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Sommario 1 @ editoriale 2 @ilsaggio ‘Tempo, memoria e identita nell'ultimo Montale 9 © poeti italiani contemporanei di Luca Malgioglio Alibi e Frontiera: La morte ¢ il sentimento del tempo ne La capanna indiana (prima parte) 11 La poesia di Ciro Vitiello 15 © poeti del Novecento La critica di Gottfried Benn alla scienza 19 © J intervista La necesita della scrittura: a colloquio con Wanda Marasco 21 @ intersezioni Fuori dal coro: senza retorica per i Diritti dell’uomo 23 © invito alla lettura Elizabeth Barrett Browning: Yarte del sonetto 24 @ vortere Felisberto Hernandez Una mattina di vento 23: © erramenti Rovine 27 © Ia fonte e il cuore La vigilanza del cuore 29 @ visioni LEsprit Nouveau: Ozenfant e Jeanneret 31 © recensioni .... i Adriano Napoli di Marco Amendolara di Rita Bagnoli di Carlangelo Mauro di Tiziana Antonilli i Tiziana Masucei di Lucio Sessa i Luca Rando di padre Alberto Camici di Maurizio Vetrone edttoriale «La scuola NON é necessaria» E questa l'idea che ha dominato per decenni la politica scolastica del nostro Paese e che sembrava destinata a tramontare con lavvento dell'era Berlinguer. Ci siamo dovuti ricredere. L’attuale ministro, tuttavia, ¢ riuscito a fare qualcosa in cui i suoi predecessori avevano fllito: ha trasmesso all'opinione pubblica dei non addetti af lavori Tim. magine di un movimento fertile di riforme in grado di svecchiare e migliorare il nostro sistema scolastico e di portarlo finalmente in Europa. Una ben riuscita operazione di look e di propaganda, spesso anche demagogica come quando, per fare un solo esempio, garantisce 'ammissione “politica” ai nuovi esami di maturi- a Lascuola non é necessaria se le parole d’ordine continuano a essere risparmiare ¢ tagliare: i tagli, riciclati, vengono poi abilmente sbandierati come finanziamenti. Riforme a costo zero, in aggiunta piovute dal’alto. Va detto a questo proposito che nessuna riforma sari seria se non avri tra i suoi scopi la valorizzazione econo- mica e di status degli insegnanti La scuola non € necessaria se cil pericolo, reale, che la cosiddetta legge sulla pariti finisca con il favorire i diplomific. Ma quello che soprattutto ci preme dire in questa sede & che la scuola non & necessaria perché in essa c’é una grande assente: la cultura, Ne hanno paura i presidi che si rifugiano sempre pitt spesso nell’ottusa e vuota burocrazia, con ill Fisultato di soffocare la didattica, Ne hanno paura pil ssudenti peri quali non ha valore perché non rende ricchi, non conferisce visibilita nella societa mediatica e, sopratturto, coma fatea. Non la cercano i genitori pe {quali la sewoa, quando non é parcheggio o baby-sitter, interessa solo come mezzo per acquisire un diplo- ma spendibile sul mercato del lavoro, E cosi la cultura continua a restare terreno di impegno solo per gl insegnanti, un esiguo numero di studenti e per quei pochi genitori che preferiscono comprare aipropr fig un libro piuttosto cielo stinetto (el motoring ele scape da basket ela tuta da jogging e gi sci ec. ec.) del ultimo spot pubbliitario, Ta scuola continua a essere terreno di lotta dei partiti, a subire ingerenze confindustriali e confessional e a essere un capitolo di spesa. Come sempre. Triana ANTONILLE a = Tempo, memoria e identita nell’ultimo Montale Nelle ultime raccolte montaliane il clramma delVinidenti’ e della tempor lita come puro passare (tematica capita- le delfintera opera), anche se sentito pitt cutamente e sconsolatamente che altro- ve, non esaurisce affatto a riflessione del tardo Montale sul tempo: accanto ad una visione cupa della temporalita, che pure é prevalente, esiste anche qui (come nelle rac- colte “maggio- ni, Le occasion ela bufera eal: tro, dovei valo- riatemporali si erano inearnati nella presen di Clizia) il ver sante tematico della sp. del'atemporali tae dellidenti: Nella. loro intima aporeti cit, infatti, le ultime raccotte montaliane fanno spesso cozzare un sen- timento del tempo totalmente negativo € disperato col proprio opposto: il che awviene di frequente anche all’interno di singoli componimenti, non a caso i pit intensi e profondi deli’ultimo Mon- tale. Le vie privilegiate attraverso cui passano il sentiment e la concezione atemporale delPesistenza sono quelle montaliane di sempre, ora dichiarate esplicitamente o talvoita smascherate nella loro illusorieta: 'autocoscienza, il senso dell'identita e la memoria (per la : Lao meena 29, di Luca Matctocii0, quale perd andra fatto un discorso par ticolare) Infine, @ ci fonclamentale importan za notare come queste opposizioni ir solvibili tra tempo e fuori del tempo, permanere o non permanere di sé, iden- tit o inidentita, rappresentino il porsi della domanda sulla natura stessa del tempo, sulla sua “soggettivitd” o“ogget- tivita”: se Tio non coincide lel tutto con i contenuti co- scienziali tran- sitori, ma ha un'essenza (da identificare in buona parte con Vautoco: seienza) che permane attra- verso icambia menti, allora il tempo & “sog gertivo’, cick Fappresenta soltanto una categoria conoscitiva, il modo in cui Tuomo pensa conoscé e vive. Spinta al limite questa formulazione pud far par lare anche di tempo come illusione © ‘invenzione” umana, il che avviene in numerose poesie deli ultimo Montale Viceversa se nulla é davvero fuori del tempo quest'ultimo @ una realt, una forza oggettiva in cui tutto, compresi io ed ogni identita, @ inesorabilmente coinvolto, passa e si perde (ed @ implici: to che se Tio non é che I-immanenza degli stati coscienziali, la vita interiore si articola secondo una necessita su cui Vuomo non ha alcun controllo). La maggior parte dei temi affrontati nelle poesie dell'ultimo Montale rappresen- {ano degli “indizi” che avvalorano, nel- Pimpossibilicd di arrivare ad una verita definitiva, ora Puno ora Valtzo dei ter- mint di questa apposizione; la quale pus essere riformulata anche con le parole usate da Gracceva: «...] la condizione ‘umana é soggetta alla sua [del tempo] dura-legge, sia che questi sia assunto come l’orizzonte eterno deli'accadere ‘umano, sia che venga assunto come rap- sodico divenire, dove