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LE OPERAZIONI DI GESTIONE
E LE OPERAZIONI DI VENDITA

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Le liquidazioni periodiche dell'IVA
La liquidazione dell'IVA consiste in un calcolo che consente di determinare l'imposta da
versare (se prevale l'IVA a debito) o da portare in diminuzione delle liquidazioni dei periodi
successivi (se prevale l'IVA a credito).
Tale operazione è da effettuarsi con periodicità mensile o trimestrale a seconda del volume
d'affari del contribuente; in caso di liquidazione trimestrale l'eventuale debito IVA deve
essere versato con una maggiorazione dell'1% a titolo di interesse.

I valori sulla cui base liquidare l'imposta sono ottenibili dal registro delle fatture emesse o
dal registro dei corrispettivi (per l'IVA a debito) e dal registro delle fatture d'acquisto (per
l'IVA a credito), con riguardo al momento dell'esigibilità dell'imposta; infatti si considerano
di competenza dei singoli mesi o trimestri solo le operazioni esigibili nel periodo
considerato.

La legge specifica che l'imposta è esigibile al momento della consegna o spedizione delle
merci. Ciò significa che in un determinato periodo possono risultare registrate fatture la cui
IVA è di competenza del periodo precedente (ad esempio l'IVA risultante da una fattura
emessa il 4 ottobre per merci consegnate il 28 settembre è di competenza del mese di
settembre); inoltre possono essere di competenza di una data liquidazione IVA operazioni la
cui fattura risulta emessa nel mese successivo (ad esempio l'IVA risultante da una fattura
emessa il 10 novembre per merci spedite il 20 ottobre è di competenza del mese di ottobre).

Allo stesso modo, il diritto alla detrazione dell'IVA a credito sorge nel momento in cui la
stessa diventa esigibile per il venditore, purchè il compratore sia entrato in possesso della
fattura di acquisto.
È dunque indispensabile che, in sede di rilevazione delle fatture sui registri IVA, venga
inserita una doppia data: quella di emissione o ricevimento della fattura e quella di
consegna o spedizione della merce (solo di quest'ultima si deve tenere conto ai fini della
liquidazione dell'imposta).
Ciò consente di determinare correttamente gli importi di competenza iscritti nei conti IVA
ns/debito (che accoglie in Avere l'IVA a debito nei confronti del Fisco eventualmente

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rettificata in Dare dall'IVA risultante dalle note di variazione emesse sui clienti per resi,
abbuoni o sconti previsti contrattualmente) e IVA ns/credito (che accoglie in Dare l'IVA a
credito nei confronti del Fisco eventualmente rettificata in Avere dall'IVA risultante dalle
note di variazione ricevute dai fornitori per resi, abbuoni o sconti previsti contrattualmente).

La rilevazione della liquidazione dell'imposta si effettua girando al conto finanziario IVA


c/liquidazioni i valori di competenza del periodo considerato iscritti nei conti IVA ns/debito
e IVA ns/credito. Il conto IVA c/liquidazioni evidenzia la posizione debitoria o creditoria
IVA; il suo saldo indica l'IVA da versare oppure da riportare a credito.

Un'osservazione particolare va fatta a proposito della liquidazione riguardante l'ultimo


mese o trimestre dell'esercizio.
Tale liquidazione viene materialmente effettuata nell'esercizio successivo; tuttavia al 31/12 è
necessario tenerne conto al fine di iscrivere tra i debiti tributari l'IVA ancora da versare.
I calcoli, effettuabili solo dopo avere rilevato le fatture da emettere e le fatture da ricevere
(allo scopo di tenere conto dell'esigibilità dell'imposta), verranno presentati in sede di
scritture di assestamento.

Il versamento periodico dell'imposta deve essere effettuato entro il giorno 16 del mese
successivo a quello cui si riferisce la liquidazione se la liquidazione è mensile oppure entro
il giorno 16 del secondo mese successivo a quello cui si riferisce la liquidazione se la
liquidazione è trimestrale, unitamente alle ritenute fiscali alla fonte operate dall'impresa e ai
contributi sociali a carico dell'impresa e dei dipendenti.
L'importo del versamento IVA, derivante dalla liquidazione periodica, deve essere
arrotondato al centesimo di euro.

Il versamento dell'imposta avviene mediante delega a una banca o alle Poste Italiane.
Il pagamento può essere effettuato con denaro contante, contro addebito del c/c aziendale o
con altre modalità di pagamento (assegni, carte di credito...).

