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Secondo modulo
Introduzione: Concetti base e il mito di Medea
16/03/18
Concetti base:
Propp
• Nuova interpretazione del mito seconda metà anni ‘60
• Mito=variante della fiaba popolare
◦ basato su quanto era stato precedentemente studiato da Vladimir Propp
• era un linguista ed antropologo
• aveva scritto “Morfologia della fiaba”
◦ sosteneva che proprio nelle fiabe della tradizione popolare la struttura
narrativa nei diversi momenti e luoghi è grossomodo sempre la stessa
◦ struttura narrativa composta da unità narrative (motivi) che sono più o
meno sempre gli stessi e si susseguono più o meno sempre allo stesso
modo
• secondo critica anni ‘60 la differenza è:
◦ nella fiaba al centro della narrazione ci sono anche animali o oggetti
magici
◦ nel mito al centro della narrazione ci sono solo personaggi
• Mitografia:
◦ mitografi
▪ coloro che registrano i miti
▪ hanno in comune con i lettori una certa weltanschauung
◦ l’insieme delle opere che più o meno a partire dal VIII secolo a. C.
furono scritte in forma di saggio (non letterario) ed esprimevano,
catalogando, i racconti della mitologia
◦ I mitografi erano dotti legati o a dei santuari principali, e quindi
davano interpretazioni funzionali alla religione, o a determinate scuole
filosofiche.
◦ L’incarico dei mitografi era quello di ridefinire, riordinare, chiarificare
teoricamente l’insieme del patrimonio mitologico
◦ Esiodo- Teogonia
▪ dal greco- Teos- dio gon- generazione
▪ in esametri (6 piedi)
▪ generazione degli dei
• sistema i miti dell’origine degli dei greci della Grecia preclassica
(prima V sec a.C.)
Friedrich Schlegel
• Fratello di August, entrambi i fratelli erano i maggiori teorici del
romanticismo tedesco
• inizialmente aveva studiato diritto
• dai 21 anni (1793- primo periodo del romanticismo), iniziò ad occuparsi
quasi esclusivamente delle scienze dell’antichità (anche mitologia
orientale)
• “Rede über die Mythologie“
◦ 1800
◦ fa parte del “Gespräch über die Poesie“ (conversazioni sulla poesia)
◦ pone le basi del suo concetto di poesia, in particolare di poesia
romantica
◦ per lui la poesia romantica deve essere:
▪ progressiva: deve considerare se stessa come continuamente in
divenire. Sempre in movimento. Al contrario della poesia classicista
che mirava all’unità formale (unità di tempo e luogo mirava alla
forma chiusa, cioè trama ben definita, senza digressioni e che si
conclude). Secondo Schlegel ed i romantici della prima
generazione, invece, era importante la forma aperta, il frammento,
tendente alla pluralità di significati. (quindi si ricollega
all’universale)
▪ universale: la poesia deve cercare di riunire in sé l’universo intero,
quindi deve sottolineare lo stretto rapporto di dipendenza ed
influsso reciproco che lega tutte le forme artistiche (figurative,
letteratura etc). Per questo motivo l’obiettivo della poesia romantica
è quello di creare la Gesantkunstwerk (opera d’arte totale), cioè
l’opera in cui devono confluire le modalità espressive delle varie
discipline artistiche.
◦ Il ritaglio come tutto.
◦ La forma aperta del romanticismo non vuole evidenziare la parte per il
tutto. Ma descrivere in maniera concentrata una situazione compatta
rappresentativa di concetti e problemi universali.
▪ Esempio: Ifigenia di Goethe
• arte classicista
• utilizza un mito classico
• attraverso la vicenda di un individuo (Ifigenia) vengono espressi
dei significati universali, che possono toccare tutti.
• Ifigenia è combattuta tra la gentilezza nei confronti di chi l’ha
accolta e l’affetto per il fratello.
• Per Schlegel la poesia romantica deve mirare ad esprimere il tutto in
alcune parti. Cioè descrivere in maniera digressiva varie situazioni
diverse, a volte scollegate dal punto di vista dell’intreccio, che però nel
loro insieme sono in grado di rappresentare la totalità, problemi di
carattere universale. Tutto rappresentato in parti.
• Discorso sulla mitologia:
◦ Si occupa dell’ambito che riguarda l’uso della mitologia come
fondamento della poesia romantica
◦ Per lui il classicismo (seconda metà ‘700 prima del romanticismo)
aveva basato la sua idea della bellezza sulla completezza formale
dell’arte greca (statue)
◦ Il fondamento della poesia romantica non deve essere il modello delle
sculture greche ma la mitologia antica
◦ Definisce così la mitologia antica: “l’espressione geroglifica della
natura”
▪ Geroglifico: segno convenzionale, stilizzato, di difficile
comprensione e quindi misterioso, il misterioso era molto
apprezzato dal gusto romantico.
▪ Natura: muta continuamente e quindi è meglio la forma aperta
◦ La mitologia del medio-oriente andava incontro al gusto cosmopolita
del primo romanticismo
▪ “Bisogna squarciare il cielo verso oriente e lasciare che un nuvolo
di divinità ignote si insedi nella cultura europea”
▪ Attenzione verso culture extra europee
▪ Incremento di studi di linguistica dei romantici determinanti per
l’individualizzazione dell’indo-europeo.
◦ Arabesco:
▪ per noi è un termine utilizzato per indicare un disegno ornamentale
complesso
▪ Schlegel intendeva l’azione della fantasia dell’essere romantico che
si sbizzarrisce nella descrizione dei particolari sovrapponendoli agli
elementi essenziali, a volte sostituendoli.
• Per lui questo è il modo per descrivere l’universo attraverso tanti
ritagli
▪ Segno caratteristico, tratto distintivo della mitologia, di
conseguenza deve arabescare anche la poesia romantica.
• L’intento fondamentale di Schlegel è quello di fondere di nuovo (secondo
lui era già accaduto in tempi più remoti), poesia e mitologia.
• Sostiene che il compito primo della nuova poesia deve essere quello di
cancellare in se stessa tutte le traccie che gli aveva lasciato il razionalismo
dell’illuminismo, che inaridisce la fantasia.
• “L’essenza della vera poesia si può ritrovare solo nel caos primigenio”
• “Il brulichio variopinto delle vecchie divinità” è la sostanza della poesia.
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22/03/17
James Fratzer
• antropologo scozzese
• “Il ramo d’oro” 1890 (affronta molti argomenti) 2 aspetti principali che ci
aiuteranno per capire la rielaborazione della Wolf:
◦ Teorie evoluzionistiche:
▪ Erano già state formulate dai positivisti (Commt) nel 1800.
Ipotizzano lo sviluppo delle società umane dal punto di vista sociale
e culturale
▪ Frazer precisa le teorie evoluzionistiche individuando tre fasi:
• Stadio magico:
quello in cui non esiste la credenza in esseri sovrannaturali ma si
crede in forze astratte impersonali come ad esempio le forze
della natura.
Si può essere in completa balia di esse, ma si possono anche
domare o, addirittura, usate a vantaggio della comunità grazie a
delle pratiche magiche che sono effettuate dai maghi, più
precisamente femmine perché nelle civiltà arcaiche l’elemento
femminile è legato all’aspetto lunare che è misterioso e quindi
magico.
Stadio in cui si può posizionare Medea.
• Stadio religioso:
Esiste la credenza secondo cui il mondo è governato non da
entità impersonali ma da entità dotate di coscienza. Dei. Queste
entità possono essere convinte attraverso preghiere e sacrifici ad
influenzare le vicende umane.
Stadio della mitizzazione, cioè lo stadio in cui si forma il
patrimonio mitologico.
