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RIAE URBIUM ET REGIONUM ITALIAE RARIORES
XLVI . 1.
Pier Zagata
CRONICA
DELLA
CITTA' DI VERONA
Volume I
R?CF.,T7;:o
r
HISTORIAE
URBIUM ET REGIONUM
ITALIAE
RARIORES
XLVI. i.
Ristampa fotomeccanica
CRONICA
DELLA
CITTA' DI VERONA
Opera
di Pier Zagata
Volume I
DA PIER ZAGÀTA;
AMPLIATA, E SUPPLITA
AL MOBILE SIGNOR
DIONISIO NICHESOLA
, IN VERONA, MDCCXLV.
Per Dionifio Ràmanzini Libraio a San Tornio.
COTi HCEHZsi DE' SUPERIORI.
/
ILLUSTRISS.*10 SIGNORE!
a 2 rag-
ir
Ni
Nicbefolà , che fu degno di avere per ritoglierà Cat
An-
Antiquario , e Nichefola detto Alejfandro nelV Ordi
Bafierà dunque che noi diciamo che per tal modo col prò»
nanzi
nanzi agli occhi reggiamo apparirci fplendentiffimi lumi
queir
•• •
tifammo.
Pi Y. 5. HtoftrUn
A' LETTORI*
NOI
N O I
RIFORMATORI
AU-
XF»J
AUTORI
\ Leflandro Canobio
Battifta Platina.
Bernardin Corio.
Carlo Cannelli Canonico della Cattedrale di Verona.
Carlo Dufrefne Sia. di Cange .
Dottor Domenico Micheli Avvocato .
Abbate Ferdinando Ughellio.
Flavio Biondo.
Gabriello Simeoni.
Gafparo Sciopio Co: di C.hiaravalle .
Giambatifta Pigna.
Gianfrancefco Tinto.
Giornande .
Giovanni Bonifacio.
Giovanni Villani.
Girolamo dalla Corte.
Fra Leandro Alberti de' Predicatori.
Co: Lodovico Mofcardo.
Dottor Lodovico Antonio Muratori.
Marcantonio Sabellico.
Matteo Villani.
Fra Onofrio Panvinio Agoftiniano.
Fra
Paulo Diacono della Chiefa d'Aquileja.
Pietro Marcello Patricio Veneto.
Fra Piermaria Erbifti de' Predicatori.
Procopio di Cefarea.
Scipione Agnello Maffei Vefcovo di Mantova.
March. Scipione Maffei.
Sebaftian Sexlio.
Silio Italico .
Statuti della Città, e del Mercantil Magiftrato di Verona
Torello Saraina .
c sr
DI GIROLAMO FRACASTORIO
PROE-
P R OEMIO.
PIER
(a) Bifogna che il te fto fia viziato , perciocché da Aleflàndro fino
a uesu Lnfto, fecondo il computo del Zagara med efirn© , farebbeso
cord anni 3iz , e 1453 da Gesù Crifto fino al tempo che ep li ferirti
u prefen te Cronica. 11
PIER ZAGATA
CRONICA.
vano
PARTE PRIMA. 7
vano in maggior copia che in qualunque altro luogo della Gallia Ci
salpina , e forfè delP Italia tutta , fé Roma fi eccettui ^ ontP è che Se-
bafiian Serlio celebre Architetto Bolognefe- nel 111. libra del? Archi
tettura da effb compofìo , parlando ddP antico noflro Teatro ed altri
Edificj , nel colle , e a pie di quello fumati ,. ebbe così a favellare .
Ma le rume di quelli Edificj' fono- tante r e così abbattute dal
tempo , che farebbe grande fpefa e coniboia mento di tempo a
-volerle ritrovare . Avendone io veduti alcuni membri in piìv
parti del monte, mi dà ftupo>*e Colo a penlarvi. Ed è ben ragio
ne fe i Romani fecero cai cofe a Verona ; perciocché egli è il
più bel fito d'Italia-, per mio parere , di pianure, e di colli,, e
ai monti, ed anco d'acque ,. e fopratutto gli uomini di queilb
città fono molto generofi, e converfevoli . Ma perche imperfetta
farebbe Plfloria tC una città, fe- nulla fi dicejfe del Territorio fuo .
Noi peri , per- non fcoflarci dalla brevità , che ci ftam propofli di
feguire , molte cofe da parte lafciando , ci rifhngucrcmo fidamente a
dar contenga delP amplerà de funi confini , i quali al rne^p giorno
arrivavano fino al Pi, a Ponente al fiume Chiefio- , a Tramonta
na , oltre abbracciar tutto il Lago- di Garda , fi efltndeano nel Lito
rale di effb , indi ben- dentro il Trentino , a Levante cumprendeano-
Còlogna , e confinavano con Monfelice , e oltra P Adige colla piccio
tti città d'Adria . Ma per ripigliare il filo delP Ifloria, fa morte delP
bnperador Filippo il vecchio ricorderemo ; il quale fm uccifo in Vero
na dafaldati ,, dopo aver ricevuto una- fconfitta. da Trojan Decto *
Delle mura poi , che da Gallieno furono nel 265. innalzate, man
dati avendo nuovi Coloni in Verona ,. come dall'' 1feritone fopra La
porta, che rimane in piedi raccoglie/! , fe ne parlerà in altro luogo y
e qui intanto riferiremo come a Gallieno fuccejfe Claudio Gotico, fìt
to del quale fendo- difcefi nel Veronefe gli Aternani non lungi dal la
go Benaco furono- da quefio Imperador battuti: ficchi appena la me
tà ne rimafe .
Narra Vòpifco , che i pofieri delP Imperador Probo vennero ad abi
tare fui Veronefe , e vicino al Lago di Garda .
Giuliano- dopo la morto di Cajo fecefì Imperador proclamare , ma
da Carino fu uccifo nella campagna Veronefe .
Diocleziano , e Majfimiano Imperadori furono più volte in Verona',
vi fu pure Galixjo Majfiauam ,. e ordinò che vi fi erigefje una nuo
va porta, della Città .
Il Grande Coflantino , il quale nelP anno di Crifio 31 1 ven
ne contro di Muffendo in Italia , prima di rrvolgeefi verjo Roma ,
marchiò verfo Verona , dove erafi fatto forte Bompejam il più famofo
capi-
■
8 CRONICA DI VERONA
capitano di Maffen^ie. Stretta da ogni parte la città et affedio, ven
ne alle mani con Pompe/ano , che ti era ufeite per introdurvi mag
gior numero di folci'ati , Ù quale vinto , ed ucci/o fu cojìretta la città
finalmente a render/i a di/erezione .
