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La cultura è un bene dell'umanità (fantomasping@libero.it)
LIBRERIA CORTINA s.n.c. - PADOVA - VIA MARZOLO , 2
LIBRERIA CORTINA - VERONA - VIACATTANE0 ,8 / c
LIBRERIA CORTINA s. p.a. - MILANO - LARGO RICHINI, I
VIA BOTTICELLI, 22
LIBRERIA CORTINA s.n.c. - TORINO - CORSO MARCONI. 34 / a
l\
PROP IETÀ ETTERARIA RISERVATA
LIBRERIA CORTINA - PADOVA
PRINTED IN IT AL Y
lezioni
di
•
meccanica
razionale
EDIZIONI
LIBRERIA CORTINA
PADOVA 1981
PREMESSA
logico che in pochi secoli , dopo una stasi durata millenni, portd l'Uo
mo sulla Luna .
La Meccanica moderna - e, pertanto , la Fisica moderna - nasce pr~
p rio nell ' epoca in cui vissero e operarono Uomini come Copernico, Kep lf!_
ro , Galilei , Newton , cioè nell ' arco di tempo che comprèn de , grosso mo -
do , i secoli XVI, XVII ed è sulle sue basi che opera cid che oggi si d!!_
finisce " Meccanica razionale ". Per tale motivd , per questa sua rispon -
de nza alle leggi della Natura che non mutano , un corso di Meccanica ra
zionale non può non avere inizio da premesse note da qualche secolo e
non può essere da esse disancorato , a differenza di rami puri della Ma
tematica che - s e si vuole - possono rinnovarsi nel modo più completo .
E ' vero , esist ono oggi e sono di estremo intere sse form e più mode ~
no rigore e con spi rito matematico , e in ciò essa si dif f erenzia dalla
collocazione c he la Meccanica classica t rova nell ' ambito dell e discipli
ne di tipo fisico , ove caratt eri peculiari sono gli aspetti fenomenolo -
gici e la verifica sperimental e . Naturalmente , le due form e di Meccani -
ca si integrano con reciproco vant aggio .
Nel compilare questo corso di Lezioni si è cre duto opportuno da r e
la precedenza alla trattazione di argomenti di natura geom e trico - cinem~
tica e Dinam ica ma anche come corre do indispensabile per Chi desidera
pro segu ire nello studio di problemi che si giovano de l la Meccanica .
Pur p rendendo le mosse dai postulati di Galilei, Newton della Mec -
canica classica , il che , come si è detto , risulta particolarmente vantafl_
gioso , si è voluto , tuttavia , giungere sino a dare un cert o numero di
teoremi e informazioni fondamentali per lo studio di argomenti di inte -
resse pienamente attuale , quali , ad es ., la teor i a della propagazione di
onde di dis cont inui tà , la Meccanica an alitica , fondamental e nella Fisi -
ca teorica , la Meccanica dei Continui - con qualche cenno ai Co ntinui di
Cosserat - particolarmente uti le quale premessa dell a Scienza delle Co -
struzioni , dell ' Idrodinamica e di rami della Fisica e della Cosm@logia,
con cenni sui suoi contatti con la Termodinamica , la Dinamica dei corpi
rigidi c he non solo è alla base di problemi di Meccanica applicata ma è
oggi di viva attualità per lo studio di problemi posti dalla teoria dei
missili e dei satelliti artificiali e non . Inoltre , con lo scopo di un
avvio v e rso forme più evolute e moderne di Meccanica razionale , si è vo
luto dare qualche cenno di Relatività ristretta, il cui uso è particola ~
cità comparabili con quelle della luce . Non è stato inve c e p o s sibil e nep_
pure sfiorare questioni di Relatività generale che ric h ie d on o pr e messe
assolutamente esorbitanti rispetto ai limiti di questo corso di Lezio -
ni .
Si note rà che gli argomenti tratta t i sono par e cc hi e v a r i ma c he
nessuno di essi ha avuto un ampio sviluppo e appr ofon d im e nt o . Non po -
trebbe essere diversamente : il corso di cui si parla è sv o l to a l secon
do anno di università col presupposto matematico e fisico d ei s oli cor
si del primo biennio di studi; inoltre esso non ha alle s p all e alt ri cor
si di tipo fisico matematico ma , anzi , ne costituisce l ' avvio is tit uzi o
nale , ponendo le premesse per studi ulteriori in corsi successivi diap_
profondimento per Chi desideri seguirli e dando un quadr o cul t ura le del
la vasta problematica che la Meccanica razionale perme t t e di affronta ~
re che sia almeno a conoscenza di Chi indirizza i suoi stu d i u l t e ri o ri
in altra direzione .
E ' quasi superfluo avvertire che si è supposto eucli d eo tri d imen -
sionale lo spazio sede dei fenomeni fisici da cui d e riv a n o i p r obl emi
che saranno trattati . Pertanto , tale è supposto anch e i l c or r isp on d en -
te ambiente matematico e lo si è riferito a coordinate carte sia ne ort~
Gi usep p e Grioli
- VETTORE
Sia AB un qualunque segmento orientato, cioè un segmento su cui
sia fissato un verso di percorrenza (Fig. 1). Esso indiv idua una dire-
zione: quella comune a tutte le rette ad es
so parallele, un v erso: quello che porta da
A verso B e una lunghezza: l a distanza tra
i punti A, B. Chiamasi vettore l'ente geo-
metrico caratterizzato appunto da una dire-
A
zione, un v erso e una grandezza. Diremo in-
Fig. vece orientamento l'insieme di una direzio-
ne e un verso. Un vettore si suole rappresentare segnando in una qua-
lunque posizione dello spazio un segmento orientato. La lunghezza di
tale segmento, misurata in una certa unità di misura, indiv idua ciò
che si chiama intensità o modulo del vettore. Vettore nullo è il vet-
tore di modulo nullo . Dicesi scalare un qualunque e n te caratterizzato
da un numero con segno. Per distinguere, nella scrittura, un v ettore
da uno scalare si usa esprimere il vettore me diante una letter a in
grassetto o soprasegnata, o sottosegnata, o scriv endo una accanto al-
1' altra le lettere (maiuscole) che indicano l'or i g i ne e l'estremo di
un qualunque segmento orientato che rappresenta il vettore. Così si
usa scrivere:
(1 ) V AB,
(2) V
to.
Sia r una qualunque retta orientata, cioè una retta su cui si sia
fissato un verso di percorrenza, e ~ un qualunque vettore indiv iduato
dal segmento orientato AB (Fig. 2).
Siano A' e B' le proiezioni orto-
gonali dei punti A e B sulla retta
r.
Si chiama componente del vettore
v secondo la retta orientata r, e
si indica con vr , lo scalare ±I A' B' I ,
ove è da prendersi il segno + o - a
seconda che il cammino che porta da
Fig. 2 A' a B' è concorde al ve rso stabili
to su r oppure discorde.
Si stabilisca su r un sistema di ascisse !; di origine O e siano
!;A ' e !;B' le ascisse A' e B'. Ev identemente risulta:
(3)
(5)
(6) vy.
(7) V
13 ', y ' al modulo v' e alle componenti v-1<, vy, v~ div la (8) si
traduce in:
(9) COS$
V V1
(10) o.
Se due vettori -::!_, v' sono paralleli essi hanno i coaeni diret-
tori uguali od opposti a seconda che siano concordi o discordi. In for
mule, la condizione di parallelismo è quindi
equivalente a
V V Vz V
( 12)
v'X v' v'y v' v'z v'
Vz
( 1 3)
v'X v' v'z
-Y
ti-.
Analogamente si riconosce che se a', S ', y' snno i coseni diret
tori di una retta orientata il coseno dell'angolo ~ di un vettore
v - (vx, vy, vz) e della retta è espresso da
( 14) cos~
V
nell' estremo A1
di (A, .::'.:l), .::'.: 3 nell'estremo A2 di (A 1 , .::'.: 2 ) ,ecc.
Il vettore .::'.:n risulterà applicato nell'estremo An-i di (An_ 2 , ~- 1 )
ed avrà per estremo An. La Figura 5 illustra tale disposizione di ve!
tori applicati nel caso
di sei vettori [ n = 6 ].
Il vettore individua-
A4 to dal segmento orienta-
to AoAn - avente l'ari-
gine in A0 e l'estremo
in An - dicesi risulta!!:_
te o somma g e om e trica del
.------- ·- - -- -~ - -
sistema di vettori censi
derato, mentre la poligQ
nale - generalmente ape~
ta e sghemba - di verti-
ci A0 , A1 , ••• Ansi chi~
ma poligonale d ei vettori .
Fig. 5
Se ~ncide con ""A 0
il sistema si dice a risultante nullo. Se tutti i vettori sono parall~
( 1 6)
Il
(1 7) E Vir
n=1
Il Il Il
( 18 ) Rx E Vix• Ry E v iy• Rz E Viz
i= 1 i=1 i= 1
Il
( 19) R E Y1 ·
i=1
to .
Fig. 7
I
I vettori cercati ~l, ~2 so
7C'
r, ' '----------,
I
no quelli stessi che si ot
I
I tengono decomponendo V se
I
I condo le direzioni di r {,
I
I r~ (Fig. 9).
V
I
I Se v è parallelo ad r 1
I
I risulta ~ 1 v e ~ 2 = O,
I
I mentre se v è parallelo
I
I
_ _ _ _ _ _ _ _ _ / ____r.'2__ a" ad a riesce ~1 = O, e
Y2 ~2 = v.
Se r 1 e a sono orto-
gonali, il vettore 2 1 si
Fig. 9 suol chiamare il componen-
te parallelo ad r 1 di ~, ~2 il componente ortogonale.
(20) V
(21)
(22) V vu.
Si chiama versore di una rett~_ .Q:i;ie_n_t_ata __ !:_ __il vettor_e__ µ_(li tari.o._
_av.en.te__ )._".1 _ d~~~-z~-~}::1:.__~~~_§_Q_ È__i__ -~ _:__- E_~s_o h_él _c:_ome!_ _c:;?m~'?_n:'~!_i i coseni
~ri_Q_i ~.,: Detti El, E 2 , E 3 i versori degli assi x, y, z e
v x' v y' v z le componenti di v è evidente la uguaglianza
(23)
(24) OP
(25)
8 - PRODOTTO SCALARE
( 2 6) ~l X ~2
( 27, ) ~l X ~2
mentre in base alla formula (9) che dà il coseno dell'angolo di due vet
tori, si ha pure
(2 8 ) ~l X ~2
(29) V X V v2
(30) V X u
e quindi
3
(31.) V E Y. x Es ·Es ·
s=1
(32)
r E1
X
X
E1
Ez
Ez
Ez
X
E3
E3
E3
X
X
E3
E1 o .
va espresse da
e le uguaglianze
(35) ( À'Y_l) X Y. 2
9 - PRODOTTO VETTORIALE
Sia r una retta orientata e (A, y_) un vettore applicato in un pu~
/
qualunque punto B di (A, v) (Fig.
11). Il vettore ~licato (A, y_) si
dice levogiro rispetto ad r (e ri-
r -------~-. - ----- -
spetto ad ogni vettore applicato su
A I
I r e ad r concorde) _se la rotazio-
---- -
I ne che subisce ir quando B si spo-
-- --- -- - - --- ~
I
-------J -;~a a" --A -verso -T;- ~-~-tremo di (A, vl
appar"e - antiorarla rispetto all' orien
Fig. 11 tamento positivo -pérson-Ùicato di r.
(36) V
ed evidentemente risulta
(37)
insieme a
(38) V
(39) V A 2 o .
(40) ~l r ~3 A ~l ~2 I
( 41) o , (i 1 I 2, 3)
(42) T = y 1 /\ Y2 X y 3 •
(44) Y1 /\ Y2 X Y3 Y2 /\ Y3 X Y1
__,
----------
11 ,I_ COMPONENTI DEL PRODOTTO VETTORE
Dimostriamo innanzi tutto la validità delle uguaglianze
(45)
(46)
(4 7)
(49)
(50)
(52) V
v 1v 11
- v'v"
y z z y
(53)
Vz
v~v~ -
v~vy -
i~omplementi
v~v~
vyv~
~l ~2 ~3
(54) I ---------~
I
Y.1 A V 2 ~3 = X il2 x V2 y V2 z
/ l
V 3X V 3y V3z
~l ~~ ~
Siano e i componenti di 1 parallelo e normale alla di
rezione di ~2 • Insieme a
(55) ~l
~
detto v il prodotto 1 A ~
2 , si ha, in base a (46)
(56) V v'
-1 A ~2 A ~2
~; ~
che, a causa del parallelismo di e 2 si riduce a
(57) V v"
-1 A "{_ 2
(58)
Per il doppio prodotto vettoriale vale l'identità
che si dimostra
y, A Cy, A Y;l = Y> ' Y; . y,- Yl 'Y2 •
~atetialmen:te__che-L. due-rnembri
Y:~ ' .;r---;'
del la___lill
i:
(59)
per c hè risulti
(60)
è il paralle li smo d i ~ 1 e ~2 •
( 61)
(62) À.'::!
1,.'., f -
Sia v un ve ttore applicato nel punto A e Q un qualunque punto
dello spazio. Si c hj!!rrl!!__!!!!?men to .di _(A_,__z ) ris ~ to a!:_ _polo__ g_~~ -
.}:_<:__tt~_J;__to riale . d~l__Y~!?.!'..~~---Q~ __E.~_!' __ ~ Q~_!_t;_g_ _ ~Q . __ ~ a!e:._~ento_è_,_
5 Jgè
(ti 3) ~Q QA /\ V
~l ~2 ~3
(64)
r x)m6y)
(yA -
(zA -
Yql
ZQ)
Vz -
Vx -
(zA -
(xA -
ZQ)
X )
Vy
Vz
'
,
Q
( z)
mQ (XA - XQ) Vy - (yA - Yq) VX •
~_:_2_~~~~~-~42)
(65) QA /\~-QA-:-:i J-;:A ;-~~l o
I
- - ! ----=--1
dato il parallelismo di AA'
.§___ V•
~
Ne segue: il momento di
Q _____________ un vettore applicato rispe!
:~-~-A ' :· to ad un po lo non varia se
I V
I - si sposta i l vettore lungo
I I
8:..---w .1 la sua rett a d i ap pl icazi ~
. ·'
Fig. 14 ne .
- - - -- - - ---- -
~, r una retta orientata
e Q, Q' du~~ (Fig. 15) i ! _momenti polari di (A, v) rispetto
a Q e Q' sono rispettivamente (vedi (63) ]
,-
!!!q =
I
QA /\ ~, !!!q I
1
f - - - ----
~ -----
(67) m' -m
r l -_Qx -u=,1Q'A /\-- =-v- -----u .
1
l_
x
Da (67) segue
j
(69)
'r
ponente -;;~~~d~-r de]_ _T!l_rj=--
. - - -- --- - -----···--- --·--
-
--- --- --- ~!:!:__t~ e__c::l_q re '.'.!q .
--1 A tale componente si d à
y__' I
I i 1 nome di _____!:1!2me__:_Yl__~!_a__s _f!i.E. :
I le ) del vettol'e
------·---- ·- -·--- - -- applicato
- -· -- -· ·
o I
I Y~!pe~to glla_Y'etta r.
o· -- - - ------/-,,-A --- -- I
I Come per il momento po-
/ lare, da (67) risulta che
/
a/
/
/ il momento assiale di unf
----7~ vetto:t'e applicato non va - ,
/
/ ria se si sposta il vett ~1
Fig. 15 :t'e lungo la sua :t' ett a diÌ
applica zione . Inoltre il
momento assiale di un (A, .'.:'.:) rispetto ad una retta r risulta nullo al
lor a sol tanto che la retta contenente (A, .'.:'.:) e la r sono complanari,
cioè quando e soltanto quando r è parallelo o incidente alla retta di
applicazione di (A, .'.:'.:) . Infatti questa è la condizione necessaria e suf
ficiente affinchè il momento polare QA /\ .'.:'.:, qualunque sia Q su r, r2:_
sul ti ortogonale ad r ed abbia, quindi, componente nulla secondo r.
Supposti sghembi r e (A, .'.:'.:) , siano v' e v" i componenti paral-
lelo e normale ad r di v. E'
(71)
i
· ciÀ - ;::-~;~-l
~
---------~- \
- -
~-- .. -
,_
\ __ )
da cui si vede che il momento di un vettore applicato r ispetto ad una
retta r è uguale a quello del suo 90'?.lP.Q_tL§_Y!cJ:~ ..21.QJ'ma k_;d__~f \. -----··--·-
-------~ - -------·· .. .
Siano Q•· e A* i punti rispettivamente appartenenti ad r e alla
retta a, contenente (A, ~) , di minima distanza tra r e a (Fig. 15).
Poichè mr non subisce variazione se si sposta (A, ~) lungo a o si
v aria Q su r, esso, oltrechè da (67) e (71), è espresso da
(73)
o o
(75)
Vz
I n
' .'
(77) fiQ = , i: QAi !\ ~i
I i= !
n · /Ì
/ !J ,·i I
(78) L Q I Ai /\ ~i
i=!
n n
QQ' /\
~~
(79) fiQ - fiQ' = E (QAi - Q'Ai) /\ ~i I: ~i . \
i=1 i=1
Nella sommatoria contenuta nel terzo membro di Q~- . QQ' costi tui
S_9LEE._~~c:: om~_~e- ~... tutti i termini e si può quindi met.tere in evi
!- n
denza. Tenendo conto che E v·
_l. r~ppresenta il risl}ltante_, R, di EI
i=1
da (79) si ricava, pertan t~
-·--- - --·---·. ·-·- -- -·------·- ---- ---- - - - ----- ·
(80) ~
f
!'.!q 1\ !'.!Q +QQ I I\ ~ •
I
. =iJ
~: ~
· --------l-
La (80) dà la legge di variazione _ -der-=.i:!i_o_ili~tc:i=_rrsi~) i: ant e polare ! al
- - ---·
variare del polo\
di vettori applicati non
Si vede subito che il
dipende~dal
mome n to ROla r e di un sistema
polo alLJ:i ra e soltant-9 aZZ o r a c..h.e
il suo risultante è nullo"S" · 1.-t ·-. · ~ o 1 ~, .:.> . c. ·' ··~
• •, . ,._. ·.
Vale il teorema di yarfgryQ1 . (Caen 1664-722) : il momento risulta n-
/t:!,,LJ.. v....p~ - --·-----~--------
te polare di _L{_n s_i_stem_c:_ - ~i__ve~tori _ applicati t71-t .t~.. ir! . u_n _TT/eàes~!'i-~P.<?JQ
A o su 1°ette concorrenti in un punto A coincide c on il momento risp_~.!
i-
.!!>.._q_U9__ s .te~rno . PP lo a.e l ·;;,~-~?, f;~;;-~· -a_~ ;i,-~;~~~-· a·;~ ·li~-:; ;·; - ;;·n-- ~ A ~ \-···--
Per la dimostrazione basta ~~g~ vp.r_e çl;l.~ s.t9-...~~ !._~<:~_'?_ ch_E! _tu 1=._ti .i
vettori siano applicati in~ come pure in quello che essi stiano su
rette concorrenti in A, dato che il trasporto lungo la propria retta
di applicazione non altera il momento polare, si ha sempre [vedi (77)]
i'> \
r-
n \
( 8 1)
!'.!q E QA A ~i I
I
\
\
che porta subito a 1-1 _,
( .
--?.·
(82) !'.!q = \ QA A ~' :
e.a.a .
- -- oa.- nra)- si ha--subl tc), moltiplicando scalarmente ambo i membri per
R e tenendo pre,sente che il prodotto mi_§J:..Q__çlj._, ;l;::r;~
·-
. Y~t;j:9r :j. complana:r_i
-- - - ·-· -- - ..
~ - -- ---- __ _:-=:..- .:. =----·~::::.:::
è nullo, I
J '
\ .~ J · ·-:
( 83 ) : M x R·- = -M:-x~
-·-- · -Q
--- ~--
-Q - )
.::. lAA \ <. V\À. (<..
Da (8 3) si vede che pur dipenden..ò...o_.i .Lmom.en.to polare dal polo,
i l suo prodotto scalare per R non vi dipende ~ Per tale ragione l' e-
spressione j ~Q :=.; 1 che esplicitata mediante
1 le componenti di ~Q e
R dà luogo ad un trinomio, si suole chiamare ~i_g__i.!J.Yfl.T'.f..a_ry._J.e .
Sostanzialmente ~i:dipen~~-~ ~-g i__~Q_x_~~~-!.~~~_: a e~~
com te secondo la dir ez i on e orie n tata à i R de l momento ~la re
( . r i:f(t1·,r .'{~ ·-r, ~r ·0
La cultura è un bene dell'umanità (fantomasping@libero.it)
24
con ~ indipendente da Q.
Le componenti de l momento risu ltante rispetto ad un pol o di un si
sterna di vettor i applicati s i trovano proiettando la (77) sugli assi
di riferimen t o. Preci s amente , dette M(Q)
z M(Q)
X I
M(Q)
y I I
tali componenti I
xi , Yi1 zi , (i= 1, 2, . .. , n ), l e coord i nate di Ai , x~ , y~, z~ que!
le d i Q e x i, Yi , zi le componenti di ~i ' si ha
n
M( Q) I:
X
[(Yi Yql zi (zi z Q) Yi]
i =1
n
(85) M( Q) I: [(z i - zQ) xi
y (xi XQ) Zi]
i=l
n
M( Q) -
z
L [(xi - XQ ) yi - (yi Yql Xi]
i=1
n n
(86) Mx = I: (y i Zi - z i y i) ' Mz= I: (xiY .f'" yiXi) ,
i=1 i=1
j~
Ev i dentemente A è u no qu~
cioè
(90) (QQ I - QA + Q I A I ) /\ R o
e quindi
1· ---·- - - -
~lica il parallelismo di ; AA' ad B, 1 1~ appartenenza di A' ad a
e la coincidenza di a' ed a;-c-. d. d. ---- -
La retta _a si chiama a sse c en t r a le del sistema i: di v~ttori__ ap-
- -------;~:::::::.==-=...:::.:~- - - - - --- --
plica ti e gode__de_lla proprietà che il momento risultante---~fel -sistema
---===--~~~--=-__::__ _ _ __ "-~
- - - ---=--=---=- ==- --------- --- - - ----
!~C? __ _élQ _ QgDJ . ~1:!:0 punto è parallelo al risultante e coincide con il
componente parallelo ad B, l!_, del mome~;~~pettc;='ad -~~- pòro generi~
CO.
Basta infatti osservare la (8 7) per convincersi che se Q appar-
tiene ad a , riuscendo così QA parallelo ad B , si ha
II~1- COPPIE
Chiamasi copp ia il sistema formato da due vettori applicati paral
leli, discordi e di uguale modulo. Braccio della coppia è la distanza
tra le rette di applicazione dei due vettori, int ensità il valore comu
ne delle loro grandezze. La coppia si dice di braccio nul l o se le ret-
te di applicazione dei vettori coincidono. In tal caso i due ve ttori
si dicono direttamente opposti .
Evidentemente il risultante di una copp ia è nullo . Ne segue che
_i_l_.!!!.Q.."!_~!1!2-P!! l<ç<._!'_e__ g i __1:':_na _c_o_ptzi_a;
.!J2-L1-d:i.pend1L.daJ_p_qJq (vedi n. 15).
!A' .r:Dol
Per determinarlo basta dunque as-
sumere un polo qualunque. Con ri-
ferimento alla Fig. 17 la coppia
-~
sia costituita dai vettori (A, y)
e (A', -y).
Assumendo come polo dei momen-
A ti, A' il momento, ~, della coE
F ig. 17 pia coincide con quello di (A, y)
(93) M bvn
(94) bv cos e
19 - OPERAZIONI ELEMENTARI
/
/ quella costituita dai vettori (A,
/
y) , (B ,-y) (Fig. 18) . E' evidente
(si pensi al teorema di Varignon)
B che le operazioni elementari e l'~
/
,/' A
sistema di vettori applicati.
Nel seguito, per brevità, con il
simbolo __-~-fi_ _~_:.1_c1i<=:_h_e:__:i:-.~1110__ _\1_1'. _~-~ste-
/
/ rna di -vetto_ri applicati. Se L~--;
L~ denotano due sistemi di vetto-
Fig. 18 ri applicati si dice che i:• è ri
a
àuci b ile a l: ~ quando con sole o-
perazioni elementari e di traspor-
to si può passare dai vettori di L~ a quelli di L~ . In particolare
si dice che La è ri ducibile a zero o equilib rato o nu llo quando con
sole operazioni elementari e di trasporto si può passare dai vettori
di La ad una coppia o più coppie di braccio nullo.
Fig. 1 9
n n n
(Pl I L .Yi_) 1 (P2 1 L V'.') 1 (P 3 , i:: v'.")
i=1 i=1 -l i=1 - l
Fig. 20
23 - SISTEMI PIANI
Un sistema di vettori applicati contenuti in un pia_!1o 11 __ si chia-
ma sistema piano. Per brevità lo indicheremo con __sr__: Evidentemente
il suo trinomio invariante è nullo. Infatti il risultante di l: 11 è ne
cessariamente parallelo a 11, se non nullo, mentre il suo momento ri-
~_t:l~~~-f:e è or_-f:_ ()<JOnale a 1T, se si assume il polo s~____ l! . L'annullarsi
del trinomio invari~~t~ ha come conseguenza che ogni sist~0a piano è
rr-id~c ibi Ze ad un solo ve t ·t;re applicato ;sull' as~~~~~rale di l: 11 (ne-
--- ---- ---. ·------- ·---·- - .·..- ------· - ·.
'
cessariamente contenuto in 11 ) o ad una coppia (con momento ortogonale
La cultura è un bene dell'umanità (fantomasping@libero.it)
31
"'-"""\_j
a 11) . J
I
f~ - S'5TEM• EQU>UBRAT>
Nel n. 19 è stata data la definizione di sistema equi liyato di
)
(95) R o, M o ,
n n n -,
' -' .,, 'I
l: X·1 l: yi l: zi o , '
i=} i=1 i=l , I . I-
,,
, _/
I '
(96) II ; \
n n n
l: (yizi - ziYi)= l: (zixi - xiZi)= l: (xi Yi -yiXi) o ,
i=1 i=l i=l
OSSERVAZ I ONE - Nel caso di un sistema piano basta assumere questo come
piano x, y per constatare che le sei condizioni di equilibratezza e-
spresse dalle (96) si riducono a sole tre effettive: le prime due del~
(97)
(99)
(100) X Y = t n
E YiZi ,
i=1
n
(101) oc R' .l: V.i OAi ,
i=1
n
(102) R' I: V~ ±R'IO.
l.
i=l
n n n
(103) R' E xivÌ R' E yivÌ ' zc -R, E zivi:
i=1 i=l i=1
(104)
(105)
(106) V Y. (f).
resse per gli s v iluppi àel seguito hanno i vettori ~(s) funzioni di
un solo parametro, s , variabile in ~un certo intervallo. Si chiama vet
tore d erivato o semplicemente derivato di x_i ~ l rispetto a s il vet-
tore che ha come componenti le derivate rispetto a s delle componenti
di ~( s ). Si riconosce subito che esso esiste quando esiste il limite
dv ~( s + ll s ) - ~( s )
(1 0 7) lim
ds ll s-+O lls
e c o incide con esso. Potrà capitare anche che il limite espresso nel
secondo membro di (107) abbia due determinazioni distinte a seconda che
ll s tend a a zero per v alori positiv i o negativi . In tal caso diremo che
il vettore ~ (.S ) arnme±.te nel punt..o .E: ®\le ciò c.9,pita un derivato a de
stra ed uno a sinistra, mentre parlando semplicemente di derivato in s
intenderemo implicitamente che quei due limiti coincidono.
E' evidente che le regole di derivazione dell'analisi si riporta-
no integralmente nel campo dei vettori. Sono infatti di immediata veri
fica le uguaglianze
d dÀ dv d d~1 d~2
(108)
{ :·
ds
(À ~)
(~l X ~ 2 )
ds
V+ À
~
d~1
d f;
X ~ 2 +~1
d§
X
<~ 1 /\ ~ 2 )
d~ 2
as
d
=
ds i=l
~ /\ ~ 2
n
l: ~i
+ ~ l /\ ~
n
l:
i=1 ~
d~i
,ecc.
dv
(1 09 ) dv
ds · d s
2
U; - t; 0 l + (i; - t; ol + ..• +
( 110)
( 111 ) v2
( 11 2) o '
dv
che implica l'ortogonalità di a V •
d i;
OSSERVAZIONE - Insieme al derivato di un vettore capita di considerare
quello di un punto P le cui coordinate sono funzioni di uno o più pa-
rametri. Precisamente, si chiama derivato di P rispetto ad un parame-
tro i; i l vettore che ha come componenti le derivate rispetto a t; de l
le coordinate di P.
Tale vettore si può,quindi, definire mediante l'uguaglianza
dP P( i; + l!.i;) -P( i; )
( 11 3) lim
di; l!.i;
l!.i;-+O
Sìa 1 una linea generica orientata (sulla quale, cioè, sia fissa
to punto O con P.
Il derivato rispetto ad s di OP è definito, in bas.e a (t07) ,da
tario, tangente ad ~
•s (che c•incide evièentemente c•n
il ver-
sore della tangente ad i orientata concordemente ad ~ si ha, pertan-
to,
dOP dP
( 11 6) !(S)
( 11 7) 1 •
Si denot i con }'!. (sj __ _il~ ~:i;__sore del deri_va t_:i_~~ _ T r i spett o ad s.
Si ponga , c i oè ,
< I
e-·..' ~
( 11 8) !i (s) SI
P ds
dT
ove p è uno scalare positivo il c u i inverso è ugua l e al modulo di
ds
dT
La retta pe_~ P avente l a direzione di ds r i s u lta ortogonale ad .P._ ,
( 11 9) ~ =I d!\= l im
P ds ll s -+O
(120)
p
lim
ll s-+O
I ~ : J.
2 2 2
( 1 21 ) J(d2x\ +(d2y \ +. (d2 z\
c =
p V ds 2} ds 2 } ds 2 }
29 -GTEGRAZIONE DI UN VETT.QAE_Y6RIABIIR\
( 123) I
- I ' I ~
(1 24)
Se poi V
i !:_ __ll_!l__ c~rto insi~ __ c:_, _come integrale _ l ~dc ~~-Cl .Cl~J,'insieme e
ge._y~ _i_n_j::enp.e~i~se esiste, il vettore :Che ha per componenti gli inte-
_g;:-.:i,_:Jj,_ estesi___~ __E_ delle componenti di v.
- - ------·- ·--·- - -
df df af ' j j\
(125) vx a-x _:_, vy ay I Vz az: . 1,:·
Si suole scrivere
(1 28) w = rot v i,
. --=--·------------=-1
ed è facile riconoscere che le componenti di ~' espresse da (127) so-
no i minori con segno della matrice
a a a
ax ay az
Vz
Gli operatori di cui sopra sono fondamentali per gli sviluppi del
calcolo vettoriale. E' interessante constatare la validità delle ugua-
glianze
(129)
{div rot ~ div w o
------
peratore rappresentato dalla matrice Jasrl, ottenuta dalla l ars !
scambiando righe con colonne. L'operatore ars si dirà simmetrico se
risulta ars = asr , s101rà emisimmetrico se invece è ars = - ars·
Si supponga che il determinante della matrice non sia nullo:
Det Jal ~O. In tal caso (e solo in tal caso) si può definire l'opera-
tore inverso di a, indicandolo con a- 1 • Esso è definito dalla condi-
zione
(132) V (i = 1 I 2 I 3)
risulta
A.t i
( 1 33) aa-1
Det lai
( 1 37) ~r x Ìs
Risulta, evidentemente,
(1 38)
( 1 3 7) segue
( 1 39)
R ~r
~s x ~r
~r
R Ìs
ir
X
R(T)
Ìr
Ìr
(140) Ìr
( 14 2) a'
rs
(14 3) a'rs
( 144) V V·C·
l-l
da cui segue
r
= vU t X C·
-l Ru_Vi
( 14 5)
v l! V R, ~ 9,
X
ii RR. iv t
o
( 14 6)
±
( 14 7)
/\ ~'xv"
1 Av /\ A-:!_',
(148) a(-:!_ f\ -:!_I)
Deta
CAPITOLO Il
- GENERALITA'
no stabilirsi nel modo che si pr_e ferisce e, in _ ~ _f_!_e tt_i_ , per ciò che
concerne l _' origi_ri~ _è!elle_ ascisse __tempor:ali si suo_J_e___sp_e sso assumere co
me nullo il valore dell'ascissa temporale all'inizio del fenomeno che
si osserva. Tale valore nullo corrisponde a ciò che si chiama istante
inizial? ,mentre l_~ t e attuale è quello corrispondente al momen to
in cui si ha la per ~ ezione.
no naturale, ad es., con il moto apparente diurno del sole intorno al-
la Terra. Gli apparecchi c h e comunemente si adoperano per la misura del
l'ascissa temporale (orol ogi) si fondano proprio su tale criterio di
confronto.
Nello §.E_9-Zio ~ente conten_~nte. '.1~-.~~-~'? . co:_r~?_~~~_p_osiz ione di
questo sia individuata mediante un sistema di riferimento associato a
·----- - - ---~--------- -- ---------- - --------- - - -· ---- --
quello spazio e sia inoltre prefissato . u~ sistema di asc isse temp~ali.
. Di~~ ;;;;-;;~- ~-i -~-i~~·v e - ~i~petto ad un dato sistema di. r :fe~i=
eh;;;· un
--- -·- -.. ·- -- - ------- - --- - - - . ·- -- - - - -· -
- - ~--. -------- . . . - . . .
mento vuol significare che i punti di almeno una parte de lla re gione oc
---·--- - - - ------ - ----- -- ---- - - ------ - --- --- -- - -- - . ------· · -- . ·----·. --- -- - --- -
cupata dal corpo hanno coordinate (rispetto al sistema di riferimento
- · -- -------------- ----- · - --- - - . .
accennato) .ch.e .. sono effettive funzioni (ad un sol valore) dell'ascissa
~emporale. Si suole indicare tale fatt~ · ~ice~do che l a posizione o con
---~~- --
figurazione del corpo varia al variare del tempo mentre nel caso oppo-
sto si dice_ c_h_e_ i_·_
l _c_o_r_p_o
--è --~--qu iete ri spetto al p-~~fissato ·-~i-~tema di
riferimento. Nello spazio cartesiano, detta Oxyz la terna di riferi-
mento e indicando (anche per il se g uito), come è consuetudine, con t
l'ascissa temporale, conoscere il moto di un corpo sig n i~ica conoscere
le funzioni del tempo, - ~i..\:L • . _Z.~-~l_,~!_!_l, che esprimono le coordinate
del generico punto della porzione di spazio occupato- da ·l corpo. Se in
Ear ticolare que lle funzioni di riducono i denticamente a delle costanti
i.! _~oi;po ~-~tto alla _ Oxyz. Oggetto della C·i n e mati c a è
. Jo studio del movimento de i corpi indipendentemente da ll e cause che l o
..p_roduconi:;i.
Da ciò che si è detto e da quanto seguirà riuscirà chiaro che gli
sviluppi della Ci n em a t ica possono ottenersi anch ~ -s~~za dare il parti-
colare sj.g_nj,Jic a to di t "'.~P..~.-~.l .. E.9.fametro che individua le coordinate
dei p~~~ mob_:i,]-2:._ _i:i_a _s:_mplicemente ass_çic_~~()- in quale':~~
loro P()S_i ~ :!:_?.:'?::' _il valore di un par!-.:'.1etro atto ad individuarla. Tutta-
~_:i:a· '--~~~- _:nira l 'a~pl ~c::~zi~ella CineJnati..ça allo studio dei fe
nomeni naturali, si è naturalmente portati a riferirsi proprio alla va
riabile tempo.
Prima di iniziare lo studio della Cinematica e della Meccanica in
3~ nere_ ~i~qgna bene intendersi sul significato da attribuirsi alla p~
..._._
rola_ cg_r~ .
-~ ··-:::...-~
Evidentemente la Matematica essendo una pura creazione del
- --~ - -··- --- --~-- -------- --- -·-·----- -- ___ _. .--------·-----"-------------------·- --- -
nostro pensiero non può cl).e oper_a_r~ _s'1. __ ~r_:.1::~-i~e al2:_c_ ~~_.! ti __~allo ste~
so nostro pensi ero, ~ ia pure die_tro i 1 _sugger ;i.i:n~n to __ q_~]J,~___§_e n_s.s~io_Qi
prove!Jienti dal mo_nd ~ -~-5.~-~::_no.J ~icchè quando si vogliono adattar.e..__gli
__s.YiJJ:!F...Ei della Matematica allo studio dei fenomeni naturali si è co-
stretti a sostituire ai corpi naturali degli ent i o corpi matematici
aventi caratteristiche geometriche strutturali ben determinate attra-
ve rso un procedimento di astrazione e induzione Vuol d ire che tanto
più rispondente è lo schema matematico alla realtà fisica,tant o meglio
---
ri~sce-1..a-.:t.aoria costruita nella descrizione dei fenomeni.
~----------------~
Il più semplice schema matematico di un corpo natur a le è il punto
ma ter i ale .
---~~-tta per ora interesse vedere se e quando sia lecito rappr e sen-
t are in tal modo un corpo naturale e, anzi, si può anche prescindere
da ll'attributo ma t eriale che intende richiamare pro~rietà extrageome-
.1;..:t:.iche dei corpi che non interessano gli s v iluppi della pura Cinemati-
ca.
Il primo problema che si presenta nella Cinematica è quindi quel-
_l.Q dello studio del moto di un punto rispetto ad un prefissato sistema
d i riferimento e costituisce l'oggetto del presente capitolo.
2 - VELOCITA' SCALARE
triche
e l'equazione oraria.
La (2) individua soltanto la legge oraria del moto, cioè lo spa-
_:!.-~_ pe_EC<2D?-.Q __in_fum;_i.Qn_e.-.del.--tempo__ma __IJU_~J.-~ _ cìi~e .. s_ul~a Jc:>_r_!!1_9.__cì_e.2_~'.: __t~
iettoria.
----~ !,_t _/ e .7-t + Lì t / ~t..L__~alsiasi entro l' j nterv..a.l.lo_di
~E-° in cui si studia il moto d~~por.tQ incrementa~
--
- ~---
Invece di
.
ds
scriveremo quindi
. \
5 ·, : 5
..
I ecc.La velocità
~ ·--- ---- ·-
__________dt
scalare di P è rappresentata
.::_::._ -- - · d. a-··
Essa misura la rapidità con cui
_____ ' ·- s.
P _3i-_ID.UO...."l(e.
--------- - . --~:..:.: · · · · ·-· · ---- ---
OSSERVAZIONE - Può accader e che il rapporto (4) abbia due limiti disti~
----
ti a seconda che li t tenda a zero per valori positivi o negativi. Tale
fatto indica una discontinuità di prima specie nella velocità scalare P
all'istante
------ - ~·------- -..
considerato~eralrnente
--- -----------
si presenta in concomitanza a _fe
---·- - ·--------
nomeni di urto. Non ha invece interesse per noi il fatto che il limite
di (4) sia div_~'.;g en_te al tendere di ti t ..a . .z.e r.o.•
(5) s
(6)
(7) s (0)
OSSERVAZ IO NE - Risulta già chiaro e v arrà nel seguito che l'ind ice o
posto accanto al simbolo di una funzione d e l tempo indica il suo v alo-
re iniziale (cioè corrispondente all'istante t = O). Così,per esprim~
re che una funzione del tempo si riduce ad una cost a nte si pone q u e lla
funzione identicamente uguale al suo valore iniziale.
4 - ACCELERAZIONE SCALARE
Si chiama accelerazione scalare media di un punto mo bile, ne ll'in
tervallo compreso tra t e t + li t. il rapporto
s (t + lit) - s (t)
(8)
li t
1-Ì-{ MOTO
[J ------·-- ----------~
UNIFORMEMEN_'.!:_E V A~!~J
I Z moto di un punto si dice ~fQ__:r__memente vari o du r>a nte un _in~ "!:_
~-- - -----·--- .--- ~- .
0
~~__c!__i_!___~_rnP.~ ___s_§'._J a sua a_r:!!_!__~e r>a!_i_!? n e ~ll__a_Za; e , __§__, ___ è CQ_SjE:_13_"t___!!_~ -t~
tut to Z ' in t e r vaZZo . Riesce , cioè
jsJ ..
( '.
