2) FONTI RINN.
Le risorse energetiche primarie sono quelle direttamente disponibili in natura:si
dividono inrinnovabili e non rinnovabili.(le fonti primarie vengono sottoposte a
dei processi i cui risultati sono le fonti secondarie). Le energie rinnovabili sono
fonti di energia il cui utilizzo non intacca né pregiudica le risorse naturali a
disposizione dell'uomo. Queste fonti di energia si rigenerano dopo ogni ciclo di
utilizzo e, quindi, sono inesauribili. Alcune fonti rinn sono disponibili in grande
quantità e non risentono dello sfruttamento da parte dell'uomo. Le principali fonti
di en sono:
a)EN SOL. E'la fonte rinn più conosciuta ed è usata per produrre Q(calore) e,
grazie all'en fotovoltaica, per produrre elettricità
b)EN EOL. E' la fonte di en generata dal vento, cioè dallo spostamento continuo
delle masse d'aria. Può essere trasformato diret.te in en mecc o indire.te in
elettrica.
c)LE BIOMASSE. Sono risorse organiche che possono essere usate come combustibile.
Ad es, gli scarti della lavorazione agroalimentare possono essere usati come
materia prima per produrre Q tramite combustione.
d)GEOTERMIA. E' l'en della Terra e il Q proveniente dal sottosuolo.
e)ENIDRAULICA. E' lo spostamento delle masse d'acqua. Le principali fonti di en
idraulica sono generate dal ciclo naturale dell'acqua, onde e maree. VANT FONTI
RINN: sono di tipo ambientale e di conservazione delle risorse. Tali risorse sono
di fatto illimitate. SVANT: di tipo economico e all'uso di tecnologie ma ancora in
via di perfezionamento.
3)RAD SOLARE.
Nel passaggio attraverso l'atmosfera, lo spettro della rad sol si modifica sia
quantitativamente che qualitativamente. Dal punto di vista quantitativo parte
dell'en proven.te dal Sole viene assorbita dalle molecole che compongono l'atm. La
qualità della rad, cioè la distrib.ne delle lunghezze d'onda nello spettro solare,
subisce invece una variazione a causa del fenomeno della diffusione. La rad che
raggiunge una sup del suolo ha quindi una composizione diversa dalla radiazione
originaria emessa dal sole. La radne che incide su di una sup detta Rad Sol Glob, è
la somma di 3 contributi: la compon.te che non viene nè asssorb nè diff viene detta
rad diretta; la
comp.te che viene diffusa ma che impatta la sup viene detta rad diffusa; la rad che
raggiunge la sup essendo stata riflessa dal terreno o da altre sup si chiama
riflessa. Queste 3 variano in funz delle cond.ni meteo, dell'inclin.ne della sup
captante e dal periodo dell'anno.
4)EN EOLICA.
Sotto l'azione delle differenze di P atmosferiche variabili continuamente che
esistono
sul nostro pianeta, l'aria si muove in permanenza. La corrente che si crea è il
vento. Il vento è unamassa fluida di gas che si muove ad una certa v. Per valutare
l'en che il vento fornisce è utile enunciare 2 teoremi:
a)T.DI FROUDE: "La vel della vena fluida in corrispondenza del disco dell'elica è
pari alla media aritmetica della vel che la vena fluida possiede a monte e a valle
dell'elica stessa". IPOTESI: densità del fluido e portata all'interno del tubo di
flusso vengono considerati cost; gli scambi en sono solamente assiali, l'elica ad
infinite pale. FENOMENO: Studiando ladistribuzione delle P si osserva che la vena
fluida sollecita l'aeromotore con una forza F (contrario -F); la vena fluida è
frenata sia a monte che a valle. Tutto ciò porta il tubo ad assumere la forma a
"collo di bottiglia" e come la vel sia continua lungo il tubo di flusso.
2)T.DI BETZ. "La max pot estraibile dal vento per un aeromotore è il 59% della
potenza disponibile". Il teorema ci dice che la conversione di en che avviene in un
generatore eolico ha un rendimento limitato pari al 59%.
SITOLOGIA. La descrizione e quantificazione della risorsa in un sito è il problema
affrontato dalla sitologia eolica. Il vento viene descritto sulla base di parametri
rilevati, quali la velocità media annua, frequenza dell'intensità, direzione del
vento e scala della turbolenza.
5)BIOMASSA.
Con questo termine si designa una sostanza organica vegetale o animale in forma
non fossile. La biomassa rappresenta la più antica forma di en ed è la più comune
forma di en rinnovabile ed il maggior serbatoio di en sol.
TIPOLOGIE. La biomassa utilizzabile ai fini energetici consiste in tutti quei
materiali organici che possono essere usati come combustibili sol liq e gas.
Possono essere costituite da
a)Prodotti diretti del sett agricolo o piante
b)Residui, sottoprodotti o scarti delle coltivazioni.
c)Scarti della catena della distribne e dei consumi finali (rifiuti urb organici).
