Stato: La UNI/CT 044 SC4 nella sua ultima riunione del 12 maggio 2015 ha deciso di chiedere alla
Segreteria UNI di trasmettere il Form 1 di revisione della UNI 11100 all’inchiesta pubblica
preliminare e di circolare la prima bozza informale di revisione della UNI 11100 elaborata da
Patetta.
Le parti evidenziate in giallo indicano i punti da rivedere, quelle in verde le parti aggiunte nuove.
APRILE2015
TESTOITALIANO
ICS 11.040.10
UNI ©UNI
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di Unificazione puòessereriprodottaodiffusaconunmezzoqualsiasi, fotocopie, microfilmoaltro, senza il
Via Sannio, 2 consenso scritto dell’UNI.
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Le norme UNI sono elaborate cercando di tenere conto dei punti di vista di tutte le parti
interessate e di conciliare ogni aspetto conflittuale, per rappresentare il reale stato
dell’arte della materia ed il necessario grado di consenso.
Chiunque ritenesse, a seguito dell’applicazione di questa norma, di poter fornire sug-
gerimenti per un suo miglioramento o per un suo adeguamento ad uno stato dell’arte
in evoluzione è pregato di inviare i propri contributi all’UNI, Ente Nazionale Italiano di
Unificazione, che li terrà in considerazione per l’eventuale revisione della norma stessa.
Le norme UNI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione di nuove edizioni o
di aggiornamenti.
Èimportante pertanto che gli utilizzatori delle stesse si accertino di essere in possesso
dell’ultima edizione e degli eventuali aggiornamenti.
Si invitano inoltre gli utilizzatori a verificare l’esistenza di norme UNI corrispondenti alle
norme EN o ISO ove citate nei riferimenti normativi.
INTRODUZIONE 1
1 SCOPOECAMPODI APPLICAZIONE 1
2 RIFERIMENTI NORMATIVI 2
3 TERMINI EDEFINIZIONI 2
4 DOCUMENTODI GESTIONEOPERATIVA 5
5 PROCEDURADI ACCETTAZIONE 5
5.1 Generalità...................................................................................................................................................... 5
5.2 Collaudi degli impianti di distribuzione dei gas medicinali e del vuoto ........................ 6
prospetto 1 ............................................................................................................................................................................ 7
5.3 Collaudi degli impianti di evacuazione dei gas anestetici ................................................... 8
5.4 Messa in servizio degli impianti di distribuzione dei gas medicinali e del vuoto ..... 9
prospetto 2 ......................................................................................................................................................................... 10
5.5 Messa in servizio degli impianti di evacuazione dei gas anestetici ............................ 11
5.6 Documentazione .................................................................................................................................... 12
6 GESTIONEDEGLI IMPIANTI 12
8 MANUTENZIONE 23
8.1 Generalità................................................................................................................................................... 23
8.2 Manutenzione preventiva .................................................................................................................. 24
8.3 Manutenzione correttiva ..................................................................................................................... 24
8.4 Strumentazione....................................................................................................................................... 24
8.5 Documentazione .................................................................................................................................... 24
8.6 Responsabilità......................................................................................................................................... 24
9 PERMESSODI LAVORO 25
10 GESTIONEDELLEEMERGENZE 26
11 GESTIONEDELLEMODIFICHEAGLI IMPIANTI 26
12 GESTIONEDEGLI APPROVVIGIONAMENTI 27
13 GESTIONEDEGLI APPALTATORI 27
14 GESTIONEDEI RISCHI 27
BIBLIOGRAFIA 28
1 SCOPOECAMPODI APPLICAZIONE
1.1 Il presente documento si applica agli impianti di distribuzione dei seguenti gas medicinali:
- ossigeno;
- protossido di azoto;
- aria medicinale1);
- anidride carbonica;
- miscela ossigeno/protossido di azoto [50:50 (%V/V )];
1) Per aria medicinale si intende sia l’aria ambiente compressa sia l’aria sintetica o ricostituita, come definite nella
Farmacopea Europea.
