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Dipartimento d’italianistica
Maggio 2020
INTRODUZIONE
stava devastando la città di Firenze. All'inizio della storia, sette giovani donne e tre giovani
uomini sono fuggiti dalla città e si nascondono in campagna. Raccontano storie per passare il
tempo e divertirsi e queste storie costituiscono questo capolavoro dell'inizio del XIV secolo.
Nelle sue storie Boccaccio ha creato un'immagine comica della vita urbana del primo
compromettenti, del clero corrotto che guadagna soldi vendendo reliquie e di mogli che
tradiscono i loro mariti rappresentano gli ideali mutevoli del tempo e la corruzione che esiste
sacerdoti, le suore e i frati che avrebbero dovuto rispettare interamente i valori del
Evidentemente, l’autore, in diversi casi, usa la satira e la comicità per criticare il clero nel
momento in cui la maggioranza delle persone ha più bisogno di loro dopo la pestilenza. La
padronanza del Boccaccio nel trattare le questioni religiose ottiene una migliore rivelazione
quando usa la beffa per descrivere come il clero viene ingannato in azioni considerate
Stile, linguaggio e personaggi del Decameron sono infatti permeati da una comicità
spassosa, ironica e spesso edificante che, oltre ad aver scosso la critica nel tempo, ha
influito sulla cultura del riso nelle forme d’arte successive. 1
1
Giordani, John. Riso e comicità nel Decameron, Issuu, pubblicato il 12 maggio 2010,
https://issuu.com/jogiordani/docs/riso_e_comicit___nel_decameron_di_j, data di accesso 26 maggio 2020, p. 3.
Pertanto, questo saggio cerca di analizzare l'approccio di Boccaccio nei confronti
della religione, in particolare del cristianesimo, e di come usa satira, umorismo e comicità per
criticare la società e il clero di quel tempo. Anche, nei paragrafi che seguono, vedremo come
Boccaccio attraverso i suoi personaggi, come Frate Cipolla e Ser Ciappelletto, rappresenta
tutti i vizi umani. Così, ad esempio, la storia di Cepparello affronta temi diversi come la
opposizione all’ingenuità e alla credulità della chiesa. Dall'altro lato, la storia di Frate Cipolla
mostra come la chiesa non è così ingenua. In effetti, la storia si occupa dei temi come la
corruzione morale dei frati e la mancanza di rispetto per quanto riguarda i valori cristiani. In
questa storia le persone del popolo sono quelle che sono creduloni. Quindi, Boccaccio in
questa storia usando la comicità dimostra l’intelligenza dei frati e la loro capacità di uscire da
situazioni imbarazzanti grazie alle capacità oratorie. Come ha sottolineato John Giordani:
Il riso carnevalesco era riso di festa, un riso che apparteneva al popolo e che esprimeva
infine una forte ambivalenza; il riso era infatti gioioso e allegro, ma contemporaneamente
beffardo e sarcastico, negava e affermava nello stesso tempo, seppelliva e resuscitava,
moriva per generare la vita.2
2
Giordani, John. Riso e comicità nel Decameron, Issuu, pubblicato il 12 maggio 2010,
https://issuu.com/jogiordani/docs/riso_e_comicit___nel_decameron_di_j, data di accesso 26 maggio 2020, p. 7.
Boccaccio, in diversi racconti, rivela situazioni in cui il clero è stato sfruttato per
rappresentare i suoi punti deboli. Ad esempio, la regina del primo giorno, Pampinea, sceglie
Panfilo per iniziare con una delle sue storie, permettendogli di parlare su qualunque
donne, che ciascheduna cosa la quale l’uomo fa, dallo ammirabile e santo nome di Colui il
quale di tutte fu facitore, le dea principio." 3 Panfilo Parla della grazia e delle buone azioni del
suo Dio, descrivendolo come "Esso al quale niuna cosa è occulta". 4 Questa frase è cruciale
perché dimostra all'inizio nella narrazione della storia l'incapacità di persone d’ingannare il
Dio, anche se loro stessi possono essere facilmente ingannati. Enfatizzando la purezza di Dio
illeciti.
