Bozza di revisione UNI 11100-2011 del 01-02-2016 con integrate le modifiche apportate da Patetta in attuazione
di quanto deciso nella riunione del 12 gennaio 2016
Stato:
TESTOITALIANO
ICS 11.040.10
20137 Milano, Italia
UNI ©
Ente Nazionale Italiano U
di Unificazione N
Via Sannio, 2 I
Riproduzione vietata.
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PREMESSA
La presente norma è stata elaborata sotto la competenza della
Commissione Tecnica UNI
Tecnologie biomediche e diagnostiche
Le norme UNI sono elaborate cercando di tenere conto dei punti di vista di tutte le parti
interessate e di conciliare ogni aspetto conflittuale, per rappresentare il reale stato
dell’arte della materia ed il necessario grado di consenso.
Chiunque ritenesse, a seguito dell’applicazione di questa norma, di poter fornire sug-
gerimenti per un suo miglioramento o per un suo adeguamento ad uno stato dell’arte
in evoluzione è pregato di inviare i propri contributi all’UNI, Ente Nazionale Italiano di
Unificazione, che li terrà in considerazione per l’eventuale revisione della norma stessa.
Le norme UNI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione di nuove edizioni o
di aggiornamenti.
Èimportante pertanto che gli utilizzatori delle stesse si accertino di essere in possesso
dell’ultima edizione e degli eventuali aggiornamenti.
Si invitano inoltre gli utilizzatori a verificare l’esistenza di norme UNI corrispondenti alle
norme EN o ISO ove citate nei riferimenti normativi.
INTRODUZIONE 1
1 SCOPOECAMPODI APPLICAZIONE 1
2 RIFERIMENTI NORMATIVI 2
3 TERMINI EDEFINIZIONI 2
4 DOCUMENTODI GESTIONEOPERATIVA 5
5 PROCEDURADI ACCETTAZIONE 5
5.1 Generalità...................................................................................................................................................... 5
5.2 Collaudi degli impianti di distribuzione dei gas medicinali e del vuoto ........................ 6
prospetto 1 ............................................................................................................................................................................ 7
5.3 Collaudi degli impianti di evacuazione dei gas anestetici ................................................... 8
5.4 Messa in servizio degli impianti di distribuzione dei gas medicinali e del vuoto ..... 9
prospetto 2 ......................................................................................................................................................................... 10
5.5 Messa in servizio degli impianti di evacuazione dei gas anestetici ............................ 11
5.6 Documentazione .................................................................................................................................... 12
6 GESTIONEDEGLI IMPIANTI 12
8 MANUTENZIONE 23
8.1 Generalità................................................................................................................................................... 23
8.2 Manutenzione preventiva .................................................................................................................. 24
8.3 Manutenzione correttiva ..................................................................................................................... 24
8.4 Strumentazione....................................................................................................................................... 24
8.5 Documentazione .................................................................................................................................... 24
8.6 Responsabilità......................................................................................................................................... 24
9 PERMESSODI LAVORO 25
10 GESTIONEDELLEEMERGENZE 26
11 GESTIONEDELLEMODIFICHEAGLI IMPIANTI 26
12 GESTIONEDEGLI APPROVVIGIONAMENTI 27
13 GESTIONEDEGLI APPALTATORI 27
14 GESTIONEDEI RISCHI 27
BIBLIOGRAFIA 28
1 SCOPOECAMPODI APPLICAZIONE
1.1 Il presente documento si applica agli impianti di distribuzione dei seguenti gas medicinali:
- ossigeno;
- protossido di azoto;
- aria medicinale1);
- anidride carbonica;
- miscela ossigeno/protossido di azoto [50:50 (%V/V )];
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si applica anche agli impianti di distribuzione di:
- aria per azionare strumenti chirurgici;
- azoto per azionare strumenti chirurgici
e agli impianti di distribuzione del vuoto.
Nota La norma di riferimento per tali impianti è la UNI ENISO7396-1.
1.1 Il presente documento si applica agli impianti gas medicali utilizzati nelle strutture sanitarie
e trattati nelle seguenti norme:
- UNI EN ISO 7396-1 Impianti di distribuzione dei gas medicali - Parte 1: Impianti di
distribuzione dei gas medicali compressi e per vuoto ossigeno;
- UNI EN ISO 7396-2 Impianti di distribuzione dei gas medicali - Parte 2: Impianti di
evacuazione dei gas anestetici.
Il presente documento si applica agli impianti usati nelle strutture sanitarie per la distribuzione di:
- ossigeno;
- protossido di azoto;
- aria medicinale1);
- anidride carbonica;
- miscele ossigeno/protossido di azoto;
- miscele elio/ossigeno;
- ossigeno 93;
- gas e miscele di gas classificati come dispositivi medici, gas erogati a dispositivi
medici o destinati a finalità mediche o gas e miscele di gas per uso medicinale non
specificati sopra;
- aria per alimentare strumenti chirurgici;
- azoto per alimentare strumenti chirurgici
- vuoto.
Nota 1 La norma di riferimento per tali impianti è la UNI ENISO7396-1.
Nota 1 Il presente documento può anche essere utilizzato come riferimento per gli impianti di
distribuzione sopra citati ma messi in servizio in luoghi diversi dalle strutture sanitarie.
Nota 2 ll presente documento non si applica ai sistemi del vuoto utilizzati in odontoiatria.
1.2 Il presente documento si applica alle seguenti diverse tipologie di centrali di alimentazione
per ossigeno:
- centrali di alimentazione in cui tutte le sorgenti di alimentazione erogano ossigeno; in
questo caso la concentrazione di ossigeno è maggiore o uguale al 99,5%;
- centrali di alimentazione in cui tutte le sorgenti di alimentazione erogano ossigeno
93; in questo caso la concentrazione di ossigeno può variare tra il 90% e il 96%.
Nota Una miscela di ossigeno 93 e ossigeno può essere erogata dalla centrale di alimentazione; in tal caso, la
concentrazione di ossigeno può variare tra il 90% e il 100%.
1.3 Il presente documento si applica anche agli impianti di evacuazione dei gas anestetici.
Nota La norma di riferimento per tali impianti è la UNI ENISO7396-2.
1.2 Il presente documento, relativamente agli IDGM, fornisce le modalità operative per
il collaudo, la messa in servizio, l’accettazione, l’autorizzazione all’uso e la messa in
servizio) e la gestione di:
- nuovi impianti;
- modifiche e ampliamenti di impianti esistenti;
- modifiche e sostituzioni di centrali di alimentazione;
- modifiche e sostituzioni di sorgenti di alimentazione.
2 RIFERIMENTI NORMATIVI
La presente norma rimanda, mediante riferimenti datati e non, a disposizioni contenute in
altre pubblicazioni. Tali riferimenti normativi sono citati nei punti appropriati del testo e
sono di seguito elencati. Per quanto riguarda i riferimenti datati, successive modifiche o
revisioni apportate a dette pubblicazioni valgono unicamente se introdotte nella presente
norma come aggiornamento o revisione. Per i riferimenti non datati vale l'ultima edizione
della pubblicazione alla quale si fa riferimento (compresi gli aggiornamenti).
UNI EN 1089-3 Bombole trasportabili per gas - Identificazione della bombola
(escluso GPL) - Parte 3: Codificazione del colore
UNI EN ISO 5359 Tubi flessibili per bassa pressione per l'utilizzo con i gas medicali
UNI EN ISO 7396-1 Impianti di distribuzione dei gas medicali - Parte 1: Impianti di
distribuzione dei gas medicali compressi e per vuoto
UNI EN ISO 7396-2 Impianti di distribuzione dei gas medicali - Parte 1: Impianti di
evacuazione dei gas anestetici
UNI CEI EN ISO 14971 Dispositivi medici - Applicazione della gestione dei rischi ai
dispositivi medici
3 TERMINI EDEFINIZIONI
NDR: riordinare le definizioni in ordine alfabetico
Ai fini della presente guida, si applicano i termini e le definizioni riportati nella UNI EN
ISO 7396-1, nella UNI EN ISO 7396-2 nonché le seguenti.