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È prevista per le imprese la possibilità di non tenere i registri IVA a condizione che:
 le registrazioni siano effettuate nel libro giornale nei termini previsti dalla disciplina
IVA
 su richiesta dell'amministrazione finanziaria siano forniti, in forma sistematica, gli
stessi dati che sarebbe stato necessario annotare nei registri stessi

Ne consegue che le annotazioni nei registri contabili previsti dall'articolo 2214 (libro
giornale, libro degli inventari, scritture ausiliarie [conti di mastro]) sono equiparate a tutti
gli effetti a quelle previste nei registri prescritti ai fini IVA.

Qualora l'impresa si avvalga della facoltà descritta occorre modificare i software di


contabilità integrata in modo da consentire alla contabilità generale di fornire i dati
necessari alle liquidazioni IVA (e di non tenere più i registri).
Pertanto i conti riguardanti l'IVA devono necessariamente diventare analitici.

 (esempio 1) liquidazione e versamento IVA


Il primo passo consiste nel determinare IVA a credito e IVA a debito, per poi girare
tali valori nel conto IVA c/liquidazioni. Infine, si effettua il versamento utilizzando la
modalità prescelta:

IVA ns/debito

15.000

IVA ns/credito

10.000

IVA c/liquidazioni

10.000 15.000
5.000

Banca c/c

5.000

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Entro il 27 dicembre l'impresa deve effettuare il versamento di un acconto sull'IVA di
dicembre o dell'ultimo trimestre, di cui si terrà conto successivamente in sede di
liquidazione. L'importo si determina secondo uno dei seguenti metodi:
 metodo storico il versamento è calcolato nella misura dell'88% dell'imposta relativa
al corrispondente periodo dell'anno precedente
 metodo previsionale il versamento è calcolato nella misura dell'88% dell'imposta
prevista per il mese di dicembre o per l'ultimo trimestre
 metodo delle operazioni effettuate il versamento del 100% è calcolato tenendo conto
dell'IVA dovuta sulla base dei dati relativi alle operazioni effettuate dall'1 al 20
dicembre in caso di liquidazione mensile o dall'1 ottobre al 20 dicembre in caso di
liquidazione trimestrale

La variazione finanziaria passiva nel conto Banca misurerà una variazione finanziaria attiva
nel conto IVA c/acconto.

I valori bollati
I valori bollati, che rientrano nel raggruppamento delle disponibilità liquide, sono costituiti
dai francobolli, dalle marche da bollo e dai moduli bollati per le cambiali che l'azienda
utilizza per le normali operazioni di gestione.
L'acquisto dei valori bollati comporta la diminuzione del denaro in cassa e la
corrispondente entrata di detti valori.
Contemporaneamente l'azienda provvede a prendere in carico l'entrata dei valori bollati
rilevando i tipi di valori acquistati in un apposito registro.
L'utilizzo dei valori bollati non viene rilevato ogni volta che l'impresa appone un francobollo
su una lettera o applica una marca su una ricevuta o compila tratte e pagherò.

La rilevazione avviene periodicamente registrando in Avere del conto finanziario Valori


bollati l'uscita dei valori bollati e in Dare dei conti economici Spese postali (francobolli)
e Oneri fiscali diversi (marche da bollo e moduli cambiari) i costi sostenuti.

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L'importo dei valori bollati utilizzati si ottiene confrontando i valori bollati presi in carico
nell'apposito registro elementare con l'inventario di fatto dei valori esistenti al momento
della rilevazione in partita doppia.

Le locazioni
La locazione è il contratto con cui un soggetto concede o ottiene la disponibilità di beni
mobili o immobili per un determinato periodo di tempo contro la riscossione o il pagamento
di un corrispettivo.

