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FILOLOGIA 21/04/20

GENESI E NATURA DEGLI ERRORI

Principio generale: il metodo stemmatico (filologico) funziona solo sulla base degli errori: la coincidenza di
lezioni corrette non significa niente, è il confronto degli errori che ha significato e porta studi e scoperte.

Cfr L.Havet: miglior trattazione disponibile delle varie tipologie di errori nei testi latini

ERRORI, CORRUTTELE, INNOVAZIONI

ERRORE VS INNOVAZIONE: errore è un giudizio a posteriori perché due manoscritti presentano lezioni
diverse una è ritenuta quella corretta. È un dato negativo e dovrebbe permettere di risale all’archetipo
originale, innovazione è invece un dato positivo. Normalmente i filologi parlano di errore
> allontanamento a gradi differenti dal testo originale: riconoscere una lectio come errore presuppone il
possesso della lezione giusta.

alcuni hanno ritrovato questa definizione troppo riduttiva e hanno preferito usare il termini “innovazione”:
tutte le volte in cui un gruppo di manoscritto “innova” si allontana dagli altri: un gruppo di manoscritti legge
in maniera diversa. I filologi classici usano ancora errore.

Un sinonimo d errore è CORRUTELA: usato nello stesso senso: implica anche una sorta di giudizio morale ed
è usato anche in senso più ampio: comprende tutti i casi di corruttela materiale.

DIASISTEMA: intersecazione: sovrapposizione di due diversi sistemi culturali: concetto elaborato dalla
filologia romanza e poi passato alla filologia classica: esprime che il testo di un manoscritto (es. Lucrezio IX)
è in realtà il prodotto dell’unione e sovrapposizione di due sistemi culturali: 1 il testo originale (cultura
lingua concezione del ,ondo dell’autore) 2 la concezione del mondo, lingua e cultura del copista. Quado
giudichiamo gli errori dei copisti essi comunque hanno una loro logica: appartengono ad un mondo mentale
diverso da quello del mondo di origine: ogni singolo manoscritto rappresenta l’unione di questi due
differenti sistemi!!!! Concreto importante!!!

Cfr. L. Canfora “il copista come autore”> il copista ha cercato con gli strumenti che aveva di salvaguardare il
testo antico, producendo però qualcosa che è a metà tra il suo mondo e quello dell’autore antico >
importante per i filologi classici di studiare la mentalità e la cultura del copisti > capire la genesi egli errori

TIPOLOGIA DEGLI ERRORI

1) Errori paleografici, es. fraintendimenti di lettura tra antigrafo e apografo


2) Lapsus: errore umano, di distrazione es. modello delle 4 fasi del copista (lezione scorsa)
3) Errori consapevoli: modifiche consapevoli al testo tramandato

