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RIASSUNTO DIAPOSITIVA 17

Impianto termici : servizi vapore


Servizio vapore per utenze tecnologiche
E' il servizio responsabile di fornire energia sotto forma di vapore ad
utenze disperse all'interno del layout di impianto. Il servizio deve
quindi :generare la potenza necessaria nel tempo ; distribuire la potenza
generata , tenendo conto dei requisiti delle utenze.

Campi di applicazione
Numerose industrie necessitano di ingenti quantitativi di valore per uso tecnologico; in generale le
utenze si differenziano per la quantità, pressione e temperatura.
Il dimensionamento
Obiettivo
Assicurare le prestazione richieste dal sistema in sicurezza . Minimizzare il costo globale del
servizio : costo impianto( generatore, tubazioni, pompaggio, scambiatori, serbatoi, ecc) , costo
d'esercizio .
Scelte progettuali
Fluido intermediario, generatore di calore, salto di temperatura del fluido, superficie degli
scambiatori, sistemi di regolazione, accumulatori di vapore, sistema di pompaggio e combustibile .
Relazione fondamentali
Si definisce Potenza termica utile QU(kcal/h) la potenza generata e trasferita che viene
effettivamente ceduta all'utenza . Nella selezione del fluido transfer , possono darsi due casi:
- fluido che opera non sfruttando la transizione di fase
- fluido che opera sfruttando la transizione di fase
-Fluido transfer senza transizione di fase :
kg kcal
Q u=G c ∆ T =( ρ v 3600 ) c ∆T G : portata del fluido transfer , c :calore specific o ,
h kg ° C
∆ T =( T e −T u ) : salto di temperature del fluido , ° C A :sezione di passaaggio , m2
kg m
ρ :densita del fluido , 3
v : velocità ,
m s
-Fluido transfer con transizione di fase
Q u= ( ρ v 3600 A ) ( c ∆ T +r )
r : calore latente di evaporazione , Kcal/kg
Da quanto detto , discendono le seguenti proprietà del fluido transfer perchè sia massima la potenza
termica utile Q u trasferita :
Q u=G c ∆ T =( ρ v 3600 A ) c ∆ T
1)abbia elevata densità ρ ;
2) consenta elevate velocità v ;
3) abbia elevata capacità termica c ;
4)stabilità chimica, per ottenere elevate temperatura Te;
- Guardando dal punto di vista del processo di scambio termico attraverso una parete , per la
potenza QU vale la seguente relazione :
1 Δ ϑ −Δ ϑ f
k= ; Δ ϑml = c
Qu=k S ∆ϑ ml 1 1 s Δ ϑc ;
( )( )( )
αt
+
αf
+
λ
ln
Δϑf ( )
S = superficie dello scambiatore ,m2
k = coefficiente scambio termico globale
Δϑ ml=delta T medio logaritmicoα t=coeff −scambio convettivo fluido transfer
α f =coeff . di scambio termico fluido freddo λ=conducibilità parete scambio

Δ ϑc − Δ ϑ f
Δϑ ml=
s=spessore parete di sc ambio ,m Δ ϑc −Δ ϑ c :delta T al lato caldo = T e −T u− f
ln
( )
Δ ϑf
−Δ ϑ f :delta T temperature allato freddo=T u−T e−f

- scambio di calore per miscelazione


1) quando non esistono problemi di inquinamento
del fluido/sostanza "riscaldato" da parte del
fluido "riscaldante" è possibile realizzare uno
scambio di calore per miscelazione .
2) Ad esempio facendo gorgogliare del vapore in una vasca d'acqua , la legge che regola lo scambio
di calore sarà:
kg
G v i v +G a i a=G u i uG v = portata vapore ,
h
kcal
i v =entalpia vapore G = portata d ' acqua
kg a
i a=entalpia acquaGu= portata miscela∈uscita
i u=entalpia miscela∈uscita Scelta del transfer
Oltre alle caratteristiche fisiche precedentemente
discusse il fluido intermediario dovrebbe
essere :
facilmente maneggiabile,non tossico, reperibile,
economico , denso, chimicamente stabile,
trasportabile ad elevate velocità, con buona capacità termica e buon scambio convettivo. I candidati
naturali sono dunque acqua e aria.

