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LA TEORIA DELLE

RAPPRESENTAZIONI SOCIALI
Durkheim, 1895
„ L’unità base sociologica è il gruppo sociale retto da un sistema: la
coscienza collettiva. Il gruppo sociale è un’istanza di controllo che
possiede vita propria che riunisce in un tutto unificato e coerente
credenze, atteggiamenti mentali e sociali, ideali, aspirazioni e
rappresentazioni condivise da tutti i membri della società. La
coscienza collettiva è il collante della comunità che impone agli
individui modalità di pensiero, materializzandosi, oggettivandosi,
in norme morali, cerimonie religiose, riti, regole giuridiche o
politiche che ritmano la vita di una comunità.

„ Le rappresentazioni collettive sono la base dei giudizi umani


poiché la religione, la scienza, il sapere tradizionale, il linguaggio e
ogni altro concetto esistono prima dei singoli individui. Le
rappresentazioni sono fisse, stabili, durevoli e transgenerazionali.
Non importa che siano vere o false. Le rappresentazioni collettive
sono differenti e influenzano le rappresentazioni individuali poiché
sono il risultato di una cooperazione che si estende nello spazio e
nel tempo. Ogni individuo cooperando contribuisce a questo
risultato comune come totalità.
Lévy-Bruhl e le Rappresentazioni culturali
Per primo tratta i processi logici considerandone i tratti qualitativi e
come prodotto dello sviluppo storico e sociale
„ Come Durkheim pensa che i gruppi pensano differentemente dagli individui
„ Diversamente da Durkheim crede che i popoli primitivi pensano diversamente da quelli
civilizzati. Ciò che conta, infatti, non è come l’individuo pensa, quanto la struttura del
pensiero della società intera che fa si che i primitivi ragionino proprio in quella maniera. Il
pensiero magico non è un fallimento della conoscenza dell’individuo, esso nasce dalle Rc con
le quali gli individui vivono e che fanno associare le idee in un certo modo. Ogni
proposizione che da sola può sembrare assurda, acquista senso inserita nel complesso delle
altre proposizioni. Allora non va studiato il rapporto individuo società, bensì quello società e
rappresentazioni proprie di quella stessa società.
„ Tutte le rappresentazioni magiche, e per Moscovici tutte le RC, sono impermeabili alle
informazioni che le disconfermano mentre accolgono quelle che le confermano. Ciò ne
garantisce la stabilità.
„ Le RC non obbediscono al principio di non contraddizione (A = A≠B,C,D), bensì al principio
di partecipazione (A = non A = B, C, D) secondo cui, ad esempio, un padre può farsi curare
da uno sciamano perché una malattia ha colpito suo figlio. Le mentalità di un popolo sono
allora diverse per logica a quelle di un altro popolo, non sono inferiori.

“E’ per questo che i differenti tipi di società che si rappresentano differentemente il mondo, abitano
mondi differenti […] dall’aggettivo sociale ci si sposta allo studio del sostantivo rappresentazione ”
(Moscovici, 1989, tr, it. 1992)

Riflessione: la globalizzazione però vorrebbe un mondo unico. E’ possibile?


