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I VERSI
Se ne scrivono ancora.
Si pensa ad essi mentendo
ai trepidi occhi che ti fanno gli auguri
l’ultima sera dell’anno.
Se ne scrivono solo in negativo
dentro un nero di anni
come pagando un fastidioso debito
che era vecchio da anni.
No, non è più felice l’esercizio.
Ridono alcuni: tu scrivevi per l’Arte.
Nemmeno io volevo questo che volevo ben altro
si fanno versi per scollare un peso
e passare al seguente. Ma c’è sempre
qualche peso di troppo, non c’è mai
alcun verso che basti
se domani tu stesso te ne scordi.
- per alcuni anni maestro di elementari, poi critico e traduttore (soprattutto dal francese);
- partigiano attivo;
I temi di fondo della poesia di GC: l’esilio come condizione propria dell’io, la città, la madre,
il viaggio.
Metrica e stile: versificazione regolare e fondata su versi brevi, sequenze strofiche anche esse di
lunghezza medio-breve;
- il modello di GC è la musica (il canto): sfrutta al massimo le risorse musicali della lingua e
della metrica italiane (l’esempio di Saba).
Il lessico di GC: il lessico della realtà quotidiana, con una sintassi semplice e per lo più
paratattica (a differenza di Saba)
PER LEI
TRADUCENDO BRECHT
Un grande temporale
per tutto il giorno si è attorcigliato
sui tetti prima di rompere in lampi, acqua.
Fissavo versi di cemento e di vetro
dov’erano grida e piaghe murate e membra
anche di me, cui sopravvivo. Con cautela, guardando
ora i tegoli battagliati ora la pagina secca,
ascoltavo morire
la parola d’un poeta o mutarsi
in altra, non per noi più, voce. Gli oppressi
sono oppressi e tranquilli, gli oppressori tranquilli
parlano nei telefoni, l’odio è cortese, io stesso
credo di non sapere più di chi è la colpa.
Scrivi mi dico, odia
chi con dolcezza guida al niente
gli uomini e le donne che a te si accompagnano
e credono di non sapere. Fra quelli dei nemici
scrivi anche il tuo nome. Il temporale
è sparito con enfasi. La natura
per imitare le battaglie è troppo debole. La poesia
non muta nulla. Nulla è sicuro, ma scrivi.
LONTANO LONTANO...
STANOTTE
Stanotte un qualche animale
ha ucciso una bestiola, sotto casa. Sulle piastrelle
che illumina un bel sole
ha lasciato uno sgorbio sanguinoso
un mucchietto di viscere viola
e del fiele la vescica tutta d’oro.
Chissà dove ora si gode, dove dorme, dove sogna
di mordere e fulmineo eliminare
dal ventre della vittima le parti
fetide, amare.
Vedo il mare, è celeste, lietissime le vele.
E non è vero.
Il piccolo animale sanguinario
ha morso nel veleno
e ora cieco di luce
stride e combatte e implora dagli spini pietà.
GLI ULTIMI ERMETICI
PIANGI PIANGI
Piangi piangi, che ti compero una lunga spada blu di plastica, un frigorifero
Bosch in miniatura, un salvadanaio di terracotta, un quaderno
con tredici righe, un’azione della Montecatini:
piangi piangi, che ti compero
una piccola maschera antigas, un flacone di sciroppo ricostituente,
un robot, un catechismo con illustrazioni a colori, una carta geografica
con bandiere vittoriose:
piangi piangi, che ti compero un grosso capidoglio
di gomma piuma, un albero di Natale, un pirata con una gamba
di legno, un coltello a serramanico, una bella scheggia di una bella
bomba a mano:
piangi piangi, che ti compero tanti francobolli
dell’Algeria francese, tanti succhi di frutta, tante teste di legno,
tante teste di moro, tante teste di morto:
oh ridi ridi, che ti compero
un fratellino: che così tu lo chiami per nome: che così tu lo chiami
Michele.
ANDREA ZANZOTTO
(1921-2011)
AL MONDO
MARIO LUZI
(1914-2005)
- poeta e saggista; laureato in Letteratura francese all’Università di Firenze;
insegna lett. fr. presso le univ. di Urbino e Firenze;
IL PRESENTE
(1980-cca. 2013)
- d.p.d.v. sociolculturale: il Postmoderno
1979, Jean–Francois Lyotard, La condizione postmoderna:
- il crollo delle grandi spiegazioni ideologico-religiose; dibattito sui movimenti politici di tipo
progressista-rivoluzionario (come il comunismo), ma anche delle conquiste della scienza e della
tecnica (per considerazioni ecologiche);
- la differenza tra moderno e postmoderno: la mancanza di conflitualità nei confronti del passato,
da cui possono essere recuperati tutti i modelli culturali;
- la volontà di affrontare la complessità del reale senza preconcetti e senza il supporto di una
razionalità forte;
- la cultura postmoderna si confronta con i labirinti del presente, evitando di costruire
impalcature teoriche e utopie politiche, cercando di interpretare la nuova condizione del lavoro e
sfruttando le potenzialità delle nuove forme di comunicazione.