Quando l'impresa non possiede fabbricati o li possiede in misura insufficiente rispetto alle
proprie necessità può prenderli in locazione; viceversa, se i fabbricati strumentali di sua
proprietà superano le esigenze aziendali, può eventualmente affittare a terzi i locali
disponibili.
Se l'azienda prende in locazione un bene strumentale riceverà periodicamente la fattura da
cui risulta il costo per fitti passivi e la corrispondente IVA a credito (è da ricordare che i
beni a uso strumentale dati in locazione da un privato non sono soggetti a IVA).
Inoltre il contratto può prevedere la corresponsione di una cauzione.
Se l'azienda concede in locazione un bene strumentale emetterà periodicamente la fattura da
cui risulta il ricavo per fitti attivi e la corrispondente IVA a debito. Inoltre il contratto può
prevedere la corresponsione di una cauzione.
• (esempio 1) presa in locazione di un bene strumentale per 300 con cauzione di 750

IVA ns/credito

50

Debiti v/fornitori

300 300

Crediti per cauzioni

750

Banca c/c

1.050

Fitti passivi

250

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• (esempio 2) concessione in locazione di un bene strumentale per 300 con cauzione di 750

IVA ns/debito

50

Crediti commerciali diversi

300 300

Debiti per cauzioni

750

Banca c/c

1.050

Fitti attivi

250

Leasing

Il leasing è il contratto mediante il quale un'impresa prende in locazione determinati beni


mobili o immobili, contro pagamento di canoni da versare periodicamente e con la
possibilità di riscattare il bene al termine della locazione.
Le fatture ricevute dalla società di leasing indicano i canoni (che sono costi d'esercizio) e
l'IVA a credito, mentre alla scadenza del contratto di leasing si può eventualmente riscattare
il bene e registrarlo tra le immobilizzazioni materiali.
• (esempio 1) leasing e riscatto di un bene strumentale

IVA ns/credito

520
170

Debiti v/fornitori

3.120
1.020

Canoni di leasing

2.600

Impianti e macchinari

850

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Le retribuzioni al personale dipendente

Vedi appendice B - La contabilità del personale


Sopravvenienze e insussistenze
I componenti del risultato economico d'esercizio sono ordinari se derivano da:
 operazioni della gestione caratteristica inerenti all'attività tipica aziendale
 operazioni della gestione accessoria connesse agli investimenti effettuati nel
patrimonio accessorio
 operazioni della gestione finanziaria connesse a investimenti delle disponibilità
liquide o al reperimento di finanziamenti
Si considerano invece componenti straordinari del risultato economico quelli che derivano
da operazioni estranee al normale svolgimento dell'attività aziendale.
Le sopravvenienze passive (aumenti di passività) e le insussistenze passive (diminuzioni di
attività) sono provocate dal mancato conseguimento di ricavi o di proventi rilevati in
precedenti esercizi, oppure da perdite derivanti dalla totale o parziale eliminazione di
attività iscritte in bilancio in anni precedenti, oppure dal sostenimento di costi e oneri non
previsti.

Le sopravvenienze e insussistenze passive diverse derivano da operazioni della gestione


ordinaria, quelle straordinarie derivano da operazioni della gestione straordinaria.
Vengono registrate in Dare dei conti economici omonimi e in Avere dei conti
finanziari accesi alle banche, ai crediti insoluti, ai valori in cassa e così via.
Le sopravvenienze attive (aumenti di attività) e le insussistenze attive (diminuzioni di
passività) sono provocate dal conseguimento di ricavi o di proventi non rilevati in precedenti
esercizi, oppure dal mancato sostenimento di costi e oneri previsti.

Le sopravvenienze e insussistenze attive diverse derivano da operazioni della gestione


ordinaria, quelle straordinarie derivano da operazioni della gestione straordinaria.
Vengono registrate in Avere dei conti economici omonimi e in Dare dei conti
finanziari accesi alle banche, ai valori in cassa e così via.

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Le variazioni del patrimonio netto

Durante l'esercizio l'imprenditore può effettuare apporti di nuovi mezzi per far fronte a
esigenze aziendali o effettuare prelievi per necessità personali.
I nuovi apporti comportano una variazione economica positiva nel conto Patrimonio netto,
misurata da una variazione finanziaria attiva (di norma nel conto Banca c/c o nel conto
Denaro in cassa).
I prelevamenti comportano una variazione economica negativa nel conto Prelevamenti
extragestione, misurata da una variazione finanziaria passiva (di norma nel conto Banca c/c
o nel conto Denaro in cassa).