VYGOTSKIJ, 1934
„ Nella Zona di Sviluppo Prossimale l’incremento delle conoscenze
dipende dall’esperienza del soggetto e dalle possibilità di
apprendimento che l’interazione gli prospetta. I concetti spontanei
e disorganizzati del bambino si incontrano così con la logica
sistematizzata del pensiero adulto. La competenza è prima sociale
e poi individuale. Ogni funzione, compreso il linguaggio, compare
prima a livello sociale interpsicologico, poi a livello individuale
intrapsicologico
„ Le rappresentazioni collettive vengono interiorizzate dal bambino
attraverso la comunicazione costituendo la base delle
rappresentazioni mentali interne
„ L’evoluzione del bambino (= Lévy-Bruhl ) è discontinua così come
quella delle RS mentre per Piaget (= Durkheim) l’evoluzione è
continua
Riflessione: se la conoscenza può avvenire solo tra pari liberi di esprimersi ma è l’adulto
che la permette allora dobbiamo distinguere due variabili: quella relativa alla relazione,
comunicativa simmetrica, che permette la libera espressione e quella relativa al compito
che ha bisogno della complementarietà delle competenze.
MOSCOVICI, 1961
„ Egli si interessa al senso comune quale fenomeno
psicosociale definito indipendentemente dalla
scienza, che si trasmette in modo collettivo e che può
essere modificato dagli individui solo servendosene.
L’obiettivo era spiegare il funzionamento della
conoscenza sociale e la trasformazione della scienza
in senso comune piuttosto che evidenziare le
euristiche (scorciatoie di pensiero)
„ Le RS nascono proprio per vedere come un contenuto
passi dagli universi reificati a quelli consensuali
Universi reificati VS universi consensuali
„ La causa precede l’effetto „ La causa dipende dalle nostre RS e
identificandola sulla base percepiamo gli eventi e le cause in
di teorie legittimate e relazione alle RS. La causa è attribuita in
condivise dalla comunità base alla nostra visione del mondo.
scientifica. „ Le persone sono uguali e libere. Ognuno
„ I ruoli sono stabiliti in può parlare a nome dell’altro non ci sono
base alle competenze e al competenze esclusive ma ciascuno le può
merito acquisire se le circostanze lo richiedono
„ C’è un unico „ Ognuno è uno scienziato naif che
comportamento trasforma, sintetizza la conoscenza
appropriato ad ogni scientifica producendo vere teorie del senso
circostanza comune, ingenue che orientano le condotte
„ Le regole sono accettate „ Le regole sono condivise
„ L’accesso e la „ L’accesso e la comprensione agli universi
comprensione agli consensuali sono le RS
universi reificati è la
scienza
La Teoria delle RS
„ La Teoria delle RS si occupa di come la conoscenza è
rappresentata in una collettività, condivisa dai suoi membri e
considerata come una vera e propria Teoria del senso comune
relativa a qualsiasi aspetto della vita di una società
„ Gli attori sociali appartenenti a un medesimo ambito culturale
costruiscono attraverso gli scambi simbolici i significati
condivisi che permettono loro di dare senso alla realtà di
capirsi reciprocamente. I significati vengono trasmessi da una
generazione all’altra. La teoria delle RS rende conto della
genesi e della dinamica di tali processi. E’ un sistema di valori,