Il fluido transfer usato maggiormente è il vapor d'acqua . Al crescere della pressione migliora la
densità , ma crescono i costi . In alternativa al vapore si usano : ortodiclorobenzene o oli minerali .
Schema generale impianto vapore per utenze tecnologiche
1) Generatore di vapore :atto a produrre la portata richiesta di vapore a temperatura e portata
leggermente superiori a quelle richieste dall'utenza.
2) Valvola di riduzione pressione e desurriscaldatore : atto a regolare pressione e temperatura in
ogni istante .
3) Linea di distribuzione (rete vapore): atto a distribuire vapore alle utenze .
4) Linea di ritorno (rete condense): atta ad allontanare le condense dalle utenze
5) Sistema di reintegro: atto a reintegrare nel ciclo la quantità di acqua dispersa dall'utenza previo
trattamento finalizzato a prevenire incrostazioni .
6) Pompa di alimentazione : atta a fornire la prevalenza necessaria per alimentare il generatore
Generatore di calore

Un generatore di calore è costituito da due parti essenziali, nella prima viene prodotto il calore e
nella seconda il calore viene ceduto al transfer impiegato .

Caldaie
Quando il transfer è un liquido, vaporizzante o meno, il generatore assume la classica
configurazione della caldaia.
La gamma di potenzialità richieste dall’industria (escludendo quindi impieghi artigianali, le centrali
termoelettriche e gli usi navali) è normalmente compresa tra 0,6 e 1200 MW (0,5-1000 Gcal/h) Tali
potenzialità sono assicurate da:
–Caldaie a tubi d’acqua con camera di combustione a sviluppo verticale
–Caldaie a tubi d’acqua con camera di combustione a
sviluppo orizzontale
–Caldaie a tubi di fumo
–Caldaie ad attraversamento e circolazione forzati
Tipologie di caldaia : a tubi a sviluppo verticale
Sono utilizzate per potenzialità da 60 a 1200 MW (50-
1000 Gcal/h) e pressioni superiori a 80 bar, cioè per le
più grandi unità impiegate nell’industria e per le centrali termoelettriche .Sono impiegate per la
produzione di vapore surriscaldato e, se specificamente progettate, possono utilizzare, anche
contemporaneamente combustibili gassosi, liquidi e solidi polverizzati .

Tipologie di caldaia : a tubi a sviluppo orizzontale

E’ la tipologia più diffusa per potenzialità da 6 a 120 MW (5-100 Gcal/h) per la produzione di
acqua surriscaldata sino a 180-220°C e di vapore, saturo o surriscaldato, a pressioni anche superiori
a 80 bar .Si adatta all’impiego di combustibili solidi solo effettuando una progettazione ad hoc .
Tipologia di caldaia: tubi a fumo
Non supera generalmente pressioni di esercizio di 16 bar e potenzialità di 12 MW (10 Gcal/h). Può
produrre sia vapore che acqua surriscaldata. Si presta all’impiego di qualunque combustibile, anche
solido o di recupero, ovviamente con adatti bruciatori.
Tipologia di caldaia :circolazione forzata
Comprende sia i riscaldatori d’acqua a gas per uso domestico (9 kW) sia le caldaie per unità
termoelettriche da 600 MW elettrici .Sono eccezionalmente flessibili (da 60 kW ad oltre 230 MW) e
sono adatte per tutti i transfer (acqua vaporizzante o no, oli diatermici, gas ed altri) .
Dati caratteristici fondamentali
•Transfer adottato
–Caratteristiche chimico-fisiche, temperature di ingresso e di uscita nelle varie condizioni di
funzionamento (carico nominale, massimo continuo, minimo), pressione di esercizio
•Potenza termica erogabile a carico massimo ed al carico di massimo rendimento
•Ingombro, peso, fabbisogno di servomezzi, emissione di inquinanti
•Tipo di combustibile

Dimensionamento del generatore di vapore


La potenza termica messa a disposizione dal generatore:
Q generatore=Gcomb H i η generatore

