dio (DV 9; 14; 213 24; et passin) ¢ di essa !’Autore ¢ Dispensatore provvido e misericordioso & Dio stesso (DV 11; 16), che dispone anche il concorso degli uomini per poter consegnare il Verbo scritto agli uomini stessi. La Serittura & questa Parola che parla sempre, ‘ma in specie nella grande preghiera della Chiesa, nei Salmi ed in tutta Ia liturgia.® In tal modo il Verbo vivente si come consegnato agli uo- ini nel suo stesso Verbo scritto contenuto nei libri biblici.” E que- sti per divina Provvidenza contengono senva errore ¢ fedelmente Ie ve- rth divinamente rivelate, e ordinate ¢ necessatie ala salvezza nostra (DV 11; ef. 9). E questa fissazione per isctitio, servita docilmente dallo strumento sensibile che sono stati gli Autoti sacti, & una consegna della verith sempre pronta alla lettura, alla proclamazione, alla meditazione, ad essere vissuta, e che @ avvenuta sotto la necessaria ispitazione dello §, Ritwum Congregatio, Instractio Inter Occumenii, n, 38, 26 sept. 1964, in AAS 56 (1964) 885. S, Congregntio pro Insttutione Catholica, Ratio fundamentalis intittionis sacerdotalz, 33, 6 ian, 1970, in AAS 62.(1970) 358. '°S. Rituuin Congregatio, Instructio De interprtatione textwum liturgcorum, 1,30, 21 fun, 1968, in AAS 60 (1968) 411, PAROLA DI DIO E SACROSANCTUM CONCILIUM m1 Spirito Santo (DV 11). La Chiesa riafferma che la Parola sctitta come da essa & posseduta non costituisce Ia totalita della divina Rivelazione (DV 7; 8; 9; cf, Jo 21, 25), ma & quanto il Consiglio imperscrutabile di Dio ha titenuto sufficiente per la salvezza di tutti gli womir Il Concilio Vaticano II ha poi riaflermato contto ogni dubbio negazione, non rari nei tempi antichi, ma presenti purtroppo nella no- stra epoca perfino in persone pie, che esiste nella Rivelazione, e dunque nella Parola scritea, una ferma unit’ ¢ totalita gi nello svolgersi delle vvicende stotiche © spisituali dell’Antico ‘Testamento (cf. DV 14), € poi, con il sigllo definitivo dello Spirito di Dio in Cristo, nell'economia i totale attuazione che & il Nuovo Testamento (cf. DV 17). Questa econoinia unica, economia salvifica, & stata disposta divinamente in modo tale che non solo si sia svolta effcacemente nel tempo € nei singoli even- ti storici uniti dalla divina disposizione, ma che abbia validiti. perma- nente, e che possa quindi essere accettata nella fede ¢ vissuta per Ta salvezza dagli vomini di tutti i tempi (DV 22), Vista nella sua unita infrangibile ¢ di fatto mai infranta, la Parola diving nella Scrittura sacra manifesta e rende visibile ed operante la di- viina condiscendenza, disposta fin da prima della fondazione del mondo ¢ ‘mai esautibile verso gli uomini ed il mondo (cf. DV 13). E questo tan- to pit che proprio attraverso Iz sua Parola vivente, ¢ quindi di neces- sith attraverso ed in forza della Scrittura sacra, Dio ha voluto iniziare a sua conversazione di bontd con gli uomini (cf. DV 21), ciot dappri- ‘ma con alcune persone, poi con un gruppo scelto, Istaele, poi in Cristo ¢ nello Spitito con tutti ali uomini della tetra, Sieché, come hanno ammonito i Padi, ignorare la Scrittura 2 ignotare Cristo stesso con tutto Pevento di salvezza, promessa in antico ma da lui realizzato ex toto (DV 25). 