(r· . L
(9) s - So
I
J '::) = ::>o /_.
_!
l( !)
re e dell'ascissa l s(t) l Si ha
' .
(10)
( 11 ì
cità iniziali di P.
-- i
Da (11) si vede che in ogni moto uniformemente v ario s i è unafun
: I .~
zione di secondo grado del tempo, s una funzione lineare e s costan-
te.
s e s
abbiano o non abbiano il medesimo segno...12_er t t.
(1 2)
ds 2
255
dt ( \
So ·
( 1 3) ss 52o ( t + -:-:- )
So
da (13) risulta .
. ~
• .. < <
( 14) ss '> o per t '>
e si deduce che ogni moto unifor~emente vario è ritardato negli i,st an-
s
ti anteriori all'istante t =- 0 , accelerato in quelli seguenti ed
..
So
ha per t il suo unico istante d'arresto. i
E' stato già osservato che la conoscenza della legge oraria non ~ \
(15) V sT
dOP dOP òP
(1 6) ':!.. = s ds dt dt
plice denominazione di ve Zo ci tà . ( V ·!
\-~
9 - ACCELERAZIONE VETTORIALE
dv
(20)
dt
d 2 oP d 2p
(21) ~
dt 2 dt 2
(2 4 )
dsT dT
(25) sT + s
dt dt
dT dT
(26) s
dt ds
dT s
(27) N
dt p
(28 ) I~ = sT + v2 N
!I_______ _ p -_
Il vettore
; i (~~ p
(29) dP = V dt '" - 1Tt-
si suole chiamare _ s?~s~_°:Trl~-~t o _ e ~eme~r;;t;pr _e del punto mobile P relativo
all'istante t e al tempuscolo dt. Esso corrisponde, ~l}__l;l_!ì_~~9_l1 _6. l ,
al differenziale della f.uR%i-One--v:e-t..t.otiale ____QX. e riesce evidentemen-
- - - ----- --- --
te tangente alla traiettoria di P~
Le sue componenti sono
(dt) 2 (dt) 2
(32) ~p v d t + a - --
2
+ (3) dP + ~ - --
2
+ ( 3)
Da (32) si v ede che ~j::_gm e_n.ta_ e.lementare __d J ... \l!l. .PUnto- g-ene-F al:_
-~~~!::: __c:i_:i,Us:XiBce __ g_p___qJJelJo_ e.ile_t:ti'LO--per --un vettore... iL cuLmadulo__ è...-i'.!:'._
finitesimo di ordine supe.rioF ~ rJspetto a quello dello spostarnento- - el~
mentare s.tes.so.
Per tale ragione negli svilu I2_p_l _ ~ll ~_l1 E? Qcanica, in_ _c o : r _i_s_ponden-
~a__un tempus c;_olo _ dt tanto piccolo da RC?.:ter _ritene]:"_e i mezzi . d .i,__~_§
I
1
\ j
icP = ~ 1
( 35) ' - 2 t -? + Y..ot+ (f.op
' o '
I
{3 6 i i OP
i
da cui si veie che la traiettoria d i P è contenut a nel oiano v Prti r."-
le per (O , y_ ). In fatt i e ssa passa per O ed il ve ttor e (0 , OP) ,
0
il cui estremo descrive la traiettoria del punto mobile è ad ogni istan
(37l
(38 l gt :j: Vo y g •
Da (38l segue
(39l y y g (g t :f Val
< < Vo
(40) Y Y ~ o per t '>
I
g
1
( 41) y=2 x 2 -xtgcx
vb cos 2 cx
_--~~:.:3.
ta
assi
~ -~~-b_a_~~-~ - - ~
__ __________
- eas..:i<l!.1.t.€'. ! .:\ ?11_1€! _=~~-!?_::.~.:i:~~~bi ~~·Jper l 'or.igin~~.§!_g ~~
... . ove è tangente a
se delle x
~---~
(O, ~ 0 ). La sua ulteriore intersezione c on l'as-
-.-
ha l'ascissa, X , data da
2
Vo
(4 2) X = sen 2 cx .
g
(4 3) y IY ( ~ ) I
~rven~~no nell_
a de_t_E!rn:~n~zione delJ:éi . traie:t_to'.:ia e c:li _ cu~ q:ii _:ioi: .. è
~~~.!~E-~OE.1:'? : Inv.:.:.:__~=~~-o schema sino ad ora consideratç:i si
La cultura è un bene dell'umanità (fantomasping@libero.it)
60
con l'orizzontale di tale piano. Scegliendo questo c ome piano xy, ma~
(44) y x2 - tga X
Posto
(45) tg a
la (44) diviene
y
(4 6) À + 1 - o
gx g
y
(47) - (1 - 2v~ -2) g X
~ o
g v2
o
(48) y ~ )(2 -
2
2v o 2g
g v2
o
(49) y x2 -
2v 2 o 2g
(50) r = loPI
i>
1/·7, n IJJF>o
lelo al piano Oxy e con
-~ u verso tale che la coppia
y ~ / (O, S:1 ) , (O, 9 ) sia so-
"" / / / vrapponibile alla coppia
\ r (O, ~), (O, ~) mediante la
,6 (/ \ rotazione in v ers o positi-
' t- \ vo dell'angolo e , se con
p•\ p \
S:l e S:2 si denotano i ver
t
sori di x e y.
Si ha evidentemente
X
u = cos 8 c1 + sen e c 2
52
Fig. 5
( ) {: = - se: es: 1 + co: 8.f. 2
(53) {
w
e misura la rapidità con cui varia l'angolo format o dal raggi Q__
- ·- ---- - ------ -- -
vettore OP con l _'_asse delle X .• __Per tale motivo... -S si suole chi_ ~~ e
~~:tà:__:.m{f_~~Lsr.:. -:: [scalare] .
Da
(54) 'OP ru
dru
(55) ~. ' = - - ·= ;+ rew \ru
__d_t ! __.. .-=--i / __-::_ \.
, ,
. -·· r- ~ I it~·),
.~
.-· . '
--'·
r ;.: I J
(57) re),
(58) a8 = (
/ ..
2r e + r e .·
·---::"'
·'-- ..•. --····-
1 2
(59) 2 r {18 t
se e + ll8
-----i
è l' anomali_~_9-_~__ f P.~
~~ si può considerare ! .'.J,i:ic;rement.o .. s_~b:i,j:_o__~é[~~ -a:r;§!.Cl., ]\, delimita
ta dal raggio OP, da . 1:1.J'.a_ re_tta f.:!,_s~a_ del piano \ xy ! uscente da O - ,
-~d ~~ >~Ù; a~~; - ~~--=-- -a da. .un . .aL:.c;9 .-Cl1L-~~ ~i~t~~_;;;::_r- ----- -- -· -·-- -----·· ...
La derivata rispetto al tempo, A, ' di tale area si chiama velocità
\a;~~ie - o--à·ç~c;i;;;.-\~n base a (59) si h~-
- -- - . - ------- ----·------' - --- -
~ ~~
· llA
(60) A lim . lit , r 2 lim
n t-+O . j h. t-+O
e quindi
'
• . 1 •
( 61) ~, = , 2 r2 e . A=: r -Y. 9+
' __/ ,,,------.....__-· t z
I
Da (58 t 2) t (61) si riconosce essere
O.e
(62) . 2 ii. ;,
r
da cui si vede che l'essere il moto piano con velocità areale costante
equi vale all'essere la sua accelerazione purament~-- r~cii ale .·[
- - - -- --- - -· -· ··· --·-- - ·- ~ ·A ·-- -- . ·· - ··- ------ -- -- .--- ·- -- -- . -· . - --.· - ----~ -.,- - ------ - ---· · I
si deduce,derivando rispetto a t,
yx - yx
(65) e
r 2
.,
e si traduce quindi nell'equazione
\.
(67) .? -
I
dpP /I ~ ') . u
(68)
de
OP "/\ ~ ç::: o ::
.'
e da (67) segue
( .•. ! "- • (1
(69) j : -· . OP /I V
@ - FORMULA DI BINET
Si supponga che il moto di ® sia centrale co11_ c:_~~ tr g__}- n O e si
riferisca il piano del moto ad un sistema di~ di n_~te __p~~~E~ __c_~f! _ P~-::
lo in • , come nel n. 12. La costanza della velocità a r eale si traduce
- - ---
nell'uguaglianza {
----------- - - - -- - - - . - ~~i
~ r":\ -·
(7 1) 1'0e '= c j
d
1 ~-- -. , (, ..,. \
dr c dr - c
r
(72) r = e .. ;
de r 2 de de
d2 1 c2 d2 1
r e r
(73) r - c
de 2 r 2d e2
lr +
(74)
c 2 [d2
__
~] I - ro
r 2 d 62 r
(75) v2
d l ~ 1
(76) v2 c2 [ ( ~) + - ]
de r 2
15 - MOTO CIRCOLARE
h "'r, V
---lr--~ - -~.p
denti con due suo i diametri orto
gonali (Fig. 7) • Detto e l'an
golo di OP e x contato po si ti-
I / vamente in verso levogiro rispe!
I R/
I / to a z, è
o ____ QJLS.0_
I P'
I (77) X R cos e , y R sen e
I
I
I Da (77) si ottengono, per de-
rivazione rispetto a t, le com-
Fig. 7 ponenti della velocità di P,
(79) X - By y = ex
\ • I
(80) I w = Is I ~
----·----·--
Da (79) si riconosce che la velocità di P è espressa da
- -,
(81) V - . ~ · /\ OP
e mostrano che si ha
(83) ~ /\ OP + w 2 PO •
(84) 6
. _, ·. ' .. ~ -· '----- .r
(85) x ·-·= - w2 x .y= - WZY ' I './'.> · ) \ ,:>
(87)
Ciò vuol dire, come mostrano le (77), (79), (84), (8 5), che a in-
te rv alli di tempo uguale a :TI , il punto mobile riprend e la stessa p~
sizione, con la medesima velocità e la medesima accelera z ione . Il nume
16 - MOTO ARMONICO
siste in oscillazioni periodiche tra gli estremi t9~ .-9~À del diametro
su cui si muove P'. Esse, in base a
(88) ; x =R cos e
. . .. • 2. •
(89) _x_ _ _---~~§.~.n ( e 0 1;: __
~ _6 0 ) x = - 6 R cos( 6 0 t+ 6 0 )
- - - 0 -- - - - - ------
ma si deve tener pres e nte che ora alla x si può attribuire il signif~
(90) X
( 91)
~I
ove la costante w d ipend e da l particolare problema studiato.
L'Analisi insegna che q è nec ess a r iamen te del tip o (89, 1). E '
cioè
semplicemente pensando
n it - À
80 - arctg w
(96) t*n
w
(n O, ± 1 I ± 2, ... )
La cultura è un bene dell'umanità (fantomasping@libero.it)
70
(97) (n = O, ± 1 , ± 2, •. • )
211
(98) T
w
(99)
(100)
(101) x
(102)
Spesso capita,come nel caso dei moti armonici, che o g nuno o sol-
tanto una parte dei parametri determinanti la posizione di u n sistema
( coordinate del sistema) sia vincolato da un'equazione del tipo (102).
Se q è uno qualunque di essi si ha, cioè,
(103) o ,
(104)
(105) q
@- MOTI COMPOSTI
(1 0 6 ) X y Y1 + Y2
(1 0 7) OP - OP1 + OP 2 .
(1 08 )
(109) \ OP = _~ OPi
l------·- i= !
1
Evidentemente _:~:-~-y~_J_oc:i,:.t;.~- - ~ } __ _91_<;;.ç_e.1..~i;:~_?.:i,.Qp_e nel moto compost? s~
o '
( 11 o)
o ' Y2 R2 cos( wt + 6 2 )
( 111 )
R2 cos (wt + 8 2 )
x2 y2 xy
( 114) + ~ - 2cos( 8 1 - 82 } o
R2 R2
1 2
( 11 5)
/
/
/
)'-X
Fig. 9
( 11 6) Y1 z1 O;
( 11 7) X2 = 0, Y2 o , Z2 Vt
I
( 118) ' X R cos e 0 t y z = Vt 1.
Da (118) si deduce
( 11 9) x2 + y2
( 120)
da
( 121) V
Vz z V
( 122) y
V V
so H è espresso, cioè, da
27T
( 123) H V •
w
congiunge due punti mobili è uguale alla dif f eren z a tra la velocità del
l ' estremo ~ q-urq_li.~ -- d~Ù ~ ~r.{i_iri__e_ .
Detta i la distanza di P2
( 126) i2
( 127)
( 128)
ai Vzr - v1r
dt
( 12 9) di (V z r - v 1 rl dt
(130)
. :)
\ ?
- \ -:,
\ ' (
CAPITOLO Ili
MOTI RIGIDI
I -- GE~,ERALITA'
to. Le modalità del fenomeno che si studia possono essere tali da non
:~ endere lecito trascurare l e dimensioni dei corpi che vi partecipano
(come accade, ad es., quando occorre valutare la resistenza di mezzo).
Può darsi, tuttavia, che non abbia interesse tenere conto delle defor-
mazioni che un dato corpo subisce per le cause più svariate; in tal ca
so lo schema più semplice che di esso può farsi è quello di cor po rigj_
do , cioè di un insieme di punti in numero finito o, anche, infinito
contenuti in una regione uni, bi o tridimensionale, le cui mutue di-
stanze non varia n o nel tempo.
Associeremo J.!.~-~is_~~m_c:_:-_~-~~_d-~__,___cJ:l~ - ~.!2_~2:._c:;h~E_'=.~() --~°-n- _ ç_
, _ur:~-~-~E--n~\
trirettangola levogira ad esso soli da l e , cioè, tale che rispetto ad e~
~ni ,t:i-~~:'.1_antenga coordinate indipe!_nden t i ~ a~ tempo' _Ad_
di -
rittura si potrà parlare di l ;;;t~ - rigido 'dell'intero sp a zi o solidale a
"'- -~ --- ·-· ·-- ---- - - - -- "'11 .
_una --~-:_rnc:t _•l senza neppure pensare a una speciale proprietà strutturale
1
dl~ un- èorpo naturale ma semplicemente ritenendo che in quel particola -
re moto le distanze dei punti di e non dipendono dal te mpo, anche se
C è suscettibile di movimenti in cui ciò non avv i ene .
Si riferisca, dunque, lo spazio ambiente tridimensionale euclideo
a una terna trirettangola levogira ~ · ~ (O, ~i) di or i g ine O e ver
sori ~i' (i= 1, 2, 3 ) . Si supponga che una seconda te rna pure
trirettangola levogira, di origine Q e v er s ori ii: ':' -- (;: , j i) , sia
mobile nello spazio amb iente di moto l' io i d__Q... Si intende c he Q e i ver
sori ii della '.t v ariar.(),__ __~n g __~n,era~E! • . ~-!! -~l!.1!.~~_9__!1~ __ _9_~ _!__ ~~n; p~ ,
_t, ma
in modo tal e che la T ri
f,
'!' '...,.
~3
manga sempre
la levogira.
~r irettan g ~
I ',
I ', Si pe n si a ssoc iata al
I
I la u na re g ione sp?. -
I
I zial e t ri, b i o mo nodi -
I
I me nsi o nal e - che de not e -
I
I remo co n .; - .- , ~~,::·e-: lr:. ad
I /
I /
I / essa. Intend e remo , cioè ,
I /
I
I /
/ che ogni punto p di e
o//
abbia coordinate rispet-
C_2
Fig. to alla T indipendenti
-d_~l----~ · --
tempo, (sia, c~~è, in~ie~~f:.i spetto__all~ __ T)-
-- - - .. ·-
}ma che insieme con es
-------- - -- - - - - -
sa (e con C) ' si muova rispetto alla T* .! Il moto di C rispetto alla
::.' * --iL~!-~_à -~i_t_?_:'._~:i.ia;"f~, -~~idept~mente, _~;.;rà )._;cÙvi~~~~o - da~-~~-c;~p~--- -
scen za del moto della Td Infatti, dette YL, (i= 1, 2, 3) ,le coordi-
nate di P rispetto alla T , si ha
nP
(1 )
{ OP =' on + nP · on + Yi Ìi
Si avverte ancora che nella (1), e c_os_ì ove C~_E>i~i in tutto il __ _si=. __
g uito, quando in un a relazione due fattori di un medesimo termine han-
·n; -u;~~d~ sim-;- indi-~;-si -;~ùi~~~~~~ - - ;~--~o~~t~;i ;;: ,~a-=~~-Ò-- ~ - ~~~-rispei
to a quell_' indice; in particolare c:_i_ò___ac;_E~de , p~_r_-t:_a nto _, _n_~g li ultimi
termini delle (1). Dalle (1) risulta chiaro che la conoscenza del moto
della T , cioè delle funzioni del tempo n (t) e .ir (t)'\ , individua ad
og ni istante la posizione di ogni punto __ P di C rispetto alla T *. 1
1
(2 ) OP on + Rn P•
( 3)
V
.
I
I
I
80
2 - FORMULE DI POISSON
dj_r
(4) dt ~ /\ ir (r 1 t 2 t 3)
dj_r ' I
(5) ir /\ dt ir /\ (~ /\ irl = 3 w - w x ir .1r 3w - w 2w
-------
\
dato che la quantità L~---~- ~~ rappresenta la compone nte r_:::.:=_~-~m~~--~et
tore w rispetto alla terna solidale T e pe r tanto, l'ultimo termine
-del------=----
secondo membro di
..(5)---- rappresenta il v ettore ~ La (5) dà
(6)
_ 1 [dj_r dj_r ~
(8) ~ /\ ir - 2 dt + dt x is dt
-------
dipende dalla terna
______ T . In effetti esso non dipende dalla partic o lare
)
(10) w'
1
e /\ d~s
}f -S dt
1 dj~
( 11 ) w' 2 Prs ir /\ P~1 dt
1 dir I
( 12) w' 2 ir /\ dt ':: ~
3 - VELOCITA' ANGOLARE
poco.
Sia u un qualunque vettore variabile nello spazio ambiente e
siano u; le sue componenti rispetto ~lla terna solidale T. Si ha,
p~~tan.to..,--
(1 3) u
du
( 14)
dt
du
( 1 5) u+ w l\ u
dt
dw
( 1 6)
dt
dw
(17)
dt we I\ ~ o .
______pertanto, in
__,,_ ·---
defi ~ i~ i v a,
--- ·---
- - · - -- ------- ~--
Fig. 2
j_ ')I
'" '·
( 19) ' l"Ìnw; I -J
·
-
-
-
-
-
·
~
-
-
"
riata la loro direzione in quel tempuscolo, nel senso che la loro va-
riazione di direzione nel tempi'.:tscolcÌ ··~cff~ "è ·' inTSurfil'a·-cra- 1rrrci:i1go-i-u---i:rrf'.?:_
ni tes imo -di ordine superio~-;:i_;,;pe.tto .. a- -·ctt'\- ·ce; -qufoCi.T;--·.rTspèHo ·a -··---·
· ci ~-l· -_--;;rt~~;o-:-~::;an~--;i~:;ti-U~~t~· 1a"·q~~i,H\è~- ·ai .v ~ 'loq.'ft~ -~~Jl.9.!:.~F'e
~
-d~-~ -a al vettore (;;') , in quanto esso-
-· ·......-::.~
~i~;u~a con ù suo modul~ l~- -~apidi
tà con cui le rette --
. ,___
ad essp ,o~kgganali
-· (e, in ultima analisi, lo stes-
!so · c T }_i'n do n o a ruotare iu.t~W:-::~.::~~5ta_,,_:-;:lli-é!.&:'.~b<?;... :sp.az_io .. e ... c~ri
~--~;:-~E~~j~;_~-~ t t~E~.~-~~!~le _:.:=!:.!~.: ~~-bene ..12§.r.2 _ç:he gu§;._ndo
i~E.ar la di.~t?.nA.~,n ~~ --g,,}'.'y2,,tg,r:,<~.......9-j,__ç~J1..Q.D__ sj._ i ..D:t~.lllÌ-~ ...-<:;?~~t,J;g_:ç i z zare la
/'sua completa tenden z a a~ movim_e n .:t..?.. _:iel__~_puscolo dt, _;Ln quanto, in
\ generale, sussiste la contemporanea ten d enza a trasiar e nella direzio
~ ----- ·-- · -·- -·-·-· -- ··-"" .---···- , ·- ···- ---- - -·--·· ·--·-·· - -- - -~------ --- ·-·-- -"'.'.:.
dw
(20)
dt
de
( 21 )
dt
4 -
\\/o
LEGAME TRA VELOCITA' ANGOLARE E OPERATORE fl
~ ,, (T) .
(22 ) R:;_r :.1-. .lr.
Conv i ene ora osservare che l ' espressione (6) del vettore ~· in ba
se a (22), può porsi nella forma
(24) 1
2 .ir /\ ri .ir
(25) 1
pi 2 eris ri ~s 2 eris Rmr Rms
(26) 1 1
w J.·
2 eris '
1
rs 2 eris Rrm Rsm
l. 11
·~
y
dOP do n dis .)
~-- '-
,""'' "/.
(27) I .__
dt dt + Ys dt
UJ (
- ~ ~
~..._ \ Ys~'--
che, :t.en?_ndo presente le formule di Poisson ... · (4·), e indicando con
~ --"' - -·-·-··- - - - -
la v elocità di n , diviene
----------------- --·- -- ·
(28) .'.::'.:p = .'.: '.: n . + ~ /\ nP
(r)
(30) V &l •
Diconsi tali quei moti rigi d i nei quali i pun ti di una r etta , a ,
soli_dCf:~(3__ a ___ C ha nno vel oc itd pa 1 all ela alla retta stessa . La retta
1
a
si dice asse del moto ;li ~bidal e . Si riconosce subito che ogni moto e-
licoidale è anche rototraslatorio. Infatti, i punti della a non solo
hanno velocità parallela ad a ma anche di uguale grandezza, dovendo
avere esse le medesime componenti secondo la a , in base alla enunciata
proprietà caratteristica. Pertanto se nella (28) si suppone che i punti
Q, P appartengano ad a , ne segue ~Q = ~p e, quindi, l'annullarsi d i
~ Anp , cioè il parallelismo di ~ al vettore QP . Ci ò significa che
( 31)
(~)
.-· ·
l f{ -;· VELOCITA ' ANGOLARE NEI MOTI RIGIDI PARTICOLARI PRECEDENTEMENTE CONSIDERATI
lx,.,
I ~
=y,.,.,
I
I
x, x,
\loti roto t raslatori "lo t i eli c oidali ro t a t ori
Fi g . 4
e la (I, 138) dà
e di conseguenza
(34)
( 35)
che esprime la velocità angolare nei tre casi speciali di moti rigidi
considerati.
( ,_- ) r~ T
\
\ .\-- J_
I -
-
I d /'
I i, ·~ '
2' _) ?
La cultura è un bene dell'umanità (fantomasping@libero.it)
r ., - I ',
_(/
Vv -
89
(38)
forma con ; e con p sono costanti, si deduce che i due co1:i di ?oin
s o t s ono roton di (se la precessione è regolare).
Un interessante esempio di precessione regolare si ha nel moto del
la Terra rispetto a una terna T *, avente l'origine nel suo centro e as
si di direzione invariabile rispetto alle stelle fisse. Trattasi, però,
( 3 9) o .
(40) ~ /\ Yn - ~ /\ (~ /\ QQ) w2 QQ
d a cui segue .- (
~ /\ Yn
(41) QQ
w2 "<.
(4 2)
dt. Posto
dP dQ wdt
I
Yp dt Yn dt
si trov a
(4 3) dP d iì + :J!.. /\ iì P
d QP
(4 7)
~
/\ dt w x QP~ - w2Qp
. _____...--
(48) ~p: =
.. ---
'~ Q' - w 2 QP +· ~ --~-E_!:'.,)
·----
-
~ di- qile1·1a dTun-aJ;bit~a;;~ ~~--~;~fi-~s~t~yu~-t~ - ~- - e- "d~ii-~ -fu;;~et
,' ~ -~IeCfcitempo~(t).
- - --····-- ·- --· --·- -- - - - -- ---- - - . --- - ---·-------------- ---- ------ -- --
(49) a = - w2 QP .
-P
slatorio tutti i punti han n o la medesima accel era zione . Questa risulta
nulla allora e solo allora che il moto è traslatorio uniforme.
~~'f
Qj)- ATTO DI MOTO RIGIDO
(50) ~A = ~B + ~ /\ BA • ( T)
La (50) caratterizza la distribuzione nello spazio a ogni istante
delle velocità in un qualunque moto rigido.
Concordemente alle espressioni di tipo lagrangiano stabilite per
le velocità negli speciali tipi di moto rigido considerati, da (50) se
95
n iforme . r
(
b) ': r·o i;a to :lio se si può
.-scegliere ~ -s::=::-- in modo che si_abhi.a i-
C<:"<'
--·--·-· ..,.. .....er
•...__./
.. \
(52)
~A =\~ /\ BA 1, (~B o)
con B e l•J ind i pende nti q_g__ z:\J. qualunque sia A :t~_:r_i_~entemente, a
tu tt i i punti (e solo ad e ssi) della parallela ad w per B compete
-------------- - - · -- · - -------~ --~ -- - ·
vel ocità lltJ,.l l? · Og ni moto con un punto fisso ha, chiaramente, atto di
moto rotator io . Ogn i moto i;:otato_rio ha l~~_!:._t;:Q _ C!.L_ll!()_to sem_p::_::_.i:_o1:-_a~_<?rio __
I
( 53 ) ~A=T+~/\BA
I
\
·- - i
l~-~-A__x_ - ~~~--~~)
(54)
_ =
_A_B
16 - TEOREMA DI MOZZI
l
::;i1J:ptiiili! &bi F5
I
'""
di v erso istante er ist ~l)_te.. al ttimenti-·:i.1 - moto --r-:tg-i <lo-.sar.ebbe,_esso_ st.es ,
so e icoidale. In effetti il moto elicoidale tangente corrispondente a
µn dato~stante t approssima il moto effettivo in ogni tempuscolo dt
1
(55) + (n)
.!. ~A
La cultura è un bene dell'umanità (fantomasping@libero.it)
\
. ;--\
?
_;j_ _/ 97
(58) W X .:::_ ± WT •
Si denotino con e x!
l
le coordinate di A e B r ispetto al-
l a terna fissa T* e con ei, ei, wi le componenti dei vettori ~A ,
~B' ~ . La (50), per proiezione sugli assi fissi, dà
(59)
(60)
(62) ~A
( 63) ~~ x AB ~~ x AB ~A X AB ~B X AB '
(64) e . x AB e x AB
-A -B
che coinci de con la (54) e mostra che l'atto di moto espresso da (62)
è un atto d i moto rigido.
-~2-~~- -c...!l_~_~en ~.1:~-~~~ig_l'..~!~ca to parlare in gener:.<::.~~--<:2.L _çgmposi-
- - --·---·--.--. -~ ~-
. z i one .d i a t'oJ d_i Jt19t9 , .JlOf! .. 1() ha . invece pa ~ l.a~~ . di . c?!Tlf'.()_?_.i,~_i.s:>f! i_9.i__'.!\..9-
ti d i un sistema mobile dal punto di vista lagrangiano: basta riflette
.,_ - ·- ·-- --- - ---·- ·-····--·- ----- ... ·· -- ·- - ······---- · .. .. ·-·. - ·· . -- - -· ,. -- •· . --··--··· ~ ·" · ' -
r e ch e in due distinti moti ogni punto del sistema mobile occupa in ge
----~- ·----·-- · ··· · . - .. ----- - ~ .... -- - --~ -- ·~~
nera. le p o si z i on i dis tint e . ----- -- -~--- -- --- -- . . . . . -- -- --~
------- --
-- ~- ---,..----- ---- - -~---· - ·-- -
., /
1"1 \•
·. : / '-,
. ,,
I • .
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H
' )
.'
-r cr
-' ;
v T I(_
__,
-:: C· 'i GJ) , ":::) ,ç_
\./ 1_ _
G J3 t ,,
'7-
---
\
CAPITOLO IV
SPOSTAMENTI RIGIDI
metri che indiv iduano l'orientamento della T . Per tale motivo si suo-
le dire c h e nello spazio tridimensionale un co rpo rigido ha se i g r adi
di lib_er_tà .
Il legame tra le quantità ' Rrs e i parametri che li determinano
dipende a ogni istante dall'orientamento della T ma non dalla legge
temporale con cui essa è giunta nella sua configurazione in quell'i-
stante. Pertanto è sufficiente confrontare la posizione della T al-
1' istante . tcon una sua posizione di __ .l'.°_~!-~E.:!-.rn_e.nto, ad es. , quella del
l'istante ini~iale. Si tratterà, in. definitiva, del confronto tra due
configurazioni di uno stesso sistema; diremo C• una sua conf igurazi~
ne di riferimento, C quella attuale. La corrispondenza tra C• e e
si dirà spostamento del sistema da C• a C • Poichè nel caso in esame
di uno spostamento rigido interessa in modo preminente la rappresenta-
zione dell'orientamento della terna T , supporremo per semplicità . che
Q coincida con O, (considereremo, cioè, uno spostamento rigido -.con
un punto unito) e che nella configurazione di riferimento e• la ter
na T~ coincida con la T (cioè, nel caso di effettivo movime11t9_, . ~
(1) OP ROP *
(3) Rw = w w
suol dire che . ogni spostamento ri gido con un pun.t.9 _71n_~~ o coinci d e
O
con uno spostamento rotatorio di una certa ampiezza • intorno a un
_ _ _ . . ... - - ... .-P ~ •-• • --· · · ~ - --- - - --, -• - • ·· -- - - --~----•• ••·• • •· - · · - - ···- · • · ·•·•·-· · •- v •- - ••· ·• •·•·• • • •- - · · - ·
asse a passante per O.
2 - VETTORE ROTAZIONE
i
!P*P != 2!QP*! sen
(6)
Introdotto il vettore
(8) tg i w
2
si ha
cp
(9) sen 2 cos ! w
2
q
e la (7) si scrive
(1 O) P•P
2
+ q2
[- q 2QP* + g /\ QP* J.
Risulta (Fig. 1)
( 12) p•p 2
+ q2
[OP * x 9. 9. - q2op• + 9. A OP * J,
da cui segue
( 1 3) OP OP* + P*P
+ q2
2
[ (1 -q JoP* +2g /\ oP* +2 op• x g s]
Confrontando le (1), (13), valide qualunque sia P* , si deduce
( 14)
+ q2
l
l ~a~-~e subita da e ~ con la sua direzione uella dell'asse (a
te per O) intorno al uale ha avuto luogo la rotazione. Pe r tali motivi
\ si chiama vetto1'e rotazione .I
~~---·- .::.:__\
_ S(
3 :.._ ANGOLI DI EULERO
seneN
nonchè
( 1 6) N cose N X .1 1 COS $ .
( 17) Ì3 - .9_ 3 X
Ì3.9. 3 sen9N /\ .9. 3
ll (cos .p cos !)i - sen<j> sen!)i cos e ) s:_ 1 + (cos <j> sen !)i + sen q, cos !)i cos e ls:_2. +
(20)
+ sen .p sen e s:_ 3 .
12 (sen <j> cos !)i + cos <j> ser.'J! cos e ) S:.1 - (sen <j> sen !)i - cos <j> cos !)i cos e ) c +
(21)
+ cos <j> sen e S'._ 3 .
Rn = cos <j> cos !)i - sen<j> sen !)i cos e ; R 12 = - sen <j> cos !)i ·- cos <P sen!)i cos e
R. 13 = sen e sen!)i
(22) R21 = cos <j> sen !)i + sen<j> cos !)i cos e R22 = - senq, sen!)i +cm, ··~ cos !)i cos e
(23) o '
1
(26) §.p * X W OQ X w S X W
to considerato.
Ciò premesso, si cerchino, se esistono, punti Q* di C* il cui
spostamento sia parallelo a w. In base a (24) dovrà essere
(27) Q* Q + ROQ* mw
(28) m S' X w
La cultura è un bene dell'umanità (fantomasping@libero.it)
107
(29) (r 1, 2, 3)
spostamento
lo alla retta stessa si denomina -.....-- r i g i do elicoidale
·.-··· · -" ..... ____...:.... •. _.. • • _.._ _ _ _ _,;µ,,·, ...,. .... _ _ ____ .. ...
_~
; laretta
.... ............ , _ ."'; .. . , ,
~
s i
:'}:.-LEGAME T~A .Y_ELO.C.ITA_'._ ~}<_Q_Q_I,_A,_R_J;; . E PARA~ETR. I DETERMINATIVI LA POSIZIONE DEL
· ·- _ s_~s:r_~M A - - - -· - ·•..- ... ·· ---
. . 1 -·
: L'.1 / possibilità di esprimere l'operatore :, R_\ mediante tre parametri
ha come conseguenza che anche il vettore velocità angolare è esprimibi-
-·-------- - - -- -===--- ·-----·
2 (q i + e i2 s q 9. q&)
(30)
+ q2
--\
,_ p 11 e COS <j> + 1/! sene sen<j> P)
( 31) P2 =-8 sen <j> + 1/! sen e COS <j>
~)
( 3 2)
(33)
da (31) risulta
(35)
CAPITOLO V
I - GENERAL!TA'
----
dello spazio rigido solidale alla terna mobile i (o, brev emente, il moto
·- - - - - --------···· ·-·-- ·----- ----·· · ' -- -- -- - - -
ci:'l_~-a~na mobi_lel /_ ! is.f2.~tto alla te:i::_!1~ _fis!;>_él. _·~ Si tenga presente i l ca-
rattere convenzionale ?ell ~ --<:Ì:~~ .tinzione tra n:ioto '!Sl? Q.J-_J,! t o_ _~ _i:t'QtO relati
vo; tuttavia il loro studio ha notevole importanza per gli s v iluppi del
la Meccanica, dato che spesso risulta conveniente riferire un dat o feno
meno simultaneamente a più terne in moto relativo tra lor o o di dov erlo
considerare rispetto a una terna mobile rispetto a un'altra a cui sono
invece riferite determinate leggi fondamentali, come c a p i ta, ad es . ,nel
la Meccanica terrestre.
Siano iaì e ~~ l~?.:=~.!~ - ~~-- P _::_isP.e ~t_?_ a.l!_<:__ !~:r: ne 7'_*_. _e_ 'l.' e
~a e ~r le sue Ì I vettori ~a e ~a si c hiamano ri-
accele~azioni.
(1 ) OP O ll + YÙi
--- do c~n ti __ l~ _ .-Y_J_ _____g__.v:ari abile_ i.L..r.e.s±..o~ S.L_o_t ti.~.n.e__ , ___dL .cons.e.g_µ~_i:i~-~
·- - - -- -
dOQ dii
(2) 2a dt
+ Yi dt
+ Yiii
don dJi
(3) 2r YÙi 2T dt + Yi dt
(4) 2a 2T + 2r
3 - TEOREMA DI CORIOLIS
(5)
(6)
da cui segue
(7)
(8) Yi ~T /\ ii ~T /\ 2r
(9) ~a ~T + ~r + ~c ,
pur di intendere
(10) ~c = 2 ~ T /\ .'.::'.:r •
( 11 ) ~a = ~ Sì + ~r '
1
. '\ I
trascinamento sia traslatorio uniforme.\
Se il moto di trascinamento è rotatorio uniforme l'accelerazione
di trascinamento si riduce a quella centripeta e si ha (III, 49),
( 1 2) - w2 QP ,
T
(1 3 ) ~a - w,2 QP + ~r + ~c .
( 1 4) ~a ~T + ~r
( 15)
mentre per la formula fondamentale dei moti rigidi (III, 28), sussisto
no le uguaglianze
( 1 6) V ( Q) + !!J.r /\ Sì P ,
-r
+ --r
w /\ QP •
(17) ~a /\ QP ~T /\ QP + ~r /\ QP
da cui segue
( 18) o.
CAPITOLO VI
I
\.__ _!.,,-MUTUO ROT ~LAMENTO DI DUE SUPERFICIE RIGIDE
.. Siano ~j e o) due superfici rigide delle . quali la prima è fissa
mentre la seconda si muove mantenendo sempre _ i],. __~_()_f!t~_t_t_o_ con la prima
almeno in ur: - ~unt~--rc\ · (~~t~r~l~~nte -; -si . ~uppongono soddisfatte tutte
- - -- - - -- - -- - ···-· -- I -· . .
le condizioni di regolarità necessarie, in particolare, l'esistenza del
piano-Eangente · comune alle due superficie ove queste hanno punti comu-
~i). Ij~ ~ot_? ~i - ~- ~l~petto a o* si dice moto di roto la ment o l Sia C
uno qualunque dei punti di contatto (potrebb;-;~he esse r e r 'llnico, CO
me accade, ad es., se o* e o sono due sfere). Esso varia generalmen
te sia su o* che su o , descri-
vendo due curve (Fig. 1). La velo
\
\ cità di quel punto di o che nel
I
l'istante considerato s~_y~ s~
,...- -- vrapposto a C si chiama velo ci-
Tà~ai~;-;;i~-;;:;:;;~-~~t;i;;-C ~ E~ia-~n-
temente, essa. risulta _ parc:..!.I!!.l_~!!;}:_
iano tan ente in C alle d ue su -
!perficie,_ Infatti, se T* e T so
no due terne rispettivamente soli
dal i a r; * e o, la T• si può
considerare come una terna fissa,
la T come una terna mobile e in
Fig. 1
terpretare i 1 moto di e su o• c0
me moto assoluto, quello su o come moto relativo. Il moto di trascina
mento è il moto di rotolamento di o su o* e, pertanto, la velocità di.
--==- (C)
strisciamento esprime proprio la velocit ~ di trasc~n~~~~~'.. \ Dette Ya ,
~--e-J e y~-cT le velocità assolu~a, relativa e di trascinamento di C, il
principio dei moti relativi dà
per C.
(C)
(2)
~r
\
3 1"- TRAIETTORIE POLA~:!.~~.?TI RIGIDI PIANI
- ---· · ~·-=======-·.:--:_· .-,.----·-:. ~-· ·- -- - -·-"".::-:....-::-:-,":':· .,..-:-~-:-:::-:-::-.. . - - - ·-- - ------====--------- ----- --- --- --- ---- . ~ -. - --·~·
n e , C, o sono t r a lo r o par allele ( atto di mot o tras l a torio : C all ' infi -
nit o).
Il centro istantaneo si muove sia su TI * che su TI descrivendo
due curve che diconsi traiet ~o.~i~
-- - - -----
\ p olari-:'."Qi:;-ella descritta su TI* si
- dice \b~r quella descritta su TI
re su cr*,c.d.d.
y le y (Fig. 3) . Pe r determi
nare il centro istantaneo,
C, basta osserv are che, te
- - -··----- -- -- .. ·- - ·- -=
nuto conto che la velocità
a di A è parallela all '_a § se
delle x, quella di B al-
X
1' asse delle y, esso coin
-~ ide_, per il teorema di
Chasles, c on l 'inte rsezio-
E~- qelle normali agli . assi
_coordinati co ndotte _ p~..&---lL_
5 - TEOREMA DI CARDANO
Siano a* e a due circonferenze d e lle quali la seconda d i r ag g i o
metà della prima e a d ess a
tangente intername nte (Fig.
4) . Vale il seg uente t e ore
ma (di Car dano ) : se aro
e tola senza strisciare su aj
ogni suo punto des crive un
; diametro d i a* . Per dimo-
strarlo, si o sser'7i - che il
Fig . 4 punto di contatto, e, del-
le due circonferenze, nel
La cultura è un bene dell'umanità (fantomasping@libero.it)
11 9
-----------
di P passa, gg_indi.,... per___ Q_, c.d.d.
. \\Jù
V PROFILI co.NIUGATI
À* , si chiamano profili co -
niuga ti e sussiste il teore
ma: durante ogni moto rigi-
do pi an o la normale comune
9-..4.L!.!!.J!.!:_O[ili _ coniugati nel
\ . e
!~!:,-~_ y_~nto di c ontat to pa!
sa sempre per il centro i -
Fig. 5
·---...-------·-------··
stan. Fc;;.;·~~--;1.i rotazione . Si
~ - - -- - ·-- - --·-
(M)
(3) - V
-r
I - PREMESSA
f,i
'( .., .,
"•
i\j" Xl,2 X1,3
sia ~erso da.. per ogni ~&O ~~.1..C:~~~ Supporremo soddisfatta tale
condizione. Anzi, poichè per t =O (cioè, per C* coincidente con C )
le ( 1 ) danno Xr = y r e di c~s-:;uen za da ( 3) segue \ D = 1 J\ s_i .dE;!~U<?~,
!1()1'. _potendo mai risul_tare D < O e tenuto conto della continuità di .