Fu onorata dipoi la città no/ira dalla presenza di alcuni Impera-
dorix cioè da' due Valentiniani padre , e figliuolo , Teodofio il gran-
de, ed Onorio , come fi raccoglie dalla data di alcune leggi qui da
ejfi fottoferitte : una che porta il nome di Graziano , ha fatto credere
eh'' egli in Verona fi trovaffe F Agofio del 98».
Eravi pure in que tempi Prefidio e Corpo- di Milita , cioè il Pre
fetto, di Sarmati Gentili in Verona •• così pubblico Arfenaie , 0 fia
.Fabbrica a" armi J alcuna cofa del quale ne toccheremo dove della
'Porta Organa di quefla città ci accaderà fa* menzione . In tanto ,
dàlia brevità propoflaci niente feoftandoci , volgeremo il nofirv rag-
jgionamento a rapprefentare il nuovo e deplorabile afpetto dell'Italia
per ? irruzione de Barbari , che le tolfer*> non fidamente il deminio
delle altre nazioni , nta ancora di fcjlejfa ,
Nell'anno 400 venne dalla Pan nenia in Italia Atavico Re de*Got$,
ma dopo la battaglia di Ptllenzp ' incamminato per ufeir ne , giunto che
fu a Verona , mutò parere , e contro la fede data volle di nuovo con»
traftare, onde feguì altro fatto d'arme con vittoria de' Romani m} che
peri. Qlaudiano , nelle lodi d'Onorio e Stilicene drffe , ehe Verona non
picciot membro al trionfo aggiunto avea , e ehe i Adige avea portato
al mare il fangue e i corpi de Goti . Ma nel?anno 408 ritornacene in
balia con nuova e maggiore armata per la Jolita via di Emo
na > e lafciate addietro Aquila;a , Concordia , Aitino , e dopo que-
fle Verona t pa/tò l'Adige , indi H Pò ad Ojliglta , e lafcian-
eh Onorio in Ravenna , fi condujfe dirittamente ad aflettiare
1 la c.ttà di Roma, la- quale, alfe/iremo ridotta , fi compofe con Ala
rico . Ma y dopo varj accidenti , ritornò eglr F anno appreso , e la
prefe e la faccheggiò , proflrando la prima volta la grandezza e
maeflà del fu» nome.
Verfo la metà del fccolo Jfeffo fu fingolarmente fatate a quefle no*
ftre regioni F irruzione degli Unni , che guidati da Attila le mife*
re a fuoco e fiamma . Aquileia efpugnata ed incenerita-. Aitino , Con*
cordia , Uderzp- defolate ut modo , che al loro primo flato non più
ritornarono . Stava H fiero Attila in penfiero di pajfare a Roma ,
quando illuflre e pacìfica legazione gli giunfe , la qttal fetegli co*
der F armi di mano , e ripaffar FAlpi . Capo di tal legazione fu il
gran Pontefice- San Leone , e il luogo ove jeguì fu nel Veronefe, ove
era abbiamo Pefcbiera.- il che fi fa chiare da Giertfahde ; che la*
PARTE PRIMA. 9
fcii feriti» fegutjp: ove fi pajfa il Mincio, e dove il piaggio di
tal fiume è molto frequentato da quei che viaggiano, con che vie
ne a indicarfi il fitto teflè citato , pel quote cor/e fempre P Impe.
rial via da Milano ad Aquileia . Altri fiorifero , il luogo di sì Me*
morahil fatto , effer flato ove sbocca il Mincio nel Pò, come fi legge
nel Breviario Romano nella vita di S. Leone fotta f undecima giorno
d'Aprile. ìl Muratori negli Annali d'Italia T. Ili, e lo fieffb negti
Scrittori Jelle cofe d'Italia Voi. I.
Nel 47Ó pafisò .in Italia Odoacre con eferche et Eruli, e Tursi»
Ungi ed altre genti.' prefe Roma, imprigionò- Augufiolo in Ravenna,
f ultimo degf Imperatori d'Occidente, .e le rilegò indi fioggiogata
F Italia tutta., prefe sitolo di fm» Re , e per poco meno di quattot*
dici anni vi fi mantenne .
Venuta nell'anno 480 contro di lui Teodorico co fimi Ofirogoti ,
e refpinto con perdita da/ fiume Lifonx» fi ritirò a Verona , e fi ac
campò nella minor Campagna : ma fopraggiunto futra indugio Teo
dorico a combatterlo lo ninfe , -e nel calar della vittoria reffò anche
Verona occupata.. Ma dopo quattro anni uccifo in Ravenna Odoacre,
Teodorico fu da fuoi proclamato Re d'Italia.
Quefli amò tanto Verona, che ne riportò il nome di Veronefe prefi-
fio la maggior parte di Scrittori Tedefchi , e prima Ennodio ne\
Panegirico , dovendogli nominare quefla Città diffie, la tua Vero
na .. Qui però fece egli ordinariamente fina refiden^a , coflruitovi
Regal Palatgo , <ed altre .infigni fabbriche., cioè Terme , Acquedot
to , e Portico . Il Palalo , .memorie non avendofi ove foffie preafa-
mente fintato , alcuni oonjetturano che nella Collina di S. Pietro , dove
abitarono ancora altri Re a lut pofleriori. Altri tengono , che a piè di
effe fojfie coflruito ; e credono che le veftigia quelle ne fiano che futi
ora appajono nelle cafie fintate r'mpetto alla Cbiefia del Redento
re ; fondando quefla loro credenza fiopra certe parole -efiprejfe nella
carta di donazione fatta da Berengario Primo a Giovanni 'Cancel
liere di certa poca serra fituata nel Caflello antico di Verona ; della
qual terra i confini accennando/i i Regi Edificj fi nominano .' Ab
Oriente, & Aquilone conGftunt publica, & Regia MàìUài ec.
A queflo monumento altro del 1070 vi aggiungono, che meli'Ar
chivio della Cbiefia -di S. Stefano fi cuflodifee e nel quale fi legge
cb'eravi un Ponte accanto al Palanco, Ad pontem prope Patacio
ec. Il qual Pome tffi ungono effer quello che nella piena del 1230
fu dall'acque in parte abbattuto, come avea Ietto H Rev. D. Carlo
Cannelli fu Canonie» della Cattedrale, in certe memorie che neV'Ar
chivio delle Monache di S. Spirito efiflono, del cui Monaftero egli
B ficrtffe
io CRONICA DI VERONA
fcriffe la Storia , e nella quale effb così il cafo racconta .'■ Al tor"
reme di tante difgrazie , s' aggiunfe una grandiffima innonda"
zione dell'Adige leguita il giorno 5 Ottobre, quale ftraordina"
riamente baccante, coli' impeto dell'onde lue furiofe, urtando
nel Ponte di Pietra vicino a Pufterla piana, abbattendolo, lo
tirò nel fuo fondo , e tanto fece di varj archi dell' altro pel
quale pafTavafi dalla Città al Cartello di S. Pietro. Que,i altro
documento appo il Rever. Sig. D. Bartolomei Campagnola aiduceu»
do, [crino da Bonamente Nodaro nel 12.03 , nel quale qnefte paro
le fi leggono.' novuni opus a ponte fra&o* quod conlueverat el-
fe fupra - Ecclefìam Sancii Fauftini in flumine Athefis. Ma que-
fte fono confetture, e però d' altre cofe ci farem noi a di/correre.