lo stesso perma- nere & problematico»’ Delle poesie generate dalla tensione tra queste due concezioni del tempo, la pi significativa é forse L’Arno a Rovez- zano, in Satura, che costituisce da que- sto punto di vista il “modello” di molti componimenti successivi. La poesia si apre con una metafora aséai frequente in Montale, quella tempo-acqua resa ora totalmente esplicita, a rappresentare un'idea della temporalita come continuo e totale passare in cui, in mancanza di ogni permanenza, nulla pud esistere re- imente o significare qualcosa: 1 grandi fiumi sono Pimmagine del tempo crudele ¢ impersonale. Osservati da un ponte dichiarano la loro nullit inesorabile Ma i versi successivi rovesciano subito questa prospettiva: Solo I'ansaesitante di qualche paludoso gsiuncheto, qualche specehio che riluca tra foltesterpagle e borracina pub svelare che l’acqua come noi pens s¢stesea prima di farsi vortice e rapina Qui, atraverso limmagine dellscqua che «come noi pensa sé stessa», la meta- fora tempo-acqua si fa pid articolatae si sposta sul versante dell’atemporaliti: come l’acqua nei suoi ristagni mostra che non ¢’é soltanto l'inesorabile unidi- rezionilita del passare, ma anche un permanere che & identiti, cio’ rapporto 2 soggi di sécon sé epensa sé stessav; ma si veda anche la pregnanza, in questo contesto, della parola «specchio», cke pure a lic vello denotativo indica soltanto una su- perficie d’acqua ferma); cost lo scorrere Ininterrotto e “cieco” della vita interio- re, fatto di continua inidentitarivela, ad un livello secondo di consapevolezza, cio nel? autocoscienza, il permanere sé ela propria incancellabile individua- lita, af di sopra dell’ avvicendamento continuo e inconsapevole di istanti co- scienziali irrelati tra loro ed elfimeri (piegazione, questa, che non pud ren- lere Bieta istizia alla concisione e al- Pintensita ellivtica dell'immagine, dove il apensare sé tessa» viene attribuito al- Pacqua mentre il parallelo con la co- scieniza é soltanto suggerito dal «come noiz). ®, molto importante notare che LAr. no a Rovezzano & forse la prima poesia in cui questo valore salvifico delf-auto- coscienza rispetto al tempo (valore che & presente, secondo la mia opinione, in tutta Fopéra di Montale) viene dichia rato in modo apertos il che agevola ret- rospettivamente l'interpretazione delle pocsie delle raccolte prececenti, e spe- ie de La bufera e altro, dove l’elemento salvifico concentrato nel pensiero di Clizia possiede a mio avvisc un’innega- bile connotazione autocoscienziale ‘Non & dunque un caso se proprio del componimento che si sta esaminando Montale dice che «potrebbe anche figu- rare ne La buferas': con le poesie della terza raccolta L "Arno a Rovezzano con- divide infatti la speranza nell’ atempo- rale e nellidentits (anche se qui resa esplicita e valida di per sé, non pitt for- mulata attraverso il pensiero della don- nna), la complessita filosofica e la ten- sione tra tempo e atemporalita, caratte- ristiche che fanno pensare soprattutto ai grandi componimenti delle Siloze. a seconda parte de L’Amio a Rovez zano rappresenta il calarsi nella concre- ta realté esistenziale di quan‘o teorizza- to nella prima parte’; innanzitutto del- Vipotesi dell’atemporalitiidentiti: il saggi “Tanto tempo &passato, nulla & seorso da quando i eantavo al telefono ‘tu che fai 'addormentat’ col triplice cachinno, Il verso «Tanto tempo é passato, nulla & scorsoe, uno dei pit belle significativi delPultimo Montale, mette in luce pro- prio la qualita “soggettiva” del tempo, Phe nel suo passare non muta il fondo dell’individuo, la sua identita; ed anche Ja memoria in questo contesto rivela la perastenza ela perenne recuperabilich Hie che d stata. Maa questo punto interviene un se- condo reveseiamento di prospettiva, speculare a quello della. pees parte del- iP poesia (con una distribuzione temati- caa enim tempo-atemporalita / stemporalitieempo, quasi « suggerize Padecaubilia teat dhe tering che mostra come Pazione del tempo - che tre dal pont di vista interior ra sem: rata pel un attimo nulla - ci sia “ogget™ tivamente” stata ed abbia cambiato in modo irreyersibile se non altro la realta caurriore (Gas, ai rome « ale cabin mento, anche il soggetto on pud esse- re rimasto lo stesso): La wa casa era un lampo visto dal treno. Curva sull’Arno come Valbero di Giuda che voleva proteggerl. Forse c'8 ancora 0 non che una rovina. Tutta piena, smi dicevi, di inset, inabitabile, Altzo comfort fa per noi ora, altro sconforto, L'introduzione della temporalita nel quadro precedente, apparentemente atemporale, avviene qui descrivendo Pistantaneit’ (¢ dunque il carattere tran- sitorio) dell’apparizione della casa vista dal reno’, cui segue Pirrompere del sen- so di caducitA della reat concretae della sivuazione esistenziale stessa. La poesia forse pid interessante tra quelle che ripercorrono la linea temati- Ga de L’Amno a Rovezzano, cio’ Inter. nno/esterno (all'altzo capo della parabola dell'ultimo Montale, in Altri versi), si costruisce gia dal titolo sull’opposizio- ne interno-atemporalitA / esterno-tem- poralita soltanto accennata nella’poesia di Satwra, Il componimento é struttura- to in modo nettissimo su questa riparti- zione tematica. La prima parte (vv. 1-18) (Quando la reali si dsarticola Geppre maine fu ana qualche sa pane allors un odore d'etere non di clinica ci avverte che la catenas@ interrotta che il ricordo un pezzo d'eterith che vagols per conto su0 forse in ates di rintegrasi in noi E percid che ti vedo volgert indictro dallimbarcadero del transatlantic che vi siporta alla Nuova Inghilterra ‘oppure siamo insieme nella veranda @Annalena(..), rappresenta I’ “interno”, cio’ l'interio- rit, in cui attraverso li memoria lio lirico sperimenta la propria identit3. 