LE OPERAZIONI DI VENDITA
Le operazioni di vendita (di merci e prodotti finiti, di servizi accessori alle vendite, di beni
strumentali distolti dal processo produttivo) vengono rilevate:
 nella contabilità di magazzino
 nella contabilità delle vendite (registro delle fatture emesse, partitario IVA)
 nel giornale in partita doppia
 nel mastro
 nella contabilità di cassa
 nella contabilità delle banche

La rilevazione delle operazioni di vendita


Le fatture di vendita rappresentano il documento originario dal quale risultano le operazioni
effettuate e sulla base del quale l'impresa esegue le rilevazioni in contabilità generale.
Dall'esame della fattura si possono infatti individuare:
 l'importo complessivo da riscuotere
 l'importo riferibile ai beni o servizi venduti
 l'importo dell'IVA
 l'importo riferibile ai ricavi accessori (ricavi accessori non documentati e ricavi
accessori documentati)

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In generale, la rilevazione procede nel seguente modo: una variazione finanziaria attiva nel
conto Crediti v/clienti e una variazione finanziaria passiva nel conto IVA ns/debito (la
variazione finanziaria passiva, al contrario di quella finanziaria attiva, non è sempre
presente) misurano una variazione economica positiva in un conto economico acceso ai
ricavi d'esercizio.

La vendita di merci
La vendita di merci si rileva in Avere del conto economico di reddito acceso ai ricavi
d'esercizio Merci c/vendite.
• (esempio 1) vendita di merci per 1.180 + IVA

Merci c/vendite

1.180

IVA ns/debito

236

Crediti v/clienti

1.416

Le spese accessorie
• (esempio 1) vendita di merci per 4.150 + IVA con spese di trasporto a carico del venditore
per 180 + IVA
Debiti v/fornitori

216

Crediti v/clienti

4.980

IVA ns/debito

830

IVA ns/credito

36

Spese di trasporto

180

Merci c/vendite

4.150

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• (esempio 2) vendita di merci per 4.150 + IVA con spese di trasporto anticipate dal
venditore in nome e per conto del compratore per 180 + IVA

Denaro in cassa

216

Clienti c/spese anticipate

216 216

Crediti v/clienti

5.196

IVA ns/debito

830

Merci c/vendite

4.150

• (esempio 3) vendita di merci per 4.150 + IVA con spese di trasporto addebitate dal
venditore al compratore

Crediti v/clienti

5.196

IVA a debito

866

Merci c/vendite

4.150

Rimborsi spese di vendita

180

Le vendite al dettaglio
Le vendite al dettaglio si registrano in contabilità con variazioni finanziarie attive nei conti
Denaro in cassa e (raramente) Crediti v/clienti, che misurano variazioni economiche
negative nel conto Merci c/vendite.

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L'IVA viene scorporata in sede di dichiarazione periodica, con un calcolo sopra cento:
(vendite mensili) : 120 = x : 20
Il valore x (l'IVA a debito del periodo) viene registrato in Avere del conto finanziario IVA
ns/debito e in Dare del conto economico Merci c/vendite.

Resi, abbuoni e ribassi


All'arrivo delle merci il compratore provvede a verificare che quantità e qualità
corrispondano a quanto contrattualmente previsto. Qualora siano riscontrate delle
differenze tra la quantità/qualità ordinata e la quantità/qualità spedita, il compratore può:
restituire le merci difettose o aventi caratteristiche diverse da quelle ordinate o in
sovrannumero; ottenere un abbuono.
Quando un'operazione, per la quale è già stata emessa la fattura, subisce una diminuzione,
per effetto di resi, abbuoni o sconti condizionati (gli sconti condizionati sono sconti previsti
contrattualmente), il venditore emette una nota di accredito a favore del compratore.
Le note di accredito possono essere con o senza variazione IVA.
• (esempio 1) vendita di merci per 3.270 + IVA con restituzione di parte delle merci per 320
+ concessione di un abbuono sulle merci restanti per 175