2. La Panota pt Dio EFFICACE L’opera della Parola divina @ vista dal Concilio Vaticano IT du- rante il suo compietsi. [ riaflermato solennemente che Ia lettura della Parola di Dio c Ia preghiera stabiliscono il dialogo con Dio, il quale ivi trove il suo inizio, il suo svolgimento ed il suo fine (cf. DV 25), poiché Ia Serittura della divina Parola & precisamente come lo specchio in cui » §, Htenowrat, Comm, tn Tsaiam, Prot, in PL 24, 17, cit. in DV 25. m2 stupa la Chicsa pud contemplate il suo Dio ¢ Signore (DV 7). Senza Ia Scrit- tura, di Cristo ¢ della sua salvezza, dellopera dello Spirito, dell’amore del Padre che chiama, nulla si potrebbe sapere, Pet questo la Scrictura 2 fonte di forza e di vigore (DV 21), e Vaffeito verso la Scrittura Sacra 8 fonte efficace di rinnovamento per il popolo di Dio” L’Apostolo gid aveva proclamato con chiarezza che la Parola di Dio @ la forza di sal- vezza divina per chiunque ha la fede (cf. Rom 1, 16, cit. in DV 17), & non per alcuni soltanto, ma per tutti i fedeli, i quali solo nella Parola divina possono sitrovare P'unita dispersa dal peccato.” L'aspetto salvi- fico ed unificatore della Parola di Dio svolge dunque anche un effetto de- cisivo nel campo, cost difficile ¢ doloroso, in cui i cristiani divisi tra di oto perfino nella confessione del Nome adorabile di Dio, cercano ogsi per divina Provvidenza e per opera dello Spitito Santo di ritrovare Ia oro unita originale (ef. su questo UR 23). Da quell'impulso forte & soave della Parola divina (ef. DV 26) i fedeli, tratti al tinnovamento interiore ed esteriore, sono portati anche a riconoscere la divina Volon- a, secondo Ia quale soltanto, essi debbono operare cristianamente (AA 4), Per questo occorre che tutti i fedeli, senza nessuna esclusione, si dispongano sempre ad ascoltare con grande giota la divina Parola (LG 42), Infatti la divina economia ha disposto che la Parola di Dio sia nutri ‘mento vitale per chi non la rifiuta, ma la ascolea, la mette in peatica ¢ la ama (cf. infra), ed il Concilio Vaticano II consapevolmente affer- ‘ma che tutta Ia Chiesa deve fare di essa il suo cibo (DV 10, 12; 21), poiché a Parola & nutrimento ¢ forza anditutto della fede (DV 23; PO 4), che senza di essa neppure esiste, ed @ quindi nutrimento so- stanziale dell'anima, Ia fonte pura € perenne della vita nello Spisito che deve condurre tutta la Chiesa (DV 21). Dalla Parola gli uomini che Taccettano rinascono, sono nutriti ¢ confortati, ne vivono (AG 6; 15), ‘come ben sapevano i Padri, che su questo punto hanno molto in- siatito nella cura pastorale delle loro Chiese. Non solo, ma & certa fede della Chiesa che ciascun fedele debba apritsi alla Parola, ¢ quindi cost » Miszale Romanum ex deoteto $. Oscumeniel Concilit Vatican IT instauratum auctoritate Pauli Pp. VI promulgatum, Ordo Lectionan Missae, Typis Polygiouis Vaticanis 1909, n. 1, p. 7. wt Missale Romanum ex decrcto S, Oecumeniel Conellt Vatiani, 11 instaurs: tum auctortate Pauli Pp, VI promulgatum, Ordo Misac, Iasttutio Generals Mis- Salis Rovtani, Editio typica altera, Libreria Yaivice Vaticana 1975, a. 11, 62, p. +4 PAROLA DI DIO E SACROSANCTUM cONCTLIUM 13 debbano agire le comunita, al fine che ctesca Ja stessa carité (LG 42). La Chiesa deve approfondire tutta la divina Parola (DV 23), perché essa sa che prende il Pane della vita sin dalla mensa della Parola, sia da quella del corpo divino di Cristo, per offrirla ai fedeli in un nutrimento sostanziale sotto la duplice e correlative forma (DV 21; 25); con altre espressioni, i fedeli sono formati dalla Parola di Dio e ristorati alla mensa del corpo di Cristo Signore (SC 48), per cui & fondamentale nella vita della Chiesa nutrirsi dalla duplice, unificante mensa della Scriteura € della divina eucarestia (DV 21; 26; SC 48; 50; OT 8; PC 6; 15)" E come & cibo sostanziale, cost la Parola & fronte della preghiera per tutta la Chiesa (SC 24), e solo essa, proclamata dalla Chiesa e vissu- ta nella Chiesa, illumina ¢ conduce i fedeli in tutto il divino Mistero da attuate e da vivere.® Per la forza della Parola i fedeli si rieonoscono peccatori necessitosi della divina misericordia, ed insieme chiedono per dono ai loro Fratelli," poiché Ia Parola sollecita potentemente le di- sposizioni interne dei fedeli (cf. Hebr 4, 12-13).