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Legislazione
Diritto penale

Proprietà industriale

Lotta alla contraffazione:


modifiche agli artt. 473-474 c.p.
e nuovi delitti
Legge 23 luglio 2009, n. 99

«Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia»


(G.U. 31 luglio 2009, n. 176, Suppl. ord., n. 136)

Decreto legge 25 settembre 2009, n. 135, conv. in legge 20 novembre 2009, n. 166

«Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e per l’esecuzione di sentenze della Corte di
Giustizia delle Comunità europee»
(G.U. 24 novembre 2009, n. 274, Suppl. ord., n. 215/L)

@ Il testo dei provvedimenti è disponibile su: www.ipsoa.it\dirittopenaleeprocesso

Il commento
di Antonella Madeo

Le nuove misure di contrasto alla contraffazione, volte a disincentivare qualsiasi attività decettiva - quella ido-
nea a trarre in inganno il consumatore, così come quella grossolana -, operano in senso repressivo, con un
pesante aumento delle pene pecuniarie dei delitti di cui agli artt. 473-474 c.p., con l’introduzione di sanzioni
pecuniarie e interdittive a carico degli enti a cui favore l’attività è realizzata, con la previsione dell’aggravan-
te della sistematicità e dell’uso di attività organizzate, con l’inserimento nel codice penale di due nuovi de-
litti (artt. 517 ter e quater) volti a colmare vuoti di tutela penale; nonché in senso preventivo, con l’estensio-
ne dell’obbligatorietà della confisca e della causa di non punibilità a favore dell’autorità di polizia impegnata
in attività di copertura, e con l’attenuante della collaborazione con l’autorità giudiziaria e di polizia. Il legisla-
tore ha anche chiarito, con un’integrazione, la disciplina, troppo vaga, di cui all’art. 4, comma 49, l. n.
350/2003, a tutela del marchio italiano, ed aggiunto a questa disposizione i commi 49 bis e ter.

Finalità della l. n. 99/2009 Note:


La l. 23 luglio 2009, n. 99 è dedicata, nella sua pri- (1) La l. n. 99/2009 può suddividersi in due parti, infatti, e la se-
conda (artt. 25 e seguenti) ha ad oggetto il riassetto - da attuarsi
ma parte (1), al «riordino della disciplina della pro- tramite decreti legislativi delegati del Governo - della disciplina
grammazione negoziata e degli incentivi per lo sviluppo della localizzazione nel territorio nazionale degli impianti di produ-
del territorio, degli interventi di reindustrializzazione di zione di energia elettrica nucleare, degli impianti di fabbricazione
del combustibile nucleare, dei sistemi di stoccaggio del combu-
aree di crisi, degli incentivi per la ricerca, sviluppo e in- stibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, dei sistemi per il deposito
novazione» (2). definitivo dei materiali e rifiuti radioattivi, nonché delle misure
compensative da corrispondere e da realizzare in favore delle po-
L’intento del legislatore è il rilancio di tutte le im- polazioni interessate.
prese nazionali, soprattutto attraverso l’incentiva- (2) Art. 3, comma 2, l. n. 99/2009.
zione delle piccole e medie imprese e di quelle im-
(3) L’obiettivo va perseguito secondo una serie di criteri direttivi,
pegnate nella ricerca di processi e/o prodotti inno- indicati all’art. 3, comma 2, della legge in esame, quali la sempli-
vativi (3). Si tratta di un chiaro tentativo di risolve- (segue)

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re la grave crisi economica che, da più di un anno, Modifiche all’art. 473 c.p.
affligge il nostro Paese, al pari di tutti gli altri Stati.
L’art. 473 c.p. è riformulato dall’art. 15, comma 1,
La ripresa delle attività economiche è ritenuta dal
della l. n. 99/2009, che lo modifica con riguardo al-
legislatore raggiungibile, oltre che con una politica
la rubrica, all’oggetto della condotta, ai presupposti
di incentivazione, anche attraverso il buon funzio-
del fatto, all’entità della pena.
namento del mercato e la correttezza negli scambi
L’originaria intitolazione “Contraffazione, alterazione
commerciali, interessi la cui soddisfazione è condi-
o uso di segni distintivi di opere dell’ingegno o di prodot-
zionata dalla presenza di efficaci sistemi di controllo
ti industriali” è sostituita con quella di “Contraffazio-
e di altrettanto efficaci strumenti repressivi. All’in-
ne, alterazione o uso di marchi o segni distintivi ovvero
terno della l. n. 99/2009 si rinvengono, pertanto,
di brevetti, modelli e disegni”.
anche disposizioni penali, sostanziali e processuali,
Il legislatore, con tale cambiamento, rende perfetta-
volte alla tutela dell’industria in senso ampio, con-
mente corrispondente al precetto la rubrica in rela-
tro il fenomeno della contraffazione (4), lesivo del
zione all’oggetto della tutela, dal momento che nel-
regolare funzionamento dell’economia pubblica e,
la formulazione originaria la corrispondenza era solo
nella maggior parte dei casi, della fiducia dei consu-
parziale. Più precisamente, è aggiunto il richiamo ai
matori, nonché contro le violazioni dei diritti di
“marchi”, la cui alterazione o contraffazione è punita
proprietà industriale in una prospettiva più circo-
scritta di tutela degli interessi economici degli im-
Note:
prenditori (5).
La legge in esame colma vuoti di tutela penale, in- (continua nota 3)
ficazione delle norme sugli incentivi; la celerità e chiarezza delle
terviene su alcune norme incriminatrici di dubbia modalità di attribuzione ed erogazione delle agevolazioni; lo snel-
comprensione e di incerta portata, rafforza gli stru- limento delle attività di programmazione; l’attribuzione degli aiu-
menti repressivi sia sul versante sostanziale, sia su ti di maggior favore alle piccole e medie imprese; un’adeguata
diffusione di investimenti produttivi sull’intero territorio naziona-
quello processuale. le, tenuto conto dei livelli di crescita e di occupazione con parti-
In particolare, essa modifica e integra, in un’ottica colare attenzione ai distretti industriali in situazione di crisi; la
previsione, in conformità con il diritto comunitario, di forme di fi-
di maggiore severità, i delitti di contraffazione, alte- scalità di sviluppo, specialmente con riguardo alla creazione di
razione o uso di segni distintivi o di opere dell’inge- nuove attività di impresa; la priorità per l’erogazione degli incen-
gno o di prodotti industriali (art. 473 c.p.) e di in- tivi definiti attraverso programmi negoziati con i soggetti desti-
natari degli interventi; la preferenza per le iniziative produttive
troduzione nello Stato e commercio di prodotti con con elevato contenuto di innovazione di prodotto e di processo.
segni falsi (art. 474 c.p.) (6); inserisce due nuove (4) Contraffazione di tutti i tipi, da quella idonea a trarre in ingan-
fattispecie nel Capo II (Dei delitti contro l’industria no i consumatori a quella grossolana, riconosciuta e incentivata
e il commercio) del Titolo VIII (Delitti contro l’e- dai consumatori.
conomia pubblica, l’industria e il commercio), la (5) Per un commento delle nuove disposizioni penali a tutela del-
la proprietà industriale introdotte dalla l. n. 99/2009 si rinvia ad A.
fabbricazione e commercio di beni realizzati usur- Giarda, Ridisegnato il perimetro della tutela penale dei diritti di
pando titoli di proprietà industriale (art. 517 ter proprietà industriale, in Corr. merito, 2009, 1057 ss.
c.p.) e la contraffazione di indicazioni geografiche o (6) Per approfondimenti tematici sui reati di cui agli artt. 473 e
denominazioni di origine dei prodotti agro-alimen- 474 c.p. si rinvia a: C. PedrazzI, La tutela penale del marchio e re-
pressione della frode (sul rapporto fra l’art. 473 e l’art. 517 c.p.),
tari (art. 517 quater c.p.); pone a carico degli enti, in in Riv. dir. civ., 1958, II, 154 ss.; G. Marinucci, Il diritto penale dei
favore dei quali siano commessi i delitti di cui agli marchi, Milano, 1962; Id., voce Falsità in segni distintivi delle
artt. 473, 474, 517 ter e quater, c.p. e i delitti in vio- opere dell’ingegno e dei prodotti industriali, in Enc. dir., vol.
XVIII, Milano, 1969, 157 ss.; A. Calamanti, Contraffazione del
lazione del diritto d’autore, sanzioni pecuniarie e, marchio e tutela penale del commercio, Ancona, 1990; A. Rossi
nei casi più gravi, interdittive; chiarisce la portata Vannini, La tutela penale dei segni distintivi, in Aa.Vv., Trattato di
del delitto di false o fallaci indicazioni di provenien- diritto penale dell’impresa, a cura di A. Di Amato, vol. IV, Padova,
1993, 55 ss.; Id., I segni distintivi: riflessi penali, in AA.VV., Trat-
za od origine (art. 4, comma 49, l. n. 350/2003); mo- tato di diritto commerciale e di diritto pubblico dell’economia, di-
difica l’illecito amministrativo di cui all’art. 1, com- retto da F. Galgani, Il diritto penale dell’impresa, a cura di L. Con-
ti, vol. XXV, Padova, 2001, 708 ss.; A. Alessandri, voce Tutela pe-
ma 7, del c.d. decreto competitività (n. 35/2005), in nale dei segni distintivi, in Dig. disc. pen., vol. XIV, Torino, 1999,
modo da consentirgli un ambito di effettiva applica- 437 ss.; G. Flora, Contraffazione del marchio e commercio di
zione, finora resa difficile dalla presenza della con- prodotti con marchio contraffatto: tra tutela della fede pubblica,
della privativa industriale e dei diritti dei consumatori, in Foro
travvenzione di incauto acquisto; estende la causa di amb., 2001, 330 ss.; F. Centonze, Commento ad art. 473 c.p., in
non punibilità prevista a favore degli ufficiali di po- AA.VV., Commentario breve al codice penale, a cura di Crespi-
lizia dall’art. 9, comma 1, lett. a) della l. n. Stella-Zuccalà, Padova, 2003, 1457 ss.; D. Sangiorgio, Contraffa-
zione di marchi e tutela penale della proprietà industriale e intel-
146/2006, alle operazioni sotto copertura finalizzate lettuale, Padova, 2006; F. Cingari, La tutela penale dei marchi e
alla repressione della contraffazione. dei segni distintivi, Milano, 2008.