Infatti, la prima storia del primo giorno ha spiegato l'inganno applicato da Ser
Ciappelletto che è anche conosciuto come Cepparello, un uomo cattivo, che è stato
canonizzato come santo dopo la sua morte. Ser Ciappelletto dopo essersi ammalato ha
mentito a un frate sulla sua vita, cercando così di essere considerato un santo quando muore.
Le sue bugie lo rendevano una persona devota e il frate gli credeva e predicava un sermone
sulla sua vita dopo la morte. La gente della città che aveva sentito parlare del sermone
credeva che fosse un uomo pio e riveriva Ciappelletto come santo dopo la sua morte. La parte
più interessante di questa è che Boccaccio usa situazioni quasi impossibili per mostrare la
dissolutezza e corruzione morale degli esseri umani e la credulità del frate. In questo caso, il
Boccaccio descrive la Chiesa come un'istituzione che mancava di misure per accertare la
3
Boccaccio, Giovanni. Decameron l’opera Ser Cepparello in: Il filo rosso, antologia e storia della letteratura
italiana ed europea a cura di M. Santagata, L. Carotti, A. Casadei, M. Tavoni, Editori Laterza, 2007, p. 738.
4
Ibidem., p. 739.
validità di alcuni aspetti religiosi cruciali. Allo stesso tempo, l'ironia che quella persona
veramente cattiva diventa un santo ha uno scopo comico e mostra elementi comici del
Solo dietro lo schermo della delectatio comica il Decameron poteva sfiorare complesse
questioni morali o addirittura teologiche (come nelle novelle di ser Ciappelletto o di
Giannotto e Abraam); è il riso o il sorriso che il motto di spirito provoca a consentire a
chi sappia ben usarlo di far breccia nel suo interlocutore, aprendogli gli occhi e
inducendolo a ravvedersi o a desistere dai suoi cattivi propositi; la comicità è l’arma
principale della satira antiecclesiastica, e in generale la parodia è lo strumento che
permette a Boccaccio di sottoporre a critica corrosiva e a salutare ridimensionamento
istituzioni consolidate, radicati sistemi di valori e pervasive ideologie. 5
Quindi, il comico non è soltanto un elemento di divertimento, ma è anche utile come mezzo
per affrontare certi argomenti. Ad esempio, novella ser Ciappelletto attraverso il riso e il
uno dei temi principali nei racconti del Decameron. A differenza della storia di ser
Ciappelletto, nella storia di Frate Cipolla Boccaccio usa la comicità e la parodia per mostrare
come i frati possono essere moralmente corrotti e usare la loro posizione per guadagnare più
soldi. Alcuni degli argomenti che sono enfatizzati nella storia di Frate Cipolla sono false
reliquie, credulità dei parrocchiani e avidi frati. Nel Decameron, Dioneo racconta una storia
che si svolge nella città di nascita di Boccaccio, cioè a Certaldo. Secondo la storia di Dioneo,
Frate Cippolla era persona piccola, di pelo rosso e lieto nel viso e miglior brigante del
mondo: e oltre a questo, niuna scienza avendo, sì ottimo parlatore e pronto era, che chi
conosciuto non l’avesse, non solamente un gran retorico l’avrebbe estimato, ma avrebbe
detto esser Tulio medesimo o forse Quintiliano. 6
raccogliere una raccolta più generosa, promette di mostrare al popolo una piuma dell'angelo
5
Bausi, Francesco. Le forme del comico nel Decameron in: Le forme del comico a cura di
Simone Magherini, Anna Nozzoli e Gino Tellini, Firenze, Società Editrice Fiorentina, 2017 p. 55-56.
