24 ore in Calabria
In Corte d’assise a Locri la testimonianza della parlamentare di Alleanza Nazionale, Angela Napoli
Fortugno e il trasversalismo politico
«L’Antimafia ha evitato di indagare sul delitto. E ancora manca il terzo livello»
di FRANCESCO TIZIANO
LOCRI - Un mistero l'ag-
guato a Franco Fortugno,
un rebus il mancato ap-
profondimento del delitto
in commissione parlamen-
tare antimafia. Angela Na-
poli, parlamentare di Al-
leanza nazionale e braccio
destro in Antimafia di Ro-
berto Centaro all'epoca del
delitto del vicepresidente
del Consiglio regionale del-
la Calabria, non riesce a
fornire una precisa chiave
di lettura su «quelle strane
anomalie che impedirono
di avviare un'inchiesta par-
lamentare su uno degli
omicidi, politico-mafioso,
tra più gravi avvenuti in
Italia negli ultimi anni».
Proprio le “valutazioni” for-
nite dall'onorevole Angela
Napoli, rispondendo alle
domande dei pm Marco Co-
lamonici e Mario Andrigo,
hanno caratterizzato l'u-
dienza di ieri del processo
Fortugno che si sta cele-
brando in Corte d'Assise di
Locri (presidente Olga Tar-
zia, a latere Angelo Ambro-
sio): «Dei rapporti e delle
commistioni tra crimina-
lità organizzata e politica
come scenario di fondo del
delitto Fortugno se ne è
parlato poco, o niente, in
commissione parlamentare
antimafia. Purtroppo sono
state dedicate solo poche ri-
ghe. Spiegarono questa
scelta con la mancanza dei
tempi tecnici di lavoro per
fine legislatura. Una giu-
stificazione che per me è
stato un alibi, soltanto un
alibi. La verità è che ancora
oggi non si conoscono né
movente né responsabilità
politiche che possono esse-
re di centro, destra e sini-
13
stra. Facciamo i conti con
un trasversalismo politico,
dove tutti temono compli-
canze e tutti preferiscono
non andare oltre». Insiste
Angela Napoli: non si vuole
accertare la verità. A due
anni di distanza dalla spe-
dizione di morte di Palazzo
Nieddu, con l'alternarsi al-
la guida dell'Antimafia di
Roberto Centaro e France-
sco Forgiane, Angela Na-
poli non si arrende davanti
all'esigenza di verità: «Lo
dissi allora e lo ripeto oggi:
manca l'individuazione del
terzo livello. Tante supposi-
zioni sono state fatte sull'o-
micidio Fortugno, che por-
tano a chiare implicazioni e
responsabilità politiche tra-
sversali. Per me il coinvol-
gimento della politica c'è,
preoccupando la commis-
sione che non poteva preve-
dere cosa potesse uscire
fuori. Ancora oggi, e da en-
trambe le commissioni, non
mi spiego le ragioni di que-
sto atteggiamento anoma-
lo. Perché di fronte ad un
caso eccezionale dalla ribal-
ta nazionale come fu il caso
Fortugno si dovevano pro-
seguire i lavori di inchiesta
e non fu fatto».
La sanità, il business della
gestione dei flussi di dena-
ro nel settore della sanità
pubblica nella Locride in
particolare ma con implica-
zioni in tutta la provincia
reggina, è lo scenario di
fondo del delitto di Palazzo
Nieddu: «La sanità e i suoi
interessi, oltre al ruolo del-
la massoneria deviata. Non
sono ovviamente in grado
di fare delle accuse specifi-
che, ma direi che un ruolo
inequivocabile l'abbia svol-
to la borghesia mafiosa. Lo
deduco dalle relazioni del-
l'ex prefetto De Sena, dalle
numerose Asl sciolte, da
Locri a Vibo, proprio per
l'accertamento degli appeti-
ti della criminalità». Poi
Angela Napoli snocciola
dei nomi di politici della Lo-
cride che potrebbero avere
degli interessi sull'ammini-
strazione della sanità: «In-
teressi sicuramente legitti-
mi, ma in una terra come la
Calabria tutti i personaggi
politici regionali hanno in-
teressi nel mondo della sa-
nità. Ad esempio feci riferi-
mento a Domenico Crea il
quale, nel 2005, era alla ri-
cerca di fondi per alcune
cliniche private che sareb-
bero riconducibili alla mo-
glie. Oppure il senatore
Franco Crinò il quale è fra-
tello del titolare di uno dei
più importanti centri di
diagnostica regionale. Ed
ancora ribadisco i nomi già
fatti ai magistrati: il consi-
gliere regionale Cosimo
Cherubino e il senatore Pie-
tro Fuda, ex presidente del-
la Provincia di Reggio Ca-
labria. Nell'ambito della sa-
nità Francesco Fortugno si
batteva in consiglio regio-
nale attraverso l'istituto
delle interrogazioni e delle
interpellanze: anche se da
quello che mi risulta la
gran parte delle battaglie
di Fortugno erano ricondu-
cibili a vicende che lo ri-
guardavano personalmen-
te. Politica e massoneria, se
pure estranea ai cosiddetti
settori deviati, dove figura
un altro politico della Lo-
cride, l'onorevole Giovanni
Filocamo che è stato asses-
sore regionale alla sanità e
commissario all'Asl di Lo-
cri».