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al primo comma, e ai “brevetti, modelli e disegni”, l’al- o la contraffazione nell’inconsapevolezza che il mar-
terazione o contraffazione dei quali è prevista al se- chio o altro segno distintivo fosse registrato (e co-
condo comma. perto, quindi, da un diritto di proprietà), per igno-
In ordine all’oggetto della condotta, scompare l’ipo- ranza od erronea interpretazione delle disposizioni
tesi in cui l’alterazione o la contraffazione abbia ad del Codice della proprietà industriale, non ne ri-
oggetto i segni distintivi delle opere dell’ingegno. spondeva, in quanto, pur essendo colposa tale igno-
Ciò, riteniamo, per razionalizzare la materia ed eli- ranza od errore, il delitto in esame non è previsto
minare doppioni, dal momento che per le contraffa- nella forma colposa e quindi non è punibile, ex art.
zioni e alterazioni relative ad opere dell’ingegno, la 47, comma 3, c.p. Con l’inciso “potendo conoscere”, il
l. n. 633/1941 prevede già fattispecie penali ad hoc legislatore ha inteso colpire anche l’alterazione o
sanzionate in misura severa (7). contraffazione da parte di chi abbia colposamente
Quindi, l’ambito di tutela apprestata dall’art. 473 ignorato od erroneamente ritenuto inesistente il ti-
c.p. viene circoscritto alla proprietà industriale, di tolo di proprietà sul marchio o su altro segno distin-
cui al d.lgs. n. 30/2005, con estromissione della tivo per errore o ignoranza delle disposizioni del Co-
“proprietà intellettuale”, protetta dalla l. n. dice della proprietà industriale.
633/1941. L’art. 15, comma 1, della l. n. 99/2009, integra an-
Il precetto del primo comma dell’art. 473 c.p. è mo- che la condizione di punibilità prevista dal terzo
dificato, come detto, anche con riguardo ai presup- comma dell’art. 473 c.p. Mentre prima questo sanci-
posti del fatto. va che «i delitti previsti dai commi primo e secondo so-
Dalla fattispecie emerge, infatti, un elemento di no punibili a condizione che siano state osservate le nor-
novità: il presupposto soggettivo della possibilità me delle leggi interne o delle convenzioni internazionali
per l’agente di «conoscere dell’esistenza del titolo di sulla tutela della proprietà intellettuale o industriale»,
proprietà industriale». La sua introduzione consente ora a queste fonti sono stati affiancati i regolamenti
di chiarire un punto controverso in dottrina e giu- comunitari. L’aggiunta era necessaria per adeguare il
risprudenza relativo al fatto se, ai fini della confi- delitto alla realtà giuridica attuale, dal momento
gurabilità del delitto, sia necessaria la registrazio- che ormai da tempo, oltre al marchio nazionale e a
ne del marchio o sia sufficiente la presentazione quello internazionale, è previsto anche il marchio
della domanda di registrazione (8). Il generico ri- comunitario. Il terzo comma dell’art. 473, invece,
chiamo, al terzo comma dell’art. 473 c.p., all’osser- faceva riferimento solo alle disposizioni che discipli-
vanza delle norme delle leggi interne sulla tutela nano il procedimento di registrazione dei marchi
della proprietà industriale come condizione per nazionali e internazionali.
l’applicabilità del delitto non consente, infatti, di Sul piano sanzionatorio, l’art. 15, comma 1, inaspri-
risolvere il quesito, dal momento che il Codice sce le pene dell’art. 473 c.p. e le differenzia - prima,
della proprietà industriale prevede che, oltre alla invece, erano previste in ugual misura - a seconda
registrazione, anche la domanda di registrazione che la contraffazione riguardi marchi o segni distin-
sia resa pubblica (9). L’inserimento della condizio- tivi, oppure brevetti, disegni, modelli industriali.
ne della conoscibilità “dell’esistenza del titolo di pro- Nella prima ipotesi, la reclusione viene innalzata
prietà industriale” elimina ogni dubbio: per la con- nel minimo, mentre rimane invariata nel massimo,
sumazione della contraffazione di marchio o di al- e la multa è elevata sia nel minimo che nel massimo.
tro segno distintivo è necessario che questo sia re-
gistrato, perché il titolo si costituisce, ai sensi del Note:
Codice della proprietà industriale, solo con la re- (7) Si tratta degli artt. 171-171 bis-171 ter, l. n. 633/1941, che pu-
gistrazione. niscono le contraffazioni e alterazioni con la reclusione da sei
mesi a tre anni e la multa da 2.582 euro a 15.493 euro.
La suddetta condizione svolge, a nostro parere, an-
(8) A favore dell’estensione della tutela al marchio in corso di re-
che una funzione estensiva della portata del delitto, gistrazione, in dottrina A. Rossi Vannini, La tutela penale dei se-
dal punto di vista dell’elemento soggettivo, in dero- gni distintivi, cit., 147; in giurisprudenza, da ultimo, Cass., Sez.
ga agli artt. 43 e 47 c.p. Applicando i principi gene- III, 4 marzo 2009, inedita. Contra A. Alessandri, voce Tutela pe-
nale dei segni distintivi, cit., 439-440. Non ci è qui possibile ana-
rali ricavabili da queste disposizioni, infatti, nell’og- lizzare, per ragioni di spazio, le argomentazioni espresse dalla
getto del dolo della fattispecie di cui all’art. 473 c.p., dottrina e dalla giurisprudenza a favore dell’una e dell’altra tesi
interpretativa. Sul punto si rinvia a F. Cingari, La tutela penale dei
così come formulato prima della riforma, rientrava marchi e dei segni distintivi, cit., 77 ss.
la consapevolezza dell’esistenza della registrazione
(9) L’art. 187 del Codice della proprietà industriale stabilisce che
del marchio o di altro segno distintivo abusivamen- anche la domanda di registrazione è soggetta a pubblicazione sul
te riprodotto. Il soggetto che realizzava l’alterazione Bollettino ufficiale dei marchi d’impresa.