3.1 accettazione: procedura della Struttura Sanitaria destinata a verificare che le specifiche
contrattuali e i requisiti normativi e legislativi relativi al dispositivo ed alle sue
prestazioni siano stati rispettati.
3.2 ariamedicinale: Miscela naturale o sintetica di gas, composta essenzialmente da azoto e
ossigeno in proporzioni specifiche, con limiti definiti di concentrazione dei contaminanti,
erogata da un impianto di distribuzione per la somministrazione ai pazienti.
Nota 1 L'aria medicinale può essere prodotta da centrali di alimentazione con compressori d'aria o da centrali di
alimentazione con gruppo miscelatore.
Nota 2 L'aria medicinale prodotta da centrali d’aria con compressore è denominata "aria medicinale" dalla
Farmacopea Europea, edizione corrente.
Nota 3 L'aria medicinale prodotta da centrali con miscelatore è denominata "aria medicinale sintetica" dalla
Farmacopea Europea, edizione corrente.
3.3 allarme operativo: Allarme che indica la necessità da parte del personale tecnico di
intervenire sull'impianto per rifornire di gas la centrale o rimediare ad un difetto di
funzionamento.
3.4 aria per alimentare strumenti chirurgici : Miscela naturale o sintetica di gas, composta
essenzialmente da azoto e ossigeno in proporzioni specifiche, con limiti definiti di
concentrazione dei contaminanti, erogata da un impianto di distribuzione per
l'alimentazione di strumenti chirurgici.
Nota Diversi nomi o simboli sono utilizzati per l'aria per alimentare strumenti chirurgici, quali: aria per strumenti,
aria chirurgica, aria motrice, aria-700 e aria-800.
3.5 centrale d’aria con compressori : Centrale alimentata con compressore(i) progettata per
la produzione di aria medicinale e/o aria per alimentare strumenti chirurgici e/o aria per i
sistemi di scarico per l’evacuazione dei gas anestetici.
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3.6 centraledi alimentazione : Assieme che alimenta la rete di distribuzione dei gas medicinali
e che comprende tutte le sorgenti di alimentazione.
3.7 centraledi alimentazionedel vuoto : Centrale di alimentazione che comprende pompe del
vuoto destinate a fornire una portata a pressione negativa.
3.2 collaudo: procedura del fabbricante che comprende prove, controlli visivi e misurazioni
di parametri effettuati prima della messa in servizio del dispositivo, come previsto nelle
norme UNI EN ISO 7396-1 e UNI EN ISO 7396-2.
3.9 condizionedi singologuasto : Condizione in cui è difettoso un solo mezzo per la riduzione
del rischio, oppure si verifica una singola condizione anormale esterna.
3.11 fattore di contemporaneità : Fattore che rappresenta la proporzione massima delle unità
terminali in un'area clinica definita che è utilizzata contemporaneamente, alle portate
definite in accordo con la direzione della struttura sanitaria.
3.12 gasmedicinale: Gas o miscela di gas destinati ad essere somministrata ai pazienti per fini
anestetici, terapeutici, diagnostici o profilattici.
3.13 generatore: Parte del sistema di scarico per l’evacuazione dei gas anestetici che fornisce
il flusso e la pressione per l’evacuazione.
3.14 impianto di distribuzione dei gas medicinali e del vuoto (IDGM) : Sistema completo che
comprende una centrale di alimentazione, un sistema di monitoraggio e allarme, un
sistema di distribuzione con le unità terminali dove i gas medicinali o il vuoto sono richiesti.
3.15 impianto di evacuazione dei gas anestetici (SDEGA) : Sistema completo che è collegato
ad un raccordo di uscita di un sistema di respirazione o ad altra apparecchiatura allo
scopo di convogliare ad un apposito luogo di scarico i gas e i vapori anestetici o espirati
e/o in eccesso.
Nota Funzionalmente un impianto di evacuazione dei gas anestetici comprende tre diverse parti: un sistema di
trasferimento, un sistema ricevente ed un sistema di scarico. Questi componenti, funzionalmente definiti,
possono essere sia separati che combinati in sequenza, parzialmente o totalmente. Inoltre uno o più
componenti di un impianto di evacuazione dei gas anestetici può essere combinato in sequenza con un
sistema di respirazione o altra apparecchiatura (per esempio un ventilatore per anestesia) per includere il
sistema di trasferimento o i sistemi di trasferimento e ricevente.
3.20 portatadi progetto : Portata calcolata tenendo conto del requisito di portata massima della
struttura sanitaria e corretta tenendo conto del(i) fattore(i) di contemporaneità.
3.23 sorgentedi alimentazioneprimaria : Parte della centrale che alimenta la rete di distribuzione
in condizioni normali.
3.24 sorgente di alimentazione secondaria : Parte della centrale che alimenta la rete di
distribuzione in caso di esaurimento o di guasto della sorgente di alimentazione primaria.
3.25 sorgente di alimentazione di riserva : Parte della centrale che alimenta la rete di
distribuzione, o una parte della stessa, nel caso di esaurimento o di guasto sia della
sorgente di alimentazione primaria sia di quella secondaria o in caso di manutenzione o
di emergenza.
3.26 unità terminale: Assieme di uscita (entrata per il vuoto) di un impianto di distribuzione di
gas medicinali al quale l'operatore effettua connessioni e disconnessioni.
3.28 utilizzatore: La struttura sanitaria che prende in carico l’impianto di distribuzione dei gas
medicinali o del vuoto e l’impianto di evacuazione dei gas anestetici dopo l’accettazione,
secondo la sua destinazione d’uso.
3.29 valvola di sovrappressione : Dispositivo progettato per lo scarico della pressione
eccessiva ad un valore preimpostato.
3.7 utilizzatore finale: Datore di lavoro della Struttura Sanitaria che, a seguito
dell’accettazione, prende in carico il dispositivo per autorizzarne l’uso.
3.8 verifica: Atto inteso ad individuare e misurare uno o più parametri, per garantire il livello
di sicurezza richiesto e comprendente tutti quei controlli atti ad accertare lo stato di
integrità dei componenti dell’impianto.
3.9 autorizzazione all’uso: Atto tecnico-amministrativo con cui il dispositivo è reso disponibile
dal datore di lavoro al personale della Struttura Sanitaria.
3.10 processo di consegna dell’impianto: Prova di funzionamento atta a verificare che le
specifiche concordate per il sistema sono soddisfatte e sono accettate dall’utente o da
un suo rappresentante.
Nota Nella UNI EN ISO 7396-1 (versione inglese) tale attività è definita come
“Commissioning” e include i collaudi e la messa in servizio effettuati dal fabbricante e
l’accettazione da parte della Struttura Sanitaria.
NDR questa definizione sarà incorporata nella traduzione della nuova ISO 7396-1 e quindi
dovrebbe essere eliminata nella versione definitiva della presente norma.
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4 PROCESSODICONSEGNADELL’IMPIANTOEAUTORIZZAZIONEALL’USO
4.1 Generalità
Il processo di consegna dell’impianto ed autorizzazione all’uso si compone delle
seguenti fasi:
Collaudi
Messa in servizio
Accettazione
Autorizzazione all’uso
4.2 Collaudi
4.2.1 Generalità
Prima della messa in servizio il fabbricante è tenuto all’esecuzione di tutte le prove, dei
controlli visivi e delle misurazioni di parametri previste dalla UNI EN ISO 7396-1 e dalla
UNI EN ISO 7396-2 per garantire la conformità di quanto fabbricato alle specifiche
contrattuali ed ai requisiti normativi e legislativi relativi al dispositivo.
Al fine di completare tali attività devono essere presenti, collegate permanentemente ed
operative tutte le sorgenti della centrale di alimentazione destinate ad alimentare la rete
di distribuzione come da specifiche.
Tutti gli impianti elettrici a servizio del dispositivo devono essere presenti, collegati
permanentemente ed operativi, incluso il collegamento all’alimentazione elettrica di
emergenza ove prevista dalle specifiche.