FILIERA. Per le biomasse la convenienza economica all'utilizzo dipende da accurate
valut.ni dell'efficienza glob del sistema produzione-utilizzazione. In generale
occorre conteggiare le perdite di coltivazioni, raccolta, trasporto, conversione e
utilizzo. Da ciò si evince che, contrar.te alla maggior parte delle fonti energ.
rinn, la biomassa è caratterizzata da elevati costi di es, in quanto deve essere
seminata, mantenuta, raccolta, trasportata e trattata adeguatamente per l'utilizzo.
Questi fattori dipendono molto dal tipo di biom considerata e dal tratt.to
richiesto dal processo scelto. Nel calcolo del costo di reperimento, che
costituisce il fattore cruciale per garantire la redditività dell'uso delle
biomasse, si considerano solo i primi 3 fattori. Nella valut.ne del costo di trasp
contano molto il tipo di biom considerata e la forma in cui essa viene trasportata
e anche dalla distanza del luogo di utilizzo. Altro parametro importante è
l'affidabilità dell'approv.to.
PROPRIETA'. La conocenza delle proprietà della biomassa è necessaria per effettuare
la scelta del tipo di convers energ:
-umidità (bassi contenuti pper convers term, alti per quelli biochim),
-PCI(Q che 1kg di comb stand può produrre bruciando in aria),
-CONTENUTO VOLATILE(Porz trasf.le in gas attraverso riscld.to);
-CARBONIO FISSO (massa rimanente dopo il rilascio di volatili)
-CENERI (residuo sol della comb in aria)
-contenuto in el chim fond.li;
-alcali,
-densità e pezzatura.
6) EN GEOTERMICA.
Si intende quella contenuta, sotto forma di Q, all'interno della Terra. L'origine
di
questo Q è in relazione con la natura interna del nostro pianeta e con i processi
fisici che in essi hanno luogo. Tale calore risulta assai disperso e solo raramente
concentrato. Il Q interno si dissipa con regolarità verso la superficie della T.
Nella crosta terrestre esistono zone privilegiate dove il gradiente è nettamente
superiore a quello medio; ciò è dovuto alla presenza di masse magmatiche fluide o
già solidificate in via di raffreddamento. L'en termica accumulata in queste zone
viene resa
disponibile a profondità accessibili da vettori termici presenti nella crosta
errestre detti fluidi geotermici. Questi sono essenzialmente composti da acqua
meteorica (proveniente dalle precipitazioni) che penetra nel sottosuolo e si
riscalda a contatto con le rocce calde.
Si formano
così degli acquiferi anche a T elevate. Gli acquiferi sono costituiti da rocce
permeabili sature di acqua, formando così i serbatoi geotermici. I fluidi contenuti
in un serbatoio geotermico possono talvolta raggiungere spontaneamente la
superficie dando luogo a eventi geotermici come geyser e fumarole. Se i fluidi
caldi rimangono entro il serbatoio per effetto di una copertura di terreni
impermeabili, si possono avere concentrazioni di en termica di interesse
industriale ai fini di produzione di energia. In conclusione l'en geotermica
consiste nello sfruttamento del Q sotterraneo
della T.
8)TURB IDRAULICHE.
Il processo di conversone dell'en cin e potenziale dell'acqua in en meccanica di
rotazione avviene tramite le TURB IDRAUL. Una turbina è costituita di un complesso
formato da una parte fissa , detto distributore, e da una parte mobile detta
girante o rotore. Il fluido in movimento entra nelle turbine, viene regolato
mediante il distributore e agisce sulle pale del rotore mettendolo in movimento.
Nel caso della produzione elettrica il movimento rotatorio del rotore viene quindi
trasferito mediante un albero ad un alternatore che produce quindi en elettrica.
In altri casi l'en meccanica può essere usata direttamente come ad esempio in un
classico mulino .
Esistono 2 tipi di turbine idrauliche: ad azione e reazione. Nelle turbine ad
azione l'en cin del fluido viene incrementata esclusivamente nel distributore e poi
il fluido viene usato per far muovere la girante (Turbina Pelton). Nelle turbine a
reazione l'en cin del fluido viene incrementata anche o esclusivamente nel rotore
(turbina Francis).
10)VETTORI ENERGETICI:
Un vettore energetico consente di veicolare, nello spazio e nel tempo, una
determinata quantità di energia, permettendo così di renderla disponibile per un
utilizzo a distanza di tempo e di spazio rispetto al punto di disponibilità della
fonte; questo perchè non sempre si dispone della fonte di energia nel posto e al
momento in cui ci serve.
