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Anton Maria Del Chiaro It PDF
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ISTORIA DELLE
MODERNE RIVOLUZIONI
DELLA
Con
VALACHIA
la descrizione del paese, natura, costumi, riti
IN VENEZIA, MDCCXVIII,
per ANTONIO BORTOLI, a spese dell' autore,
N. lORGA,
nel bicentenario della strage del principe Constantino Bràncoveanu,
morto in Constantinopoli, al 15 di agosto v. st. 1714.
BUCAREST, 1914.
IN Di£UTSCHLAND
BERLIN
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Air Altezza Serenissima di Antonio Ferdinando
Gonzaga, Duca di Guastala e Sabioneta,
Principe di Bozolo e del S. R. I, ecc.
Altezza Serenissima,
Bartolamio Giacomazzi,
nod. duca!.
i
CAPITOLO I
i
CAPITOLO IL
buona dae
salute. Incontrandosi di loro uguali di qua-
lità e che da molto tempo non si sieno veduti, por-
gonsi reciprocamente la man diritta e se l'accosta poi
ognuno alla bocca in atto di baciarla, quindi amen-
dui si cavano il berrettone. Seguendo poi l'incontro
fra superiore ed inferiore, questo bacia la mano all'
altro, toccando con la fronte la mano baciata. Le
donne sono anch' elleno civili e molto rispettose e,
dopo aver baciato la mano, la toccano poi con la
guancia. Parlo qui delle donne di mezzana sfera, giac-
ché le gentildonne conservano una particolare ritira-
tezza. Ma, giacche siamo sulla cirimonia del baciar la
mano, è da sapersi che, ogniqualvolta un servidore, per
qualche delitto commesso, vien bastonato per ordine del
suo padrone, dee poi andare a baciargli la mano, pro-
mettendo di volere di lì avanti servire con maggior pun-
tualità. Osservai ancora che, venendo a passare una
persona civile per qualche luogo dove sarà una o pili
donne che siedono, subito si alzano in piedi in segno di
riverenza. La occupazione più ordinaria delle donne in
Valachia è il tessere. I loro telaj sono in luogo sotterra-
neo, sicché la tela é molto stretta, non eccedendo la lar-
ghezza di tre quarte, e di essa poi servonsi per far ca-
micie (che portano lunghe sino in terra) e sottocalzoni,
de' quali ognuno si serve indispensabilmente, anzi li ten-
gono (insieme con la camicia) anco in letto, in ogni
stagione, avendo per legacela una fascia larga un palmo
in circa, le due estremità della quale son lavorate di
bei fiorami di seta con differenti colori. Ogni gentil-
donna tiene le sue schiave zingane con altre fanciulle,
e tutte queste per lo piìi nella medesima camera della
padrona debbono indefessamente lavorare ne' fazzoletti,
alcuni de' quali sono fatti con fiorami di seta ed altri
con filo d' oro. Servono questi per dare in dono in
occasione di qualche solennità o di visita straordinaria
fatta spezialmente da qualche loro prelato a una gen-
tildonna, la quale gli porge il fazzoletto nello stesso
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postuma dì
Storia giudaica in greco letterale, opera
quel famoso Alessandro Maurocordato, stampata nella
Metropolia di Bucorest, a spese del principe di Valachia
Nicolò Maurocordato, figlio dell' autore, e che la fece
uscire alla luce l'anno 1716, del mese di agosto. In
quarto, e vede una eruditissima lettera dedica-
vi si
Legge : famiglia ?
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I
CAPITOLO III.
resima più di noi), suole ogni nobile dare alla sua fa-
miglia ed altri commensali qualche divertimento verso
il fin della cena. Fanno venire tre o quattro de' loro
Zingani, in particolare di quelli che sono sguateri di
cucina, dove il cuoco ha tinto loro la faccia con la
fuliggine, e, nel comparir davanti a' loro padroni con
quel brutto ceffo tinto di nero, si fa portar un piatto
con entrovi un buon mucchio di farina, in cui è stata
mescolata qualche quantità di soldi allora il Zingano
:
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CAPITOLO IV.
nità delle nozze, con augurar agli sposi vita lunga, con
felicità e copiosa prole, e quello che ha recitata la
suddetta orazione riceve in dono un ricco fazzoletto.