Teodorico dunque oltre le già dette cofe , dicono che fece recignere
di M(tra la Città. no/Ira . Altri però il contrario no riferijcono , e [pe
nalmente Canobio , cow in altro luogo dtmoflreremo .
Morì Teodorico l'anno $ló , e gli fucceffe Amalafunta fua figli-
uola vedova di Euterico Vijigoto , rimajla con un figliuolo d'età d'an
ni otto chiamato Atalarìco , per nome del quale prefe il Regno. Ma
nel 536 finì il garzone di vivere feguito dalla Madre nel 597, ucci*
fa da Teodato fuo Cugino, a cui era/i dopo la morte del figliuolo
maritata . A qncflo Teodato , che fu morto per una congiura de' fuoi
nazionali , Jucceffe Viùge ; depofto il quale, fu da' Goti eletto Re
Teudobaldo , 0 Idovaldo, cb'* era comandante del Prefidw di Verona ,
uomo nelP armi valorofo . Ma nel 540 fu ammazzato, mentre fede*
va a menfa , da', fuoi Capitani , per vendetta di Uraia nipote di Teo
dorico, che era fiato, poco avanti per ordine di Teudobaldo trucida
to. Morto co/Itti , crearono i Goti Attarico per loro Re. Quejti trai*
tando co' fuoi Cpnfiglieri di Jìabilìrs la pace colPImperadore , fu mcr*
10 da' fuoi P anno 543, e conferito lo Scettro a Baduila, 0 Badntla ,
che da Procopio e da' Greci fu detto Totila > il quale nipote era di
Teudobaldo.
Nel . principio del Regno di Totila , i Capitani dell' haperator
Giujliniano tentarono di forprender Verona, e riufeì loro d' impadro-
nirfi d' una Porta , e di mettere in fuga i nemici : ma, non e/fendo
a. tempo fecondata P imprefa , i Goti ripigliarono la C.ttà . Teja che
fu il migliore de' Capitani di Totila , e che gli fuccedette nel Re
gno, fu mandato a Verona col fior più fcelto delle fue truppe per pre
cludere a Narfete la confueta firada d' internarfi neìl' Italia , ma
quejlo condujfe P armata fua lungo il Mare Adriatico fino a Ra
venna . Venuto Narfete alle mani con Totila a BrefceIlo , volgar
mente Berfella, fopra il Pò , vi perfe quefii la vita e l' eferc 1 1 [con
PARTE PRIMA, u
fitto . I Goti crearono Teja in fua luogo Fanno $60, ma net $6z
mediò Teja da Narfete prejfo il fiume Sarno vicina al Monte Ve*
Juvto finì con effa il Regno di Goti ; disfatti i quali , Veronefi
prefera F armi per tenerfi in libertà , e per difender/i da' Greci ,
tna feguito un conflitto , reflà prefa la Città, e fòggetta alF Impe
rio di Giufliniano. Rimafe pacifica F Italia fina all'anno 5 6" 8. In
quefto per la venuta del Re Alboino ,. co' fuoi Longobardi , invita
to da Narfete [perciò, che fiamo per raccontare^ ad invaderla , fu
nuovamente meffa foffopra y e pofìa in grande calamità . Morto Giù-
filmano fu ajjunto ali Impera Giuftina figliuola di fua fonila; Quefto
Principe , che da principio dato avea qualche fperanza di fe , diven
ne pofcia nel governo inettijfimo, onde a volontà di Sofia fua mo
glie reggeva F Imperio . Da quefta perfuafo. a richiamare Narfete
in Coflantinopoli , e a mandargli per fu ceffore Longino, tanto fu
ancora efeguito . Ni contenta di ciò F Ir/.peradrice , volle infìeme-
metìte oltraggiarlo , fcrivendogli , ch'ella il voleva in Coftan tino-
poli , perche cogli altri Eunuchi e donzelle difpeni'affe le lane ,
e le filaflè ancora , e teflèffe . Ciò. da Narfete udito , come colui eh'
era di grande animo, fdegnata rifpofe :. Giacche così ingratamente
le mie fatiche fi pagano, ordirò, ben predo una tela, che cen
to Sofie difciorla non potranno giammai. E tofto ch'egli ebbe in-
tefo gtunto ejfergli il. fucceffore in Ravenna , licenziato a un tratto
F Efercito , perche non fe ne poteffe Longino fervire, in Napoli fi ri
tirò .- E di qui Alboino dal? Ungheria fallecitando a. calare in Italia ,
fu da quefto accettato l'invito, e ben tofto co' fuoi Longobardi ci ven
ne. Fra le altre città che prefe furono , piacque ad Alboino famma-
mente Verona, onde in effa nel 570 fifsò l'ordinaria fua refidenza .
Poco però viffe nel Regna; perciocché nelF anno 573 fu da Elmige
per commijfione di Rofimanda fua moglie ammazzata ( per effere fia
ta da effo capretta a bere in un convito nel tefchio- del di lei padre
da ejfo morto ) e fu fepolto , come dicono , fotta una fcala contigua al
Palazzo- Rofimonda fuggì pofcia con Elmige a Ravenna; e. a co-
fluì congiuntzfi in matrimonio colà entrambi malamente perirono ; per
ciocché Elmige da co(lei ave!enato , fu effa pure dalla fieffb marito co-
ftretta a bere di quel veleno ,. eh? effa porto gli avea; onde amendue
a un tratto lo fpirito efalarono .
Succeffe Clefio ad Alboino nel Regno, al quale nel' 578 fu tolta
da' fuoi famigliari la vita. I Longobardi, invece eF elegger/i altro
Re , penfarono di governarli per Repubbliche . Laonde Autori figliuo
lo di Clefio rimafe Dura in Verona, ma nel 585 fu poi Re dichiarato.