Altro particolare importante è che le fonti non sono alternative tra loro. Una
fonte primaria di energia, soprattutto se fossile, può essere contemporaneamente
anche un'ottimo vettore, come lo può essere una secondaria. Per esempio il fatto
che il petrolio sia una fonte primaria e quindi disponibile in natura in un
determinato pozzo, e allo stesso tempo anche un eccellente vettore che ci permetta
quindi di trasferire quella disponibilità nel luogo e al tempo in cui ne abbiamo
bisogno,
è la caratteristica per cui è diventato un prodotto così di successo, cos' come le
fonti fossili con caratteristiche simili. Quindi ricapitolando con esempi: Il
petrolio è una fonte primaria di energia che può essere trasportata e stoccata:
Vettore energetico completo.
L’energia elettrica è una fonte secondaria che può essere trasportata ma non
stoccata: Vettore energetico incompleto.
Caratteristiche dei vettori energetici:i vettori si possono caratterizzare sia per
la forma di energia trasportata perchè in base al vettore energetico usato, si
trasporta una certa “forma” di energia, sia per lo stato fisico di aggregazione
(liquido, solido o gas) del vettore usato perchè determina le modalità di trasporto
e stoccaggio utilizzabili.
Processi per il Trasporto dell’Energia:
Trasporto energia chimica: vettore liquido, vettore solido,vettore gassoso:
Trasporto energia elettrica;
Trasporto vettore termico;
Trasporto energia
radiante (elettromagnetica);
Trasporto energia meccanica;
La nostra capacità tecnologica e la
nostra opportunità per quanto riguarda l'analisi del sistema riguarda quindi il
trasporto di queste forme di energia.
-Processi per lo Stoccaggio dell’Energia:
Stoccaggio energia chimica: Liquido Solido, gassoso.-
Stoccaggio energia elettrica ( si ricorre a sistemi di tipo indiretto): –
stoccaggio elettrochimico-
Stoccaggio energia termica-
Stoccaggio energia meccanica.
Vettori energetici modalità e mezzo di trasporto: per definire al meglio le
differenze tra modalità e mezzi di trasporto riferiti ai vettori energetici,
facciamo degli esempi: per quanto riguarda l'elettricità: Il flusso di elettroni è
il vettore energetico. La trasmissione via cavo è la modalità di trasporto
dell’energia elettrica. Il cavo è il mezzo di trasporto del vettore elettricità.
per quanto
riguarda il petrolio invece: Il petrolio è il vettore energetico. Il trasporto via
mare è la modalità di trasporto. La petroliera è il mezzo di trasporto del vettore
petrolio. Ad oggi, i vettori energetici più utilizzati al mondo sono (elencati in
ordine di utilizzo):Combustibili fossili: Petrolio e suoi rivati;Gas
naturale;Carbone;Elettricità, nonostante sia un vettore incompleto;Idrogeno;Fluidi
termovettori;Trasmissioni meccaniche;Fluidi in pressione (fluidi
pressovettori);Flusso fotonico (energia elettromagnetica)
-Trasporto di Vettori Energetici: Abbiamo intanto una prima suddivisione in due
macrofamiglie, principalmente per quanto riguarda i più diffusi in particolare
quelli fossili:
Reti dedicate:Gasdotti;Oleodotti;Elettrodotti
Reti non dedicate:Via mare;su gomma; Su rotaia .
Dal punto di vista energetico, ci interessa conoscere il tipo i rete oltre che per
progettarla, ottimizzarla e gestirla, anche per calcolare il costo energetico per
il trasporto, e cioè il costo dell'energia che devo spendere per portare una certa
quantità di energia da un punto A ad un punto B; questo mi permette quindi di poter
confrontare le diverse tipologie di trasporto e sceglierne la più economica.
12)PETROLIO.
Tra i combustibili fossili, il Petrolio, x le sue caratteristiche fisiche è il
vettore che presenta le migliori caratteristiche di trasportabilità. Il petrolio
greggio è trasportato x lunghe distanze in oleodotti o via mare in petroliere.
Giunto nel paese utilizzatore, viene raffinato e i prodotti petroliferi sono
trasportati x brevi distanze fino all'utenza con autocisterne. X il calcolo della
spesa en occorre considerare che la massa considerata è la somma del vettore e di
quella del contenitore.
Indicando con m(v) la massa del vettore e con PCI, L'energia trasportata è
Ev=m(v)PCI.
Indicando con Rp il rapporto tra la m del vettore e la massa complessiva mtot:
m(v)=Rp*mtot.
Quindi Ev=Rp*mtotPCI.
SVANT trasporto in oleodotti: costi elevati per la costruzione e la posatura, costi
per le stazioni di pompaggio e smistamento, difficile riconversione nel caso di
esaurimento scorte.
VANT costi en del trasporto bassi, sicuri.
STOCC: La spesa en è irrilevante e i suoi derivati sono stoccati in grandi quantità
e anche x tempi molto lunghi.