* Cost la profonda re- verenza alla Parola di Dio, dono dell'amore del Padre, mostra e fa vivere una fede pitt personale ¢ valida.* 1La Chiesa riafferma pitt volte, e solennemente, che occorte promuo- vere la preparazione remota e prossima alla Parola di Dio,” iniziando dagli strumenti che con Paiuto della scienza moderna possono essere usati, e primi tra questi, ovviamente, le versioni moderne, perché la Pa- rola risuoni in modo sempre comprensibile alle orecchie di tutti gli uuomini (ef, DV 22). ® Ibid, n, UT, 34, p. 35. » pati VI, Constitutio Apostolien Laudis canticum, 9. 8, 1 nov. 1970, in AAS 63 (1971) 532, © Missale Romanuon ex deczeto S. Occumeniei Concilt Vaticant I instauratum auccoritate Pauli Pp. VE promulgetur, Ordo Missae, Institutio Generalis Misslis Romani, cit, 0. VI, 320, p. 87 1 Rituale Roman & decteto S. Oecumenici Concilit Vatican TT instauratum succoritate Pauli Pp. VE promulgatum, Ordo Paenitentce, Typis Polyglottis Veti- canis 1974 (2 ed), m4, BL "s'§. Rismum Congtedstio, Instructio Musicans Sacram, 0, 17, 5 marit 1967, in ‘AAS 59 (1967) 303 *1°3, Cangtegatio pro Instisutione Catholica, Ratio fundamentals institutinis sicerdotalis,n. 4 6 ian. 1970, in ABS 62 (3970) 331, 1S. Congregatio pto Clero, Litterae citculares ad Ordinarios locorum De pertltpacione Misyae festvac, 19 woth 1966, ia Noviiae 2 (1966) 186 it ruta 3, La urTuRGia DELLA PaROLA U1 Cone. Vaticano II ha trattato Pargomento della liturgia della Parola con profondita e con cura, riaflermando anzitutio che la Pa- rola di Dio ha un posto primario nella liturgia della Chiesa (SC 24), pet- ché la forza della Liturgia risiede nella Parola di Dio stessa.® Anche SS. Paolo VI ha ticordato a tutti che nella Liturgia si di alla Parola To spazio necessario;” e che la liturgia della Parola appare nella sua chiatezza nel nuovo Ordo Missae.® Questo nuovo Ordo Missae da parte sua ne da un'accurata descrizione.” Gli stessi ministri della Parola di Dio, che debbono nutrirsene quotidianamente, nel distribuire ai fedeli loro affdati il cibo della Parola, lo fanno perd specialmente nelle sacre celebrazioni liturgiche (DV 25) Allinterno della lieurgia della Parola stessa, risaltano per l'impor- tanza somma Ie letture bibliche,® parte primeria ed indispensabile di essa, insieme anche ai canti biblic.® Per questo la liturgia della Pa rola, nella sua piena stima e rivalutazione, anzitutto & da eseguize con somima cura, e poi non deve essere separata dalla celebrazione eucs ristica. Per questo la Parola di Dio trova nella Liturgia della Chiesa il suo massimo valore (DV 21; SC 35), perché, indispensabile allo stesso ministero sacramentale, unisce la predicazione e Ia proclamazione so- lenne al sacramento (PO 4). Cosi che la Chiesa pud affermare con di- ritto che non ha mai omesso, né mai avrebbe potuto fatlo, 1a lettura Titurgica, come la lettura in sé, della Patola di Dio (SC 6). ™ §, Congeegatio pro Culeu Divino, Instructio Liturgicae Instourationes, n. 1, 5 sept. 1970, in AAS 62 (1970) 695. Alloctio Pauli Pp, VE ad «Consilium od exsequendam Consticutionem 5. Litutgae », 10 spr, 1970, in AAS 62 (1970) 273, © Allocutio Paull Pp, VI_ad fdeles in Basilica Vaticane coram admissos de Ordine Missse, 19 nov. 1969, in AAS 61 (1969) 779-780 Mitsale Romanum ex decreto $, Oecumenici Conciii Vaticani 11 instauratom auctoritate Pauli Pp. VE promulgetum, Ordo Missae, Insittio Generalis Missal Romani, cit, 0. 1, 33-47, pp. 3538. Ibid, n. 1, 9, p. 293 a. TIT, 3435, pp. 3536 © §, Coogregatio pro Cultn Divino, Directoriam de Missis cum pueris, a. 41, 1 nov, 1973, in AAS 66 (1974) 42; Missle Romanum ex decreto 8. Oxcomenicl Conclii Vaticani I instauratum utocritste Pauli Pp. VI promulgatum, Ordo Missse, Institutio Goneralie Mirgalis Romani, eit, 2. 