nozioni e pratiche che permettono agli individui di orientarsi
nel loro ambiente sociale, mantenerlo e dominarlo è in grado
di dirigere comunicazione e condotte e ci serve a
categorizzare gli eventi, a classificare gli individui e a
giudicarli
ABRIC, 1989
„ Griglia di lettura e di codifica della realtà le
rappresentazioni producono l’anticipazione
delle condotte di se stessi e degli altri grazie a
un sistema stabile e coerente di
categorizzazione. Il funzionamento dipende sia
negli individui che nei gruppi dal sistema
simbolico
MOSCOVICI, 1976
„ Le RS sono preparatorie all’azione. Sono insiemi di
conoscenze prodotte collettivamente e sono
ricostruzioni della realtà perché per elaborare una RS
si parte sempre da un fenomeno, da una struttura,
percepito come rilevante e non da un dato bruto. Le
RS riordinano ciò che è stato ordinato in altra sede.
„ Rappresentare è “essere al posto di” ma è anche
rendere presente alla coscienza.
„ Le RS non sono solo opinioni su, immagini di o
atteggiamenti verso: sono teorie o branche della
conoscenza che gli individui usano per scoprire e
organizzare la realtà.
DOISE, 1988
„ Ogni definizione di RS data in termini di consenso è
insufficiente perché solo gli stereotipi sono
consensuali nel quadro di un gruppo mentre gli
atteggiamenti derivano da un lavoro di assimilazione
a un sistema già complesso che dà luogo a nuove
variazioni e le opinioni sono passeggere e fluttuanti
come le mode.
„ Le RS sono prese di posizione simboliche,
organizzate sotto forma di opinioni, atteggiamenti o
stereotipi, in base alla posizione che occupano nella
rete dei rapporti sociali. Sono principi organizzatori
dei rapporti simbolici che si instaurano tra gli attori
sociali.
MOSCOVICI: 3 classi di RS
1. RS chiuse: i cui elementi si trovano in modo
uniforme e simile in tutta la popolazione
2. RS agonali o critiche: i cui elementi si trovano in
modo uniforme e simile in tutta la popolazione ma
il cui significato è determinato da valori differenti, a
volte opposti
3. RS aperte: i cui elementi si trovano in diverse
categorie della popolazione per cui per trovarne la
coerenza occorre combinarli.
MOSCOVICI, 1988
Le RS possono essere condivise da tutto un gruppo
altamente strutturato (gruppo politico) senza che
esso le abbia prodotte. Esse possono essere definite:
1. Egemoniche: uniformi, stabili e coercitive,
rispecchiano le RC di Durkheim. Ex. Non uccidere
2. Emancipate: sono prodotte dalla circolazione delle
idee e appartengono a sottogruppi di individui più o
meno a stretto contatto tra loro. Ogni sottogruppo
crea la propria visione della realtà e la condivide
con altri. Ex. Medicina omeopatica
3. Polemiche: sono generate nel corso di conflitti e
non sono condivise da tutta la società. Nascono
dall’antagonismo tra i gruppi e si pongono come
esclusive. Ex. Le minoranze attive e i Pacs
La RS può essere analizzata secondo 3 dimensioni
1. Informazione: quantità e qualità delle conoscenze possedute su un oggetto
2. Campo della rappresentazione: organizzazione dei contenuti della RS. Il
contenuto può essere distinto in cognizioni descrittive e valutative
3. Atteggiamento: orientamento positivo o negativo verso l’oggetto della RS