1.1 Il presente documento si applica agli impianti di distribuzione usati nelle strutture sanitarie
per:
- ossigeno;
- protossido di azoto;
- aria medicinale1);
- anidride carbonica;
- miscele ossigeno/protossido di azoto;
- miscele elio/ossigeno;
- ossigeno 93;
- gas e miscele di gas classificati come dispositivi medici, gas erogati a dispositivi
medici o destinati a finalità mediche o gas e miscele di gas per uso medicinale non
specificati sopra;
- aria per alimentare strumenti chirurgici;
- azoto per alimentare strumenti chirurgici
- vuoto.
Nota 1 La norma di riferimento per tali impianti è la UNI ENISO7396-1.
Nota 2 Il presente documento può anche essere utilizzato come riferimento per gli impianti di
distribuzione sopra citati ma messi in servizio in luoghi diversi dalle strutture sanitarie.
Nota 3 ll presente documento non si applica ai sistemi del vuoto utilizzati in odontoiatria.
1.2 Il presente documento si applica alle seguenti diverse tipologie di centrali di alimentazione
per ossigeno:
- centrali di alimentazione in cui tutte le sorgenti di alimentazione erogano ossigeno; in
questo caso la concentrazione di ossigeno è maggiore o uguale al 99,5%;
- centrali di alimentazione in cui tutte le sorgenti di alimentazione erogano ossigeno
93; in questo caso la concentrazione di ossigeno può variare tra il 90% e il 96%.
Nota Una miscela di ossigeno 93 e ossigeno può essere erogata dalla centrale di alimentazione; in tal caso, la
concentrazione di ossigeno può variare tra il 90% e il 100%.
1.3 Il presente documento si applica anche agli impianti di evacuazione dei gas anestetici.
Nota La norma di riferimento per tali impianti è la UNI ENISO7396-2.
1.4 Il presente documento, relativamente agli IDGM, fornisce le modalità operative per
l’accettazione (che comprende il collaudo e la messa in servizio) e la gestione di:
- nuovi impianti;
- modifiche e ampliamenti di impianti;
- modifiche e sostituzioni di centrali di alimentazione;
- modifiche e sostituzioni di sorgenti di alimentazione.
1.5 Il presente documento, relativamente agli SDEGA, fornisce le modalità operative per
l’accettazione (che comprende il collaudo e la messa in servizio) e la gestione di:
- nuovi impianti;
- modifiche e ampliamenti di impianti;
- modifiche e sostituzioni di generatori.
3 TERMINI EDEFINIZIONI
Ai fini della presente guida si applicano i termini e le definizioni riportati nella
UNI EN ISO 7396-1 e nella UNI EN ISO 7396-2 e seguenti.
3.3 allarme operativo: Allarme che indica la necessità da parte del personale tecnico di
intervenire sull'impianto per rifornire di gas la centrale o rimediare ad un difetto di
funzionamento.
3.4 aria per alimentare strumenti chirurgici : Miscela naturale o sintetica di gas, composta
essenzialmente da azoto e ossigeno in proporzioni specifiche, con limiti definiti di
concentrazione dei contaminanti, erogata da un impianto di distribuzione per
l'alimentazione di strumenti chirurgici.
Nota Diversi nomi o simboli sono utilizzati per l'aria per alimentare strumenti chirurgici, quali: aria per strumenti,
aria chirurgica, aria motrice, aria-700 e aria-800.
3.5 centrale d’aria con compressori : Centrale alimentata con compressore(i) progettata per
la produzione di aria medicinale e/o aria per alimentare strumenti chirurgici e/o aria per i
sistemi di scarico per l’evacuazione dei gas anestetici.
3.6 centraledi alimentazione : Assieme che alimenta la rete di distribuzione dei gas medicinali
e che comprende tutte le sorgenti di alimentazione.
3.7 centraledi alimentazionedel vuoto : Centrale di alimentazione che comprende pompe del
vuoto destinate a fornire una portata a pressione negativa.
3.8 collaudo: Parte della procedura di accettazione che comprende una serie di prove,
controlli visivi e misurazioni di parametri e che fornisce evidenza della conformità delle
caratteristiche di sicurezza e delle prestazioni dell'impianto a quelle definite nel progetto
dello stesso.
3.9 condizionedi singologuasto : Condizione in cui è difettoso un solo mezzo per la riduzione
del rischio, oppure si verifica una singola condizione anormale esterna.
3.11 fattore di contemporaneità : Fattore che rappresenta la proporzione massima delle unità
terminali in un'area clinica definita che è utilizzata contemporaneamente, alle portate
definite in accordo con la direzione della struttura sanitaria.
