Fellini; dalla seconda edizione (1984-1985) il programma venne trasferito a Milano, dove rimase no all'ultima
edizione (1987-1988), utilizzando contemporaneamente
due centri di produzione diversi: in questo senso, e assieme alla composizione geograca del suo cast, il Drive
In venne quindi accolto come una sorta di risposta milanese a quel tipo di comicit romana e, pi in generale,
meridionale che storicamente impera nel paese.[4]
Ideato da Antonio Ricci, riscosse un grande successo entrando prepotentemente nel costume nazionale del tempo, contribuendo a portare alla ribalta numerosi volti noti dello spettacolo italiano negli anni a venire, ed emergendo come uno dei programmi-simbolo della televisione
italiana degli anni ottanta.[1][2]
Portato al debutto il 4 ottobre 1983 e trasmesso inizialmente il marted, dalla seconda edizione lo show divenne l'appuntamento sso della domenica sera di Italia 1
1 Contesto
sino alla sua chiusura, avvenuta il 17 aprile 1988. In
onda inizialmente per una sola ora a settimana, dato il
Drive In mutu la struttura del programma da altri variet grande riscontro vide presto raddoppiare la sua durata,
di fronte ai televisori oltre otto milioni di
gi proposti negli anni precedenti dalla televisione italia- raccogliendo
[6]
spettatori.
na (Non stop ma anche Carosello, Tutto compreso e Due
di tutto), introducendo tuttavia signicative novit come
ricorder il suo ideatore Antonio Ricci: avevo in mente
di creare una trasmissione tutta di comici: pativo le can- 2 Descrizione
zoni, i balletti, gli ospiti del variet classico, dando cos
vita a uno show che, per sua stessa ammissione, era una
macedonia di generi, una via di mezzo tra sit-com, variet, eetti speciali, satira politica, parodie, gag, barzellette,
tormentoni.[3]
Caratteristiche salienti furono la velocit dei cambi di
scena, monologhi e parodie di lm celebri insieme a spezzoni di comiche, nuovi cabarettisti che tra il pubblico recitavano i loro sketch uno dietro l'altro e rapide gag intervallate da stacchetti ballati, il tutto con un taglio di regia e
un montaggio incalzante che consentiva l'inserimento degli spot pubblicitari senza interrompere il ritmo: una vera
a propria opera di rottura dinanzi all'istituzionalizzato
mondo dei variet italiani del tempo,[3] nonch l'ideale
per la nascente televisione commerciale di cui Drive In
n per divenire il programma comico pi rappresentativo del decennio.[4] Per dirla nelle parole di uno dei
suoi protagonisti, Ezio Greggio, Drive In ha segnato un
cambio generazionale e di stile nel variet TV che nessuno ha segnalato: la ne del presentatore tradizionale dei
salamelecchi e dei tempi morti, la nascita di un variet
satirico tutta sostanza e niente fumo.[5]
2
partecipazione al programma, si ricordano Giorgio Ariani, la coppia Syusy Blady e Patrizio Roversi, Massimo
Boldi, Enzo Braschi, Olga Durano, Isaac George, Johara,
Malandrino e Veronica, Guido Nicheli, Carlo Pistarino,
Lucio Salis, Caterina Sylos Labini, Teo Teocoli, i Trettr,
il Trioreno, Sergio Vastano, Mario Zucca e Zuzzurro e
Gaspare, senza dimenticare un Giorgio Faletti ancora lontano dalle future esperienze musicali e narrative, e un
Francesco Salvi non ancora in veste drammatica; come
detto, nella maggior parte dei casi si trattava di volti ancora sconosciuti ai pi, che troveranno fama proprio grazie al Drive In.[7] Tra le procaci protagoniste femminili
si ricordano, oltre alle succitate Russo e Del Santo, anche Tin Cansino, Nadia Cassini, Antonia Dell'Atte, Eva
Grimaldi, Cristina Moa e Ambra Orfei. Dietro alle telecamere, il Drive In fu inne banco di prova per i testi
di Ellekappa, Gialappas Band e Gino e Michele.
Le Ragazze fast food che si sono susseguite negli anni
hanno incluso, tra le altre, Cyssa Zaugg, Eliette Mariangelo, Ritanna Carpenter, Francesca Colombo, Soa Frisone, Gloria Scotti, Toti Botta, Luciana Ricca, Patrizia
Sala, Stefania Miniucchi, Sabrina Sabbatini, Cristina Garavaglia, Federica Farnese e Johara Farley Jones. Durante
il susseguirsi delle edizioni, alle Ragazze fast food venne
aancato un gruppo di sette ragazze adolescenti, denite
le Monelle, alcune delle quali continueranno poi la carriera nel mondo dello spettacolo come ballerine (Marianna
Fontana) o presentatrici (Cristina Beretta);[8] c'era inne
un terzo gruppo di ragazze, le Bomber.
