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FATTURAZIONE E IVA
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La fattura può essere immediata o differita:
Immediata: deve essere emessa al momento di effettuazione dell’operazione, cioè entro le
ore 24 dello stesso giorno in cui l’operazione è effettuata.
L’annotazione nel registro deve avvenire entro 15 giorni dalla data di emissione.
Differita: può essere emessa in alternativa a quella immediata, solo con riferimento alla
vendita di beni mobili la cui consegna risulti da un documento di trasporto.
L’annotazione deve avvenire entro il 15 del mese successivo a quello della consegna.
La fattura deve obbligatoriamente contenere, secondo quanto disposto dall'art.21 del
D.P.R.633/72, alcuni dati quali data di emissione, numero progressivo della fatturazione
annuale, nome e cognome (o ragione o denominazione sociale nel caso di società), residenza
o domicilio delle parti tra le quali è posta in essere l'operazione, partita IVA e codice fiscale
di chi emette l'operazione, riferimento d.d.t., natura dei beni ceduti odei servizi prestati,
prezzo, imponibile, aliquote IVA e ammontare dell'imposta, articoli di legge. (si ricordi che
l’IVA va sempre arrotondata per eccesso).
La fattura deve essere emessa in duplice copia dal cedente o dal prestatore di servizi. Una
copia è trattenuta e conservata dal cedente o dal prestatore del servizio, l'altra è consegnata
o spedita al compratore o committente del servizio.
La fattura non è soggetta ad uno schema vincolante, purché contenga gli elementi previsti
dalla legge. In genere, ma non necessariamente, è redatta su moduli prestampati.
Casi di autofatturazione:
1. AUTOFATTURA PER OMAGGI: va emessa, in un solo esemplare, quando ci si
voglia rivalere dell’Iva nei confronti del destinatario di omaggi rappresentati da beni
che sono oggetto dell’attività propria dell’impresa;
2. AUTOFATTURA PER AUTOCONSUMO: è da emettere anch’essa in un solo
esemplare, quando l’imprenditore destini beni aziendali al consumo personale o
familiare;
3. AUTOFATTURA-DENUNCIA: va emessa dal contribuente che, avendo acquistato
beni o servizi senza che sia stata emessa fattura nei termini di legge, voglia evitare la
sanzione amministrativa;
Scheda carburanti:
Gli acquisti di carburanti effettuati presso gli impianti stradali di distribuzione vengono
documentati attraverso una scheda carburanti, mensile o trimestrale, che deve essere
istituita per ogni veicolo a motore utilizzato nell’esercizio dell’attività dell’impresa.
Essa deve essere numerata progressivamente, come se si trattasse di fatture ricevute e vanno
annottate nel registro acquisti.
Variazioni in aumento:
Deve essere emessa fattura integrativa obbligatoria quando l’Iva aumenta, per rettificare
l’imponibile e l’imposta, oppure la sola imposta, come accade se è stata applicata
un’aliquota inferiore a quella dovuta.
Essa va inviata o consegnata alla controparte ed è da registrate secondo le regole proprie
delle fatture.
Fattura semplificata
Vi si può ricorrere nel caso di operazioni che non superino i 100 euro o anche 400 euro per
ambiti specifici in cui sia difficile rispettare gli adempimenti per le emissioni di fatture.
Cliente residente in Italia: indicare codice fiscale o partita IVA invece dei dati
identificativi.
Cliente residente nella UE: numero di identificazione IVA definito dal Paese di
residenza.
È comunque obbligatorio inserire corrispettivo (anche in una valuta diversa, tenendo
presente il tasso previsto dalla Banca Centrale Europea) e imposta, così da ottenere la base
imponibile.
Fattura elettronica
La fattura digitale viene equiparata in tutto e per tutto a quella cartacea:
Con la pubblicazione i Gazzetta Ufficiale (la n.118 del 22.05.2013) del nuovo
regolamento sulla fattura elettronica da giugno le imprese devono rispettare le nuove
regole.
Per Ministeri, agenzie fiscali ed enti nazionali di previdenza e assistenza sociale (ex
INPDAP, INAIL, INPS e così via) lo stop arriverà entro 12 mesi.
Nel decreto, e più in particolare nell’Allegato A, vengono definiti i contenuti che devono
essere riportati nelle fatture elettroniche che dovranno essere inoltrate alla PA destinataria
in formato XML.