1 "cordoinfati (proprio per questo deli nito un «pezzo d’eternita») mostra il ca- rattere illusorio del tempo “oggettivo” e-del suo passare irreversibile (la ), rivelando che il mutamento di sé nel tempo & reversibi- Ie e che il passato non é andato perdu- ©. Il sosperto dell’inesistenza del tem- 10 cronglogico che ne deriva (molto ef- ficace e lievemente ironica é la precisa- zione che <’odore d’etere>, nel quale $iegesimbolesgataVatemporalit non adi clinica», Tuogo quest ultimo della fragilith umana e dunque emblema stes- so dll temporal) conduceallipote siche la propria molteplicita temporale possa un giorno ricomporsi in un pun- to solo (dl ricordo é un pezzo d'eterni- ta/ che vagola per conto suo / forse in attesa di rintegrarsi in noi»). Prima di affrontare, poco oltre, un discorso pili generale su di essa, va infi- ne detto che la memoria in Interno/ester- no ha un carattere estremamente pun- tuale, si riferisce in modo nuovo alla concretezza degli eventi passati; e que- sta é la caratteristica specifica della se- conda parte di Aleri vers. Ma, al tem- po stesso, é anche memoria e rielabora- Zione di luoghi poetici passati si & gid visto (in nota) il riferimento a Voce giun- ta con le folaghe; ancor pit importante, nel ricordare il nodo cruciale della pro: pria vita della propria poesia, cit lk partenza di Clizia per PAmerica (€ percid che ti vedo 7 volgerti indietro dall'imbarcadero / del transatlantico che tiniporta / alla Nuova lnghlterra), & lacitazione da Iride (vv. 36-39), sorpren- dente nella puntualita delle riprese les- sicali(«indietro», eimbarcadero», «ripor ta») anche se in un contesto diverso. ‘La seconda parte della poesia (vv. 19- 25) corrisponde al polo “esterno”, nel quale tutto rivela la sua inesorabile eir- reversibile temporalita: Ma ora squills il telefono e una voce che stento a riconoscere dice cizo. Volevo dirtelo, ggiunge, dopo erent’anni I mio nome é Giovanna, fui 'amica di Clizia «mi imbarcai con lei. Non aggiungo altro nb dico arrivederci che sarebbe ridicolo per tutti e due, Qui la telefonata sembra risvegliare chi Ii riceve dalfillusione soggettiva della recuperabila dl passat, ricordando- gliche il tempo non sié fermato, ma ha Continuato a scorrere; il soggetto «sten- ta.a riconoscere» la voce dell’amica di Clizia non solo perché questa ¢ cambia- ta, ma perché & mutato egli stesso senza accorgersene: lio, infatti, che dallinter- no si considerava sempre uguale, lo stes- s0 del passato, deve ofa misurare il pro- prio stesso cambiamento sulla realta esterna’. In questo caso la realt3 esterna 2 rap- presenata da un’altra persona che, co a sua imprevedibile ricomparsa, costrin- ff Tio lirico ad accorgersi che il passare lel tempo non é solo un’apparenza sem- pre superabile grazie alla memoria e alla coscienza della propria identita, ma una condizione oggettiva che muta irrever- dasa lL sibilmente il mondo esterno e anche noi stessi. Cosi le memorie della prima par- te della poesia, che avevano preservato il passato come se nulla fosse cambiato 6 potesse cambiare, devono subire il contatto con la realth veradell'amica di Clizia che si fa viva dopo decenni e of- fre il rovescio temporalizzato di quei ricordi che al poeta, chiuso in sé stesso, sembravano assoluti, Dell’impossibilit’ di reincontrarsi in questo tempo che coinvolge e muta tut- to («Non aggiungo altro /'né dico arri- srci che sarebbe ridicolo / per tutti e due»), in questo caso proprio con co- Iei che gliene ha ricordato ’esistere og- gettivo, Montale aveva gia scritto in un'eccezionale poesia di Satura, Tempo tempi; e anche qui Vio lirico e Pami- ca di Clizia non possono reincontrarsi perché vivono tempi diversi e moltepli- i, nella reciproca inconsapevolezza: in- fatti il mutamento di ogni identita nel tempo, rivelato nei versi precedenti, equivale alla molteplicita ci sé e dunque alla molteplicici dei tempi. Resta da precisare che il senso di que- sto testo non é (soltanto) un passaggio dall’illusione alla disillusione, come la successione interno (atemporale) / ester- no (temporale ud far pensare; ma le due forme dell’esperienza temporale, quella “soggettiva” e quella “oggettiva” restano i termini, ognuno con la pro- ria verita, di un’opposizione irrisolvi- Bile che & maggibtmente evidente ne L’Arno.a Rovezzano dove le due prospet- tive, come si é visto, si alternano pit volte). ‘A questo punto occorre fare qualche osservazione a proposito della memo- ria nell’ultimo Montale. In Jnterno/ esterno, lo si & appena visto, é la memo- ria e non esplicitamente l'autocoscien- za (come invece in L’Arno a Rovezza- no) a supgerire Pidentita di sé, il perma- nere della propria individualita; ed in- fatti memoria e autocoscienza, da que- sto punto di vista, sono in buona parte sovrapponibili: entrambe mostrano che tuna parte di sé sottratta alla continua 2 dogo tnullificazione della temporalita, e dun- ‘que smentiscono I “oggettivita® del tem- po, cio’ Pessere tutto inevitabilmente Coinvolto in esso e la perenne inidenti- 18 che ne deriva, : Eppure la funzione della memoria conserva nel tardo Montale una forte ambiguiti: se da un lato infatti essa fon- da Videntiti, dallaltro, essendo casuale ¢ arbitraria, indipendente dalla volonta dell’uomo, mostra il carattere fortuito di ogni temporaneo permanere o rein- contrare cid che si é stati; e dunque ri- vela che Pidentit’ non é un fatto neces sario, ma accidentale (senza contare che il *proustiano” ritrovarsi in una condi- zione interiore della quale non sisospet- fava nemmeno pitt ’esistenza conferma inequivocabilmente T'dea della molte- plicith di sé). Tra le numerose poesie che denun- ciano Parbitrarieta della memoria ¢ la ‘asualitd del ricordo (¢...]il ricordo non E gerarchico, / ignora le precedenze e le susseguenze /e abbuia importante, cid che cf parve tale», si legge in I pressepa- piers, uel Quaderno di quattro ann i possono citare a titolo puramente esem- plificativo iI repertoria (in Satura) I repertorio della memoria & logoro: una valgia di cuoio che ha portato etichette di tant alberghi (Ora viresta ancora qualche lista che non oso scollare. Ci penseranno i facchini, i portieri di notte, itasit, dove questi ultimi (i facchini, ece,) rap- presentano l’impotenza dell’io rispetto al durare 0 meno dei ricordi, Pindipen- denza dalla coscienza di tale durare; 0 rascondiel (Diario del 71), dove gi og gett cart in cui la memoria sis solidi ata si sono conservati solo per caso (Murano alloggio, entrano / nei buchi