DERIVATI:
Il petrolio estratto viene usualmente raffinato x ottenere prodotti a più alto
contenuto energetico e di migliore combustione:
a)GAS- il GPL è uno dei + importanti gas petroliferi che può essere usato come
combustibile x usi domestici e x riscaldamento, come propellente e come carburante.
b)BENZINA. E' una miscela di idrocarburi usata per alimentare motori a combustione
interna ad accensione automatica x propulsione veicoli. c)KEROSENE Miscela di
idrocarburi usata come propellente per i motori a getto e come combustibile da
riscaldamento e illuminazione.
d)GASOLIO. Può essere usato x alimentare motori a combustione interna ad accensione
13)GAS NAT.
Il gas nauralet x il trasporto e stoccaggio presenta caratteristiche intermedie tra
il
petrolio (liq) e il carbone (sol). Può essere trasportato in gasdotti ma, essendo
allo stato gassoso, il trasporto è energeticamente più dispendioso. Viene stoccato
allo stato gassoso a P elevate in bombole o a basse P nei gasometri. Poichè il
trasporto del gas naturale "in rete"è più dispendioso del petrolio, sono adottate
talvolta soluzioni diverse come la liquefazione e successiva rigassificazione. La
liquefazione infatti riduce il volume notevolmente e questo consente di
trasportarlo in modo energicamente più efficiente oltre che più sicuro. All'arrivo
in porto, il gas,
ancora liquido, viene trasferito in un serbatoio di stoccaggio all'interno del
rigassificatore.
Successivamente viene inviato ad un vaporizzatore che, agendo sulla T, effettua la
gassificazione con espansione del gas, che torna allo stato naturale. La variazione
di T avviene in genere tramite lo scambio termico in fasci tubieri tra gas liquido
e acqua di mare, che cede il proprio Q al gas; la pressione viene invece ridotta
tramite l'espansione dei gas in appositi serbatoi. Per non disperdere il "freddo"
in mare, i rigassificatori sono abbinati a impianti che prevedono l'uso di basse T,
riciclando così l'en frigorifera con notevoli risparmi energetici. Parametri
importanti sono:
-spesa energetica (x il trasporto di gas liquefatto via mare è pari al 2,3% del
contenuto energetico del gas trasportato);
-Capacità di stoccaggio ( rapporto tra m del vettore stoccato e massa totale del
sistema di stoccaggio);
-densità energetica in m e V.
14)CARBONE.
E' il combustibile fossile che presenta le caratteristiche meno favorevoli come
vettore en. Infatti essendo solido il suo trasporto risulta energeticamente +
oneroso , x lo stocc aggioson necessari ingombri maggiori rispetto al petrolio. Il
trasporto a lunga distanza del carbone allo stato solido avviene generalmente via
mare. In molti casi, allo scopo di conferire al carboni caratteristiche migliori x
il trasporto, esso viene sottoposto a vari processi:
-POLVERIZZAZIONE: tecnica più usata e sviluppata. Permette di bruciare nei
generatori il polverino immesso grazie ad opportuni ventilatori.
-GASSIFICAZIONE E LIQUEFAZIONE: comportano l'aggiunta di H2 (tramite vapore) al
carbone, che può così diventare un idrocarburo. L'en necessaria x il processo di
separazione dell'H2 dell'acqua deve essere fornito dal carbone stesso. Si ottiene
così gas sintetico (CO+H2) che può essere ulteriormente modificato con aggiunta di
vapore x avere una maggiore quantità di H2 necessaria x convertire il carbone in
idrocarburi. -COAL OIL : miscela di petrolio e polverino di carbone (entra tutto in
camera di combustione).
-COAL WATER: creazione di una miscela disomogenea di acqua e particelle di carbone.
15)EN ELETTRICA.
L'en elettrica presenta eccellenti caratteristiche come vettore energetico
grazie soprattutto alle sue caratteristiche di attitudine al trasporto; infatti è
possibile trasportare l'en elettrica x distanze anche medio-lunghe con una modesta
spesa en. Per quanto riguarda lo stoccaggio l'energia elettrica non può essere
stoccata direttamente, ma esistono diversi sistemi di stoccaggio indiretto ritenuti
sufficientemente efficienti per applicazioni di grande interesse e larga diffusione
di mercato. Il trasporto dell'en elettrica, dalle centrali di produzione fino alle
utenze, avviene a tensioni differenti nei vari tratti del percorso. In generale, x
minimizzare le perdite di en nel trasporto. è necessario usare alte tensioni. La
rete di distribuzione dell'en elettrica deve possedere requisiti indispensabili,
quali la continuità dell'alimentazione, la riduzione entro limiti ristretti delle
variazioni di frequenza in rete, nonchè la minimizzazione degli scarti della
tensione nominale nel punto di consegna. A parità di Potenza Elettrica, le perdite
sono inversamente
proporzionali al quadrato della tensione. Per questi motivi il trasporto, finchè è
possibile, avviene ad altissime tensioni (220-389 Kv) (nella distribuzione nei
centri urbani, per motivi di sicurezza, la tensione di trasporto è minore (20kV)).