PERSONAGGI
Mariano; da met marzo 1984 Zucchero zucchero, interpretata da Cristina Moa. Dalla seconda edizione fu utilizzata come unica sigla la celebre Saxofono for me eseguita da Roberto Negri. Una sigla di coda stata utilizzata solo durante la prima e seconda edizione, dapprima La
Bambola, celebre brano portato al successo da Patty Pravo e qui interpretato da Carmen Russo, e successivamente
Bum bum cantiamo, interpretata da Nadia Cassini.
Molti personaggi del mondo della televisione, della musica e dello spettacolo hanno amichevolmente recitato un piccolo cameo durante le cinque edizioni del
programma, vedi Guido Angeli, Christian, Gary Coleman, Corrado, Serena Grandi, David Hasselho, Daniele
Piombi, Marco Predolin, Memo Remigi, Donatella Rettore, Gigi Sabani, Mago Silvan, Ilona Staller, Little Tony
e Iva Zanicchi, oltre a un giovane Pier Silvio Berlusconi.
Tra gli ospiti musicali si ricorda la partecipazione di Matt
Bianco.
3 Personaggi
Innumerevoli i personaggi proposti dai vari comici negli
anni del programma: ciascuno di essi, fosse l'imitazione
di una persona realmente esistente, o una parodia di qualcuno o ancora un semplice modello di comportamento,
era poi caratterizzato da una serie di tormentoni": modi
di dire ripetuti a ogni puntata, che alla ne inducevano un
senso di attesa ai telespettatori.
Ogni puntata veniva introdotta e conclusa da un monologo di D'Angelo, talvolta scritto da Enrico Vaime, sui
vizi e manie degli italiani (tra gli altri la settimana bianca, le cliniche per cure dimagranti e i villaggi vacanze)
o sul commento di un evento della settimana. Nella prima edizione il monologo di chiusura cui seguiva la sigla
nale, veniva improvvisamente interrotto da un violento
acquazzone che faceva scappare i clienti; nella seconda
edizione la pioggia venne sostituita da una tta nebbia;
nella terza la sigla fu sostituita con una comica di Benny
Hill.
Nella prima edizione vi sono state due sigle di testa: da
ottobre 1983, un brano strumentale composto da Detto
3.2
I personaggi di D'Angelo
3.2
I personaggi di D'Angelo
3
Piero D'Angelo, parodia di Piero Angela, che conduceva il programma Il mondo di Quirk Quork
Quark nella quale raccontava di alcuni tipi di persone come se facesse un documentario scientico. Una
gag ricorrente era quella in cui il conduttore, quando
tentava di accavallare le gambe, lanciava un urlo di
dolore a causa della compressione dei testicoli.
il signor Armando, che magnicava la bravura della propria cockerina Has Fidanken che, per contro,
restava sempre immobile qualunque cosa le si dicesse di fare. Comparso per la prima volta nel 1984, il
numero di Has Fidanken (in cui D'Angelo, nel tentativo di fargli eseguire gli ordini, chiamava il cane
con l'imperativo Has...Fidanken!!!, che divenne in
poco tempo un vero e proprio tormentone di quegli
anni) fu ideato da Enrico Vaime, come vari altri monologhi portati da D'Angelo a Drive In dal 1983 al
1986.[9] Il cane (vissuto dal 1979 al 1997) in realt
era di propriet di un amico di D'Angelo, Peppino
Palombo, e il suo vero nome era Baby Dell'Aquila
Bianca.[10]
Pippo Baudo e Katia Ricciarelli, protagonisti di Anche i baudi piangono. In questi sketch, che facevano
il verso alle telenovelas sudamericane, Baudo possedeva un allevamento di parrucchini. Anche qui
D'Angelo interpretava entrambi i ruoli.
Sandra Milo, all'epoca conduttrice di Piccoli fans.
Nella parodia, i bambini si vestivano come i cantanti imitati e venivano doppiati da un adulto; alla ne
dell'esibizione, venivano regolarmente presi a botte
dalla nta Sandra Milo. A questi sketch partecipava
anche il culturista e performer Edo Soldo, il quale
interpretava il valletto.
Ciriaco De Mita: vestito come un antico greco, si faceva trasportare sul palco da una biga, mentre ngeva di suonare un'enorme moneta da 100 lire come se
fosse una lira. La sua entrata era accompagnata dalla musica del sirtaki, che per si trasformava in una
veloce tarantella. Gag ricorrente: De Mita, usando
uno specchietto, ngeva di vedere il futuro attraverso la sua testa pelata; in realt si poteva notare come lo specchietto servisse a sbirciare nella scollatura della ragazza alle sue spalle. Celebre la canzonetormentone: "Gos la viDa, se non G' De MiDa?",
parodiando la canzone delle caramelle Morositas ed
esasperando l'accento ciociaro del politico.
