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Carissimi Capi,

ad un mese dalla chiusura delle attività, dalla sospensione improvvisa del nostro fare, sembra aver quasi
trovato un’abitudine a vivere questi piccoli spazi.

Il nostro mondo, fatto di avventure tra i verdi monti e tortuosi sentieri, di impegno quotidiano nell’
educare ed accompagnare fanciulli e giovani lungo la strada responsabile della vita, pare essersi rinchiuso,
per i più fortunati, in quattro mura protettive e per chi è costretto ad adempiere al proprio lavoro, in strade
deserte e desolate. In un mese ci siamo svuotati di quello che caratterizza il nostro essere innanzitutto
Cristiani e poi Associazione: “ il vivere le relazioni vere ”, quelle che ti toccano e scaldano l’ animo.

Dall’ ultima Co.ca. o altra riunione trascorsa insieme c’è stato un tempo di impossibilità dell’ esserci eppure
ci siamo armati di creatività e tecnologia, provando a tenere ancora accesa una proposta educativa, che
nasce, vive e si rigenera in comunità e all’aria aperta. Noi Scout siamo bravi a dare i calci all’ impossibile e
ognuno a suo modo ha provato a fare, a continuare, al farsi presente.

In questo tempo si era aperta anche l’esigenza, perché fedeli “all’ aiutare in ogni circostanza”, di
sbracciarsi le maniche per i meno fortunati e bisognosi, ma la responsabilità per i propri cari , la mancanza
di competenze specifiche, la sicurezza per sé e per gli altri , ci ha messo di nuovo di fronte alla disarmante
condizione del non esserci. Eppure abbiamo ridato il calcio all’ impossibile attivandoci da buoni cittadini per
poter sostenere a distanza, facendo sentire la nostra forza e presenza nelle vite dei più deboli.

Un mese in cui i nostri instancabili giovani si sono ritrovati nelle loro stanze a combattere con la noia, e con
una didattica svuotata dalla bellezza della vita scolastica o universitaria manchevole della relazione
educativa nell’ incontro con i compagni e i docenti.

L’ unitarietà della nostra proposta sembra venire meno, cosicché lo Scouting, baluardo del nostro metodo,
trova difficile applicazione in una situazione in cui il contatto diretto tra Capi e ragazzi è condizionato dall’
indispensabile necessità del non esserci. Sembra così perdere le fila di tanti progetti e programmi di Unità
in cui ci si preparava ad un cambiamento reale e concreto sulla progressione personale di ogni ragazzo. Ci si
sforza, quindi, con qualche preda con i familiari, con qualche tecnica casalinga e con campagne di
sensibilizzazione al servizio e all’aiuto di chi in questo tempo è sfortunato. La nostra capacità di calare il
metodo nella realtà e nel tempo che viviamo rimane l’ elemento essenziale per avere una ricaduta sulla
vita di questa generazione di giovani che rimarrà segnata dall’ esperienza che sta vivendo. Da buoni Capi
abbiamo il dovere non solo di essere presenti e sostenerli quotidianamente, ma educarli alla capacità di
analisi del tempo che si vive, aiutandoli quindi già a fare memoria del presente con uno sguardo agli scenari
prossimi che caratterizzeranno le nostre realtà. Ed ecco che lo Scouting si fa nuovo, ne esce rigenerato se
usato con consapevolezza e perizia.

L’inasprimento del dialogo politico ed istituzionale nel potere decisionale, seppure necessario, ci mette di
fronte ad una crisi generale della democrazia , alimentando piaghe sociali come l’ inosservanza
consapevole delle misure precauzionali, la precarietà lavorativa, la caccia all’ untore, il mondo dei social che
si muove e lucra sugli smarrimenti e timori dei popoli.

Iscritta al Registro Nazionale delle Associazioni di Promozione Sociale n.72 - Legge 383/2000

WAGGGS / WOSM Member


L’immagine del Santo Padre in una piazza vuota, viene a raccontarci della salvezza raggiungibile con la
preghiera e la fede in Dio. Essere tutti “sulla stessa barca” ci aiuta a capire che la nostra condizione va
superata anche nella tempesta e noi Capi profeti del nostro tempo dobbiamo essere bravi a remare con
responsabilità.

Papa Francesco ha voluto esserci per raccontarci di Gesù. Lui che alimenta la nostra fede, Lui che ci
sostiene ad aiutare nella preghiera i ragazzi, le Comunità Capi ed i nostri Assistenti ecclesiastici anche loro
passati dalla bellezza dell’ evangelizzare quotidiano in comunità, a canoniche deserte.

“… Dove sono i nostri giovani, come stanno vivendo tutto questo, che capacità di osservazione e deduzione
stanno sviluppando della realtà, quali reazioni , quali sentimenti …”

Poche e semplici domande che appartengono al nostro agire quotidiano, e che in questo momento
acquisiscono una maggiore valenza non solo per educare alla realtà i nostri ragazzi, ma per noi testimoni
credibili che raccontano e vivono anche nella debolezza il tempo e la condizione del non esserci.

In ultima analisi, crediamo che, anche in questo tempo, il confronto in Zona possa essere di sostegno in
un’azione educativa che, come non mai, necessita di essere arricchita e fatta nuova, possa aiutare i Capi
nelle difficoltà del servizio, e che possa restituire l’ identità dei popoli del nostro Scautismo territoriale.

Con la speranza di vederci presto esprimiamo la nostra vicinanza a tutte le nostre comunità e famiglie e vi
auguriamo un buon servizio.

Buona Caccia

Iscritta al Registro Nazionale delle Associazioni di Promozione Sociale n.72 - Legge 383/2000

WAGGGS / WOSM Member

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