In ogni caso, si cerca di minimizzare le distanze percorse a bassa tensione. Come
detto l'en elettrica non può essere stoccata direttamente. Esistono diversi metodi
di accumulo indiretto, cioè attraverso dei processi di trasformazione che
consentono di
passare dall'en elettrica a una forma di en appropriata x lo stoccaggio e, quando
richiesto, restituiscono en elettrica attraverso il processo inverso. Una
tecnologia usata x lo stoccaggio indiretto è quella degli ACCUMULATORI:dispositivi
che trasformano l'en elettrica in en chimica attraverso una reazione elettrochimica
e vengono anche definiti come batterie ricaricabili o di 2'specie(l'en può essere
riutilizzata attraverso il processo inverso). L'accumulatore classico è costituito
da 2 elettrodi immersi in un liquido elettrolitico. Questi elettrodi funzionano da
poli,
negativo e positivo, che possono essere collegati al circuito da alimentare oppure
ad un circuito da cui venire alimentati. Si dice che gli accumulatori sono dei
generatori elettrochimica di en elettrica perchè quando erogano corrente, nella
fase di scarica, l'energia chimica disponibile si trasforma in en elettrica. Nella
fase di carica avviene il contrario. In conclusione un accumulatore è un elemento
voltaico che è in grado di erogare parte dell'energia chimica della sua materia
attiva sotto forma di
una corrente elettrica continua che circola nel circuito utilizzatore. Per valutare
le prestazioni di un accumulatore, ne vanno considerati vari parametri:-tensione
nominale, -capacità, energia Potenziale, durata di vita (che si misura in cicli) e
rendimento.
16)VETT EN IDROGENO.
L'idrogeno (inodore,insapore,incolore, infiammabile) può essere trasportato ed
accumulato in forma gassosa, liquida oppure adsorbito su materiali speciali. Per il
trasp dell'H2 gassoso si può realizzare un sistema equivalente ai gasdotti x il
metano. Il trasp in forma liquida presenta problematiche + complesse e sembra
conveniente solo x grandi quantità e percorrenze elevate. La distribuzione dell'H2
presso gli utenti, nel caso di ampia diffusione del suo impiego, pone in
prospettiva il problema di una rete adeguata e degli enormi investimenti necessari
per la
sua realizzazione. Le tecnologie di stoccaggio dipendono dalle applicazioni
considerate e sono critiche soprattutto x l'impiego a bordo dei veicoli, dove è
necessaria un'elevata densità di en. I principali sistemi di stoccaggio dell'H2
sono: serbatoi per stoccaggio di gas compresso, idruri liquidi, idruri metallici.
METODI PRODUZIONE DI H2
Una prima distinzione generale dei metodi di produzione dell'H2 si basa sul tipo di
energia usata nel processo per rompere il legame che in natura lo vincola
all'ossigeno
nell'acqua o al carbonio. Vi sono 3 classi di procedimenti:
A)Procedimenti Termochimici:
-Reforming: hanno come obiettivo quello di migliorare le caratteristiche di un
combustibile di partenza. In pratica sono dei processi in cui le molecole sono
chimicamente ricombinate attraverso Q e P;
-Ossidazione Parziale:reazione di idrocarburi con O;
-Gassificazione del carbone: l'H2 viene prodotto grazie alla reazione che si fa
avvenire alla alte T del carbonio con il vapore acqueo;
-Termolisi:reaz chim di scissione di legami chimici in cui l'acqua, a certe T, si
dissocia in H2 e O.
B)Procedimenti Elettrochimici:
-Elettrolisi: complesso di fenomeni che avvengono in una soluzione
elettrolitica o in un elettrolita fuso al passaggio di corrente elettrica. Si
realizza una trasformazione
di en elettrica in en chimica;
-FotoElettrolisi : Produzione di idrogeno direttamente dall'en solare e
può essere realizzato da sistemi fotoelettrochimici, da sistemi a semiconduttori
liquidi e da sistemi
biologici.
C)Procedimento Biochimico:
-Fermentazione: processo in cui il glucosio della biomassa è scisso in H2, anidride
carbonica e acidi;
-Foto produzione di Idrogeno che può essere ottenuta usando alcuni organismi foto
sintetici come le alghe verdi.
18)STOCC H2 LIQUIDO.