3.12 gasmedicinale: Gas o miscela di gas destinati ad essere somministrata ai pazienti per fini
anestetici, terapeutici, diagnostici o profilattici.
3.13 generatore: Parte del sistema di scarico per l’evacuazione dei gas anestetici che fornisce
il flusso e la pressione per l’evacuazione.
3.14 impianto di distribuzione dei gas medicinali e del vuoto (IDGM) : Sistema completo che
comprende una centrale di alimentazione, un sistema di monitoraggio e allarme, un
sistema di distribuzione con le unità terminali dove i gas medicinali o il vuoto sono richiesti.
3.18 messa in servizio : Parte della procedura di accettazione che comprende le operazioni e
le verifiche (effettuate dopo il collaudo) che rendono l'impianto idoneo al primo utilizzo da
parte dell’utilizzatore secondo la destinazione assegnata dal fabbricante.
3.20 portatadi progetto : Portata calcolata tenendo conto del requisito di portata massima della
struttura sanitaria e corretta tenendo conto del(i) fattore(i) di contemporaneità.
3.23 sorgentedi alimentazioneprimaria : Parte della centrale che alimenta la rete di distribuzione
in condizioni normali.
3.24 sorgente di alimentazione secondaria : Parte della centrale che alimenta la rete di
distribuzione in caso di esaurimento o di guasto della sorgente di alimentazione primaria.
3.25 sorgente di alimentazione di riserva : Parte della centrale che alimenta la rete di
distribuzione, o una parte della stessa, nel caso di esaurimento o di guasto sia della
sorgente di alimentazione primaria sia di quella secondaria o in caso di manutenzione o
di emergenza.
3.26 unità terminale: Assieme di uscita (entrata per il vuoto) di un impianto di distribuzione di
gas medicinali al quale l'operatore effettua connessioni e disconnessioni.
3.28 utilizzatore: La struttura sanitaria che prende in carico l’impianto di distribuzione dei gas
medicinali o del vuoto e l’impianto di evacuazione dei gas anestetici dopo l’accettazione,
secondo la sua destinazione d’uso.
3.30 verifica: Atto inteso ad individuare e misurare uno o più parametri, per garantire il livello
di sicurezza richiesto e comprendente tutti quei controlli atti ad accertare lo stato di
integrità dei componenti dell’impianto.
4 DOCUMENTODI GESTIONEOPERATIVA
La UNI EN ISO 7396-1 (punto 13.4) e la UNI EN ISO 7396-2 (13.3) evidenziano la
necessità che le strutture sanitarie pubbliche o private, responsabili della gestione dei
propri impianti di distribuzione dei gas medicinali e del vuoto (IDGM) e degli impianti di
evacuazione dei gas anestetici, redigano un apposito Documento di Gestione Operativa,
periodicamente verificato e aggiornato, che comprenda le procedure per la gestione degli
impianti stessi.
L’elenco delle procedure documentate da includere nel Documento di Gestione Operativa
è indicato nel punto G.4.2 della UNI EN ISO 7396-1.
Tale documento deve essere redatto per tutti gli impianti (IDGM e SDEGA)
indipendentemente dalla loro data di fabbricazione e tenendo conto del loro stato.
Il Documento di Gestione Operativa deve identificare le figure chiave con competenze
adeguate alla gestione degli impianti (IDGM e SDEGA) e definire le relative
responsabilità.
Le figure chiave devono essere soggette a corsi di formazione e aggiornamento la cui
efficacia deve essere verificata (vedere UNI EN ISO 7396-1, punti G.1, G.2, G.3 e G.5.2).
5 PROCEDURADI ACCETTAZIONE
5.1 Generalità
La procedura di accettazione ha lo scopo di verificare che le specifiche contrattuali e i
requisiti legislativi relativi alla progettazione, alla realizzazione dell’impianto, alla
sicurezza e alle prestazioni siano stati rispettati.
L’evidenza del rispetto delle specifiche contrattuali e dei requisiti legislativi applicabili è
condizione indispensabile per la consegna dell’impianto.
La procedura di accettazione comprende i collaudi effettuati in corrispondenza a diversi
stati di avanzamento dell’installazione e le operazioni necessarie per la messa in servizio
e si intende completata e formalizzata all’atto della consegna della documentazione di cui
al punto 13 della UNI EN ISO 7396-1 e al punto 13 della UNI EN ISO 7396-2 e delle
registrazioni di collaudo.