Cojìui prefe per compagno ne! governo Agilulfo Duca di Turino , il
B 2 quale
t% CRONICA DI VERONA
quale ebbe non filamento molte guerre co*Franchi, e co Greci, ma
ancora co* più Duchi di città , i quali fé gli erano ribellati , fra
quali fu Zangrulfo Duca de^Veronefi , che, cerne gli altri, vinto ri'
mafe ed ucci/o . Poco dopo da contaggiofo morbo furono grandemen-
te afflitte Ravenna , e Verona . Morto il Re Autori nel 591 di vele
no in Pavia, e rima/io filo Agilulfo nel Regno, finì pur ejfo di vi
vere nel 61$ , 0, come altri vogliono, nel 6 18. Dopo di efjo fu meffo
in trono il figlittol fuo Adalaulde fanciullo con la madre Toedelinda^
ma impasto poi, e fparfa tal fama per Arnaldo , fubentrò quefli nel
òzi, e regnò fino al 636. Succejj'or diArioaldo fu Rotori, che fu il
primo delia fua nazione che aveffe leggt proprie e ferine , quali pubbli
cò nel 6/\i\. con nome di Editto . Fra le altre barbare cofe che in effe
contenute erano , quefla inumaniffima vi fu comprefa , che giurando /'
Attore a fe appartenere la cofa con folenne giuramento domandata ,
tt era privato il pojfeditore, ed era a colui conceduta che la proteo-
dea ; nò a quello permeffo era le proprie ragioni addurre , che della
cofa contenxiofa non fojj'e flato prima ifpogliato . Morto Rotari nel
ó$6 Rodoaldo fuo figliuolo nel Regno fucceffigli ,il quale fu uccifi
da un Longobardo a cui violata avea la moglie, e ciò fu del 661 .
A quefla fu fiflituito Ariperto figliuolo di Gondoaldo fratello di Toe-
delinda moglie dì Autari Teir^o Re , e fi morì del 6jo , lafciati
dopo di fe due figliuoli , P uno de" quali fi fuggì , e /' altro fu fat
to morire da Grimoaldo fuo parente , refìando ejfo nella Signoria,
in cui viffe fino al 58o, lafciaudo nel Regno Garibaldo fuo figli-
volo, il quale poco dopo finì di vivere aneti" effo. Partarico figliuo
lo {f Ariperto, che, come abbiam detto, fin era fuggito , udita la
morte di Grimoaldo e del figliuolo , ritornò al Regno col figliuolo
fuo Cuuipertc . Ma Partarico morì nel 6p2 , rimanendo filo Cunim
ferto nel Regno* Coflui fopraviffe al padre fino al 710, e gli fuc-
ceffe Luitperto fuo figliuolo , che viffe foto otto mefi . Dopo quefli
regnò Ragumberto j quefli non vifje più che un anno , e fu co
ronato fio figliuolo Arimpcrta , che regnò fina al 713 ; morto il
quale fu creata Re Afprando , e tenne lo feettro filo tre mefi .
Dopo quefla fu eletto Luitprando, , ma nel 743 finita avendo di vive
re gli fucmffe Ildepranda , che regnò filo fette mefi , fendaflato- da Lon
gobardi fcacciato ed eletto Rachi in fuo luogo, il quale nel 750 pre-
fe F abito- di S. Benedetto , e finì fua vita nel monte Cajfino . Sotto
Udeprando per opera di S. Annone Vefeovo in quel tempo della citta
noflra furono recati di Triefle i Corpi de glonfi Martiri SS. Fermo
e Ruflica cittadini Bergamafcbi . Vogliono gP Iflerici Veronefi , che da
Sa Maria Qùnfilatrice , favella di S. Annòne, fiffero quelle prediofi
reliqu. e
PARTE PRIMA. i3
reliquie in Vertma riportate , le quali nella maggior Cbiefa ad ejt
Martiri dedicata ripa/ano .tuttavia . E febbeue alcuni vogliano , eòe
.le Reliquie loro in Bergamo fi euflodifeano , non per tante- prove
più antiche di eia non adducono che del fecola XVI. Il noflro Ottavio
Alecchi, delf identità de' Corpi di detti fanti Martiri , un dottiamo
.trattato oompofto .avea ,* ma col ceffo* .del fuo vivere, non Joppiamo
■per aiuole accidente , fu alla città naflra il contento rapita di vederlo ,
fe non dia pubblica luce delle fiampe , eujlodito almeno fra i molti
eccellami feritti* che dopo di fe avea lafciati. Ma che qmefli Santi
Corpi non fiano flati altrove tra[portati , fi prova con alquante anti
che memorie, e particolarmente colf autorità del Ve/covo Adelmi» , il
quale nel H£7 eccitò il popola Veronefe a riparar la fabbrica della
Cbiefa de SS. Fermo e Ruflicot in cui dice ripofano i corpi loro.
Di quefli due Santi e del Martirio loro ci riferbiama parlarne un po'
più diflefamente nel fecondo volume, o fia fupplemento di quefla Cro
naca . Ma ripigliando il racconto de'Re Longobardi , Aiflulfo di Rac
chi fratello regni dopo di lui. Morto che fu ii Re Aiflulfo, Defiderio
ed Aldigifio furono di lui fucceffari , e gli ultimi de'Re Longobardo
in Italia. Perciocché venuto nel 773 Carlo Magno di Francia con
numerafo efercito, invitato da Adriano- Pontefice ■ a liberarla dal do
minio de* Longobardi , e a far acquiflo di sì bel Regno . S'oppofe
Defiderio aW imboccatura de' monti , ma poi con precipuofa ritirata ,
abbandonato tutto il paefe a nemici , alla difefa di due fole piagge
fi riduffk racchiudendofi ejfo in Pavia , e Aldigifio , 0 Adalgijo fuo
figliuolo , già dichiarato Re , in Verona , che per detto di Anaflafie
Bibliotecario era fortiffima fopra tutte le città de* Longobardi . Ma
fanno feguente venuto Carlo ad attaccarla, effondavi uno fcarfo pre-
fidio- dovette arrender/i , fuggendo Adalgifo per acqua a Coflantino*
peli . Cadde anche Pavia , e Defiderio fu fatto prigione . In queflo
enodo il dominio de' Longobardi ebbe fine , the da Alboino fino alla
dtpreffione di Defiderio era in Italia 204 anni durato , e Signori
ne rima/èro i Franchi , *' quali furono i Veronefi foggetti da Carlo e
fuo* fuccefforì fino all'anno 88d. Ma prma di jeendere d' altro a
ragionare y delF origine di quefli Longobardi, che alla noflra Lombar
dia il nome diedero , decorreremo . Ufcirono primieramente quefli popo
li , ( che dalle lunghe barbe loro detti furono Longobarbi , 0 poi corrot
tamente Longobardi e Lombardi)fatto di Taonte ed Aioue lor capuani
dall''Ifola ,0 Penifola di Scandinavia , 0 Scandia , dalla quale anche i
Goti Porigine aveatt tratto . Fecero gran tempo i Longobardi fianca nel
la Germania, e perciò furono da'Romani , prima che andaffé PImperio
dell'Occidente in ruina , conofeiuti per nome .E dallo fpeffo mutar fian-
V* fu-
i* CRONICA DI VERONA
M furono, anche Vìntili detti . Guerreggiarono, affai fpejp* contro molti
popoli e co1 Bulgari ferialmente K Mia fine nell'Ungheria inferiore
annidaronfl , e combattendo, con Turi/mando Re de'Gepidir e vincen-
dolo ,. fermarono in quelle contrade il piede , dipoi fotta Alboino ,
come dicemmo , in Italia pacarono. Ma ritorniamo, a. Carlo Imperado-
re, il quale avendo P Italia da' Longobardi liberata , lafciò. in Verona
Pipino fuo. figliuolo ,. // quale creato avea Re a" Italia . Queflo, buon
Principe, dicono, che erger fece la celebre Ba/ilica di S. Zeno maggiore .