La RS è il prodotto di un’attività mentale e un processo cioè i meccanismi mentali e


sociali che intervengono alla elaborazione della RS. Il processo ha il compito di
orientare i comportamenti e si attua attraverso la comunicazione.
Noi attraverso processi informativi (capacità di apprendere) di apprendimento dei dati
esistenti, e processi trasformativi (capacità di rappresentare, tipici delle RS) che
ristrutturano l’idea iniziale siamo in grado di conoscere.
I processi esterni riguardano i cambiamenti che una teoria scientifica deve subire per
divenire RS, ossia teoria del senso comune. I processi interni riguardano le
trasformazioni interne di una RS stessa: personificazione (Freud sta per la
psicoanalisi) , figurazione (sostituire un’immagine a un concetto , ex. immagine
della bandiera come simbolo di Patria), ontologizzazione (dare realtà alla nozione,
ex. Il Sud).
MOSCOVICI, 1984: Scopo delle RS
Lo scopo delle RS è rendere qualcosa di inconsueto o ignoto familiare.
I processi generativi selle RS servono proprio a rendere familiare le idee,
le persone o gli oggetti non familiari:
1. Ancoraggio: ancora idee insolite, perciò minacciose ed estranee al
nostro sistema di riferimento, a categorie familiari. Ciò ha la
funzione di interpretare l’oggetto a partire da campi preesistenti e
conosciuti di riferimento e di essere strumentalizzato come sapere
che permette di legittimare le posizioni dei gruppi sociali .
Fondamentali per la RS sono la classificazione (codifica) e la
denominazione (dare un nome). L’ancoraggio è a monte dei
processi sociocognitivi.
2. Oggettivazione: trasforma qualcosa di astratto in concreto. Tre fasi
portano alla oggettivazione: la costruzione selettiva (selezione di
informazioni, l’oggettivazione fa da filtro trattenendo alcuni
concetti relativi all’oggetto e ne rigetta altri); la schematizzazione
strutturante (creazione di un nucleo figurativo che rende visibile la
struttura concettuale); naturalizzazione (gli elementi dello schema
figurativo divengono visibili, concreti). Così la globalizzazione può
concretizzarsi nell’immagine dei grattacieli
FUNZIONI DELLE RS
1. Costituiscono e danno forma alla realtà
2. Consentono la comunicazione e la interazione
sociale. Esse guidano all’azione e dove non c’è
consenso e condivisione di RS accadono
fraintendimenti come avviene talvolta tra culture
differenti.
3. Demarcano, distinguono e consolidano i gruppi.
4. Dirigono la socializzazione.
5. Rendono familiare il non familiare.
NUCLEO CENTRALE
Aix en Provence (Abric 1977, 1987, 1994)
„ Il nucleo figurativo delle RS fornisce il quadro di
interpretazione e categorizzazione delle nuove informazioni,
dirige il comportamento e conferisce significato agli eventi
„ Ogni RS ha un nucleo centrale che ne costituisce l’elemento
fondamentale (qualitativo e non quantitativo) e più stabile e
coerente, senza il quale quella RS non sarebbe quella RS,
poiché ne determina sia il significato sia la struttura:ha
funzione generatrice (attraverso esso si trasforma o si crea il
significato degli altri elementi costitutivi della RS) e
organizzatrice (determina i legami con gli elementi
periferici). Ex: l’oggetto lavoro ha come nucleo centrale di
valore simbolico il salario. Senza salario un’attività non può
essere rappresentata come lavoro
SCHEMI PERIFERICI E LORO FUNZIONI
Aix en Provence (Flament 1989)
Gli elementi periferici sono la parte più accessibile e quantitativamente più ampia .
Corrispondono a opinioni, stereotipi o credenze e sono l’interfaccia tra il nucleo
centrale e la situazione concreta nella quale si elabora la RS. Gli schemi periferici
sono meno stabili di quelli centrali e permettono al soggetto di esprimere il
proprio parer più personale senza per questo rimettere in gioco il significato
condiviso della RS. Essi permettono la decodifica istantanea della situazione in
modo economico senza ricorrere al più rigido nucleo centrale.
Tre funzioni degli schemi periferici:
1. Prescrivono comportamenti e prese di posizione
2. Permettono una personalizzazione della RS
3. Proteggono il nucleo centrale
Bonardi e Roussiau (1999) aggiungono due ulteriori funzioni:
1. Regolano la RS in virtù del principio di economia cognitiva eliminando la
possibile dissonanza cognitiva tra nucleo centrale ed elementi di novità
provenienti dall’ambiente sociale. Le discrepanze così giustificate permettono il
mantenimento del nucleo centrale e autorizza la sua integrazione senza
stravolgerlo
2. Concretizzano la RS rendendo comprensibili i suoi elementi più situazionali
RAPPORTO TRA SCHEMI CENTRALI E PERIFERICI
Abric, Flament e Coll., 1998
„ I due sistemi sono specifici ma complementari.
„ Il sistema centrale è legato alle condizioni storiche, sociologiche e
ideologiche, essendo associato a valori e norme esso definisce i
principi fondamentali attorno ai quali si organizzano le RS. Il sistema
periferico è legato al contesto immediato con cui si confrontano gli
individui e permette l’evoluzione della RS.
„ Ipotesi della zona muta delle RS: “le persone che interroghiamo ci
dicono realmente cosa pensano?” (Abric, 2003). Esistono cognizioni o
credenze che, pur essendo disponibili non sono espresse dai soggetti
perché potrebbero mettere in discussione i valori morali e le norme
condivise del gruppo che le ha prodotte. Inoltre alcuni elementi del
nucleo centrale possono essere inattivi in determinati momenti
(Gluimelli e Deschamps, 2000)

