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#2

Mi piacciono gli animali. In generale, gli elefanti e le balene mi piacciono di più, soprattutto dopo
avere letto Moby Dick, che è un libro che credo potere leggere quante volte voglio, nonostante
quanto lungo sembra. Però, per quanto riguarda agli animali domestichi, non ho favoritismo. A mia
madre piacciono gli uccellini, e da piccola, avevamo tre uccelli gialli che vivevano con noi per almeno
tre anni. Quindi la femmina si è ammalata ed è morta. In una settimana gli altri due sono anche
morti. Mia madre era triste perché non sentiva più i loro suoni. Due o tre mesi dopo, uno zio mio è
arrivato da Santander a salutare la famiglia e ha preso un uccello che si vedeva strano. Era tre volte
più grande che qualche uccello che ho visto, nero in alcuni parti e giallo in altre, e non cantava.
Aveva un picco grande che spaventava. Non so perché, ma mio zio ha regalato questo uccello a mia
madre e lei l’ho messo nella stessa gabbia dove erano gli altri... quando vivevano.

Solo cinque mesi dopo, l’uccello si è scappato e una donna che abitava vicino a noi l’ha tornato... ma
solo il corpo perché era morto. Lei ci ha detto che l’ho trovato nel suo terrazzo. Ha bevuto dell'acqua
sporca che lei aveva, e che era lì per più di sei giorni.

Dopo non abbiamo accettato tanti animali che diverse persone ci hanno offerto. Non volevamo
esperimentare un’altra perdita.

Fino a due anni fa. La stessa donna di quella volta, ci ha preso un uccello che ha trovato nella strada.
Era perso e lei l’ho aiutato. Ha pensato che noi possiamo accettarlo perché abbiamo già una gabbia e
abbiamo esperienza. Io non pensava che mia madre voleva un altro uccello così tanto, ma l’ha
accettato subito. Due settimane dopo, lei ha comprato un compagno e adesso abbiamo due uccelli,
un verde a ragù neri e uno azzurro con le ali verdi.

#3

Perché ho scelto studiare la psicologia.


Non sono mai stata brava facendo delle decisioni. Quando sto davanti diverse opzioni, la mia mente
diventa spersa tra tantissime considerazioni sulle conseguenze di ciascuna. Alla fine e quando posso,
non scelgo niente, ma quando non ho un'altra alternativa, scelto qualcosa con molta inscurita e la
maggior parte delle volte, mi dispiace il resultato.

Avevo paura del futuro. Comunque, mi fa ancora paura. Ma, quando frequentavo la scuola, avevo
paura del futuro perché, mentre tutti i miei compagni di classe avevano qualcuna idea di cosa
volevano fare dopo la graduazione, io era persa. Semplicemente non potevo pensare senza
considerare le possibilità di fare una decisione sbagliata. Pensavo, cosa farei se non mi piace cosa
scelgo, e come potrò cambiare di cammino se cambio d’idea?

Così sono stata fino all'ultimo anno di scuola. Un po’ ignoravo questo, un po’ soffrendo per la
ansietà.

Non capivo. Perché sono così insicura e ossessionata? Perché non posso fare come tutte le persone
introno a me e non pensare tante volte? Poi, queste domande nella mia testa, sono diventate
diverse: perché le altre sono così? E perché ogni uno è diverso nella sua unica forma? Come
arriviamo a essere come siamo adesso?

Queste domande mi hanno portato a un interesse per osservare come attuano, parlano, e sono le
persone. Poi, quando mi chiedevano cosa volevo studiare all’università, anche se cambiavo ogni
volta cosa dicevo, qualche volta architettura, disegno, medicina... aveva nella testa una voce che
ripeteva: psicologia. E alla fine, davanti lo schermo del computer che mostrava il modulo di iscrizione
dell’Università Nazionale, l’ho scelta.

Sono al quarto semestre e penso che questa è stata la miglior decisione che ho potuto fare.

#4

Nel mio compleanno numero quindici, sono stata a San Andres.

È stata la prima e unica volta che ho viaggiato in aereo. I miei hanno fatto questo progetto in secreto.
La sua idea era farmi credere che stavamo arrivando a casa de miei nonni, e poi, girare in via
all’aeroporto. Ma non è stato tanto così. Più o meno, tre o due settimane prima del viaggio che io
pensavo era come qualche altro, ho ascoltato per casualità una conversazione de la mia mamma con
sua sorella. Ricordo che stavo nel suo letto, mi sono già svegliata, però era tra il sonno e la vera
coscienza, per cui non aveva ancora aperto gli occhi. So adesso che lei è entrata nella sua camera
pensando che io era ancora dormita. Non è stato strano che non avevo risposto di qualche modo
quando l’ho sentita entrare. Siccome, da piccola avevo sempre dei problemi per dormire, rimango
spesso a letto con gli occhi chiusi e appena in movimento, sto sveglia, aspettando per alcuni minuti
farcela a prendere il sonno. Così, anche se sembro dormita, non lo sto, e miei genitori lo sanno.

È stata una casualità che mia madre è entrata mentre parlava al suo telefono. E, più grande casualità
è stata, che in quell'esatto momento, parlava di qual viaggio che non era davvero a casa dei miei
nonni, ma a San Andres.

Non è fatto niente. Solo ho ascoltato, ho controllato la mia reazione e, quando mia madre è uscita
della camera, non potevo alzarmi. Ho avuto bisogno di un paio di minuti per capire cosa aveva
appena successo.

Non ho mai detto niente di questo. Sono trascorso tre anni e nessuno sa che quella sorpresa non è
andata come loro volevano. Però è stato un regalo bellissimo lo stesso. Amo i viaggi con la mia
famiglia e amo il mondo che mi permette di esplorarlo.

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