Altri però, fono di contraria opinione, dicendo ejfere jiata da ejfo fo-
lamente rifiaurata , od ampliata : ma di qucjle tali cofe ci rijerbiamo di
favellarne più a lungo nella feconda Parte , o Supplemento di quefla
Cronaca. Ora entrato Panno 886 , in queflo cominciarono alcuni Du
chi ad ufurpar.fi la Signoria d'Italia. Fra quali fu Berengario Pri
mo Duca del Friuli v e Guido Duca di Spoleto; ma Guido fu da
Berengario nella Tofcana vinta e debell. 'o, onde rima/e a Berenga
rio P Impero , nel quale viffe fino. alP anno 023 . Dopo quefli Rodol
fo Duca di Borgogna regnò, in Italia; indi Ugo Duca a ' Arli com
Lotario fuo figliuolo ; poi Berengario Secondo ftmilmentt col fuo fi
gliuolo Alberto. . Quali tutti tirranneggiarono. non folo Verona ma.
quafi tutta PItalia . Finalmente vinto Berengario da Ottone I, fu co
ronato queflo in Acqvifgrana da Papa Leone Vili nelP anno c?6z ,.
onde le citta, d' Italia tornarono a governarji con la primiera liber
tà . I Veronefi pure nelP anno 073 , in cui feguì la morte di Otto
ne , prefero, anch' ejfi a reggerjì. per fe mede/imi , come in altro luo
go di queflo primo Volume dhnoflreremo ..
L'anno della Natività del Noftro Signore Mifs.Gesìi Chrifto.
11 15 ,. fò una Donna, chjamada la. Co: Matelda, morì in Lom
bardia,, la quale edificò molti. Cartelli, e Monaft'eri lui Terrea
Veronefe ,. e Hofpedali ,, e Ponti dei quali lezando. non trovar!
li auttori, che li edificafle, fappi,. che la fò lei. Unde quando
la venne a morte fece el fo. Teftamenro, e fi lafsò tutte le foe
ricchezze,, e tutti li foi beni alla Chiefa Romana, zoè a S. Pie
ro in libertà de Papa Bonifacio, ma prima havea dotado Mo-
nafteri , e Ho( pedali in la. Città di- Verona , e de fora , la qua
le Con tefflà Matelda era fuzida dal Padre, e dal Marido Enri-
go (a)„. Andò a Vangadizza fu Quarolo, & comprò detto Qua-
rolo, & laiTollo a una Gefia detta S. Maria; la qual. Gefi.i la
dotò
ANNO DNI
MCLXXII
COMBUSTA |
EST CIVITASj
VERONAE
Nel muro a man deflra nélF afeendere la [cala che fi va nella [ala
Epifcopate , ove fono dipinti tutti li Vefcovi , vi è la [eguente aferitone
if -AOJ- 1 M C I/XXII'
cvrvs svTesTis Me olivcrtvs ectt
IN IVLH NONA qVANDO FVIT ARSA V6R0NA
(a) Quella guerra nacque fra' Veronefi e Vicentini per differenza de'
Confini . Tinto lib. V.
»4 cronica di Verona
ro Re venne in Italia, e fu coronà iti Roma , & in quell'anno i
Verònefi andò in foccorfo contra de Mantoani a edincar Gonza*
gi, eh' era ftada deftrutta da Cremoncfi, e da Rezani , e per
lo ditto foccorfo li nemici fi levò de campo , e fu recoverado il
Cartello.
V anno 1212 Rizzardo Conte de San Lorenzo in Colonna de
Bologna fu Podeftà de Verona , e Piero de Lamberti fu Podeftà
in Cerea, & in quell'anno Chriftiani abbandonò la città de Da*
miata , e Pagani la tolfe per loro , & in quel.' anno Rizardo Con
te fopraferitto con lo efercito Verónefe andò contro Ferrara , e
combatte con Mifier Salinguerra da Ferrara , e li fu prefo el di*
to Conce con molti altri Veronefi . Adi 8 Zugno , e adi 14
de Lugio fono tratti fora de prefon tatti i Veronefi , eh' era in
prefoa a Ferrara , & in quello zorno Aleardin de Cavo de Pon
te , e Tixolin da Battu fu morti in fu la Piazza de Ferrara .
P-corar» L' anno da Mercà Novo fu Podeftà de Vero-
di Merca. na , e Fermo de TAncilla fu Podeftà in Cerea, & in quell'anno
noi o Po- ci dito Podeftà di Cerea fi comprò le rafone di Calonefi * de Ve*
deftà di rona pg,. |0 Commun de Cerea per 8000 libra de danari (a), & in
*ot£,'ui quell'anno el di de Nadal all'ora de terza fu uno terramoto sì
Canonici.'- srande , che el Cartello de Maran , e le cafe de quelli da Lazife
fi cazl per terra, e per la mazor pane de muri de Brefta, & al
tre cale affai.
Queflo Cafteiio era fitto edificate da Gajo Maria Confile Roman»
f anno di Roma 04$ , ed avanti la Incarnartene dell' Eterne Verbi
106 in memoria della celebre vittoria da effb ottenuta fepra de* Cim
bri {che al numero di trecentomila erano venuti dalla Gottilandia , pae-
fe vicino alla Danimarca , in Italia) fulla campagna di Verona in «e*
luoghi detti la Cd di David , e la Croce Bianca , chiamando il Caftei
io , dal tuo nome Mariano , che poi corrottamente fu detto Marano nel
la Valpolicella . E* tradizione che quelle genti , le quali ora abitano la
Cbiefa Nuova , il Cero , ed altri luoghi nelle Montagne confinanti col
Tiralo a eoi Vicentine , fiano li pofieri di quelli Cimbri cb' ebbero la
forte di fottrarjì in detta guerra dalle mani de Romani , tuttavia con»
fervando V antico linguaggio.
L.tuber- L'anno 1224 Lambertin de Lambertini a. _, gU<t fu Pode
ri n Lam- rtà in Verona, e Bonifacio Bocafalfa fò Podeftà in Cerea, Se io
benini quell'anno Azo Novello, e Bonifacio Marchefe da Eft, e Rizar-
Bologaefe j
Podeftà di ao
Verona . b^*— 11
(») Sarebbero in oggi il prezzo di Lire 90800 moneta corrente Ve
neta , conteggiata la lira Veronefc a Lire n - 7 correnti Venete.