D (t), D > O in _'?~~-i __~~-~~11-~~ - Jc_ioè, -~-1:1. _?gn~ __c:;_~n!~.<:!~~':3.i _?_~~) . ]
Nella Meccanica dei Continui ha notevole importanza un operatore,
che indicheremo c~ le cui componenti r:isE?_~~t9_ a.lla . 'J' -* --=~~nò ~_<J_li
elementi della matri_c e quadrata~d-:!-ne ··-t-re, lxr,sl· Si ha, cioè
Sia ""
dP *) un elemento lineare di ·._e-;}_ sia, cioè dP * il ve ttore
..aEP10_aj;;g__ in
dyz, dy3
e
delle coordinate
e caratterizzato da tre incrementi piccolissimi
Y_j_ __C!i . . J?.*. •__ J;p çor)'.'j._s_p_o_n<J_~nf:~ .. ? .. --dP.~ . _yi_e-
~,
'( ' n
r--\
La cultura è un bene dell'umanità (fantomasping@libero.it)
òi
(
I - I
122
3 - ALLUNGAMENTI
n*
----------:7
,,
(9) ( a (T) a )
rs
(10)
( 11 )
( 1 2)
oa =
ldPI -
I dP* I
ldP * I
1dP-1 ;,- ·c1· +· "c a l I dP ---
·-------· --- ---------- -- -- -· --- - ..
·!·
( 1 3)
4 - VARIAZIONI ANGOLARI
( 1 6) (1 + oal (1 + o 13 J coso
~ ---------.......
b rs a r Bs "')
( 17) cose
-----~~-
-~bpq___Ctp- -
a q h Jl m 13 .Il Bm )
------ · - .
La ( 1 7) espr i me il coseno d i due quals i vog li a element i lineari del
continuo a deformaz ione avve nu ta . Tenuto conto che nell o stato indefo r
mato (cioè in e * si ha per quegli elementi cos o* = ::!. x ~ , la (17) c~
r at teri zza pertanto le var i azioni angolari . E ' d i i mmediata constata-
zi o ne, come era , de l resto , prevedibile, che se l o spostamento è r i gi -
do si ha cos e cos e • , qualunque siano ::!. e B. Non vale , però , il
-viceversa.
5 - DILATAZIONI SUPERFICIALI
(18) dP /\ oP a dP * /\ aé P* A ( dP * /\ o P * )
( 19) do .!:!_ d o* A n *
(20) (d o ) 2 (d o *) 2 An *x An* X n
(21) ~(d o ) 2
o2
d o - d o*
(22) do (1 +6 0 ) d o* .
do*
6 - VARIAZIONI DI VOLUME
(24) dC D dC*
(25)
dC - dC *
dC * -
--+ dC
7 - CARATTERISTICHE DI DEFORMAZIONE
ze
b - 1 b rs - 6rs 1
(27) e: = - 2-
2 2
(28 ) b 1 + 2 e:
(29) u P* p '
da cui segue
(30) Ur , s + cS rs
( 31)
(3 2 ) Det b - De t (_:!_ + 2 E)
(33)
(34) - COS 8 rs (r i s)
OSSERVAZIONE - L'us o delle (31) nella Meccanica dei Continui porta spe~
(35)
CAPITOLO VIII
-----------
di questo corso di Lezioni.
Ad evitare per altra via quelle di_ffic_oltà o perchè no n ha
se__111_e ttere in evidenza la struttura particellare dei corpi i quando si è
int e re~
mente) una certa regione dello spazio \ (ad una, due o tre d ime nsioni).
- - - ---- - - - ·- ------- - ---·--·
Naturalmente può essere conveniente rappr e sentare un dato corp o con uno
o l'altro degli schemi a seconda del fenomeno che si stud ia. Così, se è
conv eniente schematizzare la Terra in un punto materiale ne l l o studio
di taluni aspetti del suo movimento intorno al sole, _n c;:i_n _J o ~- _ i_ nv ~ce
2 - VINCOLI
_,/
Nel Cap . III si è osserv a to che in molte questioni riesce comodo
schematizzare u n corpo naturale in un sistema rigido, volendo con ciò
richiamare l' at t e nz ione sul fatto che la costituzione del corpo è ta-
le da pot er r.i tenere i r_ v ari a bili le mutue distanze tra i vari elemen-
ti del corp o s t es so . L2 c o nd i z ione d i rigidità attribuita allo schema
ideale d e l corp o n a tu•a le ha per effetto ~na !imitazione de lla mobili
tà dei sing oli pu n t i d el sistema (particellare o continuo) .
Ba s t a pe r convin cers e ne ricordare jche la conoscenza di due_~oli
vettori - i v e tto r i car at teristici - determina la velocità di ogni pu~
getto ogni liquido perfetto). Sulla base del la (VII, 26) si riconosce
che _ ~n sistema incomprimibile può avere tutte e sole q u elle deformaz iQ
ni che non fanno mutare il va lore del determinante jacobiano della tra
sformazione.
- - -~ -· ---- -- -
(1 ) f (x, y, z; t) o ,'
t
i
(3) ' z = -rt~- ~: \
,.... -· --~
/
/,-4---Ji-7
/ /
/ Nel caso di un punto, P vinco
/
/
. p
L / _ _ _ _ _ _ _ ..../ /
/
/
lato a stare su una superficie la
rappresentazione (1) porta a pot~
(4) y
(8) OP
(9)
..... ,
La cultura è un bene dell'umanità (fantomasping@libero.it)
1 34
xi + Y ~ - 12 O ,
( 11 )
o t o I Xz O e Zz o .
tà.
Lo schema punto materiale rien~ra
- ·..u~s::t-::_cné-
: . ::.. ..::;,: Té' ~ dU-è Tifrrie abbiano la
__-· ..medes'
- -·...:,..,. · __ i ma __origine __::
coincidente
_______ .__ __-:._:. ___________ _____________ ;.. _. __ _.con
:_- ___ ___
_ :..:__ ~ _-:_ ;__ :_
Q I
cie o in una d_e.:_1: _~_'.1e regioni . ~.:1-2?~?.: _SI\lesta divide lo spa_zio\ J l vin-
colo si espr,ime nella forma '!
-- ------------- - - - - - -,
( 1 5) (f (x, y, z, t) :::. O ,,
~- ------ --···-· ·
( 16) 1 ·~
In generale, ~~_ api tare di dovere considerare . ol. t:ç~ alle (6) un
certo numero di disequazioni
( 17) (i 1, 2, ... , s)
( 18)
_129.--~ ----~o_i:c;:> __ posiz ~~~-~-- d_~ c_o_'.lfiJ1e quelle su rr ~ ordinarie le altre (con
I z _~ '-~--. :!: ~0 )
m~nt:i:-e i,ri quello della sfera rigida sono 12osiz~o11~ di_ coE_
j
~~-~::_ _9_1:1~_lle nelle qu9-li la sfera risulta tang-en~~ al piano xy , ordina-
rie quelle nelle quali essa ne risulta distaccata ! !essendo q 6 > R I .
Se si riprende l'es e mpio dei due punti A, B vincolati a stare sugli
assi ~x ,--·· y-- senza che A possa stare sul semiasse negativo delle x ,
l'unica posizione d i confine si ha quando A è nell'ori g ine degli as -
si. Se si suppone invece che i due punti, anzichè essere rigidamente
col l egati, siano l ega ti da un filo inestendibile in modo che la loro di
stanza non possa superare la lunghezza, 2 , del filo, l'espressione an~
litica del v incolo è fornita ancora dalle (11) , pur di s ost ituire alla
(11, 1 ) la disequazione
--~~
,
'
~- VINCOLI~NOL ':>_~ OMI] __ _ _ __
Oltre ai vincoli \ olonomi ~ i.~.9-t_eral_i_ ~ _tJ,f!.i_lat~ra_lj.__ ç9pgA_ di, _ dover_e
considerare altri tip[d.iv-i-;:;-coli, _dettoJ __Cii:ij~_Toliom[J
Sono tali quei vincoli la cui rappresentazione analitica 1?-()n _è _po~
-' , ~
che s.p_§_gia_J,~_ c;o_11s:!2-~~ont::_ all' a~-~() __9_~ m~.!-~-- P~~ _ <:;u_i, _la_ -~~stri~::i:.~.?.~~ ___C!~~lle
velocità non può essere una qualunque di quel l e consentite dai vincoli
- - ------------ - --·--·-··-·- ----·- - - ·- - . __ ,_ ..... -- -·-----·-···-- - - - ---- ---- - . --
o_Ionomi E.f.~E~,!~:J;'. Supponiamo, ad es. , c_he ~na sf_~ra r _i_g_ida_ di raggio R
s a a a manteJJ~__ ..§.'=.~El'.'_~_ ~-n- C:<:'_f11:_C3.1:_~o- con i l piano xy [come av
viene per quella considerata nel numero preced;nte s~~i- ~-~i~de~ =ia:::::P:Ci~
sibili tà di distacco da l ~~~::_o__ xy fT si--tr-a:tt.a -ev ia~;--t~m~-~t';- di un -
vinco lo olonomo bi laterale esprir.iibi·iE;; · - con le notazioni del n umero pr~
cedente - mediante l'equazione in termini finiti\
( 21)
. .. - - --------------- -~
9. quella d~~!e:ren_z_~~-~~_J
(22) o .
(23) ··e:
I
\d
-A_\ .
T
-
+ w /\
-
BA
'·
colo olonomo precedente, sono pos~g>ili _ .e_~:i:-.. - ~-~ -si~X:.é!...S.Utj~i e soli g:.li
~:t:ti' à.~_p_~~ cu~e-f.?J\çl-9_,me~bJ'.'~ ai.L..ulj risult.<: ortogonale §tl_~o
asse z quando A si identifica con la posizione e * del suo centro.
ì?Ossono, ad es., aversi a_-t:!: i di moto rotatori (T = o) iDtorno ad -~E. a.§_
se parallelo z
- ···---·-- -- - -· -· ... - -- ·- ..
o traslatori (w = O) con ve locità di traslazione paral
lela al piano xy o anche, ad es., atti di moto elicoidali con l'asse
d i moto, a, contenuto nel p_iano xy \ e passante __PE'!Li_l _ 12_~_~t_o ,__ ç_ , _ ~i c::o~
ta~~-'-t~ ~~-~~;-;;;; -pt;~~~ :~- la sfera. \
- - ·In tale cas'o ... Q::y"'rappres enta la velocità d i strisciamento ne 1 mo-
to di r ~tel.inento del la sfera su l piano xy e può avere qualunque gra~
li abbiano luogo solo que lli per cui il moto de lla sfera sia di puro r~
(24) .; !' ~A = ~ A CA
.
I
?h~---~ · -éì~t~ _di _!1:11?.!() _s:Lq _d,el t:i,p() _e_spr~sso dalla. (24) , resa esplicita me-
~~te _!-__ 12a.I'éìrnetri _ l _a grangiani, i non è deducibile per derivazione da una
relazione in termini finiti come lo è invece, evidentemente, la (22).
E' da tener presente, tuttavia, che possono aversi vincoli di mobi
lità che dal punto di vista analitico hanno comportamento olonomo __in
qu~11t_~ _ ~-~ equazioni in forma differenziale che esprimono i vincoli sono
deduc ibili per derivazione da relazioni in termini finiti ~ Ad es ., men-
tre il v incolo di puro rotolamento di un disco su un piano è generalme~
• JY
I
I
I
1
iv·
I
I
piano
se delle
Oxy e i due membri della
(24) sono ambedue paralleli
x. Se si identifica in
all'a~
(26) X - r El o ,
(27) y - r o , z =o
Tra gli spostamenti infinitesimi hann ~~ ticolar ~ ___J, i:i_!:~ resse quel
li di una . --·
determinata s pe ~i e_ , ad es. quelli possibili . Questi, nel ca-
-------- - ...... ·-·- ·- .. ··-· - --___:._· _...:..~ --
af 1 af 1 af 1
a t: 1 at: 1 + ... + a<; r at; r + a t a t o ,
(29)
i -)
(31) . aq,i ~ o , (i 1 f 2 I • • • S
--·- - ·- ·-· :1
Le (31) rappresentano delle effettive condizioni per lo spostarne~
(32) dP d Sì + !!!_ /\ QP I
ove dQ e 1jJ sono vettori infinitesimi che soddisfano uni c amente all e
equazioni degli eventuali vincoli esterni.
Anzi, in loro assenza, in base al teorema di Mozz i s i può afferro~
N aoP aoP
(33) (cl;\ = dqh +
~ "'"
h=1 aqh at dt
'
· ~~_gh_s_~I}_O_ ji~ ]:)j_ trarie in assenza di vincoli unilate _r ali ' · mentre
- sono tenute a soddisfare a disequazioni de ~-~ po _(3 ~ _ ) ___ -:!:_!l _ p_res_en ~a,__dJ- ta
li vincoli e a partire da una posizione di confine.
---------- ~- -- ·-·
7 - SPOSTAMENTI VIRTUALI
r él OP
(34) l:
i=J
r df 1 r él f v
(35) l:
a~·
'> l
t5 s_; o , ... l:
éls i
os i o ,
i=1 i=1
r él <P 1 r a,p5
(36) l:
as i os i >,- o , ... l:
él f; i
of; i ? o ,
i=l i=l
él f él f
(37) a;{ oX + él y oy + él z o Z o ,
él f 1 él f 1
I'"
- - ox + - - oy +
él x él y él z
oz o,
(38)
élf 2 élf 2 él f 2
él x
éx +
él y
oy +
él z
oz o ,
nel secondo.
Si riconosce facilmente che lo spostamento oP ~ _tange ri_t:~__al.la __ s:!:!_
perficie (1) o, alla curva (2) nei due Cél.si considera t:__~. i. Fatto analog?
si riscontra in una debita inter-
-- - -··-- --------·--- - ·-- ·- - -
~ --- -" · ·- - -- -- - - - ·~
te l'esempio ..
~1:. ~n~ _ .l?PO_~~-ameJ:lt<:J possi!Jile e _di _uno vir:tuale_,_ __ alJ. '. _ ista~
te ;f.
'·
Se il sistema è rappresentato in coordinate lagrangiane q1, q2 , •
aoP aoP
(39) cSP aq1 cSq1+ ..• +a~ cS~
N ax
(40) cSx ~ E cSqh, cSy
h=1 aqh
(41) (i 1 I 2I • • • S)
za.
Si consideri, ad es., un punto
P vincolato a stare sulla circo~
fere~~-<::9.:ri..te_n_µt_a__:rJ.~l_ EJ.~no_~-
(42) Rt sen q , z = O ,
(43) q ~ o ,
(45)
(46) .S q ~ Q I
proveniente dalla (43, 1). Anzi, il s_egno d_i :qg~9g_l_.ianz_a__ l} ~J,.l_a __ ,C4 6) ___ va
2:.:>clu§..9 s~ si vuol e e.Jl.i.ta.r.e_lo sposta~.
spostamento elementar~ i!1 __c_~ L le_ v_e.2:..2,.cit_à J!i~.L.2_~ ~~~~ ngoli punti
"sono soggette unic_~ente alla condiziq11e d_i _ _§)_p~~ e au~s.:~e- d_~J:_
guel l,_~ __c_
ons.e nti te dai vincoli, supposti invariabili e quali essi sono
all'istante /f; 0
cònsiderato. Ciò si deduce subito qualora si interpre-
tino le ·Zç:iJ ,- - .S qh come C:::Sl.l!!E.O.!!e_!l~i di velocità virtuali moltiplicate
pe~~~ !:§!~~s_c°-_l? _· In particolare, da ciò. - come pure dall' interpretaziQ
1
•
(47) e n + B A nP ,
CAPITOLO IX Ì'
/ BARICENTRI - _
ziale e per tale motivo non è stato necessario introdurlo nei Capitoli
precedenti, tanto che nei vari schemi fatti per rappresentare i corpi
naturali si è tenuto conto solo delle loro proprietà geometriche. Non
appena, però, si vuole collegare il movimento dei corpi alle cause che
su di esso influiscono (Dinamica), quel concetto interviene in modo es-
senziale e bisogna tene r ne conto nello stabilire lo schema ideale dei
corpi naturali. Pertanto _oçc_o:r_r _e _coi:n12l~tare le prer(Jgat_i ~e- -- ~~rib1:_1!:!:-e
agli schemi enunciati nel primo numero del capitolo precedente aggiun-
g_:r:~_o__ _él-~ o_g.!J.uno _d i _ _e ssi .l '_attributo di massa·.
Così per e_y..!:!.l_Q_ Jn_cu_eria-le intenderemo un punto dotato di massa (fn aE_
\'sa concentrata)], per sistema particellare un insieme di n punti mate
'ri-ain
L'osservazione diretta porta ad attribuire alla massa di un corpo
un -~vc(l_Q~-~-~ nel senso che ad essa si può associare un numero che ne dà
la misura , dopo che si sia stabilita, convenzionalmente, una massa uni
ta:=-_0 1 e a ritenere valida la p_r:~E! ~ eii_ -additi va : -~~-~_;_;;._;_;;-;-r,.a~"i!:_
i;t_: _ c_i!_]:_'. i!l?ieme di pi ù co rp i o delle par ti d i uno s t esso c o r po-==:~ " ug ua li:.__
/a l-la-~o~ma~~~-i_8-~~n_d_~-:1'_~_i__ ai __ ~!:!lg ol i co r pi o a l]_fJ_~ni__o le
l· ! P-"-~_t.:k- •
I
Sicchè, se mi indica la massa del generico punto, Pi, di un si-
stema particellare, la massa, m, dell'intero sistema è espressa da
(1 ) m
(2) . mc .= i µd C ,
1
essendo µ (P) una funzio~e: __P.9~~t:iY?-_1.\ ~..E~~-~l!li.tata_à.al__ punto
P di C , _ inc:J.ipe_~dent_e da In particolare la mas~a m ·- d~Ù' intero
e-:\
------- ·
sistema continuo è espressa da l
(3) m je. µdC •
Da (2) segue (in base al ~~orema della media~ per gli integrali)
~ ----:...-::..::::=_::.=: . ~..::.: -: .: . . -·.
(4) lim
c->P
[-p~ ! Jc( µ (I) •e µ (P)
(5)
(6) m
dµc
(7)
dt - o .
Avvertiamo che gli sviluppi del presente capitolo e dei due suc-
cessivi prescindono sostanzialmente da un qualunque significato fisico
del concetto di massa. Basta attribuire ad essa il significato di num~
n
(8) OG l: mi OPi ,
m i=l
n
(9) l: miYi ' zG
m i=1
i
Nel caso di un sistema continuo occupante la regione C / il ba~i-
- - -----·-------------·--------
·---- -·-----·····-· - -·---· ·· - ····-- -·- - --··-- ~---- ----- - · -- - - ··· ----- -
centro si definisce mediante un gassaggio al limite. \\ Si divide
····-·--- -·-··· -··- ·-- - -- - .
e in
un qualunque numero, vA di regioni parzi-~ii _;[~~~- d v ) ~- ... cC ~ _ __!=_ _iI1
~gnuna di esse si c;~;id~~~-~~-;:~to·-·-P-cvY , - (i _:: J ,__ ;:;~~--=-=-= ~, . scelto
- -- ----- - --·--··· ·-· . ... ... ...... - .. ··- --·---------- ..... . . l -
a piacere. Si considera . il baricentr_~---~~~~~-9~!-__!:;~~1:~-'!}éL P.arj:icellar.e.. c~
sti t~(ja~ _ __v_ ....E_tl.!:1!..i_ .?_c~Jt,i, , ...dotati ognuno della _massa corrispondente
alla_ regione parziale a cui esso .;i.ppar.tiene. -~-i. __f_é'.l __ t_~_Q_S!e_r:_ ~~ -~~!-~!1-"!:_t:o
v facendo simultaneamente tendere a zero la m~ssima corda di ognu~~_c'.1€!1
(10)
f c (v )
r
µdC I ( r 1/ 2/ ••• f V)
equivalente a
( 11 ) (r 1 , 2, ... , V )
con p-C v ) punto conv enientemente scelto entro c(v) (teorema d e?,7,a me -
r _~.: _:-.:-:---:-:: :::=:-:-
~ - -- r - - -- - -- - - - - -
d ia ), si ha, in base a (8)
V
( 1 2) l:
m i=l
Essendo
( 1 3)
la (12) diviene
(14) OG ( v ) l:
m i=i
da cui segue
1lim
\)
lim OG( v ) l: µ <P"~ v ) l c~ v )OP~ v) +
m Lv-+oo l l l
i=l
( 15)
\)
+ lim l: µ <P" . Cv ) l
l
c.
l
( \) ) -( v ) p
pi {\!)]
\)-7-<X> i= l
( \) )
Jil__tendere- di -- -\l - --ad __infin_i to e delle ci a zero, si ha
( 16) lim
\)-7-<X>
\)
i:
i= 1
lµ (P) OPd C ,
\)
( v) -( \l ) p~ \l )
(17) lim i:
\)-7-<X> i= 1
ci Pi i o '
(19 )
m le µxd C m fc µyd c , m .e
( µ ZdC .
(19) si riducono a
(2ò) OG [ OPdC
e
La cultura è un bene dell'umanità (fantomasping@libero.it)
153
(21)
1
e Je xdC 1
1
e l yd C I
1
e 1e
zd C .
(22) mO'G'
____,. ·_-P1
/ '!
Sottraendo la (22) dalla (8) si ottiene
, I
n //
(23) m(OG - O 'G') E mi(OPi - O'Pi)
i=l
Essendo )) e-·'
(24) 00'
da (23) segue
la quale implica
(26)
(27)
·-------
n
E m . GPi = O i
i= 1 l. i
- -__:
'---- - -
(28) l µGP d C o ,
Assunto (:r , com~-~o----~--'- ri~_lta nulla zcj ~~ - ~:'! pi t:__ __~~- '.3:.sse_X .i
_è__!~~~~~-- ~l~~ - ~'.:_-~_in ~__:;_:~ pun_:_<:)_~- ~'--~--: 'asse __:__ è _o_:~e n t:_~:::
to verso i~ semipiano xy che cqntiene il sistema [si tenga presente
che Jl è convessa (Fig. 1 )], ogn~
---- ---·~ -- ·-· - -- - -- ----- - - -
no dei punti del sistema ha coor-
y o\__
_______ ________
dinata xi > 1~~1~ la----~- -dio~
\
Fi ~!:!..:.-
Infatti, assumendo il piano xy tangente a cr in un suo punto
Q0 e l'asse orientato verso il semispazio contenente cr, tutti i
z
P-u_
n_ti-ha~- 1-~----z ---~P ~!_:_~~~Toi- ~~~~~~~;;-~~ -- ( 9 ·; · 3· i'-· ~i-;~ -1t~ zc > o.ciò
vuol dire che G sta rispetto al piano tangente a cr in Q0 dalla
stessa parte in cui si trova cr . Valendo ciò per ogni punto Q0 di cr ,
si deduce che G è interno alla regione delimitata da cr .
e) Propriet à d istributiva
s t emi par zia li c ~2 , •••• ,
__
.__ : se si divide il sistema -
i?, suo bar-i centro coincide con quel -
cn
C in n si -
nr
(2 9) i: miopi , (r 1, 2, ... , n:i
i=l
n n
( 3 0) l: m (r) OG l:
r
r=_l i=l
n
( 3 1) : OG l: m(r) OGr
i m
r=1
il che dimostra la proprietà enunciata dq_t_Q_ __c_b e___l!\____ ç_oincj_de_ eyi_d ente:-
me nte con la somma di tutte le
-- -----mCry - - .
Pi ani diametriali :\ un pia n o ir, s i dice - rispetto ad u~ _ AfZ_to
f)
- - --------- ... - - -- - ---- - ---- - - - - -----· -·· --- ---------·--------- ---------
sistema materia le C - __ p_~ano d_~C!:.."!..e..t.:_i_a_!:_~_ c oniu_g_q_~!!__q_~E_!-.!_f_e_r,_m_i.r!:C?.Y! _
La cultura è un bene dell'umanità (fantomasping@libero.it)
15 6
-baricentro
- - - -- -- -d1:i baricentri dei sistemi parziali costituiti uno dai punti
----
di C appartenenti a n , gli altri delle varie coppi e di punti P, P',
quando__~i__attribuiscono a quei baricentri le masse dei rispetti y:j._ _E_:i,_~!:~
mi di cui essi sono baricentri. Dato che ogni coppia di punti P, P' ha
il suo baricentro su n [proprietà c) ,in fine], n e se_<[~~ che G coin-
cide con il baricentro di un sist e ma di pu n t i tutti app a rtene nti a rr e
qu~ri_d~ - ~J'.ll?~_rt~eri~ --~- rr f _ [proprietà
a)].
Si dice piano di simmetria , per un dato sistema materiale C un
piano diametrale - rispetto a C - coniugato alla propria di1'ezione or
togonale .
4 - BARICENTRO DI UN TETRAEDRO
(33) c.d.d.
1
(35) IG'G" I 3 JAD I .
IG'G" I JGG' I
(36)
[ADJ ~
da cui si ottiene
1
lumi. _dei corpi .dL.r.o.ta.~ j.~
Sia ·~ ; --i:;~ ,- ~~ e"à: . pi~na, . G il suo baricentro e r una retta del
?uo piano che non la att ~~
versa. Sussiste il teorema
di Guldino : i_]_y2-l._~.!!1iL_g~n ~
rato <!:._a__ o pe r una sua ro
~_E3-i..Q.Jj_e__ di_ _{<.'J'I.99. l O_ CL~_]!_j_Q_
to r no ad r è uguale al~g_
-- - --- -· - -- -- ---
~unghezza dell ' ar~~_di _ci ~
a_ol!fer en :;:_a descriti~~!l.
X
----
moltiplica ta per l ' area di
--··--- - - --·-· -----·--- -
a . Per dimostrarlo assumia
mo come piano xy il pia-
(39) ( xdxdy ) .
a la
Invece il v olume dV, generato a causa della rotazione dell'ango-
lo ~ di a intorno all'asse delle y da un rettangolino di a con
lati paralleli agli assi x, y e lunghezze uguali a dx, dy , coincide
con quello di una porzione di corona cilindrica di altezza d y , avente
per base la corona circolare di raggi x, X + dx e angolo al centro CL .
Si ha pertanto . . 1,,,.,:'
' I .
" ..rt'_ ;,·, ;r (/ i ~
a
(40) dV =
2 ((X + dx) 2 - x2 ] dy axdxdy
( 41 ) V = a 1 xdxdy
·-. . - ···· .... --~ - -- · -- _ ___ ,, __ ___ ,, ____________ _.,., __ ___ __,,_._____ __..-{
n
(4 3)
60 =
l:
i=l
( 4 5)
I
!I G-
1
'-· '
MOMENTI D'INERZIA
(!)- GENERALITA'
Si definisce t::_()~-~;;.;~--ci~~-~:'..:_~_':l_~(ill
di u n qua l-unqu__~-~iy}_ema P.5-!'~i
c el-l-ar e r ispett o ad una retta r l-a s omma dei prodo t ti del-le ma ss e p e r
i q uadra ti de He di s tan ;~-d~T{;;-~--p~~i~ - d'{'_~~~!i~az_i~-n~ _d__~!_l-a ~-~~~a j
In formule, detta mi la massa del generico punto, ]fil del sistema e
oi la sua distanza da r , si ha
Da (3) si ha subito
(4) mp
2 I
--=----
sogna immaginare concentrata tutta la m~~a_ g.ffiJ:lchè _~~l___~l,l_Q__momento__Qi
·=- .
inerzia rispetto ad
- _:;::i
,
z r y: - o~ (5)
C" - Oj ~
-------~p Y; , Per dimostrare il teo
1
rema assumiamo la terna di
___ _g__ _ riferimento con l'origine
in \~) ~-~-:!,_ EJ.c:l.I1Q Y.<!: . co_-
inciderite s::.Q.r1_..5l.ll_~~}._0 __51~:!-..1-.!=!
r-~-~~~-j~ , :::_G_·) S ~_9- _e
_P! l'intersezione
..J... ------ - ___ _ _ .. . ..... di r con
l'asse y e la proiezione
di Pi _suJ piéi~C'.. ... ~Y: (Fig.
G. Q 1). Evidentemente è
\ ---- I ,, y
g.----.J'P.' (6)
X
Fig. 1
e poichè le coordinate di
~ --- -·- ~----- -~
(7)
(9)
(10)
( 11 ) J' = JG + md' 2 .
I ? ? i
P_~ _~:_1__:i:~e~i\ (che s uppo-
' ,_,, t-è I niamo particellare) (Fig__J ).
E'
--·--· -- ----- --- - --- . -------
e insieme
(15) X~ + y~ + Z~
1 1 1
(16) x~ + y~ + z~ - (ax. + Sy . + yz . ) 2
1 1 1 1 1 1
( 17)
I - .-- --- -- -- - - - - -
0~ = / (y ~ + z?) a 2 + (x? + z?) 8 2 + (x? +y?) y 2 -:-
1 :_1:_ --~----- - - ____1 _ ___ ;i, __ _ - ' - - - _.],__ -- 1
( 18)
_,
2x~yia8 - 2xiziay - 2yj_ij_lfY-:\
....
- ,_
- - - - ------ -- -
' \ -
n n
A - l: mi Cyf + zi) , B e l: mi(xf +yl)
i=1 i=l
( 19) n ··-
{ n n
A'= l: miYi 2 i B'= E miXiZi C'= E -<-: mi XiYi•'
i=1 . i=1 i=l
si ottiene
(20)
sti .
A - e I
- B I
- B' - A' e
1) .' ,. ( j l
- e . ...
~- r· ...,..
Se si denota con Di) il..._ versore della retta di coseni diretto_::_~ __(l_r
\ f3 , e si tiene contci' che,·--in--b~se a (I, 131), il vettore cr u ha le
y,
1- - - -- -- · ---- ----- --- . --- ---- •-. . . . - -
/ componenti espresse da cri 1 a + cri 2 f3 + cri 3 Y , si riconosce che la (20)
!·-----·--·- -·-- ·-·--·--- ... --···
/~resentars lj
(23)
1
(24) loLI
18
,/
:/
(25) } -:( - -- ,- / · - --- y
/' z = loLI y
/
./
/
da cui segue
,.. ..
(26) '-.~)= /!f X ' 0 = /'.f y ' y '·. =
j
/i3 z .
(27)
-··-· -- ----·
+ Cz 2
--....". ·-··----- .. .. ...............
- 2A'yz - 2B'xz - 2C'xy = 1 ./
,. .... -- ---- - ~--- ·
(29) Ax 2 + By 2 + Cz 2 1 ,
___
.--------- - ~----- -- - -·- - _,,
(30)
r.
Se invece uno solo degli assi di riferimento è asse principale di
~_: .i.~ si annullano solo due dei m~Il)en.~i _ di deviazione come risulta
da note proprietà delle quadriche a centro • Ad es., se l'asse x è as
s::_.E.~~::~_p_a_~=-.9.' 1:!1er_ziél. risultano nulli B' e e' ·•
Si dice che rispetto ad un dato punto o jii sist~ffi"~- ·ha-·s@t_:ir~J
giros·~-opi ca quando l'ellissoide principale d'inerzia relativo ad O è
rotondo. L'asse di rivoluzione essendo asse di simmetria dell'ellissoi
~~ - e _ anche asse principal~ __ d' inerzia . . Cosi pure sono assi principali
d'inerzia tutte le rette del piano ortogonale per O all'asse di rivolu
zione. Assunta una qualunque coppia ortogonale di tali rette come assi
xy e l'asse di rivoluzione come asse z la (29) diviene
7
i- /
~·
(31) iA (x 2 + y 2 ) + cz 2 = 1 t
---·-·
-~
(32) A B
'
•'
per i l fatto che l'intersezione del piano xy con l'ellissoide è una
circonferenza di centro o.
Un cor po si chiama g_i_!:__~c:_pi~_ !:_ . ~ _l suo ellissoide central_(3_ d ' i _-_
nerzia è rot ondo . L'asse di rivoluzione si dice asse giroscopico .
- - - - -------- - -
Denotando con i giratori rispetto agli assi x, y, z
risulta, in base a (4)
(33) A B e
e la (30) dà
(34)
1
cipale d'inerzia rispetto ad ogni punto di r ammette come assi di sirn
: metri a --~~ norrn_a _l i a . 1~ e E2} e non essendo queste ortogonali esso deve
essere rotondo intorno ad r.
d) se un corpo ha rispetto ~d un suo punto O struttura giroscopi_
ca e Z ' a~~i rivolu-zi~n~:ifj_cl_!__~-~~-~!_~~~so_~~-e d:__i~rzt5at-i~"ò-ad.- ·_9_
passa per i l b aricentro , -~~Y~~o è un giroscopio e il suo asse giros co-
pico coinci d e con a . , Infatti, assunto a come asse z risulta
(35) A B '
e insieme
(37) X
X ' y y ' z = z - ZG '
(38) A
n
A A + mz 2 - 2zG
G
l: mizi ,
i=l
h
(39) B B 2 -
+ mz G 2zG >. mizi ,
:i..=1
e e ,
n n-
(40) A' A' - ZG l: miyi , B' B' - ZG l: mixi , e• C' .
i=l i=l
6 - SISTEMI PIANI
.
- - ---------- --- -... ·- ·-· ··- -·-· ·· --- -· · _.._ ... -........ ~··--- ~... .....
zia rispetto alla sua intersezione O, con 11 e gli altri due assi
principali appartengono a 11.
Se -~L_s_ç_~gJ__.t_~_ l~__j;grn_g, __ dL-rif.er.imento _.ass!.lmeQé!O_ .c .ome_as se.. ___ z __ ),a
. -
;~rrnal~-- in __ _o_··-~ --~11----~.. .. C:.'2~~.. -~~~~-J~"Y,L 9~.~ _ql.la~~~g~e._ r~_t-~~ . o:r::t_<?,9'2.U~li ~
i ~---U.~:=_=:i~~-~~- ___9..1. le ( 1 9) . di v~i:<J_?_l'l<?'.t
\ ' ;',?__.
'--·
(42) e = ~ i::
n
m (x~l. + y,, ,
"i=1
(4 3) A' = O B' = o , e•
(44) A L µy2dc B
L µx 2 dC , e
l µ{x 2 + y 2 )d C ,
A/ -·
~- ='gnuno dei due casi si ha, pertanto ~ '·
·-----------·----, ~ BJ
(46) I C =A+ B~J
L.------ - ----~.J
..-'· I
---
la SPWI!!!!: dei momenti d'inerzia rispetto a due qualunque rette ortogon~
-··- .
--------- - --~-. ------- ----··- ·
-- -- .. . -· " -- ·· ··- ·· -· .. .
, - - --- -·
~ -. - - .
--- ···-·----- . .. -·--·-·- · ··· · ·
--------~----··-----·- - -- ----- ----·- - - ----- - ---· - -- - -
(4 7)
I
I p2z = p2
X
+ p2
y
'--·--,--·- --- - --·
(48) c':J = Aa 2 + B8 2
(49)
(50)
(54)
noscere, data l' a~à di_ -~ _, _c::l].~_._l a_ propri ~t:._~~~- min~-~o_ E?l'.~n
ciata caratterizza il baricentro del _ cci:z::po_ (Q ...= (;) , \
- - - ---- ·---- -- ----·-------·-----------·-··- --· .
~ : ~ '3 -~ é
/
j/
CAPITOLO XI
(1 ) µdC µ• dC *
~ ': -""l
(2) \ µD µ*
I
(3) F ( t) = l µf dC ,
(4 ) :: = le µ :: dc .
(5) F(t) = f e*
µDfdC * .
(6)
dF d (
µDfdC* ( µD
df
dc *
dt dt Jc * le* dt
(7) dm l dµ dc dt je aµ dc .
at
(8) dm = d t l
. cr
µ ~ x ndcr
df
(9)
f C dXs
dC f
ce, si ha
(10) dm dt - dt dc .
( 11 ) (
)c
r~
at
+ ~
s=1
()µ es
a xs
J dc o .
( 12) o .
dµ a11
(1 3)
dt at
(16) mv
(17)
(18) dg=µ~d C
(19) 'Q
(20) mOG
\ '
(21)
o.
(22) \ ,.,
m~G
stema materiale coin c ide c on q u e lla d e l suo baric e ntro pen ~~~? = ~'!}.:_f U~
to materi a le dotat~ massa deZl ' intero sis t e ma. \ ·-- --------------
_. . .- - '
Il
(23) ~T l: TPi /\ mi~i .
i=1
(24) ~T = !e TP /\ µ~dc
che evidentemente rappresenta il limite a cui tende il momento risultan
te rispetto a 2'~- d~ ~le quanti_t~ di moto µ i~i C:: i \,, delle porzioni p ico::_
lissime ci in cui si può immaginare suddiviso l'intero sistema conti-
nuo e [µ i, ~i densità e velocità in un punto di cil applicate in pu~
5 - FORZA D'INERZIA
Si chiama fo r za d ' ine r zia d i un punto mate ri ale di massa m e a c-
----
c elerazione a i l vetto r e -m~ .
_r1 __~;;1 ,~_! ant.i= delle_!_orze d'inerzia di un sistema particellare è ~
~ident~IJl_en.te. ...espr.esso da
(25)
n
(28) i: TP 1-· /\ m·a·
1--1-
i=1
e si suole chiamare '!l!Z!!!§.J'.l:.1p_ r isultante de lle forze d ' inerzi a del siste
m~ r,ispetto al polo T.
Nel caso di un sistema continuo prende invece tale denominazione
il vettore
(29) l TP /\ µ _§_dC
(31)
(32)
si
~j MOTO RELATIVO AL BARICENTRO
na, [!;]
~e l'origine nel baricentro~__G- ~5!_.él_E;~_.i,_ __c!-!__~~!e ~~-'.:m_e in
variabile rispetto al sistema di riferimento prescelto.
Assumiamo come ~ssoluto il moto del sistema rispetto alla Il T:
moto di T risp_e:_t to él __T_ (moto di
-
trasciname_n_t_o)-- è- evidentemente tr~
- - -- -'-'
- - -- .. =G.
,slatorio . Di çonseguenza le velocità relative dei singoli punti, P_i , del
- -· ::==:===s
-~ stema__(_~f'P0~-~.<2..J2_ai::__tice_l~~ re) sono -~~ press_E: da ,.,,
~
r-,
(33) ~i - ~G •
o
(34)
rG) n
E
i=i.
mi (V
-l.
:
· - -G
V ) V\ ' . '
n
K(G) E · - ~(;)
-T TPi /\ mi (V
-l.
i=l
(35) o ,
deZZe quantità _ ~i moto coincide _con quelZo c he si ha nel moto assol ~!.° .
aZZora e soltanto aZZ~_ il ~l_o _!! i mom.!!.!!.!..~- è lo ?tes_so bar i c en -
tro [naturalmente si esclude che sia v G = O, nel qual caso .moto assolu
to e relati v o coincidono o che sia costanteme nte parallelo a TG].
Sr
(j).. MOMENTO DELLE QUANTITA' DI MOTO DI UN SISTEMA RIGIDO
(37)
~J ,
ov e ~r. è la velocità di un punto, n, di C e ~ la velocità angola-
K~ :h~p A /
181
·' <;..
re del sistema rigido.
' Assumendo come polo dei momenti la posizione di lì si ha, di con-
seguenza,
(38)
f e
lì P /\ µ (!'.!_ /\lì P) d C - I·- , \
/
li V,\
-
(_
Si t~ng~R~n p~esente che ~ lì e w ~on dipendono dai.....E_~ti~Q?_l
(40)
l Qp /\ µ (~ /\ Qp) d C
l µl >2 Pl 2 d C · w(:: .' ,1Q
-~
µ Qp x w
-
• Sì PdC
Da (41), tenendo conto delle espressioni (X, 21) dei momenti d'i-
nerzia, A, B, e rispetto agli assi solidali e dei prodotti misti, A',
LB 'l c•l si deduce
- -- - --~----~-·
,.....--....___ .----- .- .
(43) I ~n)'1_ mnq 1 ~~ \ +tAp-C'q-B'r)i + (Bq-A'r -C'p)i + (Cr -B'p-A'qlk \~
1
La cultura è un bene dell'umanità (fantomasping@libero.it)
182
(45) Ap ' Kn = Bq , Kn = Cr .
tanto,
I
(46) ~n = · mnG /\ .:'.:'.: n + aiw
,..
