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Letteratura Tedesca- Prof.

Tofi
Secondo modulo
Introduzione: Concetti base e il mito di Medea

16/03/18

Opere che traggono ispirazione e derivano il proprio soggetto da un mito


Mito: MEDEA

Concetti base:

• Ipotesto: nel linguaggio della critica letteraria è un’opera precedente a cui


l’autore fa riferimento nella sua opera in maniera più o meno esplicita. La
Medea di Euripide è l’ipotesto della Medea di Christa Wolf.
• Mito:
◦ da Platone, fine del IV secolo a. C.
◦ Parla delle storie, delle leggende, racconti che sono situati al di fuori
del tempo storico (tempo astorico, leggendario), quindi in un tempo
mitico
◦ hanno come protagonisti o gli dei di una determinata religione ogli
uomini più audaci e famosi di una certa stirpe
◦ questi racconti si sono poi diffusi per tradizione orale, più raramente
per iscritto
◦ sono stati ampliati nei vari secoli con aggiunte
◦ più prezioso patrimonio culturale e religioso di un popolo
◦ Manifestazione delle credenze e della memoria storica di un popolo
◦ Funzione
▪ giustificare
▪ spiegare
• l’insieme di rapporti che si instauravano tra i membri di un
popolo (ordinamenti della società), facendo riferimento o agli
dei o agli uomini che avevano creato questa società
◦ ad un certo punto questi racconti vennero definiti “miti” da Platone
(dal greco mythos) cioè “parola o discorso su un certo argomento”
◦ Narrazione fantastica in forma allegorica, di gesta di eroi o dei
tramandata all’interno del patrimonio culturale e religioso di una
stirpe/popolo
◦ intreccio:
▪ situazione di partenza
▪ peripezie dei personaggi
▪ situazione finale
◦ Gli studiosi recenti ritengono che i miti sono elementi della storia
primitiva di un popolo. Quindi non sono una narrazione fantastica,
ovvero, il nucleo è una storia vera. Questi elementi veri nelle epoche
successive sono stati avvolti da un alone magico, per nobilitare la
propria protostoria
◦ aggiunte di altri miti ad un mito formano alterazioni e mutamenti,
varianti dell’originale. In Medea, cambia spesso l’esito finale.
• Mitologema:
◦ ha a che fare con il mito originale
◦ mitologeo (greco) =componimento di racconti
◦ nucleo originario di un mito da cui si è sviluppato il mito che è arrivato
a noi
◦ Perchè ci sono aggiunte ed ampliamenti nel mitologema?
▪ A causa delle diverse interpretazioni che si danno ad un mitologema
▪ In base alla funzione che si vuole dare a quel mito (cosa si vuole
diffondere)
▪ Per alcuni secoli furono trasmessi oralmente e quindi cambiati dalla
fantasia popolare al momento della trasmissione orale
▪ Talvolta si combinano anche frammenti di miti diversi
• confusione durante la trasmissione orale
• per creare qualcosa di diverso utile alla funzione del mito
• Contaminatio
• Ogni mito è un insieme di significati e significanti, un prodotto umano
storicamente determinato (ha una base storica), quindi è mutevole nel
tempo.
• Mitologia:
◦ è l’insieme dei singoli miti presso un determinato popolo, può essere
considerata come un insieme di credenze che non può essere
identificata propriamente come religione
◦ Tuttavia ha un legame stretto con la religione
▪ la mitologia rappresenta una conseguenza della religione nel senso
che essa cerca di spiegare le credenze e quindi queste credenze
religiose sono antecedenti alla mitologia
▪ Al contempo la mitologia costituisce una delle basi da cui le
credenze magiche si sono sviluppate e talvolta hanno anche subito
mutamenti
▪ Il fatto che la mitologia si occupi degli dei di una religione ed il
fatto che questi miti si siano poi diffusi a livello popolare ha finito
per far sì che la religione mutasse
▪ stretto rapporto di interdipendenza tra religione e mitologia
▪ la mitologia rappresentava anche un metodo di conservazione delle
credenze religiose poiché non esistevano testi sacri
▪ era anche un mezzo di conoscenza e comunicazione del sapere
religioso alle nuove generazioni
▪ costituiva una memoria storica delle origini culturali e religiose di
un popolo
▪ può essere definita come:
• insieme di crdenze e convinzioni che il mitografo (colui che
scrive la mitologia) condivide con il suo pubblico.
• Espressione della concezione collettiva (weltanschauung) della
vita di un popolo
◦ rapporto stretto anche con le arti, in particolare con la letteratura, ma
anche con le arti figurative. Nell’antica Grecia l’epica e la tragedia
traevano il loro primo impulso proprio dalla mitologia

• differenza nell’Odissea (ad esempio)


◦ tema: nostos, ritorno dell’eroe in patria
◦ motivi: costituiscono il tema

Propp
• Nuova interpretazione del mito seconda metà anni ‘60
• Mito=variante della fiaba popolare
◦ basato su quanto era stato precedentemente studiato da Vladimir Propp
• era un linguista ed antropologo
• aveva scritto “Morfologia della fiaba”
◦ sosteneva che proprio nelle fiabe della tradizione popolare la struttura
narrativa nei diversi momenti e luoghi è grossomodo sempre la stessa
◦ struttura narrativa composta da unità narrative (motivi) che sono più o
meno sempre gli stessi e si susseguono più o meno sempre allo stesso
modo
• secondo critica anni ‘60 la differenza è:
◦ nella fiaba al centro della narrazione ci sono anche animali o oggetti
magici
◦ nel mito al centro della narrazione ci sono solo personaggi

• Mitografia:
◦ mitografi
▪ coloro che registrano i miti
▪ hanno in comune con i lettori una certa weltanschauung
◦ l’insieme delle opere che più o meno a partire dal VIII secolo a. C.
furono scritte in forma di saggio (non letterario) ed esprimevano,
catalogando, i racconti della mitologia
◦ I mitografi erano dotti legati o a dei santuari principali, e quindi
davano interpretazioni funzionali alla religione, o a determinate scuole
filosofiche.
◦ L’incarico dei mitografi era quello di ridefinire, riordinare, chiarificare
teoricamente l’insieme del patrimonio mitologico
◦ Esiodo- Teogonia
▪ dal greco- Teos- dio gon- generazione
▪ in esametri (6 piedi)
▪ generazione degli dei
• sistema i miti dell’origine degli dei greci della Grecia preclassica
(prima V sec a.C.)

Friedrich Schlegel
• Fratello di August, entrambi i fratelli erano i maggiori teorici del
romanticismo tedesco
• inizialmente aveva studiato diritto
• dai 21 anni (1793- primo periodo del romanticismo), iniziò ad occuparsi
quasi esclusivamente delle scienze dell’antichità (anche mitologia
orientale)
• “Rede über die Mythologie“
◦ 1800
◦ fa parte del “Gespräch über die Poesie“ (conversazioni sulla poesia)
◦ pone le basi del suo concetto di poesia, in particolare di poesia
romantica
◦ per lui la poesia romantica deve essere:
▪ progressiva: deve considerare se stessa come continuamente in
divenire. Sempre in movimento. Al contrario della poesia classicista
che mirava all’unità formale (unità di tempo e luogo mirava alla
forma chiusa, cioè trama ben definita, senza digressioni e che si
conclude). Secondo Schlegel ed i romantici della prima
generazione, invece, era importante la forma aperta, il frammento,
tendente alla pluralità di significati. (quindi si ricollega
all’universale)
▪ universale: la poesia deve cercare di riunire in sé l’universo intero,
quindi deve sottolineare lo stretto rapporto di dipendenza ed
influsso reciproco che lega tutte le forme artistiche (figurative,
letteratura etc). Per questo motivo l’obiettivo della poesia romantica
è quello di creare la Gesantkunstwerk (opera d’arte totale), cioè
l’opera in cui devono confluire le modalità espressive delle varie
discipline artistiche.
◦ Il ritaglio come tutto.
◦ La forma aperta del romanticismo non vuole evidenziare la parte per il
tutto. Ma descrivere in maniera concentrata una situazione compatta
rappresentativa di concetti e problemi universali.
▪ Esempio: Ifigenia di Goethe
• arte classicista
• utilizza un mito classico
• attraverso la vicenda di un individuo (Ifigenia) vengono espressi
dei significati universali, che possono toccare tutti.
• Ifigenia è combattuta tra la gentilezza nei confronti di chi l’ha
accolta e l’affetto per il fratello.
• Per Schlegel la poesia romantica deve mirare ad esprimere il tutto in
alcune parti. Cioè descrivere in maniera digressiva varie situazioni
diverse, a volte scollegate dal punto di vista dell’intreccio, che però nel
loro insieme sono in grado di rappresentare la totalità, problemi di
carattere universale. Tutto rappresentato in parti.
• Discorso sulla mitologia:
◦ Si occupa dell’ambito che riguarda l’uso della mitologia come
fondamento della poesia romantica
◦ Per lui il classicismo (seconda metà ‘700 prima del romanticismo)
aveva basato la sua idea della bellezza sulla completezza formale
dell’arte greca (statue)
◦ Il fondamento della poesia romantica non deve essere il modello delle
sculture greche ma la mitologia antica
◦ Definisce così la mitologia antica: “l’espressione geroglifica della
natura”
▪ Geroglifico: segno convenzionale, stilizzato, di difficile
comprensione e quindi misterioso, il misterioso era molto
apprezzato dal gusto romantico.
▪ Natura: muta continuamente e quindi è meglio la forma aperta
◦ La mitologia del medio-oriente andava incontro al gusto cosmopolita
del primo romanticismo
▪ “Bisogna squarciare il cielo verso oriente e lasciare che un nuvolo
di divinità ignote si insedi nella cultura europea”
▪ Attenzione verso culture extra europee
▪ Incremento di studi di linguistica dei romantici determinanti per
l’individualizzazione dell’indo-europeo.
◦ Arabesco:
▪ per noi è un termine utilizzato per indicare un disegno ornamentale
complesso
▪ Schlegel intendeva l’azione della fantasia dell’essere romantico che
si sbizzarrisce nella descrizione dei particolari sovrapponendoli agli
elementi essenziali, a volte sostituendoli.
• Per lui questo è il modo per descrivere l’universo attraverso tanti
ritagli
▪ Segno caratteristico, tratto distintivo della mitologia, di
conseguenza deve arabescare anche la poesia romantica.
• L’intento fondamentale di Schlegel è quello di fondere di nuovo (secondo
lui era già accaduto in tempi più remoti), poesia e mitologia.
• Sostiene che il compito primo della nuova poesia deve essere quello di
cancellare in se stessa tutte le traccie che gli aveva lasciato il razionalismo
dell’illuminismo, che inaridisce la fantasia.
• “L’essenza della vera poesia si può ritrovare solo nel caos primigenio”
• “Il brulichio variopinto delle vecchie divinità” è la sostanza della poesia.