P % fumi P % incombusti P % irragg


η=1−( + + )
100 100 100

• P%fumi:
– Funzione della portata dei fumi evacuati;
– Funzione della temperatura dei fumi;
• P%incombusti:
– combustione incompleta;
– combustibile non ossidato,
– residui di combustione (es. ceneri);
• P%irraggiamento:
– si valuta per via sperimentale

Regolazione del generatore di vapore


Regolazione in portata.
–La richiesta dall’utenza è variabile: è necessario pertanto (nei limiti dell’elasticità del generatore)
regolarne l’attività in funzione dell’effettiva richiesta istantanea.
–La regolazione viene effettuata tramite la valvola VR:
•Quando cresce la richiesta dell’utenza, cresce il delta di pressione monte-valle;
•La valvola si apre;
•Si svuota il serbatoio (3) contenente acqua in equilibro col vapore presente nella caldaia;
•I sensori reagiscono, incrementando la portata di combustibile;
•Si ripristina l’equilibrio tra richiesta e produzione.

Regolazione in temperatura.
– Il vapore surriscaldato non è compatibile con le richieste dell’utenza, per questo si inserisce un
desurriscaldatore (solitamente a miscela).
– La trasformazione che avviene è isoentalpica.
G e i e +G a i a=G u i u
{ G e +G a =G u
Ge: portata vapore surriscaldato, kg/h;
ie: entalpia vapore surriscaldato, Kcal/kg;
Ga: portata acqua di desurriscaldamento, kg/h;
ia: entalpia acqua di desurriscaldamento, Kcal/kg;
Gu: portata vapore in uscita, kg/h;
iu: entalpia vapore in uscita, Kcal/kg.

Accumulatore di vapore
•In alcune condizioni:
–Quando la variabilità delle richieste
delle utenze è elevata;
–Quando l’elasticità del generatore è
particolarmente bassa, può essere
conveniente introdurre un accumulatore
polmone.

In fase di carica:
–La pressione a monte di Va sale, e la valvola 1 si apre;
–Il vapore prodotto gorgoglia nell’acqua presente nell’accumulatore;
–Il vapore condensa, cedendo il suo calore latente: la temperatura pertanto sale, così come il livello
dell’acqua liquida;
–Allo stesso modo, un nuovo equilibrio termodinamico si forma tra acqua surriscaldata e suo
vapore, con conseguente aumento della pressione.
In fase di scarica avviene il processo inverso:
–La pressione a monte di Vb scende, e la valvola 2 si apre;
–Il vapore presente nell’accumulatore esce, rompendo l’equilibrio termodinamico;
–Per ripristinare questo, parte dell’acqua evapora;
–Si abbassano quindi temperatura, pressione e livello dell’acqua all’interno dell’accumulatore.
Dimensionamento Generatore-Serbatoio
Ogni utenza richiederà una certa portata di vapore , variabili nel tempo, con certe caratteristiche di
pressione e temperatura . Per definire la potenzialità del G.V. , si potrà scegliere se effettuare il
dimensionamento sulla portata massima o sulla portata media:
- dimensionamento sulla portata massima si dovrà predisporre la possibilità di operare a carichi
ridotti , con brevi tempi di risposta alla variazione del carico
- dimensionamento sulla portata media, si dovrà avere la possibilità di accumulare vapore
N.B. : gli accumulatori di calore possono essere proficuamente utilizzati soltanto per periodi di
tempo non molto lunghi , e quando la quantità di calore da accumulare non sono molto elevate a
causa dell'impossibilità :
- realizzare accumulatori di calore perfettamente isolati
- realizzare accumulatori molto grandi(ingombro)
Apparecchi accessori alle caldaie
- economizzatori: apparecchi installati tra caldaia e camino allo scopo di utilizzare il calore residuo
dei fumi per riscaldare l'acqua di alimentazione
-preriscaldatori: si utilizzano per preriscaldare l'aria comburente , sempre utilizzando il calore
residuo dei fumi.
-surriscaldatori e risurriscaldatori : sono impiegati per surriscaldare il vapore prodotto dalla caldaia
attraverso una ulteriore cessione di calore
Rete di distribuzione
In fase di distribuzione si determina una inevitabile degradazione delle caratteristiche del vapore
prodotto. Di conseguenza si cerca di minimizzare della distanza tra la centrale termica e gli
utilizzatori , cercando di ridurre al massimo la lunghezza dei tubi. Viste le sollecitazioni dei tubi
occorre prevedere delle tubazioni flessibili. In generale le utenze possono richiedere vapore con
caratteristiche differenti , in tale caso so dovrà scegliere tra :
- impianto centralizzato
- impianto decentralizzato
Tracciato tubazioni
Dilatatori