\..:
\ ' ·-
e la (43) diviene
(49) K
a = -K n X k Cr .
.
(50) 0k r = e
(51) / ' Ka = Jé
indicando con ~ anzichè con C il momento d'inerzia del sistema ri-
spetto all'asse fisso.
Da (48), (50), si riconosce che si ha
(52)
(531 Ka f e
µa 2 é dc
che, data l'indip e ndenza di e dai punti del campo d'integrazione po~
SI
8 - FORZA VIVA - TEOREMA DI KONIG
(54) T
(55) T
1
2 l µv 2 d c
1 n
(57) T 2 E
m. (v~r) + v ) 2
i -i -G
i=1
Esplicitando la (57), si ha
(58) T
Osserv ando che il primo termine del secondo membro d i (58) dà 'I.'
G
n
mentre l'ultimo è nullo per il fatto che E mi~i (r ) esprime la qua~
i=1
tità di moto, g(G ) , nel moto relativo al baricentro, (35), la (5 8) si
identifica con la (56), c.d.d.
l
'! ·.
Q (60) V = éw
Fig. 2
In base a (60) la (5 5) diviene
1' -
~-•._. - . :..'t ~~ ...
(61) T
(62)
gli assi solidali. Introducendo le (63) nella (X, 20) e ponendo l'espre~
(65) T l2 w
-
X
- 11
K
(66) T ~ (Ap 2 + Bq 2 + cr 2 )
c)) S_~ stema r igi do in moto generico . Per esprimere la forza viva di un
sistema rigido comunque in moto conviene applicare il teorema di Konig
---
(n. 8) osse.r_vando che il moto relativo al baricentro è un moto con un
punto fisso: il baricentro, G.
- -
(68)
SI
IO - FORZA VIVA DI UN SISTEMA OLONOMO
Sia 'e
-
i un---·--
sistema olonomo particellare
- ---------- ----- - - -- ----- . - -
ad ' N gi·adi _d_i _ Ùbertà ,1 a
vincoli eventualmente dipendenti dal tempo. Com'è noto (VIII, n. 3), la
posizione del generico punto Pi è esprimibile come funzione di N p~
__
coli dipendono dal tempo) . Si p_u<:: _ c_:i,_?è ,__s _ç:J;: iver_e_,__con
qualunque punto o /
.. ··-- -· ··-· ·- . ··-··--·- ·- .
(che può supporsi fi$SO senza ledere la generalità),
_ r;i~e_J:"_:i,_m_e_nt_<?._ ad __ un
e, quindi,
N
v. X V. = E X \ -J' --';- .
·· . I
- ,- -
I \. -~ .- . ·X
-i -i
r,s=1
(71)
X (i 1, 2, ... , n)
Posto
n dOPi aOPi n
r__rjJ = i=1
E mi
~ X~ i=l
E
(7 2 ) 2
n
d .'=
1
2 E mi ( a~:i) (r, s 1, 2, •.• , N)
i=1
- ~
da ( (54)., ' (71). , . (72) l segue
-
N N
(73) E ars )~;~: + E
r,s=l '-- r=l
le fc
['
]J -- X dC br ]J -- X dC
a qr aqs ' at a qr
(74)
2
2
1
fc ]J
( :~p) dC
'
r, s 1' 2' •••I N)
(75)
sione (73) della forza viva -~ dei_:1:11.J:tc:t __ p g_~:!,tJ_".a\. CJò si_ r ~çQnQ s_ç_g_fil!!11:
tandosi, pe_:_ _ bre~-~=-~~-- -:-~ - c_a~~ <:l! un_ ~-isterna_ ~-~r ~iC:e ~-~~~: constatando__ l\
che per un qualunque spostamento v irtuale si ha, in base a (VIII, 39) e
a (72, 1)
N
(76) 2: arséqréqs .
i=1 r,s=1
189
CAPITOLO Xli
I - L'IDEA DI FORZA
influiscono sullo __§ tB:!-~- ~:!:- - ~::_1:__e_!:~ --~~~ -EI: ~1:~ _de}-_ sgrpi che (òi ci :r:~~n':la~o.
Osservando svariati fenomeni si è portati ad ammettere che sullo
stato di moto o di quiete di un corpo influiscono _g~_ner_9:lJD EO?f1! § ) , c::_orpi
--- · - · · --- - - . --- -·--- - . . -·-· ·-
Ch_§__CJ l i .13-tannq _ into~\
------- ~--- ·- - ·- . .::~ -
Così una pallina che si muove di moto circolare trattenuta da un
filo teso dev ia dal moto circolare se il fi l o si rompe, la v elocità po~
te, dalla sua posizione, mentre la forza che l'elemento subisce a cau-
sa del suo movimento in un fluido [resistenza di mezzo] dipende dalla
sua velocità.
Noi denoteremo, generalmente, con il vettore (È_j !_~ forz ~±..e ,
sul punto P, supponendo che le sue componenti possano dipendere da t ,\,
-~l_!:_~ coor~~-~!_E'!_\x, y, ~Idi --i?~a.a- ~ ; -~': - :Y;=- z -.,--, --ee:-~-. e introa~~ ;~mo,i ~
questo capitolo, il co_i:~et_!._o_ ~ L -.!~' essenziale per lo sviluppo del
la Meccanica razionale, esponendoné--i e -- propriet ~_fQu..d.ament_Q._lj-~~~l ca-
-- -- -- ---------
pitolo successivo risulteranno più evidenti le prerogative fisiche del
concetto di forza .
. 2 ,- DEFINIZIONE DI LAVORO
Sia
F una forza applicata al punto P) e ~~--~-~g_ualug:nue S J2.0~
stamento infinitesimo (Cap. VIII, n. 6) _9 i _ _r_. SJ:_ chi éif!1i;l__J~~~~~- §.§? lla
--· - - - - -
forza F ~n cor_!~ Spondenz_ ~ _a~l~ spostamento infinite simo aP del suo
punto di applicazione lo scalare
---
. ---- =::-.:.~-..:..:__--~::-:-.- :-
(1 )
--
tes imi di
nella valutazione
_lo
or:i~~~--~1:I2-~F.l.2.~~--.§J _
I -- - - -- --- - --- -- -
(2) dL F X dP F x vdt =~_;,; -1\~_d y, + ~-dz = L {~~-~Yy__-!:]il__ cì_t )
(4) L
k
( F X dP =
1 · t1
t0
. - _!'. x ~dt =
1 2-
(Xdx + Ydy + Zdz)
- - ·---·- ___________ . _
(5) r;- = F x i (P 1 P0 ) ~ F x \p 0 P 1 \
-- (~ ~ ~: (_ :-- "\ 0-,_rj~-- '
se _
P 0 e P 1 sorJ._c:' __~e: P 9 !:>~zi_oni inizial_~ (2_ f JJlf!l.e _g i_ P.
Solo il lavoro elementare ha significato energetico mentre la deno
minazione ~~- ~o- ~-~- ~-- ~~~~i ::;- q{itl-;;;iu-~ --~~~s ~~~~~~~ ® d~~erso-;a-
quello elementare ser ve solo__~ _r_~~J;1_ iamare una espressione matematica u-
,: ., e - , .,~ · . "·~ ~-·
tile in molte questioni.] 1 ·"·'· 1
_,.
Anche quando (d:P -- ~~~~~~ _u_f10_ _,:;p~ stéllllen.:t~~ -:E()i~·ib'ii;\ ~ VIII, n. 6] si " -' -'- -
adopera il simbolo dL per indicare il lavoro possibile, espresso da
-- - --- ---- - · ~ · ------ --· -· ··-- - ~
I · - -- '\
(6) '. dL = F x dP = Xdx + Ydy + Zdz . \
"
'------------ -------·---
Se invece si identifica__ Ì 3P J con uno spostarne:nt() yj, rtµ a le f8-tl (VIII,
n. 7 :-mJ si _ rid~~~-~-~il~~:=;rtuaZ~e :'{ -- · - - - - -
~ - . -'\
(7) ·oL = F x oP X6x · + Yoy + ~o- ~ \
../ ' ;
SI "
'T f _ F()R~ E -~~!~. ? ~ ;\_L.I \_ I : \ '
,(
' /ì
Una forza si d ice ~ o siz i onale , s e e s sa d i pe n d e s olo d al la__P-9_sil;.i.Q_11g_
1
de ';::::~o=~~:=~;:~, ioni delle sole coordinate ftf'~J':"t'Ndi
\i1 In particolare, sono p_osiz ion a.J:L le__!.C?i:- ;;:e: __ ~9 stanti_ 1 Il l a~"f!_a
forza posiziona le n o n dTpe-n'('[i_:_M.J_'Tçi'__ leg g;·- ~ ;;;;~i,-;; - -c-;n cu i P de scrive
-i~ -~j~~ ~ 2- ·J°, rrz;_-_;_~JJL~E~ __
B_!!(J.__ fg!'~:I Infatti, d~~-;~-s-- 1~--
Sèì'Ssa curvilinea sulla traiettoria di P, da (4) segue
:-::--.:- - ™™WWW::V:~, -
(8) L ( F X dP ( Sz F x Tàs
)2 J Sl
4 - FORZE CONSERVATIVE
au au au
(9) aL au ,
oX
dx + ,
oy
dy + ,
oZ
dz ,
s1 ( au dx ci u dy au d z
( 11 ) L
h
So
ax ds ds + ay ds ds + 32 ds ds)
-., ..
1 93
( 12)
duce che il lavoro di una forza conservativa è nullo_ per__ ogni __C::ammi~~\
~J!E_Q___ __fE_>-i--~---Ee-l ·-'
Basta confrontare le (1), (9) e tener presente che la (9) vale qu~
lunque siano
<:_
{i \:·
au au au
(1 3) X
ax '
y
ay ' z az:
;
'·
(14)
U
\ \) \---:S
Da (13) si ottiene subito
ax aY ax az 3Y az
( 15)
ay ax o az ax o az ay o
oltre a ) tfç r ot . r= o)
(1 6) u u
(P) - (P )
0
I--:x~: -:-~-;y- + Zdz)
ta e
dx Qy dz
suoi
i - .. coseni di_direzione
- · ... . . _ __ _ ___ __ _ ___ __ .j!
ds ' ds ' ds
Derivando U risp~tto _ a _ q~est~direztoQe e tenendo conto di (13)
si ha
dU au dx a u dy au dz
( 17 )
ds ax 1ds · + ay ds + ds az =i.I X T \·
sr:
S- ESEMPI DI FORZE CONSERVATIVE
(19) u Xx + Yy + Zz + cost ,
(20) m__g
p l icazione d el vettore (P, _r) passa sempre _ pe1' iin_ _p_13_r:_~o fisso O.
Se il modulo di F dipende solo dalla distanza r = loPI, si può
porre: _
!d
- p/ da (23) si deduce
( bP
I
brt---------------- (25) él L - ljl (r) él r .
1
I
I Posto
Fi g . 1
si ha, pertanto,
(27) au ,
(28) tjJ (r ) h m
r 2
(29) u h m
r
e ± k ~
(30) 1jJ (r) ± k u
r 2 r
1
ove è la costante dielettrica e vale il segno + o - a seconda che
k
le due cariche siano dL.s.e.gno....oppos.to_o ___dallo__ s_t;_~s_?_Q __ !?_~g_!l() J P_E?E__ _ragio-
ne analoga a quella di prima si è posta uguale a zero la costante d'iQ
··- -- - - -- - - -----. - ----- ·- --- - . - - - -
(32)
ta da P è ortogonale al semi-
-- - ------- --.
E_~ano, rr , di P e de~~J:o
o -- p
(Fig. 2) e di grandezza inversa
mente proporzionale ad r. Pre-
cisamente, denotando con u il
versore del filo orientato nel
verso di i e con Q la proi~
--
---- _..J
7C
zione di
ha
P sul filo stesso, si
2m*i
Fig. 2 (33) F u /\ QP
r 2
Ne segue
I '
~ ~~J
(34) aL 2 m* i ----- - - - -·
2m*i
(35) · r · r ae 2m*ia e
r 2
(37) 11 = - u ,
si può anche dire che il lavoro eseguito dalla forza coincide con il d~
_cre~_~n_t~-- ~~lla _funzi_?ne jfl. Per tale ragione a , _!! -\ (che dipende solo
da x, y, z) __s_!:__È_LU_J:lQ_ID e ~~_!'_E ia_e__ot~_nzia~-~Eltendendo che essa m_:!:
sura - in un certo senso - la atù tù·a;;;.;~--CielTa ___forza a compiere lavoro
in virtù della posizione del suo PU'.::_~~-~~-- ~-E_l1:~~:-~~-i_o~~ :I
Con riferimento ad una terna il cui asse _ z _~~ iret__t_Q_ç ome _ l_a,__ v~E
da cui si vede che un grave cadendo compie ~anto più lavoro quanto più
~:I__t:_a __ ~_ l:éi .
_SU?, P<?? i zi9_n~ _di _p~_1:"_!-.~~~~_:
Così l'energia d~ __gr~~tazione uni ~ersale e quella del campo e_!_:!-::.
trostatico sono espresse, con riferimento ai casi considerati preceden-
- -.- ---- - - - --- --· .- -·· --- - ---· ----- ···- --··· -----·--- ----·
te~ent_e, da
hm e
(39) 11 11 ± k
r r
r2
(40) I
. II= c 2
(42) aL lt x aPdC
n n ,.. ._._ i
(43) dL i: fi X dPi 1= i: fi X V·dt
i=l i=l
_l.
'
(44) dL
l f. X dPdC dt
fc t X ~dc,
(46)
{®"
l: li dPi -2- l: li a· -:...- ~
i=1
X
i=1
X
-1-
I \ .... •, . ~
'\ '·
(47)
(dt) 2
ade
@ =
e
l X dPd C - 2-
Jc f X
essendo la prima del le (47) valida nel caso dei sistemi particellari,
l'altra in quello dei sistemi continui. Nel caso di uno spostamento v~ ~
n
~1 . . '.G...
(48) oL' = l: oL t. x oPd C
,1•..,. . •.•
i=1
N n aoPi
(49) \dL l: Qhd% + l: li X
at
dt , '\
h=l i=l
con
-----
n ao P
(50) Qh = l: li X --
aqh , '
(h 1I 2 I •••I N)
i=l
mento elementare
- .- -- del generico
-------·
( 4 4) __fil,___r_icav.a.L _
------------- punto è ancora
- ---- -------- .. ··- -
__c'!E:!l tip9_ (VIII, 33) e da
aoP
(52) dL at dC
con
1
aoP
(53) e t x aqh d c , (h 1 I 2 I ••• I N)
(54) 6L
(55)
Daremo la dimostrazione solo nel caso di ____!! ___f<?E_ 2'...~!__ ~sse11d_c:> _ <:_:!~~ -lla
(56) (i 1, 2, •.. , n)
sterno) .
Da (41) segue, in base a (56), I'
~
;-
:' V . . . .,.
n ·' n
(57) z: li x an + z: f.i x, !J!. /\ n P; \ )"'
' i=l i=1
/ ~)} :e
.:.-:-C /
Cioè fJ '
. , ·-_•.· ~.,._.___
r,
Tl
(58) aL
simboli usati nel Cap. III n. 13 e Cap. VIII n. 7, .!.~ -~~pr e ~sioni del
lavoro elementare (generalmente coincidente C()_n __ g _µ_ello- ef-fettivo )- -e di
qÙèllo v~ r tuaZe , nella forma
(59) dL = R x dn + !!!. x ~n
(60) éL R x on + B x ~n
OSSERVAZ I ONE - Nel caso di un corpo rigido con un punto fisso, identi-
ficando con tale punto n , nelle (59), (60) vanno soppressi i primi t e E
mini. Se invece il solido ha un asse fisso di versore ~' o ltre a sop-
primere i primi termini, !J!. e B si dev ono ritenere paralle li a d u.
;~ I
Ci} SOLLECITAZIONI CONSERVATIVE
La definizione di forza conservativa si estende al cas o d i un si-
stema di forze. !: ~ sollecitazione corrispondente ad un _ d~ t_o s !- s_!:e f!!~ _ di
forze si dice conservativa s~ffettuato per un qualunque sp2
--
stamento infinitesimo è uguale al differenziale totale di una funzione,
. ·---- ·--- -- -- - -- ·-
U, uniforme e generalmente regolare delle coordinate dei punti del si-
- - - - ----·--
La cultura è un bene dell'umanità (fantomasping@libero.it)
203
sterna.
(61)
au au au
(62) xi , yi , zi , (i 1, 2, •••I n)
axi ayi a zi
N
(63) 6U i:
h=l
au
(64) (h 1, 2, •• • , N)
aqh
(66) (i 1 f 2 t • • • t n)
n
(67) u g E mizi + cost mgzG + cost ,
i=1
(69) aL l aP x µ gdc g x i µ a za c
(70) aL
(71) J! - u .
...,...,_
"~ I
(73)
Lt,t+ll t
(74) p
li t
(76)
n (_ \.
(77) p L li X Vi I ·" "--' ,- \ ' c. ' -
i=1
(78) [_ X
CAPITOLO XIII
~ INTRODUZIONE
d o e ste r no .
E' proprio nell'arco di tempo che comprende grossomodo la fine del
secolo XVI e l'inizio del XVIII che viene affrontato tale problema con
risultati che hanno mutato la faccia del mondo: nasce allora la Mecca-
nica classica (e, pertanto, la Fisica moderna) sulla cui base si studi~
sr
2 - ULTERIORI CONSIDERAZIONI SUL CONCETTO DI FORZA
:SJ
3 _:_ IL SISTEMA DI RIFERIMENTO
--- materia
di ----- - --- ... _ e_ pi,l~ri.ti __ matèr_:i_
- -
à li alle forze che su di essi agiscono.,
-
Ora
viene subito da osservare che mentre il movimento ha carattere relati-
vo e va considerato in relazione ad un prefissato sistema di riferimen
to, lo _s:t_e$SO ~~n__ avvTene- per___ fo _ f -o rze _a_ cui, corni è stato rimarcato nel
numero precedente'--~~-deve___~~t:rib~ ire carattere invari~n_t ~ i::_i,~petto al-
la terna di riferimento. Ne segue che ogni legge della Meccanica chemet
~ii1reia.-
--·---- .. ·---- ·-···· zTor;e- -il moto dei corpi ill;-:E;rze eh~ ~~-- à i essi agiscono,
valida rispetto ad una determinata terna di riferimento, è generalmente
falsa-rispetto- a d -o gni alfr·a in moto rispetto alla prima. \
- \
soluto e di una scala dei tempi rispetto a cui essi son o va lidi, ricor-
dando che ottimamente si comporta come terna assoluta una terna solida-
ìe al cielo delle stelle fisse. Ciò equivale ad indentificare con esso
- - - - - - .-·-- ---
(ritenuto assimilabile ad un sistema rigido) lo spazio assoluto della
Meccanica classica, il che sembra legittimo ed è universalmente ammes-
so, date le numerose conferme che i principi fondamentali e le loro con
seguenze hanno avuto in svariatissimi campi.
'S ·--
4 - PRINCIPIO D ' INERZIA I (l ~V )_~ lit'--.;;\ _'-·'
------ ----- ---
r Ogni corp_0-12..fl!'§?__!:'.era nel s'u'o state d i quiete· o d_i_ mor;o re_ttilineo
--- --- ···-- - ---·'--'•------ -- . -:-.. · - - . - --·------
ed uni forme__B.iJULa_ol:z§__Y}On_ int~!:._1!._~f.1:.C! _q_ua lche forza c:he_ "f}_e___ tur b a il su o
--
1·-stato
----.
La prima parte del principio d'inerzia (quella, cioè, riguardante
la tendenza che ogni corpo ha a ·perseverare nel suo stato di quiete) si
presenta come ass_olu_tamente evidente in base alla semplice osservazione
del mond_<:?__e~!-~r'.:1() ~-d ~ra _ nota già a(! Aristote.le .. Non altrettanto può di~
si della seconda; anzi essa sembra in contraddizione con i risultati del
le osservazioni che mostrano come ogni corpo in movimento ma non sagge!
to ad una causa motrice dopo un tempo più o meno lungo si ferma.
L'affermazione della permanenza dello stato di moto in un corpo non
so~getto a forze (forse già ammessa da Leonardo da Vinci) è i l frutto di
una potente intuizione che riesce a fare astrazione da tutte le inev i ta
bili resistenze passive e di mezzo che accompagnano ogni esperienza, an
che la più raffinata.
Già Galileo, osservando che nel moto di un grave su di un piano in
clinato si ha una variazione di ve locità tanto più piccola quanto mino-
re è l'inclinazione del piano, per un principio di continuità aveva con
eluso che quando il piano diviene orizzontale il moto è uniforme.
Egli aveva intravisto così, con un'esperienza di meccanica terre-
stre, i l p r incipio d ' inerzia .
~-~_as~ er__z_~12~ - ch_~:i:_l. _~_<_J_~~ -- è· :i;:~_t:.~~i,J_i_l.}~9- .f"-~~?.nde:_ !_n_ ..effe_t ti__ ~?-__ ~n_
principio di simmetria in base al quale si ammette che se le condizioni
(1 )
piccolo ~--i ~~odulo dell' si.cc _el_i::r<:i,z}:,ol')~ subita dal punto materiale, _ç_t9§!,
si PC'.!-_i;-~b_b_e dire, tanto meno il _moto del corpo si allontana da quello
I?~E __ ~nerzia. ~
(2) I F ma
- ...
I
I .
Il vettore Fdt prende il nome di impu_?_~o della forza F nel tem
~-~~g___ ~~- e la (3) esprime che in ogni te mp_usco lo la l!_ar>iazio_~~- de_ l-
la quantità di mo t__o_ ug.u.ag_li_a ___l_!__irrrp_uLs_o_ d__e_J,_la..-fo :t>-za--ag.en.t.e . _Ta ~i:3 nup~i~
(4) E= m_g_ •
Il vettore _g_ prende il nome di ' a::_ cr:_ l:-_r:az i one di g_1'~:_1}! à_:J Almeno
quando si rinunci a spiegare qualche speciale effetto, possiamo afferma
re che in un fenomeno di moto che si svolge in prossimità della Terra,
in uno spazio non troppo grande e con velocità non troppo elevate, qua-
li sono quelle che si raggiungono nella caduta dei gravi, si può __ _::it~..:_
re E costante e coincidente con la forza che il grave subisce da par-
te della Terra anche se es:9__~_ i_!l_ rn_oto _r;; ___()_g_n_~-- !-~~-T1él. .. ?_()~_i_9~-~~-- ':.~la Terra
come assoluta. Di ciò sarà reso conto al n. 18. Confrontando le (2), (4)
ne segue che ~ si può pensare come effettivamente coincidente con la
~c'?~-~~'.3-_zi:ine_ c_l ,i .. caduta. di _un grave-~-~~~t~-~-t~J·c;~;~-t~;i~;:;i · ~P~~i~~~
tali (e teoriche, vedi n. 18) mostrano inoltre l'indipendenza di ~ dal
I - - - - - - - -·-
corpo considerat~ (già Galileo aveva osservato che tutti i corpi caden-
do posseggono la medesima accelerazione,diretta come la verticale discen
- ·-------- - . ·---....______ -·- ---··· --------- -------·------ -- -- - ·- ... -- -- --- ~- - ~
dente).
Da (4) segue m = p/g ~ndipe_ndenza _d i -~ d_al corpo C()_risider~
:-~ ì -------:--J
' 6 - LEGGE
..._ - --
DE-L1fc:i"TO. ÌNCIPIENTE
- · . . .... ·-- -
)
~
\ jv. e·v·J. ."~
1
-
Un punto P soggetto_ alla forza F abbia in un certo istante, '~ o'
~o.ci.t.à.._.n,gj,J.,a.
/'
Detta ~o l'accelerazione di P ) in questo istante, si ha, in ba-
se a (2),
Ko Q . _, c=.
\._ ,J. ,- \t J l.·
I
I · ~ i
1
I, I
(5) ~o = m ,
f~:t _·
La cultura è un bene dell'umanità (fantomasping@libero.it)
~~o t c~t~ (-~'\ .
.4 +- A-\"l ?-
214 i
Tale legge permette di dedurr tamento di una forza ad un
dato istante t 0 esso coincide con quello dello spostamento infinite-
simo subito in un tempuscolo a partire dall'istante rt;\) da un punto in
quiete in quell'istante su cui si faccia agire la forza. Del resto,che
la traiettoria abbia inizio con tangente parallela alla forza - se la ve
locità iniziale è nul l a si d e d uce dal fa tto c h e l'accelerazione ini
ziale è puramente tangenziale \ (II, 28). • • I~
6- ::~ T-t :;_ ~
- - ~ -
$1
CD- PRINCIPIO DI AZIONE E REAZIONE
Il principio di azione e r ea1i~~e enunciato come terza legge di
Newton si può esprimere nella
forma seguente: l e forze che
due punti
scono una co
lo . Esse cioè, sono parallele
alla retta passante per le po-
sizioni P, P' dei due punt1~y
(8) ma + m'a' Q I
da cui segue
(9)
a'
a
Da (9) si vede che il rapporto delle masse dei due elementi isola-
ti uguaglia ~~~-q~cll;· aei-~~~~~L:1~-~ l~~i~~~;--~i:~~~:_~i~-~~i~J~~
si assume come unitaria la mas~~- - ..tlil.'"\ di P' , la (9) fornisce, nell'uni
-- --·-----·-- - - - - ----------- - ----------·-------
tà di misur_~-- ~t a_bi~~!_a__ 9~ella :J_i P. \
Comunque , la (8), opportunamente letta, rappresenta una espressione
del principio di azione e reazione - ~_:-:_:::_~__s.3-::_ pre~.C:~nd2'._ ___C:<?1.'.1~l--_et_~en_!_e:_ _da ~
concetti di forza e di massa._\ Da essa si deduce, cioè: le acce lera_zi52rz.i
~:!:-due punti _m_a_t~~~a_ li ~solati sono parallele al}a r_etta c he passa per
le loro posizioni, discordi e il rapporto__!.:_l.!._é!___ l?_!'O gy>~~::'..':~-~~ - ~ -1!_'2.~ - 9~
~--~5.!!..!e di2en.r.ie...v.;t.e_.so.l.o _dalla natura dei due punti . \
•'~1
-
(~':. . PRINCIPIO DEL PARALLELOGRAMMA DELLE FORZE
(10)
;,. _.
Ciò vuol dire che all' insiemE:'. __9elle due__!_orze ag~gi:;i __§_\!_!!_l}....12.1.:!..f!tO _!!l_~te
!.!!_~e: - ~~l?.enz_:i,_ale non .. appena .si . vog.lia studiar.e .iL.moto - di.....un._ .punto
ma ter.ia le - in ·p :i:es enz a _di __un ...q\19--1 unc:m~_s.l...§.tema _mater.i al.e _.che.....lo. _ i_~e.!!
\ zi .\
c. ' -
·- ·.1..
\...2)- PRINCIPIO DI RELATIVITA' GALILEIANO
Dai principi sino ad ora enunciati risulta chiaro che in essi le
~_o_r::z. e __éi_g~pt.:j, _s_o.n.o. ..mes. ~e_ _:i._!1__ r _el_azione con. l _e _ ':C::c~~~razioni prodo-t:!~· Su.e
pos.te posizionali le forze, esse non mutano al mut_are de_l, sistema _d j._ri
ferimentoA mentre per le acceler azioni ~Qade quando e solo quando
===:::-:-=-:-:::::-:.- - - - - - - - - ---- . - .. ---- :--· -.. -.---- ,~ -· . -·-.-..-...-.. -. ·-- -
.
si _pass~~él __ J,!I! ~2-~1:.~ i:na _di _rif~ riE1~ nto a un altro mobile di moto t f:_é:i sla-
--~un:!-forn:~::i:::i:-§.P:~
----- - ----- -:ot-!c:> c 7~d ~.:>._~9.l
. ..
Si deduce che i principi enunciati- --~- -
- - - ..
ogni legge da essi dedotta si mantengono validi non solo rispe~t~ .-~_uE a
terna assoluta ma anche rispetto ad ognuna che rispetto a~~- ..:..~ .
ve di moto traslatorio uniforme. Identificando lo spazio assoluto con
q~ello delle--ste7:le ·}i88e · e~famando inerziale o galileiana ogni terna
<:11-~_.!.l.§ò_lli!tto aa: -· e;·~-~-;;· muove di moto trasla~ uniforme : si può, peE_
tanto, enunciare il seguente principio, detto, in omaggio a una celebre
pagina galileiana ove esso è sostanzialmente contenuto, principio di ~\
t-f( ,.
1::;>.i. '' . '
l 1 -~
10 - POSTULATO DELLE REAZIONI VINCOLARI f'J t::S
E' stato osservato (Cap. VIII, n. 2) che UI! _":':~~.<:_o~o _ p_~::mette ad un
s~~e~_ in eartic:_~~are -~~-.':r.1 . !?~n:t:.~. ma~_i:r_i_al~ _ s_o_~.? .. .~I1:~-- part~ --~e-~ -~o~-~
menti di cui esso è_sy_s_ç_e_t.:tib_i _l.e in assen_~a__i;°!E;?), __YJ.!'lc;:_q}.,o . Dato che le V2:
Se ..L ...~ - J,.Ci . JQ:rz.a _ a:tti:11:a . agente su .un p~nto material_e _v_i_I1.<?.'?~~:to e
.P_ quella dovuta· al v~n9_C::..~<?_ , ___ l_él_!.°_~_:éi _ to!-~_le_ -~- .... ,L.:t_ J~.
SI h~»-L
l \CP - EQUAZIONE FONDAMENTALE DELLA MECC~NIC.!': _ RISPETTO AD UNA TERNA _~ON GAL~_-
1"' 0 LEIANA
-~
.$}:
~~-DIMENSIONI DELLE GRANDEZZE MECCANICHE
( 15) A
a
(17)
K T L
( 18) w = (t- 1 ]
(19)
(20) Q
(21)
Quelle d~lle quantità di moto e del momento delle quant2 !:_~- -~~--~~g
to sono invece
--,
(22) 'Q [tF] :, K [HF] •
:-;,i_r
(! ~~! LEGGE ~1-~-;~~~;1~Eu1'11VERSAÌ.-E1
Mostreremo in seguito com~_<:: Ol! _s_emplJ. c.i __c_onsi.der.a z.i.o.D.i-fL par_t:J re
dalle leggi di Keplero si arrivi a stab_i.l_ire la forza c:on cu.i_il.l.l_e_ RUl)-
ti
~~
;a~~-;i~~traggono \ ~
Per ora ci limiteremo ad enunciare Za Zeg -
ge d i gr avi.tazione u nive rsa Ze , dovuta a Newton: du e punti materiaZi si
-·· -- -------- - - --.- - - - - - -
attra g g ono c on una f or z a pr op or zion a Ze aZìe Zor o masse e d inversamente
~uadrato __d eZZ --;;z;;-;a_{_-s ta n za .~ In altri ter~ini, detti
P e P' i due punti, m, m' le loro masse, r la loro distanza ed u
Da (23) si ottiene infatti, tenendo conto della (17, 2), l' equa-
zione dimensionale
(24)
~empio most~-~ '--s~~:':.?_ _c~~_spe_g ia)). _1. ___ l~~-l:i-~0 _1':11:_<:-___!:r:_~s.c_ur ~J::>~~j~!__9:t: ~ ~'.3- . ~OE
za di attrazione ~niver~ ale di fr ?~_!~ ~ ~uella di attrazione o repulsi~
ne elettrostatica.
SI
~ INFLUENZA DI UN SISTEMA MATERIALE SUL MOTO DI UN PUNTO MATERIALE
I principi della Meccanica già enuri..:_~'.'1~~ rig~~ d ':'- no ne~~a lor_c: __:-
n
(26) l: ~i / ·
i=1 )
r -- n I
(27) ma l:
i=l
li /·
I
(28) ma fc µLdC .
ti
(29) @= h L
i=l
(30) t m h u
r2
(31) a l ude
r2
(32) Q I o .
' L (i)
(33) 0
rs = $ rs~rs x
(34)
\~=
~1 , ----\ a0
~rs X ( aPS -
1'5
(35) nCi)
rs
='-
!
$
rs
ap - 1 .
rs ( '~
c.;~i
;
\'
Il lavoro di tutte le forze interne è, pertanto,
(36)
n
ove la sommatoria 2: s'intende estesa a tutte le combinazioni
2
sempl ~~JJ ____!) _ _p~_ri_t:.,i__ ~j,. __ __f __<:~_u i:__~i:=__:
Sulla (36) si ritrova la proprietà già segnalata dell'annullarsi
- -- - ----------- ·------ ---------------- ----- - --- - - . ---- ------ - - -
del lavoro delle forze interne per ogni spostamento rig:i.do (per il qu~
le è ~ = o p;~-~g;tl --; -- ~-<l - - 5_8 - --- --- · ---------- --
Inoltre si vede che i"l lavoro dg.Jle forze int€.J_'_?'./_§_2_!on dipende dal
~erna di riferimento (poichè da questa non dipendono t~ s \ ~ ? ~-'- d~
to il loro significato).
Se le forze interne sono quelle di gravitazione universale si ha
(37)
n
(38) - i:
2
(39)
n
aL (i)
(40) - l: crs (Prs - R- rsl 3 Prs
2
(41)
n
(42) - i:
2
(43)
Invece nel caso di forze interne di tipo elastico si ha [vedi (39), (42 )]
(i) ' 1 n 2
(44) ' U ') = - 2 2: crs (Prs - trs) '
_/ 2
(45)
e diviene, in particolare,
n
(46) - h 2:
2
(47)
SI
(! ~-MECCANICA TERRESTRE - PESO ; '"-~ ("';, ~A 0 )__:·, , . ___. ... >
(4 9) + mw 2 QP - 2mw /\ :!_ ,
_-,, T ... ...._ -T
' f(;\[ _. - ' -- ,--:::_,
../ ~ '-..'.:-\ \ v'--' i\.. ..1,
ove \~ i:_s_J'.)r~~e 1' eventuale forza ;;d=i=·=s=t=i=n=t=a=_d a ~':=-~-~~ -~-~ _g~~v~_'.:~_z_~?_!:t:!~~~
versale , agente su P. Nel caso di un punto non soggetto a forze diver -
~ qu~~la ~ell 'atti::él~i_o~'=- terrestre nè a v_i_!_!<? O~}- ~· ~ è n~iia' e da
.-::-:-_-:._.____ ---=~-2=
(49) si deduce
"i '
-' i-: \>-
(50) ~ A + w2T QP - 2w
- T
/\ V
(53) ma F + m~ - 2m~, A V
2n sec -l
(54) w 86164
CAPITOLO XIV
(1 ) (s 1 I 2I • • • I n)
(2)
ne.
Tenendo presente la (XIII, 32, 1) 1~2) si se~pl~ fica in
"' n
--"" LU '
(4) i:
R(e)
l ::. ù ms~s )
se s=l
'
n
(5) i: TPs /\ ms~s
s=l
ove
·n
(6) l: TP s /\ ~s
s=l
Equazioni analoghe alle (4), (7) si possono stabilire nel ~ caso dei
~_l!_l!i. Occorre però un' QI?:Q_o rtuna cla$ _!3i!'ic_ii_~_ion_e__d_~]J-~ .t Q~.
z.e. L'analisi dei casi concreti che si presentano alla nostra osserva-
zione mostra che le forze sono di due tipi: f orze a dis t anza e forze di
_g_QJLtg_ti.Q_._ Le prime agiscono anche ~_ementi comun~e lontani, co~_e:J
hµ m ude k *µ e udC
µ51dC
r 2 r 2
(8)
- 2µ~, /\ ~d C I
(9) F
zioni vincolari. L'esame dei casi conc reti mostra che su ogni e lemento
- - - ----···------···-- --· - ..... .- ·-· ·--- - - --~ -- --- ---- ·-- - - - --- - · -:----,----~-
infinitesimo dE della superficie E che delimita un dato sistema con
- - - - - - - - -- ····--- ·---· ------ ... - - ...... · ---. . . . ·-·- · - ~--
(10) .!e
ove e j_(e) indicano le forze specifiche esterne di massa e su
perficiale mentre il loro momento risultante rispetto ad un qualunque
polo T è espresso da
( 11 )
Tenuto conto delle espressioni (XI, 26, 29) del risultante e del m~
(12) ( µ~dc
Jc
(1 3)
1
L TP /\ µ~dc
--------
I
Alle equa z ioni cardianZi (4}, (12) e alle (7), (13) si posso~- -<1-~
r '
(15) ( M(m) _, + M(e) = O ,
, -T / -T
w.~--=r.;:'
c:(i ',:,ur~~~Q_,
'107.7.n n1'.r1nm1'. r>n-f;
che prendono il nome di~uazioni cardin_az ~ ~(o anche del
la Meccanica). Di esse la
- - - - ------
~Te~ CJ_i_:e _ ?ardin~ Ze o anche equ:!:_
zio ne dei risultanti) si legge: durante iZ moto di un qualunque sistema
- - -------- -- - - --- --- ---·- - - ·· ·- - - - ----- -------- -- -
~ 9}_e_~ nu Z ~?__!1-_ 0_ _o_çf_ r!_ ~ __ if!. t g,_rit_e_ i .Z _r :f § .U Zt<l_nt_e _ Cl_?_ }J~_f o_:ç:_~_e___d__
'i ?Z!!__Y'__zia e
di queZZe esterne. La seconda invece (seconda equa z ione cardinale o an
- ---
che equazione dei momenti) mostra che ~nuZZo iZ momento risultante deZ
Ze forze d 'inerzia e di que ZZ_e. __E)_?._"f;__e!'_'r1:.?. ~\
\ Nel loro insieme le due equazioni cardinali indicano che l'insieme
~ eZZe forze d'inerzia e deZZe forze esterne costituiscono un sistema e-
1~ uiZibrato. ---------------- -- - - --- ----- - -·
1- 1 ·--- - -
\i
':.:, _f
(Cap. XI, n. 3). Basta ricordare la (XI, 27) per dedurre da (14)
( 16)
-i 1- -
~-· ' \
La (16) non rappresenta altro che la (14) s ~~ s ~ _ f:lres ~!1 ta t:_~_ 2z: __ for
- \ --
\-::· .L
0 TEOREMA DEL\~OMENTO DELLE QUANTITA' ~!M_Q...T_Q_\
Anche la (15) si suole trasformare facendo intervenire il momento
della quantità di moto (Cap. XI, n. 4). In base a (XI, 31) da (15) si
deduce
\ ' I
!ST = - V
. I -T
, .: 'i \ J ',I) I ~.\:_{_
che costituisce una seconda ' forma
Se il polo T è -fisso--&; = O] o coincide con il baricentro di
C[ ~T ~G) la (17) si sempff:f:Cca--fri ____. - ------------------- ·-----.
______ ......... ,
(18) -.l K -T
= M(e)
-T
.J
\
I
(19) \1 ma = R(e) I
~-"
r·--- - - - - - -- -- - -- - - -- --
che costituisce il ( teorema del moto del baricentr~Esso si enuncia: il
b.ariaentre di un qualunque sistema mat e_r i g__~§.. __ .s_i .._m.u.o_V. _
e ___gcz771 e _g~~ -
~..a_to de Ha mas_sa___ 9~ -~l 'intero sistema e soZZecitato dal risul-
La cultura è un bene dell'umanità (fantomasping@libero.it)
237
!_le i
In particolare, nel moto di un grave pesante nel vuoto il barice_!!
tro si muove con accelerazione costante descrivendo una parabola (o,in
---------- ---
particolare, una rettaf, come si è constatato nel n. 11 del Cap. II nel
caso di un punto materiale. ,
I -;-
i'> _1.
- ------- --------- --- -------\\
5 - \ TEOREMA DELLE FORZ~-y~~- J
__/
Con riferimento ad un qualunque sistema particellare e con le nota
zioni del n. 1 si moltiplichino scalarmente ambo i membri della (1) per
lo spost~_ento _effettivo __,~ .§El:>~ t~-~:= ~_-,!_;_~g~~:c_°-~~c;'-'=g_l. :::::-9:::~1: -c~~TI:~E.t<;;:?.
punto ___Ps i e s1 !;O~~n_o rispe_!:_!:()~~l__'._! !l<?-_.i,_g_E!___ :;>~ Si ottiene
- -- . .. - ----- ··· - - --- - ---·-·- ----~- - ···--·--· -- - ·- .. ... .
n n n
(20) i: ms~s X dPS i: ~s
X dPs + i: is X dPS .
s=1 s=1 s=1
238
d
_21
(21) V )
dt ( ffis.'.{s
X
-S
(22) T
la forza viva del sistema, il P]'.'_~mo __~~!:IJJF<?. di _E_9) _c_<_?incide con il dif-
fere_~_z_i_~le, CiT , della forza vi va. Di conseguenza, t§?_nuto _çgntQ.QE:lla
~----- -- - · --·- - - ·~ --·-
definizione di lavoro effettivo (o ele~_n_taEe) (XII, 43), la (20) si può
scrivere
i ---' (:/.:}JU,lU~·J )"(10 1
c,'0J_YY,.