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• I miti non nascono dal nulla ma sono il risultato di determinate condizioni


storico-culturali.
• Molti dei miti che avevano iniziato a circolare già nel XII sec a.C. furono
riuniti in cicli. Gli scopi erano:
◦ mettere ordine al caos dei miti (mitografo)
◦ stabilire una cronologia di base, per capire la successione degli eventi
in un mito.
• Molti credevano che queste vicende si fossero davvero svolte
(atteggiamento religioso)
• Altri credevano che si trattasse di racconti fantastici a cui andava fatto
ordine, ad esempio usando l’analessi o la prolessi (atteggiamento
culturale, solitamente erano i mitografi)
• C’erano vari cicli
◦ Ciclo troiano: Iliade, Odissea, Eneide
◦ Ciclo tebano
◦ Ciclo argonautico: Medea

22/03/17
James Fratzer
• antropologo scozzese
• “Il ramo d’oro” 1890 (affronta molti argomenti) 2 aspetti principali che ci
aiuteranno per capire la rielaborazione della Wolf:
◦ Teorie evoluzionistiche:
▪ Erano già state formulate dai positivisti (Commt) nel 1800.
Ipotizzano lo sviluppo delle società umane dal punto di vista sociale
e culturale
▪ Frazer precisa le teorie evoluzionistiche individuando tre fasi:
• Stadio magico:
quello in cui non esiste la credenza in esseri sovrannaturali ma si
crede in forze astratte impersonali come ad esempio le forze
della natura.
Si può essere in completa balia di esse, ma si possono anche
domare o, addirittura, usate a vantaggio della comunità grazie a
delle pratiche magiche che sono effettuate dai maghi, più
precisamente femmine perché nelle civiltà arcaiche l’elemento
femminile è legato all’aspetto lunare che è misterioso e quindi
magico.
Stadio in cui si può posizionare Medea.
• Stadio religioso:
Esiste la credenza secondo cui il mondo è governato non da
entità impersonali ma da entità dotate di coscienza. Dei. Queste
entità possono essere convinte attraverso preghiere e sacrifici ad
influenzare le vicende umane.
Stadio della mitizzazione, cioè lo stadio in cui si forma il
patrimonio mitologico.
Stadio della composizione dell’Iliade
Ambiente di Corinto, in cui si ritrova Medea.
• Stadio scientifico:
Epoca contemporanea a Frazer
Il corso della natura è determinato non dalle passioni ma da leggi
precise ed immutabili, meccaniche, che possono essere studiate
ed in parte controllate (in modo differente dalla magia e dalla
religione.
◦ Consuetudine in uso verso antiche popolazioni:
▪ Si riteneva che i capi delle comunità esercitassero una influenza
benefica sulla natura, in particolare sulla fertilità dei campi. Si
riteneva che questo potere fosse legato all’energia vitale del capo,
che a sua volta era legata al suo essere giovane. Capo era un ruolo
di grande rilievo. Erano una sorta di re-mago (stadio magico).
Proprio perché si voleva che la comunità godesse in maniera
initerrotta dei benefici del re-mago, il re al termine di un periodo di
tempo variabile, ma che comunque coincideva con l’inizio della sua
decadenza fisica, veniva sottoposto alla cerimonia dell’uccisione-
rituale da parte di un successore più giovane e vigoroso. Era un
finto duello perché l’esito doveva essere sempre lo stesso, cioè la
mote del vecchio re, che moriva sul serio.
▪ Si riteneva che l’energia vitale che il vecchio re ancora possedeva
poteva essere trasferita nel più giovane pretendente.
▪ Esisteva anche una versione meno cruenta, più simbolica, in cui il
re aveva un duello con un finto drago. Ciò tornerà nel mito di
Medea.
Il mito di Medea
Medea è una maga, fratricida ed infanticida.
Grecia, regione della Beozia, Orcomeno
Il re Atamante, da una divinità figlia di Zeus, dea delle nubi ha due figli: Frisso
ed Elle. Poi sposa Ino, una mortale e con le ha altri due figli.
La divinità delle nubi si offende e manda una siccità sulla Beozia. Allora ino
pensa di approfittarne e convoca Elle e Frisso e solleva una sommossa popolare
contro di loro. Allora interviene la prima moglie di Atamante che dona ai figli
un ariete dal vello d’oro. Salendo in groppa a questo ariete i due ragazzi
scappano verso nord. Quando devono attraversare i Dardanelli (Egeo), Elle
cade in mare (infatti quel tratto di mare era chiamato anticamente Elles Ponto).
Frisso giunge in Colchide (lungo le coste del mar Nero) e sacrifica a Zeus
l’ariete per ringraziarlo, appende il vello d’oro in un bosco sacro ad Ares e lo fa
controllare da un drago.
In Beozia accadono molte sventure, tra cui la follia di Atamante che uccide i
figli davanti ad Ino. A questo punto la corona passa ad un ramo laterale della
dinastia che fonda la città di Iolco (in Tessaglia). Il re è Esone, che viene
scacciato poco dopo dal fratellastro Pelia. Esone, però, riesce a salvare il figlio
Giasone che viene affidato al centauro Chirone. Quando Giasone compie 20
anni vuole riconquistare il trono di Iolco. Lungo la strada per andare in questa
città perde un sandalo. Pelia era stato avvisato da un oracolo che doveva stare
attento ad un forestiero monosandalo. Quando Giasone si presenta, Pelia si
vuole sbarazzare di lui mandandolo in una pericolosa missione e dice che gli
avrebbe ceduto il trono se fosse riuscito a portare ad Iolco il vello d’oro.
Giasone fa costruire una nave chiamata Argo (come il costruttore) ed ha un
equipaggio formato dai più grandi eroi di quell’epoca (es: Eracle) chiamati
Argonauti. Accadono molte peripezie lungo il tragitto. Tra cui l’ingresso nel
mar Nero, poiché c’erano due rocce che si chiudevano e si aprivano molto
rapidamente. Loro riescono a passare e da quel momento rimangono aperte.
Gli argonauti giungono nella Colchide dove regna Eete, figlio di Elios (Sole).
Entra in scena Medea, figlia di Eete, che pur essendo mortale ha ascendenza
divina. Lei è una maga (secondo alcune fonti ed anche nella versione della Wolf
la maga Circe era sua zia). Medea, inoltre, era sacerdotessa di Ecate
(rappresenava la luna invisibile, cioè la luna nuova. Si credeva che la luna
andasse sottoterra perché non era visibile. Per questa ragione Ecate era anche
considerata dea dell’oltretomba, della notte e della magia nera. Era una divinità
dell’epoca matriarcale). Medea si innamora di Giasone grazie all’intervento di
Afrodite ed Eros che difendono Giasone. Medea, quindi, si impegna ad aiutarlo
in questa impresa. Eete si offrì di cedere il vello a patto che affrontasse una
serie di prove difficili (topos molto diffuso) che Giasone supera grazie all’aiuto
di Medea, ma Eete con il pretesto che Giasone era stato aiutato da Medea, non
tiene fede al patto. A questo punto Giasone addormenta un drago con una
pozione che aveva fatto Medea e ruba il vello. Medea vuole poi seguire Giasone
e lui acconsente perché la vuole ringraziare. Eete li fa inseguire ma Medea
uccide e poi fa a pezzi suo fratello Apsirto (per altre fonti era il condottiere a
capo di coloro che inseguivano Medea. Giasone lo aveva affrontato e poi
ucciso), che aveva portato con sé, facendolo a pezzi e gettandoli un po’ alla
volta in mare in modo che i colchi erano costretti ogni tanto a fermarsi per mare
per prendere i pezzi. Riescono quindi a fuggire. Viaggio tortuoso in cui si parla
di tutta la geografia antica, si parla anche delle isole delle sirene e dei loro canti
(topos). Argonauti i approdano ad Iolco e Giasone consegna il vello d’oro a
Pelia, il quale non vuole mantenere la promessa. Dopo una serie di altri eventi,
Giasone e Medea sono costretti a lasciare Iolco e trovano rifugio a Corinto.
(Secondo la versione del mito che fa di Medea una figura negativa, a Iolco
Medea avrebbe convinto le figlie di Pelia a gettare loro padre in un calderone di
acqua bollente per farlo ringiovanire. Si collega alla credenza dell’uccisione del
re.).
Corinto è il simbolo dell’Ellade civilizzata. A Corinto Giasone, che nel
frattempo ha avuto due figli con Medea, progetta di abbandonarla in modo di
sposare la figlia del re Creonte Glauce/Creusa, per compiere una sorta di scalata
sociale.
Poi ci sono diverse versioni tra cui la più diffusa grazie ad Euripide è:
Medea di vuole vendicare di Creusa e le manda o una veste o una corona
avvelenata.
Questo veleno istiga un fuoco e muore tra terribili spasmi e con lei muore anche
Creonte che cercava di toglierle l’oggetto maledetto.
Per far sì che i Corinzi non si vendicassero sui suoi figli o per vendicarsi di
Giasone uccide lei stessa i suoi figli.
Dopo di che fugge su un carro con draghi alati che gli viene inviato proprio da
Elios (nonno).
A conferma della malvagità di Medea, alcuni mitografi danno un seguito a
questa vicenda. Medea va ad Atene, sposa il Re e tenta di avvelenare i suoi figli.

• 1939
“La bellezza della figlia del re lo sedusse. Medea Oggetto d’odio e di
aborrimento per Giasone, fu ripudiata. Medea si abbandonò, allora, al
furore della vendetta e mandò alla sposa dell’eroe, come dono nuziale,
una tunica che divampò appena indossata e che consunse il suo corpo.
Non contenta la terribile fattucchiera sgozzò sotto gli occhi di Giasone i
figli nati dalle loro nozze. Consumati questi misfatti evocò dal cielo in
tempesta un carro trainato da draghi alati, vi salì, e scomparve tra i
lampi”.
• Più recente
“Allora Medea meditò una terribile vendetta. Fingendo di volersi
riconciliare con Creonte e Creusa, mandò a quest’ultima un manto di
magnifica apparenza ma imbevuto di terribili veleni. Appena Creusa
(dipinta sempre come ingenua), che non sospettava di nulla, lo indossò,
subito le arsero le carni mentre un forte calore le bruciava le viscere ed
ella cadde riversa, trascinando anche il padre accorso in suo aiuto. Ben
presto entrambi due furono cadaveri, ma Medea non era ancora
soddisfatta. Se con il suo dono mortale aveva ucciso colei che le
contendeva il marito, non aveva ancora punito abbastanza Giasone. A
questo scopo pensò di uccidere anche i due figlioletti sebbene fossero
innocenti. Il cuore della madre si ribellava a tanta crudeltà, ma ella
riteneva che se non avesse spento la discendenza di Giasone, questi non
sarebbe stato punito a sufficienza. Perciò ella, barbara e crudele, educata
in un paese dove erano ignote la misericordia e la bontà, fece tacere il suo
cuore materno e con una spada trafisse i figlioli.”

Durrenmatt
• Anni ‘80
• “Das Sterben der Pizia”- La morte della Pizia
◦ Pizia era una sacerdotessa di Apollo, che pronunciava gli oracoli di
Delfi
◦ Gioca sul mito, parodizza, rovescia tutte le versioni dei vari miti ormai
assodate, tranne quella di Medea, la cui immagine era ormai talmente
tanto radicata e negativa.
◦ “Il semplice fatto che Giasone avesse sposato Medea era più che
sufficiente a spiegare come mai lui si tolse la vita. Ma non va
dimenticato che quando era comparso a Delfi con la sua fidanzata per
implorare un responso dell’oracolo del Dio, la Pizia, col suo fiuto
infallibile, aveva sentenziato seduta stante che meglio sarebbe stato per
lui gettarsi sulla propria spada subito, piuttosto che prendere in moglie
quella magiatrice di uomini”.
◦ Meno sentenzioso e più spiritoso, ma comunque l’immagine di Medea
è negativa.