11, 33, p. 35. ost Conereeatio. peo Calta Divino, Tnstructlo 'Liturgicae insteurationes, 1, 2a, 5 sept. 1970, in AAS 62 (1970) 636. PAROLA DI_DIO_E SACH TUM CONCILIUM ms E certezza costante della Chiesa che quando essa legge Ta Scriteura, presente Cristo nella sua Parola, poiché lui parla alla sua Chiesa (SC 7); tale forma ® uno dei modi della presenza di Cristo alla sua comunith di fede, mistero d'amore e di comunione,® un modo di effcacia primor- diale. Anche per questo motivo nella Chiesa autentica le letture bi- bliche non potranno mai essere sostituite da altte lettura, sia religiose sia profane, per quanto nobili ed interessanti.* La potenza della Parola, operata dallo Spitito, raduna in assemblea i fedeli per dare culto al Pa- dre (cf. LG 26; PO 4), specialmente la Domenica del Signore, giorno realmente privilegiato per Ia liturgia della Parola (SC 106):" Se dunque Ia Parola si comunica agli uomini spccialmente nella liturgia (DV 25), se essa da significato all’azione liturgica (SC 24), se essa & la fonte della preghiera (SC 24), da questo la Chiesa fa discen- dere 1a norma progtammatica cogente che Vinseghamento stesso della Sacra Scrittura deve stabilire un nesso con la Liturgia (SC 16), si di- rebbe ciot che deve come sitrovare quel nesso intimo che gia esiste obicttivamente tra la Seriteura ed i riti (SC 35). Ma in modo del tutto speciale tale nesso vincola per sempre Ja Scrittura con Ia celebrazione cucaristica del Mistero del Signore (DV 21; 26; SC 48; 50; PO 18; OT 8; PC 6; 13), sicché tutti debbono avere chiaramente in mente che la liturgia della Parola con la liturgia eucaristica propriamente detta forma © Missele Romanum ex decreto S, Occumenici Concilii Vaticani IL inseauratum suctoritate Paull Pp. VI promulgatum, Ordo Missae, Instittio Generalis Misslis Romani, Editio typica alters, cit, Prosemium, 9. 9, pp. 2223 n, IL 7, Tbid,,p. 29; 1 II, 33, Ibid, p. 33; S. Ritwom Congregatio, Instructio BucBaris- 1 hayiterium, 2, 9, 25 marti 1967, in AAS 59 (1967) 347; ID. n. 35, 568569; Missole Romanum ex decreto S, Oecumeniei Concli Vaticani IT instauratom auetaritate Pauli Pp, VI promulgacum, Ordo Lectionnm Missae, Typis Polyglotis Vetieanis 1969, 0. 1, p. 7; Oficium divinara ex decteto 8, Occumenici Coneili Vatiani IT insteutatur abctortate Pauli Pp. VI promalgatum, Insita- tio Geuerdlis de Liturgia Horarum, Typis Polyglotis Vaticanis 1971, n. I, 13, . 27 (edito non wypiea), Rituale Romanum ex decreto S. Occumenici Conclid Va- teen MT instauratum auctoritate Pauli Pp, VI promulgatum, De sacra communione ff de cull mysterit exebaristic’ extra Missam, Typis Polyglotis Vaticanis 1974 (2 ctio), ns 6, p. 8; S. Congresatio pro Cultu Divino, Directorium de Missis Cum peri, ts 43, 1 nov. 1973, ia AAS 66 (1974) 43, 'S. Congregatio pro Culta Diving, Instructio Liturgicae instaurationes, n. 2a, 5 sept, 1970, in AAS 62 (1970) 696. O'S, Rituum Congregatio, Tnstructio Encharistcune meysterium, n. 25, 25 mati 1961, in, AAS 59 (1967) 535: S, Consregatio pro Episcopis, Directorlum de pasto- ali miniterio Episcoporum, Typis Polyslous Vaticanis 1973, n, 86, p. 85. n6 srupta un unico ed indivisibile atto di culto, par nelle sue diversita (SC 56). Per questo motivo & desiderio della Chiesa che la maggior parte della Scrittura si legga durante Ja celebrazione cucaristica lungo determinati tempi del?'anno Titurgico, o in cicli da preparare (SC_51),” restando sempre la Serittura gli autentici chesauri biblici della Chiesa (SC 51). ‘Ma tutto questo resterebbe forma fine a se stessa, se non si compren- desse fondo che per Ja riforma, il progresso e P'adattamento della Li- turgia in tutta la Chiesa @ da ptomuovere instancabilmente un amore soave ¢ vivo pet la Scrittura della Parola di Dio (SC 24). 