In assenza dei sopra citati requisiti i collaudi non possono essere completati e devono
essere definite per iscritto tra la struttura sanitaria e il fabbricante le attività e le
responsabilità per il mantenimento dell’integrità del dispositivo fino al momento della sua
messa in servizio da parte del fabbricante e la necessità di valutare l’eventuale
ripetizione parziale o totale delle prove già effettuate sul dispositivo.
Per quanto riguarda le modifiche, i rifacimenti e gli ampliamenti di impianti esistenti,
vengono effettuati solo le prove, i controlli visivi e le misurazioni applicabili al tipo di
intervento specificati dal fabbricante.
Il fabbricante deve invitare formalmente, ad assistere alle attività di collaudo, la Struttura
Sanitaria; questa, mediante l’apposizione della firma della propria Persona Autorizzata
sui moduli di collaudo, attesta la sua presenza durante lo svolgimento delle attività.
- prove, controlli visivi e misurazioni che devono essere effettuati prima della messa in
servizio:
m. prova della qualità dell’aria medicinale prodotta dalle centrali di
alimentazione d’aria con compressore;
n. prova della qualità dell’aria per alimentare strumenti chirurgici prodotta dalle
centrali di alimentazione d’aria con compressori;
o. prova della qualità dell’aria medicinale prodotta dalle centrali di
alimentazione d’aria con gruppo miscelatore;
p. prova della qualità dell’ossigeno 93 prodotto da centrali di alimentazione con
concentratori di ossigeno;
q. riempimento con il gas specifico;
r. prove di identificazione del gas.
s. verifica del funzionamento dopo l’interruzione dell’alimentazione elettrica
I dettagli dei collaudi elencati sono riportati al paragrafo 12 e nelle appendici C e D della
UNI EN ISO 7396-1.
I dettagli dei collaudi elencati sono riportati al paragrafo 12 e nelle appendici B e C della
UNI EN ISO 7396-2.
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La messa in servizio si concretizza con la redazione da parte del fabbricante di un
documento di consegna alla Struttura Sanitaria del dispositivo e dei seguenti allegati:
- disegni “CONFORME ALL’INSTALLAZIONE”
- manuali d’uso e manutenzione
- schemi elettrici
- rapporti di collaudo.
La procedura di messa in servizio da parte del fabbricante, si può considerare conclusa
solo in presenza di una firma sul documento di consegna attestante la presa in carico
del dispositivo e il ricevimento della documentazione sopra citata da parte della Persona
Autorizzata della Struttura Sanitaria.
NDR Chiarire meglio il concetto di “presa in carico”, alla luce degli obblighi previsti al punto successivo
“accettazione”
4.4 Accettazione
L’impianto non deve essere utilizzato per somministrare ai pazienti i gas medicinali e per
rendere disponibile il vuoto e l’evacuazione dei gas anestetici prima dell’accettazione e
dell’autorizzazione all’uso da parte della Struttura Sanitaria.
La consegna della documentazione da parte del fabbricante (vedere 4.3) è indispensabile per
la procedura d’accettazione.
provvedere alla formazione del personale dedicato all’utilizzo ed alla gestione del
dispositivo, in particolare per quanto riguarda le verifiche periodiche di sicurezza, la
pianificazione e l’effettuazione della manutenzione preventiva;
4 DOCUMENTODI GESTIONEOPERATIVA
La UNI EN ISO 7396-1 (punto 13.4) e la UNI EN ISO 7396-2 (13.3) evidenziano la
necessità che le strutture sanitarie pubbliche o private, responsabili della gestione dei
propri impianti di distribuzione dei gas medicinali e del vuoto (IDGM) e degli impianti di
evacuazione dei gas anestetici (SDEGA), redigano un apposito Documento di Gestione
Operativa, periodicamente verificato e aggiornato, che comprenda le procedure per la
gestione degli impianti stessi.
L’elenco delle procedure documentate da includere nel Documento di Gestione Operativa
è indicato nel punto G.4.2 della UNI EN ISO 7396-1.
Tale documento deve essere redatto per tutti gli impianti (IDGM e SDEGA)
indipendentemente dalla loro data di fabbricazione e tenendo conto del loro stato.
Il Documento di Gestione Operativa deve identificare le figure chiave con competenze
adeguate alla gestione degli impianti (IDGM e SDEGA) e definire le relative
responsabilità.
Le figure chiave devono essere soggette a corsi di formazione e aggiornamento la cui
efficacia deve essere verificata (vedere UNI EN ISO 7396-1, punti G.1, G.2, G.3 e G.5.2).
5 PROCEDURADI ACCETTAZIONE
5.1 Generalità
La procedura di accettazione ha lo scopo di verificare che le specifiche contrattuali e i
requisiti legislativi relativi alla progettazione, alla realizzazione dell’impianto, alla
sicurezza e alle prestazioni siano stati rispettati.
L’evidenza del rispetto delle specifiche contrattuali e dei requisiti legislativi applicabili è
condizione indispensabile per la consegna dell’impianto.
La procedura di accettazione comprende i collaudi effettuati in corrispondenza a diversi
stati di avanzamento dell’installazione e le operazioni necessarie per la messa in servizio
e si intende completata e formalizzata all’atto della consegna della documentazione di cui
al punto 13 della UNI EN ISO 7396-1 e al punto 13 della UNI EN ISO 7396-2 e delle
registrazioni di collaudo.
È fondamentale che la struttura sanitaria partecipi a tutte le fasi di accettazione, tramite
una Persona Autorizzata (PA) (vedere UNI EN ISO 7396-1, punto G.3.4).
La struttura sanitaria, per particolari esigenze operative, può richiedere il rilascio di
sezioni funzionali parziali dell’impianto in tempi diversi. In tal caso è necessario che la
struttura sanitaria e il fabbricante dell’impianto stabiliscano una modalità di rilascio
parziale in modo da garantire il rispetto dei requisiti cogenti e contrattuali tali da non
creare condizioni di potenziale pericolo per i pazienti e per gli utilizzatori. La struttura
sanitaria deve assicurarsi che per ciascuna delle sezioni messe in servizio sia stata
rilasciata da parte del fabbricante tutta la documentazione (marcatura CE, istruzioni d’uso
e manuale di manutenzione, schemi di impianto, disegni conformi all’installazione)
necessaria per il rilascio della parte di impianto interessata. La struttura sanitaria deve
inoltre partecipare a tutte le fasi di collaudo e di messa in servizio delle varie sezioni
rilasciate.
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5.2 Collaudi degli impianti di distribuzione dei gas medicinali e del vuoto
5.2.1 Generalità
La UNI EN ISO 7396-1 (vedere punto 12) specifica i collaudi che devono essere eseguiti sugli
impianti di distribuzione dei gas medicinali e del vuoto, prima della loro messa in servizio.
Essi si dividono in tre serie di prove:
- Ispezioni e controlli che devono essere effettuati prima della chiusura delle tracce:
a) ispezione delle marcature e dei supporti della tubazione;
b) verifica della conformità alle specifiche di progettazione.
- Prove dopo il completamento dell’installazione e prima della messa in servizio
dell’impianto:
a) prova di tenuta e di integrità meccanica;
b) prova di tenuta e chiusura delle valvole di intercettazione di area e controlli per la
corretta identificazione della zona servita;
c) prova per la verifica delle interconnessioni;
d) prova di ostruzione e di portata;
e) controlli delle unità terminali e dei raccordi NIST2) per la funzionalità meccanica,
la gas specificità e l’identificazione;
f) prove o controlli delle prestazioni dell’impianto;
g) prove delle valvole di sovrappressione;
h) prove di tutte le sorgenti di alimentazione;
i) prova dei sistemi di monitoraggio e allarme;
j) prova della contaminazione da particolato delle reti di distribuzione.
- Prove, verifiche e procedure per la messa in servizio:
a) verifica delle sorgenti di alimentazione;
b) prova della qualità dell’aria medicinale prodotta dalle centrali di alimentazione
d’aria con compressore;
c) prova della qualità dell’aria per alimentare strumenti chirurgici prodotta dalle
centrali di alimentazione d’aria con compressori;
d) prova della qualità dell’aria medicinale prodotta dalle centrali di alimentazione
d’aria con gruppo miscelatore;
e) prova della qualità dell’ossigeno 93 prodotto da centrali di alimentazione con
concentratori di ossigeno;
e) apertura e chiusura di tutte le valvole di intercettazione dell’impianto;
g) riempimento con il gas specifico;
h) prove di identificazione del gas.