Stadio della composizione dell’Iliade
Ambiente di Corinto, in cui si ritrova Medea.
• Stadio scientifico:
Epoca contemporanea a Frazer
Il corso della natura è determinato non dalle passioni ma da leggi
precise ed immutabili, meccaniche, che possono essere studiate
ed in parte controllate (in modo differente dalla magia e dalla
religione.
◦ Consuetudine in uso verso antiche popolazioni:
▪ Si riteneva che i capi delle comunità esercitassero una influenza
benefica sulla natura, in particolare sulla fertilità dei campi. Si
riteneva che questo potere fosse legato all’energia vitale del capo,
che a sua volta era legata al suo essere giovane. Capo era un ruolo
di grande rilievo. Erano una sorta di re-mago (stadio magico).
Proprio perché si voleva che la comunità godesse in maniera
initerrotta dei benefici del re-mago, il re al termine di un periodo di
tempo variabile, ma che comunque coincideva con l’inizio della sua
decadenza fisica, veniva sottoposto alla cerimonia dell’uccisione-
rituale da parte di un successore più giovane e vigoroso. Era un
finto duello perché l’esito doveva essere sempre lo stesso, cioè la
mote del vecchio re, che moriva sul serio.
▪ Si riteneva che l’energia vitale che il vecchio re ancora possedeva
poteva essere trasferita nel più giovane pretendente.
▪ Esisteva anche una versione meno cruenta, più simbolica, in cui il
re aveva un duello con un finto drago. Ciò tornerà nel mito di
Medea.
Il mito di Medea
Medea è una maga, fratricida ed infanticida.
Grecia, regione della Beozia, Orcomeno
Il re Atamante, da una divinità figlia di Zeus, dea delle nubi ha due figli: Frisso
ed Elle. Poi sposa Ino, una mortale e con le ha altri due figli.
La divinità delle nubi si offende e manda una siccità sulla Beozia. Allora ino
pensa di approfittarne e convoca Elle e Frisso e solleva una sommossa popolare
contro di loro. Allora interviene la prima moglie di Atamante che dona ai figli
un ariete dal vello d’oro. Salendo in groppa a questo ariete i due ragazzi
scappano verso nord. Quando devono attraversare i Dardanelli (Egeo), Elle
cade in mare (infatti quel tratto di mare era chiamato anticamente Elles Ponto).
Frisso giunge in Colchide (lungo le coste del mar Nero) e sacrifica a Zeus
l’ariete per ringraziarlo, appende il vello d’oro in un bosco sacro ad Ares e lo fa
controllare da un drago.
In Beozia accadono molte sventure, tra cui la follia di Atamante che uccide i
figli davanti ad Ino. A questo punto la corona passa ad un ramo laterale della
dinastia che fonda la città di Iolco (in Tessaglia). Il re è Esone, che viene
scacciato poco dopo dal fratellastro Pelia. Esone, però, riesce a salvare il figlio
Giasone che viene affidato al centauro Chirone. Quando Giasone compie 20
anni vuole riconquistare il trono di Iolco. Lungo la strada per andare in questa
città perde un sandalo. Pelia era stato avvisato da un oracolo che doveva stare
attento ad un forestiero monosandalo. Quando Giasone si presenta, Pelia si
vuole sbarazzare di lui mandandolo in una pericolosa missione e dice che gli
avrebbe ceduto il trono se fosse riuscito a portare ad Iolco il vello d’oro.
Giasone fa costruire una nave chiamata Argo (come il costruttore) ed ha un
equipaggio formato dai più grandi eroi di quell’epoca (es: Eracle) chiamati
Argonauti. Accadono molte peripezie lungo il tragitto. Tra cui l’ingresso nel
mar Nero, poiché c’erano due rocce che si chiudevano e si aprivano molto
rapidamente. Loro riescono a passare e da quel momento rimangono aperte.
Gli argonauti giungono nella Colchide dove regna Eete, figlio di Elios (Sole).
Entra in scena Medea, figlia di Eete, che pur essendo mortale ha ascendenza
divina. Lei è una maga (secondo alcune fonti ed anche nella versione della Wolf
la maga Circe era sua zia). Medea, inoltre, era sacerdotessa di Ecate
(rappresenava la luna invisibile, cioè la luna nuova. Si credeva che la luna
andasse sottoterra perché non era visibile. Per questa ragione Ecate era anche
considerata dea dell’oltretomba, della notte e della magia nera. Era una divinità
dell’epoca matriarcale). Medea si innamora di Giasone grazie all’intervento di
Afrodite ed Eros che difendono Giasone. Medea, quindi, si impegna ad aiutarlo
in questa impresa. Eete si offrì di cedere il vello a patto che affrontasse una
serie di prove difficili (topos molto diffuso) che Giasone supera grazie all’aiuto
di Medea, ma Eete con il pretesto che Giasone era stato aiutato da Medea, non
tiene fede al patto. A questo punto Giasone addormenta un drago con una
pozione che aveva fatto Medea e ruba il vello. Medea vuole poi seguire Giasone
e lui acconsente perché la vuole ringraziare. Eete li fa inseguire ma Medea
uccide e poi fa a pezzi suo fratello Apsirto (per altre fonti era il condottiere a
capo di coloro che inseguivano Medea. Giasone lo aveva affrontato e poi
ucciso), che aveva portato con sé, facendolo a pezzi e gettandoli un po’ alla
volta in mare in modo che i colchi erano costretti ogni tanto a fermarsi per mare
per prendere i pezzi. Riescono quindi a fuggire. Viaggio tortuoso in cui si parla
di tutta la geografia antica, si parla anche delle isole delle sirene e dei loro canti
(topos). Argonauti i approdano ad Iolco e Giasone consegna il vello d’oro a
Pelia, il quale non vuole mantenere la promessa. Dopo una serie di altri eventi,
Giasone e Medea sono costretti a lasciare Iolco e trovano rifugio a Corinto.
(Secondo la versione del mito che fa di Medea una figura negativa, a Iolco
Medea avrebbe convinto le figlie di Pelia a gettare loro padre in un calderone di
acqua bollente per farlo ringiovanire. Si collega alla credenza dell’uccisione del
re.).
Corinto è il simbolo dell’Ellade civilizzata. A Corinto Giasone, che nel
frattempo ha avuto due figli con Medea, progetta di abbandonarla in modo di
sposare la figlia del re Creonte Glauce/Creusa, per compiere una sorta di scalata
sociale.
Poi ci sono diverse versioni tra cui la più diffusa grazie ad Euripide è:
Medea di vuole vendicare di Creusa e le manda o una veste o una corona
avvelenata.
Questo veleno istiga un fuoco e muore tra terribili spasmi e con lei muore anche
Creonte che cercava di toglierle l’oggetto maledetto.
Per far sì che i Corinzi non si vendicassero sui suoi figli o per vendicarsi di
Giasone uccide lei stessa i suoi figli.
Dopo di che fugge su un carro con draghi alati che gli viene inviato proprio da
Elios (nonno).
A conferma della malvagità di Medea, alcuni mitografi danno un seguito a
questa vicenda. Medea va ad Atene, sposa il Re e tenta di avvelenare i suoi figli.
• 1939
“La bellezza della figlia del re lo sedusse. Medea Oggetto d’odio e di
aborrimento per Giasone, fu ripudiata. Medea si abbandonò, allora, al
furore della vendetta e mandò alla sposa dell’eroe, come dono nuziale,
una tunica che divampò appena indossata e che consunse il suo corpo.