4. I, MINISTRO DELLA PAROoLA Una accurata trattazione & stata anche dedicata al ministero della Pa- rola, adesso anche atttaverso norme emanate da Documenti di appli- cazione conciliare.® La norma suprema ® che Ia Parola della salvezza & annunciata dalla Chiesa, per mandato cogente del Signore, non solo ai fedeli, ma anche a chi ancora non crede (SC 9). Nel tempo della Chiesa Ja fonte di questa predicazione 2 sempre la Scrittura (DV 21; SC 35). La realtd di essa & tale che il ministero della Parola & intimamente con: niesso con i sacramenti della fede e della salvezza (DV 21). Tale sal vezza possibile perché nella Parola di Dio perla Cristo stesso (LG 21), il quale petd concretamente predica per la mediazione dei vescovi (LG 21; 26)" T vescovi in effetti su tutta Ia terra predicano, insegnano, testimoniano, custodiscono ed interpretano Ia Parola di Dio §, Rinuum Congregstio, Instruct Eucharsticum mysterium, 2. 10, 25 mai 1967, in AAS 59 (1967) 547-548; Missle Romorum ex dscreta S, Occumenici Conclit Vaticani TI instauratum auetoritate Pauli Pp, VI promulgatum, Ordo Missoe, Iasttutio Generis Misslis Romani, Editiowpice altera, cit, n. TT, 8, p. 23; S. Cangrepatio pro Culta Divino, Instructio Liturgteao instauratio. nes, 0. 2, 5 sept. 1970, in AAS 62 (1970) 695-696; Secretariatus ad Christiano. rom unitstem fovendam, Tnstructio De admissione ad Communioncye euebaristicam, 1a. 2b, 1 un, 1972, in AAS 64 (1972) 520, © Pautt Pp, VI, Constitutio Apostolica Missale Roveanur, 3 apr. 1969, in AAS 61 (1968) 220;'Misale Romanuyy ex decreto S, Occumenici Conclii Vat ‘ani IE instaueatum auctoritate Pauli Bp. VI promulgarim, Ordo Lectionum Misse, plotis Vaticanis 1969, 0. 6, p. 105 n. 1, p 7 ‘Congregatio. pro Clero, Diteetoriam celechisticum generale, n, 17, 1 apt. 1971, in AAS 64 (1972) 110.111. 'S, ‘Congeegutio pro Episcopis, Directorium de pastorali ministerio Episco- porane, 22 febr, 1973, Typis Polyglotis Vaticanis 1973, n. 82, p. 83. Pautr Bp. VI, Litterae Apocialion Mota proprio datae. Pattorole munus, 1.11, 1, 30 nov. 1963, in AAS 36 (1961) 11; S. Congresatio de Diseiplina Sacramen- PAROLA DI DIO E SACROSANGTUM CONCILIUM ut La Chiesa ticonosce che i laici, il popolo di Dio radunato dalla Pa- rola, hanno diritto alla Parola di Dio insieme ai sacramenti della fede ce della salvezza (LG 37),° ed attraverso la Parola prendano parte at- tiva alla azione liturgica, non restino cio’ semplici spettatori muti ed estranei (SC 48). Per questo & dovere di tutti i sacerdoti, insieme ai vescovi, predicare la Parola di Dio (LG 28),* in specie perd dei parroct in cura d'anime, dei quali @ proprio predicate la Parola (CD 28). Per questo i sacerdoti debbono imparare a fondo ad usare dovatamente Ja Parola per poterla distribuire agli altri8, anche seguendo il metodo di interpretazione che preme da vicino il testo, ciot cercare quanto gli Agiografi realmente hanno detto e Dio ha fatto passare attraverso Ja loro parola umana (DV 12). Questo rimane il primo e sicuro alimento per il popolo di Dio* Tale & il dovere ed ufficio del sacerdote quando ¢’& il popolo,® rma anche del diacono™ e del lettore.” In specie & dovere del diacono leg: gere la Scrittura al popolo (LG 29):® A tale compito della predicazione e diffusione della Parola di Dio sono chiamati a pattecipare attivamente, secondo le foro attitudini e preparazione, anche i laici, come gid nelle comunita ctistiane dei tempi apostolici (AA 10), mentre da parte Joro i sacerdoti con la predicazione della Parola aiutano i coniugi cristiani a scoprie le loro vocazioni (SC 52) tocum, Instructio Inmensae caritatis, n, 4, 29 jan, 1973, in