Per quanto riguarda le modifiche, i rifacimenti e gli ampliamenti degli impianti
esistenti, si effettuano solo le prove, i controlli visivi e le misurazioni applicabili al tipo
di intervento che è effettuato secondo quanto specificato dal fabbricante.
Nota I gas da utilizzare per le prove sono azoto, aria medicinale o il gas specifico.
5.2.2 Ispezioni e controlli prima della chiusura delle tracce (UNI ENISO7396-1, punti 12.5 e C.2)
a) Ispezione delle marcature e dei supporti della tubazione (UNI EN ISO 7396-1,
punti 12.5.1 e C.2.1)
Le reti di distribuzione devono essere identificate in modo leggibile e permanente
con il nome del gas (e/o con il simbolo), eventualmente con il colore distintivo
(vedere prospetto 1); una freccia deve indicare la direzione del flusso. I supporti
delle tubazioni non poste sotto traccia devono essere tra di loro a distanza tale da
non consentire spostamenti e/o deformazioni delle tubazioni stesse.
Nota La UNI EN ISO 7396-1, prospetto 3 tratta le distanze tra i supporti dei tubi in rame. Altri materiali
possono richiedere altre distanze.
2) intercambiabile).
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b) Verifica della conformità alle specifiche di progettazione (UNI EN ISO 7396-1,
punto 12.5.2 e C.2.2)
Deve essere effettuato un controllo per verificare che le caratteristiche dei
componenti già installati e il posizionamento di quelli non ancora installati
corrispondano a quanto definito nel progetto.
Ciò vale in particolare per:
- centrali, con il relativo collegamento delle stesse alle reti di distribuzione;
- tubazioni;
- blocchi di base delle unità terminali per ogni specifico gas;
- valvole di intercettazione;
- riduttori di linea;
- sistemi di allarme;
- altri componenti.
Nota La presenza dei rappresentanti del committente e della struttura sanitaria ai controlli descritti nel
punto b), è particolarmente importante in quanto potrebbe non essere più possibile in seguito
verificarne tale conformità.
2) intercambiabile).
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d) Prova di ostruzione e di portata
La prova consiste nel verificare che ad ogni unità terminale la variazione di
pressione non sia maggiore del limite stabilito ad una portata stabilita
(UNI EN ISO 7396-1, punti 12.6.4 e C.3.4).
e) Controlli delle unità terminali e dei raccordi NIST3) per la funzionalità
meccanica, la gas specificità e l’identificazione
La prova consiste nel verificare il corretto funzionamento meccanico di ciascuna
unità terminale, in particolare che solo l’innesto per lo specifico gas può essere
inserito, bloccato e disinserito, e che il gas può essere prelevato unicamente con
l’innesto per lo specifico gas inserito e bloccato.
Per ogni raccordo NIST deve essere dimostrato che solo la spina per lo specifico
gas può essere inserita e bloccata nel corpo per mezzo del dado. Deve essere
verificata la corretta identificazione ed etichettatura di tutte le unità terminali (simbolo
del gas ed eventuale nome o colore distintivo) visibile per l’utilizzatore
(UNI EN ISO 7396-1, punti 12.6.5 e C.3.5).
f) Prove o controlli delle prestazioni dell’impianto
La prova consiste nel verificare che alla pressione nominale e alla portata di progetto
dell’impianto ciascuna unità terminale sia in grado di erogare un flusso minimo nelle
condizioni definite dal progetto (UNI EN ISO 7396-1, tabella 2, punti 7.2.2, 7.2.3,
7.2.4, 12.6.6 e C.3.6 e C.3.7).
g) Prove delle valvole di sovrappressione
La prova consiste nel verificare che ogni valvola di sovrappressione sia in grado di
limitare la pressione al valore stabilito (UNI EN ISO 7396-1, punti 12.6.7 e C.3.8).
h) Prove di tutte le sorgenti di alimentazione
La prova consiste nel verificare che tutte le sorgenti siano sottoposte a prova, sia in
condizioni operative sia in condizioni di emergenza, in accordo con le specifiche di
progetto e la documentazione fornita dal fabbricante (UNI EN ISO 7396-1, punti
12.6.8 e C.3.9).
i) Prova dei sistemi di monitoraggio e allarme
La prova consiste nel verificare che tutti i sistemi di monitoraggio e allarme siano
sottoposti a prova, sia in condizioni operative sia in condizioni di emergenza, in
accordo con le specifiche di progetto e le documentazioni fornite dal fabbricante
(vedere UNI EN ISO 7396-1, punti 12.6.9 e C.3.10).
j) Prova della contaminazione da particolato delle reti di distribuzione
La prova consiste nel verificare, mediante l’utilizzo di un idoneo dispositivo,
l’assenza di particelle solide nelle unità terminali (vedere UNI EN ISO 7396-1, punti
12.6.10 e C.3.11).
5.3.1 Generalità
La UNI EN ISO 7396-2 (punto 12) specifica i collaudi che devono essere eseguiti sugli
impianti di evacuazione dei gas anestetici, prima della loro messa in servizio.
Le seguenti prove, ispezioni e controlli devono essere effettuati prima di utilizzare il sistema:
a) ispezione e prove di tenuta;
b) ispezione della marcatura e degli intervalli dei supporti degli impianti di distribuzione;
c) controllo del funzionamento meccanico e della pulizia delle unità terminali;
d) prova delle interconnessioni;
e) prove di funzionamento dei generatori;
f) prove di portata e caduta di pressione in corrispondenza delle unità terminali;
g) controllo del sistema di indicazione;
h) controllo dell’uscita del sistema di scarico per l’evacuazione dei gas anestetici;
i) controllo dell’identificazione e dell’etichettatura delle unità terminali.
3) intercambiabile).
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5.3.2 Provedopoil completamentodell’installazioneepr imadellamessainserviziodell’impianto
(UNI ENISO7396-2, punto12.3 e appendice B)
a) Ispezione e prove di tenuta (UNI EN ISO 7396-2, punti 12.4.1 e B.2)
La prova consiste nel verificare visivamente l’integrità di tutte le connessioni della
tubazione di scarico.
b) Ispezione della marcatura e degli intervalli dei supporti degli impianti di
distribuzione (UNI EN ISO 7396-2, punti 12.4.2 e B.3)
La prova consiste nel verificare che la marcatura, i colori distintivi, se usati, ed i
supporti delle tubazioni siano conformi ai requisiti specificati.
c) Controllo del funzionamento meccanico e della pulizia delle unità terminali
(UNI EN ISO 7396-2, punti 12.4.3 e B.4)
La prova consiste nel verificare che per ogni unità terminale il corrispondente innesto
possa essere inserito, bloccato e disinserito. La prova comprende la verifica
dell’assenza di particelle solide all’interno di tutte le unità terminali.
d) Prova delle interconnessioni (UNI EN ISO 7396-2, punti 12.4.4 e B.5)
La prova consiste nel verificare che non ci siano interconnessioni con tubazioni di
qualsiasi altro impianto.
e) Prove di funzionamento dei generatori (UNI EN ISO 7396-2, punti 12.4.5 e B.6)
La prova consiste nel verificare il corretto funzionamento di tutti i generatori secondo
le specifiche ed i manuali del fabbricante.
f) Prove di portata e caduta di pressione in corrispondenza delle unità terminali
(UNI EN ISO 7396-2, punti 12.4.6 e B.7)
La portata in corrispondenza di ogni unità terminale non deve essere maggiore di
50 l/min quando la resistenza, indotta per simulare la resistenza del sistema
ricevente, è tale da produrre una caduta di pressione di 1 kPa a 50 l/min, e non deve
essere minore di 25 l/min quando la resistenza, indotta per simulare la resistenza del
sistema ricevente, è tale da produrre una caduta di pressione di 2 kPa a 25 l/min
(vedere UNI EN ISO 7396-2, punto 8.2).
g) Controllo del sistema di indicazione (UNI EN ISO 7396-2, punti 12.4.7 e B.8)
La prova consiste nel verificare il corretto funzionamento del sistema di indicazione.
h) Controllo dell’uscita del sistema di scarico per l’evacuazione dei gas
anestetici (UNI EN ISO 7396-2, punti 12.4.8 e B.9)
La prova consiste nel verificare che l’uscita del sistema di scarico sia correttamente
convogliata all’esterno.
i) Controllo dell’identificazione e dell’etichettatura delle unità terminali
(UNI EN ISO 7396-2, punti 12.4.9 e B.10)
Dopo che tutte le prove, le ispezioni e i controlli sopra riportati sono stati completati
positivamente, la prova consiste nel verificare che i contrassegni indicanti che il
sistema è in fase di collaudo siano stati rimossi e che tutte le unità terminali siano
state correttamente identificate.