Il problema della condensa


Un generatore di vapore ben progettato in regime stazionari produce vapore con un titolo compreso
tra il 96 e il 99% .
La presenza di acqua in impianti a vapore determina la possibilità del
pericoloso fenomeno del colpo di ariete. L'acqua trasportata insieme al
vapore avrà in se particelle solide , le quali possono danneggiare sistemi
di controllo , superfici di scambio termico, ecc. .Risulta pertanto
consigliabile installare un separatore di condensa a valle del
generatore .

La condensa nelle tubazioni


Nelle reti si ha formazione continua di condensa , a causa della dispersione termica . Il fenomeno è
fortemente accentuato nelle fase di avvio dell'impianto , quando i tubi sono ancora freddi . E' quindi
necessario predisporre le tubazioni per lo scarico automatico della condensa . Ciò viene realizzato
con pendenze dei tubi non inferiori all'1%,
scaricatori di condensa ogni 30-50 metri ed
opportuni accorgimenti nell'impianto.
Accorgimenti anti-condensa
Dimensionamento della rete di distribuzione
La rete deve essere ben dimensionata quindi evitare:
- tubazioni sottodimensionate che danno luogo a perdite di carico
- tubazioni sovradimensionate che danno luogo a perdite di carico termiche
Per contenere le perdite di carico entro valori accettabili si adottano per vapore le seguenti velocità:
- 10 m/s per condotte di minore diametro
-35-40 m7s per condotte di maggiore diametro
- per vapore surriscaldato sono ammesse velocità fino a 60 m/s .
La stima della lunghezza equivalente

La lunghezza delle tubazioni, nota dal layout dell'impianto e dalla scelta del percorso dei tubi, va
incrementata del :
- 5% per linee di lunghezza inferiore a 50m
- 10 % per linee di lunghezza superiore a 100m con poche accidentalità
-20 % per linee di lunghezza superiore a 100m con molte accidentalità
La stima delle perdite di calore
La presenza di perdite di calore lungo la linea determina la condensazione di parte del vapore con
calo della potenza termica trasferibile all'utenza. Per tener conto di tale fenomeno si deve
incrementare la portata di vapore da inviare all'utenza. Un valore pratico di tale incremento è pari al
3,5 % del carico dall'utenza per ogni 100 metri di lunghezza equivalente della tubazione.
Il dimensionamento della tubazione
Il dimensionamento delle condotte può essere effettuato a partire dalla pressione richiesta alle utenze in
condizioni di portata massima e tenendo conto della pressione del generatore.
-In questo modo è possibile ricavare la perdita di carico ammissibile
-Con questo valore si può determinare il diametro della tubazione
-Infine bisogna verificare che la velocità del vapore nel tubo rientri nel range ammissibile

La produzione congiunta di energia elettrica e vapore per gli impianti industriali


La cogenerazione
Calore ed energia elettrica sono due forme di energia prodotte in larga misura a partire dalla stessa
fonte primaria (combustibili fossili), si può dunque prevedere un abbinamento delle due
produzioni .Tale abbinamento comporta un notevole risparmio energetico in quanto:
–La produzione di energia elettrica prevede generalmente lo scarico di calore a bassa temperatura
inutilizzato
–Il calore all’interno degli stabilimenti industriali è generalmente richiesto a bassa temperatura
(120-150°C) e quindi è inefficiente produrlo utilizzando combustibili (adatti alla produzione ad alta
temperatura)
Schema generale di un impianto di cogenerazione a contropressione

Schema impianto vapore per utenze tecnologiche


Generatore di vapore
–Atto a produrre la portata richiesta di vapore a temperatura e portata leggermente superiori a quelle
richieste dall’utenza
Turbina a contropressione
–Atta a consentire l’espansione del vapore fino ad una pressione leggermente superiore a quella
richiesta dalle utenze, generando energia elettrica attraverso l’alternatore
Linea di by-pass
–Costituita da valvola di riduzione della pressione e desurriscaldatore
Sistema di reintegro
–Atto a reintegrare nel ciclo la quantità di acqua dispersa dall’utenza
Pompa di alimentazione
–Atta a fornire la prevalenza necessaria per alimentare il generatore