(23) dT = dL(e) + dL (i) j
ove con
n
(24) i: ~s X dPS I
s=1
(25)
si ottiene
(27)
I (
dµv2
- 2
c)-
Sommando rispetto a tutti gli elementi e facendone tendere a zero
la loro massima dimensione, l'ultimo termine dà e~~dentemente i l lavo-
ro delle forze interne e, in base alla (XI, 55), si deduce proprio la
(28) d L (e) dt
le
r µ~(e) X vd C + dt X vd I
\ I
.l'f
Un'opportuna es~:i:-ess__~_one:____~e:~- ~-~':'_C:.r:?. _d~l_le
for:zE? __i_nterne di contat
to, corr ispon.dente __ alL~_ultimo__ .termine.. .di (27) .. , . .sarà . data .. più avanti
[XXIII, n. 9] ._
La (23) vale d~_!:!g~~ - Ee:r; ___ ~g!l_i___ s_ i.§i:oE?.~il rn~i;e_ riale e .. costi_tuisce il
teorema delle forze vive
__________ per i sistewi . Esso, osservando
,.. .--- ·-··- ···-····- ·:. · .. :.
che d T
- -·- --·-- --· -· ··- . -
~
si
eonfonde con fa-varTa-iioiie
'subÙa da T _nel_ tempuscolo . d_t , si enun-
cia: l __'!1._q~_q_ __4.i __Ji_n qualunque sistema materiale .la vai'iazi_or;e
dur_a_:i!_~ __i
f!_itMt!!-_ 1.-_~ _ogni-temp-uùofo-- del .la fo ;'~a ·viva u.g_uagiia il lavoro effett ui!:_ ,
to ~1A:!!__'f.__1_em_p_usç_oV?. ...4a.J.Y.tt ?_ le forze , .J3 S.t _13crn.e .. ed intJi!I'YJ.~-·
--=----5~- ~--i- seg-~~ la - disti-~zione delle forze esterne in .!!:..!b_u_e e vin c o -
la ri (Cap. XIII, n. 10), il termine dL(e) della (23) ~-;;;;.;;;_- -dei due,
dL(e,a), dL(e,v), corrispondenti ai lavori elementari delle forze ester
ne attive e vincolari e la (23) si traduce in
--:t--~
(29)
e~~-~=) + :dL(i) ·:·r)) · .,
n
T T 0 + . E ms \ :-:::.~ 0 ) x ~~ 0 ) d t +
s=1
(31)
2 ( da ) ] .( d t) 2
+ a (o) . + v (o) x -s - ,- - \ + ( 3)
[ -s -s dt t- t i 2'
- o ',_ )
n
E (dt) 2
(32) dT
2 s=l
to subito dal generic:.o_,.punJ;Q__ f'..s.. -- ~.L P.~~· -1: ~_t:_e_l'._l:'.~I: .~s_p:~s.5. ~- . {~~-! ~-
__,. a -·~.
da \ -s (dt) 2/ , si ricava in base a (XII, 47, 1), la (23) pur di pensare
- --
\ 2 ... ..__,~..- .----· -
.
n
dL(e) (dt) 2
dL (i) (dt) 2 ~
(33) --2- E ~s --2- is x ~s ·
s=1 s=l
a seconda che essa formi angolo acuto od ottuso con il vettore veloci-
tà :-Led~no~~-~ - d~~~~?:~cfa 1:_Jatto~èh§~e:ii_rirn~~~ ~~~~J-~_§_rza
favorisce il moto, nel secondo lo ostacola. Ciò è intuitivo e, del re-
sto, riesce evidente in base a (21): il prodotto ~s x ~s ha lo stes-
so segno di Ks x ~s , dato il parallelismo di ~s e fs· Ne segue che
il modulo di ~s è cres_c_e i:t_e _o decrescente a seconda che l '~!1<Jolo . tra
Ks e v è acuto od ottuso.
,... ·· ·--~---··-··------····- ··· ·· --·- ·- ..... .
Qualche volta conviene distinguere le forze agenti su un sistema
materiale in attive e vincolari anzichè esterne ed interne 4 In tal ca-
so il te~f;;;~-;i"~;; ~i-~i~-~~d~ ~ ~~-~- -- -~fr:;fa7 · ;- d::[.(V}"' ' i l lavoro
nel tempuscolo dt delle forze attive e di quelle vincolari, è espre~
so da
·- ----·---· -- -----~
(34) L~T = _dL(a) + _dL =~) '
anzichè da (23).
(36)
Il semplice confronto di (XIII, 17, 5) e (XIII, 17, 6) mostra che ~ ·· . •' .- ••- • •' .-.-. •r -o•• Lo · - ••
sa.
Indicando con TI (e) , TI (i) le energie potenziali delle forze e-
sterne attive e di quelle interne e con TI (e) TI (i) i l oro valori
0 I 0
nell'istante t 0 , le quantità
(37)
(38) E T +
~~n~ _L' .€?1'.l er:~ ~ a t o tale _'71_"1.':_~~~ ic c:-__ del sistema nell'istante e t 0
sr~~ll' istante t. La (36) I tenuto- contoche--Ù - p-c;·t;,;-;:;-ziale diff~
risce dall'energia potenziale solo per il segno, si può scrivere, in
base .": __ _(_3_7j_,_(_~ _)_!__!l_ella forma _.·
···---------.!
(39)
delle ________
reazi o.......n_:!, y i_ D~~ lari '. Se in particolare i vinco li pres e ntano un co!!!
portamento tale che si possa ritenere (Capitolo suc c essiv o, n. 10) nul
lo il lavoro elementare delle reazioni vincolari, l e ( 3 6 ), (39) si tra
ducono nelle equazioni
(40)
(
\ .·. . '..
(41) E
La (40) costituisce l ' integr>ale dell _e_J_o_r:_~ _fi _V.f_v_e__• La (41) quello
(equivalente) del l ' ener>gi~--a,-c-;~-~i ~u-~i -<li~-~~ -i-z pr>in c ipio di co nse r>
----- .- - ··· ----- ---·-· -·- -- · - ·· - --- -----·· . . .. .. ·-·· - . - - ··- . ~
vazione dell ' ener>gia': in quanto afferma l'invariabilità d ell'ener.gia- to-
. .....,. .... _ _ .,_._A' __ ~ ... , ~.J ·· -·- ! . - .... - ·-· ·· ··-. -- . - ..... ' . ..
tale in ogni fenomeno di tipo meccanico di un qualunque sistema materia
'-- ___.. - . - - .. ....... ·- -~
CAPITOLO XV
l - . - - . . , , _, ___ -· ~ -- ---
i
,_
CONCETTI E TEOREMI FONDAMENTALI DELLA STATICA
- - - ·- - - - - - - - - • _!
I - INTRODUZIONE
Uno dei problemi fondamentali della Meccanica razi.Q._nale .~ ...qu.e J.l_o.. .
..
..._ _...-.__....,_ .: ~ ·--.,..._,_,,_~--"·-:-;:-:~:.:r-~----
dello studio dell' e!lui lib r.io dei corpi, cioè della ricerca delle con-
~ -- -- ..----- .
dizioni a cui devono sq_qQ._!§té!r_~ la .P<:> ~.i~ ~l? n~ di_ un c1i3.to s_is_tem~ ~ le
forze applicate affinchè esso possa rimanere in quiete rispetto ad un
~- ---- ----- - ------- ---- -- ------ . ----- ---- - -------- ----- - --
~fi q__~g, t..Q_S. i.$.J;g!Jlfl.~i...! g_e:_~'.!:_~E:! '.'1-t:.<:>1 quando l'atto di moto iniziale sia
nullo.
Tale problema, insieme a quello della ldet~~l"l~i~-~:2--~ - ~?.:l'.'z~.'.i
interne e delle reazioni vincolari di un sistema in equilibrio, costi-
tuisce l'argomento fondamentale -d~ll~·-St~ti~iG-- . . - .....· -.. --
Si è già avvertito che la Statica è una scienza molto antica, ri-
salendo le sue origini all'epoca di Aristotele ed Archimede. Tuttavia
noi rinunzie r emo a darne uno sviluppo autonomo ma con punto di vista
moderno mostreremo come le basi su cui si fonda si ottengono particol~
. ri _zzand~_2-~ e~~~Z..-~:_o_ni _f_i:' n~allle:l"l~ ~~i___de ~ -~a Dinamica, \ s _a lvo qualche nuova
\ considerazi ~~e/concernente, j sop~ attutto, . ii ~~~I;~; tamento delle reazi~
, ni v incolari e che del resto interessa molto da vicino la stessa Dina-
\~ -
1 - ------ -·-···-· -.. -.
Si r e alizza così un'economia di pensiero e si riducono al minimo
i postulati fondam8ntali su cui poggia l'intera Meccanica.
I -
~-=~-~'.:~~~ ~~ ~~-~-1,~~ - ~-'. - :~~.Z:~~a_lm:n:: . s?.~~= t~_?. ..él-.c1.. YT1 •..~irtC::_~*? t,~j~..
trov a in qui.et.e rispetto ad un riferimento assoluto in una determinata
---~
posizione, P *, la sua accelerazione è nu l la. Di conseguenza l 'equa~_~o
(2)
- --------!
!'. ·'
----
. .. -·
Se P non è soggetto, a vincolo (punto libero) _, l a (1) si riduce
a
-- --- -- -- -----
(3) iF = O i·
(5)
.\ { l r---------~
indefinitamente in una posizione, P •, allora e soltanto allora che la
sua velocità iniziale è nulla e P* è posizione di equilibrio.
'1
I Una tale dimostrazione può darsi, ma non in tutta generalità, me-
diante lo studio analitico delle soluzioni dell'equazione fondamentale
lU w & l~I_JJ_ , ~ {1i\ m'i noi rinunziamo qui a farlo, avvertendo che, in assenza di
v incoli, dimostreremo la proprietà sopra enunciata per tipi abbastanza
generali di forze che si presentino n~ Cag_.) XX n. 2L!n e!~s_c:~~i~-~(~~~-~~
li essa rient::~___inve~~~::_~-~rtico!_'.3-re_'._\ ~~ -_ima -~na}_og_a_~~.'?~ ar_? a~
te l'equilibrio dei sistem_i ~-~--~_:;__:;_<:__~:1_.C:.'?_n~-~zi ~:1~- abbastanza [ma non
--------------- ------ - -----. --- -
del tutto] generali e di notevole interesse daremo un cenno al n.6 -del
Cap. XXII . Avvertiamo che per evi_tare inutili complicazi_oni ana l itich e
supporremo , nel seguito, sempre indipendenti dal tempo le forze agenti
--- ----·-----
nei problemi di Statica considerati, dato che l'altra eventualità - m~
- - - ----------------·---· ----- -------------·-· -··--
. - --- --------·- -- .
~ " ~ -- -....:.---- -·--· --- ·------~ - --~-- - -
Si è sopra accennato che l'esame del comp?rtame:_~:i:_o_ ..:3:_~ _\.1_1:1 ..J:~ nt_~ ___-_ P
che nell'istante iniziale si trova con ve locità nulla in una posizione
------ ---- - - ~~-- -----·- ·-- ---- --·- ----·· --- -·· -- - - - -------- ----· -------------······---·- ----- ----- -.
r---
dare adito a dubbi. E' bene chiarire tale affermazione con un esempio.
1 se delle
Si supponga che
x
P , di massa m , sia vincolato a stare sull'as-
e che il vincolo abbia la capacità di esplicare solo rea-
zioni normali a tale asse coordinato [vincolo liscio, n. 10]. La forza
agente, posizionale, abbia la sua componente risr>e_t:t:~ ___('i_~ __?{___ _e_~e~~ ss~
--- -·--·------~~-- _,..:;--:--~----------------
da
~
rx
(7)
I/:-:-· r
' i/!
L
] 'J · J
(8) X - 0
(9)
traddetto che se ur:_py_ry._~_c:___'!.1.<!:l.IT._i_q.[f: _sgg_g_ett q a i,i_na fo_r_z.q _p_Q§ i.?_i.9f!. Cl.. le_
t r ovasi ad un dato istante con ve ·locità nulla in una p osiz ione di ___?_CZ.Y.f --
.....__...-.. --~- -- .... --.- -- - .-~ .- - - ··- -.._.-.,.-. • ,............ ---- ---- ----······--·- ·· · ·- - ----- ~-- - · -- ··· -- ., -·-- ..• -.. ··---------
libri o vi rimane e noi lo ammetteremo senza eccezio n i.
3 - DINAMOMETRO
E' un apparecchio semplicissimo adoperato per la misura delle for
ze. Schematicamente si può rappresentare come una molla elicoidale di
estremi A, B della quale si fissa l'asse del cilindro, C , a cui ap-
partiene l'elica direttrice parallelamente alla forza F da misurare.
S .L
G>- SULL ' EQUILIBRIO DEI SISTEMI MATERIALI
Un sistema materiale si dice in quiete rispetto ad un prefissato
sistema di riferimento quando ogni su~. :e~n"!:<2_~!_~}"iale (se il sistema
è particellare) od ogni suo elemento di materia (se il sistema è con-
tinuo) ~in
------------------·
quiete rispetto adess~\ Naturalmente quando si parla di
quiete di un sistema materiale si prescinde dall'incessante moto d i a
g~ne termica a cui sono soggette le molecole che lo costituisco-
no. In altri termini se lo schema particellare vuole rappresentarepr~
prio lo stato molecolare dei corpi no n ha s en s o p arlare di quiete . Noi
parlando di un sistei:na particellare intenderemo invece riferirci sempre
ad un insieme di punti materiali, Pi dei quali ognuno schematizza una
parte del corpo naturale sufficientemente estesa in modo da comprende-
re un numero tanto elevato di molecole da dar luogo ad una distribuzio
ne simmetrica rispetto ad un certo P_jj
Per ragioni di simmetria appare allora lecito ritenere che il mo-
to di agitazione termica del gruppo di molecole considerate non influi-
sce sulla posizione di Pi (che può essere il loro baricentro) . Ciò
premesso, generalizzando quanto è detto al n. 2 si definisce posizione
\ d~i-Z.:i.b:P..ia....p.e:c_y.JJ,J/J.rn°L14Xl{{JU~ . §J§.t€T7LCl . J!1CLt~r_i_q}fL.Qgni... p~;j_~·iC'..~~~i_~~
! i vincoli hanno la capa c ità d i esplicare almeno un insieme di reazioni
\ t7.il T-;·i,·;-i,·--;i s ~~l-;;_n"tf:d.'~ ll~-··f ~-.;,~~- -;;;i-;~ e.. v i neo l a r i
1
agenti su -s i ngo - i
\ - -- -- -·--···---·--·-··· ···-··- -·-· ··-· - ------- --·- ·
~p u nti o elementi del sis tema sian_°-_!-~~:! . ._n_u ~_lf~ \
In altri termini è posiZD:m·e-aì equilibrio per un sistema materi~
le ogni posizione per cui ogni suo punto o elemento si trova in posi-
zione di equilibrio nel senso detto al n. 2. Ne segue che condizione
necessaria e sufficiente af f i n chè un sistema r ima ng a in quiete in u n a
determinata posiz~~~i:.~---~-~!. __è . .a.~e. :s"sa-·sia pp~ i zio ne ai . ;~~i zi);;;i_-;.:._~ i -
nizialmente il sistema vi si trovi c o n velo cità d i tutti i .. s .u_o_i___pun t i
-·- ---- ~- · -~--- - - - -· --- -~--- ·· · · · ·- ----- --- -·-· ·---------- - - - - - -------- .. --.--- ---- -·- -·-· ·- ·-· .-.- ---- - · ·· -- ·
G. E<:r!,[.AZlQ.~~INALI ~!~~
~ - ~'!alungue sistema mé!_~~~l_e_c ..fL--~- i:.1! _ q_u~.~t:_~ __i_1:: . :U!:1.~ d~~e~rri~_::- ___
nata posizio~_x_·, [che necessariamente è posizione di equilibrio], an
nullandosi le forze d'inerzia, le (XIV, 14, 15) divengono
(11 )
(1 3)
M(e,a) + M(e,v) =o ,
-T -T
M(e, a)
(14) o , -T o .
'1 unico punto) perchè una posi_:_~one _s_i_~ d_i__ ~~-u-~~-~b_r~~ '__da_!:~ - che esse non
imp_li_~~n() af~_~:tt9 __ cbe risultLnulla _la forza totale agente su_______g_gE_~ pu!!
t-~ o _e3:_emento del sistema. )
Basta, ad es., applicare in due punti distinti di un corpo defor-
mabile in quiete (ad - es :-;-- -~li e-st~~i;ii_ --a_-_;:--una -riìoYfa- ad- as5e - rettilineo)
due forze__ç__;5t_:Lt:p;_~~~i -~~a --~;PP-_;:~--dl-bracè:io-n~ii~-P~~~~statare che,
- - -- - - - - ·- - . ' • - ' o • • • < " ••• • • • ' o "~· - . ...... , • ...., •• , . , . , , • • , - - . . _,- -L O ~---~ - --· ·- -.- - ·" -
c _J LA BILANCIA
ralleli. Per una bilancia così perfetta non c'è bisogno di ricorrere
al metodo delle doppie pesate o ad altri accorgimenti usati in Fisica
per correggere gli errori dovuti ad imperfezioni costruttive della bi-
lancia.
Detta 1 la distanza tra i piani verticali condotti per i coltel
li s, s 1 , denotiamo con m la massa dell'insieme di uno dei disposi-
tivi che sostengono i piatti e di uno dei piatti e con X l'incognita
massa di un oggetto posto in uno dei piatti.
~1
s,
Fig. 2
( 15) (m + Q) 22 - (m + X) 2 1 o .
( 16)
e la (15) porta a
(17) X Q •
.....
8 - ATTRITO RADENTE
___
/
avere delle indicazioni sulle reazioni che essi sono capaci di esplic~
su un piano rr (fisso r i-
--·--- --- - ---- ---
spetto alla Terra) e incli-
- - - - · - -· - - - • - 1
( 18)
e tenuto conto che P _è in quiete rispetto alla Terra, la (2) [o, più
12E_ecisament ~ _ la (10)) C!_à, come reazion~ V i !} cola ~ (;), ,
( 19) - m.s_
si deduce
( 21) A = ~~ n , tg i
(22) fs tg ~s ,
diviene
(23)
di appog gio di piano tangente, qualunque sia la forza attiv a agent e .I~
(24)
------
io della velocità , è non es. t_er..na_a) la f ·--. - -···- - - ·-- ---
t o st atic o.
d'intendere per - )~ n il mo
dulo della componente nor-
male di ~ -2_ mentre la (24)
per~~ sig~ificato, potendo
,, il vincolo reagire in un
y i senso o nell'altro. In ef-
! fetti tale vincolo si può
~ '.,
' I
·.~ pensare realizzato costrin
........
gendo il punto a non usci-
/
'i'., re dall'intercapedine tra
due superfici vicinissime
;·) \ delle quali reagisce l'ùna
Fig. 4
o l'altra a seconda dell 'o
rientamento della forza attiva. Anche la condizione di equilibrio va e-
nunciata dicendo semplicemente, in tal caso, che la f orza attiva de v e
e ss e re non este r na al c~R~
di a tt r ito statico,
Nel caso di un punto ViQ
colato a stare su una cur-
va prefissata (vincolo che
- - - - ---
si può realizzare costrin-
gendo il punto a stare deQ
'I '
\
\ tro un sottilissimo tubo)
', \
\..~.,.,. ·- ..:~-~~,' ..__
in condizioni di quiete la
\
\
\
reazione è non interna al
\ cono avente per asse la tan
~I
gente alla curva e pe,I_s_e_-
\ <\A ~ ··.
miapertura 2 - ~s (Fig .
.\
5). ~chè_~~_..!2_unt_?._ _ sti~ _i__I1.
posizione di equilibrio oc
Fig. 5
corre dunque che anche la
!forza attiva sia non interna a tale cono4
Si tenga ben presente che in queste ultime considerazioni e nel se
guito è ammesso un p ri nc i pi o d7: i r:cJ.ipe_~~~-'.!.3E_d.eJ l~ _ G..Qrtd_iziç;n_ i __.di _ e ql1-_iJi
U
(
ATTRITO DINAMICO
Supponiamo
appogg.:!:_~to
P
e _.t_:r1gic:l1.iamo con A
-------
in movimento su una superficie fi _!;;.!3_iì__~_g_11_L5!_sso è
-- --------- --- ·-
i l componente tangenziale
..
deJ,J~ ---~~~ zi~
Fig. 6
dente e fa rappr ~~~~~ j,_l
co~f[i__c~~-n_!_e _di __(l_~ ty>i__t._o__qi!l'.!:_
mie~ , sempre inferiore a
quel lo di ~o s ta t;i co__§_ c_Q!Jle __q].!§.l_Lo_ .d.ip_enden.t..e-sens.ibi_lme_l1:tJL.S_Q)..o
dalla natura dei corpi a contatt_C?.!... ~ llo_i:;! at:i__delle superfici a con-
tatto e dall'eventuale presenza di lubrificanti. Posto
(26) arct fa ,
in cQndizioni di mot.o lg__
reazi o ne appartiene alla f alda esterna del cono di attrito dinamic o,iQ
tendendo come FaTe- ~~- -~?i._6- ci_~ _-_ass_~-- -~__j_~edi _~mero __r:_~_ec ~_?._er: !:.e.E ~ s_eini-
apertura <P_d · \
Nel caso di v incoli bilaterali le cose vanno in modo analogo sal-
v o che la reazione può appartenere ad u_na qualunque delle due falde del
cono di attrito dinamico \ Così nel caso di un punto mobile su una curva
-prestab :Clit~ - la reazione appartiene alla superficie del cono avente co-
-me-------- - --
asse la tangente alla curva e come semiapertura
11
2
Le proprietà dell'attrito dinamico sopra indicate hanno come con-
seg uenza che il lavoro effet_:t:j,_yç> \ [e, quindi, quello elementare (XII, n.
2)] ~eIJ_a reazione vincolare nel caso di un punto soggetto a vincoli in
~end<:__!1!lil.~ _tem~on --è -~ai posi tiv~. \- Si __lla ~ __ii"~-i~~-~~ 1
(27) dL(v) = 1 x dP = ~ x dP - A IdPJ .:o o I
~)[ v1NCOLI-PRr\;l~-~~T~lT~"\"_,
Dalle considerazioni dei due numeri precedenti risulta che quando
-- - -- - -··--- ----- --- -------- -- - -- - --- -
due corpi sono a contatto le reazioni che vicendevolmente si esplicano
attraverso le areole di contatto non sono, generalmente, ad esse orto-
gonali. L'esperienza mostra tuttavia che le reazioni tendono a diveni-
re normali tanto più quanto maggiore è lo stato di levigatezza della su
f?_e_Eficie a CQP:t:ii:tto, specialmente in presenza di lubrificanti. A tutti
è dato di constatare come stand~-~ ?_~ __uil. .12_:i_e.cie (o anche su tutti e due)
si sciv oli facilmente, in virtù di un impulso iniziale, su un suolo o-
-- - -
riz z ontale __:_()E~rt_ç>_ cìi_ _ 1=!11.-Q_ §ì_tr§l_t_9- _J ~:1.=-he sottil_issimo) di ghiaccio men-
tre è difficile che ciò avvenga in assenza di ghiaccio.
Questo fatto indica che solo nel primo caso l'attrito di primo di
stacco e quello dinamico sono molto piccoli, ovverossia le reazioni del
~~olo pressochè verticali. Si è quindi_ por_tati_ a_d qil]Illet_t _e _re _che __i _n_ _9 :!,:-
pendenza della natura dei ll)_~eriali, dell ()~tp.to di _ ~y i_g~:!=._~~9,__ cì~!_:J,_e
re non si può ammettere che essi siano nulli ma pr a ticam e nte si può
----- ---- -- - -~---· ----- - -·· ··-· ---·---- -
rit e nere effettiva l'esistenza di vincoli con reazioni solo normali ,
(28) A fs = ~s = fd = ~d = O ,
(29)
che si deve ritenere valida per ogni \°'v{nco-io liscio indipend en te dal \
..,. -- .. -- - -- - - - - - --- ·
t empo . La (29) vale anche per il lavoro elementare delle reazioni ViQ
colari nel caso di un sistema comunque complesso soggetto a vincoli l~
che v_i~c?_lo_ __(_dista~c_q_ J<':l~ . :i;i_ ~colo). Ciò in virtù di un principio di con
tinuità delle reazioni vincolari che si destano durante il moto del si-
. . --··-- -- -..
-~:::::.:-~=-==-=== :~- ·
--
ne vin colare in base al quale, detto t* l'istante del distacco dal viE_
colo e t un qualunque istante vicino successivo, essendo nullo il la-
voro della reazione in ogni intervallo compreso tra t* + E e t , co-
munque piccolo sia E > O, esso si deve ritenere nullo anche per E = O.
E' opportuno richiamare l'attenzione sul fatto che nel caso di vin
coli lisci e indipendenti dal tempo, il teorema delle forze vive, espre~
(30) dT = dL (a)
-----------
\JJ \ -=~
,~-"-PRINCIPIO DELLE REAZIONI VJ~:E_~~L---~ ~
( 31)
ZiO_~:: di _c:;onfine ess ~ f~J'.:m_a an<J()lo ,,r,e_H ~ ~~~~~ C ().'.2 _ }- ~- _re_'.i_z_ion_:__ v ine~
lare che (se non è nulla) è ortogonale alla superficie e o rientata veE
so la parte consentita dal vincolo. Nel primo caso lo_ ~::_s_t~~ci:.~o___ _
(33)
·-.
La cultura è un bene dell'umanità (fantomasping@libero.it)
262
@sulta nullo]
Nel secondo invece lo spostamento virtuale è irreversibile e la
(33) porta alla (31) (ove vale il segno = solo se q, = O).
\
(34) o .
(35) - oL (v)
( 36)
(38) oL(v)
Da (38) segue
/ n
(40) éL (v) ; . L !i X
i=1
(41) CL (a) ~ O
, 1
\. \',,
r :, - (!
...;m,p- r
(4 2 ) F-- -:::-0
~~-t
E' suffic:fente allora richiamare la (31) per dedurre la (41).
Per dimostrare la sufficienza della condizione espressa da (41) ,si
-me:: -_-_ - __ ::.:::s=.s--
denoti c ~ n,,,,. v 1
~~ classe 9 ~ futti gli spostamenti v irtuali di C che
d\ ~~C_'.'._:J E~_:i- dentem:" nte, p__e~ nuno di __ tali sposta
__:_a sciano _! ermi i punti
~~nti vi ~!~~I-~s__i ha oL(
1 = ~* Ei x oPi, ove la sommatoria è estesa a
_
l.
tutti i punti di C ' ·'
Supposta verificata la (41) per _tP.otesi, la completa arbitrarietà
d~i _vetto_~~ c~spond~ nti ai p~nti Pi di e (che no n sono so_g_
getti a vincoli) implica di conseguenza l'annullarsi dei vettori fi ,
ognuno dei quali rappresenta la forza attiv a globale applicata a un_ pUE_
to Pi di C'. Pertanto, l'espressione del lavoro virtuale delle forze
~ i:<a)--
attive di v iene: .,-!--- -=:-- ·i~;-F~~
_____,,_ . __l._ , , ove la sommatoria è estesa a tut
ti i punti di C " J Per la (41), si ha, quindi,
'----
(43) 1 i:** Ei x oP i ~ o
:i
1_ _ _
(45) oL (a) o ,
,._.-· \ · ~-
:- J_
---::\
~_}-- APPLICAZIONE DEL PRINCIPIO DEI LAVORI VIRTUALI AL CASO -~~~-I-~~E_M~:_1:1_2'_ ~_!_N_~--
MENTE CONSERVA.._TI
devoti , ecc. a-!-_ quali si può sert_1J;>f~ 1_p_~rò_ ,q _C:c:l~ttar_e il principio d~ _i_l~
---- -- - -·- --· - __ -_. . :_ __________ ~~-::::=-..::._=::.:-...::--:'.':"..e-~ ---
vori__y_t__i;-_!:~al:!,_2 .
Sia dunque C un sistema materiale soggetto a vincoli esterni li-
sci [per i quali, cioè, risulta verificata la (31 )] , a f-cirze- att-y,:;;- i~-
~:_ _aeJ:iv~~H :-~-~~Un ·pofo-riz:ia1e ~ e -a forze _atti".'e este_r~e~~
In base al princìpfo - dei lavori virtuali le posizioni_~_i_ _e:_q_l:lili-
brio I p *, del si7-t~ffia. --sono caratterT z-zate- 2faHa d-is~qne
---------- -- ---·-··- - -- --- - -- ·- -- ~ -- --- ---- ----- - - -------- ----:-~=- -- · -· ····- ·--- --·--- - - .,
(46)
----
ove cu 1
denota la variazione di ( Ui in corrispondenza ad un qualun-
-- ··-- -- ·- - - --- .
que spostamento virtuale di e a partire da P* e cL( e-,a) - il --~-
(4 7) CL (e,a) - clii ~ o .
(48)
o anche
(49) Jt __lìll_ ~ O I
se con Il si denota l'energia potenziale totale, Ile + lii , d~____ 33;i. s_tema.
---- --· . - . ·--------- .. .. --- ---- - ~ - -- ---------
Poichè Il è una funzione della configurazione del sistema lìll si
----- --~- ---- -- - - -- --- - - . - ·· - .. . ···- -
~ nfonde OlI.I.I_,~_~ , _'Z J çqn _i}, _q_iffe r.enzial_e totale . di __ rr .fatto .. ri=..
spetto ~_p arame t.__1;-_j,_ deter_miw -Uv_i _ç!e_lla pos_i_z _i 9_n_e_~_l__ ~~-:;-~_::_:i_a (che po~
(50)
La seconda delle (50) afferma invece che nel caso d;: un sistema o
lonomo a vincoli bilaterali e p r ivi di attrito soggetto a forze attive
interne ed este r ne conse r vative le posizioni di equirrbr-:::0-Sono-car--;_;;~
terizzate dalla stazionarietà dell ' energia totale . - -
L'energia potenziale '
.__/
rr\
è da pensarsi come f~nzione di u n ce rto
- -- - - - ------- --
numero di parametri \~~~2;- -:- .. , }ID] caratter i zzanti la configurazio-
ne del sistema. Conseguentemente la (50, 2), per un noto teorema di A-
~~----------------------~~
nalisi matematica, dà luogo alle m equazioni
(51) o I o I •••I o I
~!STABILITA' DELL'EQUILIBRIO
può a v ere iniz_i .ç Lun motQ . .9€!1. E;.:i-stema che lo allontani alquanto da P0
o in cui la J~~za viva superi un certo valore positivo, la configura-
- - - -- - - - - ·- - --- -- . '. -
come uguaglianza.
I., Ciò premesso , la nozione dinamica di stabilità si può precisare
j in_e_~ - -~~~ - ~egu-~~t~ ~ - u~aposizione, ' f*;. di coordinate qi, q2~---:-~ si
I/
1
__
·~::-=--~~ :~':ilibrio stabile se comunque si sc~l_g~!_lo __du~- _ num~_: i_~os_iti-
I
11 vi n', E:', ad essi possono associarsi due altri numeri positivi n",
E:" in ~odo che supponendo inizialmente il sistema in una
figurazione dell'intorno . In 11 di raggio
quctlu~-que
n " con forz él. __':~V: i:i_. !_l?~~
con
(53) TI - TI * ~ O,
(54)
---+/ E: * ..~'1
(55) ' .< n (n"l - !l * <
2
(56)
(5 7)
da cui segue
l
(58) !l - !l* + T !l_o - !l* + To . \
(60) n - n• < E:
11
,
(62) T + rr < T0 + IT 0 •
,/
.i.
15 - DETERMINAZIONE DELLE REAZIONI VINCOLARI
(63) aL(a) + i x oP
o '
•
1Y
I
I
I
I
I
cx_ C
-----x-~--------------------
9!c
Fig. 8
(64) oc 08 ~ 3 /\ AC .
(65) 0 8 (E 3 /\ AM X !: + ~3 /\ AC X il o .
(66) oM 0~ ~ 3 /\ BM I oC 6~ ~ 3 /\ BC I
e la (63) diviene
(67) 6~ [~ 3 /\ BM X F + f 3 /\ BC X il o.
AM = -(32 9- cos a , 1
2
9, sena , o)
I
AC - (2 9, cos a , O, O)
(68)
BM =(~ 9-
1
cos a , -2· 9- sena , o) BC - ( 9. c o s a , - ,Q, sen a , O)
(69)
o I
da cui si deduce
F 3
(70) - cotga · 4 , <l>y 4 F •
CAPITOLO XVI
-mo che i vincoli unila t era li__ sl,__j;;_r _gdµcano nelle disug_uaglianze
( 1)
essendo
(2)
___ ______
1 < N'
' <
.......
NÌ..\
t \
(3) ~:o~
XU , 51 h=1
(4) L !"\. \ - o I
, ... ç -~~-~---- _')
sere). ----~
\·
___o_ _ -·.
.. . _
=___"N._____=
(5) .-~
\ _a.._
·_·'.'._· __-=_ ~-_t:l
N d_ · ·
_______ _ a_ ./
(7)
(8)
,_
-.----~
I:1_fatti, si supp9ng~_<::_h~2§ :r;__u1:1 c:e;rto ~ _Fi < N" \__
li__ sia ~Qh t O.
Assumendo nulle tutte le '5 % _éi_~ =c:__c:_~:_~_o_:ie__<:l_':.~-~-~ ~, ?-~li~~ la (3) diviene
% ~ -~~J e non può essere soddisfatta _ P.:!:_ ::i~c:_~~.:1~1:~--~-==E:~~~ - ~~---~':!h-
che . è __del tutto arbitrari5. Perta:i_t:_°._ __le _ Qh_ -- ~o~ _ . 11. . <. "!" H_Hd§!yQno ..§.?~;:~-
tutte nulle ~ Se invece si suppone che per un certo h = h' >,- N" sia
Q~~---: - o ,-b~~t~ -~-~ ~iie~e . n~),l~ t~tt~~e~ :S <h ~- ad eccezione della ' oqh ~
che dovrà-K..isult~_e_p_o_siti:v:a_\ (non essendo nulla) a causa della (6), per
- \ ·-·--·- --. - - - - - - - - · · ·--·--. ·---
~~ prim~e:_~~-~? _di __ (3) \ divenga ) Ò~-;6qh~_:o\ , ~~- __:oi:tras~_':_ _ <::_:'~__la
(3) medesima. D~o___i:__~~rt_~!°-'-· ~-~ss_i~~ere l _e :~(8 ~~:_al'l?r_~s_en~~mo l\
la co ndi z ion e nece ss aria e suffic i ente per ~uilibr i o del sist e ma in
U.!2E.__Eos i z i one d i co n f i ne. ~
~-
(9) (h 1, 2 I ••• , N)
( 10)
f X~-+ y
e ( aqh
ax ay
~- + z ~- ) dC
aqh
az
aqh
I (h 1 I 2I •• • , N)
( 11 ) (h 1, 2, ••• , N)
2 ) -- PRINCIPIO DI TORRICELLI
Sia C un qualunque sistema a vincoli lisci e soggetto alle uni-
- - ------------------
che forze attive costituite dai pesi dei singoli
Supposto l'asse delle _z_
~oi
( 1 3)
' I!
..------
·-
./
n
( 14) E F·
-l
X lì P l. o '
i=1
ove gli spostamenti virtuali 6 P1, 6 P2, ... 6 Pn possono e sprimersi prQ
porzionalmente alla variazione infinitesima arbitraria di un unico p a r~
(1 5) o .
Da (15) si deduce
( 1 6)
(17)
s h
( 18 )
68 2n
( 1 9) boe , I Hz I s .
(2 0 )
da cui si ricava
2nbF 1
( 21) F -h-
2
(1 ) f(x, y, z) o .
Com'è ben noto ~V, n. 2], sono posizioni di equilibrio per P tut
te e sole quelle in cui il vincolo può esplicare una reazione vincolare
! 1 soddisfacente all'equazione
(2) F + i = O .
(3)
con
(5) R
Posto
(6) À i
R I
da (2), per proiezione sugli assi si ottiene, in base a (3), (4), (6),
(7) Q Q z + À lf. o .
I I
az
(8) o I o .
Le (8) vanno associate alle (1). E' bene osservare che esse si so
no ottenute per l'implicita ammissione che sia ~~O.
az
Pertanto, eventuali posizioni di equilibrio che annullano la li.
az
non rientrano in quelle fornite dalle (8). Esse sono invece fornite dal
sistema
af a1"
(9) z o I X -
ay - y
ax o I
ati atz
ay + Àz
( 11 ) <Py Àl ay
ali ~fz
<Pz Àl a z + Àz a-z
afi af2
X + À1 ax + Àz ax
o I
ati afz
( 12) y + À1
ay + Àz ay
o I
afi a[z
z + À1 a z + Àz az
o
1 1 "",
I
I
I
I
)
p
a rr . Assu n to l' asse di rotazio
n e come asse de l le
to v erso l' alto) e
no x, y , s i a ~
z
rr
(or i ent~
come
la veloc i tà
pi~
Fi g. 1 ango l a r e di rr . Ci r i feriamo al
(1 3) m_g + m w2 OP + _t o .
(14 ) cp z mg > O •
( 15) A= mw 2\ oP \
(16)
fQPf 2
(17) u mgz + mw~ ~-
2~ - %foPf 2 .
2
mw_ c
(18) u mgq cos e + ~ q 2 sen 2 e - 2
2 q .
( 19)
au mg cose + (mw~ sen 2e - c)q o .
aq
mg cos e
(20) q q*
c - mw2 sen 2e
T
mente,
CAPITOLO XVIII
(1 )
\·' I
~ ~ e, a
)
"' 0 , . ,
I. ·o-v--e·· ~
~ e' a ) , f'.!5" e' a)] i· ndi· cano evidentemente risultante e momento risul
--::---- --::---,,.o------- - - -- - -----------·
tante rispe~1:!..<?-."!~ -~-I!.. .E.()J..Q..._ Jl ._del!~. for~!L est_~IJ._ELJl..t.t_iy~-·
La necessità della condizione (1) è già stata constatata nel n . 6
d el Capitolo XV . P·er d imostrare la sufficienza indichiamo con oQ e B
la \trasZ a zion!!Je lefJ.! otazioniJ nel generico spostamento v irtuale del si
sterna e .
8i2h -5-~g_u_~--~J:i.H~
.. \
(2)
\ · '" .• L
. ,..
... .. -~ ' '-...,.... e \i· \ ' (_:: : ..,: ì
che dimostra l'annullarsi del lavoro virtuale delle forze esterne atti '
- -------------·---·" --·----·--· -- - --- ------ - - -- -- -- - - ---
v e per ogni spostamento v irtuale a parti_;-~ _S!._a_p~l
- - ----- ·- --·-- -·--·
Ma tale lavoro s_~ -~~:n_ti ~~ ca C()f1 __.i}___ l_a_:'~:rr_<;> ___':~ r_j::i:._a1-~ ..:1~-~-1-~ - -~ n_t:e~ a 1
s o llecitazion ~ attiva dato che le forze interne fanno lav oro nullo per;
(3) ) ti L (a) = O
----··--·-· . .,
La cultura è un bene dell'umanità (fantomasping@libero.it)
292
R(e,a) + B.(e,v) 0 ,
(4)
(e,a) + M(e,v)
-MQ - Q 0 ,
v-i -
n e-o --------
Zi s e ;·, :;·- · -- c------
c.e-:::.ç
-·
i _ài... es_p. l.i care_.
Per d i mostrare la su fficienza della condizione [per la necessità
ved i (XV , n. 6)]supponi illTIO lisci i vincoli e moltiplichiamo scalarmen
- - - --------·- --------- - --- ·- - . - - --
t e~_JéJ.. (4,1) per éì lì , la i~..L _2) _ per_ - ~ e sommiamo. Tenuto conto che, c~
me nel caso a), il lavoro della sollecitazione totale (interna ed e-
ste rna) si identifica con quello delle forze esterne, s i ottiene, in ba
se a {(Xr.L::6DJ1
(5)· , I '
\.__ )
,,.,,..