Versioni più antiche del mito (in parte perdute) sembra che il materiale
mitologico fosse diverso. La Wolf fa riferimento a queste versioni.
Un esempio è Parmenisco
• Fonte indiretta
• filologo II sec a. C.
• Dice di essere a conoscenza (modo indiretto) che nel mitogema di Medea,
ad uccidere i figli furono i familiari di Creonte, ed in altre versioni i
corinti li hanno lapidati alla ricerca di un capro espiatorio (epidemia di
peste)

Pindaro
• poeta greco V-VI sec. a.C.
• fonte diretta
• nelle sue Olimpiche (componimenti in onore di Zeus) parla di Medea
attribuendole grande importanza
◦ grazie alle sue arti magiche era riuscita a portare in salvo la nave Argo
◦ Non fa cenno alla morte dei figlio
Esiodo
• VIII-VII sec a.C.
• Menziona Medea come sposa di Giasone ed afferma che era riuscita a far
ringiovanire Esone (non Pelia)
• Non accenna né all’infanticidio né al fratricidio
Sofocle
• testimonianza indiretta
• autore trilogia su Medea (andata perduta)
• sembra che neanche lui facesse riferimento all’infanticidio

Dalle fonti mitografiche originali sembra che non ci fosse stato nessun
infanticidio e si parla in maniera esplicita del tentativo di Medea di mettere in
salvo i suoi figli portandoli in un luogo sacro (santuario di Era a Corinto) ma i
corinzi lo violarono.
Dunque la parziale ma sostanziale mutazione del mito fu opera innanzitutto di
Euripide. (v sec a. C.)
Molte rielaborazioni, soprattutto nel teatro poiché era un oggetto che si prestava
a molti colpi di scena

Euripide
• V sec a. C.
• Rappresentata per la prima volta nel 421 a. C.
• Da molti è considerata il suo capolavoro
• Analisi psicologica sull’animo femminile molto raffinata. Animo
condotto alla disperazione finale dalla mediocrità di un uomo come
Giasone, una marionetta dallo scarso spessore morale
• Sembra che fu lui ad inserire nel testo il motivo dell’infanticidio.
◦ Dimostrato dal fatto che Aristofane (commediografo) in una sua
commedia (“Le rose”) accusa Euripide di aver oltraggiato un
personaggio del mito che fino ad allora era connotato positivamente.
• Inizio in Medias-res, Medea era già stata ripudiata da Giasone.
• Medea:
◦ Centrale: sempre in scena, anche quando non lo è materialmente.
Infatti si parla sempre e solo di lei (influsso di Sofocle)
◦ La sua disperazione estrema e che sembra essere senza soluzione è
aumentata da:
▪ rifiuto di Giasone
▪ Pensiero angosciante della famiglia e della patria che ha
abbandonato
• Fratricidio
• Si rende conto che forse ha commesso un errore
• Intreccio accelerato dalla condotta ripugnante di Giasone, non sembrano
esserci digressioni o episodi laterali
• Sappiamo che nella società patriarcale della Atene del V sec a. C. veniva
ancora sentito come presente il rischio di un ritorno ad una società
matriarcale.
◦ L’arte tragica aveva come scopo l’evidenziare il carattere pericoloso
della civiltà matriarcale
◦ Profonda misoginia società greca antica
◦ Per questa ragione Euripide ha mutato il mito, aggiungendo
l’infanticidio
• Non tutti apprezzarono la scelta di Euripide di portare in scena questo
motivo. Perciò, nonostante rispondesse alle esigenze etico-morali
dell’epoca, i giudici non vollero attribuirgli il premio alle gare delle
tragedie annuali.
◦ Figure tragiche dovevano essere exemplum, e quindi fornire virtù,
eroismo, di imporre la propria visione del monto. Senza però
commettere delitti.
◦ Quando i valori umani prevalgono quelli eroici, nei drammi, qualche
secolo dopo, allora Medea di E. cominciò ad essere apprezzata nella
sua violenta e magnifica tragicità, poiché si aveva un maggior senso
della realtà.
• Nel 421 a. c. Atene sta diventando la capitale di uno stato multiculturale.
Sta aumentando l’esogamia, cioè il matrimonio tra persone di diverse
etnie, e ciò sembra che stava creando dei problemi sociale.
◦ Riflesso nel matrimonio di Giasone e Medea come monito
all’esogamia. Euripide pone molto l’accento sul fatto che Medea è
barbara.

Seneca
• Roma imperiale I sec d.C.
• Meda è un’infanticida affermata
• Si rifà ad Euripide per lo sviluppo dell’intreccio
• Ci sono motivi nuovi come:
◦ Proposta che Medea rivolge a Giasone di lasciare insieme Corinto. Il
rifiuto di Giasone afferma l’ostinazione nella sua ascesa sociale.
◦ Richiesta di Medea Creonte di rimanere a Corinto ancora un giorno.
Le serve per preparare la vendetta. Evidenzia la premeditazione di
Medea
◦ Giasone non è un fantoccio di Creonte ma ha una sua personalità e
volontà precisa anche se cattiva. Molto spesso il coro lo appoggia.
◦ Il coro osteggia Medea in quanto maga oscura.
• Vuole dimostrare a quali mostruosità si può giungere quando la ragione
viene sconfitta da una incontrollata/irrazionale passione sensuale che una
volta tradita di rovescia in vendetta.
• A differenza della tradizione teatrale antica, che voleva che le uccisioni
succedessero fuori scena, Seneca fa si che Medea uccida i figli in scena.
◦ Evidenza nella maniera più concreta le conseguenze della sconfitta
della ragione.
• In Seneca Medea è simbolo dell’irrazionalità come maga ed in quanto
preda delle passioni.

Pierre Corneille
• 1635- medeè
• Prima tragedia che scrive
• è considerato uno dei grandi classicismo
• Prende a modello le tragedie greche
• anche in Medea esalta virtù come la magnaminità, coraggio, patriottismo
ed onore.
◦ Virtù precise e delineate
• Di conseguenza stile netto e sobrio, non ci sono ombre o mezze misure.
Battute lapidarie e sentenziose
• Esalta il libero arbitrio umano (classicismo francese ‘600)
◦ L’essere umano è in grado di scegliere tra bene e male, conoscendoli in
piena coscienza
• Benedetto Croce- “Poesia della volontà”
• stile
◦ tre unità aristoteliche
◦ dialoghi serrati, ritmo veloce, battute concise e brevi, travolgenti.
• Influenza Seneca
◦ Lato spettacolare- sortilegi
◦ lato raccapricciante- infanticidio
• Inizio in medias- res
◦ Medea e Giasone sono a Corinto e Giasone usa il suo rapporto con
Creusa esclusivamente per la sua ascesa morale. Creonte prima del
matrimonio pretende l’esilio di Medea a causa della peste. Medea
viene esiliata e quindi si vuole vendicare.
• Variante:
◦ Creusa è un personaggio negativo, pretende per le sue nozze la veste
da sposa di Medea, Giasone acconsente e Medea gli ricorda,
inutilmente, ciò che lei aveva fatto per lui. Giasone le ripete che deve
andare via per salvarsi con i suoi figli in una fine cruenta.
◦ Giasone vuole uccidere i loro figli ma Medea lo precede.
◦ Giasone si uccide
• Medea oscilla tra due elementi:
◦ tonalità fantastica e spettacolare, elemento teatrale che fa colpo
◦ elemento più umano e psicologico. Medea ha un lato umano, anche se
si vuole vendicare ha i suoi dubbi. La sua psicologia non è monolitica
ma sfaccettata. Anche quando agisce in base alla sua parte umana
femminile, il suo passo successivo è in base alle sue doti magiche. Non
usa la psicologia ma la magia. Prevale la Medea magica poiché a
Corneille interessa l’elemento spettacolare.

Area di lingua tedesca

Friedrich Maximilian von Klinger


• due tragedie
◦ “Medea in Korinth“: 1784 – seconda fase del mito
◦ „Medea auf dem Kaukasus“: 1791- prima fase del mito.
• Era uno dei fondatori della corrente artistico-culturale tipica dell’area
tedesca chiamata Sturmunddrang (tempesta ed assalto), ultimi decenni
‘700
◦ Accento sul fatto che Medea non riesce ad adattarsi in una normale
vita civile. Profonda nostalgia per la barbara e selvaggia Colchide
• Attrazione verso i paesi esotici
• Si rifà al mito del buon selvaggio di Rousseau
◦ Privilegio delle culture antiche ed esotiche

Franz Grillparzer
• austriaco ‘800
• 1822 trilogia Das Goldene Veies- Il vello d’oro
◦ Der Gastfreund- L’ospite (Frisso)
◦ Die Argonauten- Gli Argonauti
◦ Medea
• Medea cerca ma non riesce ad adattarsi poiché straniera.
◦ Atto I- Medea butta via tutto ciò che le serviva per i sortilegi perché
vuole aprirsi ad una vita nuova
▪ Dicotomia
• oscuro- passato
• luce- vita a Corinto
◦ Si confronta con Creusa dicendo che anche lei era luminosa quando
stava con suo padre.
• Anche in altri drammi di Grillparzer (ex. Su Saffo)
◦ figura femminile che va incontro alla propria rovina, in quanto
soccombe al conflitto tra la propria aspirazione alla felicità e l’ordine
sociale (in passato giustificati con i miti)
▪ Conflitto tra individuo e società
• Passione Medea per Giasone, totale, che non conosce
compromessi
• volontà dei Corinzi di emarginare Medea a causa della sua
diversità
• Ricorda le eroine tragiche di Schiller
◦ Donne che per la loro forza d’animo e per l’intensità dei loro
sentimenti si mostrano moralmente superiori ai maschi.
• Giasone tipica figura maschile che torna anche in altre sue opere
◦ Eroe avventuroso e coraggioso materialmente ma debole moralmente
◦ Non esita a liberarsi di Medea e figli, cerca però il pretesto per
giustificare la sua scelta.
• Motivo dell’espiazione di ogni infedeltà (anche nei confronti di noi
stessi).
◦ Giasone ha tradito il suo amore per l’ascesa sociale
◦ infedeltà all’imperativo morale di Kant
◦ Per questo fatto aleggia la fatalità, il cui simbolo è il ratto del vello
d’oro.
• In tutta la trilogia G. è diffidente nei confronti di un’ideologia prettamente
maschile. Secondo lui l’eroismo e l’azione sono pericolosi per l’equilibrio
dell’esistenza
◦ Esponente del Biedermeier
▪ Influenza classicismo e romanticismo
▪ condanna titanismo del romanticismo (voler superare i limiti)
• Metafora ruscello
◦ Alla sorgente tutto calmo, vicino al mare tempesta e dolore
◦ Medea lo dice a Creusa, se sposa Giasone soffrirà
• eroismo virile irragionevole
• condanna contro egocentrismo romantico
◦ atteggiamento quietistico, contemplazione e non azione
◦ Giasone racconta a Creonte della missione. Istinti barbari poiché in
terra barbara. Medea donna barbara per eccellenza sposata a suggello
della propria conquista.
• Incomunicabilità tra diverse civiltà
◦ L’ospite: Medea fattucchiera, donna che caccia e selvaggia-
Romanticismo
◦ Medea: Creusa donna equilibrata- Classicismo
• Medea
◦ Spogliata tratti tradizionali e tragici del mito
◦ tratti più moderni e raffinati
◦ Come in Corneille si rende conto che è un’esclusa, nonostante
motivazioni psicologiche umane, torna ad agire in modo ribelle e
magico.
• Motivo originale
◦ Creusa positiva ed in scena (in Euripide non in scena, ma si sa che ha
accolto bene i figli di Medea). Grande spessore umano, sentimenti
sinceri e profondi e non ambigui. Cerca compromesso con Medea
• Motivo parzialmente originale: Infanticidio
◦ Non per vendetta contro Giasone ma per risparmiare loro la triste sorte
dell’esilio e della persecuzione. Quindi testimonianza suprema
d’amore.
• Non scappa su carro di draghi ma si prepara ad un percorso di espiazione
(influenza Cristianesimo)