5.4 Messa in servizio degli impianti di distribuzione dei gas medicinali e del vuoto
5.4.1 Generalità
La messa in servizio dovrebbe essere effettuata immediatamente dopo il collaudo (punto
5.2) e immediatamente prima del suo primo utilizzo secondo la sua destinazione d’uso,
ovvero fornitura di gas medicinali e/o vuoto e/o evacuazione dei gas anestetici.
Qualora ciò non fosse possibile devono essere definiti per iscritto tra le parti interessate i
compiti, le attività e le responsabilità per il mantenimento dell’integrità dell’impianto
nell’intervallo di tempo fra il termine del collaudo e la messa in servizio.
In tal caso è necessario che il fabbricante valuti la necessità di ripetere parzialmente o
totalmente le prove descritte nel punto 5.2. prima della messa in servizio.
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verificare
c) Prova della qualità dell’aria per alimentare strumenti chirurgici prodotta dalle
centrali di alimentazione d’aria con compressori
La prova consiste nel verificare che l’aria medicinale prodotta abbia le caratteristiche
richieste nella UNI EN ISO 7396-1, punto 5.5.2.4 e C.3.12.
La prova consiste nel verificare l’identità del gas ad ogni unità terminale ad impianto
ultimato e con le centrali collegate.
Una volta riempite le reti di distribuzione con lo specifico gas è necessario verificare
che da ciascuna unità terminale esca solo il gas corrispondente e procedere
all'identificazione della stessa unità terminale.
Nota 1 Taleprovadeveessereancheeseguitaintutti i punti predisposti per l’erogazionedel gas(per esempio,
per l’alimentazione pensili, per futuri ampliamenti, ecc.).
Nota 2 Tutte le prove di identificazione del titolo e della qualità del gas specifico sono particolarmente
importanti in quanto il loro esito positivo garantisce che ogni rete di distribuzione contenga
esclusivamente il gas per il quale è stata prevista. Le prove devono essere condotte alla presenza del
farmacista responsabile della struttura sanitaria.
5.5.1 Generalità
La messa in servizio dovrebbe essere effettuata immediatamente dopo il collaudo (punto
5.3) e immediatamente prima della sua messa in funzione.
Qualora ciò non fosse possibile devono essere definiti tra le parti interessate i compiti, le
attività e le responsabilità per il mantenimento dell’integrità dell’impianto nell’intervallo di
tempo fra il termine del collaudo e la messa in servizio.
In tal caso è necessario che il fabbricante valuti la necessità di ripetere parzialmente o
totalmente le prove descritte nel punto 5.3 prima della messa in servizio.
La messa in servizio può avvenire molto tempo dopo che i collaudi sono terminati.
In tal caso è necessario che il soggetto responsabile del mantenimento dell’integrità
consulti il fabbricante circa la necessità di ripetere una o più prove già effettuate in fase di
collaudo allo scopo di garantire che l’impianto non abbia nel frattempo subito danni.
È di fondamentale importanza garantire l’assenza di interventi sugli impianti (o che
potrebbero interessare gli stessi) in seguito alla messa in servizio completata con esito
favorevole. Qualora fossero effettuati lavori di qualsiasi tipo, è necessario selezionare e
ripetere tutte le prove che sono o potrebbero essere state invalidate da tali lavori.
Gli stessi criteri di valutazione della ripetizione di prove si applicano anche nel caso di
messa in servizio completata con esito favorevole ma con impianto non utilizzato per un
lungo periodo di tempo e in particolare in assenza di pazienti. In tal caso la valutazione è
a carico della struttura sanitaria.
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Prima della messa in funzione è necessario che la struttura sanitaria si accerti e dia
evidenza al fabbricante dell’impianto dell’esistenza della certificazione di messa a terra
(equipotenzialità) degli impianti in conformità alla normativa di riferimento vigente (vedere
CEI 64-8/7).
6 GESTIONEDEGLI IMPIANTI
Gli impianti di distribuzione dei gas medicinali e del vuoto e gli impianti di evacuazione dei
gas anestetici, regolarmente collaudati, messi in servizio e consegnati dal fabbricante alla
struttura sanitaria, devono essere correttamente gestiti durante la loro vita utile.
Le procedure e le modalità operative di gestione devono far parte del Documento di
Gestione Operativa di cui al punto 4 e devono almeno prevedere le attività di seguito
indicate. La gestione comprende:
a) verifiche funzionali, verifiche di prestazione e verifiche degli stoccaggi;
b) manutenzione;
c) permesso di lavoro;
d) gestione delle emergenze;
e) gestione delle modifiche agli impianti;
f) gestione degli approvvigionamenti;
g) gestione degli appaltatori.
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7 VERIFICHEFUNZIONALI, DI PRESTAZIONEEDEGLI STOCCAGGI
7.2 Strumentazione
7.2.2 Riferibilità
Affinché le misure effettuate forniscano evidenza che gli impianti funzionano secondo i
dati di progetto, gli strumenti di misura devono essere tarati ad intervalli specificati a fronte
di campioni riferibili a campioni internazionali o nazionali e verificati prima del loro utilizzo.
7.2.3 Registrazione delle misure
Le registrazioni delle misure effettuate devono riportare:
a) l'identificazione dell'impianto oggetto delle misure;
b) il punto (o il componente) dell'impianto nel quale è stata effettuata la misura;
c) le condizioni di prova;
d) il parametro da misurare;
e) il criterio di accettabilità dei risultati;
f) lo strumento di misura utilizzato;
g) il valore rilevato;
h) l’accettabilità o meno del valore rilevato;
i) la firma di chi ha effettuato la misura;
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7.3 Documentazione
Tutte le attività di verifica devono essere registrate in un apposito documento, nel quale
devono essere riportati:
a) l'identificazione della parte dell'impianto oggetto dell'attività ed il tipo di attività;
b) la data nella quale si è svolta l'attività;
c) i parametri che sono stati misurati e/o le caratteristiche che sono state verificate;
d) i criteri di accettabilità;
e) gli strumenti utilizzati, in particolare gli strumenti di misura;
f) i risultati dell'attività;
g) l'identificazione del soggetto delegato della struttura sanitaria e responsabile delle
verifiche;
h) il nome e la firma dell’operatore che ha effettuato le verifiche;
i) l'identificazione e la firma del rappresentante della struttura sanitaria.
7.4 Verifiche funzionali, di prestazione e degli stoccaggi degli impianti di distribuzione dei
gas medicinali e del vuoto
Dovrebbero essere effettuate le seguenti verifiche, se applicabili.
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- che eventuali altri dispositivi di controllo funzionino come previsto;
- che sia garantito il funzionamento della centrale mediante il suo collegamento ad
un impianto elettrico di emergenza;
- che non siano presenti fonti di inquinamento in prossimità dell’aspirazione
dell’aria ambiente;
- che siano presenti sistemi per la rilevazione degli incendi e che gli stessi
siano regolarmente funzionanti;
- che siano presenti sistemi per la rilevazione e allarme di bassa e alta
concentrazione di ossigeno nel locale e che gli stessi siano regolarmente
funzionanti.
-
Nota 1 Se le sorgenti secondarie e/odi riserva sono diverse dai concentratori, devono essere
verificate secondo la tipologia specifica.