Da (5), tenuta presente la (XV, 31), si deduce
e:---c: l_~ )
·- ( iù - -~-----
. ,.f , L
(6) u , o___ ~ __\
'--------·
.- I
2 - SISTEMA RIGIDO CON UN PUNTO FISSO
- --·-·-·---·--- -- --
Considereremo, in questo numero e nei quattro seg~enti, casi sem-
plici di corpi rigidi vincolati senza attrit9 e ne c~rcheremo le co_rldl
z ~g n ,i di _ eguJ,J, ibrio.
Esse possono ottenersi come inunediata conseguenza della\Osservazi o
ne n.L) del numero precedente ma per i_):=>_ri~i ___~_r_: de~--__<:_~i::~~=--·'?":_5._i__ C:_!::e c_o~ __
~~ d ~r:_e!emo preferianw ottenerle come _diretta conseguenza del principio
I ~~'
cardo con il principio di Tor-
ricelli (XVI, n. 2)] •
s,
...................~----
, Se invece si considera il
I o caso che
forze Ii, I z
L:a consista in due
applicate nei
I
I punti P1 , Pz (vedi Fig. 1),
I
1r1 la (8) diviene
I
Fig.
(9)
(10)
~l
.~ SOLIDO CON UN ASSE FISSO
j Q
----
2 ---
---
--
----' --- --
\I
Fig. 2
{:1-1 ) 6L (a)
M(e, a)
(1 2)
d
o
- X '
<f>1 z + <f>2 z - z ,
)l ,
.---1.' - o .
f .I. ·.
Z2 '1>2 y Mx '
(14)
O Mz
r ..
Nelle (14) \z2
La (14, 3) esprime la condizione di equilibrio (12), dato che evi
dentemente Mz si identifica con Mde,a), ma si vede subito che in ba
se a (13), (14, 1), (14, 2) sono determinate 1 y , <t> 2 y , men-
<f>ix, <t> 2 x, <t>
tre delle <f>1 z1 <f>2 z è determinata solo la somma. Si può affermare duE
que, nel caso in esame, che la sollecitazione vincolare è determinata a
meno di una coppia di braccio nullo costituita da due forze direttamen
te opposte ma arbitrarie, applicate in n 1, n 2 •
Ad un maggior grado di indeterminazione si giunge evidentemente se
d è fissato in più di due punti, dato che in tal caso nelle corrispon-
ti delle (13), .(14, 1), (14, 2) le incognite sono in numero ancora più
elevato.
lendo con tale ~=~om!_naz!~~~et_!:_::r::_~,~ --.=~~d-~-~~-'.: - ~ '_ ~ll\pos s.-~J.:'._i ~i tà_ di d.§_
terminare le reazioni
···- ··vincolari
. ... ., , ., ..
·- -------· ~---- -· · ·
in base alle sole equazioni
~-·-- -·- - -- - .. .
cardinali
.. . . .. . .. . - .- -
- -~- ~ -----~ -·-· - · ·- · -····-· -· · · ·~- -- -~ · ,-
ella Statica.
In contrapposto si dice stat i camep.te _dete rminato . ogni problema per
- - "····--- - . . . --- ------ - --- - - .. -·--- ··- ---- - ·------ _ ,. __ .... ,
--- -- - -
(1 5) oL a + B x M(e,a),
-n
ove è evidente il significato di R(e,a) ed ~(e,a) \ e si suppone che
....,.--------·--·-- -------·-- -----·--·- ............ .... -- n.... __ .. - .------- -- ----- - -···-···- ---
n appartenga
-----· ·-··-.-- .. -····· a d . J Data la natura del vincolo il più generale sposta-
.. ___. _ __----··--·---- --- -· ·---- - - ------ -- ---·------ ---- - -·---··-- -- - ·-··-··---._ ___________
<:li . .!!.... -~--- ~~o-~E~!~~~~ t~ __ e~i_C:Q_:i,§~~-e_ _i nf~~!:_~si_mo ...di. ...i'!2:-
~t9--~~~:t_l!-_a_le
se d e di conseguenza on e B sono vettori infinitesimi p~rall~li,
a d m;;di -;;~a~i~ arbfuarioJ 'N~-segu-è--che·-1;,;- -- <1-si .p;ò p-~~sentarsi ne};_
la forma
(17)
R(e,a) o ,
d
(18)
( 19)
san ~ appoggia t o s e n_za ~i t o _C!.È_ .l!-...7!:._?_u_o Z.?__ ?r -f..?.. ~-~l'!_Éa l_~-- ~ i_a -- ~ n pos~ ~- i_o -:
7:!..__t!-.._i eql!:_f:.._Z._i)v!..i.a_ è__ Q}J_!!g__ il . .Q..?.11t..!:...o___j.i,_ r. r e ssio ne s i a n on e s te r no a!._~oZ.i
go no di appoggio.
---- -- - ---- - -----
I
.~
I ("
- E* ci) 0, _:-;,
(20)
1=1
Ìi
' -
n
l: QAi /\ Ìi - ne * /\ E*
i=l
n
i:
p*
i=l <Pi I
n
(21) i: Xih x•p•
i=l
n
i: Yih Y*P*
i=l
necessarie, dato che i vettori <Pi , se non sono nulli, devono essere
orientati verso l'alto \ Nel caso di
I tre soli appoggi non allineati (Fig.
______ ,
e,
I
I
I
I
5) il sistema (21), considerato per
n = 3, ,!:1.ILQ,,ertamente ..-S!J.y~r:o d9~
ro i l determj na.n,_t e__, {!l
qei _CQ.e__f_f L
~~ile- @ r:!nfa~ti
\
\ incog!lite,
\
\
\ 'ì 1
\
\
\
A, (23) ~X2 x;J
Fig. 5
tY1 Y2 Y1\
esprime il doppio dell'area con segno del triangolo A 1A 2 A 3 . Indicando
con
(24)
Y* Y2 Y3
li i
(25) li p* .
(26) p*
e si riconosce subito che i secondi membri di (25), (26) sono (come de-
ve essere) positivi se C* è interno al triangolo AiA 2 A 3 , per il fat
to che lii , llz , ll 3 , li esprimono i doppi di aree di triangoli i cui pe-
rimetri vengono percorsi con uguale verso.
Si riconosce altresì che se C* cade su uno dei lati de l triangol o
di appoggio si annulla la reazione corrispondente al vertice opposto.Se
addirittura e* coincide con uno
dei vertici si annullano le reazio
ni corrispondenti agli altri due
/
/ vertici.
/
/ Comunque sia, supposti non all~
/
/
/ ne '.:_1:_~~~1.._1__A_L __
il problema è
/
/
/
/ staticamente determinato . Esso ri-
/
/ sulta invece - staticamente
. -
indeter -
/
/
/ ' minat~ per n > 3.
/
/
/
Supposto !c4 interno al poligQ
no di appoggio è sempre possibile,
pe_r n > 3, considerare tre suoi
Fig. 6
vertici - che denoteremo con Ai , Az ,
A3 - tali che C*
sia interno al triangolo da essi definito (Fig. 6) .
Di conseguenza nel sistema (21) il determinante dei coefficienti di ~ i,
$z , $ 3 è diverso da zero e possono darsi valori ar b itrari, ad es., nul
li, a ~ 41 $s , ... , $n e determinare $ 11 $ 2 , $3 come nel caso d i tre
soli appoggi. E' evidente, pertanto, che nel caso di n > 3 appoggi il
sistema (21) ammette più di una soluzione, ad eccezione del caso che C
appartenga ad uno dei lati del poligono di appoggio non contenente tre
punti di appoggio o coincida addirittura con uno dei suo i ve rtici, nei
quali casi basta associare le (22) alle (21) perchè la soluzione risul-
ti univocamente determinata.
(27 ) o .
Poniamo
n n
o
y ?, X~
(28)
n i=1
l:
·o-y l:
.l .
J. n i=1
(29)
(30)
- knc p*
'
(32) knp~a x*p*
- knp~b Y*P*
da cui segue
(33) a = b c = - E.:'._
nk
p* x*x · Y* Y ·
(34)
Il
( --1.+ __i+ 1)
p2 p2
y X
(35) .E*
n
I?*
(: y*
1)
p* x• y*
1)
r
T - b + $2 4 (a+ b +
(36)
X* y *' X* y•
h
P*
4
(- a + b + 1) I $4
P*
4 (- a b + 1)
pur di designare con 2a, 2b le lunghezze dei lati paralleli ad x e y.
vt Detti i PU_!!
:
I
""',';
'---
DEL ~, A
'- 7 -
_,,,....·
IL PROBLEMA SCALA
-1------
I
v erticale, a, passante per
ta r la retta che congiunge le
AC .Det
sistere.
I - GENERALITA'
Ne ll a tecnica delle costruzioni hanno importanza fondamentale ti-
pi di solidi dei quali un dimensione prepondera nettamente sulle altre.
Trattasi di quei sistemi materiali che comunemente si denotano con i no
mi di verghe (o, anche aste o trav i ) e fili . Dal punto di vista geome-
trico essi sono definibili come sol i di tubol ari , cioè ammettono come
schema sistemi continui occupanti la regione generata da una piccola
superficie piana a che si muove per un certo tr a tto, mantenendosi se~
(3)
(4) o ,
(5) o ,
(6) ~o ,
(7)
Ne segue [vedi (4), (5), (6), (7)] che le equazioni cardinali ap-
plicate all 'intero C si scrivono (assumendo C0 come polo dei marne~
~o+ ~t +
J(ot
o
([ - µ~)ds + r. F .
l.-l.
o ,
(8)
o I
da cui si ricava
( 11 )
~o ' - ~o
SI - S
+
sr=s 1s' (µ~ - flds o
'
sr=s 1s'
CC
t!a' -M
I
( 12) -o + cc /\ - f)ds o
/\ ~o'+ (µ~
s' - s ~
de nelle (11), (12), agli integrali che in esse compaiono si può sost~
aRo
( 13) -- - + µ~ - F o
as '
at!o
( 1 4) + T /\ ~ o o
as '
dR
- a -
( 15)
ds
F o I
dM
- a
( 16)
ds
+ T /\
-Ra o
(15) danno
( 1 7) cost.
-R a
( 18)
( 1 9) o .
(20) ~a =O .
(21) F·
_l o I ~ a '= Mi o I
-Ra ,= - .e·
In base a (21), da (4), (5) si deduce
(22)
CC /'. _eds .
ii
e
- E* - J2d E;
(23)
[- p • + (x - 2 )p] ~2
JT *
(24)
L1 (x - 2) [ p* +
9. - X
2 p] ~3 •
(25)
(26) r.-li
-a
-Ma
(s - 3:)
2 E '
i
cc /\ :eds + 2 cci /\ E .
(28)
X (X - 9. )
2 ~1 /\ E
bituali note espres s i oni dello sforzo di tag l io e del momento f l etten
te :
! * = (x - ~) P~2 ,
(28)
{M x(x - R. )
2 P~ 3 •
dM
(29) dx + T* Q I
dM
(30) T.*
dx
( 31) ~o x T ~ O , -Mo - O .
(32) T /\ R
- o o
(33) -R o
- TT
h!
(36)
as µ~ + F o '
dT!
(37) ds + F o .
Le (34) mostrano che le forze applicate agli estremi del filo so-
no tangenti ad esso, mentre la (35)
determina la discontinuità che si pr~
(38) cast.
e le (34) portano a
(39 ) _g 0 + _gQ, = O •
(40) o .
d-r
ds + FT o ,
1
(41)
p
o ,
T
(42) ds + $ T =o ' p + $N =o ' $B =o ·
(4 3 ) I~: I ~ t s .!.
p
(44) lt fs
ds
p
>,. 1Tt
o
IdTT I ? I 1Tt
To
dT
T I= I log
Tt
To
ds
p
(45)
Da (45) si vede che per effetto dell'attrito con una forza di mo-
dulo R0 applicata all'estremo C0 si può equilibrare una forza di mQ
dulo R1 che può riuscire notevolmente più . grande, applicata nell'al-
tro estremo. Se, ad es., si tratta di una fune avvolta su un cilindro
scabro di raggio r, è p cost = r per cui, supposto .L'
J s indipende~
te da s, la (45) diviene
(4 6) R1 ~ R0 e
(4 7) R0 23,4
(48) F = dU
T ds
d (T + U)
(49)
ds
o
da cui segue
(50) T = - U + cost.
come avviene, ad es., nel caso del peso. Dimostreremo subito che in co~
(5~ )
d (T ~~ )
o
d (T *) - Fy
ds ' ds
dx
(53) T ijJ I
ds
ove ijJ è una costante che denota la componente della t e nsi o ne secondo
l'asse delle x. Pensando y come diretta funzione di x e indicando
con l'apice la derivazione rispetto ad x, si ha [vedi ( 53) ]
dy'
(55) ijJ ds
Fy ds
(56) y" T •
11' dx
Sia C una delle due funi che sostengono mediante dei tiranti u-
na piattaforma rettangolare pesante orizzontale (Fig. 6). Se i tiranti
sono molto fitti e si può pe_!:!
sare come soggetta ad un carico
ripartito verticale. Assunto,c~
ma.
r---0 X
l<J....L..!...!..JLI...Ll..LI....L!._L..!...l...J...LJ...W....L...1....!..~------~
Supposte soddisfatte opport~
ne condizioni di simmetria le
I
IV due funi sostegno possono pen-
r Fig. 6
sarsi ugualmente caricate e si
può ritenere che l'elemento ds
di proiezione dx sopporti il
carico verticale Edx . Si ha cioè
(57) Fds
(58) y" - E
11'
p
( (59) y x 2 + ax + b
~
10 - CATENARIA OMOGENEA
ds
(60) T
tJ! dx tjJ V1 + y I 2 , y" T
(61) T = - p (y - y *)
(62) (y - y•) ~ (y - y •)
(63) y - y.
(64) a8
(65) a = 8
(66) y - y* l/J
E_ ( X
e l/J
- X *)
+ e
- E_ ( X
l/J
- X *) J
2p [
(68) y' sh E
ijJ
x
per cui, detta 2a la distanza tra gli estremi del filo, risulta
(69) dx eh E
ijJ
xdx 2 ::i!. sh E a .
p ijJ
Da (69) segue
sh E a
2 ijJ
(70)
2a E a
ijJ
(71) eh E x
ljJ
(72) y - y*
CAPITOLO XX
I - --------,,
LQ)~AMICADEf,._ PUNTO ,
1
ove F è generalmente funzione della posi_zio_!l~ _di P, della sua velo
~~~~ - e del tempo e comprende il ~ontributo delle forze app ~~~ nti del
moto relativo se la terna non è galileiana.
- ·---
jse I _ è nota, come avviene quando il punto non è soggetto a v in
col_i, proiettand<? _la ( 1 ) _su_gli as§i x, _y, z _della tern_a , _ L..!:_~~pe _t-
_t_o -~ -cui si studia il moto, -~o:-- :Si.C::,éi_y an_o _1E!_ .:.:.~L~~-~__g11:~_z/ O I].i __ _d_ iffe~~J1,zia-
li
'(
__!!0 1= ' X(x, y, z' x, y, z' t)
(2) ___
my. ,\ = (J{ x, y, z' x, y, z' t)
i
mz = ~) x, y, z, x, y, z, t)
(3)
329
c:_~~-- CQ.§i:;J~_::~i::_C:. ~-~i__g_q~azioni . nelle costanti ~1 , c_2 _ ~ __•• ~ ~-~ 6-. ~ - ~!:,!:_E'.'.
a determinarle.
Ciò è in pieno accordo con il carattere determinista della Mecca-
nica ~$~9! - che dalla c:onoE;cenzc:: de~ dati ~Il.~~ia1-~_-_posizi~~- .§!_ y e-
locità - presume di determinare il moto, note che siano le forze \ Tut-
tavia, dal punto di vista ana.1.j.~~_ç()_;~ -1;--;;-~~~-;~;-~~~~--;;;-~;;;---~~-;.;;~lici:
per soddisf_a:.= . él~ cara~_!~r~ _~~te~ll\_in~s~él .c:'l~~la Meccanica clél:3_~i~é:( oc-
corre non soltanto l'esistenza ma anche l'unicità della soluzione del
sistema differe~ziale (2) f~~ti--·~h~-~'Th_I]_~ i---vaTor_:,i __i_rilzi~li d i
?C i
x, y, z.
1
o ~ t ~ t'
(5)
bi~ X ~ bl b'2 ~ y ~ bz b' ~ z .::: b
3 3
a) sono funziQn L~o_f!.1::,!_JJ_1J~ _delJ!=!__ v.2-r_iabì_.1:i,_ --~ cY-L. '!-1. -~ ,_ j_, __ z___ Q_e_n_E;_a_t:_::_ .=_~
me var iabilL_in~~e~n~~~t~.L.
b) ~~-~?Il._o__le derivate i:>C:.::-_z_~~}:!:_ _pri_!!!~ __ rispetto alle x, y_, z, x, y, z,
che sono limi tate [oppure continue se le X, Y, Z sono continue e limi tate].
t:1on è superfluo avvertire
- ----··- ...
c~~- ~ int~~~~}:9_ _9_~~__!_ ' __~_:i:
------ - ·-- · --
esistenza
ed unici~à del}!~o-~l1z1:_or:~.- P~~--~\7€!::.~--~-;>-~~~~!i inf~~~!=-_a_ - ~t '. _ '.:'_ :' ], come
ad es., può accadere se le X, Y, Z non dipendonq_§al temp ~ j
---·-· -
..I
..e__il__.s.-.i-5-t=ema ( 2 ) amme_t te di con s egu en za 1 a s_,Ql_u.z.i.o n.e_,,§. t a t i cg
(7)
le condizioni iniziali x (O) = '-x~, y(O) = ,._Y> z (O) = \ z*; e x(O), y (O),
Z(O) nulle, le (7) rappresentano l'unica s9lu~QDe possihil_e_ L _il che
significa che sino a quando non mutano le circostanze per cui vale il
teorema di unicità P rimane in P*. Ciò accade, in particolare, se
~e fi:=iT=ZJ. soddisfano all~_<:__o!1di zioni: es_F?~~s_:_~ -~-e:~-~:irn_e_r_(l ~recedente.
AJ1zi è-=~-~-e~~-e__~l],~_ SE!_ la, ~-~rza L _ no~ -~-~Pe:_nde dal _ t;el11p_o è t = "' e
P rimane ~finit_amenj:e__ nella _pos :i, z ;hon ~ .9.i .e.quilibrio.
~~-' r
G) INTEGRALI PRIMI DELLE EQUAZIONI D~
Se •(x, y, z, x, y, z; t) è una funzione di x, y, z, x , y, z e
Lt _, e _c __11'.'.~~~~_!:ante, si dice che l'uguagl_:i:anz~_J
(8) • (x I y I z I X I y I z; t) = c
( 1 2) xy - yx o .
4 - FORZE ELASTICHE
(1 3) (i 1, 2, ... , n)
(14)
·,.
Po sto r) I
n
tr::\ L c f ; ·. ...O_,,•
~= ~
i=l
n
(1 6 ) F L
i=l
(17 )
m
00' c _g •
..moto,
. . __ ___..., l'integral e de lle aree è
- ··-·-- · - ···-- ···· - ·---- - . - - ~--..---------
(20) rnX \= - CX 11
my CY I
di~J, J.j._Q_rio__ _§!-_abg~- (~~~-~__:1-~ ) :.. !_1:__r_i:_nt_o ____ ~, _ _:;_~ _p_ost ~ _ i_!"l essa con
velocità nulla, vi rimane i,ridef_i _ni tarnente.
---------·--- ---------
~srr
5)- ~-Q_,~!_LE _ SO_PRA VN _PIANO . INC.LINATO \
Sia ~ un piano solidale alla terra in_ç.J.i nato dell ' cincroi c'
spetto ai piani orizzontalj e P un punto pesante semplice ~entc
(21) ma mg: + $ •
(22) g _ (O,gseni,-gcosi),
mg
la (21), proiettata sugli assi,
Fig. 2
dà
(26) o .
s:..ent ~ __ <:; l~":?. P~J'.'___ J,___ :;;___t *__ -~ -- --~~ c_':'.'._ j_._~ q)_ . I
(2 7 )
2
mz 2 (t) - mg cos i z (t)
(28)
-,
I
(29) mg cos i ('
ì
(30) X O} I y = g se n i '\ .
nalogo a quello dei gravi nel vuoto) _L_' acc ~lera:zi ~;:~--ècù~;tt~ -~o~~ le
... ·----- --- - - - -- - - - - - -- - ------· - -· ·- -~---·· -
e la (2 3 , 1) porta a
( 3 2)
=--
. ~ase alla
!<P Y l legge dell'attrito dinamico (XV,25) risulta,pe ; tanto,
··-··- -····---- ····- - ·····- ... - --·- ·····- ·-·-- - --·-·· ·------- ··-·--- -- -
(34) <P y
- -- ---- - ·-ì
(35) y g (s e ni ± f d cos i) '
( 3 6)
sen (i - ~ --;~-)-- \
(37) y = g \
c o s <l> d
------- -- ----------------·- . -
Se P sale è
...
(38 ) Y < Q / y > o , yy < o
{~
{: :
se i > 9d
(39) y > o , y { > O se yy
< O se i < <P d se i < <P d
conda che l' i nel i nazi ape d~A.. ~31:.~.Q....!!! j.JlQ!"g _Q~_:U_'_çi,pg_oJ, o di _fil_-
·-· ----
trito dinamic ~; __ ,
$I
G.,) PUNTO MOBILE SOPRA UNA SUPERFICIE LISCIA PRIVA DI ATTRITO
1/ af 2 _, 2 -f 2
(41) V( ax ) + Ly ) + (~)
i coseni direttori della normale a o sono, notoriame nte,
:::;::::::::=
af af 3f
1
(4 2) f3 y
" = R ax ' R ay ' E? :i z
(43)
--se con
ri CL 1 f\
n
1
si denota il versore della normale a
Y•
(44) >. = )~
R
l e compone nt i di ~ sono
af af af
(4 5) cp X = t, ax I <i>y = À dJ' I il az
mx X + À li
ax
t4 6 ) my y + À li
ay
mz z + À li.
az
OS S i:7 RVA ZI OiV.'o' r - S~ __s i _!!1.!:!QVe__?_ll ___a in vu_t.i:L dL..1ill_a, __ve_!~~-i Y:à i n:!:_z i~
_k_§en ~_§_?_?.ere sogge tto a forze attive · (mo ti spon-tane i, ) , l' accel~]'."_~Zj Q
---- ---·· .. ·- ------·- ------ - ····--- ·--- --- --- -·--·· . .' ... ---- --- . . - -- .. - - -
ne,_ ess~ndo p a r a ll e la all a reazione v:i,nçgJ,_a_:çe, è __ortogonale all_a_ traie!_
toria ed è quindi pur ame nte normale. Ne segue (II, 28) che il moto è u-
niforme.
Inoltre il piano _Q.!?_ ç_y._.l,_él.~Q.:i;:~_ alla tr_aiettori~, contenendo (P, ~)
('---- ::1.
Jj - EQUAZIONIL!NTRINSECHi.J.DEL MOTO DI UN PUNTO
L'equazione fondamenj;_a,le
.i
(4 7)
339
1\.2: .c . I , ,-
(48) o
za
(49)
(50)
~
e da sola è suffici e nte per l a determinazione di s (t).
Eff ettuat a tal e de te rminazione le (48, 2), (48, 3) forniscono le
çQ!!l]2onenti no~ nulle de l l a reazione v incolare. '/~
..
~
'' -· '
\.- _..}. _
~) PENDOLO SEMPLICE
( 5 1) s =· 2e s = 2e s = ' 2e
apparti e ne al pial*G-di T e· -; T - -·
(52)
(53) e
semplice.
Se si moltiplicano ambo i
membri della (53) per e si ot
tiene
I (54)
v: m\;!
Fig. 3
y
(5 5)
dt
d
(i e 2
- ~ cos e ) o .
De notando con
da (55) ~g_u_ç_e_
I
;_(__ I
,
:dt- ~ ,i
.)
.·.
t 1 •2
(56)
2
fi2 - 9: cos e
2
cost.
2 eo
9: cos e
2 0
d a c ui se g u e
(57) e?.o + ~
2 (cos e - cos e o) .
Se A
~ o O, d alla i57) si ricava
(5 8 ) cos e ~ cos e 0
c h e port o. .:i
(59)
muove senza uscire dall ' arc o contenente il punto più basso d i c e de
----- - - · ~-- - · - - · -- ~ 1 -· -~ ·- · . . · ~---- - .._,._.. ·--- -- -- ···-- ··-· - - --- .-~ - ---·-- ~-· ------
limitato
____ , __ _ ----posiz~_O,n<'!
dalla
___ ________ __ - ·-· · -8 - ,_ini ziale__ dj__ _P,_ _ ~. .È.Cf.~!:.C!:.!!..~!n_!'l_<} f:.!.i.C_<!__ _ !'_i_s_p_e_!!_o--·
.!!}_!__a__ v_e__r t ~_ca le . per <sJ.
L'integrazione dell'equazione differenziale ( 5 3) si effettua appr~
fittando della conoscenza dell'integrale primo_j__S__]J_ [che, com' è facile
riconoscere, rappresenta l'integrale del V energie ),ricavando e e se-
parando le variabili. Da (57) segue, precisamente,
(60) e de
dt ± ti~ (cos e - coseo) + e;
da cui segue
de
(61) 'i' ± dt .
de'
(62) ± t .
, /2~
v-=:: (cos e ' - cos eo ) + e o
· 2
(63) 8
(64) e ~ t .
2) , (5 7) e a p = 9. e v 2 = Q. 2 é2 è es pressa da I
NO
,.--- ',
~,'-RESISTENZA DI MEZZO - MOTO DI CADUTA DI UN GRAVE NELLA ATJ\IOSFERA
so da
ove A è l ' aFea investita , cioè l'area del la proiezione del corpo sul -
la giacitura ortogonale a y_ , a è un f'at tu!'e di fo2°1:1a , cioè un coeffi-
ciente avente le dimensio ni di un numero puro e dipendente dalla forma
del corpo e dell ' orientamento di v rispetto ad esso , µ la dens ità del
mezzo e f (v) una funzione non negativa de l modu l o della vel o cità , nul
la solo per v = O. La determinazione di f (v) si effettua per v ia sp~
(67) ma ms_ + R
che, nel caso di resi s tenza idr aulica ,ponendo f (v) cv 2 con c > O
costante, si esplicita [vedi (66 l i in
dv
(69) m dt mg - Aa p cv 2
Posto
(70) V
lrrog
v-
Ac;:µ-c I
la (69) si scrive
(71)
dv
dt
(72) dv
gdt
v2
vz
f
(73)
dv
v2 gt
1 vz
o
(74) dv dv
v2 + V 2
vz V
S i ricava, così ,
+ ~
V
(75) V l og gt
2 V
V
da c u i segue
+ ~
V V
(76)
V
= e
V
e infine
2 gt
e V - 1
(77) V V - -- - -
2gt
V
e + 1
(78) lim V V •
t-+ oo
(81) f (v) CV I
con c > O.
Si ha pertanto, con le n o tazioni del n. 8 ~edi anche Fig . 3 1
(8 3) e 9: sen e - Aa µ c e
R. m
(84) - Aaµc 92 dt
m
(85) 1 é2 51.
R. (cos e - c os G0 ) -
Aa µ c
m
2
Aa µ c
(86) cos e > cos e 0 + mg 62 dt
(87)
sen e 0 con B0 l o stesso accade per sene che può essere sostituito
con e e si può stabilire una teoria delle piccole oscillazioni . In tal
caso la (83) si semplifica in
(83) o ,
di facile studio.
Nell 'i potesi di una debole resistenza viscosa, cioè di
Aaµ c
(89) -- <
2m
Posto
Aa µc
(90) 2m > O '
la (88) diviene
(91 ) o ,
(92} e e 0 e - Àt [ co s wt +; senwt] ,
(9 3)
Aaµc
2ffi = {f
l ' integrale di (88} soddisfacente alla condizione 0 o per t o è
(94) e
mentre se si suppone
(95)
esso è
(96) e
con
(97) h
o
if~I
O- SUL MOTO DI UN CORPUSCOLO ELETTRIZZATO IN UN CAMPO ELETTROMAGNETOSTA-
TICO
Considereremo il problema dinamico di un corpuscolo dotato di ca-
rica elettr ica, mobile in un campo simultaneamente elettrostatico e ma
gnetostat ic o non influenzato dal moto di P.
Supposto P dotato di massa m e carica elettrLca e e detti E
e H i ve ttori che rappresentano il campo elettrico e quello magneti-
co è ben noto che le forze agenti su P sono quella elettrostatica eE
e quella di Lorentz, e ~ /\ !!_,se v è la velocità di P.
L'equazione fondamentale del la Dinamica si scrive, pertanto
dv
(98) m dt = e (~ + '.!_/\ !!)
(99) E grad U
(100)
( 101) v - ~o - cost
la (98) diviene
(102) H /\ ~o = É'. •
É'. /\ g
(103) ~o - - - + B!i_
HZ
(104) mz
(105)
( 106) r = r e o .
mr e 2 e(reH + Eu)
.(107)
- eHr ± Ve 2 H2 r 2 - 4e Eumr
(108) e
2mr
~I
@ LEGGI DI KEPLERO
loro orbi te sono r. rop_~ iona}i G.i cu b i dei s-emi-a-s·s-i ·-magg·i o!._'0_:
Dalle prime due leggi di Keplero si deduce che il mo to di ogni pi~
neta rispetto al Sole è un moto centrale con centro nel Sple. Poichè la
velocità areolare è costante essa çq_i ncide con il rappq;r_t _o tra l'area
--· -·------·-- . _____, ::::::.. ::::;::_,
dell'ellisse d$.sçxi.t .:t.a - dal .. cp.ianeta.. .cl1.e_..s.i .. c.o.nsi.de.r.a ed il periodo T del
J7iro._1:_~~C1--~~-v9 ll1_2.i_cme ~ Den~do co~I}~--(bY ~-~5.C:!'.1~~-~~-~~-;~~ i~~ ~-~~"i~-~~
re di tale ellisse, si ha, pertanto [c = doppio della velocità areale].
2 ·-;:r,ab
~a10) c =
.'.9
( 111 ) r =
a(1 +e cos e )
Da (111) si deduce
(113)
(114)
r2
su P è proporzionale ad
ar·'i Si deduce così che la f orza subita dal
. --- --·
pian e ta da parte del S ole è i -;;ve r samente proporziona'~ al quadrato del -
la distanza ma il fatto più notevole di questa deduzione è che il coe[
ficien t e d_~.J?.!.op~:_z_~C:.~:!. ~-~.~~- --~ - -~~ _s_t.~-~~o )?~1: t.~t__~i ~. pia1:!'__t__~) come risul:_
------=-
ta chiar~~~Y::~ _c_'.l:~~J-~___(_11jJ___t§!l_'?_~d<J. ._C:9~ t: ()__~!=!}-_l ~. ~eE za . :J.e_g:c;r ~ di K~plero.
Ciò ha fornito
--------·-- -·· - ··- ·· ··-- -- - - sostanzialmente
-·-- ----- ·-·· -. ... - ·- -·
a Newton
. .... la
- -·
base . per
. .. -· ·· ·· ·'la formulazio
~ ~~~-1. ~---l ~_<:l'5l: E:. d_~ gravitazione un.i ve ~ s.a ~~ _( ~I~-~- r . .n.'. 1 ~).. pe;i:-;!l_~tt:§E~?-~!:i.:
di intuire che le forze che si esplicano il Sole e .. i,_...., pianeti sono...... __
dovu
:=__
- - - - ··•- · •-• • •• V -- - - - ~--• ·• • ·•· •• • ·
\
(115) ma F(r)~ - m!!s
353
/' ~,-
con
( 118) m•
mM
m + M
{
Si ricon.osce che il moto di P relativo ad S avviene come se
s fosse fermo (e la T solidale alle stelle fisse) ma P dotato del
----·------- -------- --- -- ------· ·----- - -- ··----·--- -·'·-·· ----
la massa m• < m. Se però, M è preponderante ris~_E:to ad m , m* . co~.!2
cide quasi con
---.......... m [vedi (118)]
.... -,.._... , ,,._, _______ .
~
e il
-- ---···-·. -
moto relativo
... -·-···· ..,,,.., ______ P _,__ a vviene prati
di ,......__, ___ - . ~ ._...
-·-'\
ove c 'f O
denota •la,... ......
costante
IW-
delle aree ed \ E 0 \ il valore costante del • P ...., •• I
( 1 21 ) F(r) h Mm u h Mm
r 2 r
d2 1
r
( 122) +
de 2 r p
(
con
l ----
r
m*c 2 c2
(1 23) p
hMm h(M + m) I 1L1, .,~
+ e c:s(e ~-À~
(1 24)
r __________ _)
e2 - 1
( 1 25)
p
b2
(1 2 6) p e2 ±
a a2
hMm
(1 2 7 ) 2a
Si riconosce così che se l'energia to.!_a} _i:_ __,! ..E !73-.at~:;r~__n:~ntr::_ ~-~ -!!)_a_!!
J- ~ ·---- ---~- J
tengono valide le prime due leggi di Keplero lo stesso non accade dell?
---- ._, __.. ___ _... - ... ----.- - --- --- -- ~ ·----3·- ·····------- . ---- ,. --.-- ---
( 129)
'
-
X
--- vogira con l'origine nella sua
~.._-:-:-i- - - posizione iniziale, P 0 , e ave~
',Y I -- ........_
te l'asse a. tangente al meri-
~o ,
-::___--- -+ - - - -- .......- diano e orientato verso Nord e
l'asse y parallelo alla con-
1
giun~ente P0 con il centro
I della Terra e orientato verso
I il basso, di conseguenza x r.:!:_
I
sulta tangente al parallelo per
s P0 e orientato verso orient~
X 2 w, (y COS E + z senE)
( 1 31 ) y - 2 wT COSE X + g 1
z = - 2 w, sen
.
x
•• 2
(1 34) X + 4wT X 2wT COSE: gt /
COSE:
(1 35) x = A cos2wTt + B sen2 wTt + ~~ gt ,
2wT
( 136) A o I o .
COS E:
( 1 37) B - -- g
4 w~
e la (135) diviene
COSE:
(138) X =
4w~
~.;
@-PUNTO MATERIALE DI MASSA VARIABILE
La tecnica dei razzi e degli aerei a reazione ha reso di grande at
tualità lo studio della dinamica dei corpi di massa variabile\ Daremo
qui qualch~ ~~;~o-;- ·c ons"ici"eranci;-- :Li _;_r_o~l~~~-- d.i~amic~ _d~ ~~--;~1'.1:;()__~1=._e..::_
riale di massa variabile, mentre tratteremo nel Cap. \xX"i . ,_quello del cor
po rigido di massa -variabile.
Sia m la massa del punto P all'istante t e m' > O quella
espulsa o catturata da P nel tempuscolo dt a partire dall'istante
t. Per motivi di chiarezza conviene considerare separatamente i due po~
sibili casi:
a) P espelle materia . Nell'istante t + dt sia P' l'elemento ma
teriale costituito dalla massa m' (che supporremo per ora non nulla)
che nell'intervallo dt si è separato da P, ~· la sua v elocità. Il
corpo considerato, C, che nell'istante t è stato schematizzato nel
punto materiale P, nell'istante t + dt va invece schematizzato nel
la coppia di punti P e P' . Dette g- g+ le quantità di moto di e in
tali due istanti e denotando con v e v + dv le velocità di P ne-
gli istanti t e t + dt, si ha evidentemente,
/
( 139) g- mv g+ (m - m') (.'.:'.'._ + d.'.:'.'._) '+ m'v' + . i ~--
f· 1 '.
I '. ) j\
''
't
\, \,\
da cui segue ·-· ---- ----
· 1- - ~~
~---..-.:---..:.
"(
' I ~ . .~ i/
(140) A.Q g+ - g- mdv + m' (.'.:'.'._' ~) m'dv
Da (141) segue
( 14 3) m' :+- dm ~ O ,
( 14 4) mdv + dm (~ - ~' )
( 14 5) mdv + dm (~ - ~' ) R dt
da cui si deduce
( 14 6) ma R + (~' - V m
che esprime ~zigi:ie__ fondamentale della dinam_ica _ d_f:l _ptI_nto di_ massa
variabile. Si constata che la variabilità della massa, espressa da m
(generalmente noto) , r._: od_i:C:e !3.ll_. _ P_ -~f!a spint_a A~p_e_i:i9:e1_1t:~ . <Ì~.l~~ _V:~~?.~;!:,
tà relativa v ' - v di P' rispetto a P.
52 -__,, \ •
( 14 7) m
p ffi h; ' ··"
/ ~· ,' .
'· - 6
o v'
B
I
ove v~ , vN , vB denotano le componenti di v' rispettivamente se-
condo !, ~, B e p il raggio di curvatura della traiettoria di P.
Si riconosce subito che se v' è parallelo a ~(vN = vB = O) il moto
è rettilineo per l'annullarsi di lp . Se, invece, la velocità relativa
v' - v di P' rispetto a P è puramente normale si ha v~ - s = O.
Ne segue che la spinta ha solo effetto deviatore e il moto è uniforme.
In tal caso le ~ '!_7_) , danno
m v'
N
( 148) S = s0 cost.,
( 14 9) cost.
con a e m0 costanti.
3 61
CAPITOLO XXI
. ~ia
e ~~~e~~}.9"2:.c:I_c~ ~~_m ~~--~u-=o-~1:1r.'..~?~~\
se ltpj- -[Jfj~~ ()
coincide con il baricentro di e l 'ese r_e~~_?_E,=._ del momento dell~- _qua!!
ti--=
tà .--di moto rispetto
-=-:::=--:::-------- ---- __ad n ·-----
..__________ è -------
(XI , ___44 J
i :; . . /, ,_,. , -- · -- ,.)<..
/ r , / ·'. /..-: '..) /)
,, _, I ..../" ,...1.;.k::'.'.(' -'
i!j'\ - .-~-:_.-(
\.!,J
dp dq dr
_,
e, ~3Y-
!M(e)
CD A
d~
i + B
dt i + e dt
k + .!!!. /\ K_n .-_jl .
·~
"
:_
:'·. ~ \ ~-, {_
• t - -- -
© Bq - (C - A) pr = !~-~~-) \, ,
Cr - (A - B)pq
l .) TEOREMA DELLE FORZE VIVE PER I SISTEMI RIGIDI - EVENTUALE INTEGRALE DELLA
ENERGIA
------- -
E' stato già dimostrato che il lavoro <:ìelle forze_ .in.t_~:i::_n_e è nullo
per un qualunque spostamento infinitesimo _di un co~po rigido e, i~ par
ticolare per i l suo sp~stamento effettivo. \ Tenuto co~~o d~~~~~essi~
-;e(x I ~7Tde lla to rza--; iva di~~~i-ste~~~ !'i9idg__ _~ _c!._~-Ua (XII, 59)_ s~ ·
------- -~ - - -- ------- - - ···· · ·· ·-
---
conclude che il teorema delle forze v i v e perunsistema rigido si esprl
me nella forma
I -- , '~'
'
J ~r
(6) d tmv2 \t Ap 2 + Bq 2 + Br 2 J
2 \~ , _~
r) I
ove, ricordiamo: ~ è la velocità angola.r e di C, ~n la ve lo ci tà d i un
suo punto, (Y_G ~ ~n + ~ A nG/ quella del baricentro, A, B, C i momenti
centrali d 1 irl'"érZiaar-r,-v! q, r le_ componenti di !'!. secondo gli as
si centrali, ecc.