È fondamentale che la struttura sanitaria partecipi a tutte le fasi di accettazione, tramite
una Persona Autorizzata (PA) (vedere UNI EN ISO 7396-1, punto G.3.4).
La struttura sanitaria, per particolari esigenze operative, può richiedere il rilascio di
sezioni funzionali parziali dell’impianto in tempi diversi. In tal caso è necessario che la
struttura sanitaria e il fabbricante dell’impianto stabiliscano una modalità di rilascio
parziale in modo da garantire il rispetto dei requisiti cogenti e contrattuali tali da non
creare condizioni di potenziale pericolo per i pazienti e per gli utilizzatori. La struttura
sanitaria deve assicurarsi che per ciascuna delle sezioni messe in servizio sia stata
rilasciata da parte del fabbricante tutta la documentazione (marcatura CE, istruzioni d’uso
e manuale di manutenzione, schemi di impianto, disegni conformi all’installazione)
necessaria per il rilascio della parte di impianto interessata. La struttura sanitaria deve
inoltre partecipare a tutte le fasi di collaudo e di messa in servizio delle varie sezioni
rilasciate.
5.2.1 Generalità
La UNI EN ISO 7396-1 (vedere punto 12) specifica i collaudi che devono essere eseguiti sugli
impianti di distribuzione dei gas medicinali e del vuoto, prima della loro messa in servizio.
Essi si dividono in tre serie di prove:
- Ispezioni e controlli che devono essere effettuati prima della chiusura delle tracce:
a) ispezione delle marcature e dei supporti della tubazione;
b) verifica della conformità alle specifiche di progettazione.
- Prove dopo il completamento dell’installazione e prima della messa in servizio
dell’impianto:
a) prova di tenuta e di integrità meccanica;
b) prova di tenuta e chiusura delle valvole di intercettazione di area e controlli per la
corretta identificazione della zona servita;
c) prova per la verifica delle interconnessioni;
d) prova di ostruzione e di portata;
e) controlli delle unità terminali e dei raccordi NIST2) per la funzionalità meccanica,
la gas specificità e l’identificazione;
f) prove o controlli delle prestazioni dell’impianto;
g) prove delle valvole di sovrappressione;
h) prove di tutte le sorgenti di alimentazione;
i) prova dei sistemi di monitoraggio e allarme;
j) prova della contaminazione da particolato delle reti di distribuzione.
- Prove, verifiche e procedure per la messa in servizio:
a) verifica delle sorgenti di alimentazione;
b) prova della qualità dell’aria medicinale prodotta dalle centrali di alimentazione
d’aria con compressore;
c) prova della qualità dell’aria per alimentare strumenti chirurgici prodotta dalle
centrali di alimentazione d’aria con compressori;
d) prova della qualità dell’aria medicinale prodotta dalle centrali di alimentazione
d’aria con gruppo miscelatore;
e) prova della qualità dell’ossigeno 93 prodotto da centrali di alimentazione con
concentratori di ossigeno;
e) apertura e chiusura di tutte le valvole di intercettazione dell’impianto;
g) riempimento con il gas specifico;
h) prove di identificazione del gas.
Per quanto riguarda le modifiche, i rifacimenti e gli ampliamenti degli impianti
esistenti, si effettuano solo le prove, i controlli visivi e le misurazioni applicabili al tipo
di intervento che è effettuato secondo quanto specificato dal fabbricante.
Nota I gas da utilizzare per le prove sono azoto, aria medicinale o il gas specifico.
5.2.2 Ispezioni e controlli prima della chiusura delle tracce (UNI ENISO7396-1, punti 12.5 e C.2)
a) Ispezione delle marcature e dei supporti della tubazione (UNI EN ISO 7396-1,
punti 12.5.1 e C.2.1)
Le reti di distribuzione devono essere identificate in modo leggibile e permanente
con il nome del gas (e/o con il simbolo), eventualmente con il colore distintivo
(vedere prospetto 1); una freccia deve indicare la direzione del flusso. I supporti
delle tubazioni non poste sotto traccia devono essere tra di loro a distanza tale da
non consentire spostamenti e/o deformazioni delle tubazioni stesse.