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(10). Nella seconda, sia la pena detentiva che quel- quente di fronte alle nuove emergenze criminali, da
la pecuniaria vengono elevate: reclusione da uno a parte del legislatore a potenziare la disciplina della
quattro anni e multa da 3.500 euro a 35.000 euro. confisca, rendendola obbligatoria nelle ipotesi in
Mentre l’aumento delle pene pecuniarie, in entram- cui, in base all’art. 240 c.p., sarebbe solo facoltativa,
be le fattispecie, è significativamente afflittivo, l’art. 15, comma 1, introduce l’art. 474 bis che pre-
quello delle pene detentive, seppure astrattamente vede come obbligatoria la confisca delle cose che
tale da impedire la fruibilità del beneficio della so- servirono o furono destinate a commettere i delitti
spensione, in realtà non è particolarmente efficace, di cui agli artt. 473-474, nonché di quelle che ne so-
sia perché la presenza di circostanze attenuanti può no l’oggetto, il prodotto, il prezzo o il profitto, salva
ricondurle nel limite della sospendibilità, sia soprat- la confisca per equivalente nei casi in cui le cose ap-
tutto perché non consentono l’uso, tra i mezzi di ri- partengano a persona estranea al delitto (15). Inol-
cerca delle prove, delle intercettazioni telefoniche, tre, l’art. 15, comma 1, introduce una circostanza
in base a quanto disposto dall’art. 266 c.p.p. (11). aggravante all’art. 474 ter e una circostanza atte-
nuante all’art. 474 quater.
Modifiche all’art. 474 c.p. e le nuove La circostanza aggravante si configura quando i de-
disposizioni applicabili agli artt. 473 e 474 c.p. litti di cui agli artt. 473-474 c.p siano commessi
L’art. 15, comma 1, della l. n. 99/2009 riformula an- «fuori dai casi di cui all’art. 416» e «in modo sistemati-
che l’art. 474 c.p., essenzialmente al fine di modifi- co ovvero attraverso l’allestimento di mezzi e attività or-
carne la cornice edittale (12). ganizzate». Con questa duplice condizione, il legisla-
Il trattamento sanzionatorio, prima uguale per tutte tore intende colpire, potremmo dire con un ossimo-
le ipotesi da esso previste, ora viene differenziato per ro, “fenomeni di criminalità economica organizzata
i fatti di introduzione nel territorio dello Stato, da individuale”, vale a dire casi in cui la commissione
un lato, e di messa in circolazione, dall’altro, di pro- di questi delitti avvenga mediante un’organizzazione
dotti con marchi o altri segni distintivi contraffatti. imprenditoriale (16) che, pur costituita da una plu-
L’introduzione è equiparata, per gravità, alla con-
traffazione o alterazione di brevetti, modelli o dise- Note:
gni industriali, di cui all’art. 473, comma 2, c.p. (10) Prima era prevista la reclusione fino a tre anni e la multa fi-
no a 2065 euro, ora la reclusione da sei mesi a tre anni e la mul-
(13); la vendita o altrimenti messa in circolazione è ta da 2.500 euro a 25.000 euro.
la meno grave tra tutte le fattispecie di cui agli artt. (11) L’art. 473 c.p., oltre a non essere previsto nell’elenco dei de-
473-474, ed è punita in misura tale da rientrare nel- litti nominativamente indicati, non rientra neppure nei limiti di
la sospendibilità della pena (14). pena (reclusione superiore a cinque anni) entro i quali le inter-
cettazioni telefoniche sono ammesse ai sensi dell’art. 266, com-
Data la differenziazione sanzionatoria tra i due fatti, ma 1, lett. a), c.p.p.
viene ritoccata anche la struttura dell’art. 474 c.p., (12) In realtà, la nuova formulazione dell’art. 474 c.p. si differen-
che prima descriveva i fatti insieme nel primo com- zia da quella originaria anche con riguardo all’oggetto del dolo
ma, mentre ora è articolato in tre commi: il primo per specifico: al “per farne commercio” si è sostituito il più esteso e
comunemente impiegato nei delitti economici “fine di trarne
l’introduzione nel territorio dello Stato dei prodotti profitto”.
con marchi contraffatti, il secondo per la vendita o al- (13) L’introduzione nel territorio dello Stato di prodotti con marchi
trimenti messa in circolazione dei medesimi, il terzo o altri segni distintivi contraffatti o alterati è punita con la reclusio-
(corrispondente all’originario secondo comma), che ne da uno a quattro anni e la multa da 3.500 euro a 35.000 euro.
sancisce la medesima condizione di punibilità del ter- (14) La vendita o messa altrimenti in circolazione di prodotti con
marchi o altri segni distintivi alterati o contraffatti è punita con la
zo comma dell’art. 473 c.p. Anche qui all’osservanza reclusione fino a due anni e con la multa fino a 20.000 euro.
delle norme interne e delle convenzioni internazio- (15) Qualora le cose da confiscare appartengano a persona
nali il legislatore ha aggiunto quella dei regolamenti estranea al delitto, che dimostri di non aver potuto prevedere l’il-
comunitari, per le ragioni che abbiamo sopra esposto. lecito impiego, anche occasionale, o l’illecita provenienza, senza
essere incorsa in un difetto di vigilanza, la confisca di tali cose
In tal modo i delitti di cui agli artt. 473 e 474 c.p. non è possibile (art. 474 bis, comma 3, c.p.) ma il giudice ordina
sono divenuti totalmente simmetrici. la confisca di beni di cui il reo ha la disponibilità per un valore
La tutela del regolare e corretto funzionamento del equivalente al profitto, secondo le modalità fissate dall’art. 322
ter, comma 3, c.p., vale a dire determinando le somme e indivi-
mercato e della fiducia dei consumatori apprestata duando i beni da confiscare (art. 474 bis, comma 2, c.p.).
dai due delitti codicistici è rafforzata dalla l. n. (16) Un’organizzazione imprenditoriale intesa come apparato co-
99/2009, oltre che con l’inasprimento delle pene, stituito da macchine e materiali per realizzare marchi e altri segni
con l’introduzione, nel codice penale e nella legisla- distintivi uguali a quelli coperti da un altrui diritto di proprietà in-
dustriale, nonché da personale dipendente impiegato per attua-
zione speciale, di altri strumenti repressivi. re l’alterazione o contraffazione o per immettere sul mercato i
Conformemente ad una tendenza, sempre più fre- prodotti con segni contraffatti.

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ralità di persone, è strumento nelle mani di una o coloro che si organizzano per la commissione dei de-
due persone, titolari dell’“impresa criminale”, che litti in esame, a prescindere dalla effettiva realizza-
ne hanno il totale potere decisionale, organizzativo, zione degli stessi.
economico e, conseguentemente, anche la respon- L’art. 15, comma 3, integra l’art. 12 sexies del d.l. n.
sabilità. Se di detta organizzazione sono, invece, re- 306/1992 (modifiche urgenti al nuovo codice di
sponsabili tre o più persone, si configura il delitto di procedura penale e provvedimenti di contrasto alla
associazione per delinquere, in concorso con i delit- criminalità mafiosa), aggiungendo l’associazione per
ti-scopo di cui agli artt. 473 e 474, ma senza l’aggra- delinquere finalizzata a commettere i delitti di cui
vante di cui all’art. 474 ter. L’aumento di pena, con agli artt. 473-474 c.p. all’elenco dei reati per la cui
riguardo ai fatti di cui all’art. 473 e 474, comma 1, è condanna è obbligatoria la confisca del denaro, dei
tale (17) da rendere ammissibili le intercettazioni beni o delle altre utilità di cui il condannato non
telefoniche come mezzo di ricerca delle prove; non riesca a giustificare la provenienza e di cui risulti es-
altrettanto può dirsi per la vendita o altrimenti mes- sere titolare, anche per interposta persona fisica o
sa in circolazione di prodotti con segni contraffatti giuridica, o avere la disponibilità a qualsiasi titolo in
(18). valore sproporzionato al proprio reddito. La misura
L’art. 474 quater stabilisce una diminuzione delle pe- di sicurezza è chiaramente mirata a impedire la rei-
ne degli artt. 473 e 474 dalla metà a due terzi «nei terazione della contraffazione e/o del commercio di
confronti del colpevole che si adopera per aiutare concre- prodotti con segni distintivi contraffatti, attraverso
tamente l’autorità di polizia o l’autorità giudiziaria nel- la sottrazione alle organizzazioni criminali di tutte le
l’azione di contrasto dei delitti di cui ai predetti artt. 473 disponibilità economiche destinate a finanziare l’at-
e 474, nonché nella raccolta di elementi decisivi per la ri- tività di contraffazione, quando non sia possibile
costruzione dei fatti e per l’individuazione o la cattura condannare per i delitti di cui agli artt. 473-474 e,
dei concorrenti negli stessi, ovvero per la individuazione conseguentemente, ordinare, ex art. 474 bis c.p., la
degli strumenti occorrenti per la commissione dei delitti confisca obbligatoria delle cose che siano servite al-
medesimi o dei profitti da essi derivanti». Si tratta di la loro realizzazione o che ne siano il prodotto, il
un’attenuante per coloro che collaborano con la prezzo, il profitto.
giustizia per la repressione e la prevenzione di un fe- L’art. 15, comma 4, integra l’art. 4 bis, comma 1 ter,
nomeno che spesso assume le dimensioni della cri- della l. n. 354/1975, aggiungendo l’associazione per
minalità organizzata. Da tempo l’attenuante della delinquere finalizzata a commettere i reati di cui agli
collaborazione è impiegata dal legislatore con ri- artt. 473-474 c.p. alla lista dei delitti per la cui con-
guardo alla criminalità organizzata, soprattutto nel danna sono esclusi i benefici del lavoro all’esterno,
settore delle estorsioni e degli stupefacenti (19), in dei permessi premio e delle misure alternative alla
quanto ritenuta utile allo smantellamento dell’im- detenzione, salva la liberazione anticipata, quando
presa criminale quanto, se non più, della minaccia e
dell’irrogazione di pene detentive astrattamente ri- Note:
gorose. (17) Reclusione da due a sei anni e multa da 5.000 a 50.000 eu-
Dato che la contraffazione di marchi e la messa in ro (art. 474 ter, comma 1, c.p.).
circolazione di prodotti contraffatti possono essere (18) Reclusione fino a tre anni e multa fino a 30.000 euro (art.
svolte per conto o a vantaggio di imprese, il legisla- 474 ter, comma 2, c.p.).
tore introduce misure repressive finalizzate a disin- (19) Si pensi, a titolo esemplificativo, all’art. 630, comma 5, c.p.,
che prevede l’attenuante della collaborazione giudiziaria per il
centivare tale pratica, colpendo anche i soggetti giu- concorrente dissociato in sequestro di persona a scopo di estor-
ridici. L’art. 15, comma 7, lett. a), della legge in sione; o ancora agli artt. 73, comma 7, e 74, comma 7, del T.U.
commento, apportando integrazioni all’art. 25 bis, delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti (d.P.R. n.
309/1990), che prevedono un’attenuazione di pena al concorren-
comma 1 (20) e comma 2, del d.lgs. n. 231/2001, po- te in traffico di stupefacenti che collabori con la polizia nella sot-
ne a carico degli enti una sanzione pecuniaria fino a trazione di risorse (id est sostanze stupefacenti) rilevanti per la
500 quote e una delle sanzioni interdittive previste commissione dei delitti.
dall’art. 9, comma 2, del d.lgs. n. 231/2001 (21), in (20) Per la precisione l’art. 15, comma 7, lett. a), l. n. 99/2009, ag-
giunge la lett. f bis) all’art. 25 bis, comma 1, d.lgs. n. 231/2001.
caso di commissione dei delitti di cui agli artt. 473-
(21) Si tratta di: interdizione dall’esercizio dell’attività; sospensio-
474 c.p. ne o revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni funzionali
Essendo la contraffazione un fenomeno complesso, alla commissione dell’illecito; divieto di contrattare con la pubbli-
spesso riconducibile ad organizzazioni criminali, la l. ca amministrazione, salvo che per ottenere le prestazioni di un
pubblico servizio; esclusione da agevolazioni, finanziamenti, con-
n. 99/2009, nell’ottica di un’efficace opera di con- tributi o sussidi ed eventuale revoca di quelli già concessi; divie-
trasto, prevede alcuni effetti penali nei confronti di to di pubblicizzare beni o servizi.