AAS 65 (1973) 270; S. Congreeatio pro Episcopis, Direcorium de pastoral’ ministerio Bpiscoporam, 22 febr. 1975, Typia Pelyglotis Vaticanis 1973, n. 15, p. 23 9S. Congregatio pro Clete, Listerae circulares ad. Ordinarios locorum De portcipatione Mistae festvge, in’ Nottie 2 (1966) 18. Patt Pp. VE, Decretum 30 nov. 1971, quo public iuris Textus 1 fir U1 Generals Coetss Synodi Episcoporum, De sacerdotio ministerial, n. 1c, in AAS 63 (1971) 910911. © S. Congregatio per Institutione Catholica, Revio jundamentalis institutionis sacerdotlis, n. 54, 6 jun, 1970, in AAS 62 (1970) 358. 2S. Congregatio pro Clero, Directorium catechisticum generale, n. 37, 11 apt 1971, in AAS 64 (1972) 131, 2 Missale Romana ex decreto S, Qecameniel Concilit Vaticani TT instaurstum auctoritate Pauli Pp. VE promulgate, Ordo Missac, Institutio Generalis Mitsalis Romani, ct, na. TV, 8999, pp. 4950. ibid, an, IV, BLB2, pe 54 % [hid an, TV, 150132, p. 57 Pautt Pp, VI, Littewte Apostolicae Motu proprio datse Sacrum diacona. ts ordinent, n, 22, 18 ian, 1967, 1m AAS 39 (1967) 702. 718 rua 5. LOMELIA AZIONE LITURGICA Il Conc. Vaticano IT ha proclamato con nuova efficacia che Yome lia & parte dell’azione liturgica (SC 35; 52; 53; 78), parte integrante della liturgia del giorno, per cui Te letture bibliche sono sempre da spicgare con Vomelia,* la quale & dichiarata importante (SC 24)" fino ad ottenere un posto speciale e rilevante (DV 24). Documenti successivi hhanno tichiamato Vattenzione sulla natura vera dell'omelia © sul suo scopo, in quanto essa si pone quale forma liturgica del ministero della Parola” In specie Vomelia deve espotre fedelmente il contenuto delle Jet- ture bibliche proclamate poco prima, * nel senso che i sacerdoti tenuti alfomelia debbono espotre i sacrosanti Misteri, introducendovi gratual- mente i fedeli perché li vivano, e quindi Je norme di vita cristiena © Mistale Romanum ex decreto 8, Occumenici Concilii Vaticani IT instars tam auctoritste Pauli Pp. VI promulgetom, Ordo Missa, Institutlo Generis Missclis Romani, Falitio typica altera, cit, a. 41, p. 37; 9, p. 23: S. Can: agregatio pro Calta Divino, Litterae cteulares ad Praesides Conferentiaram Episcoporum Eucbarstiae participationem, n. 15, 27 apt. 1973, in AAS 65 (1973) 346, S, Rituum Congregatio, Instructio Inter Oecurvenii, n, 38, 26 sept, 1964, in AAS 56 (1964) 890, © Tbid,, n. 34, p. 890; Mitsole Romanum ex decreto $. Oecumenici Concilti Vacicani 11 instauratum auctoritete Pauli Pp, VI promulgatum, Ordo Missue, Instittio Gencrlis Missalis Romani, cit, 11, 4, p. 3. * Ibid, IT, 8, p. 29; . I, 41, p. 37: S, Congregatio pro Cultu Divino, Lintrae civcalares ‘ad! Praesides Conferentiarizm Bpiscoponim Eucherisice partici pationzm, 1, 15, in AAS 65 (1973) 347. © S. Rituum Congregatio, Instructio Inter Occuntenii, n. 54, 26 sept. 1964, in AAS 36 (1964) 890; Missale Romanum ex deereto S. Occuspenici Conclii Vat cani TT instguraram auctoritate Pauli Pp. VI promulgatum, Ordo Missa, Instituto Gencralis Missolis Romani, city a. UI, 41, p. 37 “Ibid, nT, 4, p 37; S. Cangregatio pro Cultu Divino, Instructio Litwrgieae instauratones, n, 24, 3 sept. 1970, in AAS 62 (1970) 695696, Tun, Litterae cculates ad Pracsides Conferentiarum Epissoporum Eucharistce participationem, n, 15, in AAS 65 (1973) 346. © 8, Congregatio pro Cleto, Directorium eatec 1971, in AAS G4 (1972) 110, 5 Missale Romanum ex decteto S. Occumenici Concili Vaticani 11 instausa: tum auctoritate Pauli Pp, VI promulgetum, Ordo Missae, Insttutio Generalis Missalis Roneeni, Edisio sypen ster ct, n. 11, 33, p. 35; Idow, Ordo Lectionane ‘Missae, Typis Polyglotis Vaticanis 1968, n, 1, p. 7. isticum generale, 0. AT, 11 ape PAROLA DI DIO E SACROSANCTUM CONCILI 19 che ne