pithnascosti, ad ogni ora/ hanno rischia- toil secchio della spazzatura»), E, anco- za, si vedano i ricordi “ritagliati® dalla vita senza un perché e senza una logica in Visitatori (Diario del '72), dove non siriesce nemmeno a distinguere memo- glum eeesarin 2099 ria e sogno, e in Nei miei primi anni (Quaderno di quattro anni), dove il bal 26 del cane Galiffa viene ricordato sen- Za un motivo sopra tutto il resto: [-] Ora non ricordo S¢ mori in cass nostra e se fa seppellito edove e quando, Nella memoria resta solo quel balzo e quel guaito né molto di pit rimane dei grandi amori[..J. Infine Cabaletta (Quaderno di quat: tro anni) connette in modo esplicito la casualita della memoria con una defi- cienza ontologica dell'uomo stesso, in- capace di trattenere cid che del proprio pussato pi importante, ma solo “st i” frammenti: La nostra mente sbarea ‘fat pi important che ci occorsero e imbarea i pi isibil. Cid prova ladeficienzadellimbarcazione edi chi Pha cosrit[.-} Lacasualita del ricordare inoltre pud essere ricondotta ad una pit: generale casualita del durare: ad esempio In ne. gativo, nel Quaderno di quattro anni E srano. Sono stati sparati coli a rafica su di noe il ventaglio non mi ha colpito. ‘Tuttavia avra presto il mio benservito forse in carta da bollo[..D, 2 auraversata dalla dolorosa consa- pevolezza che la propria nonfine & do- vuta soltanto al caso. Ma la pit intensa riflessione sul durare e sulla sua casuali- B42 forse quella di Annee Diario del ’72) dove, dopo la lunga e bellissima ri- evocazione dei ricordi legati ad Annet- ta, si legge [uJ Lo stupore quando s'incarna é un lampo che ti abbaglia si sponge. Durare potrebbe essere Yeffetto di una droga nel ereato, jn un medium di cui nom si ebbe mai alcuna prova, In questi versi ill durare viene descritto comte un’anomalia ancor pit che come un caso: la legge del tempo, infatti, vuo- Teche tutto cid che & vivo, nella realti e nella coscienza umana, abbia il suo istan- te presente per poi scomparire in cid che viene dopo. Il durare, in questa prospet- tiva, appare dunque come qualcosa di inconcepibile (di eccezionale forza poe- tica & Vimmagine della «droga», cioé di un elemento quasi artificiale che altera Tanatura di un « dM etariny, sulle cul pagine Viillo stampa | test di Sedisions) « polemico (ono gl soni Ai antologelodate econtrasat, dal Pub fo dell plese dh Cordele Berarinel, all Poesia deg anni Seaanta di A. Porta, uscco nel 1979) £ inolre, un tempo di ripensa menti edi sommovimenti poctci si pens a Le parola innamonca, che, colo di'un'an- spl di poet log emergent 1978 ba aro nome, si pud dire, a tn’area poctca abbastanza definta). ES Ciro Will pubblica Coporazion (Edizioni di Alt Fermin) nel 1975. tema he attriversa tutto il libro é eros, che fin Fora il poeta avecina e descrive con una sorta di ioiainquets, quasi tenendo un an- tidiario che registra, con prevista brevith Ie arsare ei morsi dei corp in movimento, le ‘oc fantasini gl appuntamentcheil or- ho concede e strappa al soggetto. Il primo libco di Vitiello, alta parte, si avvicina @ questa forse I sua carateristica pi sega 1) al ee dla Boar, che pogo mineid a frequentare proprio in quegl ann. Non un caso, quindy che fia da titolo questa raccoltaslldda al corpo ea suo! mo- Ti secondo libro, Ciclice (1979), pid sistente, rivela una maggiore personal tspressiva ites diseadono ona varie counwolgente,divisa in cinque stazion! Non manca, anche qui pensiero della slitual nie dello scacco destinato a ogni comunicx tlone, Dal tremore adrianeo animula, vir puis er aac ie 41 pasa alle rughe alle piaghe di una pon Seed mee eames ee olvenza sacrifcale» (Alessandro Caranden- Xe, I tumo, Titia, 1996). Ecco, ad esempio che yaa sagem, nda creado salle pare Pippin oven fees coma, EcEia te asenra per reac lce qante tee convinzion,sealbero erompe, orme in sabbie, serpolament dt fos conducimi coatto alla riva che &'@ penal, Ch se arco lunare germina, le tue pup aelParcob Anche qui, i corpi e ambiente sembra no trascorrere alPinterno di un antidiaro, drcuil'autore tiene ben fermi fil di giorn! rinuscoli,febbrli, quai slencios. Con Apacs Quatro (otis, de 1980, il tema del corpo, dl tempo, del sog- getio come oggeto, i va precoando ule Hormente Gun tend dhe up unico argomento. Apocalipse si compone di quat- tro cantie un finale, densi d test che mo- strano una maturith espressiva che segna di sé le stesse opere successive: coscura@ la tua pupilla; dove 'acqua ‘rama, Paquet 2 estremo il filo, et cerco, Fer rocee, in iroso gaudio, « trappole ingorgano il pass: e i fori ‘mi posseggono [1] Il soggetto si avvicina allo status di og- getto, perché si vede vivere e agire, conten- tandosi, per il momento, di registrare quan- to pitt fedelmente (¢ minuziosamente) gli é dato, ae dell'esistenza. ‘ ‘Apocalipse dunque come rivelazione, punto, ¢ fore, anche come esorcism ‘all catastrofe. Un senso simile di esorcisma ¢ di coscienza dei drammi umani si avverte nel Cantico d’Erugo (I Bagatto, 1980). Erugo é una divinith pagana che protegge il grano, ¢ per suo tramite, la scrittura diventa, nel far- st, la dinamica connotativa, fagocitante il de- yerimento di cose, di at nd immagini, del- Fio poetantes: cos! scriveil posta nella quar- alcope ina del libretto. E Sppainto, roel ocitare cose e persone, ¢ in qualche modo anche un dfenderte ‘dalla consumazione stes- s. Le resistence e Didimo (Claux), le due plaquettes ‘successive, pubblicate entrambe nel 1983, proseguono questa registrazione minus sate in qauhe modo crudele e di- sarmata: i verso perd si abbrevia, si rende aspro, agile, tagliato. ean sees da Le resistence: hth ci elite tmallo di eubiny Coe Spier aio fe comes mare, tremolo, o monet eden anor fuona, mvingola Peco, Seen ap fae tetola non cago fore forme quel io ato remo per onde furive[..