12/4/18
Hans Henny Jahnn
• Scrive negli anni ‘20, risente comunque dell’espressionismo
• Medea
◦ prosa 1924
◦ versi 1926
• 2 grandi variazioni scandalose
◦ Prima
▪ ripresa anche da altri
▪ turbò un po’
▪ Medea è una donna di colore dell’Africa. Jahnn in questo modo
evidenzia due cose:
• aspetto sociale: emarginazione del diverso da parte delle società
conformiste che temono il diverso. Afferma che il suo intento era
quello di contrapporsi a qualunque nazionalismo basato sul
colore della pelle. Secondo lui l’espressione culturale più
feconda sarà data dall’ibridismo/bastardismo, cioè la
commistione etnico-culturale. (contrario Euripide)
• Legame della protagonista con le civiltà africane più arcaiche,
ossia legate allo stadio magico. Medea legata al culto magico di
Iside ed Osiride, riservato a pochi iniziati.
◦ Secondo:
▪ Figli Giasone e Medea
▪ Hanno la propria autonomia
▪ Inizialmente hanno un rapporto incestuoso
▪ Il figlio diviene nemico del padre poiché si innamora di Creusa
• Jahnn voleva ribellarsi all’epoca dei padri contemporanea a lui. Vuole
smuovere le coscienze dei borghesi.
• Domina l’elemento dionisiaco, le passioni non sono frenate. Non solo in
Medea ma anche in Giasone e nei loro figlio
• Giasone non è il contraltare razionale di Medea. Rappresenta il
narcisismo, pomposamente ed ingenuamente soddisfatto dell’eterna
giovinezza che gli ha donato Medea.
• Tutta la tragedia risente dell’espressionismo
◦ ribellismo
▪ generazione dei padri
▪ epoca contemporanea
◦ interesse per l’interiorità
◦ interesse verso le culture esotiche o arcaiche
• Tecnico- formale
◦ Euripide- 3 unità aristoteliche
◦ molti eventi fuori scena di cui si parla nella messinscena
• Anche scrittrice del Cameron Medea di colore “Medea, i rischi di una
certa reputazione”

Poemi epico-mitologici
Apollonio Rodio
• III sec a.C.
• Rodio- da Rodi
• “Le Argonautiche”
◦ al femminile perché errore di traduzione
◦ 4 libri
▪ 1 Preparazione
▪ 2 Viaggio verso Colchide
▪ 3 Accento sulla parte culminante. Prove di Giasone per prendere il
vello. Nascita e sviluppo amore Giasone e Medea. Ritiene che ciò
sia il motore dell’azione mitica, si rivolge ad un pubblico che
predilige l’aspetto sentimentale ed elegiaco, infatti invoca Erato,
musa della poesia sentimentale
▪ 4 Uccisione del drago e presa del vello. Nostos, ritorno, temi
fantastici.
◦ Solo in Apollonio
▪ Nozze di Giasone e Medea accadono poiché è un’imposizione degli
inseguitori per fermarsi. Si sposano nell’isola dei Feaci con il re
Alchino (Contaminatio Odissea).
◦ Già qui Giasone inizia ad essere connotato da elementi negativi. Non
ha spessore morale, piattezza di sentimenti e cinico.

Ovidio
• I sec d. C.
• “Le metamorfosi”
◦ ampia raccolta trasformazioni esteriori che offriva mitologia
◦ dalla descrizione del caos delle origini fino all’ordine di un dio, fino a
quando Cesare diventa Astro e Augusto divinizzato
◦ Con questa opera cercadi adeguarsi ai moduli della propaganda di
Augusto dopo le guerre civili, Augusto voleva restaurare la cultura in
senso politico, morale e religioso
◦ in parte scritte in esilio a Tomi perché deve scontare il tono frivolo e
licenzioso della sua ars amatoria
◦ Libro VII- Monologo Medea, non sa se deve abbandonare la sua terra,
parla di sé in prima e seconda persona poiché scissa dal dubbio

Versione cinematografica
Pier Paolo Pasolini
• regia e sceneggiatura
• 1969
• Si parte dalla giovinezza di Giasone, abbandona Chirone e giunge nella
Colchide abitata da barbari che sacrificano umani sanguinolenti. Medea
presa d’amore ruba il vello e fugge. Sacrifica il fratello Apsirto, sequenza
molto realistica, lo uccide con il macete. Passano anni (soluzione di
continuità) e Medea si ritrova straniera in un mondo nuovo (motivo
ripreso), che teme e disprezza la sua cultura primitiva, magica. Quando
Giasone si accinue a sposare Glauce (non Creusa, probabilmente nella
mitografia Creonte aveva due figlie, Glauce e Creusa, ecco perché si è
creata confusione) e Medea viene messa in esilio, lei decide di vendicarsi
con la sua magia. Prima chiede a Creonte un giorno in più (anche Grill-
Partzer) e poi dona a Glauce le vesti stregate.
Ci sono due scene:
vesti inceneriscono Glauce
vesti fanno impazzire Glauce che si butta dalle mura.
Alla fine Medea uccide i figli ed appicca il fuoco alla città.
• Affronta un tema per lui fondamentale anche nei romanzi e nei saggi
Omologazione
◦ Nella società contemporanea ha avuto luogo una uniformazione
rispetto ad un modello culturale unico, quello del consumismo.
◦ Individui sullo stesso livello
◦ Dalla unificazione culturale ne scaturisce la ricerca degli stessi beni di
consumo
◦ Nelle società precapitalistiche c’erano differenza culturali che
portavano a sviluppi fecondi
◦ Mette in evidenza il passaggio dal vecchio mondo noumenico,
religioso, spirituale, metafisico ad un mondo realistico, concreto, che
valuta le cose solo in base alla loro utilizzabilità pratica. Anche le
persone sono giudicate così ed è un tema che torna anche nella Wolf.
▪ Medea “la donna antica”, si capisce che Pasolini è simpatetico
▪ Giasone “l’uomo nuovo” simboleggia l’arido pragmatismo del
mondo contemporaneo.
• Motivo principale è la critica alla società capitalistica (simile a
Durrenmatt)
• Ambientazioni sono importanti. Ogni luogo simboleggia particolari
concetti:
◦ Giovinezza Giasone
▪ Laguna di Grado (Friuli)
▪ vaste distese acqua/terra solitarie
▪ natura incontaminata e quindi la vita di Giasone è ancora semplice
ed innocente.
◦ Colchide
▪ Cappadocia Turchia
▪ Rocce calcaree di origine incerta
▪ natura incontaminata ma inquietante, magica e arcaica
◦ Corinto
▪ Pisa, campo dei miracoli
• Architettura romanica XII secolo, connotata da compostezza e
sobrietà, contrapposta a Cappadocia, piena di colori che stridono
▪ Ingresso cattedrale: reggia di Corinto
▪ Muro del campo santo
▪ Torre mai inquadrata poiché storta, non trasmette equilibrio e
monotonia
▪ Intorno ai prati sempreverdi si svolgono trattative ardite di affari.
• Suoni:
◦ Corinto: rumorosa e frastuono frenetico, simbolo del ritmo convulso
della vita capitalistica
◦ Silenzio assoluto durante il bagno che Medea fa ai figli prima di
ucciderli, senso sacrale ultraterreno di Medea.
• Stile: sintesi tra
◦ Elemento fantastico della Colchide
◦ Elemento realistico di Corinto