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vi siano elementi tali da far ritenere la sussistenza di La vendita di prodotti con segni mendaci (art. 517
collegamenti da parte del condannato con la crimi- c.p.) tutela la fiducia dei consumatori nella qualità,
nalità organizzata, terroristica o eversiva. origine o provenienza da una determinata fonte di
Nella stessa ottica di contrasto si giustifica l’aggiun- produzione del prodotto, sempre attraverso la tutela
ta, da parte dell’art. 17, comma 1, della legge in esa- di marchi o segni distintivi, ma in ipotesi diverse da
me, dei delitti di cui agli artt. 473-474 all’elenco di quelle dell’art. 473 c.p., vale a dire quando quelli
quelli per i quali l’art. 9, comma 1, lett. a), della l. n. siano la riproduzione di altri marchi o segni distinti-
146/2006, prevede una causa di non punibilità a fa- vi non registrati (25), oppure abbiano caratteristi-
vore degli ufficiali di polizia giudiziaria che compia- che (forma, colore, disegni, parole) che rendano il
no c.d. operazioni sotto copertura, ossia che si finga- prodotto confondibile con altro, anche di natura di-
no acquirenti o cessionari delle merci contraffatte al versa.
fine di acquisire elementi di prova in ordine alla La nuova fattispecie di contraffazione di indicazioni
commissione dei suddetti delitti. geografiche (art. 517 quater c.p.) tutela la fiducia dei
consumatori nella provenienza geografica del pro-
I nuovi delitti dotto, attraverso la protezione della denominazione
L’art. 15, comma 1, della l. n. 99/2009 introduce an- di origine e dell’indicazione geografica, in quanto
che due nuove fattispecie all’interno dei delitti con- queste svolgono proprio la funzione di indicare la
tro l’industria e il commercio di cui al Capo II, Titolo derivazione da un determinato luogo.
VIII, Libro II, del codice penale: la fabbricazione e Diversamente, il delitto di fabbricazione e commer-
commercio di beni realizzati usurpando titoli di pro- cio di beni realizzati usurpando titoli di proprietà in-
prietà industriale (art. 517 ter c.p.) e la contraffazione dustriale (art. 517 ter c.p.) tutela gli interessi econo-
di indicazioni geografiche o denominazioni di origine mici del titolare del diritto di proprietà industriale
dei prodotti agro-alimentari (art. 517 quater c.p.). (marchio, brevetto, invenzione, disegno), che sono
Questi vengono collocati subito dopo la vendita di beni giuridici individuali, non collettivi. A confer-
prodotti con segni mendaci (art. 517 c.p.), alla qua- ma di ciò il regime di procedibilità del delitto di cui
le sono parificati sul piano sanzionatorio, in quanto all’art. 517 ter c.p. è a querela, mentre di quelli di cui
puniti con la reclusione fino a due anni e la multa fi- agli artt. 473-474-517-517 quater c.p. è d’ufficio.
no a 20.000 euro (22). Se così è, non possiamo non rilevare l’irragionevo-
Peraltro, l’accostamento topografico e la comunanza lezza della collocazione all’interno del Titolo VII
di pena, mentre ci paiono giustificati con riguardo della fattispecie di fabbricazione e commercio di be-
alla contraffazione di indicazioni geografiche o de- ni realizzati usurpando titoli di proprietà industriale,
nominazioni di origine dei prodotti agro-alimentari, nonché della parificazione del suo trattamento san-
non altrettanto ci sembrano con riguardo alla fab- zionatorio a quello di delitti lesivi di diritti della col-
bricazione e commercio di beni realizzati usurpando lettività.
titoli di proprietà industriale.
Da un’analisi delle due nuove fattispecie emerge, in- Segue: fabbricazione e commercio di beni
fatti, come diverso sia il bene giuridico da esse tute- realizzati usurpando titoli di proprietà
lato. industriale
Con la contraffazione di indicazioni geografiche il L’art. 517 ter c.p. punisce, al primo comma, la fab-
legislatore intende dare protezione all’interesse del- bricazione o l’impiego industriale di oggetti o beni
la fiducia dei consumatori nella qualità dei prodotti,
peraltro sotto profili lasciati scoperti dai delitti di Note:
cui agli artt. 473, 474 e 517 c.p. (22) La l. n. 99/2009 ha anche inasprito il trattamento sanziona-
I delitti di cui agli artt. 473-474 c.p. tutelano tale in- torio dello stesso art. 517 c.p, elevando il massimo della pena
detentiva - da uno a due anni - e rendendo con essa cumulativa,
teresse attraverso la protezione dei marchi e degli al- anziché alternativa, la pena pecuniaria.
tri segni distintivi registrati, in quanto questi hanno
(23) G. Marinucci, voce Falsità in segni distintivi delle opere del-
funzione distintiva, ossia di identificazione della l’ingegno e dei prodotti industriali, cit., 657-658. in senso confor-
fonte di produzione (23), oggi intesa non più come me, A. Rossi Vannini, La tutela penale dei segni distintivi, cit.,
141.
provenienza aziendale (identificativa anche di una
collocazione geografica della produzione), bensì co- (24) Per un’analisi del mutamento di disciplina e di funzione del
marchio si rinvia a F. Cingari, La tutela penale dei marchi e dei se-
me provenienza da un costante centro di ideazione e gni distintivi, cit., 25 ss.
di individuazione degli standards qualitativi della (25) G. Marinucci, voce Falsità in segni distintivi delle opere del-
produzione seriale (24). l’ingegno e dei prodotti industriali, cit., 659.