} In questi testi il principio del distacco, non sltanto formals das posiapreceden- te. Vi si avverte una compiuia capacith di scrittura originale, nella quale Vitiello ri- sponde soltanto a'suo modo alle poetiche avanguardiste antiche e recenti, recuperan- do segni e sensi di un passato per lui lecon- do, aprendosi a una varieta di sperimentae a rosanecesaria 2399, Ngo peel ilahiani conlemporanei ioni che denunciano la sua avversione, gid Gichirata, per quelle pratche di sertura non tendenti al nuovo. II nuovo é per lu, la risoluzione di-volta in volta tentata ai conti- ‘nui problemi del messaggio poetico. Si cx ratterizza, pertanto, come elemento stretta- ‘mente legato alla responsabilita del poeta in quanto autore e teorico, Non va taciuto che, roprio alla meta degli anni Ottanta, Ciro Vic pubblica in Volum alcuni seei ctitiea letteraria, ripercorrendo, fra V'altro, aleune tappe significative delle avanguardie Tn Suite, uscita nel 1984, i testi e la com- posizione dello stesso libro rivelano una varieth di strurture e di messaggi fino ad al- Jorn rasan: Le cing pert el 7. lume (il mio Aleph, Le ultimefasi di Didimo, Microcosm, Tovne a reedere lela foam fei) comtinuan, in modo asa pit vvace ¢ traboccante, la preparazione di quell ani taro cul si deto sopra, Malo con rnuano solo riguardo al tema generale: una sorta di autoblogzafs indstinta ela se tura stessa, che in varie tappe dice la sua timanithesoliudine. Pe 4..Da Accensioni a Quisquis Aleuni anni separano Suite da Actensio ni (Guida 1991) (Grail sopgetto che para un soggetto al buio, un io del tuto ipoverito ed errant, wagante nel mondo alla ricer di luce, ass {ato di ci che promertesalverza mache ei. dde sempre ogni ricer. Sulla via di questa ss fos Pet oma paion dena ea lente, che non sferma perl sconfitte sul te, anche te a storia uns “perdizione” a che se «qualcosa che tora € qualeoa che si Spegnes. Git nel titolo, il libro allude alla fegactd della lace e del fuoco, ma anche alla forall cra che son oo dlement unto forse pi alto del volume & il poe: nites Bonomi leah sont 2 testimone e segno di un’omanith imperet fm costretta, als crue ea cediment, prontaper® talvoltaa segurela vert quan- Ao le sue tracce non si disperdono. Rapimenti (Ripostes, 192) éun bro che presenta una nutita serie dies racolts in tresezionied@anch'esso, come Site, un te stoi confine nel senso che ape alla succes siva sperimentazione, pit radicale ¢ inquie- ante, presente in Baars del 1995, Un testo che cela al suo interno una tensione religio- So-espressva; dfati si compone di sonate 0 sonatine che alludono strutturalmente alle imusiche ecclesiastiche; i versi, spesso brevi, testimoniano della tensione medesima del soggetto parlante-musicante, le cui parole spesso sono spezzate, quasi immaginate nel momento in cui egli le pronunzia, « dunque sillabate, Se un dio ©’, che porti salvezza, il poeta non sa né pud dire: ma certo il suo stesso comunicare mostra almeno un’ultima spiaggia alPesilio umano: go sum lvido profilo, legano contra di rapido frrare in sprechi isertnd, , una frase che assieme ad un'al- tra: «l'evoluzione é sempre pronta, ma mai alla fine»®, ritroviamo inserite nel racconto Diesterweg®. A vantaggio delle risorse vitali, rintracciabili nell’organi- smo, occorte, secondo Dacqus, Iz cui filosofia della scienza Benn condivide ampia- mente, 'womo riconosa alin a provvsoriet. dei proces cognitive che tenga presente l'elemento simbolico de! linguageio scientilico ed artistico" E questa proposta o provocazione intellettuale del ritorno alla sostanza primi- jun dell oct, slogans cemomecl cree gaierndanec eniiceneneer le della riflessione epistemologica, a costituire l’orizzonte estetico in cui si muove Gottfried Benn, a prescinderne dalla maturazione artistica e dalle implicazioni ideologiche di adesione al nazifascismo ivi connesse. Con un’intelligenza sottile ¢ versatile, il poeta elabora i dati irrisori dell’indagine scientifica, per denunciare con essi la realta ambigua dell’uomo e per ricondurne il sapere all'immediatezza originale delle percezioni sensoriali, contrapposte con vigore e passione al ragio- namento tradizionale, la cui consuetudine, a volke anche con il rammarico parteci- pato dell’autore, risulta essere quanto mai antiquata ed impraticabile” 1..G, Bena, Medizinische Schriften, rsg. vo 13. GBEE, Bd3, p.167. ‘Werner Rube, Wiesbaden 1965, p.1e BFE, B.3 168 2. OnE ids. pi ire, Bas Pte 3 Gare Bao ba 16. Gare, Bab AGRE BLE Be: 17 dB 10 in. Bea Bi 90 5 GRE BL Bote an 1984 hg HSeiagen vn Sled, 6. H.Cect CouPied Beans Bch oer Nowe —_ Rrtktartannsin BES pn logieund Poche Pmdaments Pec: 18. E Ble, Bes suet ndingliniene CAiSST Ai pir Dallagetieindcione "Bente de Med wade Bera fingetlanota tr Sebi Perinnes tho 902,686 7. Wi lkibe, Gorhed Born Provzirie Leben, 19. Sent Meyer Probleme der Envwickung der Stutgare 1993, pa54 Geis. Die Gesesformen, Leiptig, B13, 8. BFE: Bd, pias. pistes S.C NCP, Screen, Mein Vater Goufied 20. 388°, 7s, ‘Bean, Betin B93 BLE Die, Elena Sal Map to. GAPE, Bap ti finer Envwiilangire Mncben wa Ber 1 Gie al Dalwinimo una iuminarione, feos 8 sna prevsoncy, CAPE BAD, p Sek 22. Gate, Bei, pce, 12, GBEE, Bd.3, p21 Epiziowt 1 Gorrenten Benn 1N Tratia: Apr, di, Masini Einaudi 1981, Pacis Satcheste eG Seige Ene Goel dt M, Panel Adept 13 Flr Cand Peer er, laut, cura NG Port, dep Doppeaiae rout dctl Aes oman asa Leama st nal ata ds Page tt GEC Russo eG. For Adelphi, 192; ‘Romanza del enripae &. Vatoiny Adtp, 98, ‘inkerviska La necessita della scrittura: a colloquio con Wanda Marasco Nell’impianto monologante, nella espressivita drammatica come nella in- quiecante domanda esistenziale, la scrit- tura di Wanda Marasco prende i segni di una formazione filosolico-teatrale, E poesia dello sconfinamento del linguag- gio dalimmagine pittorieal inti Si potrebbe dire che immagine, filo- sofia teatro sono, se non la gnomica, lesoluzioni di travaso e di metamorfosi di una tale poesia cui la motivazione critica della giuria del Montale ha attri buito una originale sintesi tra surreal smo ed ermetismo. Costruita fin dalle prime esperienze come poesia che rac- conta la dissonanza tra realt3, sguardo e mondo interiore, il testo appare sempre sedimentato attraverso una irriducibile esperienza psichica. I poli, i dualismi contenutistici (vita-morte; eros-tanatos; malattia-fisicitd;terra-cielo; vena-miste- +0; corpo-onda) sono sintetizzabili in una sorta di angoscia quantica che co- re e traveste il pensiero. La verith del- Pesistenza, dice la Marasco, @ fatta di piccole cose deteriorate dall’intensita. 