Il modello strutturalista della scuola di Aix, anche se in certi casi


presenta costrutti simili alla Social cognition, è comunque lontano
dalla Social cognition perché omogeneo con quello dialogico
dialettico delle RS delle RS (Palmonari, 2002)
MOSCOVICI, 1961
Genesi, dinamica, trasformazione
Tre condizioni presiedono la nascita della RS:
1. Dispersione dell’informazione: le conoscenze
frammentarie di costituiscono attraverso la comunicazione
in saperi sociali non esenti da distorsioni
2. Focalizzazione: il gruppo focalizza e seleziona gli aspetti
corrispondenti ai propri interessi che determinano la
propria posizione rispetto all’oggetto
3. Pressione all’inferenziale: le persone colmano le loro
lacune nella conoscenza ricostruendo la coerenza di
situazioni confuse al fine di agire
L’oggetto della RS deve essere: rilevante e polimorfo,
importante per i membri del gruppo, deve essere inserito
in una dinamica sociale che coinvolge più gruppi, deve
essere momentaneamente sfuggito al controllo del gruppo
sociale
MOSCOVICI, 1961
Genesi, dinamica, trasformazione
Per studiare una RS sarebbero opportuni metodi longitudinali
ma poiché troppo dispendiosi si preferisce provocare delle
trasformazioni manipolando il set con metodi
sperimentali.
L’ambiente che ci circonda è in continua evoluzione e con
esso mutano anche le RS, lentamente con un
aggiustamento progressivo. La RS può essere cambiata
ma anche solo arricchita o semplificata. L’evoluzione di
una RS è contrassegnata da tre fasi:
1. Emergenza
2. Fase della stabilità
3. Fase della trasformazione
La contraddizione tra ambiente e RS è debole se coinvolge
solo gli schemi periferici, è forte se coinvolge il nucleo
centrale
FAZIO: ATTEGGIAMNTO VS COMPORTAMENTO

„ Può accadere di aderire a una RS , ex. difesa


dei diritti umani, e, contemporaneamente,
mettere in atto pratiche discriminatorie. Ciò
accade perché i soggetti costruiscono una RS
del mondo ma poi mettono in atto protocolli
comportamentali basati su RS più semplici. Le
RS sono dunque gerarchizzate in base alla loro
complessità.
PRATICHE SOCIALI E MUTAMENTO DELLE RS
Le pratiche sociali sono sistemi complessi di azioni socialmente sottomesse a interessi
socialmente e storicamente determinati (Abric, 1994). Sono le pratiche sociali che poi
provocano il mutamento della RS quando ci si troverà di fronte a un mutamento sociale
irreversibile.
Flament (1989) parla di pratiche che contraddicono la RS e pratiche che non la contraddicono
esplicitamente. Tre sono le trasformazioni possibili della RS che ne derivano:
1. Trasformazione progressiva: avviene con pratiche ben sedimentate che attivano gli schemi
periferici corrispondenti tanto da fonderli con quelli centrali modificando “dolcemente”
anche il nucleo centrale
2. Trasformazione resistente: c’è una contraddizione esplicita tra pratiche e RS, vengono
inizialmente aggirati gli schemi comportamentali normali e poi, sotto l’influenza della
novità, tali schemi integreranno la novità contraddittoria stessa. Essi si trasformeranno in
“schemi estranei”.
3. Trasformazione brusca: il nucleo centrale subirà un attacco diretto che lo trasformerà
bruscamente
L’evoluzione, in stato di persistenza di mutamento delle circostanze sociali, si effettua in 4 fasi:
modificazione di circostanze sociali, evoluzione delle pratiche sociali corrispondenti, avvio
della trasformazione degli schemi periferici, concretizzazione del mutamento e
trasformazione del nucleo centrale. L’individuo per evitare la dissonanza cognitiva tra
pratiche e RS, attraverso un processo di razionalizzazione, porta al mutamento e alla sua
giustificazione.