Giovanni Goria: Gianfranco DAngelo nei panni
orientaleggianti di Sandokan-Goria, parodia del politico democristiano Presidente del Consiglio tra il
1987 e il 1988. Celebre il suo tormentone: "Sono
Sandokan-Goria, il presidente del consiglio pi bello
che ci sia".
Gianni De Michelis: in merito allimitazione del politico socialista, di cui si ricorda il tormentone "Bon,
3
bon, bon: ma che sagoma che son", DAngelo ha parlato in unintervista uscita sul Secolo dItalia del 19
aprile 2011: Ci fu un tentativo di farmi correggere
limitazione di Gianni De Michelis. [] Il bello
che non solo ho continuato a farla ma qualche mese dopo, mi chiam il segretario di De Michelis per
chiedermi di partecipare a uno spettacolo in campagna elettorale a Venezia. Era lui a chiedermi di
imitarlo. Ma riutai, non mi pareva il caso.[11]
3.3
I personaggi di Faletti
PERSONAGGI
Vito Catozzo, guardia giurata sovrappeso, caratterizzato da una parlata sgrammaticata (in particolare
riguardo l'uso del congiuntivo) e da un forte accento
pugliese (tormentone tipico l'imprecazione "Porch'il
mond' che c'ho sott'i piedi!"). I suoi racconti vertevano sulle sue vicende famigliari: la moglie Derelitta
(un metro e quaranta di altezza per 140 chili), le
sei glie (Crocessa, Derelitta jr, Addolorata, Immacolata, Selvaggia e Deborah), ma soprattutto il glio, Oronzo Adriano Celentano Catozzo, di cui Vito
faceva di tutto per celare l'evidente omosessualit.
Enzo Braschi consacr la sua carriera al Drive In presentandosi addobbato come i paninari milanesi di met anni
'80, narrando con nto gergo giovanilistico gli improbabili tentativi di combinare con l'altro sesso (le stinzie) e
di evitare le rappresaglie di altri esponenti di sottoculture
giovanili. Visti gli evidenti limiti del personaggio, le sta Carlino, adolescente di Passerano Marmorito. En- gioni successive videro Braschi presentarsi a ogni puntatrava in scena chiedendo a gran voce dove potes- ta nelle vesti di una nuova trib urbana (new romantic,
3.5
Altri personaggi
4 ACCOGLIENZA
Parte del cast che anim il Drive In; tra di loro anche Carlo
Pistarino, i Trettr, Zuzzurro e Gaspare e Margherita Fumero.
4 Accoglienza
Nel suo lustro di messa in onda il programma riscosse un
notevole successo presso gli spettatori, mentre sul versante della critica si prest a diverse analisi, sia in positivo
che in negativo. Da una parte, vari intellettuali dell'epoca
spesso appartenenti a quell'intellighenzia di sinistra che
invece, a posteriori avranno inviso lo show espressero apprezzamenti al Drive In: per il critico Oreste del
Buono fu la trasmissione di satira pi libera che si sia
vista e sentita, lo scrittore Giovanni Raboni la descrisse come una specie di congegno ad orologeria a bassissimo rischio, l'attore Vittorio Gassman ne rimase inuenzato tanto che dovette cambiare i rimi in teatro,[5]
mentre per il cineasta Federico Fellini era l'unico programma per cui vale la pena di avere la TV.[12] Anche il critico Aldo Grasso specicher, nel trentennale
della prima puntata, come il Drive In non il manifesto di tutti i mali possibili della TV commerciale (questa un'interpretazione bigotta), ma rappresenta piuttosto
l'esplosivit di quegli anni, l'uscita dal grigiore ministeria-
7
le della Rai e dagli anni di piombo, l'eccesso come nuova non dire delle copertine di Panorama ed Espresso. Le raforma di linguaggio (un eccesso spesso sbandierato con gazze fast food erano un'ironia di tutto questo, e facevano
troppa autoindulgenza come trasgressivo).[13]
anche battute di satira politica, anzi le donne comiche da
noi non mancavano mai. E le risate erano volutamente distorte ed esagerate, per sottolineare che in realt non c'era
niente da ridere [...] Siamo stati additati come ispiratori
degli anni '80, mentre noi ne eravamo lo specchio, la critica feroce, tra satira politica, presa in giro della Milano
da bere[14] [...] Siamo stati una trasmissione profetica: ora
abbiamo le prove documentate.[15]
Massimo Boldi in compagnia delle succinte e procaci ragazze fast food, elemento che pi attir i pareri negativi di parte della
critica.