11 paradosso & che proprio il desiderio atto a farle vivere innesca il consumo e la perdita per ogni creatura. E aggiunge: non sono io a gostenere quanto la vita sia dissonante, E come conflagrata trail nulla e il desiderio. Non si riesce a vin- cerla nella direzione dell’oltre né pas- sando per le cosiddette certezze. Non Ia si possiede che come medium illusi- vo. Ber questo somiglia alla poesia, al ‘campo della poesia, di CaRLANGELO Mauro Ha iniziato giovanissima la Marasco. Nella sua scrittura il ruolo di don- na ha avuto risvolti e influenze fon- damentali? «Sie no. Mi arrabbio un po’ di fron- tea questa domanda. Qualche linea te matica (la maternit’, ad esempio) pud essere stata esperienza “del femminile”, ma non 2 detto che in poesia io Pabbia vvissuta “al femminile”. Mi dicono anzi che il mio lavoro si presenta con una scrittura neutra, nel senso, io ripeto del neutro latino. E io ne scno contenta, nonché convinta; anche certa qualitt donnesca nel mio lavoro & maschera, ri velazione intatta, reinterpretazione Tl femminile nella mia vita ¢ forma. Una delle pirandelliane forme che inu- tilmente si cerca di trattenere nel flusso del’esistenza, Non &, insomma, una sostanza del mio pensierc. F piuttosto una organizzazione biologica e una mi- mesi di tanti movimenti della coscien- ma. in genere lei come struttura un testo poetico? fon decido a priori a funzionalita metrica, Spesso mi muovo da un solo verso, nemmeno tradizionalmente per- ferto. Ma si tratta di un nucleo che pud presentarsi anche come ur sintagma. La ritmica si. E quasi subito, Costruisco monologhi, divisi e unifico le voci, che sono in connessura profonda tra suono ¢ significato. Non eredo ad una poesia di questo equilibrio o perlomeno della tensione a questo equilibrio. Sono cat- turata quasi sempre da una specie di Vinkervista multimedialita (come oggi si usa) tra immagine, concetto € parola. E cerco di renderla, di registrarla- Con ultima raccolta, Voc e Poe, per le edizioni Campanotto, lei ha vinto il Premio Montale. Pensa che ‘questa gratificazione aggiunga qual- cosaalla storia di un, -Riesco a dirle che il Premio Monta- le @ una gran gioia. Una occasione che restituisce alla poesia ‘sempre sotterra- nea’ un po’ di visibilita. Era la prima volta che partecipavo ad un premio. I che dimostra che il mio lavoro non & finalizzato (non so se dispiacermene) alla ricerca di un consenso ufficiale, Tutta- via, se e quando viene, si soddisfatti I poeta deve farsi bastare la fedeltd verso Vopera. E qui occorre un gran corag- io, il rischio di vite silenziose, per non ire pudiche, e lo studio, la pazienza. E una fede laica che ha una sua teribilita Ma questa fede & richiesta al poeta per sopravvivere alla invisibilita storica. In ‘questo senso non esiste un premio che [possa restituire al poeta il prezzo della sua pazienza. E, diciamolo pure, della tante rinunce- Ese lei dovesse raccontare in sin- tesi la sua necesita di scrittura? < legata a un paradosso, come le ac- cennava, al bisogno di esistere in leg- gerezza e profondita. Termini che nella vita reale spesso si negano a vicenda “Faccio poesia” si potrebbe dire brutal- mente, contro Pusura del tempo (che non esiste, si sa), contro l'idea della morte - questo & esattamente il fulero dla cui facciamo nascere Videa del tem- po -, dell'errore, della malattia, della colpa. Ho bisogno di essere costante e spietata in questo. Le basta’. Cibasta. Nelle ultime battute di que- sto colloquio Wanda Marasco legge al- cune pagine del suo ultimo lavoro: un romanzo in pros ricco e complesso che leauguriamo divedere presto pubblica~ to, Nota biografica ‘Wanda Marasco é nata a Napoli dove vive ed insegna nella scuole superiori. Ha pubblicato le seguenti raccolte poetiche: Gli strumenti scordati (1977), Liatirito agli specebi(1979), Le fate e i detriti(1987), Voc e Poe(1997). Con Fultima ha vinto nel '97 il premio Montale presentandosi come una delle voci pitt interessanti della ‘nuova poesia. Dopo a laurea in filosofia si@ diplomata all’ Accademia d’Arte Drammatica “S. D'Amico” di Roma. Ha collaborato con articoli e saggi alla rivista di -Dramma- turgia italiana». T suoi testi recensiti da M. L. Spaziani, Andrea Zanzotto, Elio Pecora, Dario Bellezza, Michele Sovente, G. Barberi Squarotti, Guido Davico Bonino e altri poeti e critic, sono apparsi su varie riviste da -Gallerias di Sciascia a Poesiae di Crocett In teatro ha messo in scena una sua riscrittura dell’ Asino d'orodi Apuleio ¢ un dramma di Beckett, intorno al quale esiste un progetto di risonanza nazionale pubblicato dalle edizioni Grin di Roma. Ha lavorato di recente in teatro con Renato Carpentieri. Nel cassetto tre inediti teatrali, un romanzo in preparazione una nuova raccolta di poesie. —— 9 ——___h a mesons 9 inlersezioni Fuori dal coro: senza retorica per i Diritti dell’uomo Modena, zona centro, in_un cortile chiuso tra edificl anoniml ragazze e ragitr| ga ycnconD aca troperlepgerv gli articoli delle Die parazione dei di- at oreo, Oa Goppegnata la trascrizigns auuna lingua di capt al te articoll vengono rect tati mentre salite le scale. To spertacolo & gid iniziae 00 € quella lings Weestes restera nella vostra tasca cotoe Sn ali: Entrati nella prima sala vi sembra di trovarvi sul luogo di un’esecuzio- ne. Dalle travi del soft to pendono corde alle qualisonp abbelitSaes gazes c ragaral unites ende lugubre, le corde scillano inquictanti La prima voce vi co- glie di Sorpresa, appartie- Sea una pean apviap- pata in un groviglio, voce straziata e straziante che pests vertbeonenetorea sconvolgente, con una disperazione che vi dila- nia, Avete gia la pelle d'oca. Altre poesie si sus- seguono e ogai voltae un sobbalao perce du’ es: pete’ da: qual ssdentteargs di Tiziana ANTONILLE penzolanti proverra il successivo urlo di dolore in versi. Sofferenza e ingius zia, pena di morte e dead man walking, boia e con- dannati si parlano da un angolo all’altro della sala | mondo, soprusieri- scatto, versi e voci, corpi esilenzio. I fiume di