Letteratura Tedesca- Prof. Tofi


Secondo modulo
Christa Wolf

• Considerata fino alla sua morte nel 2011 la più significante scrittrice
contemporanea di lingua tedesca. Tutte le sue opere sono state tradotte in
italiano.
• Nata nel 1925 a Lanzber, dopo WW2 finisce in Polonia e quindi si
trasferisce nella ex DDR.
• Vive in prima persona, essendo attiva politicamente, sia la fondazione
della DDR, nel ‘49, sia la sua disgregazione nel ‘89
• Berlinermauerfall, muro creato nel ‘61
◦ Ovest- Schandemauer, muro della vergogna poiché l’est doveva
vergognarsi di averlo costruito
◦ Est- Antifaschistischer Schutzwall, muro antifascista
• Si iscrive presto al partito unico della DDR, SED, Partito Socialista
Unitario
• Ha lavorato per un periodo in una fabbrica di vagoni ferroviari.
◦ Autorità ex DDR invitavano gli scrittori e gli artisti a svolgere un
periodo lavorativo in modo di rendersi conto delle esigenze della
classe operaia, inoltre invitavano gli operai a scrivere.
◦ Creavano un’osmosi tra classe per evitare una scissione netta.
• Molti romanzi e racconti riflettono lo Zeitgeist, spirito del tempo.
• Zeitroman, romanzo del tempo
• “Der getalte Immer”
◦ Il cielo diviso
◦ Primo Zeitroman
◦ 1963, prima opera che la fece conoscere al grande pubblico
◦ 1964, versione cinematografica
◦ Parla di come la divisione, creata con il muro costruito nel ‘61,
influisce sulla vita degli individui.
◦ Instant book
◦ Protagonista femminile, Rita
▪ tratti autobiografici, lavora in una fabbrica di vagoni ferroviari
▪ decide di restare nella DDR al contrario del suo fidanzato Manfred
che invece viene attratto dal maggiore guadagno da ingegnere a
Berlino Ovest. Subito prima della costruzione del muro lui si
trasferisce.
◦ Tema della Republickflucht
▪ coloro che fuggivano nell’est
▪ importante, nella Germania comunista veniva offerta una
formazione di alto livello gratuita
▪ investimento sui giovani vano, poiché poi si trasferivano altrove.
▪ Anti-Republikfluchtroman, presa di posizione
• Continua il percorso politico in veste di rappresentante degli scrittori
negli organismi nazionali ed internazionali.
• 1968, moti studenteschi ed invasione Ceco-Slovacchia delle truppe di
Varsavia
◦ Christa si rifiuta (si discosta dal partiti) di rilasciare dichiarazioni a
favore della Primavera di Praga, come era stato richiesto a tutti gli
scrittori.
• “Nach Denken uber Christa T.”
◦ 1968
◦ Elementi autobiografici come ad esempio il nome
◦ Atteggiamento di adesione al partito, però in modo critico
all’atteggiamento autoritario
▪ in un primo momento in viene pubblicato
▪ poi pubblicato a bassa tiratura
◦ non rispettava più i dettami stilistico-formali del realismo socialista
▪ Realismo socialista: indirizzo artistico-letterario della URSS in cui
si raccomanda il realismo che poteva o descrivere gli obiettivi
raggiunti del socialismo o la rappresentazione delle tappe di
avvicinamento al socialismo dell’umanità.
• Feudalesimo - Borghesismo – Socialismo- Comunismo.
◦ La protagonista descrive le tappe della sua malattia
◦ Tendenza alle innovazioni linguistiche e sperimentazioni stilistiche
◦ Coralità di personaggi che esprimono un’opinione sulla protagonista
(anche in Medea)
◦ Inizia a delinearsi una precisa posizione da parte della Wolf, che non
mette in discussione il socialismo teoretico, ma critica l’autoritarismo
del partito.
• “Keit Ort. Nirgends”
◦ “Nessun luogo da nessuna parte”
◦ 1979
◦ Incontro tra intellettuali del Romanticismo tedesco nel quale viene
discusso il problema del rapporto tra intellettuali ed autorità con un
occhio anche alla DDR.
◦ Intellettuali/autorità, motivo molto frequente.
• Impegno politico
◦ Wolf Bierman
▪ Poeta e cantautore
▪ Seconda metà anni ‘70
▪ Socialista e comunista
▪ Amburgo, nel ‘53 va nella DDR
▪ Inizia a criticare la DDR
▪ Va in tour in occidente e la DDR lo caccia e gli impedisce di tornare
▪ Viene chiesto agli intellettuali di firmare una petizione a favore ma
Christa si rifiuta, anzi scrive una petizione di protesta
• Per la Wolf l’impegno politico e sociale è sempre stato non solo un
imperativo etico e stile di vita, ma anche sostanza delle sue opere.
• Rapporto uomo-donna
◦ Filone importante per la Wolf
◦ In chiave femminista
◦ Convinta che anche nella socialista DDR, dove le donne avevano
raggiunto grandi conquiste lavorative e politiche, si esercitasse un
dominio maschile
◦ Non auspica un ritorno al matriarshismo ma vuole una società al
femminile
◦ Si inizia a narrare grazie a lei il Frauerroman, scritto dalle donne sulle
donne
▪ Arrivano nella DDR elementi critici nuovi per i paesi del socialismo
reale dove domina l’idea che con l’instaurazione del socialismo
inizia l’emancipazione femminile
• Per la Wolf l’emancipazione è bloccata.
• “Kassandra”
◦ 1984
◦ lungo racconto
◦ Figura mitico-leggendaria di Kassandra, figlia di Priamo. Profetessa
inascoltata (es. Cavallo di Troia). Compare nell’Odissea e
nell’Agamennone (trilogia di Eschilo). Agamennone la conduce a
Micene e viene uccisa da sua moglie.
◦ Guerra di Troia dal punto di vista di Kassandra
◦ Rifiuta la logica all’interno della reggia di Priamo secondo cui la
guerra era inevitabile (motivo centrale)
▪ Riprende un motivo a lei contemporaneo, cioè quello della corsa
agli armamenti.
◦ Per la Wolf le cause della guerra non era il rapimento di Elena ma una
lotta di egemonia sugli stretti tra Troiani ed Achei.
◦ Per non tradire la sua morale Kassandra si isola e si prima dell’affetto
del padre convinto dell’inevitabilità della guerra.
◦ Negli ambienti della coorte, gli istinti belligeranti sono personificati da
figure maschili:
▪ Eumeo
• Capo guardie del palazzo.
• Capo di un apparato di spionaggio creato da lui che mano a
mano diventa più potete di Priamo
• Impone agli scribi del palazzo di manipolare e mistificare la
verità per far passare all’opinione pubblica che la guerra sarà
utile per la città
• Attraverso la sua figura la Wolf si riferisce all’apparato
oppressivo della DDR, in particolare ai sistemi di comunicazione
di massa. Sia ad Est che ad Ovest, per la Wolf, i Mass Media
intervengono sul linguaggio per togliere verità scomode.
◦ Kassandra viene prima imprigionata a Troia, poi liberata e cacciata
dalla reggia e poi dalla città.
▪ Percorso di sofferenza attraverso cui arriva a scoprire nuovi valori e
priorità.
▪ Comunità dello Scamandro.
• Fiume, Iliade, personificato rigetta cadaveri uccisi da Achille.
• Comunità eterogenea di diverse culture ed etnie.
• Alla base c’era la commistione interculturale.
• Composta soprattutto da donne ma c’erano anche uomini come
Enea ed Anchise.
• Donne, aperte alle condivisioni, pace ed allegria, a differenza
degli uomini che avevano paura della diversità e di conseguenza
divenivano violenti).
• Donne dissidenti coltivano la memoria del passato e del futuro.
Sogno di un futuro al femminile fondato su pace, fratellanza e
sorellanza universale.
• Praticano l’antico culto della dea Grande Madre/Cibele
◦ Simbolo della terra coltivata che dà frutti e nutre, ecco perché
madre. Fecondità e femminilità, tramite tra umano e divino.
La procreazione era mistero e trascendenza.
◦ Simbolo di equilibrato rapporto con la natura. Mondo
governato dalla natura, ritmi lenti e ciclici, diversi da quelli
umani che sono affannosi.
• Nella comunità si canta, si cucina insieme, si raccontano storie,
si preparano rimedi naturali in base alle varie conoscenze.
Commistione.
• Anche pratiche di carattere profetico
• Dalle vecchie alle nuove generazioni.
• Vi risiede anche prima moglie di Priamo, Arisbe, rappresenta
potere matriarcale ormai messo da parte. (Ecuba, seconda moglie
viene pian piano emarginata, simbolo trionfo patriarcale)
• Vena pacifista della comunità
◦ Viene esclusa Pentisilea (regina Amazzoni), poiché escludeva
troppo gli uomini

◦ Enea
▪ eroe troiano, sin dall’inizio si dice che alla fine della guerra
perpetuerà i troiani una volta distrutta Troia.
▪ Compare spesso
▪ Rappresenta sincerità, purezza d’animo, desiderio di instaurare
delle relazioni interpersonali basate sulla lealtà reciproca,
diversamente dagli uomini della coorte.
▪ Prototipo eroe che è destinato alla fondazione di un’altra entità
statale patriarcale, aggressiva.
▪ Possibilità nuovo modello maschile.
▪ Nonostante è positivo, è sempre assente, sia in senso spaziale che
spirituale con Kassandra. Perchè Enea è chiamato a rappresentare il
modello di uomo che intuisce la cattività del predominio maschile
ma che non è in grado di esprimere la sua nuova concezione della
vita né con parole né con fatti.
▪ Doppia faccia (come Romulus)
• Positivo
• indirizzato su strada diversa
▪ Kassandra non seguirà Enea quando abbandonerà Troia
◦ Dopo la guerra, Kassandra
▪ Prima al tempio di Atena
▪ vittima violenza sessuale
▪ prigioniera Agamennone e poi uccisa.
◦ Formazione del romanzo:
▪ Incipit: narratrice parla e spiega come è arrivata a raccontare ciò.
▪ Breve parte iniziale formata da Ich-Monolog, monologo interiore
(anche Medea Ovidio) di Kassandra in cui ripercorre le ultime ore
della sua vita.
▪ Flashback.
◦ Nella tradizione mitica/epica antica Kassandra è solo una profetessa
inascoltata.
◦ Nel romanzo della Wolf, Kassandra è una figura complessa.
Rappresenta:
▪ Una profetessa inconsapevole
▪ Una donna che ha imparato a scorgere la verità dietro le apparenze
messe in scena dallo stato.
• Nonostante è inserita in un contesto storico in cui le donne erano
emarginate e non autonome nei pensieri, lei impara da sola ad
interpretare i sogni suoi e delle persone.
◦ Es: Kassandra racconta alla sua vecchia nutrice di un sogno.
Sogna che Apollo tenta di stuprarla ma non riesce nel suo
intento perché Kassandra lo respinge. Apollo allora le sputa in
bocca. La nutrice dice che visto che le ha sputato in bocca
sarà in grado di fare profezie, però visto che non le ha sputato
nell’orecchio nessuno la ascolterà (conforme alla tradizione).
Apollo nel sogno appare come un lupo (violenza universo
maschile, iconografia del dio). Per Kassandra, invece, il
sogno è il segnale del dono, non del non essere ascoltata. In
quanto donna autonoma fa in modo che le credono. Si ribella
sia ad Apollo che al potere maschile.
◦ “Voraussetzungen einer Erzahlung: Kassandra”
▪ poco prima della pubblicazione del romanzo, nel 1983.
▪ “Premesse ad un racconto, Kassandra”
▪ La Wolf raccoglie le 4 lezione che tenne all’uni di Francoforte nel
‘82 in cui parla di come ha preso forma Kassandra
▪ Fruhgeschichte. Storia dell’origine, genesi dell’opera.
▪ Insieme di appunti ed annotazioni. Appare una corposa lettera ad
una amica scritta durante un viaggio in Grecia avvenuto nel 1980 in
cui dice che per prepararsi al viaggio e durante stava leggendo la
“Trilogia di Eschilo”. Si trova alla porta dei leoni a Micene, ormai
devastata sia dal tempo che dai nemici che dal turismo di massa.
Nella sua mente è riuscita a ricreare delle scene di Kassandra.
▪ Dopo questo viaggio a Micene la Wolf si è recata a Knosso a Creta,
era il centro della civiltà minoica, del bronzo (3-2 millennio a. C),
cancellata poi dalla civiltà micenea. A knosso si adorava Cibele. In
compagnia di due amiche americane alla ricerca di un presunto
passato matriarcale. La Wolf sostiene di aver cercato in senso
metaforico di superare la barriera temporale che la separava da
Kassandra, considerata da lei prototipo femminile dell’intellettuale
che cerca di liberarsi dai vincoli dell’ideologia dominante in
maniera autonoma.
▪ Resoconto crisi in seguito alla scoperta di un paese in cui
l’emancipazione femminile è rimasta teorica.
▪ Rappresentano il racconto dell’incontro/scontro tra femminismo
moderno e formazione Marxista dell’autrice secondo cui la
rivoluzione socialiste= emancipazione femminile. Formazione
ormai insufficiente per l’autrice.
◦ Parlando con i nipoti Kassandra predice la prossima fine di Troia e
dice anche che saranno preda di guerra e se/quando torneranno in
patria non troveranno Troia, poiché distrutta dai greci
▪ “Le splendide mura di Troia costruite da Apollo saranno abbattute
dalla furia dei vincitori”
◦ “Il popolo in festa corse per le strade, vidi la notizia farsi verità e
Priamo ebbe un nuovo titolo, il nostro potente re, in seguito, man mano
che la guerra diveniva priva di prospettiva dovette essere chiamato
“potentissimo””.
▪ Furore bellico paragonato dalla Wolf alle manifestazioni
nazionalistiche prima della WW2 in Germania. Paragonato anche
ad altre manifestazioni socialiste nella DDR, ovviamente non
paragonabili al nazionalismo WW2.
◦ Priamo: “I greci vogliono il nostro oro e libero accesso ai Dardanelli”
Kassandra: “Allora vieni a patti su queste cose”
Priamo: “Venire a patti no, perché è contro il nostro diritto”
▪ Motivazione più seria in confronto al rapimento di Elena
◦ “Non era opportuno che si chiamasse guerra, il registro linguistico
suggeriva la voce aggressione”
• 1989, giorni precedenti alla caduta del muro
◦ la Wolf si adopera affinché si arrivasse ad una soluzione pacifica ai
conflitti
◦ Discorso pubblico all’Alexanderplatz di Berlino Est.
◦ Era uscita dal partito già in tempi non sospetti, a giugno, non era una
mossa opportunistica
◦ Sera 8 novembre, discorso famoso, inascoltato.
◦ Atteggiamento equilibrato, equidistante da entrambe le parti (pendeva
un po’ dalla parte del socialismo reale)
◦ nonostante ciò, dopo la riunificazione viene accusata di ambiguità,
polemica feroce.
• “Was Bleibt”
◦ “Cosa rimane”. Dell’esperienza socialista.
◦ Autobiografico
◦ svolgimento della giornata di una famosa scrittrice che è sempre
sorvegliata (Wolf), in maniera oppressiva, dalla STASI, la polizia di
stato politica che controllava gli atteggiamenti del popolo.
◦ Dalla stampa occidentale era percepito come una vera e propria
provocazione politica.
▪ Ora la Wolf si atteggiava a vittima della Stasi, mentre non solo
questa critica arrivava troppo tardi (opportunista) ma si sosteneva
che la Wolf fu una delle scrittrici che il regime non aveva
sorvegliato, ma anzi privilegiato. Privilegi non casuali ma perché
aveva collaborato con la STASI tra il ‘59 ed il ‘62 nella
sorveglianza di alcuni scrittori.
▪ Accusata anche dalla rivista “Die Zeit” di essersi voluta guadagnare
con “Was Bleibt” una sorta di attestato di vittima del socialismo.
▪ In seguito la polemica viene ridimensionata e si conclude che si
trattava di un errore di gioventù ormai in prescrizione. Si stabilisce
anche che comunque la Wolf si era limitata a dire alla Stasi le stesse
cose di cui si parlava effettivamente con i colleghi, quindi era
diverso dal fare la spia.
◦ Si analizza la crisi linguistica che afflisse la DDR negli anni ‘80
▪ lingua ormai mistificata ed imposta dal regime
▪ Lingua che non riesce a descrivere la realtà e quindi non riesce ad
agire sulla realtà
• Muore a Berlino nel 2011

