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Preludio V

Il preludio ,come tutti gli altri del Clavicembalo Ben Temperato, precede la fuga con la stessa
tonalità d’impianto, quindi, in questo caso, Re maggiore. La composizione ed è prevalentemente a
due voci e procede per moto perpetuo, ovvero vengono ripetute sempre le stesse figurazioni. Il
basso ha funzione di supporto armonico e ritmico ed è formato da crome staccate, invece la parte
superiore inizia con pausa e dopo procede per semicrome. Il modello della melodia superiore è
formato da 4 semicrome:la prima compie un salto invece le ultime tre procedono per grado
congiunto. Già dall’inizio viene presentato un salto di sesta presente (fa –la) anche nel soggetto
della fuga associata, ma anche quella della fuga precedente in re minore. Il preludio è
particolarmente interessante a livello armonico, infatti ci sono continue modulazione come nelle
sinfonie o invenzioni a due voci, presentando però quest’ultime una maggiore autonomia
contrappuntistica della seconda voce. Il preludio di 35 misure è divisibile in 4 periodi, divisi da
cadenze perfette nella tonalità d’impianto. All’inizio del primo periodo (mis.1-13) viene confermata
la tonalità d’impianto. Da battuta 4 c’è una modulazione alla dominante che si conclude con una
cadenza perfetta (in la).Nelle battute 6 e 7 Bach riprende le battute 3 e 4 alla dominante per arrivare
alla tonalità di mi minore (V/V minore). Dopo vengono toccate diverse tonalità: si minore (mis.9),
fa # minore, si minore (mis.10),mi minore (mis.11) per tornare poi tornare nella tonalità d’impianto
con una cadenza perfetta (V-I). Nel secondo periodo, che si estende per 7 battute, Bach modula
gradualmente in La minore, per poi toccare le tonalità di mi minore e si minore,la minore e infine la
sottodominante (Sol M), finendo con una cadenza perfetta alla sottodominante che introduce il terzo
periodo. Quest’ultimo dura per 5 battute, la modulazione a Sol è più estesa rispetto alle altre e Bach
riprende le prime 4 battute della fuga trasportandole alla sotto dominante, ritornando poi alla tonica,
con una cadenza perfetta a battuta 25. Nel preludio quindi c’è una continua sensazione di tensione,
data dalle numerose modulazione . Infatti da battuta 13 fino alla 25 non si arriva effettivamente al
centro tonale, mostrando così la capacità di Bach di rende armonicamente complesso anche un
preludio costruito con poco materiale. Nell’ultima sezione da battuta 27 inizia un pedale di
dominante che dura per 3 battute (dall’ultima delle tre il basso procede per semicrome), per poi
passare dalla dominante maggiore, grazie all’abbassamento della sensibile di la (da Sol# a sol),
viene alla tonica minore a mis. 29. Nella battuta seguente si torna alla dominante di re minore e
Bach inserisce una specie di cadenza sospesa in La minore, evidenziata dalla sensibile (sol#) al
basso che risolve a battuta 32 e dalla scala melodica alla voce superiore, portando così di nuovo alla
tonica minore subito dopo. Nella battuta seguente Bach non fa risolvere il V7 che si crea fra le voci
sulla tonica minore ma inserisce un accordo di Sol# settima diminuito con l’aggiunta della nona al
basso e dopo una scala di bravura, altri due accordi di settima diminuita (Do# e Sol#) che risolvono
sul quinto grado con il ritardo della sensibile , portando così alla cadenza perfetta finale (V7-I).
Nelle ultime 3 battute possiamo osservare un notevole esempio di come spesso in Bach venga
utilizzata una armonia fortemente cromatica per aumentare la tensione, procedimento adoperato ad
esempio nella Fantasia Cromatica e Fuga in re minore.