6
Boccaccio, Giovanni. Decameron l’opera Frate Cipolla in: Il filo rosso, antologia e storia della letteratura
italiana ed europea a cura di M. Santagata, L. Carotti, A. Casadei, M. Tavoni, Editori Laterza, 2007, p. 730.
Gabriele "la quale nella camera della Vergine Maria rimase quando egli la venne a
annunziare a Nazarette."7 Inoltre, Frate Cipolla sceglie di dire che la piuma fu lasciata nella
camera di Maria e se torniamo alla credenza cristiana sappiamo che dopo la visita Maria
concepirà un figlio. In questa situazione, l'autore ovviamente usa l'ironia e gli elementi
giovani decidono di fare una beffa a frate Cipolla. In altre parole, loro prendono la piuma e la
sostituiscono con dei carboni, ma il frate si accorge della beffa. Infatti, frate Cipolla, grazie a
una mente rapida, dice ai parrocchiani che per errore ha portato la scatola che conteneva i
carboni di San Lorenzo. Ecco un altro esempio di come Boccaccio, attraverso i suoi
personaggi, critica la società e la chiesa di quel tempo. Frate Cipolla sta ingannando la gente
per guadagnare più soldi e anche quando i suoi amici decidono di fare una beffa, Frate
Cipolla è più intraprendente. Da una parte, questo dimostra la sua intelligenza e la sua
capacità di uscire di situazioni imbarazzanti grazie alle capacita oratorie. Dall’altra parte,
l’uso dell'ironia sottolinea il problema della credulità delle persone e della manipolazione da
parte di ecclesiastici. Oltre a ciò, il commercio di falsi oggetti religiosi dilagava nel Medioevo
e questi oggetti venivano usati per ingannare il pubblico credulone. Come ha notato Tufano,
Possiamo fin da ora dire che Boccaccio non solo ironizza sulle modalità della
propaganda omiletica dei Francescani, ma sembra in sovrappiú rimproverare loro l’etica
deviata. Infatti, proprio i Francescani avrebbero dato prova di avida cupidigia perseguita
senza scrupolo alcuno, e in questo caso il riferimento non sarà certo agli Osservanti, ma
ai Conventuali, a coloro che hanno ribaltato la purezza delle intenzioni pauperistiche del
fondatore Francesco.8
Anche, in entrambe le storie, cioè nella storia di Frate Cipolla e di ser Ciappelletto si
possono notare diversi elementi comici, ad esempio nel dialogo e nella descrizione. In altre
7
Boccaccio, Giovanni. Decameron l’opera Frate Cipolla in: Il filo rosso, antologia e storia della letteratura
italiana ed europea a cura di M. Santagata, L. Carotti, A. Casadei, M. Tavoni, Editori Laterza, 2007, p. 730.
8
Tufano, Ilaria. Letteratura sacra e religiosi nel Decameron in Boccaccio: gli antichi e moderni a cura di Anna
Maria Cabrini e Alfonso D’Agostino, Napoli, Ledizioni, 2018, p. 147.
parole, le descrizioni dei personaggi e delle situazioni ci fanno ridere perché l'umorismo è il
risultato dell'abbinamento di elementi contrastanti. La discrepanza tra ciò che è normale e ciò
che non lo è, tra realtà e apparenza, è spesso ironica, e ci sono molte situazioni nella storia in
cui i narratori abbinano ordinario e straordinario, solito e insolito. Questo tipo di umorismo è
principalmente spirito della forma, ovvero una commedia del linguaggio, piena di ambiguità,
giochi di parole e assurdità. Ugualmente, per dare un’intonazione comica alla storia,
Boccaccio deforma il linguaggio usando il lessico vicino a quello della lingua parlata, cioè
impiega diminutivi, accrescitivi, peggiorativi, ecc., come ad esempio nella descrizione del
servo nella storia di frate Cipolla: "egli è tardo, sugliardo e bugiardo; negligente, disubidente
e maldicente; trascutato, smemorato e scostumato; senza che egli ha alcune altre taccherelle
con queste, che si taccion per lo migliore." 9 Questo uso della comicità e dell'ironia in
entrambe le storie mostra come le persone con la loro intelligenza possano evitare problemi
diversi e allo stesso tempo quanto sia importante avere grande capacità oratorie.