PARTE PRIMA. ij
do de San Bonifacio fi meffe campo , e affediè el Caftello della
Fratta de Meflèr di Salinguerra da Ferrara , e fi ghe flette fette
fettemane , e li lavè per forza , e fil guaflè tutto , e adì 23 Apri
le molte famegie de Mafnade del ditto Meflèr Salinguerra fò ma
lamente morti in el ditto Caftello , e da poi la fefta de San Mi
chel© i Veronefi mefe campo al Caftello dè Borni en , e_quello per
due mefi continui 1* attediò , e fi non lo potè aver .
Fm contratta lega , autore effendone il Co: Riigardo di Sanbonifa-
ciò figliuolo di Lodovico , tra la Repubblica di Verona, ed i Marche-
fi Afgane il giovane , e Bonifacio Efienji acciò cacciato di Ferrara
Salinguerra Tiranno fojfero i detti Marchefi in quella città ritorna'
ti . Durante P ajfedio del Caftello della Fratta , il Conte Ritardo
chiamato da Salinguerra a Ferrara , come per dover trattare [eco
le condizioni della pace , fu da quello arre/lato ma poco dopo rila-
fciato per comando de Rettori di Lombardia come a tradimento im
prigionato . Per occafione di quefta guerra foleeitò Salinguerra
Zeltno fuo nipote a dar principio alla milizia , ficcamo colui , che fui-
fiorato Ghibellino era t giovane prontiffimo, audace ed «fiuto , come tn
appreffo vedremo. Tinto lib. V.
L'anno 1225* "Goffredo di Provatle da Milan fu Podeftà di Ve
rona , e Maiulotto de Maiulotti * fò Podeftà in Cerea , & in lW
quell' anno Lion dalle Carcere , e tutti i Monticoli , e Quat- £\ g°j"°
trovimi de Verona fi zurò infieme per una parte d' effer contrariti,
nizzardo Conte di Sanbonifacio, e della fua parte, & in queir
anno A bofco de Cerea , de Nogara , e de Gazo fò partiti tra
loro.
L' anno 1220". adi 20 Xmbro Miffer Lion dalle Carcere fu
fatto Capitanio de Verona, zeè -di Monticuli, e Quattrovinri
de Verona , e fi combattè con la parte contraria , zoè del Conte
Rizzardo de Sanbonifacio , •& havè vittoria , & tolfe la città in fi
« preie Mefler Guffredo Capitanio foprafcritto, e fi el meffè in pre-
fon con i ferri a' piè in te la cà de Miffer Guielmo di Gerii, & in
queir aano Meffer Lion 'dèlie Carceri fò Rettor per la mittà dell'
anno, e Meffèr Licerin da Roman per l'altra mittà, e fe mina
re , e deftruzere i muri, e torre, e cafe del Conte de San Boni
facio, & in quell'anno Corà * fò Podeftà in Cerea. •
L'anno 1227. Manfredo Conte de Corte Nova fò Podeftà inCorado d'
Verona , e Iacomo da Brian fò Podeftà in Cerea , 8c in quelP an- Abrian .
no el Conte Rizzardo de San Bonifacio con la fua parte fe pafe
con la parte de Montechi , e Quattrovinti de Verona appreffo la
villa de Nogara per interpofizion di Rettori di Lombardia.
D L'an«
2(5 CRONICA DI VERONA
V anno 12,28 Miller Perin di Candi da Milan fò Podeftà in
Verona, e Martin Zudefe di Lafranchini Podeftà di Cerea.
Iti quefi1 anno fu compito il Statuto della Repubblica Veronefe ; co
pia del quale fu pubblicata dal Reverendo D. Bartolomeo Campagno
la Parroco di Santa Cecilia per le Jlampe di Pietro Antonio Ber.
no P anno 1728, ed il libro fu intitolato Liber Juris Civilis Urbis
Verona; .
L' anno 1220 Rainero de Cà Zen da Venezia fò Podeftà in
Verona, eLancetto Taiabaffa Podeftà in Cerea, & in quell'anno
Federigo Ruzero Imperador fenza alcuna battagia have la città
1 Gt'ru(*" de Hierufalem, & altre terre ultra mare; E li fb incoronà de
cq'uiftat* " <ìueJla città de Hierufalem per fuo Re , & in quell' anno i Cre
dali' Im- monefì, e Modenefi, e Parmefàni da una parte, & i Bologne!!
perator con Rezani , e quelli da Imola, e da Faenza con una certa quan-
Federico. tjt^ <je cavalli de Lombardia da altra parte fi combattè infra lo
ro appreffo el Cartello Bazan Bolognefe fottomettendo i Bolo-
gnefi con la parte fua con danno, e vergogna, e fò grande ta-
giada infra loro, & in quell'anno Miffer Alberto, e Caftellan,
Zuanne de Miffer Lanzo, Bonaventura de Miffer Zilio, & altri
affai Cavalieri de Verona a fpefe del Commun de Verona cavalcò
in la Marca d' Ancona in fervitio de Sanéia Chiefa per lo dito
Papa contro lo Imperador Federigo Ruzer, & incontra lui fu ot-
tegnudo la intention della Chiefa per la fanta Fede.
Eranojì ribellate alcune città fuddite della Chiefa, onde Gregorio
IX fra gli Altri ajuti , richiefe quello de Veroneji , e maflìme contro
Federico per certe jurìfdizioni nella Sicilia.
L' anno dito el Conte Rizzardo da San Bonifacio , Pegoraro
da Mercanovo, Grego da Morega con la fua parte zurò de ob
bedire i commandamenti de Rainer Zen Podeftà de Verona , e per
lo fuo arbitrio volfe , che quefte parte feffe bona pafe con bona
fede adi 25 de Luio, e poi el dì feguente el dito Podeftà fe ta-
iar la tetta al Prete de Cavrin de volontà, e confentimento de
Zulian de Ochiodecan , & in quello di Zufreddo da Milan Gar-
denale, e Legato da Papa Gregorio fi fcomunicò per Eretico lo
yicenza Imperador Federigo per molte caufe , & in quell'anno Miffer
fotto i Icerin da Roman con la parte di Montechi tolfe Vicenza in fi.
Veronefi. Riferifce il Platina , che Gregorio , appena ajfunto al Pontificato , fe
ce intendere all' Imperator Federico che fottopena di fcomunica doveffe
paffare in Afta alla recupera di Terra Santa ; il che da Federico prò-
meffo , e fintofi pofcia ammalato , ritardò molto a gire all'armata che
tnBrindiJi F attendeva deve in tanto il Langravio d' JiJJìa morendo,
Federico
PARTE PRIMA. 27
Federico allora fubito vi fi portò appropriando/i gli addobbamenti e
la guardaroba del Principe morto . Indi , fingendo voler poffare nel?