Preludio VI
Il preludio in re minore è il sesto del primo libro del Clavicembalo Ben Temperato, e ovviamente
precede la fuga con la stessa tonalità. La composizione è prevalentemente a due voci, come anche il
preludio precedente, tranne nelle ultime battute. A livello ritmico la voce superiore procede per
terzine di semicrome mentre il basso per crome, invece a riguardo i materiali musicali usati alla
parte superiore sono presenti degli accordi arpeggiati, al basso un linea di supporto armonico, che
però,al contrario della fuga precedente, nel corso del preludio ottiene gradualmente una maggiore
autonomia. Il preludio è lungo 26 battute e, osservando le aree tonali, può essere suddiviso in due
parti dalla mis.15 che introduce un nuovo elemento, ovvero l’accordo di settima diminuita
arpeggiato fra le due mani. La prima sezione è abbastanza lineare a livello armonico, toccando le
tonalità vicine a quella d’impianto. Infatti dopo aver confermato la tonalità iniziale a battuta 5 c’è
una breve cadenza in Fa maggiore (la relativa maggiore della tonalità d’impianto). Nelle quattro
battute seguenti vengono toccate prima la sottodominante (Sol minore) e successivamente la
dominante (La minore) per tornare alla fine di battuta 10 alla tonalità d’impianto, passando prima
per la relativa maggiore Fa e poi attraverso la scala minore melodica (si bequadro-do#-re). Dopo
questa breve cadenza ci sono delle tonicizzazioni sul sesto grado(Sib maggiore), sul quarto(Sol
minore) per tornare a battuta 13 a re minore. A battuta 14 si torna brevemente alla sottodominante
per tornare alla tonica, chiudendo così la prima sezione del preludio. Dalla battuta successiva iniza
la seconda sezione, caratterizzata dall’alternanza del rapporto tonica-sottodominante con delle
settime diminuite arpeggiate,presentando così un contrasto sia ritmico che armonico. Infatti a
battuta 15 c’è la settima diminuita dalla sottodominante (Fa#) che risolve regolarmente sul quarto
grado. Per quattro misure è presente un pedale di tonica, alternando la tonalità d’impianto con il
quarto grado con la sesta la quinta al basso (secondo rivolto). A battuta 20, dopo una breve cadenza
in sol minore, Bach aggiunge per 3 battute una terza voce al basso per ampliare le potenzialità
armoniche, inserendo elementi più complessi. Infatti alla fine della battuta Bach inserisce IV7 in
secondo rivolto di re minore che, dopo aver abbassato cromaticamente la quinta e la settima (re-do#
e fa-mi) si trasforma nella settima diminuita sul VII grado. Quest’ultimo viene innalzato
cromaticamente(do#-re, mi-fa,sol-sol#,sib-si) divertendo così il settimo grado di la maggiore,che
non risolve sul La ma va(senza risolvere)su un re minore in secondo rivolto. Nella battuta seguente
avviene la stessa cosa ma il VII della dominante risolve effettivamente a battuta 23 sul V,
diventando un accordo di nona , che risolve sul primo in secondo rivolto. Dopo Bach inserisce per
due battute delle terze diminuite discendenti alla mano destra. Nel finale è presente il VII in primo
rivolto della dominante che risolve sul primo grado in secondo rivolto, portando quindi alla settima
di dominante e alla cadenza piccarda finale.

Confronto fra i due preludi


Bach utilizza tecniche compositive simile per costruire entrambi i preludi, entrambi finalizzati a
sviluppare la velocità e l’agilità nella mano destra. In entrambi il basso ha il compito di sostenere la
voce superiore, sviluppando, specialmente nel preludio in minore, una maggiore autonomia nel
corso del brano, e scandire il ritmo, come se fosse una danza. Le continue modulazioni sono
un’altra caratteristica comune. Infatti sia nel primo che nel secondo vengono utilizzate tutte le
tonalità vicine, attraverso delle tonicizzazioni più o meno lunghe, dando così un senso di tensione e
continuo movimento, sia del moto perpetuo che dell’armonia. A livello armonico è presente la
predominanza del rapporto tonica-sottodominante, abbastanza insolito nella musica tonale, basata
sul nesso tonica-dominante. Nel primo infatti viene ripresa la parte iniziale del preludio in Sol
maggiore e, dopo la tonica è la tonalità prevalente, invece nel secondo è presente un’alternanza
continua fra la tonica e la dominante, specialmente nella seconda sezione. Le dissonanze utilizzate
alla fine del preludio in Re maggiore, ovvero le settime diminuite sul settimo grado di re e di la,
vengono riutilizzate anche nel preludio successivo,sviluppandole ed ampliandole. Attraverso le
dissonanze, rappresenta anche armonicamente i legami fra i due preludi. Infatti la settima diminuita,
come anche la settima di dominante, è uguale in entrambi i modi.

Confronto fra le fughe


Le due fughe assumono due funzioni effettivamente diverse. Nella prima prevale nettamente
l’elemento ritmico su quello armonico-contrappuntistico, invece nella seconda sono presenti tutti gli
artifici del contrappunto e specialmente una maggiore relazione armonica fra le voci, evidenziata
dai numerosi stretti,assenti invece nella fuga V. Infatti la varietà ritmica dei materiali è molto più
marcata nella fuga in Maggiore, infatti i 3 controsoggetti hanno tutti un ritmo diverso. Le
somiglianze maggiori sono presenti nella costruzione del soggetto. Infatti entrambi sono
caratterizzati da un salto si sesta che separa la testa dalla coda, e inoltre le due sezioni hanno
figurazioni diverse, nella fuga in maggiore anche ritmo. La testa in particolare è praticamente
uguale nei due soggetti,avendo gli stessi intervalli e specialmente gli stessi estremi, distanti una
quarta (re-sol). Nella fuga in minore la parte iniziale del soggetto può essere considerata anche
come un aumentazione,ovvero il raddoppiamento dei valori si durata, della soggetto maggiore. In
entrambe vengono toccate le tonalità vicine nei divertimenti e vengono usati gli stessi stilemi
contrappuntistici simili, come ad esempio la costruzione della frase A del controsoggetto della fuga
VI attraverso la diminuzione e la retrogradazione della testa del soggetto o nella fuga V l’elemento
principale dei divertimenti ricavato dalla diminuzione della parte finale della testa del soggetto.

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