Nota 2 Le verifiche di attivazione per la sorgente di riserva in bombole sono riportate al punto
k).
Nota 3 I locali nei quali è ubicata la centrale dovrebbero essere tenuti puliti e sgomberi da
materiali incompatibili con la sicurezza della centrale stessa.
f) Verifica della pressione o del grado di vuoto nelle reti primarie e secondarie
Consiste nel controllo della pressione del gas nelle reti primarie e secondarie. Tale
pressione (o grado di vuoto) dovrebbe essere entro i limiti definiti dal progetto
dell'impianto. Tali valori sono rilevabili, per le reti primarie, dal manometro (o dal
vacuometro) posto a valle (a monte) della centrale; per le reti secondarie, dai
manometri posti a valle dei riduttori di linea.
g) Verifica dei pannelli di allarme
Consiste nel controllo del funzionamento degli indicatori visivi e dei segnali acustici
dei pannelli di allarme (compresi quelli remoti). Tale controllo deve essere effettuato
premendo il pulsante di prova posto sui pannelli stessi. Questo pulsante provoca
l'accensione di tutte le spie luminose del quadro e l'attivazione del segnale acustico.
h) Verifica dei sistemi di monitoraggio e allarme
Consiste nel verificare che una condizione di singolo guasto provochi l'attivazione
degli allarmi sui quadri di allarme. Gli allarmi essenziali dal punto di vista della
sicurezza sono quelli che indicano:
- lo scambio tra la sorgente primaria e quella secondaria di una centrale con
bombole, se differente dal punto successivo (allarme operativo);
- che la pressione o il contenuto della sorgente di alimentazione primaria con
bombole, della sorgente secondaria oppure della sorgente di riserva è inferiore
al livello minimo previsto (allarme operativo);
- che la pressione o il contenuto della sorgente di alimentazione primaria con
contenitori criogenici, della sorgente secondaria oppure della sorgente di
riserva è inferiore al livello minimo previsto (allarme operativo);
- il malfunzionamento di una centrale d’aria con gruppo compressore, incluso
l’allarme di sovratemperatura per ogni compressore (allarme operativo);
- per l’aria prodotta da una centrale d’aria con gruppo compressore, che il
contenuto di vapore acqueo sia entro i limiti consentiti dalla legislazione vigente
(allarme operativo);
- per l’aria medicinale prodotta da una centrale d’aria con gruppo compressore,
e l’ossigeno 93 prodotto da concentratore di ossigeno, che il contenuto di CO
sia entro i limiti consentiti dalla legislazione vigente (allarme operativo);
- il malfunzionamento di una centrale d’aria con miscelatore (allarme operativo);
- il malfunzionamento di una centrale con contenitori criogenici (allarme operativo);
- il malfunzionamento di un impianto del vuoto (allarme operativo);
- il malfunzionamento di una centrale d’aria con concentratori di ossigeno (allarme
operativo);
- l’entrata in funzione della sorgente di riserva (allarme operativo);
- il contenuto della sorgente di riserva minore del 50% della sua capacità massima
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j) Verifica dei punti di alimentazione per emergenza e manutenzione
I punti di alimentazione per emergenza e manutenzione sono normalmente installati
a valle della centrale (per alimentare l'intero impianto) e a valle delle valvole di
blocco area (per alimentare i vari reparti).
La verifica del loro corretto funzionamento deve essere effettuata inserendo l'innesto
gas specifico appropriato.
Deve essere verificato che non vi siano perdite di gas rilevabili con cercafughe.
k) Verifica del funzionamento delle sorgenti di alimentazione di riserva e di emergenza
Consiste nel:
- verificare che le sorgenti di riserve entrino in funzione automaticamente o
manualmente quando le sorgenti primaria e secondaria sono esaurite o
funzionano in modo non corretto. Tale verifica si effettua isolando le sorgenti
primarie e costatando l'entrata in funzione automatica delle riserve o provocando
manualmente la loro entrata in funzione;
- verificare che le sorgenti di alimentazione di emergenza (per esempio sorgenti
portatili) siano sufficientemente cariche e corredate di tutti gli accessori
necessari per un pronto utilizzo.
l) Verifica delle tubazioni, dei supporti e dell’etichettatura
Consiste nel verificare che le tubazioni a vista non siano danneggiate, siano
correttamente sostenute (vedere UNI EN ISO 7396-1, punto 11.2) e correttamente
identificate (vedere UNI EN ISO 7396-1, punto 10).
m) Verifica di tenuta delle tubazioni e dei componenti dell'impianto
Consiste nel verificare che non vi siano perdite di gas, rilevabili con cercafughe nei
punti di connessione/saldatura ispezionabili ed in corrispondenza dei componenti
dell'impianto (valvole di intercettazione, riduttori di linea, sensori di pressione, ecc.).
n) Verifica dei riduttori di linea
Consiste nel controllo di ciascun riduttore di linea secondo quanto specificato nei
manuali forniti dal fabbricante.
In particolare dovrebbe essere verificato quanto segue:
- che non vi siano perdite di gas;
- che la pressione a valle del riduttore, quando non è in funzione, non sia
maggiore o minore del valore di taratura come definito nel progetto dell’impianto
in conformità al prospetto 2 della UNI EN ISO 7396-1;
- che gli eventuali strumenti di misura della pressione siano funzionanti;
- che i riduttori doppi non siano entrambi in funzione
contemporaneamente.
o) Verifica delle valvole di intercettazione
Consiste nel verificare che tutte le valvole siano nella posizione prevista (aperta o
chiusa) (vedere UNI EN ISO 7396-1, punto 8.1.4) e che non sia possibile il loro
utilizzo da parte di persone non autorizzate (vedere UNI EN ISO 7396-1, punto
8.1.7); tali verifiche dovrebbero essere estese anche alle valvole eventualmente
integrate nei riduttori di linea.
p) Verifica delle unità terminali
Consiste nel controllo di ciascuna unità terminale secondo quanto specificato nel
manuale fornito dal fabbricante.
In particolare dovrebbe essere verificato quanto segue:
- che l’innesto specifico possa essere correttamente inserito, bloccato e disinserito;
- che le parti esterne siano integre e pulite;
- che la marcatura e l'eventuale colore distintivo consentano la loro identificazione;
- che non vi siano perdite di gas verso l'esterno, sia senza innesto sia con innesto
inserito (in questo caso con portata nulla).
Valvole di intercettazione
Unità terminali
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7.5 Verifiche funzionali e di prestazione degli impianti di evacuazione dei gas anestetici
Dovrebbero essere effettuate le seguenti verifiche, se applicabili.
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7.5.2 Verifiche di prestazione
a) Verifiche di portata e caduta di pressione in corrispondenza delle unità terminali
Deve essere verificato che la portata sia conforme a quanto previsto al punto 8 della
UNI EN ISO 7396-2.
Qualora i valori non siano conformi a quanto previsto occorre intervenire
sull’impianto secondo le indicazioni riportate sul manuale del fabbricante.
7.5.3 Periodicità delle verifiche degli impianti di evac uazione dei gas anestetici
Se non diversamente specificato dal fabbricante di ogni singolo componente, la
periodicità consigliata delle verifiche funzionali è riportata nel prospetto 4.
Se non diversamente specificato dal fabbricante, la periodicità consigliata per effettuare le
verifiche di prestazione è annuale.
prospetto 4
Unità terminali
Pannelli di allarme
8 MANUTENZIONE
8.1 Generalità
Gli impianti di distribuzione dei gas medicinali e del vuoto e degli impianti di evacuazione
dei gas anestetici devono essere oggetto di adeguata manutenzione sotto il
coordinamento e il controllo della Persona Autorizzata (PA) della struttura sanitaria, ai fini
del mantenimento, per tutto il loro tempo di vita, delle loro caratteristiche di sicurezza e di
prestazione.
Le attività di manutenzione, oggetto di apposito contratto, devono essere effettuate in
accordo alle indicazioni fornite dal fabbricante e sulla base delle istruzioni operative, parte
integrante del Documento di Gestione Operativa, indicate dalla Persona Autorizzata della
struttura sanitaria e possono comprendere tutte o parte delle verifiche funzionali, di
prestazione e degli stoccaggi di cui ai paragrafi precedenti.