Letteratura Tedesca- Prof. Tofi


Secondo modulo
Medea. Stimmen (Medea, voci) - Christa Wolf

• Periodo post-unificazione
• Stimmen- fa riferimento alla struttura dell’opera
• In confronto a Kassandra che è un Ich- monologe, Medea ha altre 5
prospettive, ogni voce ha un compatto monologo interiore
• Non ci sono dialoghi
• Medea
◦ inizio
◦ due centrali
◦ fine
• Medea cornice del romanzo Rahmenerzahlung (racconto-cornice)
• 5 voci
◦ Medea
◦ Giasone
▪ due volte
▪ ogni volta dopo Medea
▪ Contraltare di Medea
◦ Acamante
▪ Primo astronomo
▪ contro Medea tesse una congiura
◦ Leuco
▪ Corinzio amico di Medea
▪ secondo astronomo di coorte
◦ Agamante
▪ Segue Medea dalla Colchide
▪ allieva di Medea nella magia bianca
▪ un tempo devota ora è ostile
• Struttura paragonata ad uno specchio in frammenti
◦ Ogni frammento è solo una parte della realtà.
◦ Ogni frammento non fa vedere tutto e quindi fornisce l’ampliamento o
la diminuzione di quella parte.
◦ Le singole voci individuali prevalgono sulla visione generale più
precisa e completa.
• Tema moderni
◦ Incomunicabilità, le voci parlano con se stesse, tranne che Medea che
sembra capire anche le ragioni degli altri.
◦ Frantumazione della realtà.
• In ognuna voce
◦ ripercorso lo stesso tragitto che ha avuto come esito finale l’uccisione
dei figli di Medea.
▪ Viene alla luce l’inconciliabile conflitto tra due culture lontane ed
opposte.
• Corinto, razionale e pragmatica
• Colchide, irrazionale e spirituale
◦ Si mescolano i ricordi del passato con le riflessioni sul presente
▪ Ich monologe, costruiti in base alle tecnica detto Stream Of
Conciousness (flusso di coscienza), che è un procedimento che
riproduce i pensieri così come affiorano prima che vengano ordinati
in base alla sintassi.
• Struttura paratattica con molte principali.
• Frasi paratattiche principali non separate da punti ma da punti e virgola
per riprodurre il flusso continuo
• Struttura polifonica: molti eventi sono narrati più volte in base al POV.
◦ Paragone con “Uno, nessuno e centomila” di Pirandello.
• Inizio:
◦ Medea immagina di parlare con la madre Idia, lei le ha insegnato le
antiche pratiche divinatorie dell’era matriarcale e anche quelle
terapeutiche. Hanno sempre avuto un buon rapporto.
▪ Dice di aver trovato nei sotterranei uno scheletro infantile, spesso
visitato e custodito dalla regina Merope.
▪ Sono i resti della figlia di Merope e Creonte, Ifinoe.
▪ Ifinoe fu uccisa dal padre poiché stava per andare in sposa ad un
principe di uno stato confinante contro la volontà paterna.
▪ C’era il rischio che lo sposo avrebbe tentato di uccidere Creonte per
ampliare il proprio territorio, in base alle antiche consuetudini.
◦ Medea rievoca l’incontro con Giasone ed accenna alle voci sul
fratricidio
◦ Fa riferimento alla brama dell’oro dei corinzi che giudicano il valore
degli individui in base all’oro posseduto
▪ Primo accenno alla differenza tra culture
▪ Simile alla contrapposizione tra Haben e Sein di Freud
▪ Se i corinzi non avevano oro non potevano indossare gioielli
◦ p24-24
◦ P28-29
▪ Lissa
• Sorella di latte di Medea
• personaggio secondario
• come gli altri Colchi la accusa per aver lasciato la Colchide,
come se li avesse costretti.
◦ P34-35
▪ ricordo del momento della partenza dalla Colchide
▪ Versione diversa
▪ Apsirto ucciso dai Colchi e non da Medea. Il mandate era il padre
che aveva paura che Apsirto lo uccidesse per prendere il suo posto.
Medea inorridita fugge con Giasone di cui inizialmente non era
innamorata.
◦ Ulteriore processo di desacralizzazione del mito
▪ Frisso ed Elle erano fuggiti su un ariete non dal vello d’oro
▪ Il vello era d’oro solo perché i Colchi usavano le pellicce per
recuperare l’oro dei fiumi.

• In molti interventi è spesso presente questa dialettica tra matriarcato e


patriarcato che poi si lega anche all'opposizione tra il mondo mercificato
ed il mondo spirituale.
• Un altro motivo spesso presente è quello della Goldgier (brama dell'oro) o
ancora l'uccisione del re vecchio, di come questa pratica ritorni.
• Un altro tema importante che possiamo rintracciare nei vari brani è quello
delle differenze, talvolta anche profonde, tra la versione tradizionale
euripidea del mito di Medea e le varianti apportate da Christa Wolf.
• I motivi comuni tra Cassandra e Medea (i nessi, i collegamenti)
◦ l'elaborazione tra queste due figure leggendarie fatta da Christa Wolf
▪ es: la comunità che si fonda su saperi esoterici, pre-razionali,
matriarcali.

• Prima voce Giasone


◦ A Giasone sono riservati due interventi, i quali si verificano sempre
dopo i due interventi centrali di Medea, quasi a costituire una specie di
controcanto, è come se Giasone volesse affermare le sue ragioni, dopo
quanto sostenuto da Medea (anche se a Medea è riservata l'ultima
parola, è la voce di Medea che concluderà il romanzo).
◦ rievoca primo incontro con Medea
◦ Prova ancora attrazione con Medea ma è anche un po’ ostile nei suoi
confronti perché l’affermazione della sua autonomia da potere
maschile e le conoscenze matriarcali che tira fuori sono una minaccia
per l’ascesa sociale di Giasone.
◦ Durante il primo incontro ricorda come Medea avesse salutato gli
argonauti con le mani alzate insegno di pace. Gesto usato
principalmente solo da uomini, quindi inconsueto e pericoloso.
Impronta matriarcale.
◦ Era stato possibile riscontrare i residui di un passato matriarcale anche
negli atteggiamenti della madre di Medea e nell’atteggiamento dei
Colchi nelle donne in generale.
◦ Ricorda il rito orgiastico con cui Medea permise a Giasone di superare
le prove imposte da Eete.
▪ Punto culminante seduzione.
▪ Rito che ricorda cerimonie e danze dionisiache, frenetiche e pre
razionali, che si svolgevano al chiaro di Luna (Medea sacerdotessa
di Ecate) dove le baccanti uccidevano animali.
• Simbolo parte selvaggia e primordiale dell’uomo
• Libera manifestazione dell’energia naturale (stessa del
Superuomo)
◦ Ormai, Medea viene percepita da Giasone, nonostante una certa
attrazione, come una minaccia ai suoi progetti di ascesa sociale.
◦ La prima frase può essere interpretata come una sorta di flashforward,
di prolessi, di anticipazione (“questa donna sarà per me fatale”, da
notare che utilizza il termine weiSS e non Frau, quindi femmina, non
donna, un qualcosa che pone l'accento sulla femminilità, quindi
qualcosa che si contrappone all'elemento maschile).
◦ Al termine di questo suo primo intervento, Giasone manifesta in
maniera abbastanza esplicita il suo progetto di integrazione nella
Corinto che lui sente moderna (il mondo della logica e della
razionalità), qualcosa di totalmente diverso rispetto alla Colchide che
ha conosciuto attraverso Medea (mondo dell'istinto) →
contrapposizione di questi due mondi, lo “haben” contrapposto al
“sein”.
◦ Giasone è, come lo ha definito Pasolini, l'uomo nuovo contrapposto
alla donna antica (Medea). Il mondo della forte competitività del
mondo nuovo che ha come conseguenza la necessaria aggressività nei
confronti di chi compete con noi.
◦ Alla fine, manifesta anche il timore che i suoi precedenti rapporti con
Medea possano nuocere a questi progetti di integrazione, tanto più che
si stanno diffondendo le dicerie circa l'uccisione del fratello Absirto da
parte di Medea e a Medea, Giasone dice, che ella potrebbe benissimo
servire per i Corinzi come capro-espiatorio per cercare di far cessare
l'epidemia di peste che intanto si era scatenata in città.
◦ Un altro aspetto importante è lo stupore che Giasone prova in
Colchide, quando si rende conto del rapporto, dell'atteggiamento che i
Colchi hanno nei confronti del genere femminile.
◦ Giasone, infatti, ricorda di essere comunque figlio di un re, anche se
detronizzato (è stato dato via da lattante per farlo sfuggire alle
persecuzioni dello zio Pelia).
◦ Poi, ricorda il periodo in cui ciò che lui sapeva riguardo la medicina
impressionò Medea, la quale viveva in un mondo ancora pre-
scientifico, però dice anche che quel tempo è passato.
◦ Ottica strumentale: ottica per cui l'uomo deve tenere solo ciò che gli
serve.
◦ In seguito, troviamo la parte importante, ovvero il confronto tra Idia,
madre di Medea, e Medea, denominata rozza, perché ormai si è spenta.
Idia stava affianco a re, ma non come la sua ombra, poiché poteva in
qualche modo influenzare le decisioni che il marito prendeva ed i greci
rimanevano sorpresi rispetto il modo con cui trattavano le donne. Idia
cercò di convincere il marito che le prove proposte fossero qualcosa di
scorretto, però Eete si finse sordo, come a farci capire che ormai la
strada verso il patriarcato era avviata, ma in Colchide il matriarcato
manteneva comunque una certa posizione.
◦ Poi, vi è un ulteriore demitizzazione del mito, in quanto Giasone si
chiede se avesse dovuto davvero affrontare tutte quelle prove
pericolose, solo per una stupida pelliccia, di cui già aveva noia.
(Sarebbe stato forse meglio, se fossimo ripartiti ed una volta a casa ci
fossimo inventati una storia qualunque per giustificare l'insuccesso
della missione.)
◦ Conclude dicendo “io non ci tenevo particolarmente a essere appeso
cadavere tra i rami di qualche quercia di Colchide, una terza possibilità
non pareva esserci”
▪ Coloro che avevano tentato di sottrarre il vello e non ci erano
riusciti, venivano impiccati ad una delle querce del bosco sacro al
dio Ares, al dio Marte in cui si trova il vello d'oro.