Efficienza energetica servizio a vapore


Generatori di calore, Impianti di distribuzione
Interventi di efficientamento
INT 1: Riduzione della temperatura alla ciminiera
–Deve essere la più bassa possibile evitando comunque la condensa del vapor d’acqua contenuto nei
fumi lungo le pareti della ciminiera
–Valori superiori a 200°C indicano l’opportunità di recupero del calore o individua il decadimento
delle prestazioni dei sistemi di scambio/recupero del calore esistenti
INT 2: Preriscaldamento del transfer mediante economizzatore
–Il calore in eccesso nei fumi può essere utilizzato per preriscaldare l’acqua di alimentazione.
–Il potenziale risparmio energetico dipende dalla tipologia di caldaia (e dall’età) e dal combustibile
utilizzato ma è dell’ordine del 3-5%
INT 3: Preriscaldo dell’aria di combustione
–E’ un’alternativa alla soluzione precedente, che permette di ottenere incrementi dell’efficienza
dell’1% con un’innalzamento della temperatura dell’aria a 20°C
–Non sempre è applicabile (vecchi modelli di bruciatori), conviene soprattutto se la temperatura
dell’acqua di alimentazione è già abbastanza alta .
INT 4: Ottimizzazione della combustione
–La combustione incompleta può essere dovuta da un difetto d’aria o da una cattiva distribuzione
del combustibile
–Generalmente è facilmente individuabile attraverso il colore dei fumi ed è necessario essere
sempre pronti ad intervenire immediatamente
–Bisogna fare attenzione a non eccedere con l’aria di combustione ogni 1% di eccesso di aria oltre
il valore ottimale comporta una diminuzione dello 0,6% del rendimento
INT 5: Isolamento termico della caldaia
–Un adeguato isolamento termico della caldaia e delle tubazioni consente di minimizzare le perdite
dovute ad irraggiamento e convezione verso l’esterno
INT 6: Blowdown automatico
–Un continuo prelievo di acqua dal circuito può ridurre molto l’efficienza (ordine 3% per un
blowdown del 10%)
INT 7: Manutenzione continua dei tubi
–Vanno regolarmente rimosse fuliggine (lato fumi) e incrostazioni (lato acqua) in modo da
contenere le perdite di efficienza
–La necessità degli interventi è indicata da un progressivo aumento della temperatura di uscita dei
fumi
INT 8: Riduzione della pressione del vapore
–Quando possibile può portare a riduzioni dell’1-2%
–La pressione è determinata dall’utenza “critica” che non necessariamente lavora in maniera
continua, una riduzione (mai oltre il 20%) della pressione in assenza di fabbisogno effettivo deve
essere considerata
INT 9: Regolazione del carico
–Generalmente il massimo rendimento del generatore si ha nel range 65-85% del carico massimo
–Quando possibile è bene valutare una distribuzione dei fabbisogni in modo da assicurare un carico
il più possibile continuo e vicino al valore di rendimento ottimale (mai sotto il 25%)
–Per grandi variabilità del carico è bene disporre di più caldaie per consentire una regolazione
modulare

INT 10: Sostituzione della caldaia


–Può essere economicamente conveniente se la caldaia è:
1)Vecchia e inefficiente
2)Non in grado di utilizzare un combustibile più economico
3)È sovra o sotto dimensionata per il fabbisogno attuale
4)Non è stata progettata per le condizioni di carico normali
–Lo studio di fattibilità dovrebbe esaminare tutte le implicazioni di lungo termine sul costo del
combustibile e la crescita dell’impianto. Devono essere considerati attentamente tutti gli aspetti
finanziari e tecnici (le caldaie tradizionali hanno una vita di oltre 25 anni!)