Tutte le attività di manutenzione devono essere autorizzate dalla Persona Autorizzata
attraverso il permesso di lavoro (vedere UNI EN ISO 7396-1, punto G.5.4).
In ogni struttura sanitaria deve essere redatto un piano per la manutenzione preventiva
dell'impianto e dei suoi componenti.
I requisiti minimi raccomandati per l'organizzazione della manutenzione sono descritti
nell'appendice G della UNI EN ISO 7396-1.
Ogni intervento di manutenzione deve essere completato da verifiche dell’efficacia dello
stesso.
8.4 Strumentazione
Per la strumentazione vedere quanto riportato nel punto 7.2.
8.5 Documentazione
Tutte le attività di manutenzione devono essere registrate e deve essere riportato almeno
quanto segue:
a) l'identificazione della parte dell'impianto oggetto dell'attività ed il tipo di attività;
b) la data nella quale si è svolta l'attività;
c) i componenti sostituiti o riparati;
d) gli eventuali strumenti utilizzati, in particolare gli strumenti di misura;
e) i controlli effettuati dopo la manutenzione;
f) i criteri di accettabilità dei risultati;
g) lista di controllo e risultati dei controlli effettuati;
h) l'identificazione del soggetto delegato della struttura sanitaria responsabile della
manutenzione;
i) il nome e la firma dell’operatore che ha effettuato la manutenzione;
j) l'identificazione e la firma del rappresentante della struttura sanitaria.
8.6 Responsabilità
Nell’ambito della manutenzione, sono identificate le seguenti attività.
a) La PA dovrebbe:
- assicurarsi della competenza del manutentore attraverso evidenza documentale
della formazione del personale, anche con dimostrazioni pratiche;
- assicurarsi che il personale del manutentore sia a conoscenza dello specifico
impianto del sito su cui effettua l’intervento;
- compilare il permesso di lavoro;
- consegnare al manutentore i documenti che identificano l’estensione, tipologia,
le dimensioni e i manuali d’uso e di manutenzione dell’impianto;
- recedere dal contratto con il manutentore in caso di gravi negligenze da parte
dello stesso;
- fornire l’analisi del rischio relativo alla sicurezza sul lavoro dell’area interessata
alle attività;
- raccogliere le registrazioni e le copie del rapporto di intervento tecnico del
manutentore;
- assicurarsi dell’avvenuta manutenzione prima di riattivare il servizio e
monitorare l’attività del manutentore;
- vigilare sul rispetto delle disposizioni riguardanti la sicurezza;
11100:2011 ©UNI 24
- effettuare riunioni con il manutentore per verificare e programmare l’attività di
manutenzione;
- valutare l’efficacia del servizio attraverso indicatori di qualità;
- comunicare al manutentore eventuali varianti, modifiche, ampliamenti
intervenuti sull’impianto durante il periodo contrattuale.
b) La persona competente dovrebbe:
- preparare l’intervento in modo da minimizzare il possibile disagio;
- prendere visione e rispettare tutte le procedure relative alla sicurezza (copia del
documento dei rischi deve essere controfirmata dal rappresentante del
fornitore);
- dotare il personale di sistemi di identificazione;
- fornire alla Persona Autorizzata i rapporti di intervento tecnico debitamente
compilati e firmati dal tecnico manutentore;
- fornire alla Persona Autorizzata copia del proprio documento di valutazione dei
rischi;
- nel caso di manutenzioni correttive, dopo aver valutato la gravità del guasto,
stimare il tempo necessario per l’intervento e comunicarlo alla Persona
Autorizzata;
- rispettare il programma degli interventi;
- assicurare la disponibilità dei pezzi di ricambio per la manutenzione;
- rispettare le condizioni contrattuali;
- assicurarsi che il proprio personale sia costantemente addestrato e informato
sulle attività cui è demandato;
- identificare il proprio interlocutore nella Persona Autorizzata;
- rispettare il permesso di lavoro;
- richiedere alla Persona Autorizzata tutte le informazioni necessarie per
espletare il servizio di manutenzione in maniera efficace.
9 PERMESSODI LAVORO
Deve essere predisposta una procedura documentata per pianificare e controllare
qualsiasi lavoro da eseguirsi sugli impianti affinché tutte le operazioni siano effettuate in
sicurezza in modo da evitare condizioni di potenziale pericolo per i pazienti.
Tale procedura è denominata Procedura dei Permessi di Lavoro e deve essere parte
integrante del Documento di Gestione Operativa.
Qualsiasi lavoro sugli impianti deve essere eseguito solo se è stato rilasciato il relativo
permesso di lavoro dalla Persona Autorizzata in conformità alla Procedura dei Permessi
di Lavoro.
La Procedura dei Permessi di Lavoro deve essere applicabile a tutte le manutenzioni
preventive, alle riparazioni, modifiche o estensioni di impianti esistenti ed essere
applicabile a qualsiasi altro tipo di lavoro sugli impianti.
Se il lavoro non implica attività che compromettono o potrebbero compromettere la
fornitura di gas medicinali alle unità terminali (per esempio le ispezioni delle stesse),
potrebbe non essere necessario il permesso di lavoro.
La Persona Autorizzata deve preparare un permesso di lavoro prima di dar inizio al
lavoro, seguendo i criteri definiti nella Procedura dei Permessi di Lavoro. Il permesso di
lavoro deve dettagliare luoghi, tempi, identificazione del personale, apparecchiature e
attività da svolgere. In caso di interruzione dei servizi il personale infermieristico
designato delle aree interessate deve autorizzare l’intervento controfirmando il permesso
di lavoro.
10 GESTIONEDELLEEMERGENZE
L’emergenza può essere determinata da un evento accidentale che può causare
l’interruzione dell’erogazione dei gas e creare condizioni di potenziale pericolo per i
pazienti e/o per il personale.
Deve essere predisposta una procedura documentata che definisce le responsabilità e le
azioni da intraprendere in caso di interventi di emergenza. Tale procedura è denominata
Procedura per la Gestione delle Emergenze e deve essere parte integrante del
Documento di Gestione Operativa.
La procedura deve tenere in considerazione:
- la natura dell'emergenza;
- i dettagli delle procedure da applicare per il mantenimento della presenza del gas
fino alle unità terminali;
- la possibile durata dell'emergenza;
- le azioni correttive da intraprendere;
- la necessità di registrare i dettagli di tutti gli incidenti di emergenza e le relative
comunicazioni.
Vedere UNI EN ISO 7396-1, punto G.5.3.6.
Allo scopo di gestire in maniera efficace le emergenze, in ogni area devono essere
nominate persone esperte per coordinare e comunicare le azioni.
Tali persone devono avere familiarità con i disegni aggiornati dell’impianto mostranti le
principali sezioni e diramazioni, i reparti serviti, i riduttori di pressione, le valvole di
sezionamento, le unità terminali e il sistema di allarme per ogni impianto. Tali disegni
devono essere prontamente disponibili sul posto e la loro ubicazione deve essere nota a
tutte le persone interessate.
La Procedura per la Gestione delle Emergenze deve inoltre specificare le modalità di
conservazione delle chiavi dei quadri valvole e quadri di riduzione in luogo sicuro. Le
persone esperte nominate devono essere informate sulla loro ubicazione.
La Procedura per la Gestione delle Emergenze deve comprendere anche le modalità per
la simulazione di situazioni di emergenza riguardanti l’impianto. Le esercitazioni di tali
simulazioni dovrebbero essere eseguite almeno due volte all’anno.
11 GESTIONEDELLEMODIFICHEAGLI IMPIANTI
La struttura sanitaria deve predisporre una procedura documentata per pianificare e
tenere sotto controllo qualsiasi modifica all’impianto (per esempio ampliamenti,
ristrutturazioni, modifiche e sostituzioni di centrali, sostituzioni di sorgenti di
alimentazione). Tale procedura, denominata Procedura per la Gestione delle Modifiche,
deve essere parte integrante del Documento di Gestione Operativa.
Qualsiasi lavoro riguardante modifiche all’impianto deve essere pianificato.