◦ p. 55:
▪ Giasone, quando ricorda il rito orgiastico, dice che è il ricordo più
TERRIBILE e IRRESISTIBILE → questo può ricordare le
sensazioni del sacro, il terrore che si prova davanti a ciò che è
misterioso, che è inconoscibile, che provoca sconcerto, spavento,
ma in qualche modo suscita anche fascino.
▪ TORO: simbolo di virilità, ma soprattutto i testicoli del toro sono
simbolo di fertilità.
▪ BERRETTO FRIGIO: a forma di cono, con la punta però rivolta in
avanti che viene dalla Frigia, regione dell'Anatolia (non si tratta di
Ellade → quindi è comunque qualcosa di barbaro per un greco).
Bere il sangue della bestia sacrificata era una caratteristica tipica di
questi riti cruenti. Poi, vi è la scena delle donne che pestano i piedi,
che ballano in maniera selvaggia → ballo dionisiaco. Entrambe le
scene sono paragonabili alle MENADI o BACCANTI (ovvero le
sacerdotesse del dio DIONISO) che nell'antica Grecia compivano
questi sacrifici e queste cerimonie.
▪ CONTRAPPOSIZIONE DEI SUONI: nella Colchide vi sono suoni
diversi da quelli di Corinto (nel film di Pasolini vi è la
contrapposizione tra il silenzio che regna nel momento in cui
Medea uccide i suoi figli ed il rumore di Corinto, quando si tratta di
trattare affari vicino la reggia di Creonte ed il rumore della
Colchide).

◦ Anche nell'intervento di Medea, viene espresso il fatto che se Giasone


riuscì ad andare fu grazie ai filtri di Medea che fecero addormentare il
re e le sue guardie.
◦ Quello che gli successe dopo fu tremendo, perché in preda a
quest'incantesimo Giasone compì delle azioni sovrumane che in
qualche modo, ne minano il fisico.
◦ Poi si risvegliò da questo stato di torpore dovuto all'incantesimo
(grazie al quale però riuscì a superare le prove) e Medea gli era
accanto.
◦ Le arti magiche di Medea lo hanno condotto sul confine tra il mondo
dei vivi ed il mondo dei morti, fra la sfera umana e la sfera
trascendente → Giasone dice di aver quasi oltrepassato questa soglia e
se lui è tornato indietro lo deve a lei.

◦ Poi, fa riferimento a quando Giasone fece visita a Medea, ovvero


quando Medea siede vicino al re Creonte ed alla regine Merope alla
tavola del re (tanto è vero che in quell'occasione inizia a sospettare
qualcosa riguardo a Merope). Però poi, Medea viene allontanata (NB:
quando Giasone parla, siamo già in una fase avanzata
dell'emarginazione di Medea rispetto al contesto della città di Corinto,
per ora Medea vive in una capanna d'argilla che si trova fuori dalle
mura di Corinto). Il confine delle mura indicava, in un certo senso, il
limite entro il quale ci si poteva sentire cittadini e si era cittadini di
Corinto, con tutti i diritti ed i doveri annessi. Lo stare fuori dalle mura
indicava appunto esclusione. All'inizio, quando Medea iniziò ad essere
esclusa, Giasone le faceva visita regolarmente,certo il rapporto non era
più lo stesso (a Corinto tutto si consuma molto velocemente, anche i
rapporti interpersonali).

NB: spesso nel romanzo, il mito viene DESACRALIZZATO → es: la stupida


pelliccia, il Vello che ammuffisce...

• Acamante, il primo astronomo di corte, appoggia il progetto di


Giasone, però al tempo stesso vuole liberarsi di Medea,infatti dice che
tutti i suoi progetti potrebbero andare benissimo, se non avessero
disseppellito quella vecchia storia (cioè che Medea avesse ucciso il
fratello , sembra che di questa storia molti ne giovino, quelli che non
vedevano di buon occhio l'ascesa sociale di Giasone).

• Agameda
◦ Agameda proviene dalla Colchide, è stata allieva di Medea, ma ora
è a lei avversa, nemica. Infatti, Agameda rivela come ella abbia
architettato un piano (assieme al suo amante Turone, personaggio
secondario ed è un corinzio, assistente di Acamante) allo scopo di
far incolpare Medea dell'uccisione del fratello (un piano per dare
corpo a ciò che fino a quel momento erano solo dicerie, che non
avevano pezze d'appoggio, non avevano prove).
◦ Questo piano avrebbe permesso ad Acamante di istituire un vero e
proprio processo nei confronti di Medea. Dietro la “colpa” di
Medea riguardo l'uccisione di Absirto, si celava la vera colpa di
Medea, ovvero la colpa di essersi intromessa nelle questioni interne
riguardanti la città di Corinto. (i segreti inconfessabili della città,
assassinio di Ifinoe).
◦ C'è una differenza che Medea mette in rilievo fra la massa dei
corinti e Acamante: i corinti si trovano ancora in uno stadio
religioso e quindi credono ancora nel capro-espiatorio
▪ a Corinto c'è la peste, Medea è una maga straniera, quindi può
essere facilmente accusata di essere un'untrice, di aver portato e
propagato la peste e può essere usata come capro-espiatorio.
▪ Acamante, invece, è un astronomo (è uno scienziato in qualche
modo) e quindi si trova in una fase più avanzata, fase pre-
scientifica e di conseguenza, non crede nella possibilità del
capro-espiatorio che possa liberare Corinto dalla peste. NB: però
utilizza la credenza del capro-espiatorio per liberarsi di Medea.
◦ p.62: Agamenda dice che si sta istituendo questo procedimento
giudiziario nei confronti di Medea, al cui termine sarà imposto a
Medea il bando o addirittura una condanna: verrà scacciata sia da
Corinto, sia dalla capanna in cui si trova.
◦ Alternanza dei sentimenti: Agamenda in un momento è furiosa,
perché Medea non l'ascolta, poiché è malata; poi per capisce che ha
bisogno di aiuto e che potrebbe aiutarla, potrebbe di nuovo
acquistare prestigio nei suoi confronti.

• Medea secondo intervento


◦ Qui, Medea ripercorre la vicenda del fratello Absirto, dice quindi
che anche Absirto, nonostante la sua giovanissima età, si fosse
accorto di come un certo modo di governare da parte del loro
comune padre, Eete, stesse irritando un sempre maggior numero di
Colchi.
▪ Ad esempio, Medea fa riferimento al fatto che veniva sperperato
l'oro ricavato dalle miniere delle Colchida (nel primo intervento
diceva appunto che gli Argonauti, se avessero saputo prima della
loro presenza, le avrebbero sfruttate) per le pompe di palazzo,per
abbellire la reggia. Ciò sta creando un'atmosfera di scontento e
di ribellione all'interno della popolazione, tanto che il tempio
della dea Ecate era diventato il luogo d'incontro degli scontenti
(questo rimanda nuovamente alla Comunità dello Scamandro,
quindi un luogo che attira coloro che si sentono scontenti della
situazione che regna).
◦ Qui, diventa evidente il parallelismo che Christa Wolf traccia tra la
Colchide e la ex DDR, vale a dire all'inizio di questo suo secondo
intervento Medea sembra alludere ad un passato della Colchide che
però è anche, in qualche modo, il passato della ex DDR.
▪ Medea parla di una sorta di età dell'oro (Aurea Aetas di cui parla
anche Virgilio), che la Colchide aveva vissuto in tempi
precedenti, ovvero un'età epica, molto arcaica in cui l'essere
umano aveva tutto ciò di cui aveva bisogn che però ora è finita,
perché ora ci sono cose che non vanno, come ad esempio il fatto
che non si pensi alla condizione disagiata delle classi più umili,
ma si pensa, attraverso l'oro, a finanziare queste cerimonie
fastose.
▪ Il riferimento è anche al fallimento dell’utopia socialista nella
ex-DDR, quella di cui la Wolf si rese conto negli ultimi anni,
infatti uscì anche dal partito unico (pur non negando i principi
del Socialismo, rinnegò però l'esito finale). Questi due passati
che sembrano entrambi finiti ed entrambi falliti.
◦ Poi, dice Medea, che proprio a causa di questo scontento, si era
diffusa in Colchide l'idea di sostituire Eete con Calciope (la sorella
di Medea ed Absirto). Ancora una volta, come nel caso del genero
di Creonte a Corinto, siamo in presenza dell'uccisione reale o
virtuale del re vecchio.
▪ Il riferimento a Frazer è legittimo, anche se qui si fa riferimento
a qualcosa di un po' diverso, prima di tutto perché si pensava di
trasmettere il potere dal re vecchio ad una donna e quindi c'è
ancora un'influenza di un'usanza matrilineare (il potere si
trasmetteva in linea materna) e inoltre, si parla non di una
trasmissione cruenta del potere, ma di una consuetudine pacifica
che Medea dice essere conseguenza di un addolcimento dei
costumi e delle usanze che si era verificata in tempi
relativamente recenti.
◦ Questa era stata l'intenzione, però Medea ricorda come le cose siano
andate molto diversamente per quanto riguarda l'uccisione di
Absirto, da come vengono raccontate dai corinzi.
◦ Medea dice che allo scopo di scongiurare il pericolo della propria
detronizzazione, Eete concepì un piano:
▪ prima finge di reintrodurre questa versione ingentilita della
tradizione, ma anche molto attenuata, mitigata e avrebbe
nominato come proprio vicario, sostituto il figlio Absirto, però
solo per un giorno (come se quest'interruzione di un giorno
avrebbe purificato il vecchio re, come se gli avesse infuso delle
nuove energie).
▪ Questo ovviamente sarebbe stato un gesto puramente simbolico
e che non sarebbe bastato a placare gli scontenti della Colchide.
▪ Poi, invece, avrebbe considerato l'idea di liberarsi del figlio,
temendo che Absirto potesse comunque divenire un simbolo
della rivolta contro di lui ( e quindi diventare pericoloso per
Eete).
◦ A quel punto, afferma Medea, l'uccisione accadde veramente ed
accadde ad opera di alcune donne che erano legate alle più antiche e
feroci costumanze (non mitigate, ma sanguinarie.
◦ Queste donne uccisero Absirto, in quanto identificato, scambiato
per Eete.
◦ Il re aveva, probabilmente, iniziato a concepire questo piano e
questa cosa era giunta alle orecchie di queste donne che volevano
ripristinare l'uso sanguinario dell'uccisione del re vecchio e quindi,
sotto l'effetto di droghe, identificano la vittima e si arriva
all'uccisione del fratello di Medea
▪ Medea dice appunto “le cose sono andate così, io non ho ucciso
Absirto” e dice anche che poi il corpo fu effettivamente fatto a
pezzi da queste Baccanti, come fanno le Baccanti di Euripide.
◦ Fu proprio Medea, che fuggendo dalla Colchide raccolse i pezzi del
fratello e li gettò in mare e non per ritardare l'inseguimento, ma
perché l'acqua, nella tradizione antica, era considerata la tomba
degli eroi, perché essere sepolti in acqua significava tornare nel
grembo della natura, grembo anche della madre, in cui siamo stati
immersi, nel liquido amniotico.
◦ In conclusione, dice Medea che la fuga in compagnia di Giasone fu
determinata dalla volontà di fuggire dalla Colchide, dove era stato
commesso questo bestiale misfatto.
◦ Dunque, si stabilisce una sorta di parallelismo fra l'uccisione di
Ifinoe a Corinto e quella di Absirto in Colchide, perché entrambi
sono stati sacrificati allo scopo di salvare il re dalla detronizzazione
o dall'uccisione. Il parallelismo è talmente sentito da Medea che, ad
un certo punto, afferma, rivolgendosi al fratello morto e parlando di
Ifinoe, “lei è più tua sorella, di quanto io possa esserlo”, poiché
avete avuto lo stesso destino.
◦ Medea parla poi del viaggio dalla Colchide alla Grecia. Qui, Christa
Wolf rimane abbastanza fedele alla versione originale, in quanto
non descrive il viaggio di ritorno, ma accenna al fatto che il viaggio
sia stato molto lungo, complesso (descritto dettagliatamente da
Apollonio Rodio nelle sue “Argonautiche”).
◦ Medea dice che, ad un certo punto, si erano fermati sull'isola di sua
zia Circe (sarebbe stata la sorella del padre di Medea). Circe è, così
come Medea, una donna colca, indipendente, autonoma, alla quale
la tradizione ha affidato il ruolo di maga malvagia, proprio perché
donna colca e autonoma. La Wolf fa intendere come già Omero
avrebbe fatto di Circe una donna malvagia, proprio perché non più
corrispondente al modello di donna che la società patriarcale
voleva.
▪ La malvagità di Circe nell'Odissea è data soprattutto dal fatto che
sia un intralcio al ritorno di Odisseo (al Nostos) a casa e dalla
sua consorte.
▪ In Christa Wolf, rappresenta la depositaria dei saperi arcaici.,
come Medea e sua madre Idia.
◦ P 80-81
▪ Apsirto è molto giovane, nonostante la giovinezza aveva già
capito le corruzioni
▪ Oro per avviare gli scambi commerciali, che poi sarebbero
diventati anche culturali ed avrebbero avviato lo sviluppo della
Colchide. Anche sociale per dare ricchezza alle persone povere
invece che all'elemento
▪ Coorte di Eete è eccessiva, però è ben poca cosa rospetto a
Corinto
▪ Il relativo spreco di risorse aveva suscitato resistenza in
Colchide, mentre a Corinto nessuno si cura di ciò
▪ Nell’immaginario collettivo queste feste di Corinto coinvolgono
anche i poveri nonostante siano pompose e nonostante essi
devono fare prestazioni.
▪ Rapiti anche se non ne capiscono il vero senso. Immagine dei
vip contemporanei.