Non contenta la terribile fattucchiera sgozzò sotto gli occhi di Giasone i
figli nati dalle loro nozze. Consumati questi misfatti evocò dal cielo in
tempesta un carro trainato da draghi alati, vi salì, e scomparve tra i
lampi”.
• Più recente
“Allora Medea meditò una terribile vendetta. Fingendo di volersi
riconciliare con Creonte e Creusa, mandò a quest’ultima un manto di
magnifica apparenza ma imbevuto di terribili veleni. Appena Creusa
(dipinta sempre come ingenua), che non sospettava di nulla, lo indossò,
subito le arsero le carni mentre un forte calore le bruciava le viscere ed
ella cadde riversa, trascinando anche il padre accorso in suo aiuto. Ben
presto entrambi due furono cadaveri, ma Medea non era ancora
soddisfatta. Se con il suo dono mortale aveva ucciso colei che le
contendeva il marito, non aveva ancora punito abbastanza Giasone. A
questo scopo pensò di uccidere anche i due figlioletti sebbene fossero
innocenti. Il cuore della madre si ribellava a tanta crudeltà, ma ella
riteneva che se non avesse spento la discendenza di Giasone, questi non
sarebbe stato punito a sufficienza. Perciò ella, barbara e crudele, educata
in un paese dove erano ignote la misericordia e la bontà, fece tacere il suo
cuore materno e con una spada trafisse i figlioli.”
Durrenmatt
• Anni ‘80
• “Das Sterben der Pizia”- La morte della Pizia
◦ Pizia era una sacerdotessa di Apollo, che pronunciava gli oracoli di
Delfi
◦ Gioca sul mito, parodizza, rovescia tutte le versioni dei vari miti ormai
assodate, tranne quella di Medea, la cui immagine era ormai talmente
tanto radicata e negativa.
◦ “Il semplice fatto che Giasone avesse sposato Medea era più che
sufficiente a spiegare come mai lui si tolse la vita. Ma non va
dimenticato che quando era comparso a Delfi con la sua fidanzata per
implorare un responso dell’oracolo del Dio, la Pizia, col suo fiuto
infallibile, aveva sentenziato seduta stante che meglio sarebbe stato per
lui gettarsi sulla propria spada subito, piuttosto che prendere in moglie
quella magiatrice di uomini”.
◦ Meno sentenzioso e più spiritoso, ma comunque l’immagine di Medea
è negativa.
Versioni più antiche del mito (in parte perdute) sembra che il materiale
mitologico fosse diverso. La Wolf fa riferimento a queste versioni.
Un esempio è Parmenisco
• Fonte indiretta
• filologo II sec a. C.
• Dice di essere a conoscenza (modo indiretto) che nel mitogema di Medea,
ad uccidere i figli furono i familiari di Creonte, ed in altre versioni i
corinti li hanno lapidati alla ricerca di un capro espiatorio (epidemia di
peste)
Pindaro
• poeta greco V-VI sec. a.C.
• fonte diretta
• nelle sue Olimpiche (componimenti in onore di Zeus) parla di Medea
attribuendole grande importanza
◦ grazie alle sue arti magiche era riuscita a portare in salvo la nave Argo
◦ Non fa cenno alla morte dei figlio
Esiodo
• VIII-VII sec a.C.
• Menziona Medea come sposa di Giasone ed afferma che era riuscita a far
ringiovanire Esone (non Pelia)
• Non accenna né all’infanticidio né al fratricidio
Sofocle
• testimonianza indiretta
• autore trilogia su Medea (andata perduta)
• sembra che neanche lui facesse riferimento all’infanticidio
Dalle fonti mitografiche originali sembra che non ci fosse stato nessun
infanticidio e si parla in maniera esplicita del tentativo di Medea di mettere in
salvo i suoi figli portandoli in un luogo sacro (santuario di Era a Corinto) ma i
corinzi lo violarono.
Dunque la parziale ma sostanziale mutazione del mito fu opera innanzitutto di
Euripide. (v sec a. C.)
Molte rielaborazioni, soprattutto nel teatro poiché era un oggetto che si prestava
a molti colpi di scena
Euripide
• V sec a. C.
• Rappresentata per la prima volta nel 421 a. C.
• Da molti è considerata il suo capolavoro
• Analisi psicologica sull’animo femminile molto raffinata. Animo
condotto alla disperazione finale dalla mediocrità di un uomo come
Giasone, una marionetta dallo scarso spessore morale
• Sembra che fu lui ad inserire nel testo il motivo dell’infanticidio.
◦ Dimostrato dal fatto che Aristofane (commediografo) in una sua
commedia (“Le rose”) accusa Euripide di aver oltraggiato un
personaggio del mito che fino ad allora era connotato positivamente.
• Inizio in Medias-res, Medea era già stata ripudiata da Giasone.
• Medea:
◦ Centrale: sempre in scena, anche quando non lo è materialmente.
Infatti si parla sempre e solo di lei (influsso di Sofocle)
◦ La sua disperazione estrema e che sembra essere senza soluzione è
aumentata da:
▪ rifiuto di Giasone
▪ Pensiero angosciante della famiglia e della patria che ha
abbandonato
• Fratricidio
• Si rende conto che forse ha commesso un errore
• Intreccio accelerato dalla condotta ripugnante di Giasone, non sembrano
esserci digressioni o episodi laterali
• Sappiamo che nella società patriarcale della Atene del V sec a. C. veniva
ancora sentito come presente il rischio di un ritorno ad una società
matriarcale.
◦ L’arte tragica aveva come scopo l’evidenziare il carattere pericoloso
della civiltà matriarcale
◦ Profonda misoginia società greca antica
◦ Per questa ragione Euripide ha mutato il mito, aggiungendo
l’infanticidio
• Non tutti apprezzarono la scelta di Euripide di portare in scena questo
motivo. Perciò, nonostante rispondesse alle esigenze etico-morali
dell’epoca, i giudici non vollero attribuirgli il premio alle gare delle
tragedie annuali.
◦ Figure tragiche dovevano essere exemplum, e quindi fornire virtù,
eroismo, di imporre la propria visione del monto. Senza però
commettere delitti.
◦ Quando i valori umani prevalgono quelli eroici, nei drammi, qualche
secolo dopo, allora Medea di E. cominciò ad essere apprezzata nella
sua violenta e magnifica tragicità, poiché si aveva un maggior senso
della realtà.
• Nel 421 a. c. Atene sta diventando la capitale di uno stato multiculturale.
Sta aumentando l’esogamia, cioè il matrimonio tra persone di diverse
etnie, e ciò sembra che stava creando dei problemi sociale.
◦ Riflesso nel matrimonio di Giasone e Medea come monito
all’esogamia. Euripide pone molto l’accento sul fatto che Medea è
barbara.
Seneca
• Roma imperiale I sec d.C.
• Meda è un’infanticida affermata
• Si rifà ad Euripide per lo sviluppo dell’intreccio
• Ci sono motivi nuovi come:
◦ Proposta che Medea rivolge a Giasone di lasciare insieme Corinto. Il
rifiuto di Giasone afferma l’ostinazione nella sua ascesa sociale.
◦ Richiesta di Medea Creonte di rimanere a Corinto ancora un giorno.
Le serve per preparare la vendetta. Evidenzia la premeditazione di
Medea
◦ Giasone non è un fantoccio di Creonte ma ha una sua personalità e
volontà precisa anche se cattiva. Molto spesso il coro lo appoggia.
◦ Il coro osteggia Medea in quanto maga oscura.
• Vuole dimostrare a quali mostruosità si può giungere quando la ragione
viene sconfitta da una incontrollata/irrazionale passione sensuale che una
volta tradita di rovescia in vendetta.