Rapporto PA imprese
Questi processo, se appropriatamente valorizzato oltre a contribuire a modernizzare e
razionalizzare la PA, ridurre i costi per la conservazione e ridurre l’impatto ambientale,
contribuirà a semplificare i rapporti fra lo Stato e le imprese, riducendone tempi di risposta
e costi correlati.
«Non sarà un processo immediato – spiega la senatrice del Pd Silvana Amati – ma alcune
aziende italiane del settore IT hanno creduto ed investito su un progetto innovativo come
questo.
Credo sia una tappa importante nella direzione di un rinnovato rapporto fiduciario e
trasparente fra i cittadini, le imprese e le istituzioni».
Scadenze
È possibile effettuare la fatturazione fino al 15esimo giorno del mese successivo alla
prestazione a cui il documento contabile si riferisce per cessione di beni e per servizi forniti
allo stesso soggetto nel corso di un mese, ma anche per i servizi generici resi in ambito UE.
Numerazione fatture
Secondo le modifiche introdotte dall’articolo 1, comma 325, lettera d della legge 24
dicembre 2012, n. 228, la fattura deve contenere, fra le altre cose, data di emissione e un
«numero progressivo che la identifichi in modo univoco» mentre prima la legge prevedeva
una numerazione “in ordine progressivo per anno solare”.
Quindi la prima fattura del 2013 può essere:
fatt. n 1
fatt. n 1/2013
fatt. n xx (successiva all’ultima del 2012)
La modifica normativa si è resa necessaria per armonizzare la disciplina italiana a
quella comunitaria, che non richiede di ricominciare la numerazione ogni anno solare
(direttiva 2006/112/CE modificata dalla direttiva 2010/45/UE). In pratica ci sono le
seguenti possibilità:
può essere adottata una numerazione progressiva che, partendo dal N. 1, prosegua
ininterrottamente per tutti gli anni solari di attività, fino alla sua cessazione;
può continuare la numerazione specificando l’anno solare.
può proseguire quella dell’ultima fattura emessa nel 2012.
In tutti e tre i casi viene rispettato il criterio per cui la numerazione identifica in modo
univoco la fattura.
Proseguire con la numerazione degli anni precedenti è la prassi europea: può essere
consigliabile per le imprese che hanno sedi in diversi paesi europei o per armonizzare le
proprie pratiche a quelle UE.
E’ anche possibile, pur scegliendo la numerazione senza soluzione di continuità, iniziare
comunque dal N. 1 in questo 2013.
A cura del CECOP Pagina 9
Compilazione fatture
Altra novità in materia di fatturazione riguarda l’obbligo di indicare il numero di partita
IVA del soggetto cessionario o committente oppure il numero di identificazione IVA
attribuito dallo Stato europeo di appartenenza o infine il codice fiscale per chi non esercita
attività d’impresa, arte o professione.
Infine, in fattura va indicata la dicitura fiscale per le operazioni senza l’applicazione
dell’Iva (inversione contabile, operazione non soggetta, operazioni non imponibili eccetera).
Dal primo gennaio 2013 sono entrati in vigore anche la fattura semplificata per operazioni
inferiori ai 100 euro e l’IVA per cassa, esigibile al momento della fatturazione delle
operazioni.
Base imponibile
L’articolo 1, comma 325, lettera a, della legge di stabilità 2013 (228/2012) cambia la
determinazione della base imponibile (andando a modificare il comma 4, art, 13 del Dpr
633/1972).
La novità riguarda i criteri con cui computare corrispettivi, spese e oneri sostenuti in valuta
estera: se non è noto il giorno di effettuazione dell’operazione, il cambio da applicare è
quello del giorno di emissione della fattura.
Inversione contabile
Si allarga a tutte le cessioni di beni e servizi effettuate nel territorio dello Stato da soggetti
non residenti (articolo 1, comma 325, lettera b della legge di stabilità 2013).
Ne conseguono nuovi obblighi da gennaio 2013:
Numerare la fattura del fornitore comunitario e integrarla con l’indicazione del
controvalore in euro del corrispettivo e degli altri elementi che concorrono a formare
la base imponibile dell’operazione espressi in valuta estera, e con l’ammontare
dell’IVA.
Annotarla entro il giorno 15 del mese successivo a quello di ricezione, e con
riferimento al mese precedente, distintamente nel registro IVA vendite (articolo 23,
Volume d’affari
Da gennaio 2013 rilevano anche le prestazioni di servizi generiche rese da un soggetto
stabilito nel territorio nazionale a un soggetto stabilito in un altro Stato membro dell’Unione
europea. Si tratta di operazioni non soggette a imposta per carenza del requisito della
territorialità, ma che da quest’anno bisogna comprendere nel volume d’affari (articolo 1,
comma 325, lettera c, legge di stabilità 2013).