Condensando l'H2 in forma liquida, con tecniche criogeniche x la produzione di
basse T, si ottengono caratteristiche di stoccaggio decisamente migliori che nel
caso dell'H2 compresso. I processi di liquefazione usano una combinazione di
compressore, scambiatori di Q, motori di espansione e valvole a farfalla x ottenere
il raffreddamento desiderato. Il processo di liquefazione più semplice è il Ciclo
Linde o Ciclo di Espansione Joule-Thompson. Tramite questo processo, il gas è
compresso a P ambiente e quindi raffreddato in uno scambiatore di Q prima di
passare attraverso una valvola in cui è sottoposto al processo di espansione J-T
producendo del liquido. Una volta rimosso il liquido il gas ritorna al compressore
passando x lo scambiatore. L'H2, avendo una T di inversione molto inferiore alla T
ambiente, non può essere liquefatto utilizzando un ciclo Linde, cioè il ciclo Linde
può essere usato x liquefare l'H2 solo dopo che lo stesso è stato raffreddato a T
inferiori alla T di inversione. Il processo di liquefazione dell'H2 prevede perciò
2 fasi:
-raffreddamento in uno scambiatore di Q fino a una T inferiore alla T di inversione
-Liquefazione tramite ciclo Linde. Il consumo di en varia notevolmente in funzione
della taglia dell'impianto di liquefazione. L'accumulo in forma liq è forse la
tecnologia che sembrerebbe soddisfare meglio le esigenze di autotrazione, anche se
vi sono dei limiti. A sfavore dell'H2 liquido giocano la maggior complessità del
sistema, non solo a bordo del veicolo, ma anche a Terra, per la distribuzione ed il
rifornimento, e i maggiori costi ad esso associati. Per la conoscenza dell'H2
allo stato liquido occorre considerare i fenomeni legati agli spi elettronici degli
atomi di H2.
20)REFORMING.
I processi di reforming hanno come obiettivo quello di migliorare le
caratteristiche di un combustibile di partenza. In pratica sono dei processi in cui
le molecole sono
chimicamente ricombinate attraverso Q e P. Si distinguono due tipi di reforming:
a)Reforming Catalitico:
riorganizza alcune molecole degli idrocarburi e quindi consente di dosare la
produzione delle varie frazioni del petrolio e di aumentare le caratteristiche del
singolo combustibile.
B)Steam Reforming: riforma il generico idrocarburo in presenza di vapore ottenendo
H2 e monossido di C.
La reazione che avviene è endotermica e favorita dalle alte T. Il Q necessario al
processo è di solito fornito mediante combustione di calcolate quantità del
combustibile di partenza, quindi, in questi casi, il processo è affiancato dal
processo di combustione. All'aumentare della T si ha un miglioramento del Processo
di Reforming. Per quanto riguarda il consumo di H2 e CO la reazione di Reforming
tende a livellare il tutto anche se in maniera meno efficiente all'aumentare della
T. T
ideale x il processo tra 600 e 800 gradi. All'aumentare del rapporto H2/CH4 aumenta
la quantità di idrogeno prodotto a qualsiasi T e si abbassa la T a cui si ha il max
di tale produzione. Aumentando il rapporto H2O/CH4 aumenta la produzione di
idrogeno a qualsiasi T, diminuisce la spesa energetica per mole di vapore da
generare, ma aumentano le moli di vapore stesse. All'aumentare della P peggiora la
tendenza del processo di Reforming (ovvero diminuisce la produzione di H2), ma, per
contro, diminuiscono le dimensioni dell'impianto, le perdite di carico e la
deposizione di C
sui catalizzatori. Inoltre, nel caso in cui l'H2 debba essere stoccata in
Pressione, la spesa energetica complessiva diminuisce aumentando la pressione a cui
l'idrogeno stesso è prodotto.
22)TERMOLISI.
Per termolisi, o decomposizione termica, si intende una reazione chimica di
scissione di legami chimici endotermica che quindi x avvenire necessita di Q.
L'acqua a determinate T si dissocia in H2 e O gassosi secondo la reazione:
H2O+1/2O2->H2+1/2O2. Nel corso degli anni sono stati messi a punto centinaia di
processi termochimici per la dissociazione indiretta dell'acqua. I più importanti
sono i cicli basati sullo zolfo e quelli che prevedono sostanze di ricircolo Ca e
Br.
A)CaBr(ciclo UT3, 4 reazioni):
-Il CaBr (solido) reagisce con il vapore a 760 gradi
formando ossido di Ca(sol) e bromuro di idrogeno (gas);
-a 570 gradi l'ossido di Ca reagisce con il Br(gas) rigenerando il Ca Br consumato
nella prima e producendo O;
-)560 gradi il bromuro di Fe(sol) reagisce con vapore generando ossido di Fe (sol),
bromuro di H2(s) e H2;
-220 gradi, il bromuro prodotto nella prima e nella terza reagisce con L'ossido di
Fe della terza rigenerando il vapore e bromuro di Fe.
B)Zolfo(prevede uso Iodio, 3 fasi):
-decomposizione termica dello ioduro
di idrogeno da cui si ottiene H2 e I2;
-Decomposizione termica dell'acido solfidrico da cui si ottiene SO2 e O2;
-Lo iodio e l'ossido di zolfo ottenuto reagiscono in soluzione acquosa, a T
ambiente,
rigenerando l'acido iodidrico.
23)ELETTROLISI E FOTOELETTROLISI.