9
Boccaccio, Giovanni. Decameron l’opera Frate Cipolla in: Il filo rosso, antologia e storia della letteratura
italiana ed europea a cura di M. Santagata, L. Carotti, A. Casadei, M. Tavoni, Editori Laterza, 2007, p. 731.
CONCLUSIONE
Come ho già detto, Boccaccio nella storia di ser Ciappelletto critica la classe Borghese-
un personaggio, cioè ser Ciappelletto, l'autore critica la loro dissolutezza e corruzione morale
come anche la necessità di mentire e ingannare. In questa storia piacevole e paradossale "è
Cepparello ridicolizza il frate e la chiesa a causa della loro credulità, perché grazie alla sua
lepidezza Cepparello diventa santo e simbolo di qualcosa di rispettoso. Tuttavia, allo stesso
tempo, sia Boccaccio che Ser Ciappelletto con le loro storie e parole danno senso a un mondo
in cui una persona ipocrita può diventare santo e mostra ancora una volta come il giudizio di
Dio è misterioso.
Dall’altra parte, nella storia di frate Cipolla Boccaccio critica i frati per la loro
corruzione morale e manipolazione con le persone per il proprio interesse. Inoltre, gli
elementi comici e ironici stanno nel fatto che i frati che dovrebbero essere esempio di bontà e
correttezza sono quelli che cercano d’ingannare i parrocchiani con false promesse. Come ha
sottolineato Cabrini,
10
Amidei Barbiellini, Beatrice. Boccaccio, Ciappelleto e la funzione del 'mezzano'. Annali della Facoltà di
Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Milano, Volume LX, 2007, p. 276.
11
Ibidem.
12
Cabrini, Maria Anna. Piume d'angelo, penne di pappagallo in Boccaccio: gli antichi e moderni a cura di Anna
Maria Cabrini e Alfonso D’Agostino, Napoli, Ledizioni, 2018, p. 179-192. p. 179.
Insomma, anche se Boccaccio sottolinea allo stesso tempo la corruzione e il comportamento
scorretto della società e del clero, secondo me, nel Decameron questi esempi di
comportamento scorretto hanno sempre controesempi. Ciò significa, prima di tutto, che il
problema risiede nell’individuo piuttosto che nell’istituzione della chiesa o nella società in
generale. Ci sono anche membri buoni e rispettosi del clero e membri della società che non
sono corrotti. I comportamenti scorretti non sono inevitabili. Tuttavia, queste storie
evitare. Anche, Boccaccio nel Decameron offre una visione approfondita dei problemi di quel
tempo.
Bibliografia
Amidei Barbiellini, Beatrice. Boccaccio, Ciappelleto e la funzione del 'mezzano'. Annali della
2007, p. 273-279.
Bausi, Francesco. Le forme del comico nel Decameron in: Le forme del comico a cura di
Simone Magherini, Anna Nozzoli e Gino Tellini, Firenze, Società Editrice Fiorentina, 2017,
p. 47-59.
Boccaccio, Giovanni. Decameron l’opera Frate Cipolla in: Il filo rosso, antologia e storia
Boccaccio, Giovanni. Decameron l’opera Ser Cepparello in: Il filo rosso, antologia e storia
Cabrini, Maria Anna. Piume d'angelo, penne di pappagallo in Boccaccio: gli antichi e
2018, p. 179-192.
. Giordani, John. Riso e comicità nel Decameron, Issuu, pubblicato il 12 maggio 2010,
https://issuu.com/jogiordani/docs/riso_e_comicit___nel_decameron_di_j, data di
Tufano, Ilaria. Letteratura sacra e religiosi nel Decameron in Boccaccio: gli antichi e
2018, p. 139-154.