IVA ns/debito

64 654

Crediti v/clienti

3.924 384
175

Merci c/vendite

3.270

Resi su vendite

320

Ribassi e abbuoni passivi

175

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La vendita di beni strumentali
La vendita di beni strumentali rappresenta un'operazione di gestione non ricorrente, che si
attua quando l'azienda decide di sostituire i beni in oggetto perchè obsoleti oppure
inadeguati alle mutate esigenze aziendali. La dismissione di tali beni può avvenire con la
semplice eliminazione o con la sostituzione degli stessi.
Poichè queste vendite non rientrano tra le operazioni caratteristiche dell'azienda,
i ricavi ottenuti in sede di realizzo non si registrano in appositi conti vendite, ma si annotano
negli stessi conti nei quali, a suo tempo, si era rilevato il costo storico di acquisto o il valore
attribuito all'apporto del proprietario o dei soci.
Dobbiamo inoltre ricordare che la corretta determinazione del valore assunto dai fattori
produttivi pluriennali non deve tenere conto solamente del costo sostenuto per l'acquisto, ma
anche del deprezzamento che il bene ha subito nel tempo per effetto del suo utilizzo.
La perdita di valore dovuta al consumo che il fattore pluriennale ha avuto durante l'anno
prende il nome di costo di ammortamento, mentre il fondo ammortamento accoglie le quote
di ammortamento già calcolate, esprimendo la perdita di valore subita dal fattore
pluriennale negli anni trascorsi dall'acquisizione.
Quando un bene strumentale viene eliminato o sostituito è pertanto necessario conoscere il
suo valore contabile. Il valore contabile è dato dalla differenza tra il costo originario di un
bene (iscritto nel conto economico intestato a quel bene) e il totale degli ammortamenti già
calcolati (iscritto nel conto economico acceso al fondo ammortamento corrispondente a quel
bene).
Quando il valore contabile di un bene è pari a zero significa che il processo di
ammortamento è terminato.
Nel caso in cui il bene strumentale venga venduto, è necessario confrontare il ricavo di
vendita con il valore contabile del bene.
Se il ricavo è maggiore del valore contabile, avremo una plusvalenza, ossia un componente
positivo del reddito d'esercizio.
Se il ricavo è minore del valore contabile, avremo una minusvalenza, ossia un componente
negativo del reddito d'esercizio.

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I conti accesi ai beni strumentali, che accolgono in Dare i costi d'acquisto (o i valori di
apporto), al momento della vendita accolgono anche le seguenti poste:
 in Avere il valore del fondo ammortamento, portato in rettifica del costo storico al
fine di determinare il valore contabile del bene
 in Avere il ricavo realizzato con la vendita
 in Avere la minusvalenza oppure in Dare la plusvalenza

Dopo tali rilevazioni il conto acceso al bene strumentale risulta spento.

 (esempio 1) cessione di un bene strumentale (costo originario 21.000 / ammortamento


90% / ricavo di vendita 2.100 + IVA)

Crediti commerciali diversi

2.520

IVA ns/debito

420

Automezzi

21.000 18.900
2.100

Fondo amm.to automezzi

18.900 18.900

Poichè il ricavo di vendita al netto dell'IVA (2.100) è pari al valore contabile del bene
(21.000 ? 18.900), non si generano plus o minusvalenze.

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 (esempio 2) cessione di un bene strumentale con plusvalenza (costo originario 11.700
/ ammortamento 80% / ricavo di vendita 3.100 + IVA)

Crediti commerciali diversi

3.720

IVA ns/debito

620

Automezzi

11.700 9.360
760 3.100

Fondo amm.to automezzi

9.360 9.360

Plusvalenze diverse

760

Poichè il ricavo di vendita al netto dell'IVA (3.100) è superiore al valore contabile del bene
(11.700 ? 9.360), si genera una plusvalenza.
 (esempio 3) cessione di un bene strumentale con minusvalenza (costo originario
11.700 / ammortamento 80% / ricavo di vendita 2.100 + IVA)

Crediti commerciali diversi

2.520

IVA ns/debito

420

Automezzi

11.700 9.360
2.100
760

Fondo amm.to automezzi

9.360 9.360

Minusvalenze diverse

760

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Poichè il ricavo di vendita al netto dell'IVA (€ 2.100) è inferiore al valore contabile (€
11.700 - € 9.360), si genera una minusvalenza.
• (esempio 4) permuta di un bene strumentale
La sequenza delle registrazioni contabili è la seguente:
1) storno del fondo ammortamento del bene e vendita del bene. Si tratta nè più nè meno
della cessione di un bene strumentale, con o senza plus o minusvalenze
2) acquisto del nuovo bene dallo stesso soggetto a cui si è venduto il vecchio bene
(vedi l'acquisto di beni strumentali)
3) regolamento del pagamento (vedi il pagamento dei debiti). Ovviamente, il Dare del
conto Debiti verso Fornitori non si pareggerà con l'Avere del conto Denaro in cassa,
Banca c/c, eccetera, ma con l'Avere del conto Denaro in cassa, Banca c/c, eccetera +
l'Avere del conto Crediti Commerciali Diversi.