Per cessioni effettuate nei confronti di un soggetto passivo di uno Stato membro Ue,
in fattura deve essere riportata l’annotazione “inversione contabile“.
Per quelle effettuate fuori dell’Unione europea, bisogna invece segnalare
“operazione non soggetta“.
Gestione portafogli
Dal primo gennaio 2013, a questi servizi finanziari si applica l’IVA ordinaria del 21% (art.
1, commi 520, lett. a, e 521, della legge di stabilità 2013), mentre prima erano esenti.
Niente più esenzione nemmeno per le prestazioni di mandato, mediazione e intermediazione
relative ai medesimi servizi.
L’IVA si applica alle operazioni successive al primo gennaio 2013, a meno che la
fattura non sia stata già emessa entro il 31 dicembre 2012, prima del pagamento: in questo
caso rileva il momento di emissione del fattura, e quindi resta l’esenzione.
Attenzione:
l’Agenzia segnala che «non avrà la medesima efficacia una fattura emessa entro il 31
dicembre 2012 per documentare prestazioni relative ai periodi successivi a tale data e,
quindi, ancora da rendere, al solo fine di beneficiare del regime di esenzione».
Infine, estesa la possibilità di optare per la applicazione separata dell’imposta ai «soggetti
che svolgono sia il servizio di gestione individuale di portafogli, ovvero prestazioni di
mandato, mediazione o intermediazione relative al predetto servizio, sia attività esenti
dall’imposta».
Operazioni comunitarie
Anche qui ci sono nuove regole in recepimento di direttive comunitarie, valide dal primo
gennaio 2013.
Elencate le operazioni per le quali, pur in presenza di un’introduzione fisica nel territorio
dello Stato di un bene proveniente da altro Stato membro, non si considera perfezionata la
AUTOFATTURA
La normativa dell’Iva stabilisce che l’imposta è dovuta dai soggetti che effettuano cessioni
di beni e prestazioni di servizi imponibili.
Questi dovranno provvedere a versarla all’Erario, nei tempi e nei modi stabiliti dall’attuale
legislazione, cumulativamente a tutte le operazioni effettuate e al netto delle detrazioni.
Ma ci sono casi in cui a tale principio generale sopraggiungono importanti eccezioni.
E’ il caso del reverse charge.
Gli obblighi relativi alle cessioni di beni e alle prestazioni di servizio effettuate nel territorio
dello Stato da soggetti non residenti nei confronti di soggetti passivi stabiliti nel territorio
dello Stato sono adempiuti dai cessionari o committenti.
Come disposto dall’articolo 17 del DPR 633/1972, è prevista l’applicazione del meccanismo
dell’inversione contabile o reverse charge che prevede l’obbligo per il cessionario o
committente di rendersi debitore di imposta e di adempiere agli obblighi previsti dalla
normativa Iva. In tale ambito si dovrà emettere autofattura in unica copia con addebito
dell’Iva ovvero con l’indicazione della norma di esenzione o non imponibilità.
L’autofattura deve essere emessa al momento dell’effettuazione dell’operazione o,
comunque, entro il giorno in cui l’operazione si considera effettuata e deve contenere, oltre
alle informazioni obbligatorie per le fatture in genere, il riferimento alla norma che dispone
l’inversione contabile (art. 17 comma 2 del D.P.R. 633/1972).
In caso di corrispettivi in valuta estera il cambio da adottare nella determinazione della
base imponibile corrisponde a quello del giorno in cui l’operazione si considera effettuata o,
in mancanza, a quello del giorno antecedente più prossimo.
Rivalsa e detrazione
L’Imposta sul Valore Aggiunto si applica sfruttando un meccanismo di rivalsa e detrazione –
“detrazione di imposta da imposta” – il quale garantisce che l’incidenza dell’onere fiscale
non subisca variazioni: il soggetto passivo addebita l’imposta sul bene ceduto o servizio reso
e detrae l’imposta pagata sugli acquisti di beni e servizi.
L’operazione darà vita ad un debito o credito verso l’Erario, a seconda che l’imposta
addebitata superi o meno quella assolta sugli acquisti.
Presupposto oggettivo
Il fatto che un’operazione costituisca cessione di beni piuttosto che prestazione di servizi
comporta differenze in merito alla definizione del momento dell’effettuazione
dell’operazione.