Alzatisi di ginocchioni, la sposa comincia a pigliar con-
gedo da' suoi cari parenti, dicendo addio alla sua casa
paterna, con versare un profluvio di lagrime, il che fa
veramente commuovere i circostanti. Rimessisi tutti
a cavallo con l' ordine accennato di sopra (precedendo
i saimèni, ciascun de' quali tiene nella sinistra mano
un gran ramo di abeto), si incamminano a suon di
trombe timpani verso la chiesa. Entrata la sposa
e di
in carrozza, alla sinistra della comare, questa spezza
una gran ciambella in due parti e le getta una da
una parte e l'altra dall' altra parte; poscia getta via
un bicchier pien di vino. Arrivati gli sposi in chiesa,
si danno due candele accese ai compari, che le ten-
1 pi S. Giorgio a Venezia. — N. E.
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misericordia.
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dominio turcliesco.
114
cie ; dal che n'è succeduto die sono poi divenuti total-
m.ente sudditi de' Tttrchi. In progresso poi di tempo, ITm-
perador de' Turchi pigliò Belgrado. Bassarabba, principe
de' Valachi (che io sendo, in Valachia, conobbi gentiluomo
privato), muore, lasciando un figliuolo in età di sette anni.
Devo avvertire il lettore che da questo Bassarabba,
di cui fa menzione il Bocignoli nella sua lettera, di-
scende la famiglia del principe Costantino Brancovani
di Bessarabba, quello che l'anno 1714, a' 26 di agósto.
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11
16^
Infatti avea
vaste idee, stimando per cosa
egli
certa che il suo principato durar dovesse lungo tempo.
Soleva almeno una volta la settimana andar a
trovare lo Stolnico Costantino, suo padre, con cui
trattenevasi lungo tempo in segrete conferenze, che
alle volte duravano sin quasi la mezza notte. Fre-
quentava corrispondenze co' Tedeschi, Moscoviti
le
e Pollacchi, e ciò con ordin espresso del Gran-Visir,
il quale lusingavasi di poter con tal mezzo risapere
gli andamenti politici di quelle tre Potenze. Proibì
(spezialmente a noi altri forestieri) sotto rigorosissime
pene lo scrivere a' nostri amici sotto qualunque pre-
testo. Nonpotevano aver foglietti
si stampati per sa-
per le cose del mondo, e, quel eh' è piiì curioso, nem-
meno era permesso il far venir da Venezia un Luna-
rio, —istigazione maligna di un cervello torbido e per-
borsava il dinaro nel ter min prefìsso, che per lo più era
assai breve, condanna vasi ale carceri e a' flagelli. Un
picciol figliuolo del fu conte Ridolfo, fratello del prin-
cipe Stefano Cantacuzeno, in età di otto anni (m'i-
norridisco a scriver ciò che io stesso viddi), fu a viva
forza strappato dalle braccia della propria madre nel
monistero chiamato MicMi-Voda, dov' era stata posta
in arresto, e con una sclabla nuda alla mano le fìi
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CAPITOLO XIV.
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A Clapon. Cappone.
Gas. Cacio.
Acru. Agro. Cai. Cavallo.
Argini. Argento. Càlàtor. Viandante a
Aur. Oro. cavallo.
Abà. Albàgio. Casa. Casa.
Apà. Acqua. Cuine. Cucina.
Adàpat. Adacquato. Cap. Capo.
An. Anno. Cumpàr. Compro.
Adevàrat. Daddovero.
Adeverintà. Verità. D
Ajun. Digiuno.
Dator. Debitore.
Amàràciune. Amaritudo,
Datarie. Debito.
amarezza.
De'nnainte, Dinanzi.
Dindàràt. Di dietro.
B Denti.
Dinfì.
Bruma. Bruma, bri- Degete. Digiti, dita.
nata. Dreptate. Rectitudo.
Bàtut. Battuto. Dumnezeu. Domeneddio.
Bàuturà. Bevanda.
Bine. Bene. F
Bou. Bos, bue. Fier. Ferro.
Bun. Bonus, buono. Fulger. Folgore.
Berbece. Vervex. Fàclie. Fiaccola.
Fàpturà. Fattura.
C Friimos. Formosus,bel
Càmasà. Camicia, lo.
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Errato: palàtor,
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V. p. 9.
-'
V. p. 10.
3 V. Chronique de l'expédition des Turcs en Morée, 1715, Bucarest,
1913 (ed. N. lorga) e il rendiconto di Ugo Fortini, neW „ Archivio storico
italiano''^, anno 1914, dispensa ''2-a.
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