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Gran Sasso, il massiccio dei due Corni

Il Gran Sasso, l’imponente massiccio che governa l‘Appennino centrale abruzzese, offre la


possibilità di praticare discipline sciistiche tradizionali, ma anche rinomato per i suoi fuoripista.

Il Gran Sasso è il massiccio montuoso più alto degli Appennini, situato nell’Appennino centrale,
interamente nella regione Abruzzo, fra le province di L’Aquila, Teramo e Pescara.  E’ un’area
tutelata con l’istituzione del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Le sue cime
maggiori sono: il Corno Grande, costituito da tre vette principali, quella orientale, la centrale e
la maggiore quella occidentale e il Corno Piccolo.

Incastonato dentro una conca e protetto dalle tre vette che costituiscono il Corno Grande, si trova
il Ghiacciaio del Calderone, il secondo ghiacciaio più meridionale d’Europa. Nel cuore del
massiccio, troviamo il vasto altopiano di Campo Imperatore e la conca di Campo Pericoli e
profondi valli come val Maone, valle del Venacquaro, valle dell’Inferno.

Dal punto di vista geomorfologico, il Gran Sasso presenta scenari paesaggistici abbastanza
diversi, ma unici: quello aquilano è scosceso, ma prevalentemente erboso e quello
teramano è più aspro e roccioso. Geologicamente, il Gran Sasso ha origini sedimentarie costituito
da roccia calcarea, dolomia (roccia dolomitica) e marna (roccia di minerali e argilla).

La sua origine, risale a circa sei milioni di anni fa in concomitanza all’emersione degli Appennini
e infatti presenta dei segni evidenti dovuti alle forze erosive delle glaciazioni. Queste ultime
hanno dato vita a piccoli “circhi glaciali” (piccoli laghi circolari) come quelli presenti nella valle
dell’Inferno e del Paradiso e in prossimità del Monte Aquila e del Monte della Scindarella.

Durante il periodo invernale si formano dei ghiacciai più grandi che sono i punti di convergenza
naturali di questi circhi glaciali. Infatti il ghiacciaio che occupava Campo Pericoli, si alimentava
dai circhi posti a nord delle creste del Corno Grande, del Monte Aquila, del Monte Portella e del
Pizzo Cefalone. Qui la neve si compattava e si trasformava in ghiaccio. In inverno, sono
numerose anche le cascate di ghiaccio, alcune delle quali si trovano alla base del Monte Camicia.
Tra le cascate di ghiaccio più famose vanno ricordate: Ghiaccio del Sud e Cascata del peccato.
La flora del Gran Sasso varia a seconda del versante, aquilano o teramano. Nel primo, costituito
da un terreno calcareo e clima continentale, favorisce lo sviluppo di boschi di pioppi, il nocciolo,
il castagno e l’acero. Nel versante teramano, con un terreno argilloso e soggetto a maggiori
precipitazioni, è favorita la crescita del faggio.

Grazie a rimboschimenti, è presente il pino nero, l’abete rosso e il larice. Tra gli arbusti troviamo
il ginepro, il mirtillo commestibile, la belladonna che per aspetto è simile al mirtillo, ma è
velenoso e addirittura mortale e l’agrifoglio. Tra i fiori, di particolare importanza è il “giglio” che
è una specie protetta da una Legge Regionale dell’Abruzzo e la “stella alpina appenninica”, una
pianta rarissima sulle montagne dell’Appennino. Troviamo anche le campanule, le primule, le
genziane, i garofanini e numerose orchidee.

L’orso marsicano è l’esponente più imponente della fauna del Gran Sasso. Sono presenti anche
esemplari di lupo appenninico e di volpe.

Tra i mammiferi di rilievo, troviamo il cinghiale, il daino e il capriolo.


Meno diffuso è invece il camoscio. Fra i rapaci abbiamo l’aquila reale, il falco, la poiana e lo
sparviero e tra gli altri uccelli presenti sul territorio, abbiamo il gracchio alpino e il picchio. Tra le
pietre e vicino corsi d’acqua, possiamo trovare la vipera Orsini, di dimensioni inferiori rispetto
alla vipera comune con una velenosità meno letale.

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