Nota La UNI EN ISO 7396-1, prospetto 3 tratta le distanze tra i supporti dei tubi in rame. Altri materiali
possono richiedere altre distanze.
2) NIST = Non interchangeable screw-threaded connector (raccordo filettato non intercambiabile).
5.3.1 Generalità
La UNI EN ISO 7396-2 (punto 12) specifica i collaudi che devono essere eseguiti sugli
impianti di evacuazione dei gas anestetici, prima della loro messa in servizio.
Le seguenti prove, ispezioni e controlli devono essere effettuati prima di utilizzare il sistema:
a) ispezione e prove di tenuta;
b) ispezione della marcatura e degli intervalli dei supporti degli impianti di distribuzione;
c) controllo del funzionamento meccanico e della pulizia delle unità terminali;
d) prova delle interconnessioni;
e) prove di funzionamento dei generatori;
f) prove di portata e caduta di pressione in corrispondenza delle unità terminali;
g) controllo del sistema di indicazione;
h) controllo dell’uscita del sistema di scarico per l’evacuazione dei gas anestetici;
i) controllo dell’identificazione e dell’etichettatura delle unità terminali.
5.4 Messa in servizio degli impianti di distribuzione dei gas medicinali e del vuoto
5.4.1 Generalità
La messa in servizio dovrebbe essere effettuata immediatamente dopo il collaudo (punto
5.2) e immediatamente prima del suo primo utilizzo secondo la sua destinazione d’uso,
ovvero fornitura di gas medicinali e/o vuoto e/o evacuazione dei gas anestetici.
Qualora ciò non fosse possibile devono essere definiti per iscritto tra le parti interessate i
compiti, le attività e le responsabilità per il mantenimento dell’integrità dell’impianto
nell’intervallo di tempo fra il termine del collaudo e la messa in servizio.
In tal caso è necessario che il fabbricante valuti la necessità di ripetere parzialmente o
totalmente le prove descritte nel punto 5.2. prima della messa in servizio.
La prova consiste nel verificare l’identità del gas ad ogni unità terminale ad impianto
ultimato e con le centrali collegate.
Una volta riempite le reti di distribuzione con lo specifico gas è necessario verificare
che da ciascuna unità terminale esca solo il gas corrispondente e procedere
all'identificazione della stessa unità terminale.
Nota 1 Taleprovadeveessereancheeseguitaintutti i punti predisposti per l’erogazionedel gas(per esempio,
per l’alimentazione pensili, per futuri ampliamenti, ecc.).
Nota 2 Tutte le prove di identificazione del titolo e della qualità del gas specifico sono particolarmente
importanti in quanto il loro esito positivo garantisce che ogni rete di distribuzione contenga
esclusivamente il gas per il quale è stata prevista. Le prove devono essere condotte alla presenza del
farmacista responsabile della struttura sanitaria.
5.5.1 Generalità
La messa in servizio dovrebbe essere effettuata immediatamente dopo il collaudo (punto
5.3) e immediatamente prima della sua messa in funzione.
Qualora ciò non fosse possibile devono essere definiti tra le parti interessate i compiti, le
attività e le responsabilità per il mantenimento dell’integrità dell’impianto nell’intervallo di
tempo fra il termine del collaudo e la messa in servizio.
In tal caso è necessario che il fabbricante valuti la necessità di ripetere parzialmente o
totalmente le prove descritte nel punto 5.3 prima della messa in servizio.
La messa in servizio può avvenire molto tempo dopo che i collaudi sono terminati.
In tal caso è necessario che il soggetto responsabile del mantenimento dell’integrità
consulti il fabbricante circa la necessità di ripetere una o più prove già effettuate in fase di
collaudo allo scopo di garantire che l’impianto non abbia nel frattempo subito danni.
È di fondamentale importanza garantire l’assenza di interventi sugli impianti (o che
potrebbero interessare gli stessi) in seguito alla messa in servizio completata con esito
favorevole. Qualora fossero effettuati lavori di qualsiasi tipo, è necessario selezionare e
ripetere tutte le prove che sono o potrebbero essere state invalidate da tali lavori.
Gli stessi criteri di valutazione della ripetizione di prove si applicano anche nel caso di
messa in servizio completata con esito favorevole ma con impianto non utilizzato per un
lungo periodo di tempo e in particolare in assenza di pazienti. In tal caso la valutazione è
a carico della struttura sanitaria.