• A differenza della tradizione teatrale antica, che voleva che le uccisioni
succedessero fuori scena, Seneca fa si che Medea uccida i figli in scena.
◦ Evidenza nella maniera più concreta le conseguenze della sconfitta
della ragione.
• In Seneca Medea è simbolo dell’irrazionalità come maga ed in quanto
preda delle passioni.
Pierre Corneille
• 1635- medeè
• Prima tragedia che scrive
• è considerato uno dei grandi classicismo
• Prende a modello le tragedie greche
• anche in Medea esalta virtù come la magnaminità, coraggio, patriottismo
ed onore.
◦ Virtù precise e delineate
• Di conseguenza stile netto e sobrio, non ci sono ombre o mezze misure.
Battute lapidarie e sentenziose
• Esalta il libero arbitrio umano (classicismo francese ‘600)
◦ L’essere umano è in grado di scegliere tra bene e male, conoscendoli in
piena coscienza
• Benedetto Croce- “Poesia della volontà”
• stile
◦ tre unità aristoteliche
◦ dialoghi serrati, ritmo veloce, battute concise e brevi, travolgenti.
• Influenza Seneca
◦ Lato spettacolare- sortilegi
◦ lato raccapricciante- infanticidio
• Inizio in medias- res
◦ Medea e Giasone sono a Corinto e Giasone usa il suo rapporto con
Creusa esclusivamente per la sua ascesa morale. Creonte prima del
matrimonio pretende l’esilio di Medea a causa della peste. Medea
viene esiliata e quindi si vuole vendicare.
• Variante:
◦ Creusa è un personaggio negativo, pretende per le sue nozze la veste
da sposa di Medea, Giasone acconsente e Medea gli ricorda,
inutilmente, ciò che lei aveva fatto per lui. Giasone le ripete che deve
andare via per salvarsi con i suoi figli in una fine cruenta.
◦ Giasone vuole uccidere i loro figli ma Medea lo precede.
◦ Giasone si uccide
• Medea oscilla tra due elementi:
◦ tonalità fantastica e spettacolare, elemento teatrale che fa colpo
◦ elemento più umano e psicologico. Medea ha un lato umano, anche se
si vuole vendicare ha i suoi dubbi. La sua psicologia non è monolitica
ma sfaccettata. Anche quando agisce in base alla sua parte umana
femminile, il suo passo successivo è in base alle sue doti magiche. Non
usa la psicologia ma la magia. Prevale la Medea magica poiché a
Corneille interessa l’elemento spettacolare.
Franz Grillparzer
• austriaco ‘800
• 1822 trilogia Das Goldene Veies- Il vello d’oro
◦ Der Gastfreund- L’ospite (Frisso)
◦ Die Argonauten- Gli Argonauti
◦ Medea
• Medea cerca ma non riesce ad adattarsi poiché straniera.
◦ Atto I- Medea butta via tutto ciò che le serviva per i sortilegi perché
vuole aprirsi ad una vita nuova
▪ Dicotomia
• oscuro- passato
• luce- vita a Corinto
◦ Si confronta con Creusa dicendo che anche lei era luminosa quando
stava con suo padre.
• Anche in altri drammi di Grillparzer (ex. Su Saffo)
◦ figura femminile che va incontro alla propria rovina, in quanto
soccombe al conflitto tra la propria aspirazione alla felicità e l’ordine
sociale (in passato giustificati con i miti)
▪ Conflitto tra individuo e società
• Passione Medea per Giasone, totale, che non conosce
compromessi
• volontà dei Corinzi di emarginare Medea a causa della sua
diversità
• Ricorda le eroine tragiche di Schiller
◦ Donne che per la loro forza d’animo e per l’intensità dei loro
sentimenti si mostrano moralmente superiori ai maschi.
• Giasone tipica figura maschile che torna anche in altre sue opere
◦ Eroe avventuroso e coraggioso materialmente ma debole moralmente
◦ Non esita a liberarsi di Medea e figli, cerca però il pretesto per
giustificare la sua scelta.
• Motivo dell’espiazione di ogni infedeltà (anche nei confronti di noi
stessi).
◦ Giasone ha tradito il suo amore per l’ascesa sociale
◦ infedeltà all’imperativo morale di Kant
◦ Per questo fatto aleggia la fatalità, il cui simbolo è il ratto del vello
d’oro.
• In tutta la trilogia G. è diffidente nei confronti di un’ideologia prettamente
maschile. Secondo lui l’eroismo e l’azione sono pericolosi per l’equilibrio
dell’esistenza
◦ Esponente del Biedermeier
▪ Influenza classicismo e romanticismo
▪ condanna titanismo del romanticismo (voler superare i limiti)
• Metafora ruscello
◦ Alla sorgente tutto calmo, vicino al mare tempesta e dolore
◦ Medea lo dice a Creusa, se sposa Giasone soffrirà
• eroismo virile irragionevole
• condanna contro egocentrismo romantico
◦ atteggiamento quietistico, contemplazione e non azione
◦ Giasone racconta a Creonte della missione. Istinti barbari poiché in
terra barbara. Medea donna barbara per eccellenza sposata a suggello
della propria conquista.
• Incomunicabilità tra diverse civiltà
◦ L’ospite: Medea fattucchiera, donna che caccia e selvaggia-
Romanticismo
◦ Medea: Creusa donna equilibrata- Classicismo
• Medea
◦ Spogliata tratti tradizionali e tragici del mito
◦ tratti più moderni e raffinati
◦ Come in Corneille si rende conto che è un’esclusa, nonostante
motivazioni psicologiche umane, torna ad agire in modo ribelle e
magico.
• Motivo originale
◦ Creusa positiva ed in scena (in Euripide non in scena, ma si sa che ha
accolto bene i figli di Medea). Grande spessore umano, sentimenti
sinceri e profondi e non ambigui. Cerca compromesso con Medea
• Motivo parzialmente originale: Infanticidio
◦ Non per vendetta contro Giasone ma per risparmiare loro la triste sorte
dell’esilio e della persecuzione. Quindi testimonianza suprema
d’amore.
• Non scappa su carro di draghi ma si prepara ad un percorso di espiazione
(influenza Cristianesimo)
12/4/18
Hans Henny Jahnn
• Scrive negli anni ‘20, risente comunque dell’espressionismo
• Medea
◦ prosa 1924
◦ versi 1926
• 2 grandi variazioni scandalose
◦ Prima
▪ ripresa anche da altri
▪ turbò un po’
▪ Medea è una donna di colore dell’Africa. Jahnn in questo modo
evidenzia due cose:
• aspetto sociale: emarginazione del diverso da parte delle società
conformiste che temono il diverso. Afferma che il suo intento era
quello di contrapporsi a qualunque nazionalismo basato sul
colore della pelle. Secondo lui l’espressione culturale più
feconda sarà data dall’ibridismo/bastardismo, cioè la
commistione etnico-culturale. (contrario Euripide)
• Legame della protagonista con le civiltà africane più arcaiche,
ossia legate allo stadio magico. Medea legata al culto magico di
Iside ed Osiride, riservato a pochi iniziati.
◦ Secondo:
▪ Figli Giasone e Medea
▪ Hanno la propria autonomia
▪ Inizialmente hanno un rapporto incestuoso
▪ Il figlio diviene nemico del padre poiché si innamora di Creusa
• Jahnn voleva ribellarsi all’epoca dei padri contemporanea a lui. Vuole
smuovere le coscienze dei borghesi.
• Domina l’elemento dionisiaco, le passioni non sono frenate. Non solo in
Medea ma anche in Giasone e nei loro figlio
• Giasone non è il contraltare razionale di Medea. Rappresenta il
narcisismo, pomposamente ed ingenuamente soddisfatto dell’eterna
giovinezza che gli ha donato Medea.