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realizzati con usurpazione di un altrui diritto di pro- senza il consenso del titolare del diritto di disegno o
prietà industriale o in violazione dello stesso, e al se- di modello; nonché quando, per realizzare determi-
condo comma la messa in circolazione di tali beni a nati prodotti, impiega oggetti o beni coperti da uno
fine di profitto. dei diritti sopra citati, sempre senza il consenso del
Il concetto di usurpazione, ossia di appropriazione titolare (30).
e/o uso di un altrui diritto senza il consenso del tito- Il delitto di contraffazione di segni distintivi, ex art.
lare, e di violazione dell’altrui diritto di proprietà in- 473 c.p., si ha, invece, nel caso in cui l’agente ripro-
dustriale comportano il rinvio alle disposizioni del duca un marchio o altro segno distintivo non origi-
Codice della proprietà industriale (d.lgs. n. nale ma simile ad altro registrato e tale da poter es-
30/2005) per una più precisa determinazione della sere con questo confuso dal pubblico, oppure alteri
condotta incriminatrice. Il Codice, in relazione a modelli, disegni o brevetti, vale a dire ne riproduca
ciascun tipo di contrassegno (marchio, disegno, mo- tipi simili e confondibili con altri registrati.
dello), stabilisce le condizioni e le modalità per la Analogamente, l’introduzione nel territorio dello
costituzione del diritto di proprietà sul medesimo e Stato e la messa in circolazione di prodotti, a secon-
ne determina il contenuto. In particolare, il titolare da che questi abbiano marchi, altri, segni distintivi,
del diritto di marchio ha la facoltà di farne uso esclu- brevetti, modelli, o disegni, identici ad altri registra-
sivo e di vietare ai terzi, salvo il proprio consenso, di ti, cioè originali ma non consentiti, oppure simili e
usare nell’attività economica un segno identico o si- confondibili con quelli registrati, configurano ri-
mile, qualora la similitudine sia tale da poter inge- spettivamente il delitto di cui al secondo comma
nerare un rischio di confusione per il pubblico (26). dell’art. 517 ter c.p. o quello di cui all’art. 474 c.p.
Analogamente il titolare di un disegno o modello ha Le fattispecie di fabbricazione e di commercio di be-
il diritto di utilizzarlo in modo esclusivo - ossia di ni realizzati usurpando titoli di proprietà industriale,
fabbricare, commerciare, offrire, importare, esporta- in realtà, più che coprire un vuoto, potenziano una
re un prodotto nel quale il disegno o modello sia in- tutela esistente già prima ma decisamente meno ef-
corporato o applicato - e di vietarne un tale utilizzo ficace: i fatti da esse incriminati erano, infatti, pre-
ai terzi, senza il proprio consenso (27). Il diritto di visti dall’art. 127, comma 1, del Codice della pro-
brevetto per invenzione industriale consiste nella prietà industriale, che, peraltro, li puniva - sempre a
facoltà esclusiva di attuare l’invenzione e di trarne querela di parte - solo con la multa e di entità deci-
profitto e, se oggetto ne è un prodotto, di vietare ai samente inferiore (31). L’art. 15, comma 2, della leg-
terzi di produrlo, usarlo, metterlo in commercio, ge in esame abroga questa fattispecie, essendo le ipo-
venderlo, importarlo, salvo il suo consenso (28). tesi da essa previste riconducibili al nuovo e più se-
Dalle disposizioni del Codice della proprietà indu- vero delitto di cui all’art. 517 ter c.p., punito, seppu-
striale ricaviamo, quindi, il contenuto precettivo re irragionevolmente si è detto, al pari della vendita
dell’art. 517 ter c.p., ma anche il confine con l’appli- di prodotti con segni mendaci.
cabilità dei delitti di cui agli artt. 473-474 c.p., a fa- Oltre alla maggiore severità della pena, altre previ-
vore dei quali la nuova norma incriminatrice pone sioni rendono il delitto di fabbricazione e commer-
una clausola di riserva, nonché la ratio dell’abroga- cio con usurpazione dell’altrui titolo di proprietà
zione dell’art. 127, comma 1, del Codice della pro-
prietà industriale, operata dall’art. 15, comma 2, Note:
della l. n. 99/2009. (26) Art. 20, d.lgs. n. 30/2005.
Il delitto previsto al primo comma dell’art. 517 ter (27) Art. 41, d.lgs. n. 30/2005.
c.p. si configura, ad esempio, quando l’agente fabbri-
(28) Art. 66, d.lgs. n. 30/2005.
ca un prodotto apponendovi un marchio identico ad
(29) Licenziatario di un marchio è colui che appone sui propri pro-
uno che è stato registrato per un prodotto merceolo- dotti un marchio altrui per averne ricevuto autorizzazione d’uso
gicamente diverso, senza il consenso del titolare del dal titolare, dietro pagamento di una royalty.
diritto; o quando il licenziatario di un marchio (29) (30) Così chi, nel fabbricare un certo tipo di auto, monta dei
viola i propri doveri, ad esempio disattendendo le pneumatici a marchio Pirelli senza aver chiesto il consenso al ti-
tolare di questo.
indicazioni date dal titolare del diritto con riguardo
(31) L’art. 127, comma 1, del Codice della proprietà industriale
alle caratteristiche qualitative che il prodotto deve stabiliva che «salva l’applicazione degli artt. 473, 474 e 517 del
avere, e producendolo con qualità decisamente infe- codice penale, chiunque fabbrica, vende, espone, adopera indu-
riore; o ancora quando un imprenditore fabbrichi un strialmente, introduce nello Stato oggetti in violazione di un tito-
lo di proprietà industriale valido ai sensi delle norme del presen-
prodotto con incorporato o applicato un disegno re- te codice, è punito, a querela di parte, con la multa fino a
gistrato o in conformità ad un modello registrato, 1.032,91 euro».

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industriale ben più rigoroso di quello di cui all’art. mentari e, al secondo comma, l’introduzione nel ter-
127, comma 1, del Codice della proprietà industria- ritorio dello Stato o la messa in circolazione, al fine
le ed evidenziano l’intenzione del legislatore di po- di trarre profitto, dei suddetti prodotti con indica-
tenziare la tutela degli interessi economici degli im- zioni o denominazioni contraffatte.
prenditori. L’art. 517 ter, comma 3, c.p., infatti, sta- Con la prima fattispecie il legislatore completa l’o-
bilisce, in caso di condanna, l’applicazione della pera di contrasto al fenomeno della contraffazione
confisca obbligatoria di cui al nuovo art. 474 bis che metta in pericolo la fiducia della collettività dei
c.p., nonché, qualora ne ricorrano i presupposti, consumatori nella provenienza e nella qualità dei
della nuova aggravante della sistematicità della prodotti, colmando un vuoto di tutela. Dal momen-
commissione del delitto o dell’uso di un apparato to che le denominazioni d’origine e le indicazioni
organizzativo e strumentale per realizzarlo, di cui al- geografiche non costituiscono marchi o altri segni
l’art. 474 ter, comma 2, c.p. e dell’aggravante del- distintivi (34), la loro contraffazione non poteva,
l’art. 517 bis (32), comma 2, c.p., che comporta la infatti, essere punita ai sensi del delitto di cui all’art.
possibilità per il giudice, nei casi di particolare gra- 473 c.p., salva un’estensione analogica in malam par-
vità o di recidiva specifica, di ordinare la chiusura tem. L’unico strumento repressivo col quale poteva
dello stabilimento dell’esercizio in cui il fatto è sta- essere colpito finora questo tipo di contraffazione
to commesso, per un periodo da cinque giorni a tre era un illecito amministrativo (35), previsto dall’art.
mesi, oppure la revoca della licenza, dell’autorizza- 127, comma 2, del stesso Codice della proprietà in-
zione o dell’analogo provvedimento amministrati- dustriale (36) che, oltre ad altre ipotesi, punisce -
vo che consente lo svolgimento dell’attività com- con l’irrisoria sanzione amministrativa pecuniaria da
merciale. Il nuovo art. 517 quinquies c.p., infine, 51,65 euro a 516,46 euro - l’apposizione su un ogget-
prevede l’applicabilità di una circostanza attenuan- to di parole o indicazioni non corrispondenti al ve-
te dal contenuto analogo a quello dell’art. 474 qua- ro, tendenti a far credere che quello sia protetto da
ter c.p., consistente nell’aiuto concreto fornito dal topografia.
colpevole all’autorità di polizia o all’autorità giudi- L’art. 517 quater, comma 1, c.p., nell’introdurre la
ziaria nell’azione di contrasto dei delitti di cui agli responsabilità penale, dà più incisiva attuazione alle
artt. 517 ter e quater, nonché nella raccolta di ele- previsioni degli artt. 29 e 30 del Codice della pro-
menti decisivi per la ricostruzione dei fatti e per prietà industriale, il primo dei quali protegge le indi-
l’individuazione o la cattura dei concorrenti negli cazioni geografiche e le denominazioni di origine,
stessi, ovvero per l’individuazione degli strumenti che identificano un paese, una regione o una loca-
occorrenti per la commissione dei delitti medesimi lità, quando siano adottate per designare un prodot-
o dei profitti da essi derivanti. to che ne è originario e le cui qualità, reputazione o
Inoltre, come per le contraffazioni di cui agli artt. caratteristiche siano dovute proprio a quell’ambien-
473-474 c.p., il legislatore estende alla commissione
di questi la responsabilità amministrativa degli enti.
L’art. 15, comma 7, lett. b), della l. n. 99/2009 ag- Note:
giunge, infatti, nel d.lgs. n. 231/2001 l’art. 25 bis.1, (32) L’art. 517 bis c.p. prevede un aumento di pena per i delitti di
che pone a carico dell’ente una sanzione pecuniaria cui agli artt. 515, 516 e 517 c.p. se i fatti da essi previsti hanno
ad oggetto alimenti o bevande la cui denominazione di origine o
fino a 500 quote, nel caso di commissione di alcuni geografica o le cui specificità sono protette dalle norme vigenti.
delitti contro l’industria, tra i quali quelli previsti (33) Analogamente l’art. 15, comma 7, lett. c) della l. n. 99/2009
dagli artt. 517 ter e quater c.p. (33). Peraltro, mentre introduce l’art. 25 nonies, nel d.lgs. n. 231/2001, che impone agli
per gli altri delitti di contraffazione l’art. 15 impone enti la stessa sanzione pecuniaria fino a 500 quote, nel caso di
commissione dei delitti di contraffazione delle opere dell’inge-
all’ente anche le sanzioni interdittive di cui all’art. gno coperte dal diritto d’autore, di cui agli artt. 171-171 bis-171
9, comma 2, del d.lgs. n. 231/2001, per quelli di cui ter-171 septies-171 octies, l. n. 633/1941.
agli artt. 517 ter e quater c.p. non fa analoga previ- (34) G. Marinucci, voce Falsità in segni distintivi delle opere del-
sione. l’ingegno e dei prodotti industriali, cit., 656.
(35) L’art. 127, comma 2, d.lgs. n. 30/2005, punendo chi appone
Segue: contraffazione di indicazioni su un oggetto parole o indicazioni non corrispondenti al vero,
tendenti a far credere che l’oggetto sia protetto da brevetto, di-
geografiche o denominazioni di origine segno o modello oppure topografia, è applicabile anche alla vio-
dei prodotti agro-alimentari lazione del divieto di usare indicazioni geografiche ingannevoli o
false, di cui all’art. 30 del decreto stesso.
L’art. 517 quater c.p. punisce, al primo comma, la
(36) Per un’analisi della fattispecie di cui all’art. 127 del Codice
contraffazione o alterazione di indicazioni geografi- della proprietà industriale cfr. F. Cingari, La tutela penale dei mar-
che o denominazioni di origine di prodotti agro-ali- chi e dei segni distintivi, cit., 101 ss.