spettatori si sposta in un altro ambien- te, al di li del vetro dan- zatrici vestite di nero di- segnano nell’aria, ma non avete il tempo di respira- re, una prostituta, am- mazzata perché ribelle, urla la rabbia, la morte come baratto. Il suo cor- po offeso vivo nella stanza, livido di bot, gonfiato dall’acqua del mare. ‘Ma non c’é tempo per fermarsi, una finestra vie- ne spalancata e un volto gid divorato dalla morte vi dice che la guerra, come un’ombra, si insi- nua tra i negozi luccican- tidello shopping natalizio e reclama vittime, un muro di mani intrecciate jotrebbe non bastare a loccare. ‘arose necowaria 23.99 Un attimo di densa attesa e gid un bambino viene ucciso perché pian- ge troppo. : L'itinerario continua: nellultima stanza dove aluri versi che parlano di ordinaria ingiustizia, di diritti calpestati, di otro- re quotidiano si fanno corpo, gesto, voce che inchioda il pubblico. Ba- stano alcunt leggii posati per terra per isolare spettatori al dilAdiun filo spinato, ma un bambino glace tra le punte acumi- nate, il bambino ucciso, ma anche il simbolo di una nuova umaniti, un'umanit’ per la quale i diritti non restino pid si” come corde a un soffitto, Cosi l’Associazione culturale STED di Mode- na (Spettacolo teatro Educazione Danza) ha voluto parlare dei 50 anni della Dichiarazione dei diritti umani, con lo spet- tacolo itinerante Cuori di jetra ideato e allestito da avide Bulgareli e Ton: Contartese e recitato 1un folto gruppo di giova- ni e valenti attori, inlersezioni La prima nazionale si & tenuta a Modena il 19 dicembre 1998 ha vissu- to il suo momento clou dopo le forti emozioni della rappresentazione, nell'incontro fra gli atto- rie i registi con le autrie € gli autori delle poesie che hanno costituito il testo dello spettacolo. Si @ scoperto cosi che @ sta- ta attrice a donare la rab- bia alla prostituta uecisa, rabbia che nella poesia erat repressa, silente, aspetta- va proprio una voce per cesplodere, Lincontro ha meso in luce la sensibilita con cui la regista ha letto le poesie, accogliendo anche i suggerimenti pit o meno espliciti degli auto- fi, Il testo sulla guerra, per esempio, che sulk pagina aveva cercato, nel- Vimpostazione grafica, di comunicare unvidea dicir- colarit’, viene reso dram- maticamente con un’atto- nita ripetizione dei versi a poesia conclusa; run nit rincorre i propri tra gici errori senza impara- re nulla dalla stori Il rispetto per il testo, tuttavia, non esclude, anzi bilancia, come ha detto un’autrice, li impa- lronirsi “creativo dei ver- sida parte dei registi Autori € spettatori sono intervenuti numero- si, Chi ha detto di essersi riconeiliato con il teatro dopo un periodo di stan- chezza proprio grazie a Guori dipietra, chi diaver scoperto la tridimensio- nalita della poesia, chi di aver ascoltato un‘unica potente voce invece delle ventiquattro che risulta- no sulla carta Lacarta @ il resoconto diunconcorso di poesia, ‘mail premioe stato diver so dal solito, & consistito nel vedere e Sentire il pro priotesto poetico selezio- nto entrare afar parte di uno spettacolo teatrale che non ha voluto tratta- reiltema dei diritti uma- ni in modo retorico ¢ ce lebrativo. Quando teatro e poe- sia siincontrano nasce un ia 9 linguaggio nuovo, la pa- rola si fa pid rica, ma miracolosamente non perde né laleggerezza n la pregnanza della dizio- ne poetica Vedere le poesie farsi letteralmente corpo é st ta per gli autori presenti, fra i quali chi serive un’esperienza indimenti- cabile, Senza una parokt né un gesto di troppo, a oc- chi asciuttie voce ferma, Cuori di pietra & Ii, per dirci che ¢ nostro dovere vigilare, sempre e dovun- que, nel sud come nel nord di questo nostro tor- mentato mondo Elizabeth Barret Browning: arte del sonetto di Tiziana Masucct Liepoca vittoriana, a dispetto del codice sociale rigidamente “maschilists", stato lo scenario sul quale si sono alternate molte scrittric, in modo particolare le poetesse. Prima di conoscere ¢, in seguito, di sposare Robert Bronwning, celebre ‘aedo” britannico, Eliza- beth Barret vantava una fama di gran lunga migliore rispetto a quella del futuro marit. Contraddizioni vittoriane! Durante il loro fidanzamento, Elizabeth compose 44 sonetti (che venneso pubblicati dopo il matrimonio) per celebrare 'amore che li univa cost saldamente, ma, essendo l’argo- mento di carattere troppo “privato”, optd per un escamotage: far credere che li avesse tradotti dal portoghese. Sonnets from the Portuguese eral titolo della raccolta che Robert Browning defini «the finest sonnets in any language since Shakespeare» (pi bei sonetti ‘mai scritti in alcuna lingua dall’etd di Shakespeare), giudizio pit che parziale sebbene i sonetti di Mrs Browning riecheggino in qualche modo la magnitudo di quelli elisabettiani sonetto (dall'italiano “piccolo suono”) fu introdotto in Inghilterra da Wyatte con Sidney giunse all’apogeo. Il tema centrale era l'amore che il poeta portava verso una bela cleggia~ dra nonchéirraggiungibile fancfulla.La donna assumeva le vesti di “dama crudele”, came la dark lady dei sonetti di Shakespeare, e sprezzante dell'adorazione estrema cel poets, che vveste i pani dell'umile e devoto servitore, lo ripaga con indifferenza. ‘La poetessa inglese ribalta questo schema e sovverte i ruoli: la donna-amata diventa in tal modo 'uomo-amato, ¢ lumile bardo speranizoso si trasforma in un'abile ed elegante rimatrice. Ammirevoleil crescendo in cui descritto amore che prova peril suo amato, a tratti paragonabile a Petrarca e Milton. «Ti amo per lequilibrio della pit salubre esigenza giornalieras scrive la Barret, mentre Petrarca, illustrando il suo trasporto per Laura, dice: ‘non c'@ stato nulla di colpevole, salvo che di essere immenso ¢ illimitato». Lontana dalla‘calm votaress” di William Collins, Elizabeth Barret Browning fa ripensire alla audit dilinee pure nei disegni di Poussin... Soavi, avvolgenti, complete. Mente sofisticata ed estro invidiabile, la Browinig @ stata anche un’attiva politicante: tuna volta trasferitasi a Firenze con il marito, ha strenuamente sostenuto ls causa per il Risorgimento italiano. «Ti amo liberamente, come