Dall'altra, gi durante la sua messa in onda lo show venne additato di riproporre il clich della donna-oggetto attraverso presenze femminili succinte, dalle forme prorompenti e dall'irrisoria presenza scenica;[3] ancora Grasso riassumer tale aspetto del Drive In parlandone come del luogo in cui la seduzione e la malia erotica
delle star hollywoodiane cedono il passo all'ostensione
e all'ostentazione della carne (e a una mercicazione del corpo femminile chiamata a notevole fortuna
successiva).[7] Punto di vista respinto da Ezio Greggio,
per il quale anche a distanza di anni continuano a scambiare Drive In con Colpo Grosso che aveva i nudi. Le ragazze fast food erano pi vestite delle donnine di Macario
e Dapporto. Drive In era seguitissimo dalle famiglie [...]
C'era il paninaro-oggetto, c'era lo yuppie-oggetto, c'erano
le aste televisive-oggetto, c'era un altro tipo di bersaglio.
Le nostre ragazze partecipavano agli sketch con battute
pungenti quanto quelle dei comici. La gente ancora oggi ricorda i comici e i tormentoni, non i corpi delle fast
food. Le donne nude erano sulle copertine dell'Espresso e
di Panorama, non qui. Un concetto in cui si ritrov anche il collega Giorgio Faletti, sottolineando come la loro
fosse la trasmissione col pi alto numero di laureati.[5]
5 Eredit
Il 31 dicembre 1983 fu trasmessa a reti unicate sulle due reti dell'allora Fininvest, Canale 5 e Italia 1, una
puntata speciale del programma intitolata Capodanno al
Drive In. Il posto dello show nel palinsesto televisivo fu
poi preso da Emilio che accoglier a sua volta molti dei precedenti volti del Drive In , mentre Greggio e
D'Angelo passarono a condurre, nel 1988, prima Odiens
e poi la prima edizione di Striscia la notizia, programmi sempre ideati da Antonio Ricci e che, insieme a tante
Ulteriormente, col senno di poi, si ripropose la que- altre trasmissioni-satellite nate in seguito dalla mente
l'eredit
stione politica del Drive In. Infatti, per alcuni anali- dell'autore genovese, di fatto porteranno avanti
[4]
dello
storico
progenitore
degli
anni
ottanta.
sti lo show incise profondamente e negativamente
sul tessuto sociale italiano del tempo, come simbolo Tornando al Drive In, tra il 1991 e il 1992, durante la
dell'americanizzazione[2] di un paese che attraversava fascia di mezzogiorno, il programma venne riproposto da
gli anni dell'edonismo reaganiano, di Craxi al governo, Italia 1 con un dierente montaggio, raccogliendo in ogni
della Milano da bere. Si era in pieno disimpegno, con gli puntata circa ottanta minuti di spezzoni: tra un blocco e
yuppies protagonisti assoluti di una certa societ italia- l'altro venivano inoltre mandate in onda alcune interviste
na e con il consumismo in vorticosa ascesa; insomma, ai protagonisti, i quali raccontavano aneddoti circa il prol'epicentro di quel terremoto culturale che poi avrebbe gramma. Nell'estate del 2003, per celebrare il ventennale
portato lentamente al berlusconismo.[1]
dalla messa in inda della prima puntata, Canale 5 mand
Un punto di vista sempre respinto da Antonio Ricci, an- in onda una serie di quattro puntate con il meglio di Drive
che a distanza di tre decenni: Le donne seminude sono in, chiamate Drive In Story.
una moda iniziata negli anni '70, specie sulle TV Rai, per Nell'ottobre del 2013, in occasione dei trent'anni del-
Gli
intellettuali
e
il
Drive
striscialanotizia.mediaset.it, 3 febbraio 2011.
7 Bibliograa
Joseph Baroni, Dizionario della televisione: i programmi della televisione commerciale dagli esordi a
oggi, Milano, Raaello Cortina, 2005, pp. 139-142,
ISBN 88-7078-972-1.
Aldo Grasso, Radio e televisione: teorie, analisi, storie, esercizi, Milano, Vita e pensiero, 2000, ISBN
88-343-0578-7.
Aldo Grasso (a cura di), Storie e culture della televisione italiana, Milano, Mondadori, 2013, ISBN
978-88-04-63156-9.
Note
[1] Domenico Naso, Morto Gian Carlo Nicotra: invent Drive In, programma simbolo degli anni Ottanta,
ilfattoquotidiano.it, 10 giugno 2013.
[10]
COLLEGAMENTI ESTERNI
In,
8 Altri progetti
9 Collegamenti esterni
10
10.1
10.2
Immagini
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novembre 2013. Artista originale: sconosciuto
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In torna a far ridere dopo 30 anni</a>, tgcom24.mediaset.it, 14 novembre 2013. Artista originale: sconosciuto
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14 novembre 2013. Artista originale: sconosciuto
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nostalgico</a>, tvzap.kataweb.it, 13 novembre 2013. Artista originale: sconosciuto
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