6 GESTIONEDEGLI IMPIANTI
Gli impianti di distribuzione dei gas medicinali e del vuoto e gli impianti di evacuazione dei
gas anestetici, regolarmente collaudati, messi in servizio e consegnati dal fabbricante alla
struttura sanitaria, devono essere correttamente gestiti durante la loro vita utile.
Le procedure e le modalità operative di gestione devono far parte del Documento di
Gestione Operativa di cui al punto 4 e devono almeno prevedere le attività di seguito
indicate. La gestione comprende:
a) verifiche funzionali, verifiche di prestazione e verifiche degli stoccaggi;
b) manutenzione;
c) permesso di lavoro;
d) gestione delle emergenze;
e) gestione delle modifiche agli impianti;
f) gestione degli approvvigionamenti;
g) gestione degli appaltatori.
7.2 Strumentazione
7.2.2 Riferibilità
Affinché le misure effettuate forniscano evidenza che gli impianti funzionano secondo i
dati di progetto, gli strumenti di misura devono essere tarati ad intervalli specificati a fronte
di campioni riferibili a campioni internazionali o nazionali e verificati prima del loro utilizzo.
7.2.3 Registrazione delle misure
Le registrazioni delle misure effettuate devono riportare:
a) l'identificazione dell'impianto oggetto delle misure;
b) il punto (o il componente) dell'impianto nel quale è stata effettuata la misura;
c) le condizioni di prova;
d) il parametro da misurare;
e) il criterio di accettabilità dei risultati;
f) lo strumento di misura utilizzato;
g) il valore rilevato;
h) l’accettabilità o meno del valore rilevato;
i) la firma di chi ha effettuato la misura;
7.4 Verifiche funzionali, di prestazione e degli stoccaggi degli impianti di distribuzione dei
gas medicinali e del vuoto
Dovrebbero essere effettuate le seguenti verifiche, se applicabili.
Valvole di intercettazione
Unità terminali
7.5.3 Periodicità delle verifiche degli impianti di evac uazione dei gas anestetici
Se non diversamente specificato dal fabbricante di ogni singolo componente, la
periodicità consigliata delle verifiche funzionali è riportata nel prospetto 4.
Se non diversamente specificato dal fabbricante, la periodicità consigliata per effettuare le
verifiche di prestazione è annuale.
prospetto 4
Unità terminali
Pannelli di allarme
8 MANUTENZIONE
8.1 Generalità
Gli impianti di distribuzione dei gas medicinali e del vuoto e degli impianti di evacuazione
dei gas anestetici devono essere oggetto di adeguata manutenzione sotto il
coordinamento e il controllo della Persona Autorizzata (PA) della struttura sanitaria, ai fini
del mantenimento, per tutto il loro tempo di vita, delle loro caratteristiche di sicurezza e di
prestazione.
Le attività di manutenzione, oggetto di apposito contratto, devono essere effettuate in
accordo alle indicazioni fornite dal fabbricante e sulla base delle istruzioni operative, parte
integrante del Documento di Gestione Operativa, indicate dalla Persona Autorizzata della
struttura sanitaria e possono comprendere tutte o parte delle verifiche funzionali, di
prestazione e degli stoccaggi di cui ai paragrafi precedenti.
Tutte le attività di manutenzione devono essere autorizzate dalla Persona Autorizzata
attraverso il permesso di lavoro (vedere UNI EN ISO 7396-1, punto G.5.4).
In ogni struttura sanitaria deve essere redatto un piano per la manutenzione preventiva
dell'impianto e dei suoi componenti.
I requisiti minimi raccomandati per l'organizzazione della manutenzione sono descritti
nell'appendice G della UNI EN ISO 7396-1.
Ogni intervento di manutenzione deve essere completato da verifiche dell’efficacia dello
stesso.
8.4 Strumentazione
Per la strumentazione vedere quanto riportato nel punto 7.2.
8.5 Documentazione
Tutte le attività di manutenzione devono essere registrate e deve essere riportato almeno
quanto segue:
a) l'identificazione della parte dell'impianto oggetto dell'attività ed il tipo di attività;
b) la data nella quale si è svolta l'attività;
c) i componenti sostituiti o riparati;
d) gli eventuali strumenti utilizzati, in particolare gli strumenti di misura;
e) i controlli effettuati dopo la manutenzione;
f) i criteri di accettabilità dei risultati;
g) lista di controllo e risultati dei controlli effettuati;
h) l'identificazione del soggetto delegato della struttura sanitaria responsabile della
manutenzione;
i) il nome e la firma dell’operatore che ha effettuato la manutenzione;
j) l'identificazione e la firma del rappresentante della struttura sanitaria.