detivano Ora, se Pomelia spetta ai sacerdati,” essa & anche in'arte non facile, che deve essere oggetto specifico caratterizzante della scienza pastorale;” ma Tomelia non deve restate solo un appren- rma deve essere esercitata gradualmente © prati- camente” ; 2 una ptoclamazione degna delle letture bibliche e dai canti che Ja aaa ea rendono efeace, © poi dalomelia, deve potet iversale, detta anche dei fedeli sia come il frutio valido che chiude la liturgia della Parola (SC 53)” accompagné seguite che la Prece uni 6, LETTURA & MEDITAZIONE DELLA Parora pt Dro Un'insistenza particolare ha siposto il Conc. Vaticano IT, riaffer- mata nei successivi documenti di applicazione, sulla connessione tra Parola ci Dio, liturgia ¢ lettura spirituale o meditazione della Parola stessa, Infatti con le meditazione si ricerca Dio mediante la sua stessa Parola con essa si giunge via via a conoscere Dio (AA 4), poiché & ol- tremodo risen di fl spirtali (DV 21; 23), ¢ se septa di gone in giomo da ricchi frutti.® La stessa catechesi deve portare a saper me- ditare sulla Parola di Dioj® e la via normale della Chiesa & che la pre- +, Congegto po Cleo, Directo caecum generale. 113, 1a tort in ANS 64 972) 16h : sia AAS et oT Cale Divino, Inscutio Liu intaatione,n.2 seph 70 an ANS 62 (1570) 536 ° Fe Se Chareaatio pro Tnsitutione Catalicn, Reio fundamentlis institttonis sacerdotalis, n. 94, 6 ian. 1970, in AAS 62 (1970) 380. . ee oo Cet, Litre cc ad Prides Coferensarom Epiconsn Betuniarone ovations ler, nu 3, 4 ow. 1989, 1a bray 133, ee ae 9) 22 um ad exequendam Costtuonem de S, Liu, De Oran aa : . wa, momentum ac structura. Criteria atque specimina cea se A cram opo, Te Pls Vaan 196, Spe ae [nstructio Venite Ws, ‘Congregatio pro Religiosis et Institutibus saecularibus, ir Ve seorsutn Bc TE 13 mop, 1969, in ADS 61 (1969) 67. - “ite Romanos ox deseo 8, Oeseniel Conc Vatican TE instarame uct tt Bo, VI promulgatm, Ordo Lectionune Missac, Typis Polyglot Vatianis 1969, 10, p. TS, Congregaia pro. Cleo, apr 197i, in ANS 64 (19/2) 114 Divectorium catechistionm generale, n. 25, 1 m0 stupa shiera personale sia sempre accompagnata e sostenuta dalla lettura della Parola.” Questa Jettura continua e quotidiana e questa meditarione appro: fondita, come mezzo della grazia, tali che nessun fedele pus sottrarvisi senza danno (cf. DV 25). I vescovi della Chiesa meditano Ia divina Parola;” e cos), anche fuori dell'azione liturgica propria, i ministri della Parola, i sacerdoti (DV 25; LG 29; CD 16; PO 19),” i quali con que: sta meditazione diventano ogni giorno pitt docili (PO 18); i diaconi (DV 25); i chietici ¢ seminaristi (DV 25; OT 8);" i catechisti (DV 25); i lettoris® i religiosi (DV 25; PC 6; PO 3); i missionari (AG 26). A questo obbligo non si sottraggono i gruppi particolari.® E pexfino per i bambini & previsto Pavvio alla lettura fruttuosa della Parola con spic gaaione accurata, eventualmente da preferirsi alla stessa celebrazione eu- caristica.* 7. Ik PROGETTO PER LA LITURGIA EUCARISTICA Ul Cone. Vaticano TT si & preoecupato di riformare dovutamente il vecchio lezionario romano in uso nella Chiesa ed ha dettato alcune nor- me, additando soptattutto lo spirito dei futuri lavori ‘Riaflermando che la Chiesa possiede i suoi thesauri biblici (SC 51) che deve essere offerto in modo ricco ed abbondante al popolo di Dio, si@ stabilito che tutta Ja Scrittura sia da leggere entro un certo numero i anni (SC 35), stabilie il quale 2 stato lasciato al lavoro degli esper ” 8, Congregatio pro Religiosis et Tnstiutis sxecularibus, Tnstevstio Venite szorsaon, 8. Thy 13 ang. 1969, in AAS 61 (1969) 679. *'S. Congtegatio pro Eplscopis, Directorium de partorali ministerio Episcopo: runs, Typis Polyploris Vaticnis 1973, 0. 