• Tutta la tragedia risente dell’espressionismo
◦ ribellismo
▪ generazione dei padri
▪ epoca contemporanea
◦ interesse per l’interiorità
◦ interesse verso le culture esotiche o arcaiche
• Tecnico- formale
◦ Euripide- 3 unità aristoteliche
◦ molti eventi fuori scena di cui si parla nella messinscena
• Anche scrittrice del Cameron Medea di colore “Medea, i rischi di una
certa reputazione”
Poemi epico-mitologici
Apollonio Rodio
• III sec a.C.
• Rodio- da Rodi
• “Le Argonautiche”
◦ al femminile perché errore di traduzione
◦ 4 libri
▪ 1 Preparazione
▪ 2 Viaggio verso Colchide
▪ 3 Accento sulla parte culminante. Prove di Giasone per prendere il
vello. Nascita e sviluppo amore Giasone e Medea. Ritiene che ciò
sia il motore dell’azione mitica, si rivolge ad un pubblico che
predilige l’aspetto sentimentale ed elegiaco, infatti invoca Erato,
musa della poesia sentimentale
▪ 4 Uccisione del drago e presa del vello. Nostos, ritorno, temi
fantastici.
◦ Solo in Apollonio
▪ Nozze di Giasone e Medea accadono poiché è un’imposizione degli
inseguitori per fermarsi. Si sposano nell’isola dei Feaci con il re
Alchino (Contaminatio Odissea).
◦ Già qui Giasone inizia ad essere connotato da elementi negativi. Non
ha spessore morale, piattezza di sentimenti e cinico.
Ovidio
• I sec d. C.
• “Le metamorfosi”
◦ ampia raccolta trasformazioni esteriori che offriva mitologia
◦ dalla descrizione del caos delle origini fino all’ordine di un dio, fino a
quando Cesare diventa Astro e Augusto divinizzato
◦ Con questa opera cercadi adeguarsi ai moduli della propaganda di
Augusto dopo le guerre civili, Augusto voleva restaurare la cultura in
senso politico, morale e religioso
◦ in parte scritte in esilio a Tomi perché deve scontare il tono frivolo e
licenzioso della sua ars amatoria
◦ Libro VII- Monologo Medea, non sa se deve abbandonare la sua terra,
parla di sé in prima e seconda persona poiché scissa dal dubbio
Versione cinematografica
Pier Paolo Pasolini
• regia e sceneggiatura
• 1969
• Si parte dalla giovinezza di Giasone, abbandona Chirone e giunge nella
Colchide abitata da barbari che sacrificano umani sanguinolenti. Medea
presa d’amore ruba il vello e fugge. Sacrifica il fratello Apsirto, sequenza
molto realistica, lo uccide con il macete. Passano anni (soluzione di
continuità) e Medea si ritrova straniera in un mondo nuovo (motivo
ripreso), che teme e disprezza la sua cultura primitiva, magica. Quando
Giasone si accinue a sposare Glauce (non Creusa, probabilmente nella
mitografia Creonte aveva due figlie, Glauce e Creusa, ecco perché si è
creata confusione) e Medea viene messa in esilio, lei decide di vendicarsi
con la sua magia. Prima chiede a Creonte un giorno in più (anche Grill-
Partzer) e poi dona a Glauce le vesti stregate.
Ci sono due scene:
vesti inceneriscono Glauce
vesti fanno impazzire Glauce che si butta dalle mura.
Alla fine Medea uccide i figli ed appicca il fuoco alla città.
• Affronta un tema per lui fondamentale anche nei romanzi e nei saggi
Omologazione
◦ Nella società contemporanea ha avuto luogo una uniformazione
rispetto ad un modello culturale unico, quello del consumismo.
◦ Individui sullo stesso livello
◦ Dalla unificazione culturale ne scaturisce la ricerca degli stessi beni di
consumo
◦ Nelle società precapitalistiche c’erano differenza culturali che
portavano a sviluppi fecondi
◦ Mette in evidenza il passaggio dal vecchio mondo noumenico,
religioso, spirituale, metafisico ad un mondo realistico, concreto, che
valuta le cose solo in base alla loro utilizzabilità pratica. Anche le
persone sono giudicate così ed è un tema che torna anche nella Wolf.
▪ Medea “la donna antica”, si capisce che Pasolini è simpatetico
▪ Giasone “l’uomo nuovo” simboleggia l’arido pragmatismo del
mondo contemporaneo.
• Motivo principale è la critica alla società capitalistica (simile a
Durrenmatt)
• Ambientazioni sono importanti. Ogni luogo simboleggia particolari
concetti:
◦ Giovinezza Giasone
▪ Laguna di Grado (Friuli)
▪ vaste distese acqua/terra solitarie
▪ natura incontaminata e quindi la vita di Giasone è ancora semplice
ed innocente.
◦ Colchide
▪ Cappadocia Turchia
▪ Rocce calcaree di origine incerta
▪ natura incontaminata ma inquietante, magica e arcaica
◦ Corinto
▪ Pisa, campo dei miracoli
• Architettura romanica XII secolo, connotata da compostezza e
sobrietà, contrapposta a Cappadocia, piena di colori che stridono
▪ Ingresso cattedrale: reggia di Corinto
▪ Muro del campo santo
▪ Torre mai inquadrata poiché storta, non trasmette equilibrio e
monotonia
▪ Intorno ai prati sempreverdi si svolgono trattative ardite di affari.
• Suoni:
◦ Corinto: rumorosa e frastuono frenetico, simbolo del ritmo convulso
della vita capitalistica
◦ Silenzio assoluto durante il bagno che Medea fa ai figli prima di
ucciderli, senso sacrale ultraterreno di Medea.
• Stile: sintesi tra
◦ Elemento fantastico della Colchide
◦ Elemento realistico di Corinto
• Considerata fino alla sua morte nel 2011 la più significante scrittrice
contemporanea di lingua tedesca. Tutte le sue opere sono state tradotte in
italiano.
• Nata nel 1925 a Lanzber, dopo WW2 finisce in Polonia e quindi si
trasferisce nella ex DDR.
• Vive in prima persona, essendo attiva politicamente, sia la fondazione
della DDR, nel ‘49, sia la sua disgregazione nel ‘89
• Berlinermauerfall, muro creato nel ‘61
◦ Ovest- Schandemauer, muro della vergogna poiché l’est doveva
vergognarsi di averlo costruito
◦ Est- Antifaschistischer Schutzwall, muro antifascista
• Si iscrive presto al partito unico della DDR, SED, Partito Socialista
Unitario
• Ha lavorato per un periodo in una fabbrica di vagoni ferroviari.
◦ Autorità ex DDR invitavano gli scrittori e gli artisti a svolgere un
periodo lavorativo in modo di rendersi conto delle esigenze della
classe operaia, inoltre invitavano gli operai a scrivere.
◦ Creavano un’osmosi tra classe per evitare una scissione netta.
• Molti romanzi e racconti riflettono lo Zeitgeist, spirito del tempo.
• Zeitroman, romanzo del tempo
• “Der getalte Immer”
◦ Il cielo diviso
◦ Primo Zeitroman
◦ 1963, prima opera che la fece conoscere al grande pubblico
◦ 1964, versione cinematografica
◦ Parla di come la divisione, creata con il muro costruito nel ‘61,
influisce sulla vita degli individui.