gli uomini combattono per il Bene». IL contraltare delle immagini positive con quelle negative costituisce un altro elemento fon- damentale nella produzione dei sonetti: il costanteriferimento alla perfezione celeste (la luce, gli astri il sole, la grazia) arricchisce maggiormente di connotazioni “buone” l'oggetto a cui sono paragonate, in questo caso & l'amore. Quod est ante pedes nemo spectat,coeli scutantur plagae. Se Spencer é stato il maestro del sonetto, la Barret Browningne ha raffina- to ’arte, sfidando la tradizione. In rosa necesarin 2398 vorlere Felisberto Hernandez Una mattina di vento acura di Lucio Sessa Una mattina di vento i miei genitori mi portarono in farmacia. Avevo undici anni. I] farmacista era amico di famiglia e i miei genitori gli dissero che ero debole. Mi fece tirar for la lingua, poi parlarono a lungo. Quando nessuno poteva veder. ‘mi, andai a tirar fuori la lingua tra due specchi messi uno di fronte all altro, Mi ripetevo molte volte e con molte lingue, e gli ultimi io del fondo risalivano verso il tetto, Poiché gli specchi erano inclinati in avanti, come in gesto di cortesia, alla fine mi si vedevano solo i piedi ‘Al mattino seguente c’era il sole. Mio padre prepard il calesse di buon’ora e partimmo per un giro in campagna. Ero unl po’ armnoiato, cosi mi addormental, A mezzogiorno arrivammo in un paesino, dove vedemmo un eapannone di zinco con sopra dipinto, a lettere cubitali,il mio nome e cognome. Sotto c'era scritto, “Si mangia a tutte le ore”. Mio padre, ridendo, mi disse che io e il proprietario di quel capannone eravamo gli unta, in tutta la Repubblica, ad avere lo sesso nome Foagame Allinterno del capannone c’erano dei tavoli rotondi, come in uno spazio aper- to, eun signore in maniche di camicia fece segno al garzone di servirei, Mio padre ordind bistecche e patatine e uova fritte. Il garzone fo rifer! a una signora dictro il banco e subito lei mise la testa in un foro e ripeté la stessa cosa a un'altra persona dall'altra parte del tramezzo. C’eravamo solo noi in quel capannone. Dope un po" il signore in maniche di camicia venne verso di noi ¢ mio padre gli chiewe xe ers il proprietario, Gli disse che anch'io mi chiamavo come luie tutti’ due si misero a ridere. Io, perd, mi sentivo un po’ inquieto, Il proprietario conversava muovendo dei baffi neri molto attorcigliati. Anche il ciate era sroreglate ¢ sembrava un altro baffo. Si stuzzicava i denti con una pagliuzza rigida e Punghia del mignolo era molto lunga. To non ero pi tanto sicuro di me stesso. Avrei potuto essere quell’uomo o chissa chi altro ancora, Quando scriveré alla nonna, invece del nome, le manderé un ritratto. E ogni qual volta penserd a lei, mi guarderé allo specchio. ‘Allo mi ico tus gt°GB" the fl plorassna ev salat Fuori dag specchi e tornavo a vederli con la lingua di fuori, Nota al testo Racconto apparso sulla quarta di copertina della rivista argentina «El molino de pimientan, m3 dciembrefebrero, 138384, Brazategu, Argentina ‘Rettificendo quanto sito sl n 22 il raconto Mobili “El Canario" non 3 pre sente nell‘antologia curata da Calvino Nessuno accendeva le lampade Einaudi, 1974) La rubrica “Vortere”, infati, pubblica esclusivamente testi ineditiin italiano. Pi Jaron meets 28 -Perché ci cccupiamo d'arte? Per abbat terele frontier, trascendere i nostri limit, empire nostro vuoto- ealizzare noises” si: Non é questo il punto dartivo ma é piut- tosto un processo mediante il quale quello chee tenebre in noi lentamente diventa luce. [J Nello sforzo per liberarei dalla masche- ra che ci é imposta dalla vita, il teatro [. ‘mi sempre parso un hiogo di provocazi~ ne, capace di sfidare se stesso ed il pubblico Violando le immagini, i sentiment ei giudi Zistereotipatie comunemente accettati[. Questa dissacrazione dei taba, questa sessione causa lo shock che schera, permertendoci di offtire il nostro essere nnudo a qualcoss diinde nibile ma che contiene Eros e Charitas.. Jerzy Grotonski, Perun teairo po 670, Bulzoni,p.28) Se ne @ andato, Jerzy Grotowski, giovedi matti- na, nelfisolamento della ccampagna toscana in cuisi gra rtirato da dodici anni, Bimpressionante a discre- Zione con cui @ avvenuto iIdistacco di questa perso- nalit vulcanica che ha cambiato molte cose della cultura dei nostri giorni: infranco Capitta, ‘manifesto, 16-1-1998). Mi colpisce la not della morte di un uomo che ho conasciuto solo tramite ilibri et discorst di chi aveva avuto con lui rapporti di amicizia edi lavoro. Un wom che aveva afidato la sua voce alf incon: tro.con glialiri per ta creazione di un nuovo erramenti di Luca Raxpo teatro, di una nuova vita, nel tentativo di cre- ‘@reun incontro che portasse allaccetazione totale di un essere umano da pearte di wn al- tno», Farrinascere un attore con pratichean- ‘che vicine allascetismo ma per fario rinascere ‘come womo, per farlo rt scoprire, ri-velare Titeatro, allora, non épiti un‘evasione, un ‘moto per sfuggire al mondo ea se stessi, mat un modo di vivere, pervivere. Fattore provoca gli alti provocan- do se stesso pubhlicamente, se con un ecces- so, una profanazione un sacrilegio inammis- sibile, scopre se stesso gettando via la ma- schera di tuttii giomi, el permette anche allo spetta tore di intraprendere un si: rile processo di auto-pene- tazione. Se eglinon esibisce ilsuo corpo, ma loannull, lo brucia, lo libera da ogni resistenza agli impulsi psi chici,allora, eglinon vende il suo corpo ma lo offre in sacrificio-, UI Nuovo Testa: ‘mento del eatry in Perun te tro povero, cit, p. 42). Lumitta al centro di una pratica teatrale che tende al denudamentodi sé, un atio amore verso lospettatore la cut inguietudine non egene- rica, ma indirizzata verso la ricerca della went su se stesso esulla sua missione nella vitae (p43). La ricerca della vert, idenadamento dei falsivaiori Leggo con passione (come probabilmente avrebbe voluto che sileggesse anche tut) EX- i ros neesaria 2399 Bow eerament trema ratio di Franco Fortini, un uomo che ee lanciarct li, non farci riposare su facili mete rag inte, @ interrogarci e a chiederci atti non nal

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