I quattro esempi sopra riportati riguardano operazioni di vendita di beni strumentali


derivanti dalle normali esigenze dell'attività aziendale, perciò le eventuali plus o
minusvalenze sono da considerarsi componenti ordinari di reddito.
Al contrario, operazioni riguardanti beni strumentali che scaturiscono da eventi straordinari
(come la cessione di rami aziendali), oppure operazioni riguardanti beni strumentali che
assumono una notevole rilevanza rispetto alla totalità dei beni strumentali utilizzati
dall'impresa, o ancora operazioni che riguardano beni non strumentali danno eventualmente
origine a componenti straordinari di reddito.
Esempi di questo tipo di operazioni sono la dismissione di beni strumentali e la dismissione
di beni non strumentali; in questi, e negli altri casi simili, i conti Plusvalenze diverse e
Minusvalenze diverse saranno sostituiti dai conti Plusvalenze straordinarie e Minusvalenze
straordinarie.

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Il regolamento delle fatture di vendita
La riscossione dei crediti può avvenire secondo diverse modalità, specificate in contratto o
affidate alla scelta del compratore: denaro contante, rilascio di pagherò, accettazione di
tratte, girata di cambiali in portafoglio, assegno bancario o circolare, bonifico bancario,
giroconto bancario o postale, e così via.
Il regolamento delle fatture può avvenire in tempi diversi in base a quanto previsto dalle
condizioni contrattuali. I contraenti possono stabilire un regolamento anticipato, immediato
o per pronta cassa, per contanti (ossia entro breve tempo dal ricevimento della fattura),
differito o in forma mista.

La riscossione dei crediti


Il regolamento delle fatture di vendita comporta la diminuzione del credito verso il cliente
del bene o del servizio (variazione finanziaria passiva rilevata in Avere nel conto Crediti
v/clienti) e un corrispondente aumento di disponibilità liquide o incremento dei crediti per
cambiali attive (variazione finanziaria attiva da rilevare in Dare nel conto di volta in volta
interessato).
• (esempio 1) riscossione di denaro contante

Crediti v/clienti

100

Denaro in cassa

100

• (esempio 2) ottenimento di pagherò o accettazione di nostre tratte o girata di cambiali


attive

Crediti v/clienti

100

Cambiali attive

100 100

Denaro in cassa o Banca c/c

100

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• (esempio 3) ricevimento di assegno bancario

Crediti v/clienti

100

Banca c/c

100

• (esempio 4) ricevimento di assegno circolare

Assegni

100 100

Denaro in cassa o Banca c/c

100

Crediti v/clienti

100

• (esempio 5) bonifico bancario

Banca c/c

100

Crediti v/clienti

100

• (esempio 6) giroconto postale o bancario

Banca c/c o C/c postali

100

Crediti v/clienti

100

• (esempio 7) emissione di una tratta su un cliente a favore di un fornitore

Debiti v/fornitori

100

Crediti v/clienti

100

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Gli acconti dai clienti
La riscossione anticipata dei crediti costituisce un'operazione da assoggettare all' IVA
limitatamente all'importo riscosso. Il fornitore deve emettere una fattura relativa all'acconto
ricevuto comprensiva dell' IVA relativa e una fattura alla consegna della merce comprensiva
dell'IVA residua.
Contabilmente, il fornitore deve registrare:
Consideriamo una vendita di merci per 4.500 + IVA e consegna a 60 giorni, con un acconto
pari a un terzo dell'importo totale regolato tramite assegno bancario. Il saldo è regolato
anch'esso tramite assegno bancario
• il ricevimento dell'anticipo

Assegni

1.800

Crediti v/clienti

1.800

• la fattura relativa all'acconto

Clienti c/acconti

1.500

IVA ns/debito

300

Crediti v/clienti

1.800

• la fattura relativa alla consegna delle merci

Clienti c/acconti

1.500

IVA ns/debito

600

Crediti v/clienti

3.600

Merci c/vendite

4.500

A cura del CECOP Pagina 19


• la riscossione della fattura a saldo
Assegni

3.600

Crediti v/clienti

3.600

Il rinnovo delle cambiali attive


Alla naturale scadenza dell'effetto, qualora il debitore (ossia il compratore) non disponga
dei mezzi liquidi necessari per far fronte al pagamento, il creditore (ossia il venditore) può
decidere di non avviare le pratiche di protesto e di concedere il rilascio di un nuovo effetto,
aumentato di interessi, che sostituisca in tutto o in parte quello appena scaduto.