Assessorato alla sanità a
cui ambiva anche France-
Venerdì 9 novembre 2007
sco Fortugno. Un progetto
politico a conoscenza anche
di Angela Napoli: «Fortu-
gno fece campagna eletto-
rale per le Regionali 2005
'garantendo' di diventare
assessore. Ricordo che a
Taurianova, presso alcuni
circoli della Margherita,
Fortugno incontrava per-
sonale dell'Asl di Palmi ri-
petendo queste indicazioni.
E ricordo pure la manife-
stazione di protesta dei cit-
tadini della Piana contro la
soppressione di alcuni pre-
sidi ospedalieri, quando un
cittadino mi confidò che
'solo una persona poteva
aiutarli in quella protesta.
Solo Francesco Fortu-
gno.'».
Il controesame della dife-
sa - sostenuto dagli avvoca-
ti Eugenio Minniti, Rosario
Scarfò, Giovanni Taddei e
Menotti Ferrari - ritorna
sulle inchieste della com-
missione parlamentare an-
timafia riguardante la ge-
stione, o mala gestione, del-
la sanità calabrese. Angela
Napoli tuona: «Ancora
aspetto risposte alle mie in-
terrogazioni. L'ultima l'ho
presentata lo scorso 17 ot-
tobre, due anni dopo il de-
litto cercando di capire an-
che il suicidio del collabora-
tore di giustizia Bruno Pic-
colo, come su una ipotetica
relazione sui rapporti tra
servizi segreti e omicidio,
ma rimango senza rispo-
ste».
Erano attesi ieri in Assise
ma hanno dato forfait il
presidente del Consiglio re-
gionale, Giuseppe Bova, e il
segretario nazionale dei
Repubblicani, Francesco
Nucara: il primo ritornerà
in Assise il 20 novembre, il
secondo il 16 novembre.
Presentato il volo di “Air Berlin”
Calabria più vicina
alla Germania
LAMEZIA TERME- Con so-
li 29 euro si potrà raggiun-
gere, in due ore di volo e
con tutti i confort, la Ger-
mania: un’importante op-
portunità rappresentata
dal nuovo volo “Lamezia-
Monaco” con la compagnia
tedesca “Air Berlin”, già
decollato dall’aeroporto di
Lamezia lo scorso 1 novem-
bre e che avrà una valenza
biennale.
Un volo low coast ma
con caratteristiche tipiche
delle rotte di linea, con tas-
se incluse e servizi a bordo,
tariffe speciali per gruppi e
nessun costo per gli equi-
paggiamenti sportivi, che
a partire da 29 euro colle-
gherà il Sud d’Italia con
Monaco di Baviera, con di-
ramazioni per Berlino,
Amburgo, Hannover, Colo-
nia, Munster e Dusserl-
dorf. Un volo che sarà ope-
rativo due volte la settima-
na durante il periodo inver-
nale: da Lamezia il giovedì
con partenza alle 13 e la do-
menica alle 15.30 e da Mo-
naco il giovedì alle 10.15 e
la domenica alle 14.45.
Un’importante opportu-
nità per il turismo e per il
business, presentata ieri
dal presidente della Sacal
Eugenio Ripepe e dai verti-
ce della società aereopor-
tuale, dal management del-
la Compagnia aerea tede-
sca, unitamente all’asses-
sore regionale al Turismo,
Nicola Adamo, al sindaco
di Lamezia, Speranza, non-
ché da Mario Ceccarelli am-
ministratore delegato di
PromuovItalia, ed Oscar
Zanoni titolare di Meeting
Point.
Un collegamento strate-
gico che rafforza il turismo
in Calabria, con la previsio-
ne di quasi 10 mila turisti
tedeschi che atterreranno
nella nostra regione, e con
l’obiettivo è di «destagiona-
lizzare il turismo in Cala-
bria»- ha rimarcato Cecca-
relli- evidenziando che la
nostra regione, insieme al
Veneto, “ha incrementato il
flusso turistico, rispetto in-
vece ad altre realtà italia-
ne».
Il vicepresidente della
Regione, Adamo ha an-
nunciato il potenziamento
dell’aeroporto di Lamezia
che sarà ampliato da 15
mila a 50 mila metri qua-
drati, oltre all’allungamen-
to della pista; «un’incom-
piuta dagli anni ’90 –ha ri-
cordato il presidente Ripe-
pe- ma che ora vede l’asse-
gnazione della gara d’ap-
palto entro il 20 dicembre,
senza così perdere i fondi
Cipe».
Eugenia Cataldi