Cfr. diapositiva di lista di errori

A) ERRORI PALEOGRAFICI: categoria “prediletta” : in realtà gli errori paleografici non solo così comuni,
assai rari: sono fatti solo se necessario (es. testo poco chiaro) e sono: errori di omofonia, da
maiuscola a minuscola, scambi di minuscole, scioglimento di abbreviazioni (esempi in diapositiva).
Sono errori facili da individuare e da correggere.
Un altro tipo di errori paleografici sono dovuti a un fraintendimento di tipo ottico/psicologico: il
copista guarda quello che ha davanti e nel momento in cui lo memorizza fa un errore:
- OMEOARCHIA> scambio tra parole che iniziano nello stesso modo;
-SALTO DA PARI A PARI> l’ultima parola coincide con una parola qualche riga dopo e riprende dalla
seconda ripetizione saltando la parte nel mezzo: non è correggibile ( a differenza degli altri errori
paleografici) perché ( ameno che non abbiamo un altro manoscritto) la parte saltata è persa. È
comunque molto utile quando si tratta di mettere insieme più manoscritti: criterio “comodo” per
classificare ms
B) ERRORI DOVUTE A SOMIGLIANZA DI SUONO: sono dovuti a quando il copista si auto-detta il ms
(diverso da semplice errore paleografico): es. parole da stesso numero di sillabe, spiccata
somiglianza fonica, rima…
Non si tratta di fraintendimenti di segno, perché le lettere che formano le parole non sono
confondibili, sono errori dovuti al SUONO e quindi alla auto-dettatura (anche mentale). Se c’è
anche somiglianza di significato l’errore è ancora più comune. Se una parola è più difficile dell’altra
a volte di tratta di banalizzazione
n.b lectio difficilior: lezione più difficile; varianti indifferenti: varianti su cui non sappiamo decidere
perché valide entrambe
(esempi di errori in diapositiva: Anticlea invece di Euriclea nelle tuscolane di Cicerone…)
Rientrano in 2) le assimilazioni di forme e riecheggiamenti del testo
C) Tutte queste cose rientrano negli errori INVOLONTARI o LAPSUS: (spiegazione di Timpanaro in
diapositiva). Errori di lapsus si ritrovano anche negli originali, anche se spesso non siamo in grado di
riconoscerli.
Tipologie di questi errori (involontari):
BANALIZZAZIONI > passi in cui il testo originale o dell’antigrafo viene posto in una forma più
semplice: nell’incontro tra il sistema culturale originale e in sistema culturale del copista c’è uno
scontro (diverso dal diasistema) e il testo viene modificato. Può colpire fatti fonetici, morfologici,
lessicali, fatti sintattici o sintattico-stilistici. Sono semplici e facili da correggere
BANALIZZAZIONE SINTATTICHE > la sintassi è posta in una forma più accettabile e semplice. In
questi casi il filologo moderno sceglie la lectio difficilior perché “banalizzazione” implica u passaggio
dalla forma difficile a quella facile.
BANALIZZAZIONE DELLA FORMA > testi di poesia che vengono scritti come se fossero prosa es. il
coro delle tragedie (non c’era più coscienza della colometria)
OMISSIONI > i copisti, di fronte a frasi molto complesse, caratterizzate dalla ripetizione di più
termini, tendono ad omettere qualche parola per semplificare l’andamento della frase es. omissioni
di enclitiche, proclitiche, monosillabiche > tendenza INCOERCIBILE ontologica a semplificare.
Es: aplografia: scrittura semplificata; omissioni di intere righe o versi; dittografia: ripetizione per
errore dell’ultima sillaba della parola precedente, ripetizione; inserzioni di glosse ( uno dei
fenomeni più presenti! Più un testo è difficile e più sono le glosse penetrate!): sono note che
venivano messe a margine per spiegare una parola poco chiara, in genere nei ms sono in piccolo
sopra la parola data, e a volte capita che un copista copia la glossa e la parola oppure solo la glossa
eliminando la parola; errori di pronuncia: frequenti in greco per il cambiamento di pronuncia dal
greco classico al greco bizantino al greco medievale; scambi per associazione: quando due parole
hanno lo stesso significato e i scrivono simili; vitium byzantinum: tendenza a mettere parole
parossitone alla fine di un verso o di un periodo: l’ordine delle parole viene mutato per adattarlo ad
un ritmo al copista più normale ed usuale; …
D) ERRORI VOLONTARI: difficili da “combattere”: non sono “errori” nel senso stretto del termine
perché la consapevolezza del copista nel mutamento del testo è autentica: alterazioni volontarie
per migliorare il testo.
Esempi nel la diapositiva: lettera rossa tralasciata e correzioni congetturali; correzioni per rendere il
testo meni osceno: cristianizzazioni o alterazioni per la decenza: es. theoi > theos, nomi dei greci
cancellati, oscenità o scritte in latino per non essere capite o modificate.
A volte è difficile anche capire la localizzazione della corruzione, spesso è possibile grazie alla
presenza di ms con cui confrontare.
E) VARIANTI D’AUTORE: esiste un tipo di errore non facilmente classificabili. Questo è dovuto a
varianti antiche introdotte dagli stessi autori antichi quando hanno introdotto una variante della
loro opera es. le nubi di Aristofane 2 edizioni in età ellenistica; la proekdosis di Apollonio rodio 6
varianti negli scoli; Ovidio dice nei Tristia che esistono ed. delle metamorfosi non riviste dall’autore.

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