8.6 Responsabilità
Nell’ambito della manutenzione, sono identificate le seguenti attività.
a) La PA dovrebbe:
- assicurarsi della competenza del manutentore attraverso evidenza documentale
della formazione del personale, anche con dimostrazioni pratiche;
- assicurarsi che il personale del manutentore sia a conoscenza dello specifico
impianto del sito su cui effettua l’intervento;
- compilare il permesso di lavoro;
- consegnare al manutentore i documenti che identificano l’estensione, tipologia,
le dimensioni e i manuali d’uso e di manutenzione dell’impianto;
- recedere dal contratto con il manutentore in caso di gravi negligenze da parte
dello stesso;
- fornire l’analisi del rischio relativo alla sicurezza sul lavoro dell’area interessata
alle attività;
- raccogliere le registrazioni e le copie del rapporto di intervento tecnico del
manutentore;
- assicurarsi dell’avvenuta manutenzione prima di riattivare il servizio e
monitorare l’attività del manutentore;
- vigilare sul rispetto delle disposizioni riguardanti la sicurezza;
9 PERMESSODI LAVORO
Deve essere predisposta una procedura documentata per pianificare e controllare
qualsiasi lavoro da eseguirsi sugli impianti affinché tutte le operazioni siano effettuate in
sicurezza in modo da evitare condizioni di potenziale pericolo per i pazienti.
Tale procedura è denominata Procedura dei Permessi di Lavoro e deve essere parte
integrante del Documento di Gestione Operativa.
Qualsiasi lavoro sugli impianti deve essere eseguito solo se è stato rilasciato il relativo
permesso di lavoro dalla Persona Autorizzata in conformità alla Procedura dei Permessi
di Lavoro.
La Procedura dei Permessi di Lavoro deve essere applicabile a tutte le manutenzioni
preventive, alle riparazioni, modifiche o estensioni di impianti esistenti ed essere
applicabile a qualsiasi altro tipo di lavoro sugli impianti.
Se il lavoro non implica attività che compromettono o potrebbero compromettere la
fornitura di gas medicinali alle unità terminali (per esempio le ispezioni delle stesse),
potrebbe non essere necessario il permesso di lavoro.
La Persona Autorizzata deve preparare un permesso di lavoro prima di dar inizio al
lavoro, seguendo i criteri definiti nella Procedura dei Permessi di Lavoro. Il permesso di
lavoro deve dettagliare luoghi, tempi, identificazione del personale, apparecchiature e
attività da svolgere. In caso di interruzione dei servizi il personale infermieristico
designato delle aree interessate deve autorizzare l’intervento controfirmando il permesso
di lavoro.
10 GESTIONEDELLEEMERGENZE
L’emergenza può essere determinata da un evento accidentale che può causare
l’interruzione dell’erogazione dei gas e creare condizioni di potenziale pericolo per i
pazienti e/o per il personale.
Deve essere predisposta una procedura documentata che definisce le responsabilità e le
azioni da intraprendere in caso di interventi di emergenza. Tale procedura è denominata
Procedura per la Gestione delle Emergenze e deve essere parte integrante del
Documento di Gestione Operativa.
La procedura deve tenere in considerazione:
- la natura dell'emergenza;
- i dettagli delle procedure da applicare per il mantenimento della presenza del gas
fino alle unità terminali;
- la possibile durata dell'emergenza;
- le azioni correttive da intraprendere;
- la necessità di registrare i dettagli di tutti gli incidenti di emergenza e le relative
comunicazioni.
Vedere UNI EN ISO 7396-1, punto G.5.3.6.
Allo scopo di gestire in maniera efficace le emergenze, in ogni area devono essere
nominate persone esperte per coordinare e comunicare le azioni.
Tali persone devono avere familiarità con i disegni aggiornati dell’impianto mostranti le
principali sezioni e diramazioni, i reparti serviti, i riduttori di pressione, le valvole di
sezionamento, le unità terminali e il sistema di allarme per ogni impianto. Tali disegni
devono essere prontamente disponibili sul posto e la loro ubicazione deve essere nota a
tutte le persone interessate.