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te geografico (37), e il secondo sancisce il divieto di La fattispecie, in una prospettiva ribaltata rispetto a
uso ingannevole o falso di tali indicazioni geografi- quella delle altre di contraffazione e di commercio di
che, la cui inosservanza finora era sanzionata solo in prodotti contraffatti, è volta a sanzionare chi acqui-
via amministrativa ai sensi del sopra citato art. 127, sta per proprio uso cose che, per la loro qualità, o per
comma 2. la condizione di chi le offre o per l’entità del prezzo,
Al contrario, non colma alcun vuoto di tutela pena- inducano a ritenere che siano state violate le norme
le la seconda fattispecie, l’introduzione nel territorio in materia di origine e provenienza dei prodotti e in
dello Stato, la vendita o altra forma di messa in cir- materia di proprietà industriale: una norma con una
colazione di prodotti agro-alimentari con denomi- tipicità molto simile a quella della contravvenzione
nazione d’origine o indicazione geografica contraf- di “incauto acquisto” (art. 712 c.p.). L’elemento dif-
fatta. Questa ipotesi, infatti, era già punibile in base ferenziale di maggior spicco con quest’ultima riguar-
al generico delitto di vendita di prodotti con segni da il presupposto di fatto, nell’illecito amministrati-
mendaci o, limitatamente al caso in cui la denomi- vo rappresentato dalla sospetta violazione delle nor-
nazione o l’indicazione falsa fosse italiana, in base a me in materia di origine e provenienza dei prodotti
quello di false o fallaci indicazioni di provenienza od e in materia di proprietà industriale, nella contrav-
origine di cui all’art. 4, comma 49, della l. n. venzione dalla sospetta provenienza da reato.
350/2003. Il nuovo delitto si pone in rapporto di Il presupposto del primo consentirebbe la prevalen-
specialità rispetto a quello di cui all’art. 517 c.p., za dell’illecito amministrativo, in base al principio
avendo ad oggetto una determinata species di pro- di specialità espresso dall’art. 9 della l. n. 689/1981,
dotti, quelli agro-alimentari; peraltro, è punito con se in esso non fosse prevista, come è stato finora, la
la stessa pena di quello, il che farebbe pensare alla clausola di riserva a favore di qualsiasi reato (38).
sua superfluità. Tuttavia, può rinvenirsi una giustifi- Per questa ragione, fino alla modifica apportata dal-
cazione alla sua introduzione nel fatto che la l. n. la legge in commento, l’illecito amministrativo di
99/2009 estende ad esso tutte le misure afflittive che incauto acquisto per uso personale era applicabile
abbiamo visto applicabili al delitto di cui all’art. 517 solo nei casi in cui la sospetta provenienza della co-
ter c.p., ossia la confisca obbligatoria, ex art. 474 bis sa avesse un’illiceità extrapenale, ipotesi, peraltro,
c.p. in caso di condanna, ed ex art. 12 sexies, comma di difficile riscontro concreto. Di fatto è rimasta let-
1, del d.l. n. 306/1992, in caso di solo sospetto di tera morta una norma che avrebbe voluto, nelle in-
commissione; le aggravanti degli artt. 474 bis, com- tenzioni del legislatore, contrastare in modo più fer-
ma 2, e 517 bis, comma 2, c.p.; l’attenuante dell’art. reo di quanto si potesse fare con la contravvenzione
517 quinquies c.p.; la sanzione pecuniaria fino a 500 dell’art. 712 c.p. (39) il fenomeno della contraffazio-
quote e le misure interdittive fino ad un anno al- ne grossolana.
l’ente, ex art. 25 bis.1, del d.lgs. n. 231/2001. Il legislatore del 2005, infatti, aveva punito l’illecito
È evidente l’intento del legislatore di contrastare il amministrativo con una sanzione pecuniaria ben più
fenomeno della contraffazione in modo ancora più
drastico quando riguardi beni di consumo - alimenti Note:
provenienti dall’attività agricola - la cui destinazio- (37) L’art. 29, d.lgs. n. 30/2005 (Codice della proprietà industria-
le) recita: «Sono protette le indicazioni geografiche e le denomi-
ne li renda potenzialmente offensivi, in certe circo- nazioni di origine che identificano un paese, una regione o una
stanze, anche della salute, oltre che della fiducia, dei località, quando siano adottate per designare un prodotto che ne
consumatori, tenuto conto che dal luogo falsamente è originario e le cui qualità, reputazione o caratteristiche sono do-
vute esclusivamente o essenzialmente all’ambiente geografico
indicato come provenienza del prodotto agricolo di- d’origine, comprensivo dei fattori naturali, umani e di tradizio-
pendono, esclusivamente o essenzialmente, le carat- ne».
teristiche o le qualità dello stesso. (38) Ancora pochi giorni prima dell’emanazione della l. n.
99/2009, la Cassazione aveva affermato l’inapplicabilità dell’ille-
La modifica dell’illecito amministrativo cito amministrativo di cui all’art. 1, comma 7, del d.l. n. 35/2005
rispetto all’incauto acquisto di cose provenienti da reato e la sua
di acquisto per uso personale di prodotti applicabilità ai soli casi di incauto acquisto di cose di provenien-
grossolanamente contraffatti za altrimenti illecita (cioè provenienti da violazione di norme am-
ministrative e non penali); ciò in quanto la clausola di riserva a fa-
L’art. 17, comma 2, della l. n. 99/2009 modifica l’art. vore di qualsiasi reato contenuta nell’illecito amministrativo im-
1, comma 7, del d.l. n. 35/2005, noto come decreto pediva, ictu oculi, l’applicabilità del principio di specialità di cui al-
l’art. 9 della l. n. 689/1981 (Cass., Sez. II, 7 luglio 2009, Vittorelli,
competitività, convertito dalla l. n. 80/2005, il qua- in www.dirittoegiustizia.it del 18 settembre 2009).
le prevede l’illecito amministrativo dell’acquisto per (39) L’incauto acquisto è punito dall’art. 712 c.p. con l’arresto fi-
uso personale di prodotti grossolanamente contraf- no a sei mesi o con l’ammenda non inferiore a 10 euro, pene as-
fatti. solutamente irrisorie, oltre che sospendibili.