Critiche: questa visione soffre della mancanza della prospettiva contraria che va dalle RS alle
pratiche. Rouquette (1994) ipotizza un movimento anche in questo senso e afferma: “non si
agisce conformemente a ciò che si pensa (o a ciò che ci si rappresenta) ma ciò che si pensa
indica l’azione possibile”, anche se non necessaria.
RS E COSTRUTTI PSICOSOCIALI
Le RS intrattengono relazioni di scambio con altre
teorie o costrutti psicosociali: atteggiamenti, opinioni,
teoria dell’attribuzione, schemi e script, prototipi e
pregiudizi.
„ Opinioni = più flessibili, sono più semplici e
manifeste degli atteggiamenti
„ Atteggiamenti = più statici, organizzano le opinioni.
Sono più organizzati e latenti rispetto alle opinioni.
„ RS = sono la dimensione entro cui si crea
l’atteggiamento
OPINIONI E RS
„ Opinione = asserzione valutativa su una questione controversa che presenta
caratteri di instabilità, plasticità e specificità. E’ una forma socialmente
valorizzata alla quale un soggetto aderisce, una presa di posizione su un
problema controverso (Stoetzel, Palmonari, Cavazza, Rubini, 2002). Esiste
un’opinione pubblica e una privata. L’instabilità fa si che l’opinione sia
sempre parte di un più ampio momento di evoluzione
„ Le opinioni sono catalogabili secondo 2 criteri:
1. Continuum orientato
2. Regola istituzionale ed esterna. Quelle atipiche si distanziano dalla regola,
quelle tipiche e comune si accordano con la regola
Moscovici (1961) distingue 3 forme di opinioni:
1. Opinione comune a un gruppo. Una delle alternative proposte richiede il
consenso di una larga maggioranza. Ex. In maggioranza decidiamo che non si
fuma perché il fumo fa male
2. Opinione diffusa. Le opzioni riscuotono uguale successo e non si delinea
nessuna struttura particolare. Non è elegante indossare il bianco a un
matrimonio, no il bianco è molto fine, il bianco può essere indossato in alcune
occasioni.
3. Opinione polarizzata. Suddivisione del gruppo in base a due opinioni
contrastanti. Lo studente che prende un votaccio è un asino, se lo studente
prende un votaccio è colpa del docente che non ha saputo insegnare
ATTEGGIAMENTI E RS
Atteggiamento = componente valutativa (positiva, negativa o neutra) delle visioni del
mondo che gli attori sociali costruiscono per affrontare la vita quotidiana. E’
un’organizzazione critica che esprime un orientamento valutativo nei confronti di
un oggetto. Esso mette attivamente ordine tra opinioni e risposte, ha funzione
regolatrice consentendo ai soggetti di effettuare una selezione all’interno del loro
universo cognitivo ed emotivo. Il comportamento non ne costituisce la più
immediata manifestazione concreta.
L’atteggiamento si forma o per esperienza diretta, o per esperienza indiretta osservando
o per narrazione altrui o lettura. Ha 3 componenti:
1. Cognitiva: pensieri ed idee relative all’oggetto dell’atteggiamento. Queste
credenze (le convinzioni e le opinioni) possono avere vari gradi di positività o
negatività
2. Affettiva: stati d’animo, emozioni e sentimenti positivi/negativi che la persona ha
nei confronti dell’oggetto
3. Comportamentale: risposte positive/negative nei confronti dell’oggetto

Le RS sono condivise da numerosi individui mentre l’atteggiamento diviene oggetto di


appropriazioni individuali (Jaspars e Fraser, 1984)
Acquisire un atteggiamento relativamente a un oggetto implica l’esistenza di una RS
(Markova, 1998)
Secondo la Teoria della consistenza ogni azione trae origine da un atteggiamento anche
se la predittività di un comportamento a partire dall’atteggiamento è molto
controversa (vedere ad esempio Fazio)
MOSCOVICI :Atteggiamento e RS

„ Le nostre RS sono istituzioni che condividiamo e


che esistono prima della nostra nascita. Noi
costruiamo nuove rappresentazioni a partire da
quelle preesistenti o in contrasto con esse. Gli
atteggiamenti non sono conoscenza ma solo
giudizio di valore su una conoscenza.
„ Un atteggiamento o una cognizione fa riferimento a
una relazione binaria: soggetto-oggetto; la RS a una
relazione ternaria: rappresentazione sociale-
rappresentazione individuale- oggetto.
„ L’atteggiamento è una sottodimensione della RS.
ATTRIBUZIONI E RS
„ Per controllare e prevedere il modo in cui comportarsi e per il bisogno
di spiegare gli eventi sociali occorre attivare dei processi di
attribuzione causale. La Teoria dell’attribuzione causale (Heider,
1958) fa attribuire la causa di un vento o alla situazione o (causa
esterna) o alla disposizione (causa interna). Le Teorie implicite di
personalità guidano le impressioni che ci facciamo degli altri.
Entrambi i filoni parlano di un uomo scienziato ingenuo che vuole
giungere a previsioni per controllare gli eventi.