A QUESTO PUNTO VEDI GLI APPUNTI SULLA DISPENSA E SUL


QUADERNINO PICCOLO.

• Primo intervento Leuco


◦ Ad Acamante Leuco si rivolge a proposito di quel pomeriggio in cui
prese il via la caccia a Medea. Leuco lo accusa esplicitamente di aver
istigato il popolo. Acamante risponde in maniera sprezzante perché
non nega l’accusa, anzi, sicuro della sua posizione di potere si
attribuisce la paternità di ogni cosa.
◦ Leuco si rende conto del fatto che Acamante, Creonte ed i cortigiani
hanno individuato in Medea la vittima predestinata ideale non solo
perchè barbara e maga, ma anche perché, avendo scoperto nei
sotterranei Ifinoe, era ormai divenuta estremamente pericolosa per il
mantenimento dello status quo.

• Terzo intervento Medea


◦ Sta attendendo il giudizio del consiglio di corte.
◦ Il pretesto per portarla in giudizio è stato rappresentato dal fatto che
Medea tre giorni prima si era recata presso il tempio di Artemide dove
si stava celebrando la grande festa di primavera dei corinzi, rinascita
della natura. In quell’occasione era esplosa ancora una volta una
violenta sollevazione causata dalla fuga di alcuni prigionieri, fuggiti
dalle segrete del palazzo reale, prigionieri di città vicine con cui
Corinto aveva fatto una guerra. Questi prigionieri erano fuggiti ed
avevano depredato alcune delle tombe più ricche e sontuose nella città
dei morti di Corinto. Tombe riccamente adornate per esorcizzare il
fantasma della morte. I corinzi ora pretendono che i prigionieri fuggiti
che non avevano rubato ma che si erano rifugiati nel tempio,
pagassero con la vita per ciò che avevano fatto gli altri.
◦ Le trame del potere impersonate da Acamante diventano ancora più
evidenti quando Medea ricorda come lui avesse intenzionalmente
tenuto nascosto il fatto che quella stessa notte si sarebbe verificata una
eclissi di luna ed avesse poi costretto a tacere anche i suoi
collaboratori pena la morte. Il suo scopo era quello di indurre i corinzi
a vedere in questo evento una punizione degli dei, causata da tutti
quelli che avevano portato dei stranieri nella città, facendo così
adirare quelli di Corinto. Elemento di istigazione nei confronti dei
colchi, e soprattutto di Medea.
◦ Altro episodio che peggiora la situazione.
Ricorda quando Turone (assistente di Acamante ed amante di
Agameda, ostile a Medea) per vendicare la peste e l’eclissi di luna
entrambi fatti attribuiti ai colchi ed a Medea, abbatte un albero sacro
ai colchi, un pino, situato nei pressi della capanna dove vivevano
Medea e i colchi fuori dalle mura della città di Corinto. Viene
abbattuto il pino e le donne dei colchi si vendicano in maniera
selvaggia utilizzando energia dionisiaca castrando Turone.
Conseguenze pesanti.
◦ Contributo originale. Alla fine della voce ricorda la nuova relazione
sentimentale ed erotica che aveva avviato con uno scultore chiamato
Oistros, personaggio a cui Medea fa cenno più di una volta. Presso il
laboratorio di Oistros, Medea aveva trovato rifugio quando si era
scatenata la caccia nei suoi confronti. Oistros rimane un personaggio
muto, non entra direttamente in scena, così come Lissa, Turone, Circe,
Creonte e Merope. Medea si lega ad Oistros che non è corinzio ma
cretese. Viene dall’isola di Creta (inizio quando Christa va a Knosso
con le sue amiche americane per cassandra). Civiltà diversa da quella
patriarcale di Corinto. Paragonato ad Enea di Kassandra.

• Secondo intervento Giasone


◦ sempre dopo intervento Medea
◦ breve intervento
◦ Il senso è riassunto nella frase iniziale “nulla di ciò che è accaduto io
non ho voluto”
▪ Se ne lava le mani, si proclama innocente rispetto a ciò che è
accaduto e ciò che ancora accadrà. Vuole rovesciare la colpa di
tutto su Medea stessa. Sottolinea il senso di colpa che il solo
sguardo di Medea gli ispira. Senso di colpa per non aver mai preso
le difese di Medea. (Modernissimo tema. Freud- senso di colpa.)
◦ Evidenzia l rapporto di subordinazione nei confronti degli uomini che
hanno le donne di una Corinto ormai pienamente patriarcale. Quello
che sta accadendo a Corinto peggiorerà la condizione femminile.
Ancora più potere agli uomini.

• Secondo intervento Leuco


◦ Prima torna ancora una volta sulla questione di Medea usata dai
corinzi come capo espiatorio. Scopo non solo per vendetta ma per
esorcizzare la paura. Allontanare la paura della peste e della eclissi.
◦ Introduce un elemento nuovo, ossia quello della vittima innocente che
è Medea. Proprio perché innocente lei si sente libera da ogni dissidio
interiore, in pace con se stessa. Medea va incontro all’esilio, insultata,
oltraggiata, vilipesa, ma, proprio perché innocente, è in grado di
guardare in faccia non solo i corinzi ma anche coloro i quali, come lo
stesso Leuco, non si sono voluti esporre in prima persona.
◦ Parla anche dell’amore filiale di Medea verso i suoi figli e di come,
diversamente dal mito di Euripide, cercò di proteggerli dalla furia
omicida dei corinzi portandoli nel tempio di Era.
◦ Inoltre, altro elemento narrativo importante e nuovo, è rappresentato
dalla morte di Glauce. Leuco racconta che Glauce si è suicidata.
◦ In fine Leuco cita esplicitamente Acamante in quanto
consapevolmente capo delle menzogne architettate con malvagia
sapienza per rovinare Medea. Anche in questo caso c’è la somiglianza
di Acamante con un personaggio di Kassandra, Eumero, per la
manipolazione della realtà.

• 4Quarto intervento di Medea


◦ conclusione
◦ a differenza degli altri tre è molto breve, a mo di rapidissimo e tragico
epilogo.
◦ Circa la sorte feroce toccata ai figli lapidati ed uccisi dai corinzi. Voce
che stavolta giunge da un periodo di tempo successivo. Notevole salto
cronologico, dopo anni.
◦ Medea e le altre donne colche sono state condannate e bandite dalla
città e hanno trovato rifugio sulle montagne. La condanna nei loro
confronti prevedeva anche la morte di li a poco, ma prima che fosse
emanata la sentenza scappano.
◦ Medea lascia i suoi figli ad Oistros. I
◦ n vari gruppi le donne condividono una vita libera fondata su arti e su
metodi antichi ed arcaici, prerazionali, empirici (come nella comunità
dello Scamandro).
◦ In questi gruppi sulle montagne vengono raggiunte qualche anno dopo
da Arinna, figlia di Lissa. Lei è tornata a Corinto per un breve tempo e
torna poi dalle sue amiche colche e porta la notizia dei figli di Medea,
sorte atroce.
◦ In questo intervento Christa Wolf attraverso le parole di Medea
riferisce come in base alle fonti da lei consultate direttamente e
indirettamente (citazione di fonti), la tradizione mitografica nel corso
dei secoli sia stata alterata allo scopo di fare di Medea un personaggio
negativo. Anche Medea è consapevole che le cuciranno addosso una
fama atroce. Ciò per neutralizzare questa forza anti convenzionale che
emanava e che rappresentava qualcosa del tutto diverso rispetto alle
norme del potere maschile.
◦ Christa Wolf in una intervista del ‘98 parla del motivo per cui aveva
iniziato ad occuparsi del personaggi di Medea( abititudine di Christa
di parlare della genesi delle sue opere ad opera conclusa). E del
motivo per cui non potendo credere nel fatto che nel mito originario
fosse contenuto un infanticidio aveva seguito un’altra strada. Fonti pre
euripidee.
▪ “Ho cominciato ad interessarmi a Medea nel 1990 nello stesso
periodo in cui la DDR si stava dissolvendo dalla storia. Ho
cominciato a domandarmi perchè anche nella nostra società si va
sempre alla ricerca di un capro espiatorio (riferimento alla propria
storia, polemica nei suoi confronti), i miei primi appunti di lavoro
sono del ‘91 e sin da subito ho pensato che Medea fosse troppo
legata all’energia vitale, alla vita per uccidere i propri figli. Non
potevo credere che una guaritrice di un periodo in cui i figli erano
sacri alla tribù, una donna così, li potesse uccidere.”
▪ Non credendo questo ha fatto delle indagini e ne ha avuto la
conferma. Nella cultura occidentale c’erano degli studiosi di
mitografia che già sapevano questa cosa, solo nell’immaginario
collettivo Medea era un personaggio negativo, fino all’opera di
Christa Wolf.

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