18 Diritto penale e processo 1/2010


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elevata (40) di quella della contravvenzione, data la trastare la strategia industriale dell’imprenditore na-
particolare offensività per l’economia pubblica del zionale che, pur delocalizzando all’estero la produ-
mercato nero dei prodotti grossolanamente contraf- zione, si limiti ad apporre sulla merce il proprio mar-
fatti. Il prodotto palesemente contraffatto, illecita- chio e/o la propria ragione sociale, sfruttando mali-
mente messo in circolazione, lungi dal danneggiare ziosamente l’ignoranza dei consumatori riguardo a
il consumatore, che anzi, consapevole della non ori- queste tecniche, per così dire, di “globalizzazione
ginalità del prodotto, si avvantaggia del prezzo irri- imprenditoriale”. Il generico rinvio alla “disciplina
sorio e incentiva questo mercato, è lesivo, oltre che sulle pratiche commerciali ingannevoli” rendeva, peral-
degli interessi del titolare del marchio grossolana- tro, la fattispecie di uso fallace o fuorviante di mar-
mente contraffatto - anche se spesso il mercato del chi pericolosamente indeterminata e suscettibile di
prodotto griffato è talmente diffuso da non subire in- interpretazioni ed applicazioni eccessivamente re-
genti danni da quello illecito - soprattutto del mer- pressive.
cato lecito parallelo di merci dello stesso tipo aven- Riteniamo che, proprio per ridisegnare in termini
ti prezzo inferiore a quello del prodotto firmato. In più chiari e precisi l’art. 4, comma 49, con riguardo
tal senso il mercato illecito di merci grossolanamen- a questa fattispecie, l’art. 17, comma 4, l. n. 99/2009,
te contraffatte costituisce una pratica di concorren- ha aggiunto alla fine del secondo periodo la specifi-
za sleale che altera il regolare funzionamento del cazione che per uso fallace si intende «l’uso di marchi
mercato generale, con offesa per l’economia pubbli-
ca. Note:
L’art. 17, comma 2, per rendere concretamente ap- (40) Le ragioni di rigore spiegano il motivo per il quale sull’entità
della pena pecuniaria sono intervenute due modifiche in senso
plicabile questa disposizione, nell’ottica sopra de- aggravatore.
scritta di contrasto alla contraffazione, sopprime la (41) La previsione originaria dell’art. 1, comma 7, del decreto
clausola «salvo che il fatto costituisca reato» all’inizio competitività era della pena pecuniaria fino a 10.000. Il d.l. n.
dell’art. 1, comma 7, del decreto competitività, così 203/2005, convertito dalla l. n. 248/2005, ha poi inserito il mini-
mo di 100 euro che, a sua volta è stato innalzato a 500 euro dal
da evitare la prevalenza della contravvenzione di cui d.l. n. 272/2005, convertito in l. n. 49/2006.
all’art. 712 c.p. (42) Per ragioni di spazio tralasciamo altre modifiche all’art. 1,
Al contempo lima in senso meno rigoroso la cornice comma 7, quali la sostituzione della parola “intellettuale” con
edittale dell’illecito amministrativo, che era stata “industriale” e la soppressione del secondo periodo che preve-
deva l’estensione della sanzione amministrativa agli intermedia-
innalzata ben due volte nel giro di pochi mesi dalla ri.
sua entrata in vigore (41): la sanzione amministrati- (43) Per approfondimenti sul tema si rinvia a: A. Montagna, La
va pecuniaria da 500 euro a 10.000 euro, ritenuta tutela penale del “Made in Italy” fra origine e qualità del prodot-
eccessiva dal legislatore, è sostituita dall’art. 17, to, in Cass. pen., 2009, 3449 ss.; A.S. Scalco, “Made in Italy”:
necessità di una più intensa tutela penale dell’eccellenza italiana
comma 2, con una da 100 euro a 7.000 euro (42). nel mercato globalizzato, in Riv. trim. dir. pen. ec., 2008, 1015
ss.; E. Svariati, La tutela del made in Italy nelle pronunce della
Le modifiche all’art. 4, comma 49, l. n. Cassazione penale, in Cass. pen., 2007, 3717 ss.; G. Martiello,
350/2003 e il nuovo delitto di falsa o fallace Falsi “made in Italy”, in Studium juris, 2007, 232 ss.; Id., La tu-
tela penale del “made in Italy” nel mercato globalizzato: tra dife-
apposizione del marchio “made in Italy” sa del consumatore e salvaguardia del sistema produttivo nazio-
nale, in Riv. trim. dir. pen. ec., 2005, 777 ss.; A. Madeo, Il delitto
Il delitto di immissione sul mercato di prodotti re- di false o fallaci indicazioni di provenienza od origine tra ambi-
canti false o fallaci indicazioni di provenienza od guità legislative ed oscillazioni giurisprudenziali, in questa Rivi-
origine (43) (art. 4, comma 49, l. n. 350/2003), in- sta, 2007, 1673 ss.; L. Mandelli, La problematica tutela del “ma-
de in Italy” tra diritto vigente e prospettive di riforma, in questa
trodotto, come noto, dal legislatore al fine di riser- Rivista, 2006, 605 ss.; F. Cingari, Misure punitive per il rilancio
vare, nell’ambito della repressione del fenomeno della competitività: tra repressioni dell’incauto acquisto di pro-
della contraffazione, una tutela penale più intensa ai dotti “taroccati” e tutela del made in Italy, in questa Rivista,
2005, 1340 ss.; M. Casucci, La tutela del Made in Italy in sede
prodotti italiani, ha subìto, dalla sua entrata in vigo- penale, in Il dir. industr., 2005, 277 ss.
re ad oggi, ripetute modifiche (44) volte ad ampliar- (44) All’originaria incriminazione dell’importazione, esportazione
ne la portata. o commercializzazione di prodotti con false o fallaci indicazioni di
Una di queste - attuata con la legge finanziaria del provenienza è stata aggiunta, in un primo tempo, quella avente
ad oggetto false o fallaci indicazioni di origine (art. 1, comma 9, l.
2007 (n. 296/2006) - ha determinato l’estensione n. 80/2005); in un secondo momento, la commissione di atti di-
del delitto in esame all’immissione sul mercato di retti alla commercializzazione di detti prodotti (art. 2 ter, l. n.
248/2005); infine, l’uso fallace o fuorviante di marchi aziendali ai
prodotti contraddistinti dall’“uso fallace o fuorviante sensi della disciplina sulle pratiche ingannevoli (art. 1, comma
di marchi aziendali ai sensi della disciplina sulle pratiche 941, l. n. 296/2006).
commerciali ingannevoli”, nel chiaro intento - pun- (45) F. Cingari, La tutela penale dei marchi e dei segni distintivi,
tualmente individuato dalla dottrina (45) - di con- cit., 152.