„ La Teoria dell’equilibrio (Heider, 1958) e quella Dissonanza cognitiva


(Festinger, 1957) traggono spunto dalla concezione dell’uomo come
ricercatore di coerenza, motivato a trovare un equilibrio tra le sue
conoscenze e tra le sue conoscenze e i comportamenti messi in atto.
Se l’individuo avverte il disagio di un’incongruenza, subito tenta di
ripristinare l’equilibrio.
„ Moscovici parla di un uomo della strada o scienziato naïf governato
da concetti fissi ed ingenui, da pregiudizi. Questo uomo ha teorie
ingenue, distinte da quelle scientifiche, è pesantemente influenzato dal
linguaggio.
MOSCOVICI E HEWSTONE, 1983
RS E ATTRIBUZIONI
Gli individui ragionano in termini di forze causali
attraverso due modalità:
1. Elaborazione delle nuove informazioni:
osservazione diretta delle relazioni
2. Elaborazione socializzata o senso comune:
attraverso comunicazione con gli altri (conoscenze
di prima mano , cioè conoscenze prodotte dai
membri di un gruppo spontaneamente – conoscenze
di seconda mano, cioè conoscenze formate
attraverso rielaborazioni di teorie scientifiche
diffuse attraverso i mass media e delle quali si
occupano le RS)
Lo scienziato naïf risente degli effetti delle mode e delle
variazioni sociali e culturali
PROTOTIPI, PREGIUDIZI E RS
La Social Cognition parla di Schemi: delle preconnessioni che forniscono un’organizzazione agli
scambi tra memoria e percezione che selezionano e garantiscono un flusso ordinato a
quello disordinato delle informazioni che ci provengono da stimoli esterni.
Amerio (1995) parla di 3 tipi di schema:
1. di persona: basato su tratti prototipici (ex. Introverso/estroverso)
2. di ruolo: relativi ai ruoli professionali o sociali
3. di eventi: basati su script, copioni. Secondo Moscovici (1999) essi richiamano alla
memoria una situazione precedente e suggeriscono una condotta adatta a quella presente
per evitare cattive sorprese. Gli script sono costruiti secondo il modello Comportamentista
che dà priorità agli stimoli e al comportamento.
Le RS sono a un macrolivello perché abbracciano credenze e valori collettivi, gli schemi
cognitivi invece ineriscono all’individuo perché partono dall’esperienza personale. Come
le euristiche servono per economia cognitiva.
I pregiudizi possono essere:
1. Ideologici e quindi necessari
2. Categorici e quindi negativi perché implicano giudizi affrettati, semplificati e
generalizzati. Essi come dice Tajfel (1981) attribuiscono tratti dispregiativi agli altri e
pongono le distanze con l’outgroup. Sono strettamente connessi alla categorizzazione. Gli
stereotipi sono i nuclei cognitivi del pregiudizio. Sono stabili e rigidi, sono i cliché
mentali. Anche essi sono dei facilitatori della comunicazione, sono delle scorciatoie
cognitive che per economia mentale sono parte del pensare comune.

Le RS possono servirsi dei pregiudizi e degli stereotipi.