Cessioni di beni: trasferimento della proprietà o di altro diritto reale di godimento su
beni di ogni genere, effettuato a titolo oneroso (ossia a fronte del pagamento di un
corrispettivo) nel territorio dello Stato. In base alla normativa comunitaria,
costituisce cessione di beni il trasferimento del potere di disporre di un bene
materiale come proprietario; pertanto, la cessione del bene è rilevante ai fini IVA se
determina l’attribuzione al cessionario di poter disporre come proprietario di un
certo bene a fronte del pagamento di un corrispettivo.
Costituisce cessione di beni anche la costituzione o il trasferimento di diritti reali di
godimento quali usufrutto, uso, abitazione, servitù, con la particolarità che la
costituzione di diritto di usufrutto su beni immobili a tempo determinato è equiparato
alla locazione; qualora la vendita di un bene preveda anche l’installazione, questa
non può essere rilevata autonomamente come prestazione di servizi ma deve essere
considerata come parte integrante della cessione del bene, il quale si considera
consegnato al termine dei lavori di installazione.
Presupposto territoriale
Individua il luogo delle operazioni: affinché un’operazione sia rilevante ai fini IVA è
indispensabile che le cessioni o prestazioni siano effettuate nel territorio di uno Stato
membro; stabilire il luogo in cui l’operazione è eseguita, pertanto, significa individuare
quale Stato percepirà l’imposta.
L’Imposta sul Valore Aggiunto (differenza tra il prezzo di vendita di un bene o servizio e il
costo delle materie prime, ausiliarie e dei servizi utilizzati per la sua produzione) si applica
alle vendite e viene detratta dagli acquisti.
Mentre le imposte dirette come IRES e IRPEF colpiscono il reddito al momento della sua
formazione, quelle indirette come l’IVA lo colpiscono al momento del suo utilizzo per
l’acquisto di un bene o un servizio, aliquota al 21% .
Esistono tuttavia beni e servizi la cui cessione è assoggettata ad IVA agevolata:
10% per alberghi, bar, ristoranti e altri prodotti turistici, determinati prodotti
alimentari e particolari opere di recupero edilizio;
4% per generi alimentari di prima necessità, stampa quotidiana o periodica ed libri
nonché opere per l’abbattimento delle barriere architettoniche.
Gli operatori economici in fase di vendita incassano l’IVA dal cliente e la versano all’Erario
dopo aver recuperato l’imposta a loro volta pagata ai fornitori.
Tale regola comporta l’applicazione dell’imposta unicamente sul consumatore finale.
In questo contesto si colloca l’opzione dell’IVA per cassa che muta i precedenti tempi di
esigibilità e incasso.
L’IVA in Italia è stata introdotta a seguito dell’approvazione del D.P.R. n. 633 del 26
ottobre 1972.
Le regole per gli scambi di beni fra soggetti passivi Iva in ambito comunitario sono sancite
dal D.L. 331 del 30 agosto 1993.
In tema di Iva è, inoltre, importante fare riferimento anche al D.L. n. 41 del 23 febbraio
1995 relativo al regime del margine sui beni usati, le opere d’arte, gli oggetti di antiquariato
e da collezione.
Nel 2006 la direttiva UE n. 112, con l’obiettivo di rendere omogenea l’imposizione indiretta
nell’Unione, ha fissato l’aliquota dell’Iva tra un minimo del 15% e un massimo del 25%.
Soglie di accesso
In pratica, anche imprese, artigiani e professionisti che fatturano meno di 2 milioni di euro
l’anno avranno la possibilità di liquidare l’IVA secondo la contabilità di cassa: prima il
limite era fissato a 200mila euro.
L’uscita dal regime di IVA per cassa sarà automatica nel caso in cui il volume d’affari
superi il limite imposto dei 2 milioni di euro nel corso dell’anno: si applicheranno le regole
ordinarie dell’IVA a partire dal mese successivo a quello in cui la soglia è stata superata.
Esigibilità IVA
L’IVA diventerà comunque esigibile trascorso un anno dall’operazione anche se i relativi
corrispettivi non sono stati pagati, a meno che il cessionario o committente non sia stato
assoggettato a procedure concorsuali prima di tale scadenza.
Operazioni passive escluse dal differimento del diritto alla detrazione IVA:
acquisti di beni o servizi assoggettati all’IVA con meccanismo del reverse
charge (inversione contabile);
acquisti intra-comunitari di beni;
importazioni di beni;
estrazioni di beni dai depositi IVA.