In particolare, se i vincoli compiono lavoro effetti vo nullo - co
me, a~.~~ti e~--~·;1-cas·o-df"vTnc.oT'C fisci . ~- lndl~~~d enti dal tempo
(XV, 29) - nel ~~~-;~~~me~~o di (6) 8(e), !'.!~e) ~i rid~~ono ad_ __R( e, a)
t!~e,a). Se in più le forze attive sono conservative vale il principio
di conservazione dell'energia, espresso nella sua forma più generale da
(XIV, 40) o, se si vuole, da (XIV, 41). Esso,nel caso dei sistemi rigi-
di, diviene
-----------,
(8) \\ 2 [Ap 2 + Bq 2 + crZJ + 11 e = Eo J
1 --~ -- - - -
~! \
' 3 - MO~O D I UN SOLIDO CON~As_s~~::s_~~_'.~ 0 ~I ~~T~-~~-? J
Sia e un corpo rigiao con un asse fisso
.
a, pr__:i,.y_o__d i__ att:ç_t_to , Es
~-
-- --------- ~- _ ,_. - -
nerzia di C rispetto ~~
(e,a)
(9) Md I
tenerne conto) J 1- -- - - - - :
~ - i~-g~~e~ale \ Mcie,a) i è fu_!l zione di 1e ,_ ~~ - -e ~ ~_} a (J~_()_~titui-
~--- - - - -- - --
sce l'equazione differenziale che regola ogni possibile moto di c. Il
suo integrale generale d~F-~n~e:__~ a- -~ue__ :_():_1;.~i;ti_ _~r:bi~~'.2rie _d!:3- determin_a.!:
si imponendo le condizioni iniziali, imponendo cioè che ____~_ ~t)
- -- ---.. - -- -----,- -·- . - --- -·--- - -- -------- - --
_--'= _e _(_t)___
abbiano prefissati v alori ; · e 0 ·;--·a·0 - --per t = O.
_____ ___i__ _ _- -- -- .. - --- ~- - - --·
Se M(e,a)
cl
ze attive sono posizionali, po~to .\
··------ ----- --...
(10)
da cui segue
( 12) .lJ
2
e2 - U( S ) cast. E
che costituisce l' integral~ . de11 .'~nerg i,_q __ ~ _ può anche dedu:rsi__ ~r via
- ----· -·· -·· · .. -
- - -·--·- -·- - -- . -- --- -- --··-- - -
diretta, . p:r~_s_ci_n_9-~E9~ _dalla __ J~). ~
- - --- ·- --
: oa (12) si deduce \
( 1 3)
de
dt ± V~ [E+ 0( 8 )]
da cui segue
( 14)
de ± t
V~ [E + u (S)]
. I
c~ermi_n_a_ ___ e in funzione -~.::____t:_j La scelta del segno + o - nelle
( ~ _H.LYÈ....~c:_tta iJ?-~~en_9_e:~-~-.....!.~.. ric~:i:_~-~- .~.12~- ~.::_~urata d_~scu~
sione del moto di C.
- -------
Determinato il moto di C
-------------------
come conseguenza dell'integrazione del-
-- --- ----------- .
::,~__r-~.11_1~ngo~_o . CÌ_e_:_e1:1'.li.12~~-i- . ~a -~u_an_ti tà __ di moto, g, espr_e-='~--~ . <xçf;t
-
le reazioni vincQlari.
Precisamente, distinguendo le forze esterne in attive e vincolari
e denotando con R c~-;-aJ . , R (e,v) i risultanti delle forze a~tive e vin
~~ lari e con ~ie-;-a), ~ie: v) i loro- rriòmentl risÙltànt: risp~tto ad un
6.
-X l 365
- ~~~~---, , G I G-
polo T comunque scelto sufl!7 le (XI~ 8 )-~~~~~ ~ .i..f:=.=, _=-~-/-.j
lI '."'-._.
,•
•/
I. /
i
( 15)
(17)
~
. . - · ·,
Data ?:-:\ #Js ~ tà dell' ass_:_~ g!, l ~ direffiioge invariabile! Di con
seguenza G) ~~ra~~elo~1b~.9~.J..~~!___]_~ _:;~ -v~_cl_e _ c_l'18- _:_~_n~~ -<:_i_~_r:e
4
__ _
~cessaria e sufficiente per l'annullarsi di ® --è . ~ annullarsi di Ji~
cioè l' ~~r_!.eri~E.2:.~ .. <1. d di G ~
Da (16, 2), tenendo conto delle formule di Poi s son, si deduce
/ --- - - .. ~+,-_
\·-... I --......... - ~- -
(18) ~ A (B.! + A. i - e_!~) è \ :· (B.! + A. i - e~) e>
/ / ·--------· - ----··---- -----
che, in base a (17), diviene
(20)
! ---&>r(~ ~ il
< -n, ,,,;-
J '
"' -11
---------- - i
· - 11-
/f ~ <'!
Supponiamo che il vincolo sia realizzato f issando due punti [nll:
Li?:.J di C. Conviene in tal caso assumere come origine, Q , degli assi so
lidali di riferimento, Yi• \2} punto Q.l Indich~o con_.J..L .. di corn129:
nenti .· tiJ) , e <I> 2 di componenti .!_ 2 i :\,e reazioni in Q1 , Q2 e con
-y.c-GJle coordinate di _.Q._,l Siano, inoltre, Xi ed Mi le comp onenti ri
spetto agli assi solidall di R(e,a) e M(e,a) e
-T
la coordinata y3
y 3 di Q2 · Supponendo coincidente con Q il polo T dei momenti, le
(15), in base a (16), (19), danno
+ <1> 21
( G) ..
<I> 12 + <I> 22 Y1 8) - X2 ,
(21)
- y3 <I> 22 A I e2 - B I e - M1 ,
nano ri!> u, q, 21 , 9 12 , <1> 22 ~ mentre delle ~--3 -Lcl<;!J;~:i:-_11!ir_i_9_1:él _ s()_lO l<:t __ s_oinfll_a.
Ciò s ign~--~ -~ -ca_ 31:1_t3___-:--_ ~_5?.It\.E:. __~13-~ --- cor:_~~~P_'?!l_den t~_~§<?........§.t9-ti cQ\ -:: __!~--~.':1:~ - ~e._~:::_
zioni rimangono determinate _<:__ 11'._~lì<?__'.?:~.1:1-~ - co:epia~~-~ci~~ll.<?_\
Se però, l' asse --;;:-~n :_~lo costretto a s~~=--=--:_r_i_~}'."_()_1:1:1: ma-
frr2j
nicotto cilindrico fisso di raggio leggermente più grande __(C:: OJì _v_in_col_o
liscio) risu-~-~-~-- = -~Th'~_l_~J- nd~-t~r-~ir:_~z-i?_r:_~~~i ~~i __ ~_9.P_E~--s_I?_~r.~~-c;~\
-. -,
\_ 4 }-- PENDOLO COMPOSTO
Si chiama pe ndoZo comP..E.!!._tO un corpo rigido pesante con un asse fis
so orizzontale privo di attrito.
Mantenendo tutte le notazioni del ~o pre:ced_~!.i:'. ! __:5~0':1.
(22)
) .. ) i I
' I .-4.,
~ mg 9.' -'
(24) fill= - -'J- sene
p~
(25)
i* + !', * !
se con pG :\ si denota il gi_:i::'.3-~.c:'!"_e_ _~_i __c_ __I.ifillg:t_t..Q... ...<1. lla_ pp._ralle.l _a ... a d
pei:_...~L_bar):..c::entrn_,.'.
t si chi~q_ ?_1:1nghezza r>i d ott a del . pendolo com_pg.§.t.2 .. ~ ... risulta ma_g_
3 iore di \2J e rap;;~~~n!: ~;-- ~-~rtan~~-,-- -~-~ --i~-~~~;;~~ di quel__pendol_9__;_;~
- ------ ----------------·-------- -- --------·
~e......che_oscil:LA ....91.l..Q __.§_!:e~_s9_ ~o-~?- ~e l _ pe.!19...°-_l g___co:_np_o.!:i.1::'?.~ In partico_~_a.-
re, i l periodo ' .. -~.!_.9.~.~-1.e . E :i:C:~ ole _ :i_~~_i:_l_ ~~~~çmj,_ del_ p_enqo_l.9 c9mpo~~i
c:l.?: ....g~e 1) ,9 _g_e J, çorr_i.~P.9n..Q_e_n !;:_~ - pE;!n_go_lQ__~_e~pJ.):c_~_ j_Qt_roçl uce ndov i _]. a
'.?.!- tie_n~ _ ..
(26) T 2 rr
~)~
ta in G e contenuta nel pia-
r ',,, no, ir, del d isco e ad una cop-
1.J
°F-_;. . ----- - -=--e i_.-::
pia di momento, t1_,_ ad esso 9-r-
togonale. Lo studio del moto di
I -' 10- mg _c_ _ d_à_ un' idea_ di quello di una
ru~!-_a_ _?_ di -~!1_él.__ delle rl.,!Oj&_con
asse comun ~ v eicolo sog-
getto a trazione e ad una cop-
Fig. 3 - - -- -· ------ --------·--· - - -- - -- -- ..
pia motrice.
No i limiteremo il nostro studio al caso che la traiettoria di G
sia rettilinea.
Si tratterà, :..n tal caso, del moto del disco in un piano verti-
cale che assurner_:_~_c:om=- y-~_ario __ ){_y ___ _s\l_epo_n_(:;!_n.Qq _ _~ _ .9..fJ_:1: _zg11té!1: ~_e:__ _y_ __ ~
rientato'-!come la _verticale ascendente.
_ ___ _ _ _ __ _ _ _ __ _ _____\ Supponiamo l'asse di simmetria,
(27)
~·
Detta la velocità di G, la condizione che il moto sia di p~
!
(30) :x -
! G
re = o
~ - ------ ·
( 31)
(33)
del moto di e
------
rispetto agli assi fissi
- ___ ,
(XI , n . 6, in fi ne ) è espr e s-
so (XI, 52) in base a (27), da
(34)
,- --:'ì
(35) - ti~3 = M + GC /\ _!
(36)
(37)
M
F +
r
(38)
m (1 +
p2 )
z-
r
r
M P2 - F
G
(39) 2
1+ r
p2
I i
2 i i
(1 ~) - V ~
(41) ~ fs mg + \
p2
6 - ATTRITO VOLVENTE
(4 2)
~
tra (__~_; !'(;
ove il coefficiente di proporzionalità,
suole chiamare c o ef f icient e o, anche, pa rametro d i a tt Pito
0 ed il peso di
'--'
volve~te
si
(o,
meglio, di attPi to d i r ot ol ament o).
Esso ha le dimensioni di una lunghezza e dipende dalla natura ma-
teriale della superficie a contatto ma non dal raggio del disco.
Volendo nella trattazione del numero precedente tener conto dello
attrito volvente occorre aggiungerenel secÒndo-memb-:i:-oaeTla- (37) il con
tr~t:l11:~ ~()y:~t:_c:_ _~~-JM] -~~~è- r ~-~ai--(~;-;;-~- -~ -~~ -.-1- - --
--·- - -- ----------·-·-···-·-·------·-·- ---"
M*
(4 3 ) F .:5
r
M*
La forza r prende il nome di t 1' az i o n e limite mef).J;.E.E:___!~~-- chia
ma momento limite :l La trazione limite risult a, in base alle esperienze
di Coulomb, di rettamente p r oporzi onal e al peso del disc o e inversamente
p r opo r 3ionale al suo raggio \ed è - se r non è piccolissimo - notevol-
mente inferiore a quella corrispondente dell'attrito radente (Cap.XV , n.
8, OsseY'Vazione ).
Si riconosce così che il vincolo reagisce, in condizioni statiche,
con una forza obbediente alle leggi dell'attrito statico e una coppia il
cui momento rispetto all'asse del disco non supera M ~ = hmg, ove h è
/~ 373
men te attri t o di r otolamento e attri _to ...di giro o _ d ' impe rniamento .\
In condizioni dinamiche le (44) si mantengono v alide come uguagli a~
ze.
tuizione avviene non nel senso della forza solleci tante __!ll a ___O_T:\:()_gonal-
mente ad essa e precisamente nel senso del suo momento risp e tto al pu~
- ---L
condizioni I espresse con rrsoTiTo -sign iii~-a:to dei simboli I
a) / M(e) x k
-n - I
·- - ·--- --- ---
3
---
\
-\
M(e) ! = O;
b) C r-~'1 /\ k O , per t o C. J
__,/
(~ d~ (e) {e~- ~
(4 5)
\J o dt = ~ Q _)Il
~-,'. '._ •.__......-1, '·~ '-·' . '"'
/ ~'~•...1_. r . . . _: ••~-•. ; f\;<( ... ."'°".' \ '.\.'
"\ ...... .
\
-~ · ---~- -
(46) Cr o \
j e Z ' uso del i_a.___CA_5l_.anz i c_h_è_dg_l]JL€_q_1:!._G._?: i O.!]i__di Ev,,_le ro ,__ __e_ ~ _i_§._t_o._:zo__ _du e
fYJ:Lzioni deZ tempo f _1 (t), f 2 (t), che n on d·i vergon o aZ d_i _l!?J.'il.§.X'-~_d:L..LcY'
tali che risulti
La cultura è un bene dell'umanità (fantomasping@libero.it)
376
( 47)
rt) p' (t) +
f 1
r o2
f 2 (t)
(t)
le, gli angoli di Eulero) a meno di termini del tipo f(t) / r ~ anche
nel caso di solidi di forma qualunque (ci oè , non aventi struttura gir~
rJ S ) ~- '( ,-
$I \. ~
(48) dk dt f
/ , e)) (e a) ~1-,.,;=-.- -
(49) M~ /
\ ~/ = -MQ ' = Sì G ' A ma
__ / 2 C r ·' t...J -\ {( . t( , · l '
---- .. ::·.r~ ~1 } ~
ove si è posto _&_= j nGj. Si supponga inoltre che inizialmente ~~
contenuta nel piano dell'asse girç>sc9pico __e . della.. verti.c.ale_ p_~x _._11_ . __In
dk ,· ~
(50)
dt
\Y_ '· \-
che, tenuto conto delle :_?_::'.:1._ul_~---0Poisson (III, 4 ,_ per r = 3), div_i _e:-
ne .i
& 'f . ~
o'. .
(I '
(51)
r! I
o ---=-
, I
che implica
m.Q,
(52)
Cr 0
9: + et k I ., '
(54)
e $\I
PRECESSIONI REGOLARI DEL GIROSCOPIO PESANTE
Sia e un giroscopio pesante fissato senza attrito per un punto
Q de l suo asse giroscopico . Ci proponiamo di determinèr e tutte le pr~
(55) w p~ + ve
-. ~
con •.Y e [.} costanti.
T, 'asse d i _moto a (parallela per lì ) descri ve ne l c o rpo
un cono retto (di Poinsot)
---------
avente come asse l'asse di figura f.
----- --~·------- - - - -· -
Essendo rotondo int_oi::no-a-d-~-T iie:.u~r:s.s.oid_e__ d _'_inerzi.a---- E_ d,!. _ ç__ ri-
11
spetto ad lì [X , n. 5, e)] si deduce che ognuna de lle sue intersezioni
L di Jr;"] con f~:, ha distanza, l lìL I , da r. invariabile.
Dalla costanza di l lìLI si deduce (X, 28) quella del momento d i
i I}fil_zia _ J _ di c __.J;_;!J;;.Q.~!:1-_q__ ~d a e ;;-o~~~;nt;~-~-;t-~-, --a-.;;t"a.·- I'Tnvai"ia
-- ----------· ---··-------- ·· ··· ·------------·-- ------ ---- --- - - - -- --- - - - - --
bili tà di w , quella della forza viva di e (XI, 62) • T .:: )_ ~ (_,V 'L
----- -- - - - - - 2. ~
---~B~asta allora richiamare il principio di conservazione de ll' ener-
g ia per riconoscere che l' energi a potenziale di C è costante il che
implica che G descriva una circonferenza in un piano orizzontale. Si
deduce che in ogni p r e c ess·ione r ego l ar>e del giro scooio v e sant2__ g_l)_~_lLt_e
come asse i i figu ra l ' ~-3__~_!!-~!:_~::__ -~P_i.CJ__C:__,_ j l ' ass e_ ji( _Q!:..€.<;?§.S .i_o_ne .è .. ne,::es -
saria~en te ve r•ticale . Nella (55) si può pertanto, identificare c .con
il versore della verticale discendente. Detti e l'angolo costante di
... ____ ____ --- ----------------------------- -- --
~ e k e r la componente- di •..i secondo k (velocità giroscopica)
da (5 5 ) si deduce
(5 6 ) v cos e + µ cost.
(57) Av e+ [ (C - Ab cos e + C µ ] k
(58)
dK
- lì
(59) l(C - A) v cos e + C µ J c /\ k
dt
Da (60) si deduce
____
tima delle (XIV, 8) si deduce che il loro momento risultante rispetto
a G
P" f
..---e_s.Er~_;;_ ~o
è
?)')
.da
(63) 2 ,
'~-._(.
l
.e
GP
\611) V - GP X ~, ~ /\ GP.
-p
'/ / I I ( ', ;-~ --· . ' .
Supposto cne il sistema_ ~~li?_~le d.i riferimento abbia l ' 9-ri_gine
~n__G__~e- _y_3_ _coin<:idei:i:t~ _ co_~ g~~~o__<J__~]'."_'?~~~picp, . d~~~~-1-
1' ipotesi che ~ sia parallela all'asse giroscopico [ ~ = r~], e che
siano w(i) le componenti di secondo gli assi solidali, segue
T
( ( / . ! f' . 'I I
Tenendo conto di (65) e del fatto che gli assi di riferimento so-
no assi centrali d'inerzia, la (63) diviene
(66)
1 e
µ YI
2 dC . ; - w(T 2 )
..;_ 1µy~ dc · l J.
Si riconosce essere, in base a (X, ~ 1) e ad A B,
16 ~
(67) lc µy f dC =
Jc
( µ y~ d cp
2
e
(68)
t69) Crk /\ w
-T_;
(70) K Crk ·, .
Poich è
-G
M(e , v) e Crk A w
- - T
sono ortogonali a ~ , mentre il prl
m~ membro di (71) è ad esso parallelo, l'uguaglianza (71) può sussiste
re solo se i suoi due membri si annullano isolatamente.
Insieme ad r = cast. deve essere quindi
_ M(e , v)
(72) Crk A ~T -G
mentre -
w_l è parallelo all'asse terrestre, che l'asse g iroscopico di
C coincide - nelle presupposte sue condizioni di quiet e su TI - con la
proiezione dell 'asse terrestre in n, c.d.d.
(73) T 1
2
:3 w2 .
, l'
I_ i
La cultura è un bene dell'umanità (fantomasping@libero.it) )
384
w \
\ "':
, I,
:
-C.
(74)
>
(_
(75)
(76) h I QL I COS À •
(77) h
(78) h
(80)
I" -· AP,P + Bqq + Crr o
- ·1 I
che _ ~o str:_a, _l _' a,nl}~llar_9 J__ q~Jlg, __ _9.~rivata__ rispetto al---temJ:'>O--de-1-la for-za vi
':'.':~- l vedi XI ~2_L__~__g:-~~:1_<:1i - ~ '.:_ s_u~ .. in~~r_:~~~~I_~_!~-- __ _
Da (78) segue, di conseguenza, la costanza di h. Il piano n ha,
pertanto, distanza da 11 e giaci tura invariabili in ogni moto al la Poin
sot. Tenuto conto che l'elemento di C sovrapposto ad L ha ve locità
nulla (nel moto di C relativo ad 11 ), trovandosi sull'asse di moto,
segue: I n ogni moto alla Poinsot relativo a d un pun to 11 __L '-~_Ll_i:._s_so_ _i_gé!_
11 ro tola senza __ _s ~!'i _s_c_ia r e su u_n _ pi~
no fiss :?_·
si __I?_!:_inçj.J;>_aJ,i .,_ .ad_e_s . _, ___él._Ll, ~ 9-_S~~- _9-_E;!~l~ .. Y__} ~ le equazioni di Eulero ammet
tono la soluzione p = q = O, r = r 0 c~ e:- ~ rifi§_j,_9_C!ti iniziali. Se,
in particolare, y 3 è l'asse di massimo o minimo momento principale di
inerzia, l'unicità di quella soluzione si dimostra subito in base allo
~n~e~:::a1~~)~ g~~~g±a e a-·querl:o-efte-e's~i -~-;~'t;n-z-a--ar - -x-z-~- rn~ -·
fatti, per (8), per rr e =o e · p 0 = q() =o, ·tali due Tmeg r ài:ì -primi
si scrivono:
\ .•
fAp2 + Bq 2 + Cr2 cr o2
(81)
: lA 2p 2 + B2q 2 + c 2 r 2= c 2 r6
(83) q - o '
c.d.d.
Alle medesime conclusioni di giunge in generale, in base a un clas
sico teorema di unicità sui sistemi normali.
Ne segue che se ~ è inizialmente parallelo all'asse di versore
~' tale rimane indefinitamente. Poichè la costanza di ~ nel corpo i~
(84)
(85) Aw + (C - A) rk
Da (85) segue
I A - C
(86) rk
A
(87) r = O , r = cost.
);
. I~) - LA ROTAZIONE TERRESTRE MESSA IN EVIDENZA MEDIANTE L'USO DEL GIROSCOPIO
Mediante l'uso del giroscopio f issato senza sensibile at trito per
il suo baricentro si può mettere in evidenza la rotazione de lla Terra
intorno al proprio asse.
Si supponga che un giroscopio, e, sia fissato con vinco l o liscio
per il suo baricentro su un supporto solidale alla Terra . Potrà trat-
tarsi di un dispositivo del tipo di que llo indicato in Fig . 4. Si vuo -
le studiare il moto del giroscopio rispetto a una terna T ( G) avente
l'origine nel baricentro G di C e assi di direzione invariabile ri
spetto alle stelle fisse. Le forze esterne di cui oc corr e tener conto
sono:
a) le reazioni vincolari le quali, essendo spostamento vi rtuale
reversibile di C ogni rotazione infinitesima intorno a una qualunque
retta passante per G, hanno, in base a (XV, 32, 35) , nullo il momento
risultante rispetto a G;
b) l'attrazione terr estre;
c) l e forze apparenti del moto relativo. Esse , da to che il moto
della T (G) è traslatorio, si riducono a quelle d i trascinamento espre~
se, per ogni elemento dC di C , da µw 2 G*GdC , se con G • si denota
T
la proiezione di G sull'asse terrestre e con w
- T
la (eventualmente
non nulla) velocità angolare della Terra. Ne segue che l'insieme del l a
attrazione terrestre e delle forze apparenti del moto relat i vo agenti
suli' elemento dC equivalgono, tenuto conto della piccol ez za di C ri
spetto alla sua distanza dal centro della Terra, al peso dell 'elemento
(XIII, 51). L'insieme delle forze esterne attive ed apparenti ha , dun-
que, come quello delle reazioni vincolari, momento risultante nullo ri
spetto a G. Ne segue che il moto di C rispetto alla T (G) è un mot~
alla Poinsot. Se, in particolare, inizialmente, la ve locit à angolare
è parallela all'asse giroscopico, il moto di C è un moto rotatorio
uniforme [vedi n. 15] intorno all'asse giroscopico che mantiene dire-
zione invariabile rispetto alla T (G). Di conseguenza, se inizialmente
l'asse giroscopico non è parallelo all'asse terrestre, esso varia di
direzione rispetto ad una terna solidale alla Terra, se questa non ha
rotazione diurna nulla.
er
~/
...
__ :~ .
::JJ=>
~( /'"
-
389
/0- IL PROBLEMA DEL SOLIDO PESANTE ASIMMETRICO FISSATO SENZA ATTRITO PER UN
SUO PUNTO
(88)
(89)
Detti U:-
Eulero (4) divengono, in base a
B, ~ i momenti principali d'inerzia, le equazioni di
(89)
La cultura è un bene dell'umanità (fantomasping@libero.it)
390
(G)
Ap - (B - C) qr mg(Y 3Y2 Y 2 Y ~ G))
mg(yly~G) ( G)
(90) Bq - (C - A)pr Y3Y1 )
(G)
Cr - (A - B)pq mg(y 2Y1 - Y1Y2(G) )
(92)
dc
(93)
dt
(94)
OSS ERVA ZI ONE - Tenendo conto della forma sintetica del teorema del mo-
mento delle quantità di moto espressa da (5), le (90) possono presen-
tarsi nella forma vettoriale di uso frequente
(95) ow + w /\ ow m Q. g~ /\ c
(96) li - mg QG X ~ = - mg Q. ~ X ~
(97) 71 GW X W - m Q. g~ X ~
d ow
(98) --
dt
X C
- o .
(99) OW X C cost.
La cultura è un bene dell'umanità (fantomasping@libero.it)
392
(100) cost.
(101) r cost.
fii \ )
~ \_../
sante, C, fissate senza attrito per un suo punto Q. Facendo uso delle
notazioni del numero precedente, le equazioni che regolano il moto di
C sono le (93), (95), (100) mentre, naturalmebte, sussistono anche gli
integrali primi (97), (99).
In ogni moto rotatorio di e la velocità angolare è un vettore co
stante [e, pertanto, essa è costante anche nel corpo (Cap.III,n.3,in fi
ne]. Di conseguenza, si ha ~ =O e la (95) diviene
(102) ~ /\ aw
(103)
(104) o .
(105) ~ /\ a c x u o .
(106) o ,
(107) (i 1, 2, 3)
(108) (C - A) r~ A u
ti ·: . ì
·,; .' \,_j
19 ·;i_ SULLA DINAMICA DI UN CORPO RIGIDO IN UN CAMPO NEWTONIANO CENTRALE
La teoria dei missili, dei satelliti artificiali, g li sv iluppi del
la Me ccanica celeste , l'aspirazione dell'Uomo a co~pier e grandi v i agg i
negli spazi o, per lo meno, ad inviare oggetti dot a ti di apparecchiat~
(1101 - 3
p ' 5
( 111 ) (--1,)
p
3
= 1 - 3H z
s s
+ (2 )
( 11 2) QP
( 114) P = r p'
( 11 5)
gue che in base alla (XIII, 23) , la forza di attrazion e unive rsale [dC
esercitata da Q sull'elemento dC di C circostante a P, nell'ordine
3
di approssimazione tenuto nella valutazione di p - , è espressa, in ba -
se a (115), da
PQ r - 3H x nP
( 11 6) i.dC m'h µdC m'h U•Q + P rì ) µdC .
(
l
m' h
R f dC !r - 3H X r! P) U! Q + P ::l ) :!dC
r 1.• Jc
( 11 7)
m' h QG 3H X QG
o
mH - m + m H + (2 ) J
r· r r
QG - 3!!. X OG!!_ ]
( 118 ) R - mg [ !!. + r + (~ )
( 11 9)
Jc( ,.n p r, FdC g
r -
- g
(120)
Posto
La cultura è un bene dell'umanità (fantomasping@libero.it)
398
( 1 21 )
( 122)
A - e I - B'
( 1 23) o - - e I B - A'
- B' - A' C
( 124) o~ i -
0
t i + 0t i
0 u + 0 22
2
+ 0 33
- o' - o +
2
(1 25)
Vale la pen ;:i di osservare che ove nelle (118), (125) si trascuri
il termine in 1/ r perchè ritenuto anch'esso piccolo di fronte al pr!
mo, si ottiene
( 126) ~Q = - mg QG /\ H
Si ricade, in tale ipotesi, nel caso del solido pesante per il qu~
dH
( 128) v n /\ H
dt
Considereremo i l prob l ema del moto del solido rispetto al suo ba-
r i centro , nell' i potesi che esso sia soggetto alle sole forze d i gravi -
tazione emananti da Q. Si studierà i l moto , cioè , rispetto a una ter-
na , T ' , avente l 'origine nel baricentro, G , del corpo e assi di orien-
tamento i nvariabi l e rispetto a quella fissa. La terna T' non è in g~
( 129) - mQG /\ ~G ,
Si conclude che alla base dello studio del moto di C sta la (127, 2)
la quale, tenuto conto della coincidenza di Q e G e dell'annullar
si di ~~ diviene [vedi (XI, 46), per Q = G, pensando o costante
perchè C è rigido e la T solidale],
(130) ow + w /\ ow aH /\ oH
( 1 31 ) H + (~ - V_!!) /\ H o I o I
(1 32) .!! X H o I H X H 1 I
( 1 33) ~ /\ ow a H /\ oH
( 1 34)
(1 3 5) (i 1' 2' 3)
( 1 36) o I
( 137) o I
(138) H
[:: oppure
le del f e nomeno sia quello preponderante ai fini dello studio del moto
del satellite)
I \--....,
'~
2 1 '.... CORPO R I GIDO DI MASSA VARIAI3ILE
senzia l e per la trattaz i one teorica del problema - che l ' atto di moto
di Ct è nell'istante t un atto di moto rigido : quello della T.
Noi consideriamo uno schema semplicistico il quale ignora le moda
li tà d i emissione (o cattura) ma che già dà l ' idea del tipo di proble -
ma matematico cui si giunge in simili questioni .
La prima equazione cardinale del corpo rigido di massa variabile
si deduce ripetendo l e cons i derazioni svolte per stabilire l ' equazione
fondamentale nel caso di un punto d i massa var i abile , supponendo la
A - C' - B'
-B' - A' C
(140) OrsPsir
( 141 ) K ( t+dt)
- Q
( 14 2) d ~Il -- ~Q( t +d t) - ~Q
( t) - (0
-
) . .
rsdPs + d 0 rsPs J.r + 0 rsPsdJ.r + ll Q /\ m'v'
- i; i i;z
( 14 3) - i; li; 2
si ha, pertanto,
( 14 4) d a rs = - m' Srs .
( 148) ll Q /\ (~ /\ QQ) QQ /\ V
(150) aw + w f\ aw
,. /-
' \
CAPITOLO XXII
0~10 DI D'ALEMBERT I
(1 ) o , (s 1, 2, ... , n)
su Ps.
Se invece C è continuo, per ogni suo elemento di materia corri-
spandente ad una porzione piccolissima, e , di e (I X, n. 1), l'eg_~a -
(2) F - µ e~ + 1 = O ,
-
- duta.
- ··
~ ;' . ) ..• .... _ . '
I- \ ,_/"_)+ C} .'., -!
-··-··-sr-prro ~arrèF~i~ -~he . tutte le vo-z-t·/:r c7ie .''tò" stcZ-:to"' a·i' moto di un s i
sterna non altera
- - ·~ -···- ---- -·
- -··----··la . .natur
-·- - -- · · · · a· ~ · - <>-
d ·--
e lle forze at ti v e-· - e .l e.. ..modalità
-·. ·- ··------- -' ·- . . ---- .. . . . di realiz -
· --...-~ , ..... _. . ~ -----
c-~i :-
~': ...L .
éJ RELAZIONE ED EQUAZION€MBOLI~DELLA
Una applicazione notevole del principio di D'Alembert si ottiene
DINAMICA
nel · caso che e sia un sistema a ~ncoli Jj.S5iia., Vale allora come con-
dizione caratteristica delle posizioni di equilibrio, il principio dei
---·- - - -- --- - - - --- - -- -·---~---------
lavori v irtuali, espresso da (XV, 41J_._Q. .. .lKY .........45l_.i'L_§_~E.~~da che tratta-
si di vincoli unilater~&._~__ l?_-iléàt~rali. \ Detta o L-2,~---!.-~_- -lavoro delle
forze d'i n erzia in cor_ri~P. _<J_~<'.J.~_3Q__ _!:!JLID!.é!...l_l!Dilll.JLlill.9.§!.ail\~!1 1::_<J virtuale
d ~ " -~ --- ~J?~~_!._ire dalla posizione attuale, l'applicazione del principio
di D'Alembert porta a ritenere come caratteristica del moto del siste- • •. • _ _ _ _ _.... __v _ _ _ , ___,_..,..._,_ _ _ _ _ _ __ • ~ - - · ··-
ma la disequazione
-----~---~\
\...\.'\........
.·-
'- .,
(5)
l
p[;~}~~~t~~~~~~~~:11f2'.Jifif°';~;/ii~~~!~~
te
n
(6) l: (f_s-ms~s) xéi Ps Q I
s=1
i - -,. , ;
f.I r
3
L -' _ ~...A...Y.i~CiiiI;L"I~isi.LaiiA"iiit.~.Li = -- -·---
EQUAZIONI IN COORDINATE LAGR..AN.GIAN.E. .DEL MOTO .I!J . U. ~l_SJ S'.1'.EMA..QLJ?J.lJ.lM.Q~$.Q_G-
n aoPi
(9) i.: F· X --
(~% ~\
1
i=l -l
delle quali vale la prima o ~~-- ~.?-~-~~:~_iì__§..~Q.I1.9.é'\ __ç:)le__il .., ~.i.:s.J:~.1}1-~- !'>~~--l2.~
ticel la;s:~q_,çp~ in~_.q .
=- . -
Basta, e_v i ~ en_tem e_1:1._t_e_!.... ~<?~..!ttu :!,_r_e__ n~_U~__J1L 1:_e - ~o!-: z_c: - ~- t ~ ~v~ _:::o n__g:ue _!
(1 2)
(1 3)
da ritenersi valida per ogni spostamento v irtuale del sistema a__ par_!:_i_r_e
dalla posizione attuale (cioè occupata all'istante t ).
- ----------
Ciò vuol dire che la (13) deve essere soddisfatta qualunque siano
gli infinitesimi éì qh ed equivale, pertanto, alle N equazioni
411
ta nullo , mentre quello delle forze attive (XII, 51) e la forza viva
(XI, 75) hanno le espressioni
..----·------·
... ~:;:'.- -
4 - · ~QUAZ!ONI DI LAGRANGE
\ . -- .
d n aoPil
I
\
n d aoPi
( 1 7) 'h dt
l: m·v·
1_ 1' X
aqh t
- l: m·v·
1-l
X
dt aqh
(h = 1 I 2 I .• ,N)
i=l _/ i=l
n a OP i n N aopi ~ a OP i
I m. v",\ X l: mi l: X
qk + r
1 - l•
i= 1 aqh i=! k=l 3% aqk
( 18) Q \· .\ '(·-
n aoPi ~ OP i
-
+ r. mi X
at
) '{
i=l aqh
n () 0Pi () 7'
(20) L: mi.'.:'.:i X
i= 1 aqn () qh
1
'
0P l·
( 21)
e quindi
n n
(22) I i: m·V·
l-l
X
i= 1 i=J
i
· -- - ---
Le (23) forniscono le preannunciate espressioni dei 'h e si chia
. ~~:'..? binom:: lag ra:z~ -·__ ).n base a (23) , le (14) divengo n o
·~-:.:..:...7".~:~·.::::=-..-::...~:.-__-;-::~..:::-~..:::::::-:-. .
·d ai:_ ----;;:-- - ;
( 2 4) ) - - .- - - = Qh , ! (h 1I 2, ••• , N) .
I dt 3qh aqh (
i - - -- - - - - - - -- --------- \
----
no i" ma l e , cio è r i~-olli 5T1e· i'.Ts-ped: f o-··a.Y1e - ci e~-ivate second e d e lle
~·
q1 ,
(27)
d CJL ()[. = o .
I
1\j r. )"\
l
. -f- ·- -
~------ ----- - --- ---- - - -- -1..
(28)
d av
dt aqh
(29) L T + V I
\; ) \:)
~)- SUL CARATTERE DETERMINISTA DELLE EQUAZIONI DI LAGRANGE
abr ad
qr qs + aqh qr + aqh
(30)
da cui segue
d a 7' ~ ahs a bh )
( 31) ahs qs + ( qs + qr
dt aqh Cl qr aqr
Posto
a ars - a ahs ) a br a bh ad
( 32) Bh(q, q; t) (% aqh aqr
qrqs + ( aqh - aqr
qr + - -
aqh
(34)
senza dei termini Ahr Bh. Per il sistema differenziale (36) possono fa~
(38) o ~ t ~ t'
1
(39) [rs; h]
2
divengono
(40)
(4 2)
(44) (r = 1, 2, ••• , N)
(4 5) • I (r 1 I 2 I • • • , N)
(4 7) (r 1 I 2 I ••• I N)
(48)
··(0) ·· (0)
(q *) qs .. (o)
(49) ahs qh Qh (q~ O) qh
N
.. (o) .. (o) .. (o)
(50) ahs (q*) qs qh 1: Qh(O , O) qh
h=N"
• ·C t..l \
:_ \.
(51) r L (q q; t >i = L ( qn + 1 I ~ ql ~ t)
L _____ ~ I ••• I ., I - ••• I ;
(52)
d
o I (h = 1l I 2 I • • • I r;J
dt
t---- --- \
(54) qh = ; uh(qn+l'"""'~; CJn+l'"""' ~; t) I , (h = 1 I 2I • • • I n)
(55)
. .
L (qn+l ' "" "' ~; u! , .. . , un; qn+l' .. . ~ ; t) - chuh.
Da l la (55) segue
d
(58) o , (h n + 1, • • . , N)
dt
(59) o , o
(60)
(61) u T
1 2 q 2 1 2 q·, 2
(62) u - 2 ah
I
h ' T 2
0
µh h '
Posto
(65) (h 1, 2, ••• , N)
1
\-....___- - ---------- -- ----
t i_ _ .li:: o !;:-~Ji __E_:>_:>...c:'__~- carat_1=_1:.i_zzato dalla scelta di un' N-upla di fun-
-=-~ 1 _(_t_),'! z_(!) 1_ _·_.:.:___~~J.}· Ad ogni istante t , dell' interval o
.· t 0 - t 1 1 si _as_soc;i _-~!lé:l_ .'::!.~~::_ica coordinata ~ <tJ) una sua :variazione
arbitraria, lì q , che si annulli, --~-erò, negli ista~o! :t i \.._ _si viene
così a definire in modo non del tutto coincidente a quanto
-- - - -------- -- -·-
·· · · ~ - ---- --- -· ~ - - ~
qualche trattato, ma forse più conveniente~-u.n --m-o t·o- variato di M -
----·- -- ·----·---·······
che indicheremo con \ Mv) - t~:r:_:! issate__::.?.~~-~J.'::..'.: z_~':~.~ - ~-~-t_r::=rn_~ ,__ c_ara~
terizzato dalle funzioni di t espresse dalle qh + lì qh. Esso si dirà
É to_i_ari ~!_:;__s_i ~=-=::_~-~~ J (ri~-pett·c;·· aa_____M")""~-- 1~i~-;~;i o;;;- ;:z n;;;~-;t~;-cic:;~
indicare che le posizioni corrispondenti occupate dal sistema n e l moto
M e nel -~?!.C> .. Mv~ c: aratter~~~ a t:_~ _ :t: i5.pettivamente dalle N-uple qh e
· \ cfh + - 6 ~!. sc:ii:o_ _: _ag_giunte ne~ med_esimo i'stante t \. Si badi, tuttavia,
c he le leggi orarie dei moti, -,M, M~'\ ~'?.1'.? g_e neralmente differenti·\ Ha
molto interesse v alutare le variazioni subite dalle v elocità lagrangia
-
ne, ~
·~-- \
nel passaggio da M a _M; '. Indicatele con '. lì q~";
• __ l
, si ha, evi--
dentemente,
(6 7 )
3T aT
(6 8 ) lìT
SI ~
I
~ PRINCIPIO DI HAMILTON
(69) o .
(70) o .
Dato l'annullarsi delle 6qh r:~g ~i ist c:_n!.L_ _~e- ' _!.L ' _ ~-1:_ primo tg__~
~~(lill i--11.~~-~()_: '!(_i , conseguenza, tenuto conto di (8) e di (68) ,si
ha
t l
(71)
l to
( 6 ,., + é L ( a) ) dt o .
(72) o .
(7 3) o .
Le (73) sono valide per ogni possibile scèlta delle òqh , salvo
la condizione di annullarsi negli istanti estremi dell'intervallo tem-
porale considerato. Da ciò, ammettendo una naturale ipotesi di continui
(74)
(75)
asincrone.
E' evidente che quanto si è detto rimane valido anche nel caso di
vincoli __()_l?Eom_i uni laterali \ per i moti senza fenomeni di-- dis-taccoo___di
- ---
attacco, CIOe,
··------------···-- --··
per 1 moti di confine o concernenti solo .PQ§izio~i_ g_r_~i
--- - -----· ··------ ---·---------
--- -
narie ~ I 1 principic:__c1_.i,___ ~_§!!l:L_J,_t_QD__l}C'l_gvu to vari~9~_nerali zzazioni ma già
La cultura è un bene dell'umanità (fantomasping@libero.it)
426
(76) T 1T =
(77) 8 ff - 1T) o ,
--- ---
che si legge: tra tutti i mot i cons entiti dai vincoli tr a due
-------- ---------- - - - - - - - -
te configu ra zioni quello reale rende stazionaria in media (anzi,
...