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di aziende italiane su prodotti o merci non originari del- zione sulla effettiva origine estera del prodotto. Il con-
l’Italia ai sensi della normativa europea sull’origine sen- travventore è punito con la sanzione amministrativa pe-
za l’indicazione precisa, in caratteri evidenti, del loro cuniaria da euro 10.000 ad euro 250.000».
Paese o del loro luogo di fabbricazione o di produzione, o L’ultimo periodo del nuovo comma, nell’attribuire
altra indicazione sufficiente ad evitare qualsiasi errore natura di illecito amministrativo alla fallace indica-
sulla loro effettiva origine estera» (46). In tal modo è zione di provenienza mediante uso fuorviante del
diventato comprensibile quando concretamente si marchio aziendale italiano, pone problemi di coor-
verifica un uso fallace o fuorviante di marchi azien- dinamento col comma 49, in quanto questo stabili-
dali ai sensi della disciplina sulle pratiche inganne- sce che l’immissione sul mercato di prodotti recanti
voli. E precisamente ciò può accadere quando su un fallaci indicazioni di provenienza costituisce reato.
bene, non prodotto interamente in Italia e che non Dato che il d.l. n. 135/2009, convertito in l. n.
ha subito l’ultima trasformazione in Italia (47), vie- 166/2009, ha aggiunto nel secondo periodo del com-
ne apposto il marchio di un’azienda italiana ma non ma 49 una clausola di riserva a favore del comma 49
l’indicazione del luogo straniero in cui è stato fab- bis con riguardo all’uso fallace o fuorviante di mar-
bricato o ultimamente trasformato, oppure tale indi- chi (49) e che il tenore del comma 49 bis è analogo
cazione viene apposta in caratteri non evidenti o in a quello del comma 49, non si comprende quale ap-
modo tale da poter trarre in inganno, ad esempio plicazione possa ancora avere il delitto di immissio-
perché collocata in un punto poco visibile. ne sul mercato di prodotti con indicazioni fallaci o
L’art. 17, comma 4, l. n. 99/2009, inoltre, ha inseri- fuorvianti di provenienza.
to dopo gli ultimi due periodi dell’art. 4, comma 49, L’unica differenza tra la fattispecie di uso fallace o
che prevedono la possibilità di sanare sul piano am- fuorviante di marchi aziendali di cui al comma 49 bis
ministrativo la fallace indicazione “con l’asportazione e quella di uso fallace o fuorviante di indicazioni di
a cura e a spese del contravventore dei segni o delle figu- provenienza od origine, di cui al comma 49, che ci
re o di quant’altro induca a ritenere che si tratti di un
prodotto di origine italiana” e la falsa indicazione “at- Note:
traverso l’esatta indicazione dell’origine o l’asportazione (46) La chiarificazione, tuttavia, crea, a nostro parere, nuovi pro-
della stampigliatura «made in Italy»”, la statuizione blemi, in quanto il riferimento dell’uso fallace ai soli «marchi di
che «le false o fallaci indicazioni di provenienza od origi- aziende italiane» - in precedenza aveva, invece, ad oggetto ge-
nericamente «marchi aziendali» - determina un’irragionevole di-
ne non possono comunque essere regolarizzate quando i sparità di trattamento tra imprese italiane e imprese straniere,
prodotti o le merci siano già stati immessi in libera prati- nociva per le prime e vantaggiosa per le seconde. Basti pensare
ca». Ciò significa che la responsabilità penale può al caso in cui un’azienda straniera impieghi come marchio un no-
me della lingua italiana (ad esempio “il giocattolaio”) - già di per
venir meno solo con riguardo a prodotti e merci non sé fuorviante sulla provenienza imprenditoriale - senza dare
ancora distribuiti sul mercato ma giacenti nelle fab- un’indicazione chiara e precisa dell’origine estera del prodotto lu-
briche e nei magazzini, essendo solo su questi possi- dico, e al caso in cui la stessa omessa indicazione avvenga da
parte di un’azienda italiana. L’effetto della nuova previsione di cui
bile la correzione o l’asportazione dell’indicazione all’art. 4, comma 49, è che l’azienda straniera non è punibile per
falsa o fallace. commercio di prodotti con indicazioni fallaci, quella italiana inve-
ce lo è.
Il d.l. 25 settembre 2009, n. 135, recante “Disposi-
zioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari (47) Secondo le definizioni date dagli artt. 22-26 del Regolamen-
to CEE n. 2913/92, istitutivo del Codice doganale comunitario,
e per l’esecuzione di sentenze della Corte di Giusti- una merce è originaria del Paese in cui è totalmente prodotto op-
zia delle Comunità europee”, convertito in l. 20 no- pure, qualora alla sua produzione concorrano più Paesi, del Pae-
se in cui ha subito l’ultima trasformazione.
vembre 2009, n. 166, ha aggiunto all’art. 4 il comma
(48) Art. 16, comma 6, d.l. n. 135/2009, convertito in l. n.
49 bis (48), in base al quale «costituisce fallace indica- 166/2009.
zione l’uso del marchio, da parte del titolare o del licen-
(49) Il d.l. n. 135/2009, convertito in l. n. 166/2009 abroga, infat-
ziatario, con modalità tali da indurre il consumatore a ri- ti, l’art. 17, c. 4, l. n. 99/2009 e riformula l’art. 4, c. 49, l. n.
tenere che il prodotto o la merce sia di origine italiana ai 350/2003 nei seguenti termini «costituisce fallace indicazione,
anche qualora sia indicata l’origine e la provenienza estera dei
sensi della normativa europea sull’origine, senza che gli prodotti o delle merci, l’uso di segni, figure o quant’altro possa
stessi siano accompagnati da indicazioni precise ed evi- indurre il consumatore a ritenere che il prodotto o la merce sia di
denti sull’origine o provenienza estera o comunque suffi- origine italiana, incluso l’uso fallace o fuorviante di marchi azien-
dali ai sensi della disciplina sulle pratiche commerciali inganne-
cienti ad evitare qualsiasi fraintendimento del consuma- voli, fatto salvo quanto previsto dal comma 49 bis, ovvero l’uso
tore sull’effettiva origine del prodotto, ovvero senza esse- di marchi aziendali su prodotti o merci non originari dell’Italia ai
re accompagnati da attestazione, resa da parte del titola- sensi della normativa europea sull’origine, senza l’indicazione
precisa, in caratteri evidenti, del loro Paese o del loro luogo di
re o del licenziatario del marchio, circa le informazioni fabbricazione o di produzione, o altra indicazione sufficiente ad
che, a sua cura,verranno rese in fase di commercializza- evitare qualsiasi errore sulla loro effettiva origine estera».

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pare consenta di ritagliare un’autonoma sfera di ap- ri”. Questo ennesimo intervento del legislatore nel
plicazione a quest’ultima, è che, mentre l’illecito settore della produzione italiana è volto ad assicura-
amministrativo si riferisce esclusivamente al mar- re la tracciabilità dei prodotti mediante l’introduzio-
chio, l’illecito penale fa più ampio riferimento a ne di un sistema di etichettatura obbligatoria, che
qualsiasi segno distintivo (50). evidenzi il luogo di origine di ciascuna delle fasi di
Il decreto ha, inoltre, inserito nell’art. 4 il comma 49 lavorazione, Il provvedimento consente l’uso della
ter, che dispone la confisca amministrativa del pro- denominazione «made in Italy» esclusivamente per i
dotto o della merce di cui al comma 49 bis, salvo che prodotti finiti del settore tessile, calzaturiero e di
le indicazioni siano apposte, a spese del titolare, sul pelletteria le cui fasi di lavorazione siano avvenute
prodotto, sulla confezione o sui documenti di corre- prevalentemente in Italia, anche quando siano im-
do per il consumatore (51). piegate fibre e pellami di importazione. La violazio-
Infine, ha introdotto il nuovo delitto di apposizione ne delle condizioni per l’impiego della denominazio-
falsa o fallace del marchio “made in Italy” su merci o ne «made in Italy» è soggetta a sanzione amministra-
prodotti ovvero di uso dello stesso a fini di comuni- tiva la prima volta, e a sanzione penale in caso di rei-
cazione commerciale. Viene completata così la tute- terazione (52).
la del «made in Italy» mediante l’incriminazione del-
la condotta prodromica alla messa in circolazione di
prodotti con false o fallaci indicazioni di provenien-
za od origine. L’art. 16, comma 4, del decreto puni-
sce, infatti, con le pene previste dall’art. 517 c.p.,
aumentate di un terzo, «chiunque fa uso di un’indica-
zione di vendita che presenti il prodotto come interamen-
te realizzato in Italia, quale “100% made in Italy”,
“100% Italia”, “tutto italiano”, in qualunque lingua
espressa, o altra che sia analogamente idonea ad ingene-
rare nel consumatore la convinzione della realizzazione
interamente in Italia del prodotto, ovvero segni o figure
che inducano la medesima fallace convinzione»
A tal fine il decreto ha coniato la definizione di mar-
chio “made in Italy”: è classificabile come «intera-
mente realizzato in Italia» il prodotto «per il quale il di-
segno, la progettazione, la lavorazione ed il confeziona-
mento sono compiuti esclusivamente sul territorio italia-
no».
Descritto in questi termini, tuttavia, il prodotto è
considerato giuridicamente “made in Italy” anche Note:
quando non è realmente realizzato del tutto in Ita- (50) Tra le due fattispecie esistono altre due differenze fonda-
lia, con la conseguenza che la disciplina non appare mentali, che giocano, però, a favore dell’applicabilità dell’illecito
amministrativo: con riguardo all’uso fallace di marchi, il comma
idonea a garantire ai consumatori la totale prove- 49 bis si riferisce alla mancanza di indicazioni precise ed eviden-
nienza italiana dello stesso. Ciò in quanto il legisla- ti sull’origine o provenienza estera, mentre il comma 49 alla
mancanza di indicazione precisa, in caratteri evidenti, del loro
tore non impone anche l’impiego di materie prime Paese di origine o del loro luogo di fabbricazione; inoltre il primo
provenienti dal territorio italiano. L’omissione fa sì prevede, in alternativa alla mancanza di dette indicazioni, la man-
che sia consentito considerare “made in Italy” un be- canza di attestazione da parte del titolare o licenziatario del mar-
chio delle informazioni sull’effettiva origine estera del prodotto,
ne di consumo prodotto con ingredienti o materiali che non è contemplato, invece, dal comma 49.
stranieri ma confezionato in Italia, come, ad esem- Per rendere comprensibile la ratio e le conseguenze pratiche di
pio, un olio prodotto con olive straniere e lavorato e queste differenze tra comma 49 e comma 49 bis il Ministero del-
lo Sviluppo economico ha emanato una circolare esplicativa il 9
imbottigliato in Italia. novembre 2009, consultabile sul sito www.governo.it
L’intenzione di considerare “made in Italy” prodotti (51) Art. 16, comma 6, d.l. n. 135/2009, convertito in l. n.
realizzati anche con materie prime straniere è espli- 166/2009.
citata in modo chiaro anche nel d.d.l. n. 2624-A, (52) L’art. 3, c. 4, del disegno di legge sancisce: «Se le violazioni
approvato dalla Camera dei Deputati il 10 dicembre di cui al comma 1 sono commesse reiteratamente, si applica la
pena della reclusione da 1 a 3 anni. Qualora le violazioni siano
2009, recante “Disposizioni concernenti la commercia- commesse attraverso attività organizzate, si applica la pena del-
lizzazione di prodotti tessili, della pelletteria e calzaturie- la reclusione da 3 a 7 anni»

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