Efficienza della rete di distribuzione


La rete di distribuzione del vapore trasporta il vapore dal generatore alle utenze e condiziona
pesantemente l’efficienza energetica dell’intero sistema comportando inevitabilmente una
degradazione delle caratteristiche del vapore .In particolare:
–Tubazioni
1)Durante il trasporto si disperde energia sotto forma di caduta di pressione e perdita di calore
–Punti di drenaggio
1)Vanno previsti per raccogliere la condensa formata nel trasporto, devono essere minimizzate le
perdite di vapore attraverso apposite “trappole” . Una trappola non è altro che una valvola che
permette lo scarico della condensa ed eventualmente di gas indesiderati e trattiene il vapore .
Interventi di efficientamento

INT 1: Monitoraggio del funzionamento delle trappole


–La predisposizione di un monitoraggio continuo delle trappole permette di individuare ed
intervenire tempestivamente sulle perdite di vapore
INT 2: Eliminare le perdite di vapore
–Eventuali perdite dell’impianto di distribuzione (tubi, flange, giunti, valvole, ecc.) vanno
individuate e rimosse (un foro di 3mm di diametro in un tubo che trasporta vapore a una pressione
di 7 kg/cm2 comporta una perdita di 33.000 litri di olio combustibile in un anno)
–Particolare attenzione va posta alle reti ad alta pressione
INT 3: Fornire vapore secco
–Generalmente il vapore migliore per i processi industriali è il vapore saturo secco.
–Il vapore umido contiene meno calore e l’umidità peggiora lo scambio termico.
–Il vapore surriscaldato è meno preferibile per il riscaldamento di processo in quanto fornisce calore
più lentamente (manca calore latente di condensazione)
INT 4: Utilizzare il vapore alla minore pressione accettabile
–All’aumentare della pressione diminuisce il calore latente presente nel vapore con gli svantaggi
citati precedentemente
–Va dunque effettuata un’analisi degli utilizzatori per verificare la possibilità di fornire vapore a
pressioni inferiori senza influenzare le prestazioni dei processi produttivi (capacità produttiva,
qualità, ecc.)
INT 5: Iniezione diretta del vapore
–Preferire il riscaldamento di liquidi attraverso iniezione diretta del vapore quando possibile (la
diluizione non costituisce un problema) permette di ottenere un riscaldamento più rapido ed
efficiente
INT 6: Minimizzare le barriere al trasferimento termico
–Quando non è possibile ricorrere al riscaldamento diretto è necessario assicurare che lo scambio
termico avvenga nella maniera più efficiente possibile attraverso la minimizzazione delle barriere al
trasferimento termico (film d’aria, di acqua, incrostazioni, metallo, …)
–L’aria è 1500 volte più resistente dell’acciaio allo scambio di calore, ma è anche facilmente
eliminabile da trappole in buono stato di funzionamento
–Particolare attenzione va posta anche al problema dell’aria anche dal lato utilizzatore
INT 7: Recupero del vapore condensato
–Generalmente una buona parte (c.a 25%) del calore contenuto nel vapore rimane nell’acqua condensata al
termine dello scambio termico con l’equipment
–Il recupero di quest’acqua per l’alimentazione della caldaia permette di ridurne il consumo di combustibile
(per ogni 6°C in più della temperatura dell’acqua di alimentazione si risparmia 1% del combustibile)
–Inoltre l’acqua condensata non richiede i trattamenti generalmente previsti per l’acqua di caldaia
INT 8: Isolamento delle tubazioni e dell’equipment
–Tubazioni per il trasporto del vapore (compresi i componenti) e l’equipment che lo utilizza dovrebbero
essere adeguatamente isolati allo scopo di ridurre al minimo le perdite per cessione di calore all’esterno
attraverso irraggiamento e convezione
INT 9: Ridurre il fabbisogno di vapore
–E’ possibile agire sui processi per diminuire la domanda di vapore. Ad esempio in un processo di
asciugatura in una lavanderia industriale si può diminuire drasticamente il vapore richiesto
attraverso la rimozione della maggiore quantità possibile di acqua contenuta dopo il lavaggio
attraverso le presse
–Gli interventi possibili in generale sono:
1)Riduzione dell’orario di lavoro
2)Riduzione della quantità assorbita nell’unità di tempo
3)Utilizzo di tecnologie più efficienti
4)Minimizzare gli sprechi

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