◦ Instant book
◦ Protagonista femminile, Rita
▪ tratti autobiografici, lavora in una fabbrica di vagoni ferroviari
▪ decide di restare nella DDR al contrario del suo fidanzato Manfred
che invece viene attratto dal maggiore guadagno da ingegnere a
Berlino Ovest. Subito prima della costruzione del muro lui si
trasferisce.
◦ Tema della Republickflucht
▪ coloro che fuggivano nell’est
▪ importante, nella Germania comunista veniva offerta una
formazione di alto livello gratuita
▪ investimento sui giovani vano, poiché poi si trasferivano altrove.
▪ Anti-Republikfluchtroman, presa di posizione
• Continua il percorso politico in veste di rappresentante degli scrittori
negli organismi nazionali ed internazionali.
• 1968, moti studenteschi ed invasione Ceco-Slovacchia delle truppe di
Varsavia
◦ Christa si rifiuta (si discosta dal partiti) di rilasciare dichiarazioni a
favore della Primavera di Praga, come era stato richiesto a tutti gli
scrittori.
• “Nach Denken uber Christa T.”
◦ 1968
◦ Elementi autobiografici come ad esempio il nome
◦ Atteggiamento di adesione al partito, però in modo critico
all’atteggiamento autoritario
▪ in un primo momento in viene pubblicato
▪ poi pubblicato a bassa tiratura
◦ non rispettava più i dettami stilistico-formali del realismo socialista
▪ Realismo socialista: indirizzo artistico-letterario della URSS in cui
si raccomanda il realismo che poteva o descrivere gli obiettivi
raggiunti del socialismo o la rappresentazione delle tappe di
avvicinamento al socialismo dell’umanità.
• Feudalesimo - Borghesismo – Socialismo- Comunismo.
◦ La protagonista descrive le tappe della sua malattia
◦ Tendenza alle innovazioni linguistiche e sperimentazioni stilistiche
◦ Coralità di personaggi che esprimono un’opinione sulla protagonista
(anche in Medea)
◦ Inizia a delinearsi una precisa posizione da parte della Wolf, che non
mette in discussione il socialismo teoretico, ma critica l’autoritarismo
del partito.
• “Keit Ort. Nirgends”
◦ “Nessun luogo da nessuna parte”
◦ 1979
◦ Incontro tra intellettuali del Romanticismo tedesco nel quale viene
discusso il problema del rapporto tra intellettuali ed autorità con un
occhio anche alla DDR.
◦ Intellettuali/autorità, motivo molto frequente.
• Impegno politico
◦ Wolf Bierman
▪ Poeta e cantautore
▪ Seconda metà anni ‘70
▪ Socialista e comunista
▪ Amburgo, nel ‘53 va nella DDR
▪ Inizia a criticare la DDR
▪ Va in tour in occidente e la DDR lo caccia e gli impedisce di tornare
▪ Viene chiesto agli intellettuali di firmare una petizione a favore ma
Christa si rifiuta, anzi scrive una petizione di protesta
• Per la Wolf l’impegno politico e sociale è sempre stato non solo un
imperativo etico e stile di vita, ma anche sostanza delle sue opere.
• Rapporto uomo-donna
◦ Filone importante per la Wolf
◦ In chiave femminista
◦ Convinta che anche nella socialista DDR, dove le donne avevano
raggiunto grandi conquiste lavorative e politiche, si esercitasse un
dominio maschile
◦ Non auspica un ritorno al matriarshismo ma vuole una società al
femminile
◦ Si inizia a narrare grazie a lei il Frauerroman, scritto dalle donne sulle
donne
▪ Arrivano nella DDR elementi critici nuovi per i paesi del socialismo
reale dove domina l’idea che con l’instaurazione del socialismo
inizia l’emancipazione femminile
• Per la Wolf l’emancipazione è bloccata.
• “Kassandra”
◦ 1984
◦ lungo racconto
◦ Figura mitico-leggendaria di Kassandra, figlia di Priamo. Profetessa
inascoltata (es. Cavallo di Troia). Compare nell’Odissea e
nell’Agamennone (trilogia di Eschilo). Agamennone la conduce a
Micene e viene uccisa da sua moglie.
◦ Guerra di Troia dal punto di vista di Kassandra
◦ Rifiuta la logica all’interno della reggia di Priamo secondo cui la
guerra era inevitabile (motivo centrale)
▪ Riprende un motivo a lei contemporaneo, cioè quello della corsa
agli armamenti.
◦ Per la Wolf le cause della guerra non era il rapimento di Elena ma una
lotta di egemonia sugli stretti tra Troiani ed Achei.
◦ Per non tradire la sua morale Kassandra si isola e si prima dell’affetto
del padre convinto dell’inevitabilità della guerra.
◦ Negli ambienti della coorte, gli istinti belligeranti sono personificati da
figure maschili:
▪ Eumeo
• Capo guardie del palazzo.
• Capo di un apparato di spionaggio creato da lui che mano a
mano diventa più potete di Priamo
• Impone agli scribi del palazzo di manipolare e mistificare la
verità per far passare all’opinione pubblica che la guerra sarà
utile per la città
• Attraverso la sua figura la Wolf si riferisce all’apparato
oppressivo della DDR, in particolare ai sistemi di comunicazione
di massa. Sia ad Est che ad Ovest, per la Wolf, i Mass Media
intervengono sul linguaggio per togliere verità scomode.
◦ Kassandra viene prima imprigionata a Troia, poi liberata e cacciata
dalla reggia e poi dalla città.
▪ Percorso di sofferenza attraverso cui arriva a scoprire nuovi valori e
priorità.
▪ Comunità dello Scamandro.
• Fiume, Iliade, personificato rigetta cadaveri uccisi da Achille.
• Comunità eterogenea di diverse culture ed etnie.
• Alla base c’era la commistione interculturale.
• Composta soprattutto da donne ma c’erano anche uomini come
Enea ed Anchise.
• Donne, aperte alle condivisioni, pace ed allegria, a differenza
degli uomini che avevano paura della diversità e di conseguenza
divenivano violenti).
• Donne dissidenti coltivano la memoria del passato e del futuro.
Sogno di un futuro al femminile fondato su pace, fratellanza e
sorellanza universale.
• Praticano l’antico culto della dea Grande Madre/Cibele
◦ Simbolo della terra coltivata che dà frutti e nutre, ecco perché
madre. Fecondità e femminilità, tramite tra umano e divino.
La procreazione era mistero e trascendenza.
◦ Simbolo di equilibrato rapporto con la natura. Mondo
governato dalla natura, ritmi lenti e ciclici, diversi da quelli
umani che sono affannosi.
• Nella comunità si canta, si cucina insieme, si raccontano storie,
si preparano rimedi naturali in base alle varie conoscenze.
Commistione.
• Anche pratiche di carattere profetico
• Dalle vecchie alle nuove generazioni.
• Vi risiede anche prima moglie di Priamo, Arisbe, rappresenta
potere matriarcale ormai messo da parte. (Ecuba, seconda moglie
viene pian piano emarginata, simbolo trionfo patriarcale)
• Vena pacifista della comunità
◦ Viene esclusa Pentisilea (regina Amazzoni), poiché escludeva
troppo gli uomini
◦ Enea
▪ eroe troiano, sin dall’inizio si dice che alla fine della guerra
perpetuerà i troiani una volta distrutta Troia.
▪ Compare spesso
▪ Rappresenta sincerità, purezza d’animo, desiderio di instaurare
delle relazioni interpersonali basate sulla lealtà reciproca,
diversamente dagli uomini della coorte.
▪ Prototipo eroe che è destinato alla fondazione di un’altra entità
statale patriarcale, aggressiva.
▪ Possibilità nuovo modello maschile.