La Procedura per la Gestione delle Modifiche deve includere i criteri per la valutazione dei
rischi, il riesame delle implicazioni correlate alle modifiche e i requisiti per le registrazioni,
incluse le modifiche dei disegni.
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12 GESTIONEDEGLI APPROVVIGIONAMENTI
La struttura sanitaria deve predisporre una procedura documentata per tenere sotto
controllo gli approvvigionamenti delle apparecchiature medicali destinate ad essere
collegate alle unità terminali dell’impianto. Tale procedura è denominata Procedura per la
Gestione degli Approvvigionamenti e deve essere parte integrante del Documento di
Gestione Operativa.
La Procedura per la Gestione degli Approvvigionamenti deve specificare il personale
esperto (per esempio la Persona Autorizzata o altro personale) da consultare prima
dell’acquisto delle apparecchiature medicali, allo scopo di verificarne la compatibilità e la
possibilità che funzionino (per esempio portata richiesta e pressioni) anche in condizioni
di singolo guasto dell’impianto.
13 GESTIONEDEGLI APPALTATORI
La struttura sanitaria deve predisporre una procedura documentata per tenere sotto
controllo i fornitori esterni e le relative attività concernenti lavori da eseguire sull’impianto.
Tale procedura è denominata Procedura per la Gestione degli Appaltatori e deve essere
parte integrante del Documento di Gestione Operativa.
La Procedura per la Gestione degli Appaltatori deve specificare i requisiti richiesti per ogni
appaltatore, in funzione della criticità del prodotto/servizio fornito. La Procedura per la
Gestione degli Appaltatori deve specificare i requisiti per:
- i fornitori di attività di manutenzione e riparazione in genere;
- i fornitori di nuovi impianti e/o modifiche, ampliamenti (compresa la progettazione).
La Procedura per la Gestione degli Appaltatori deve definire le modalità per assicurare
che i requisiti di sicurezza specifici dell’impianto, richiamati nel Documento di Gestione
Operativa e comunicati agli appaltatori siano rispettati.
La Procedura per la Gestione degli Appaltatori deve assicurare che i lavori sugli impianti
siano eseguiti solo da appaltatori in possesso di idonee qualifiche.
La Procedura per la Gestione degli Appaltatori deve definire le responsabilità per il
controllo dei lavori degli appaltatori.
La Procedura per la Gestione degli Appaltatori deve includere, se applicabile, le modalità
per le richieste di intervento da parte dell’appaltatore in caso di singolo guasto o di
emergenza.
14 GESTIONEDEI RISCHI
Tutte le attività per la gestione di un impianto devono essere preventivamente valutate
secondo una procedura di gestione dei rischi.
La redazione della documentazione di gestione dei rischi, facente parte del Documento di
Gestione Operativa, è a carico del Responsabile Esecutivo con la collaborazione del
Responsabile Tecnico delle strutture. Sono a carico degli stessi il controllo e
l’aggiornamento della documentazione.
La procedura di gestione dei rischi deve essere redatta secondo la UNI CEI EN ISO 14971.
L’appendice F della UNI EN ISO 7396-1 e l’appendice D della UNI EN ISO 7396-2
forniscono liste di controllo dei possibili pericoli derivanti dalla gestione degli impianti.
Le liste di controllo individuano ed elencano:
- gli obiettivi di sicurezza;
- le cause (che possono compromettere gli obiettivi di sicurezza);
- le situazioni pericolose;
- le misure di controllo del rischio;
- le organizzazioni responsabili.
È importante evidenziare che le liste di controllo sono applicabili a tutte le attività relative
agli impianti della struttura sanitaria.
Nota Per l’individuazione di tutti i pericoli e loro misure di controllo si rimanda in maniera integrale ai prospetti
contenuti nell’appendice F della UNI ENISO7396-1 e nell’appendice D della UNI ENISO7396-2.
11100:2011 ©UNI 28
BIBLIOGRAFIA
UNI 9507 Impianti di distribuzione dei gas per uso medico - Unità terminali
UNI EN 475 Dispositivi medici - Segnali d'allarme generati elettricamente
UNI EN 13348 Rame e leghe di rame - Tubi di rame tondi senza saldatura per
gas medicali o per vuoto
UNI EN 15908 Apparecchi per anestesia e ventilazione polmonare - Raccordi a
bassa pressione filettati non intercambiabili (NIST) per gas medicali
UNI EN ISO 9170-1 Unità terminali per impianti di distribuzione dei gas medicali - Parte 1:
Unità terminali per l'utilizzo con gas medicali compressi e vuoto
UNI EN ISO 9170-2 Unità terminali per impianti di distribuzione dei gas medicali -
Parte 2: Unità terminali per impianti di evacuazione gas anestetici
UNI EN ISO 10524-2 Riduttori di pressione per l'utilizzo con i gas medicali - Parte 2:
Riduttori di pressione di centrale e di linea
UNI EN ISO 11197 Unità di alimentazione per uso medico
UNI EN ISO 21969 Collegamenti flessibili per alta pressione per l'utilizzo con gli
impianti per gas medicali
CEI EN 60601-1 Apparecchi elettromedicali - Parte 1: Norme generali per la
sicurezza fondamentale e le prestazioni essenziali
CEI EN 60601-1-8 Apparecchi elettromedicali - Parte 1: Prescrizioni generali di
sicurezza - Norma collaterale: Sistemi di allarme - Prescrizioni
generali, prove e linee-guida per sistemi di allarme usati in
apparecchi e sistemi elettromedicali
CEI 64-8/7 Sezione 710 Ambienti ed applicazioni particolari - Locali ad uso medico
Direttiva 93/42/CEE del Consiglio del 14 giugno 1993 concernente i dispositivi medici
Decreto Legislativo 46/97 del 24 febbraio 1997, Attuazione della Direttiva 93/42/CEE
concernente i dispositivi medici
Decreto Legislativo 37/10
Direttiva 2007/47/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 5 settembre 2007 che
modifica la Direttiva 90/385/CEE del Consiglio per il ravvicinamento delle legislazioni
degli Stati membri relative ai dispositivi medici impiantabili attivi, la Direttiva 93/42/CEE
del Consiglio concernente i dispositivi medici, e la Direttiva 98/8/CE relativa
all’immissione sul mercato dei biocidi
Decreto Legislativo 219/2006 del 24 aprile 2006, Attuazione della Direttiva 2001/83/CE (e
successive direttive di modifica) relativa ad un codice comunitario concernente i
medicinali per uso umano, nonché della Direttiva 2003/94/CE
Decreto Legislativo 9 aprile 2008, N° 81, Attuazione dell'articolo 1 della legge
3 agosto 2007, N° 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di
lavoro e successive modifiche e integrazioni
Decreto Ministeriale 20 febbraio 2007, Criteri per l’individuazione di un “unico dispositivo”,
ai fini del pagamento della tariffa prevista dall’articolo 1, comma 409, lettera e) della legge
23 dicembre 2005, N° 266 come modificato dall’articolo 1, comma 825, lettera c) della
legge 27 dicembre 2006, N° 296
DPR 14-01-1997, Decreto¬ del¬ Presidente¬ della¬ Repubblica 14 gennaio 1997 (in
Gazzetta Ufficiale,¬ 20¬ febbraio¬ 1997, N° 42, s.o.). - Approvazione dell'atto di indirizzo¬ e¬
coordinamento¬ alle regioni e alle province autonome di Trento e di Bolzano, in materia di
requisiti strutturali, tecnologici ed¬ organizzativi¬ minimi per l'esercizio delle attività
sanitarie da parte delle strutture pubbliche e private
Decreto Ministeriale 227 del 18 settembre 2002, Approvazione della regola tecnica di
prevenzione incendi per la progettazione, costruzione ed esercizio delle strutture sanitarie
pubbliche e private
11100:2011 ©UNI 30
DELTA P SRL - 2011 - 701992 - eco
PROSSIME RIUNIONE SC4: 11 FEBBRAIO (DOCUMENTO REVISIONATO ENTRO 31 GENNAIO PER POTERLO DISCUTERE A
MARGINE DELLA RIUNIONE)
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