35, p. 61 Pauut Pp. VI, Decretum 30 ‘nov. 197i, quo publico juris Textus I. fit II Generals Coetus Synodi Episcoporim, De sacerdotia ministerial, 9. 3, in AAS 63 (1971) 914) * Pavtt Pp. VI, Litterae Apostolicae Mons proprio datse Sacrun diaconatus ordinem, 0. 26, 18 iun, 1967, in AAS 59 (1967) 702-703; n, 29, Ibid, p. 973. "Baus Pp, VI, Litterse’ Apostolicae Mota proptio datae Ad’pescendum, Io: ‘woduetio, 15 ang, 1972, in AAS 64 (1972) 538. * Pauut Pp. VI, Litterxe Apostolicae Mota proprio datae Ministeria quaedam, 1. V,175 aug, 1972, in AAS 64 (1972) 532. © S! Congregatio pro Calta Divino, Instructio Actio pastoralis, Tntao 15 mali 1969, in AAS 61 (1969) 807. "8, Congregatio. pro Cults Divino, Directorium de Miss cum pueris, a. 37, 1 nov. 1973, in AAS 66 (1974) 41; n, 27, 1Bid, p. 38. 724 ti. La mente @ che nella celebrazione liturgica si ottenga di fare tuna proclamazione della Scriseura pit ricca, pitt ampia, pitt adatta (SC 35, 51; 92a). La dove per gli adiuncta temporis manchino i pastori, fed inoltre in determinate occasioni, Ia liturgia della Parola deve essere incrementata (SC. 35). ‘Una norma fondamentale riguarda certi momenti dell’anno liturgico, come quello che introduce alla celebrazione del Mistero plenatio della Pasqua annuale: tale celebrazione deve essere preparata accuratamente da vn ascolto pit intenso della Parola (SC 109), cosicché il tempo della Quaresima appate come il periodo che si pone come modello di tutto Pano liturgico, il tempo in cui la Chiesa pith coscientemente, in spirito di conversione, si fa attenta discepola dello Spirito che parla nella Parola di Div "Anche peril canto & stato desiderato che si desuma per quanto pos- sibile dalla Serittara (SC 121), Ia quale ha molto lodato il cantare al Signore (SC 112). ‘Altre norme riguardano Ia liturgia della Parola scelta per gruppi spe- ciali ¢ il mandato che mai manchi Ja lettura biblica nelle Messe con i bembini* La cura della Chiesa artiva fino a raccomandare che dove ® possi bile non manchi il libro della Scrittura nelle stanze di albergo, come 2 lodevole uso in diverse nazioni.” 8, LA REALIZZAZIONE IN ALTRI LEZIONART “La liturgia della Parola non é stata ristretta al solo momento prineipa- lissimo della vita della Chiesa, che & la celebrazione eucaristica. La Chiesa si & preoccupata di offrire al popolo di Dio in ascolto un Lezio- Romonant ex decreto 8, Occuienici Copiit Vatcani I ostase sum antic Baap. VI promulputum, Ondo Lectiontm Misae, Tops Poly flows Vatican 1568, m1, 7 ium Coogreatio, Ts in AAS 36 (1968) 854885 ’ tS Caspr pro Calta Dixino, Instvetio Actio pastoral, n. 6, 15 ma 1969, iy SAS 13) 809; Idem, Instictio Ltwgiene tnstaartones, n. 3e, 5 Sept, 1970, in AAS 62 (1970) 697-098, me 'S. Congregatio pro Cultu Divino, Directorium de Missis cum puerls, n. ov 19D, n ABS 66 (1914) 42 S conaregnio, ro, Cleo, Diretorium pastord 2D, 6,30 ape 1989, In AAS 1 1949) 37% © Min tructio Inter Oecunenici, n. 37, 26 sept. 1964, a Je quoad Turismum, ». IL, m2 srupta nario speciale per ogni celebrazione liturgica sactamentale e per ogni altro tito, Si tratta certo di Lezionari di minore estensione, e di strutture ‘meno complessa che di quello della S. Messa, ed in genere piuttosto aventi come base un certo numero di Ietture bibliche dell’Antico Te- stamento e del Nuovo Testamento, oltze che di Salmi, di canti e di ac- clamazioni, entto il quale materiale il celebtante possa operare di volta jn volta una scelta adatta all'ambiente della celebrazione, ai tempi, alle persone, alle oceasioni Cost per il battesimo,” per la confermazione,” per il matsimonio,* per Vordine,* per F'unzione dei malati per la penitenza,* per le ese-

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