La Procedura per la Gestione delle Emergenze deve inoltre specificare le modalità di
conservazione delle chiavi dei quadri valvole e quadri di riduzione in luogo sicuro. Le
persone esperte nominate devono essere informate sulla loro ubicazione.
La Procedura per la Gestione delle Emergenze deve comprendere anche le modalità per
la simulazione di situazioni di emergenza riguardanti l’impianto. Le esercitazioni di tali
simulazioni dovrebbero essere eseguite almeno due volte all’anno.
11 GESTIONEDELLEMODIFICHEAGLI IMPIANTI
La struttura sanitaria deve predisporre una procedura documentata per pianificare e
tenere sotto controllo qualsiasi modifica all’impianto (per esempio ampliamenti,
ristrutturazioni, modifiche e sostituzioni di centrali, sostituzioni di sorgenti di
alimentazione). Tale procedura, denominata Procedura per la Gestione delle Modifiche,
deve essere parte integrante del Documento di Gestione Operativa.
Qualsiasi lavoro riguardante modifiche all’impianto deve essere pianificato.
La Procedura per la Gestione delle Modifiche deve includere i criteri per la valutazione dei
rischi, il riesame delle implicazioni correlate alle modifiche e i requisiti per le registrazioni,
incluse le modifiche dei disegni.
13 GESTIONEDEGLI APPALTATORI
La struttura sanitaria deve predisporre una procedura documentata per tenere sotto
controllo i fornitori esterni e le relative attività concernenti lavori da eseguire sull’impianto.
Tale procedura è denominata Procedura per la Gestione degli Appaltatori e deve essere
parte integrante del Documento di Gestione Operativa.
La Procedura per la Gestione degli Appaltatori deve specificare i requisiti richiesti per ogni
appaltatore, in funzione della criticità del prodotto/servizio fornito. La Procedura per la
Gestione degli Appaltatori deve specificare i requisiti per:
- i fornitori di attività di manutenzione e riparazione in genere;
- i fornitori di nuovi impianti e/o modifiche, ampliamenti (compresa la progettazione).
La Procedura per la Gestione degli Appaltatori deve definire le modalità per assicurare
che i requisiti di sicurezza specifici dell’impianto, richiamati nel Documento di Gestione
Operativa e comunicati agli appaltatori siano rispettati.
La Procedura per la Gestione degli Appaltatori deve assicurare che i lavori sugli impianti
siano eseguiti solo da appaltatori in possesso di idonee qualifiche.
La Procedura per la Gestione degli Appaltatori deve definire le responsabilità per il
controllo dei lavori degli appaltatori.
La Procedura per la Gestione degli Appaltatori deve includere, se applicabile, le modalità
per le richieste di intervento da parte dell’appaltatore in caso di singolo guasto o di
emergenza.
14 GESTIONEDEI RISCHI
Tutte le attività per la gestione di un impianto devono essere preventivamente valutate
secondo una procedura di gestione dei rischi.
La redazione della documentazione di gestione dei rischi, facente parte del Documento di
Gestione Operativa, è a carico del Responsabile Esecutivo con la collaborazione del
Responsabile Tecnico delle strutture. Sono a carico degli stessi il controllo e
l’aggiornamento della documentazione.
La procedura di gestione dei rischi deve essere redatta secondo la UNI CEI EN ISO 14971.
L’appendice F della UNI EN ISO 7396-1 e l’appendice D della UNI EN ISO 7396-2
forniscono liste di controllo dei possibili pericoli derivanti dalla gestione degli impianti.
Le liste di controllo individuano ed elencano:
- gli obiettivi di sicurezza;
- le cause (che possono compromettere gli obiettivi di sicurezza);
- le situazioni pericolose;
- le misure di controllo del rischio;
- le organizzazioni responsabili.
È importante evidenziare che le liste di controllo sono applicabili a tutte le attività relative
agli impianti della struttura sanitaria.
Nota Per l’individuazione di tutti i pericoli e loro misure di controllo si rimanda in maniera integrale ai prospetti
contenuti nell’appendice F della UNI ENISO7396-1 e nell’appendice D della UNI ENISO7396-2.
UNI
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