▪ Nonostante è positivo, è sempre assente, sia in senso spaziale che
spirituale con Kassandra. Perchè Enea è chiamato a rappresentare il
modello di uomo che intuisce la cattività del predominio maschile
ma che non è in grado di esprimere la sua nuova concezione della
vita né con parole né con fatti.
▪ Doppia faccia (come Romulus)
• Positivo
• indirizzato su strada diversa
▪ Kassandra non seguirà Enea quando abbandonerà Troia
◦ Dopo la guerra, Kassandra
▪ Prima al tempio di Atena
▪ vittima violenza sessuale
▪ prigioniera Agamennone e poi uccisa.
◦ Formazione del romanzo:
▪ Incipit: narratrice parla e spiega come è arrivata a raccontare ciò.
▪ Breve parte iniziale formata da Ich-Monolog, monologo interiore
(anche Medea Ovidio) di Kassandra in cui ripercorre le ultime ore
della sua vita.
▪ Flashback.
◦ Nella tradizione mitica/epica antica Kassandra è solo una profetessa
inascoltata.
◦ Nel romanzo della Wolf, Kassandra è una figura complessa.
Rappresenta:
▪ Una profetessa inconsapevole
▪ Una donna che ha imparato a scorgere la verità dietro le apparenze
messe in scena dallo stato.
• Nonostante è inserita in un contesto storico in cui le donne erano
emarginate e non autonome nei pensieri, lei impara da sola ad
interpretare i sogni suoi e delle persone.
◦ Es: Kassandra racconta alla sua vecchia nutrice di un sogno.
Sogna che Apollo tenta di stuprarla ma non riesce nel suo
intento perché Kassandra lo respinge. Apollo allora le sputa in
bocca. La nutrice dice che visto che le ha sputato in bocca
sarà in grado di fare profezie, però visto che non le ha sputato
nell’orecchio nessuno la ascolterà (conforme alla tradizione).
Apollo nel sogno appare come un lupo (violenza universo
maschile, iconografia del dio). Per Kassandra, invece, il
sogno è il segnale del dono, non del non essere ascoltata. In
quanto donna autonoma fa in modo che le credono. Si ribella
sia ad Apollo che al potere maschile.
◦ “Voraussetzungen einer Erzahlung: Kassandra”
▪ poco prima della pubblicazione del romanzo, nel 1983.
▪ “Premesse ad un racconto, Kassandra”
▪ La Wolf raccoglie le 4 lezione che tenne all’uni di Francoforte nel
‘82 in cui parla di come ha preso forma Kassandra
▪ Fruhgeschichte. Storia dell’origine, genesi dell’opera.
▪ Insieme di appunti ed annotazioni. Appare una corposa lettera ad
una amica scritta durante un viaggio in Grecia avvenuto nel 1980 in
cui dice che per prepararsi al viaggio e durante stava leggendo la
“Trilogia di Eschilo”. Si trova alla porta dei leoni a Micene, ormai
devastata sia dal tempo che dai nemici che dal turismo di massa.
Nella sua mente è riuscita a ricreare delle scene di Kassandra.
▪ Dopo questo viaggio a Micene la Wolf si è recata a Knosso a Creta,
era il centro della civiltà minoica, del bronzo (3-2 millennio a. C),
cancellata poi dalla civiltà micenea. A knosso si adorava Cibele. In
compagnia di due amiche americane alla ricerca di un presunto
passato matriarcale. La Wolf sostiene di aver cercato in senso
metaforico di superare la barriera temporale che la separava da
Kassandra, considerata da lei prototipo femminile dell’intellettuale
che cerca di liberarsi dai vincoli dell’ideologia dominante in
maniera autonoma.
▪ Resoconto crisi in seguito alla scoperta di un paese in cui
l’emancipazione femminile è rimasta teorica.
▪ Rappresentano il racconto dell’incontro/scontro tra femminismo
moderno e formazione Marxista dell’autrice secondo cui la
rivoluzione socialiste= emancipazione femminile. Formazione
ormai insufficiente per l’autrice.
◦ Parlando con i nipoti Kassandra predice la prossima fine di Troia e
dice anche che saranno preda di guerra e se/quando torneranno in
patria non troveranno Troia, poiché distrutta dai greci
▪ “Le splendide mura di Troia costruite da Apollo saranno abbattute
dalla furia dei vincitori”
◦ “Il popolo in festa corse per le strade, vidi la notizia farsi verità e
Priamo ebbe un nuovo titolo, il nostro potente re, in seguito, man mano
che la guerra diveniva priva di prospettiva dovette essere chiamato
“potentissimo””.
▪ Furore bellico paragonato dalla Wolf alle manifestazioni
nazionalistiche prima della WW2 in Germania. Paragonato anche
ad altre manifestazioni socialiste nella DDR, ovviamente non
paragonabili al nazionalismo WW2.
◦ Priamo: “I greci vogliono il nostro oro e libero accesso ai Dardanelli”
Kassandra: “Allora vieni a patti su queste cose”
Priamo: “Venire a patti no, perché è contro il nostro diritto”
▪ Motivazione più seria in confronto al rapimento di Elena
◦ “Non era opportuno che si chiamasse guerra, il registro linguistico
suggeriva la voce aggressione”
• 1989, giorni precedenti alla caduta del muro
◦ la Wolf si adopera affinché si arrivasse ad una soluzione pacifica ai
conflitti
◦ Discorso pubblico all’Alexanderplatz di Berlino Est.
◦ Era uscita dal partito già in tempi non sospetti, a giugno, non era una
mossa opportunistica
◦ Sera 8 novembre, discorso famoso, inascoltato.
◦ Atteggiamento equilibrato, equidistante da entrambe le parti (pendeva
un po’ dalla parte del socialismo reale)
◦ nonostante ciò, dopo la riunificazione viene accusata di ambiguità,
polemica feroce.
• “Was Bleibt”
◦ “Cosa rimane”. Dell’esperienza socialista.
◦ Autobiografico
◦ svolgimento della giornata di una famosa scrittrice che è sempre
sorvegliata (Wolf), in maniera oppressiva, dalla STASI, la polizia di
stato politica che controllava gli atteggiamenti del popolo.
◦ Dalla stampa occidentale era percepito come una vera e propria
provocazione politica.
▪ Ora la Wolf si atteggiava a vittima della Stasi, mentre non solo
questa critica arrivava troppo tardi (opportunista) ma si sosteneva
che la Wolf fu una delle scrittrici che il regime non aveva
sorvegliato, ma anzi privilegiato. Privilegi non casuali ma perché
aveva collaborato con la STASI tra il ‘59 ed il ‘62 nella
sorveglianza di alcuni scrittori.
▪ Accusata anche dalla rivista “Die Zeit” di essersi voluta guadagnare
con “Was Bleibt” una sorta di attestato di vittima del socialismo.
▪ In seguito la polemica viene ridimensionata e si conclude che si
trattava di un errore di gioventù ormai in prescrizione. Si stabilisce
anche che comunque la Wolf si era limitata a dire alla Stasi le stesse
cose di cui si parlava effettivamente con i colleghi, quindi era
diverso dal fare la spia.