L'Elettrolisi è un complesso di fenomeni che avvengono in una soluzione
elettrolitica o in un elettrolita fuso al passaggio di corrente elettrica,
solitamente continua. Si realizza così la trasformazione di en elettrica in en
chim. Esistono diversi modi di
condurre la corrente. Per i conduttori di 1'specie, con il passaggio di corrente
continua è valida la legge di Ohm, mentre per i conduttori di 2'specie la validità
di tale legge non è generale. Il fenomeno dell'elettrolisi è governato dalla Legge
di Faraday:-le masse delle specie chimiche formate (o consumate) agli elettrodi
durante l'elettrolisi sono proporzionali alla quantità di elettroni che ha
attraversato la cella; -Le masse delle specie chimiche formate (o consumate) x il
pass di una stessa quantità di elettricità sono proporzionali alle masse
equivalenti delle specie chimiche interessate; -)Al pass di 1F corrisponde la
trasformazione di 1 equivalente della superficie chimica che viene elettrolizzata.
Il rendimento del processo è il prodotto del rendimento di tensione e di corrente.
LA FOTOELETTROLISI: La produzione dell'H2 direttamente dall'energia solare può
essere realizzata da sistemi fotoelettrochimici (fotoelettrolisi). Il principio di
funzionamento si basa su un fotocatione e fotoanione immersi in un elettrolita
acquoso. Il fotocatione è tipicamente un materiale semiconduttore di tipo positivo,
al contrario il fotoanione è un semiconduttore di tipo neutro. Quando questi
elettrodi sono sistemati in 2 differenti camere separate da una membrana
semipermiabile si ottiene un sistema detto "trasduttore a giunzione liquida". La
reazione chimica ha
inizio quando la giunzione liquida assorbe un fotone di energia maggiore di quella
del gap energetico tra la banda di conduzione e la banda di valenza e si viene a
formare una coppia elettrone-lacuna.
24)PRODUZIONE BIOCOMBUSTIBILI
1)PROCESSO CONVERSIONE BIOCHIMICA.
questi processi permettono di ricavare reazioni
chimiche dovute al contributo di enzimi, funghi e microrganismi che si formano
nella biomassa sotto particolari condizioni.
A)Digestione Anaerobica:E' un insieme di processi biologici mediante i
quali le sostanze organiche complesse contenute nei vegetali e nei sottoprodotti di
origine animale, possono essere "digerite" in un ambiente privo di Ossigeno,
arrivando alla produzione di gas combustibile, di un liquido con migliorate
caratteristiche fertilizzanti. La digestione anaerobica si compone di 3 fasi
a)idrolisi della cellulosa, delle proteine, dei lipidi, degli zuccheri e degli
amminoacidi; b)fase acidogenica con formazione di acidi grassi; c)metanizzazione
del prodotto della 2'fase. I pregi di tale digestione anaerobica consistono nel
fatto che la tecnica è di facile utilizzo con bassi costi di investimento e
gestione; è applicabile a sostanze organiche putrescibili, quindi a basso costo e i
residui possono essere usati come concime. Se opportunamente gestita diminuisce
l'impronta ecologica producendo combustibili rinnovabili, aumentando la fertilità
del terreno. Tuttavia il procedimento è lento, gli impianti hanno bassi rendimenti
ed il processo richiede un notevole approvvigionamento d'acqua.
B)DIG AEROB: Si utilizzano microrganismi x il cui sviluppo è richiesto O. Tali
microrganismi metabolizzano sostanze organiche complesse, liberando CO2+H2O
producendo un riscaldamento del materiale; il Q viene convogliato tramite
scambiatori.
C)FERMENTAZIONENE ALCOLICA: processo biochimico mediante il quale i glucidi
presenti nella materia organica sotto forma di zuccheri, amido e cellulosa vengono
trasformati in etanolo che può essere usato come combustibile alternato alla
benzina. D)Estrazione Oli (Esterificazione): Dalle piante oleaginose si ottengono
oli vegetali che possono essere usati come combustibile nello stato in cui vengono
estratti o dopo essere stati sottoposti a un processo chimico che gli conferisce
maggiori stabilità. Il processo di estrazione di oli può essere meccanico, chimico
o una combinazione dei due. Tali processi danno luogo a diversi prodotti
utilizzabili come
alimenti zootecnici.