Consideriamo il rinnovo di una cambiale in scadenza di € 3.580; la nuova cambiale è a 90


giorni con interessi del 6%. Possono presentarsi quattro casi distinti:
• (esempio 1) rinnovo totale con interessi riscossi anticipatamente
1] emissione della nota di addebito degli interessi e riscossione in contanti

Crediti v/clienti

52,96 52,96

Denaro in cassa

52,96

Interessi attivi v/clienti

52,96

2] annullamento della vecchia cambiale e ricevimento della nuova cambiale


Cambiali attive

3.580 3.580

3] riscossione alla scadenza della nuova cambiale


Cambiali attive

3.580

Banca c/c

3.580

A cura del CECOP Pagina 20


• (esempio 2) rinnovo totale con interessi portati in aumento della cambiale
1] emissione della nota di addebito degli interessi

Crediti v/clienti

52,96

Interessi attivi v/cliente

52,96

2] annullamento della vecchia cambiale e ricevimento della nuova cambiale


Crediti v/clienti

52,96

Cambiali attive

3.632,96 3.580

3] riscossione alla scadenza della nuova cambiale


Cambiali attive

3.632,96

Banca c/c

3.632,96

• (esempio 3) rinnovo parziale con interessi riscossi anticipatamente


1] emissione della nota di addebito degli interessi, riscossione in contanti degli interessi e
della parte di effetto non rinnovata, annullamento della vecchia cambiale e ricevimento della
nuova cambiale
Crediti v/clienti

25,15 25,15

Cambiali attive

1.700 3.580

Denaro in cassa

1.905,15

Interessi attivi v/clienti

25,15

A cura del CECOP Pagina 21


2] riscossione alla scadenza della nuova cambiale
Cambiali attive

1.700

Banca c/c

1.700

• (esempio 4) rinnovo parziale con interessi portati in aumento della cambiale


1] emissione della nota di addebito degli interessi

Crediti v/clienti

25,15
Interessi attivi v/clienti

25,15

2] annullamento della vecchia cambiale, riscossione in contanti della parte di effetto non
rinnovata, ricevimento della nuova cambiale

Crediti v/clienti

25,15

Cambiali attive

1.725,15 3.580

Denaro in cassa

1.880

3] riscossione alla scadenza della nuova cambiale


Cambiali attive

1.725,15

Banca c/c

1.725,15

A cura del CECOP Pagina 22


Insolvenze e difficoltà di riscossione dei crediti
I crediti scaduti e non ancora riscossi non vengono registrati in Dare nei conti Crediti
v/clienti o Cambiali attive, bensì girati contabilmente dall'Avere dei conti Crediti v/clienti o
Cambiali attive al Dare dei conti Crediti insoluti e Cambiali insolute. Possono presentarsi
quattro casi:
• (esempio 1) riscossione integrale dei crediti insoluti (interessi attivi = 2% dei crediti)

Crediti v/clienti

1.000

Crediti insoluti

1.000 1.000

Banca c/c

1.020

Interessi attivi v/clienti

20

• (esempio 2) perdita integrale dei crediti insoluti


Crediti v/clienti

1.000

Crediti insoluti

1.000 1.000

Perdite su crediti

1.000

• (esempio 3) perdita parziale dei crediti insoluti

Crediti v/clienti

1.000

Crediti insoluti

1.000 1.000

Denaro in cassa

800

Perdite su crediti

200

A cura del CECOP Pagina 23


• (esempio 4) svalutazione prudenziale dei crediti dubbi
Il valore nominale dei crediti insoluti rimane invariato, poichè essi vengono indirettamente
rettificati inserendo la somma che si pensa di non poter riscuotere nei conti finanziari Fondo
svalutazione crediti (svalutazione specifica di crediti esattamente individuati) o Fondo rischi
su crediti (svalutazione generica dei crediti iscritti in contabilità) e in contropartita nel
conto economico Svalutazione crediti:
Crediti v/clienti

1.000

Crediti insoluti

1.000

Fondo svalutazione crediti

500

Svalutazione crediti

500

L'anno successivo, alla riscossione parziale del credito, si rileverà l'importo riscosso e si
stornerà il fondo di rettifica:
Fondo svalutazione crediti

500

Crediti insoluti

1.000 1.000

Denaro in cassa

500

A cura del CECOP Pagina 24

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