◦ Si analizza la crisi linguistica che afflisse la DDR negli anni ‘80
▪ lingua ormai mistificata ed imposta dal regime
▪ Lingua che non riesce a descrivere la realtà e quindi non riesce ad
agire sulla realtà
• Muore a Berlino nel 2011
• Periodo post-unificazione
• Stimmen- fa riferimento alla struttura dell’opera
• In confronto a Kassandra che è un Ich- monologe, Medea ha altre 5
prospettive, ogni voce ha un compatto monologo interiore
• Non ci sono dialoghi
• Medea
◦ inizio
◦ due centrali
◦ fine
• Medea cornice del romanzo Rahmenerzahlung (racconto-cornice)
• 5 voci
◦ Medea
◦ Giasone
▪ due volte
▪ ogni volta dopo Medea
▪ Contraltare di Medea
◦ Acamante
▪ Primo astronomo
▪ contro Medea tesse una congiura
◦ Leuco
▪ Corinzio amico di Medea
▪ secondo astronomo di coorte
◦ Agamante
▪ Segue Medea dalla Colchide
▪ allieva di Medea nella magia bianca
▪ un tempo devota ora è ostile
• Struttura paragonata ad uno specchio in frammenti
◦ Ogni frammento è solo una parte della realtà.
◦ Ogni frammento non fa vedere tutto e quindi fornisce l’ampliamento o
la diminuzione di quella parte.
◦ Le singole voci individuali prevalgono sulla visione generale più
precisa e completa.
• Tema moderni
◦ Incomunicabilità, le voci parlano con se stesse, tranne che Medea che
sembra capire anche le ragioni degli altri.
◦ Frantumazione della realtà.
• In ognuna voce
◦ ripercorso lo stesso tragitto che ha avuto come esito finale l’uccisione
dei figli di Medea.
▪ Viene alla luce l’inconciliabile conflitto tra due culture lontane ed
opposte.
• Corinto, razionale e pragmatica
• Colchide, irrazionale e spirituale
◦ Si mescolano i ricordi del passato con le riflessioni sul presente
▪ Ich monologe, costruiti in base alle tecnica detto Stream Of
Conciousness (flusso di coscienza), che è un procedimento che
riproduce i pensieri così come affiorano prima che vengano ordinati
in base alla sintassi.
• Struttura paratattica con molte principali.
• Frasi paratattiche principali non separate da punti ma da punti e virgola
per riprodurre il flusso continuo
• Struttura polifonica: molti eventi sono narrati più volte in base al POV.
◦ Paragone con “Uno, nessuno e centomila” di Pirandello.
• Inizio:
◦ Medea immagina di parlare con la madre Idia, lei le ha insegnato le
antiche pratiche divinatorie dell’era matriarcale e anche quelle
terapeutiche. Hanno sempre avuto un buon rapporto.
▪ Dice di aver trovato nei sotterranei uno scheletro infantile, spesso
visitato e custodito dalla regina Merope.
▪ Sono i resti della figlia di Merope e Creonte, Ifinoe.
▪ Ifinoe fu uccisa dal padre poiché stava per andare in sposa ad un
principe di uno stato confinante contro la volontà paterna.
▪ C’era il rischio che lo sposo avrebbe tentato di uccidere Creonte per
ampliare il proprio territorio, in base alle antiche consuetudini.
◦ Medea rievoca l’incontro con Giasone ed accenna alle voci sul
fratricidio
◦ Fa riferimento alla brama dell’oro dei corinzi che giudicano il valore
degli individui in base all’oro posseduto
▪ Primo accenno alla differenza tra culture
▪ Simile alla contrapposizione tra Haben e Sein di Freud
▪ Se i corinzi non avevano oro non potevano indossare gioielli
◦ p24-24
◦ P28-29
▪ Lissa
• Sorella di latte di Medea
• personaggio secondario
• come gli altri Colchi la accusa per aver lasciato la Colchide,
come se li avesse costretti.
◦ P34-35
▪ ricordo del momento della partenza dalla Colchide
▪ Versione diversa
▪ Apsirto ucciso dai Colchi e non da Medea. Il mandate era il padre
che aveva paura che Apsirto lo uccidesse per prendere il suo posto.
Medea inorridita fugge con Giasone di cui inizialmente non era
innamorata.
◦ Ulteriore processo di desacralizzazione del mito
▪ Frisso ed Elle erano fuggiti su un ariete non dal vello d’oro
▪ Il vello era d’oro solo perché i Colchi usavano le pellicce per
recuperare l’oro dei fiumi.
◦ p. 55:
▪ Giasone, quando ricorda il rito orgiastico, dice che è il ricordo più
TERRIBILE e IRRESISTIBILE → questo può ricordare le
sensazioni del sacro, il terrore che si prova davanti a ciò che è
misterioso, che è inconoscibile, che provoca sconcerto, spavento,
ma in qualche modo suscita anche fascino.
▪ TORO: simbolo di virilità, ma soprattutto i testicoli del toro sono
simbolo di fertilità.
▪ BERRETTO FRIGIO: a forma di cono, con la punta però rivolta in
avanti che viene dalla Frigia, regione dell'Anatolia (non si tratta di
Ellade → quindi è comunque qualcosa di barbaro per un greco).
Bere il sangue della bestia sacrificata era una caratteristica tipica di
questi riti cruenti. Poi, vi è la scena delle donne che pestano i piedi,
che ballano in maniera selvaggia → ballo dionisiaco. Entrambe le
scene sono paragonabili alle MENADI o BACCANTI (ovvero le
sacerdotesse del dio DIONISO) che nell'antica Grecia compivano
questi sacrifici e queste cerimonie.
▪ CONTRAPPOSIZIONE DEI SUONI: nella Colchide vi sono suoni
diversi da quelli di Corinto (nel film di Pasolini vi è la
contrapposizione tra il silenzio che regna nel momento in cui
Medea uccide i suoi figli ed il rumore di Corinto, quando si tratta di
trattare affari vicino la reggia di Creonte ed il rumore della
Colchide).
• Agameda
◦ Agameda proviene dalla Colchide, è stata allieva di Medea, ma ora
è a lei avversa, nemica. Infatti, Agameda rivela come ella abbia
architettato un piano (assieme al suo amante Turone, personaggio
secondario ed è un corinzio, assistente di Acamante) allo scopo di
far incolpare Medea dell'uccisione del fratello (un piano per dare
corpo a ciò che fino a quel momento erano solo dicerie, che non
avevano pezze d'appoggio, non avevano prove).
◦ Questo piano avrebbe permesso ad Acamante di istituire un vero e
proprio processo nei confronti di Medea. Dietro la “colpa” di
Medea riguardo l'uccisione di Absirto, si celava la vera colpa di
Medea, ovvero la colpa di essersi intromessa nelle questioni interne
riguardanti la città di Corinto. (i segreti inconfessabili della città,
assassinio di Ifinoe).
◦ C'è una differenza che Medea mette in rilievo fra la massa dei
corinti e Acamante: i corinti si trovano ancora in uno stadio
religioso e quindi credono ancora nel capro-espiatorio
▪ a Corinto c'è la peste, Medea è una maga straniera, quindi può
essere facilmente accusata di essere un'untrice, di aver portato e
propagato la peste e può essere usata come capro-espiatorio.
▪ Acamante, invece, è un astronomo (è uno scienziato in qualche
modo) e quindi si trova in una fase più avanzata, fase pre-
scientifica e di conseguenza, non crede nella possibilità del
capro-espiatorio che possa liberare Corinto dalla peste. NB: però
utilizza la credenza del capro-espiatorio per liberarsi di Medea.
◦ p.62: Agamenda dice che si sta istituendo questo procedimento
giudiziario nei confronti di Medea, al cui termine sarà imposto a
Medea il bando o addirittura una condanna: verrà scacciata sia da
Corinto, sia dalla capanna in cui si trova.
◦ Alternanza dei sentimenti: Agamenda in un momento è furiosa,
perché Medea non l'ascolta, poiché è malata; poi per capisce che ha
bisogno di aiuto e che potrebbe aiutarla, potrebbe di nuovo
acquistare prestigio nei suoi confronti.