COMUNICAZIONE E RS
Il fenomeno delle RS riposa su un processo globale di comunicazione collettiva che si esprime
sotto varie forme:
1. Comunicazioni interpersonali: scambi tra persone prossime tra loro come familiari,
vicini, amici, colleghi. Si tratta di scambi informali che non lasciano altre tracce se non
quelle in memoria, sono scambi in tempo reale. Sono luogo privilegiato del pettegolezzo
e dell’approssimazione perché non c’è controllo. Essendo interazioni che avvengono in
gruppi ristretti consentono all’individuo di reperire ciò che è desiderabile, e non di
riferirsi a valori universali, in funzione del gruppo di appartenenza. Esse concretizzano il
senso comune
2. Dibattito pubblico: si sviluppa in presenza di un mediatore, non direttamente
partecipante (radio, tv, giornali). Lo scambio interessa persone con livelli di competenza
vari che partecipano al dibattito per esprimere le oro opinioni o condividere le loro
esperienze. Qui non interessa il consenso, anzi perlopiù si tratta di esprimere posizioni
contrastanti. La presenza di esperti impedisce di co-costruire la conoscenza collettiva e
finisce per coagulare le posizioni
3. Comunicazioni culturali: (produzioni letterarie, cinematografiche, teatrali, pubblicità
ecc…) hanno larga diffusione di pubblico e mettono in scena situazioni o personaggi che
possono inerire sia il fantastico che la vita quotidiana. Sono il riflesso di ciò che circola
nella società. Per questo occorre tener conto delle aspettative del pubblico e delle sue
credenze
4. Stampa: può avere un notevole impatto sulla formazione delle Rs perché coinvolge
simultaneamente e velocemente un gran numero di persone. Ghiglione (2004) che parla
di un contratto anche nella comunicazione nel 1986 dice che l’informazione, sebbene
erronea, se riportata dalla stampa viene considerata vera perché rilasciata da persone che
si sono impegnate a dire la verità (questo è il contratto che regola l’audience alla fonte
mediatica). La fiducia sta alla base.
MOSCOVICI (1961, 1976): sistemi di comunicazione
1. Diffusione: giornali ad alta tiratura indirizzati a un pubblico eterogeneo. I contenuti sono
suscettibili a variazioni in funzione della domanda, la fonte dell’informazione non ha
intenzione, se non accidentalmente, di modificare i comportamenti. L’emittente si
identifica con gli interessi del pubblico che ha di fronte all’oggetto della comunicazione
una identità debole. Essa è caratterizzata da 8 tratti: emittente che non ha intenzioni
particolari; il gruppo ricevente non è orientato nelle sue convinzioni; l’emittente e il
ricevente, di conseguenza, sono imprecisi; i media intendo esprimere la vox populi viene
lasciato tra emittente e oggetto della comunicazione un certo margine in modo che possa
essere rivisto anche alla luce di posizioni contrastanti; i messaggi sono diffusi in modo
discontinuo; anche se la comunicazione influenza non è nell’intenzione dell’emittente. Ex.
Se una testata non scientifica, di diffusione, parla di psicoanalisi
2. Propagazione: viene dato all’oggetto un orientamento preferenziale perché indirizzata a
categorie di pubblico sensibili alle argomentazioni utilizzate. Dell’oggetto allora vengono
trattati solo alcuni aspetti congrui all’ideologia a cui si ispira la testata, altri aspetti
vengono “dimenticati”. Ex. La stampa cattolica ha dato spazio alla psicoanalisi per la parte
dedicata all’inconscio ma non ha trattato la parte della sessualità. Lo scopo non è suscitare
o rinforzare comportamenti ma trovare coerenza tra l’oggetto nuovo e tutto ciò che già
esiste nel gruppo. Tutto ciò per il gruppo svolge funzione rassicurante. La propagazione ha
una comunicazione più strutturata rispetto alla diffusione perché si rivolge a un pubblico
che ha già un’idea unitaria.
3. Propaganda: oggi assistiamo a una perdita di influenza delle dottrine e dei dogmi quindi la
propaganda sta soppiantando la propagazione. Essa ha una funzione più precisa perché è al
servizio dell’azione. Essa gioca nei conflitti intergruppali ed è espressione di un gruppo
preciso (ex. Gruppo politico) l’obiettivo è creare e rinforzare le informazioni che servono
all’istituzione per l’uso reiterato dello stereotipo (ex la stampa marxista ha dileggiato la
psicanalisi come espressione della borghesia).

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