··- ·•.. . . -.-..--- ... ,..,.- -- ---·-·- - - -- - ~·--- __ __ ,_,__________ ---prefiss~
"!_~ni -
-
.l!!lL_- come può dimostrarsi se l'intervallo t 0
- t 1 è sufficientemente
piccolo) la differenza tra i valori medi dell ' er!~J'.g_iq.. ___q_in~U:..ca e di quel
l~. ------ -- · ---·------ ·· -
SI
& MOTI VARIATI ASINCRONI
te t + o t.
d% c1. oqh
d(qh + 0%) +--
' ·(a) . dt dt
I 0. qh
d(t + ot)
%
1 + ddto t -%
(78)
d oqh d ot
(qh +
d oqh)
dt
(1 _ ddott) - qh -- -
dt
qh dt
a'!' aT
- (a) . 'ò'I'
6 (a) 7' oqh + qh + o ot
aqh aqh at
(79)
Alla (79) si può dare una forma molto espressiva e utile nel caso
di v incoli fissi. In tale ipotesi la T non dipende esplicitamente dal
tempo e manca, pertanto, l'ultimo termine di (79). Inoltre, essa si ri -
duce (XI, 75) a una forma quadratica nelle qh e, per un noto teorema
(di Eulero),si ha
(80)
dot
(81) 6 (a) 7' 6 7' - 2 '1'
dt
Operando sul prin~ :LpJ: cu:li . Ham :i. lt.9!1 ~- P~~~:i,_l:?. ~J~__s_tabilire. _u_n_ :auo'{Q
princi lè_i ~.-y~ ri ~i_Q_l!?_~ __s.~~~e: ~.~-i ~j._le di importanti .s.'! iluppi nella Fi~J:
~'.:- t.~_or:~c-~. e, in particolare~- ne~l.a_ Mec c:~nica 9uan ~j-~-~~ca j
Per dedurlo, cominciamo con l'osservare che , tenend o conto di (81),
la relazione (71), che esprime il principio di Hamilton nell'ipotesi d i
vincoli fissi, può presentars_~_ nella forma
,)
fir Jdt
1•
t1
1(0 (a) T + 2 T d ét éL (a)
(82)
dt
,+
o .
t -
d ét
( 8 3) 2 7'
dt - oT + oL(a) o .
(84)
e la (82) diviene
(8 6) o
(88) \M~, .
/
pur d 'intendere
(89) A
(90) é (a) (T - U) o I
(91) o .
------
sinc r oni ·isosnergetici t Pa le co n f igu ra zioni est r eme prefissat e .
- ----
Avvertiamo che l'enunciato detto è va lido anche nel caso di forze
non conservative ) pur di sostituire la condizione- (85) alla (91), deno-
- - - - - - - ___ J ----- -- - - -
OSSERVAZION E - Si ponga
(92)
òL
(93)
(94) T
(95) A
;-:'I
I l! l- ~UAZIONI CA~ONICHE
(96)
In base all ' espressione (XI, 73) della forza viva e all' Osserva -
zione fatta alla fine del Cap. XI e alla (26), si riconosce che l ' ele
mento generico del determinante (96) coincide con ahk -- e che risulta
inoltre
(97)
(98)
(99)
(100) H
aH ask aL a sk aL
pk
aqh aqh aqk aqh aqh
(101)
aH a sk dL a sk
pk + qh
3ph aph a qk 3ph
aH aH
(102) qh , = Ph (h 1' 2, ... ' N).
aph aqh
(103) (h 1 r 2, ••• f n)
~-m~nte qu_el-1.:_~ espressi dalle (53) . che, così, sono ritJ;QV__9.j:J_~E -~~tE_~
( via .
. -·- -- .
Moltiplicando la generica equazione delle 5102, 1) per ph' la ge
nerica delle (102 t-~LE~r:: __9h--~ and_o _~pe~:::i_ ad--~-~-=-La _N,_si
~e
(104) o .
~ aH aH aH
(105) - = -- ph + - - qh + -;;--t
~~) Ph a qh a
la (104) dà
dH aH
(106)
dt at
(108) H
(109) T - U
sr
'ii> EQUAZIONE DI HAMILTON-JACOBI
(110) o
( 111 )
( 11 2) -'I o .
(113) (h 1 I 2, ••• I N) •
(1 .1 4) (~ = ( q~ (a, b; t) .
, __./1 \ _.·
( 11 6)
av +
av o (h 1, 2, ... , N)
(11 7)
av + o (h 1, 2, • • . , N)
( 118)
av •
'4r - -, a-H )
= o (h 1, 2, .•• , N)
( 0
Pr
( 11 9)
(120)
av av o
( 121) aH )
apr ,
re
( 122)
( 124) t .
nalitica.
Si ponga
2 ni "':!_
( 1 25) e h
r.
ove h è una costante e \ i . l'unità immaginaria.
Da ( 1 25) segue
2n i"':!_
_lì_= e h 2n i av
aqr h aqr
(1 26)
e:: rJ
2 . V
mh
[2~i a2v
aziJi 4n2
e
aq 2 aqr h2
r
2 n i '::!_ N
h
( 12 7) e l:
r=1
che tenuto conto di (111), (125), si può scr i vere nel la forma :
N
( 128) l: p~
r= 1
( 1 29)
3
( 130) l: p2 2Tm 2(E + U) m.
r
r=1
( 1 31 ) o '
ma equazione d i Schrodinger.
CAPITOLO XXIII
I - GENERALITA'
La Meccanica dei Continui è la base fondamentale di svariati set-
tori dell'Ingegneria, della Fisica e delle Scienze naturali in genere
e presenta in sè un notevole interesse matematico per i difficili pro-
blemi (spesso insoluti) che essa presenta anche al Ricercatore teorico.
Noi ci proponiamo di stabilire le equazioni fondamentali nel caso di
un Continuo tridimensionale che definiremo quale Continuo classico per
distinguerlo da tipi più generali di Continui di cui faremo cenno nel
capitolo successivo, avvertendo sin d'ora che sono proprio i Continui
classici i più usati in tutti quei rami della Scienza ove la Meccanica
dei Continui rappresenta un supporto essenziale (Scienza delle Costru-
zioni, Idrodinamica, Magnetofluidodinamica, ecc.).
Tra tutte le configurazioni di cui è suscettibile un Continuo tri
dimensionale fissiamone una, e•, che assumeremo come configurazione di
riferimento . Denoteremo con e la configurazione attuale del Continuo
(cioè, quella all'istante t), con P* il generico punto di C * o - se
si vuole - il generico elemento del Continuo in la sua C* e con P
posizione all'istante C , avver-
t, cioè il corrispondente di P* in
tendo che con le locuzioni C*, C ci riferiremo indifferentemente al
Continuo pensato nella configurazione di riferimento o in quella attu~
le o alle regioni dello spazio corrispondenti a quelle configurazioni.
Quale configurazione, e•, di riferimento si potrà assumere quella
occupata dal Continuo nell'istante iniziale (t = O) o, comunque, una
tra quelle ad esso consentite. Supporremo, pertanto, che per t = O C
coincida con C* e P con P*.
Raferiamo il sistema - come si è fatto nel Cap. VII - a una terna
trirettangola levogira, T * (O, ~1 ) (Fig. 1) denotando con Ys le coor-
P* p
e,
e* e
Fig.
(1 ) (i 1 I 2 r 3)
(2) Yr , D 1 I (t O)
Cl xr (Y1 r Y 2 1 y 3 ; t)
(3)
at
df () f af
(5)
dt at + a x s es '
av de ae ae
(6) a
at dt
(7)
2 - SFORZI SPECIFICI
(9)
(10) µ~dc = f
)ne
(12)
(13)
( 14)
òC
lim
-+ P 6~ (
)a
f n do µ (~ ~(e))
(15)
( 1 7)
(1 9) lim lim
h +O h+O
(20)
(r 1, 2, 3)
( 21) i s p c .
s-s
(22)
(23) p .
(24) fw = p~ .
(26)
1 o
.i. s n s d o
(27) o .
(28)
(7) :
(30)
6 - CONDIZIONI AL CONTORNO
(3 1 )
( 32 i
(33) --+
f(e)
+-- r
(34)
Si ponga
(35)
Le quantità ars si chiamano coc 1') dinate as t.at·ic/z e c!ci.>-z n ·)llc c :·-
t azio n e (ivi comprese l e forze d ' inerzia nel caso dinamico), e inter-
vengono in importanti proprietà di media de lla Meccanica dei Continui .
Si moltiplichino ambo i membri di ·(29) per XtdC e si integr i in C ; si
aggiunga ciò che si ottiene moltiplicando ambo i membri delle (33, 2)
per xtdE e integrando su E. Si trova
(36)
+ ~ - e a
rt
(37)
/c axr~xxst
0
dC - l xrs -,ax
~ t dC +
o Xs
1L
Xrs Xt ns d E
(38)
lc xrt dC e art I (r, t 1I 2I 3)
te, Jartl pilò risultare piuttosto grande e la (39) indica allora chia
ramente che gli sforzi superano a volte i valori che l'esperienza dà
come limiti per evitare delle lesioni.
In Meccanica dei Continui possono stabilirsi delle limitazionipLu
efficaci delle (39) ma qui non è possibile occuparsene.
(40) (r;s 1 I 2 I 3) •
(41) (
jòC
TP /\ µ (~ - ~(e) )dc +
I o
TP /\ ~-ndo o .
(42) ( e x f(e)d o o .
}
0
prs r s
(4 3) o .
(44)
f ,
uC·
e
prs
X
rs
dC o .
(45) o 1
(48) dL (i)= - ( e dC dt - x e d l: dt
le
Conviene scrivere la (48) nella forma
(4 9)
dL(i) (! s x .§.) dC dt +
I e
1
s
X
ae
i:l XS
dC dt -
X e dt
3e
(50) dL(i) /' i X
dC dt
)e s
(53) le él (i) dC
(54)
(55)
lare
(56) 6L (i)
1c*
6*9.( i) dC*.
(57)
(58)
af
(59) f
,r X
s,r
ca no
(60) X A X A D 6
r,s r,p s,r p,r rs
(61) A f
D pr ,r
(63) K
ri
(64) H (i) K ( 6u ) K 6x
D rp r ,p o rp r,p
(65) 6 * Jò (i) K 6x
rp r,p
(66) X y
rs tm
(67)
per cui la (65), tenuto conto della simmetria delle Yrs , può presen-
tarsi nella forma
(69) 6 * t (i) Y 6E
rs rs
l. K
rs òu r,s
dC* f e* (K rs òu r ) , s
dC
- le* Krs , s ou r dc*
(71)
--lc e* KrS I S
ou r dc* - j i: *
K n
rs s our
dr.*
(75) (x
r, 2
Y
9, S
)
,s
µ* (F(e) - a)
r r
(in c~ )
nerale ,
tà dei Continui classici esse contengono ben dieci funzioni inco gnit e :
le sei Xrs = Xsr (o stress equivalenti) , le tre xr (o le tre comp~
nenti di spostamento ur = xr - Yrl e la densità, µ . Le equazioni in d~
finite sono invece in numero di quattro, le tre (29) o equ i valenti e
1' equazione di continuità espressa in una delle forme (XI, :? ) , (XI, 14) ,
oltre alle condizioni al contorno. Nel caso statico l~ funzi on i inc o -
gnite si riducono a sette. L'indeterminazione che si presenta è natura
le e dovuta al fatto che in nessun momento è intervenuta la natura f i-
sica del Continuo, atta a dare informazioni sul suo comportamento di
fronte alle sollecitaz i oni esterne che permettano di stabilire delle
relazioni tra sforzi e deformazioni ( Pelazi on i costituti ve ) .
Un'ammissione fondamentale nella Meccanica dei Continui è quella
che si riassume nel p!' i ncipi o d i i n d i f fe Pe nza mat e Pial e , il quale, sul
la base di osservazioni sperimentali e di considerazioni a carattere
intuitivo, afferrna,sostanzialmente, che la dipendenza funzional e dello
stress presente nello stato attuale (cioè , nel caso dei Continui clas-
sici, la matrice delle Xrs) dalle variabili che lo caratterizz ano ha
significato intrinseco e non muta se si cambia la terna di riferimento
passando ad un'altra mobile rispetto alla prima di moto rigido . Piùbr~
le rispetto alla T, X~s quelle rispetto alla 7") sono legate dalle
relazioni
(77) X' R. X. R
rs ir ip ps
(78) x~ 9. w~ X~ 9. .P
R 9. wp R.ir X ip
. wp
(79)
che, in base a (I, 141), dopo aver moltiplicato ambo i membri per Rps
e sommato rispetto a p, dà proprio la (77), analoga alla (I, 143). V~
(81) µ
(82) cost.
µ* éD
(84) éµ - µ éµ
p p éµ éD
6Q, (i)
(85) - - éµ = - éD
µ D µ D
p p
(86)
H (i) - - òµ = - 60
µ 0
(87) é* ~( i) p éD .
13 - LIQUIDI PERFETTI
ap
(88) µ* a = --- (r 1' 2)
r axr
( 89 ) u
le (88) d ivengono
au
(90) (r 1' 2' 3)
( 9 1) µ•gx 3 + p = cost. = p0
(93)
(95) K y
rs rs
(97) y
rs
n*
s
f • (e)
r
[ f~e) = f*(e)
r J , (su L * )
CAPITOLO XXIV
I - GENERALITA'
Interessi recenti della Meccanica dei Continui sono rivolti ver-
so lo studio di sistemi materiali più complessi dei Continui classici,
detti microstrutture o anche Continui con st r uttura o anche Continui
poZari . Trattasi di Continui che implicano schemi matematici più com-
plessi di quelli utilizzati dai Continui classici, in quanto vogliono
ricordare meglio di quelli la struttura particellare della materia. In
realtà, preliminarmente si pensa a un sistema materiale costituito da
un grandissimo numero di particelle estese e deformabili (moZeaoZe ) in
teragenti tra loro, ma si tiene conto delle loro reciproche azioni sol
tanto tramite un riassunto gZobale che interviene nel fissare le carat
teristiche matematiche dello schema continuo rappresentativo. Natural-
mente, la deformazione del Continuo non è più caratterizzata dalla so-
la conoscenza delle caratteristiche di deformazione ma occorre intr o -
durre altri enti geometrici.
Nasce, così, una teoria matematica dipendente da una maggior qua~
(1 )
@
g3
o
ç, ç2 C* e
Fig.
(2) PQ RP* Q*
(3) V
-Q
=V
-p
+ RP•Q•.
~p E m'RP*Q* A RP*Q*
(4)
e r l n R l p R nq A pq -r
c
con
(5)
(6) T ~ [ m"u
2
+ ~pq Rsp Rsq J.
Avvertiamo che nelle (4), (5) le sommatorie sono estese a tutti
gli atomi della particella considerata, le y p , y*p le coordinate dei
punti P* e Q* rispettivamente rispetto agli assi fissi di versori
~r e m" la massa totale della particella. Le (4), (5), (6) inducono
a ritenere accettabile per i Continui di Cosserat l'assumere quale mo-
mento intrinseco delle quantità di moto per un elemento dC circostan
te a P l'espressione
(8) T l2 [. ~ 2 +A R
pq Rsp sq JµdC
ove A è una matrice strutturale simmetrica dipendente dalla natura
pq
fisica del Continuo.
dk
(9 )
- dt - e R R A c µdC ~(m) µdC
rin 2p nq pq -r
Operando sulla (11) come si è fatto sulla (XXIII, 11) per ottene-
re la (XXIII, 14), si ottiene
lim
M::-+P' òC le(a :l:.n d a -µ[ ~(m) (P') +~(e) (P')J
( 1 2)
(14) o.
!a[ !l!.n + OP /\ -n
cp ]do = f0
[ Ìs + OP/\ Ìs]ns d o
( 15)
-hc [ aÌ s
axs
+ OP/\
a.!s
ax s + ~s /\ is J dc ,
( 1 6) c.
( 17)
I[òC
µ (M(m) + M(e)) -
-
~Ìs
o Xs
- ~s /\ !s] dC o
( 18) µ
( 19)
oljl rs
(22)
ax + ersm Xms µ [ M~e) - er Q, n R2p Rnq Apq J (in C)
s
cisamente,
e, pertanto, risulta,
(27)
+ f l: (f(e) ·x .S u + m(e) x ~) di: .
( 1 3) , ( 2 7 ) dà
6L
( ")
l -f e
[ ais
axs
x 6u +( a!l!_s +es/\ .ts)
axs -
x ~J dc -
(28)
(29) 6L (i)
f[e is x
a 6u
axs + !ts x
aB
axs - ~s /\ is x ~
JdC ,
aBr
(30) H (i)
+ tjJ rs axs + erps xps Br .
( 31) tjJ rs
(32)
CAPITOLO XXV
nicamente dallo stato attuale del sistema fisico ma non dalla sua sto-
ria, nèdal suo statodimoto; tramite variabili quali sono,ad es.,lostato
di deformazione, la temperatura assoluta. Ad es. se una funzione di stato
dipende dalle xr,s di cui nei capitoli precedenti e dalla temperatu-
ra assoluta, e, esso vipdipende solo tramite i loro valori nello stato
attuale ma non dipende da quelli precedentemente assunti nè dalle loro
derivate temporali, ~r I s , x r 1S
I ~ , 6, ecc. Inoltre, si deve ritene
-
cedenti, sia 0 9-* (i)dc*, o;, * (e)dc* il lavoro compiuto dalle Ji:Jrze in-
terne e da quelle esterne agenti sull ' elemento circostante a P che
nello stato di riferimento, e •, ha volume dC*. Sia inoltre, o TdC* la
variazione di forza viva di quell' e lemento e c QdC* la quantità di
calore da esso assorbita, misurata in unità meccaniche. A ogni istan-
te e per ogni trasformazione termomeccanica del Continuo sussiste la
relazione
(1 ) oQ + 09,.J.e) - o T
oQ
(2) .:;: d E ,
e
(3) I E - 8 E' •
(4) dI d2 - éB E - BéE •
Tenendo conto del te orema d elle for ze vive espr e sso ne ll a forma
(XIV , 23) e c o n riferimento all ' elemento dC, si ha
(6) ds ,
(8) 8 t( i) + Eo O = - dI .
3 - CONTINUI IPERELASTICI
(9) - dE ,
ove c on Y(a)
rs si è indicato ciò che diviene la Yrs nel caso di una
trasformazione adiabatica. Poichè la (9) sussiste per ogni trasforma-
zione adiabatica con variazioni OE rs d el tutto arbitrarie, si dedu-
ce che la E dipende dalle Ers e si ha
(10) Y(a)
rs
(1 2 )
aI
( 1 3) E
ae
1
(14) (À + 2y) I f (s) - 2y I 2 (s)
2
con
e: 11 + e: 22 + e: 33
(1 5)
nelle quali À e y sono due coefficienti (costanti nel caso dei cor
pi omogenei) soddisfacenti alle limitazioni y > O, 3 À + 2 y > O.
Tenendo presente l'identificazione di W con la I della (13) e
di (14), si ha, esplicitamente,
( 1 6)
=- 2y e: rs ' (r t- s)
( 1 7) poo + Eoe - dI ,
da cui segue
aI 'èJI
(18) p - ao , E
ae
La cultura è un bene dell'umanità (fantomasping@libero.it)
477
Si ha, inoltre,
ao
(1 9) Yrs OErs p
dE rs
oE rs
da cui
ao
(20) yrs p
ciE rs
aI µ*
( 21) p
ci µ dD aµ µ *
CAPITOLO XXVI
I - GENERALITA'
Può accadere che su un sistema materiale agiscano, durante un in
tervallo brevissimo, T, a partire da un certo istante, t = t*, delle
forze le cui intensità raggiungono valori molto grandi, tanto da pro-
durre, nonostante la brevità dell'intervallo in cui esse agiscono, ef
fetti sensibili o addirittura notevoli. Tali forze prendono il nome di
percosse e sono, generalmente, presenti in concomit a nza a f e nom e n i d i
urto come capita,ad es., quando si colpisce con un martello un oggetto,
con una stecca una palla da bigliardo, nell'urto di due corpi in movi-
mento, ecc. Per avere un'idea dell'ordine di grandezza dell 'intervallo
T ricordiamo che nell'urto di due solidi elastici e sso può essere di
un millesimo o anche di un decimillesimo di secondo. Del resto , a tut-
ti è dato di osservare come sia breve la durata del contatto tra due
palle di bigliardo che si urtano mentre si constata che esse possono
subire notevoli variazioni di v elocità il che sta a d indicare che le
reazioni che esse mutuamente di esplicano durante l'inter v allo brevis
simo in cui mantengono il contatto raggiungono gene ra l me nt e valori no
tevoli.
La descrizione del moto durante l'intervallo eccezionale, T ,spe~
(1 ) dI F dt .
(2) I lt(tt+ T K (t I) dt I
(3) mv (t + T) - m~(t) I
(4) V + I
m
n
(5) l: ~s •
s=1
t * +1
1
n
(6) Q(t* + 1) - Qlt*) l: ~s(t') dt '
s=1 t*
(7) R* (e)
n
(8) L: TP /\ ~s •
.!S.T
s=1
n
(9) .!S_T ( t * + 1) - K ( t *) E
s=1
che fornisce la var iazione del momento delle quantità di moto (rispet-
to ad un polo T fisso o coincidente con il baricentro) ne ll 'interva l
lo considerato.
(1 O) ç+ - ç- R* (e)
n it*+T
( 11 ) K+ - K- i: TPS /\ ~s dt'
-T -T t*
s=1
n
( 1 2) M• (e)
i:
-T
s= l
( 1 3) K+ - K M * (e)
-T -T
( 14)
( 1 5) ,...,d(e, a)
4 - COEFFICIENTE DI RESTITUZIONE
ni cardinali del problema de l moto imp ulsivo . Anche nel caso semplici~
simo di un solo punto mater iale si riconosce l ' imposs i b ilità di deter -
minar e l e incognite de l probl ema in base alle sole equazioni f ino ad
( 16) - ev n
( 1 7)
nelastici .
La (1 6) cos t ituisce l a legge di Newto n sull ' u rto dei corpi .
In base ad essa i l prob l ema postaci rimane comp l etamente i mposta-
to in assenza di attrito i n base a l le sole equ azion i poste. Infatti ,
nell ' ipotes i di vinco l o liscio I e norma l e a rr e da (4) segue
( 1 8) +
~Tf
n + m
( 1 9) V I
(20) I - mvn (1 + e )
( 21) V
n
- V / 2gh I /2gh'.
(22) e
\ .j
CAPITOLO XXVII
_I - GENERALITA'
e ÀT - 2 •
(1 ) ' ) /'
. ~) "i ma F rn'a' F'
o-
-~~I
denotando con le forze agenti su p e ·--p• , per dedurre c9~,
detto
/_ ~ / -
(2) //!f /_:\-~ -
(3)
(4) I
~=
~ - Z U© - l l .,.\
! ----.,.
~ CONFRONTO TRA UNA MACCHINA ED UN SUO MODELLO
(5) ;
zialmente da due rapporti arbiti;~ri C!_~ - ~1:1], __1:1~()_ è quello delle lunghez-
ze __c;_()_~E~-~J2_onde_::!!_~.
Se però, tra le forze intervengono i pesi , in quanto non trascura
bili di fronte alle altre forze, risulta determinato anche • e la si
militudine di_pende solo da À . Infatti, data le p :c oporzionalità tra pe
( -
so e massa , : • non può differire da µ e la (4) di viene , in base a (5)
"-
(6) T =
1
;\2 <i .f
(7) A
/'"''
487
(9) A'
Applich iamo la teoria esposta nel numero precedente al caso che C'
sia un pendolo composto. La (6) mostra che il rapporto tra il periodo,
T', d elle oscillazioni di C' e quello, T, del suo modello è
T'
(1 O)
T
~------- - .
- --~~
e alle loro velocità, · ·-·
il rapporto di similitudine tra le
rispondenti uguaglia il prodotto di ì-. 2
--
resis~enze
( 11 ) v' R'
CAPITOLO XXVIII
gativo, nel senso che non si notò nessuna dipendenza della velocità
della lur,e dalla direzione di propagazione. Bisognava, dunque, concl~
2 - LE TRASFORMAZIONI DI LORENTZ
drime nsional e.
Per dedurre le richieste formule di trasformazione nella forma più
semplice possibile senza che per questo vi sia alcuna limitazione con-
cettuale di va li dità e significato, supporremo che le terne T e T'
abbian9 gli ass i parallèli e concord i, gli assi di indice sovrapp~
I
- u
ti iniziali dei tempi , t,
t' misurati da osservato
I
~--1
-u I ri ad e sse solidali (tem-
I pi propri) . Trattasi d~l
(1 ) x1 = xj + ut' , Xz t t'
ove si è supposto che nella misura dei tempi non muta nel passagg i o dal
riferimento T al r i ferimento T' nè l'origine n è l'unità di misura.
Le (1) - dette-trasformazioni di Galilei - per deri vaz ione danno
luogo alle relazioni
(2) v 2'
axj + St'
(3) j_
{:' yx j + éi t '
(5) v'l
adx; + Sdt'
(6)
= ydx; + éìdt I
dxi
dt' + s
dx 1 a dxj + Sdt' a
(7)
dt ydx; + édt' dxi
y + é
dt'
a vi + s
(8) V1
yvi + é
La (8) esprime la nuova forma del principio dei moti relativi, con
riferimento alla sola prima componente della velocità e salvo la deter
minazione dei coefficienti ancora indeterminati.
Per la loro determinazione si terrà innanzitutto conto delle se-
guenti condizioni:
Cl. U
(10} y
c2
v; + u
( 11 )
v;u
1 +
c2
t ux')
+ __
( 1 2} a (u} (xj + ut'} t Cl. (U} I J f
( c2
( 1 3}
E ' evidente che il passaggio dalla T alla T' non può differi -
(1 5) a (u) a (-u) u2
c2
( 17) a (u) a (- u)
( 18) a (u)
,I u2
V1
c2
(19) f3 =~
c
le (14) danno
Xl + Ut 1
(20)
I 1 - s2
UX i
t' + C"2
(21) t
11 - s2
Le (20), (21) associate alle (4) costituiscono le tY'asfoY'mazioni
di LoY'entz e presentano di fronte a quelle di Galilei il vantagg io di
adattarsi mol to meglio a quei fenomeni ove intervengono velocità molto
elevate, comparabili con quella della luce. Naturalmente se la veloci -
tà di u
di traslazione della T' rispetto alla T è piccola, in mo
2
do che il rapporto u /c 2 sia trascurabile di fronte all'unità, le
(20), (21) si identificano praticamente con le (1) (e t con t').
dx i dxj_ / 1 - s2
(22) vi (i 2, 3).
dt u
dt' + - dx!
c2
V~ /1 - B2
l
(23) (i 2, 3)
u
1 + vj
c2
dv i (1 -
(24)
S2 )
v j_ c~u dvi J- - - - -
[ dvj_ -
(1 + u 1 + Vl 1 + U Vl
c 2 c2 c2
( 1 _ 8 2 ) 3;2 1- s2 v!]. u 1
(26) a1 =a; a.]. a!]. - C2 a 1' (i= 2, 3)
+~ vi) f uv;
~ c2 (1 uv;r
+ - -
c2
1+ c2
li t '
(27) li t
11 - s2
(28) t' t 11 - 13 2
c2
(29)
(30) 6 2 1 11 - 13 2 •
(31) 6V 6V' 11 - 13 2
(32) m
ove µ è una funzione positiva del posto, la densità. Nella nuova me~
canica non si può escludere la dipendenza della densità dalla velocità .
Nel caso di un corpo omogeneo di volume V, la massa, m, risulta
in base a (32), espressa da
(33) rn µV .
(34) m
11 - s2
ove u è il modulo della ve locità dell'e l emento considerato e m0 la
massa a riposo - massa prop ria . La (34) è qualche volta postulata,qua!
che volta giustificata con ragionamenti che spesso v anno inquadrati più
nell'ambito della relatività generale che della ristr e tta e, comunque,
appartengono alla dinamica.
E' tuttavia interessante osservare che l a (34) appare anche nello
ambito della pura cinematica se si accoglie un certo postulato di sem-
plicità e ciò illumina ancora una vo lta sul profondo significato delle
apparentemente liev i modifiche che si sono apportate nei concetti di
spazio e tempo.
Si associ alla terna mobile T' di cui si è d etto nei numeri pr~
(35) a + bu 2 ,
µ
(36)
µ
per u o µ
o per u c ,
(37)
µ
(38) µ
- 82
(39)
d
(40) F
dt
(41) ma + mv F
m
0~ x V ma X V
(4 2) m
c2 (1 - : 22r 2'
c2 (1 - v2)
c2
(43) (m~ x v + mv 2 ) dt dL .
(44) ma x v
la (43) dà
(4 5) dL
(4 6) d (mc 2 ) dL .
(4 7) E' mc 2
(48)
(49) E'
feriori a quella della luce (u < c). Uno dei risultati della Relativi-
tà ristretta è, pertanto, la impossibilità per un corpuscolo di raggiu~
CAPITOLO XXIX
ONDE DI DISCONTINUITA'
zio può dividersi in due parti: quella già interessata dal fenomeno e
quella non ancora da esso interessata e queste sono separate da una su
perficie detta fronte d ' o n da che si muove sia nello spazio ambiente,
sia nel Continuo che eventualmente sia sede di un fenomeno di propaga-
zione. Sono di tale tipo i fenomeni acustici, sismici, elettromagneti-
ci, ecc.
Per porre la base matematica dei fenomeni di propagazione, si con
si d eri, innanzitutto, ne llo spazio euclid eo tridimensionale riferito a
coordinate ortogonali x i, (i = 1, 2, 3), una superficie ot mobile di
equazione
(1) f (Xj r Xz / X 3 i t) o .
(2) o .
(3) g = lgrad fl
(4)
segue
1
af
(5)
g at
lit - n x PP' - IPQI
lim IPQI
(6) V
ll t ->O òt
af
(7) V
g at
(8) af + V o .
at
(9) (i 1, 2, 3)
con il med esimo significato dei simboli che essi hanno nel Cap. XXIII.
Si ponga
df a f* af *
( 11 )
dt
ax~
(12) g~ g~
g* 2
l ayi
Da (7), ( 11 ) si deduce
a f*
v* [grad f x ~ - gV]
g* a t g*
(1 3)
- _g_ (.!:!_ X ~ - V)
g*
(14) v* V -
nerico punto l.
E' evidente che per particolari moti del Continuo e particolari v~
si propaga nel Continuo. Nel caso di moti lenti del Continuo, si poss~
( 15) o
(1 7) (i 1' 2' 3) - Vg .
( 18) 6w
( 1 9) u+ (x) u-(x)
(20) o
( 21 )
(22) (i 1 f 2 f 3 f 4)
(23) ll (-e3Xiu)
- = >. n· l.
(i=1, 2 , 3)
ove è, evidentemente,
du
( 24) À g
ll ( dn) ·
I
(25) - ). *V*
(26) ·(ddutr)=
u - trv ,
µ( :!)- + (grad p) o .
(31) p~ v* - Tn o .
(33) av* - µ~ x n o .
(35) p q, (µ )
ove la q, non dipende dalla temperatura nel caso che - come supporr~
(36)
Poichè la q, e la l..P.. () µ
devono supporsi con tinue, dato ch e esse
sono funzioni della µ ma non delle sue derivate , da (3 6) scritta sul
La cultura è un bene dell'umanità (fantomasping@libero.it)
510
(37)
(38) T = a aµ
(39) v*
(40) y 12.
)J
e la (39) diviene
(41) V*
CAPITOLO XXX
I\
, \
I I
I I
./ I
I: 1
Fig. 1 Fig. 2
O -- B
----1- /
~ I /
I /
I /
/
li~----
/
/
/
/
/ r
Fig. 3 Fig . 4
le tre rette .
Sia B l'intersezione (A, ~) con
una delle tr e rette, ad es ., con r 3•
Si trasporta (A, ~) in B e si de-
\
Fig. 5
t v
2 di
5.
r1 e r 2 , come si vede nella Fig .
4 - POLIGONO FUNICOLARE
Oa
''
''
''
''
' ',
--- ---- ' ' ',
------=-~p
-- ---------,.../
//
/
//
/
/
/
/
/
Fig. 6
to su bn .
Per la dimostrazione conviene osservare che si ha
(2)
Fig. 7
Fig. 8
Fig . 9
no di appoggio, mentre nel caso di una cerniera fissa nulla può dirsi a
priori, tranne la sua appartenenza al piano del sistema, se questo è
piano. Ne segue che le reazioni vincolari esterne di una travatura vin
colata in A con un appoggio semplice privo di attrito e in B con u
na cerniera fissa si determinano semplicemente riducendo il sistema del
le forze attive a due forze di cui una applicata in B ed una su una
retta assegnata: la normale in A al piano di appoggio. Le reazioni ri
chieste sono le forze opposte a quelle così ottenute.
In ognuno dei problemi che tratteremo supporremo rigide le aste e
riterremo come evidente, data la particolare sollecitazione agente e la
natura dei vincoli presenti, che il sistema sia in posizione di equil~
Fig. 10
Fig. 11
Le due travature sono evidentemente indeformabili (tale è, infat-
ti, una capriata elementare) ma , nel caso della Fig. 10 basta toglie-
re una qualunque delle aste perchè il sistema diventi deformabile, me~
/
corrisponde, evidentemente, al
risultante delle azioni moleco
lari che attraverso una qualu~
que sezione e il troncone CB
esplica sul troncone AC . l ol
si chiama sfo Pzo dell ' asta e
questa si dice pun t one o t iPa~
te a seconda che le forze espll
cate dai perni sulla sbarra ten
dono a comprimerla o a tenderla.
E' evidente che si presenta la
Fig. 1 2
prima o la seconda circostanza
a seconda che o sia negativo
o positivo. Scopo dei numeri seguenti è quello di indicare alcuni meto
di atti, generalmente, alla determinazione degli sforzi e della natura
delle aste delle travature reticolari soggette a sollecitazioni pura-
mente nodali.
Tali metodi sono adatti per la determinazione degli sforzi in tut
te le aste solo quando il sistema è staticamente determinato e in tal
caso presuppongono, generalmente, la preventiva determinazione delle
reazioni vincolari esterne. Tuttavia non è escluso nel caso de i siste-
mi staticamente indeterminati che riesca possibile determinare gli sfor
zi in alcune delle sue sbarre (n. 11, Fig. 19).
p
40------------06
is
p
5 7
a-~----'--~--0-~---'-T~--<:f---~~~-o-~~~---08 Fig. 1 3
2Y}
54'J~
64
Fig. 13' Fig. 13" Fig. 13"'
rezioni delle aste 46, 45, com'è fatto in Fig. 13"'. Si trovano così gli
sforzi delle aste 45, 46, deducendo che esse sono dei puntoni. Nel ca-
so della struttura in esame ci si può fermare a questo punto, dato che
gli sforzi nelle sbarre non ancora considerate si deducono da quelli
trovati per simmetria.
9 - METODO DI CREMONA
I
I
32 I
I
4
I
21 I
I ~---
' ..,.... ......... -1
1 -.. _
I
I ' ,52'-53
I
p I
D
''
I
I
' ....
I
IT
' \
5~~~~~~~~~___,f-'---~~~~~--<J3
51\
A
Fi g . 14
di un nodo (in Fig. 14, nodo 1) dove concorrono due sole ast e e ffetti -
vamente incognite e si opera come nel metod o dei nodi. Esau r ito tale
nodo successivamente se ne considera uno in cui concorro n o s o l e due a-
ste incognite. Nell'esempio portato esso è il 2. La particolarità del
metodo di Cremona è questa: non sic'Eve disegnare il vett ore rappresen-
tativo la forza che sul nodo 2 esplica l'asta 12 in quant o esso è già
stato disegnato, salvo il verso, quando si è considerato il nodo prec~
sando del segmento 21 in Fig. 14'. e considerando come origine del vetto
re rappresentativo della forza che l'asta 12 esplica sul nodo 2 il pu~
to che prima costituiva l'estremo del vettore 21. Nel prendere in esa-
me le forze note agenti su un generico nodo (forze assegnate o esplic~
10 - METODO DI RITTER
I metodi di Ritter e di Culmann [n. 11] sono anche detti delle s~
essa .
I l momento di ou rispetto ad n è h o , se h è la d istanza di
AB da N. Il momento rispetto ad n di ognuna delle altre forze espl~
( 3) f·i ~ + ho o ,
da cui segu e
(4) o
l a componente secondo k del risu l tante delle forze di ~·, per l' equi -
libr i o d i S' deve essere , tra l 'altro ,
Da (5) si ricava
R'
k
o = -
cos e
A s· B
I
I
I
I
I
lh
I
I
I
I
Fig . 1 5 Fig. 1 6
(7)
Si trovano così gli sforzi nelle sbarre 12, 13, 23, 24, 34 , 35 ma
non è possibile continuare nell'applicazione de l metodo d i Cremona àa-
to che ad ognuno dei nodi rimanenti (si intende, della semistruttura di
sinistra) sono collegate più d i due sbarre incognite. Conviene allora
r icorrere al me todo di Ritter. La sezione indicata in Fig. 17 è coniu-
gata alla sbarra 59 che permette di determinare lo sforzo.
I
I B
,.,-n:"'"rmi~' I I I
'{......_
-
I
I
I
I
'E
_...,
-'r---r- I
I
I
I I
I
I I J
I
I
I
I
I
I
Fig. 1 7 '
col are dei c arichi consid erati la retta AN. S e l ' ultimo lato inco nt ra
in E l a parallela a 0 0 01 per N, il momento risulta n te de i car i chi
cons i derati rispetto ad N coinc i de con que ll o delle coppi e (E , PQ) ,
(N, QP) se Q è la proiezione d i P sulla re t ta 0 0 01 e poichè si è
sc elto 'OP ' h si deduce che la forza che l a 59 espl ic a sul nodo 5 ha
modul o rappres entato da ]NE] men tre facili considerazioni indica n o che
l a 59 è un tirant e .
Determ i nata tale forza , l ' appl ic azione del metod o di Cremo na per -
mette di determinare g li sforzi i n tutte l e ast e rim a nenti.
11 - METODO DI CU L MANN
F
/
Fi g . 19
nenti l e aste AB, AD, CD. Esse sono individuate in Fig. 19 rispettiva-
mente dai seguenti A 'B', A'D', C'D' rispettivamente paralleli alle a-
ste AB , AD , CD. Il segmento EG è lungo quanto quello che rappresen-
ta la forza F.
I N DI CE
Cap . T
Introduzione alla teoria dei vettori .. . ...... .
CaP. Cinematica del punto ..... . . ...... ..... .. ... . . .
Cap . III - Moti rigidi
Cap. IV - Spostamenti rig i di ..... .... . ..... .. ....... . .. .
Cap. V - Moti relativi ....... . . ...... ..... .. .... .. .... .
Cap . VI - Applicazione della teoria de i moti relativi ai
moti rigidi ......... ... ... .. ..... ..... ... .. . . .
Cilp . VII - Sulla deformazione dei Continui tridimensionali
Cap . VIII - Cenni di cinematica dei sistemi vinco l a t i .... .
Cap . IX - Baricentri . ...... .. . . ... .... .... .... ..... .... .
Cap. X - Momenti d 'i nerzia ......... .. ... . . . .. .... ..... .
Cap . XI Cenni di cinematica delle masse .... . . . . . . . . . . .
Cap . XII - Lavoro - Potenziale - Energia
Cap . XIII I principi fondamentali della meccanica ...... .
Cap . XIV Intr oduz ione alla dinam ica de i sistemi ..... .. .
Cap . XV Concetti e teoremi fondamentali della statica .
Cap. XVI Applicazione del principio dei lavori virtuali
Cap . XVII Sull ' equilibrio del punto vincola t o .. ..... .. . .
Cap . XVIII - Statica dei sistemi rigidi ........ . . . . . . . . . . . .
Cap . XIX Cenni di meccanica delle verghe e dei fili ....
Cap . XX - Dinamica del punto
Cap . XXI Dinamica dei corpi r i g i di ...... .. . . . ... . . .... .
Cap . XXII - Elementi d i meccanica analitica
Cap . XXIII - Meccanica dei Continui classici
Cap. XXI V - Cenni sui Continui d i Cosserat
Cap . XXV - Intervento della termodinamica nella meccanica
dei Continui ...... ... . ..... ........ .. ..... . .. .
Cap . XXVI Elementi d i teoria del moto impulsivo ..... .. . .
.cap . XXVII Cenni sulla similitudine meccanica ..... .. .... .
Cap. XXV III- Cenn i di relatività ristretta . . . . . . . . . . . . . . . . .
Cap . XXIX - Onde di discontinuità ......... .. .. .. ... . ... .. .
Cap. XXX - Elementi di statica grafica . . . . . . . . . . . . . . . . . . .