Afìa , fece vela con F armata , ma non molto dopo efferfì di Brin~
di/i allontanato , fitto pretejlo d' e[fere dal mare travagliato, addietro
fi ritornò fen-^ altro fare, e che Gregorio perciò la fcomunica già da
Onorio III fulminata contro di Federico riconfermajfe . Platina nella
Vita di Gregorio IX»
L' anno 1230 Adi Domenega 7 d* Aprile el dì de Pafqua in
Verona in campo Marzo fò in lo Populo una gran paura per
che el fò morto el Nevodo de Rubaldo Intrighetto Migola , e
molti altri feridi, perche Rainer Zen Podeftà de Verona li con
finò el Conte Rizzardo, e Pegoraro, e Aleardo de Lendenara, e
Monticoli, e Quattrovinti, e quelli della fua parte a dover ftar
in Venezia , e poi el dì de San Pero de Zugno alcuni della par
te del Conte comenzò a combatter con la parte di Monticoli ,
e Quattrovinti, e quelli della fua parte, eh era tornati da Ve
nezia , li che in quella coftion fò prefo el Conte con tutta la II Conte
fua parte , in li quali fò prefo Pegoraro de Mercanovo con uno Riardo
fuo fiolo , e Guielmo da Lendenara , e Grego da Moraga con uno 5* "io^r°"i
fuo fiolo, Guielmo di Zerli con dui fioli , Donna Bonifacio , prigione
Zuanne da Palazzo, Lion dalle Carcere, Coftantin Calonego , con altri
Valerian de Braganzo, e molti altri, e le cafe e fortezze fò ze- f»"iona-
tate per terra, e loro tutti fono polli in prefon* T> '
L' anno 129 1 Stevano Baduar da Venezia Podeftà de Padoa
con li Ibi carozzi venne fora de Padoa, e venne a Torconte ,
eh' è una villa del Padoan in le corte de San Zeno, e l'altro
dì venne a Rivalta; Et Lorenga de Stracca Podeftà de Man-
toa con Mantoani con li foi carozzi venne in cavo del ponte
diMolini de Mantoa verfo Verona per ener in foccorfo del Con
te Rizzardo, e della fua parte, eh' era in Prefon in Verona co
me è dito de fopra, azò che i fonerò ìalTadi de Prefon, e co
sì fono relafladi ' E per lo Podeftà de Breffà i fono accompagna- Il Conte
di a BrefTa , e poi a Piacenza, e poi i Mantoani, e Padoan i i Rizzardo
fono ritorna coi foi carrozzi a cafa, & in quell'anno ai quinde- è liberato
le Luglio el Conte Sanbonefacio con la fua parte, e Monticu- 5" fuoi*
li, e Quattrovinti con la lua parte per ordine dato per coman- aderenti,
damento di Rettori di Lombardia , e della Marca , che quelle due
parte fodero a Villafranca, & a Sanbonefacio, & el dì leguente
fu trattada la pace, e così tutte due parte fè bona pafe infieme,
& in quell' anno fu eletto Guido da Roa * Podeftà di Verona. * Leggi
Adi 8 Novembrio el ditto Podeftà con li Veronefi affediò el lla R°li*
D 2 Ca-
i8 CRONICA DI VERONA
di^ol'1'0 CaftelI° de Colognola' del deftretto di Verona , e alla fine del
gnolapre- ™^ e^ ditto Cartello fu prefo per forza, e fu a faccomanado,
Co e demo- e desfatto , e brusà .
Hto. L'anno 1132. adi 13 de Aprile Mifler Icerin da Roman con
i Cavaleri, e con el populo de Verona fi mandè el dito Mif-
fer Guido fuo Podeftà per Ambaflador con la fua corte de' Zu-
defi, e famegia a Oftegia allo Imperador, eh' era lì, e confor-
tollo per parte del Commun, e ch'el vegnifle a Verona, e cosi
venne* El qual Imperador Federigo venia de Pulia; E così {lan
dò in Verona de lì a pochi zorni el Conte de Tirallo, & Ma-
ginardo Conte , e Bremo , e Rigo Conte de] Piano con cento cin
quanta Cavalieri, e cento Bakftreri venne a Verone a pofta del
Gugliel- dito Imperador, e- per fua guardia e della città, e Guielmo de
»io da Per- per("ego da Cremona fò fatto Podeftà de Verona; El primo dì
Cremona ^e ^azo *"u e^ Càftello de Porto, e fò morto Paltrome-
Podeftàdi ro di Rondinoti da Legnago, e molti altri fèridi, e adi rp Ma-
Verona . zo Mantoani avrì l'acqua de Porto a Ofteggia , e la torre della
Bevrara, ed in quell'anno fu reedificà el Càftello de Rivalta e
li Mantoani desfece el ponte della Prea della Bevrara de Vero
na, e li Veronefi de fece fubito un altro de legname; In queli*
anno adi 27 Zugno Azo Marchefe da Eft, e Rizzardo Conte
di Levarchin , Guerriero da Camin fi combattè coi Trevifani al-
li confini del Padoan , e de Trevifo , e fi ghe venne centra t
Trevifani, e pur alla fin vencè quei da Camin, e fi prefe 48
Cavalieri, e fu menadi, e rmprefonadi eoi ferri a' piedi a Ro
de fui deftretto de Ferrara, e poi adi 2 Lugio Mifler Licerin
da Roman con cento cavalli Veronefi con deftreri coperti , e con'
cento baleftreri fi andè in foccorfo de' Trevifani a Baflan , e per
la Val de Ramo tornò a Verona la detta Compagnia , & in quell7
anno Mifler Giacomo, e Mifler Otto Vefcovi, e Gardenali , e
Pace fta- Legati de Papa Gregorio venne in Lombardia per far pafe in fra
■Vco**** ^° *mPerador, e 1 Lombardi, e venne a Verona, e fé zurare el
Rùzardo Cónte Rizzardo, e la fua parte, e li Monticuli, e Quattrovin-
• Monti-' ti con la fua parte de ftar- a obbedienza de .Santa Chiefa zoè de
ticoli. Papa Gregorio, e comandolli, che tutti i prefoneri, e- deftégnu-
di fodero liberadi de ogni obligazione , fi che le parte fe bona
pafe fra loro, e fò fatta infra Ronco, e Zupa del deftretto de
Verona , e fu ammazzà quel dì fu la Brà Giacomo de Pitali .