2)PROCESSI CONVERSIONE TERMOCHIMICA. Le principali tecniche di conversione
termochimiche della biomassa utilizzate sono la Combustione, Gassificazione e la
Pirolisi. Il processo di combustione permette la trasformazione dell'energia
chimica intrinseca alla biomassa in energia termica mediante una serie di reazioni
chimiche-fisiche. Quando la biomassa viene immersa in una camera di combustione
subisce prima un'essiccazione e man mano che la T aumenta si avranno processi di
pirolisi, gassificazione e infine di combustione. Con appropriati rapporti
combustibile/aria, la biomassa si decompone e volatilizza, rilasciando ceneri. Il
composto volatile consiste in una frazione gassosa di CO2, CO, idrocarburi e H2. I
prodotti di queste reazione subiscono un'ulteriore processo di ossidazione dando
origine ad una frazione carboniosa che può reagire con l'ossigeno x dare CO e CO2 e
infine fumo. Il risultato ultimo delle suddette reazione è la produzione di calore
che viene recuperato mediante scambiatori con i quali si trasferisce l'en termica
ad altri fluidi vettori, quali aria o acqua. Le principali tecniche di combustione
sono: a)A "griglia", fondamentale x la reazione termica e x la rimozione delle
ceneri; b) A "TAMBURO ROTANTE", usata x applicazioni in cui il combustibile ha
caratteristiche termofisiche povere e contiene elevati carichi di inquinante; c) a
"Doppio Stadio", in cui si verifica prima la gassificazione e pirolisi del
materiale in una prima camera, e una completa combustione nella seconda. d) a
"Letto Fluido", in cui si possono trattare vari tipi dio biomasse, inclusi i
materiali carboniosi quali ligniti e torbe.
-)GASSIFICAZIONE BIOMASSE. E' un'ossidazione di una sostanza che ha come obiettivo
finale la produzione di un combustibile gassoso. L'agente ossidante può essere
l'aria, l'ossigeno, il vapore acqueo o una miscela di questi. La gassificazione
avviene in 3
fasi successive: essiccamento, pirolisi, processi ossido-riduttivi. I prodotti di
reazione sono: idrogeno, monossido di C, anidride carbonica, vapore d'acqua, metano
e idrocarburi superiori allo stato di vapori o oli e ceneri. Il gas prodotto è una
miscela di CO , H2, CO2,H2O,N2, NOx. Nel bilancio generale assumono importanza
rilevante le seguenti variabili: priorità oraria della biomassa, portata oraria
dell'aria, T del letto.
-Pirolisi: Processo termico di degradazione della biomassa che avviene: in assenza
di aria, quando il Q necessario al processo viene totalmente fornito dall'esterno,
o in presenza di una limitata quantità di agenti ossidanti, nel caso in cui il Q
viene prodotto internamente alla massa mediante la combustione di una sua parte.
Attraverso la pirolisi il materiale lignocellulosico viene trasformato in una
frazione gassosa a basso-medio potere calorifico contenente CO,CO2, idrocarburi,
H2O,H2, in una frazione oleosa contenente acqua e composti organici.
25)PRODUZIONE DI BIODISEL
Il Biodiesel si ottiene a partire da prodotti agricoli quali soia, colza e
girasole, ma anche da grassi animali, oli e grassi vegetali originali o di scarto
quali, ad esempio l’olio e grasso alimentare di rifiuto (oli esausti di frittura).
I semi delle colture succitate costituiscono il materiale base: essi vengono
spremuti per ottenere un olio vegetale, il quale reagisce con metanolo in presenza
di catalizzatori alcalini, per formare l’estere metilico e come prodotto secondario
glicerina grezza. Le modalità di produzione possono essere diverse ma, in tutti i
casi, attraverso
questo procedimento chimico, chiamato transesterificazione, si arriva ad una
miscela di esteri metilici di acidi grassi che è proprio il biodiesel. Ad esempio,
biodiesel può essere prodotto (sempre attraverso la transesterificazione di
biomassa) a partire dalla coltivazione del girasole: tale processo da, come l’unico
prodotto energeticamente utilizzabile il biodiesel stesso. In questo caso
nell’energia spesa per la produzione va computata, oltre a quella del processo di
produzione vero e proprio, anche quella relativa alla coltivazione del girasole. Un
altro sistema per
produrre il biodiesel è quello di utilizzare la sansa (un sottoprodotto del
processo produttivo di olio d’oliva) e il processo consente di produrre, oltre al
biodiesel, anche pellets e gas di sintesi. In tal caso, l’energia spesa è solo
quella relativa al processo di produzione vero e proprio e nel computo dell’energia
utile si devono considerare anche i pellets e/o il gas di sintesi.
31)AUTOTRAZIONE ELETTRICA.
Nel caso di trazione elettrica sono possibili accorgimenti per migliorare
l’efficienza globale del veicolo. L’adozione di motori-ruota elimina le
trasmissioni meccaniche e le relative dissipazioni di energia. I problemi di tale
sistemi sono legati al peso dei motori con conseguenti problemi di inerzia alle
alte velocità dovute alle masse sospese. La presenza delle batterie e del motore
elettrico offre la possibilità del RECUPERO DELL’EN IN FRENATA. Cioè l’en cinetica
del veicolo deve essere smaltita , anzichè dissipata in Q. Tale recupero è limitato
da alcuni fattori quali lo stato di carica(SOC) delle batterie, la potenza del
generatore e il fatto che il recupero è possibile solo oltre certe potenze.