Mantova- L' anno 1233. del mele de Ottoro Balduin Conte de Caxo-
n»div«f~^otQ"» e^ P°deftà de Mantoa con li fuoi carrozzi Mantoani ca-
*e* rendei* valco contra i Veronefi, e prefe el Càftello de Nogarole, e bru-
Veronefe .
PARTE PRIMA. z9
folo e Pontepoflèro, e Fagnian, Ifolalto, Povegian, Ifola dalla
Scala , Salezoìe , Bovolon , e mole' altre y & i Cavalieri Verone-
fi dalla parte del Conte fi abbandonò Nogara, e brufola , & in
quell'anno i Veronefi con la parte de' Monticuli , & Miller Ice-
rin da Roman fi combattè con Guido da Lendenara » e con Pe
coraro da Mercanovo, e eoa li altri della Tua parte a Opean,
& havè Vittoria , sì che fu prefo el Duca de Gonto Podeftà de
quelli dentro de Verona, & molti altri della Tua parte, e Zuan
ne da Ingrana mazor fu morto, .& in quell'anno cerca la fine
de Ottoro i Mantoani , e Padoani robbè la villa de Cerea % e
le cafe de Amabero , e di Zerli , di Grotti , e di Galefi , e mol
te altre fono brufate , e per patto fatto de alcuni denari rice-
vudi fu liberade altre cafe d'attorno, che non fu arfe; El pri
mo dì de Novembre Mantoani tornò indietro a cafa foa , Se
hanno 4000. mila lire de danari (a) da quelli de Cerea, da poi
Tixo , e Rigo da Benago fi dè el fuo Cartella a' Padoani , e
fò tutto deftrutto, e con el fuo carrozzo andè a Rivalta, e fi
lavò per tratta fatta per Uguzon di Crefcenti , & in quella vol
ta tutta la Villa de Tomba fu brusà.
L'anne fopraferitto Miffer fra Zuanne da Vicenza dell' Ordì- -Frà G io-
re de' Predicatori fe partè de Mantoa , e venne a Sanbonefacio Ja.npOr
fui Veronefe, 8c i Veronefi ghe andè in coatra, e sì 1' accetta Afae
benignamente, e fi che fé uno pergolo fulla piazza del Mercà, Predica-
e lì predicò, el qua! Frà Zuanne, Miffer Icerin ghe zurè in le tori ven li
mane, e Guizzardo de Redaldefco Podeftà de Verona , e quin- todaMan-
defe Cavalieri de Montecehi , e de Quattrovinti , e la fua par- rapa ch'i
te tutta fe zurò de obbedire i fo comandamenti , e così el Con- Care le
te de*Sanbonefacio , e la fua parte fi zurò de obbedire tutto quel- fazzioni
lo eh' el comandava; E per quella cafon i Ferrarefi, Padoani , Pre<1lc*
TrevHani, Vefèntini, Mantoani, e Breffàni de lì a pochi w>r-p°1„*aa
ni venne a Verona per comandamento del ditto Frà Zuanne con detta del
la licentia del Popolo de Verona fu apparecchiato el Carrozzo le Erbe .
fu la piazza el ditto Frà Zuanne fi montò fu, e fi prefe a pre
dicare , e da poi la detta Predica fi eleffe fuo Dufe » e Guidador,
e Rettor • E adi 21 de Luio el ditto Frà Zuanne in tri zorni
fe arder fu la Brà , e in fu la Giara de Verona quaranta perfo- _ piverfi
ne tra mafehi, e femine, li quali condannò effer Eretici; Et in abbruc-
quell'anno fu fatto una gran /fella in Verona e Corte in fra S. eiati vivi
JaCO- fepra la
Piazza
della Bri
(a) Lire 45400 circa moderne farebbero il prezzo delle lire 4000. di
^uel tempo, a L. 11 e foldt 7 P"
3o CRONICA DI VERONA
Jacomo dalla Tomba , e San Zuanne Lovatoco fopra V Adefe da
quella parte , e dall' altra in li prè de Vigomondoni ; E fu fat
to do ponti in fu 1* Adefe azzò , che la zente podefle panar de
zà , e de là , e fi ghe venne Mantoani , Brelfani , Padoani , Tre-
* Letti vifani, e Veneziani * con i foi carrozzi, e carrette, e molti al-
Vicentini. tri della terra circumftante , zoè da Ferrara , da Bologna , da
Modena» da Rezo, e da Parma, fi che fo ertimà più de 4000
Homeni fenza le donne, e puti : e fu ghe tutti i Vefcovi del
le dite terre, e in mezo della fefta fu fatto un pergolo, e i car-
Sanboni- rozzi d'intorno, fui qual pergolo montò el dito Frà Zuanne, e
facjpaci- pronontiò la paxe, che l'havia fatta tra le ditte parte, zoè del
ficaticoi Conte Rizzardo da Sanbonefacio, e della foa parte , e de Mif-
Manticoli fer Icerir» da Roman, e Montecchi, e Quattrovinti. e della foa
di F.Gio- parte , e fi li fè bafar per la bocca facendo l'un l'altro bona
vanni. pafe, e pronontiò uno nobile parentado fatto traRainaldo Mar-
chefe da Ed con una fiola de Alberigo da Roman,, la quale ghe
fò dada per foa fpofa..
L'anno foprafcntto adi j de Settembrio fò prefo el dito Frà
vanni è ^uanne ^a' Padoani in la città de Vicenza a polla de Guzon
porto in de Pillio, e retegnillo quello che ghe parfe , e pofla lo lafsò
prigione a andare, e venne a Verona, e fentando quello i Bolognefi tolfe
Vicenza e Oftegia in sì , e fi andò in perfona a Oftegia vogiando intrare
f?,.cÌ*. „ in lo dito Cartello i Bolognefi non ohe volle dare , e tornò a
rualciato. r . . .. _ o. . o »
Verona ingannato della lo intention ..
L' anno 1234 adi 14 de Mazo i Breffani , e Mantoani con
Danni* in- ]j fo{ carrozzi, e povoli venne adottò a' Veronefi, e accampof-
Brefciani u ^ Paguaro 3 San Zuanne Lovatoto, e brusò Zevio, Ronco,
e Manto- Opean , el Bovo , el Palù , e Ifola Porcarezza , Bovolon , e la mazor
vani fui parte de Cerea, e dì primo de Zugno tornò a. cala con vittoria.
Veronefe. L' anno foprafcritto adi 15 Zugno MilTer Icerin da Roman
Rcttor della parte dentro , zoè de Montecchi , e Quattrovinti
con li foi Cavalieri Veronefi cavalcò per lo ponte de Rivalta ,
eh' era fatto, e tolfe el Cartello d'Albarè, che ghe fo dato per
quelli de Crefcenzi l'alvo l' avere , e le pedone , e li fu metudo
le guardie, e vogiando andar a Cologna Azo Marchefe da Eli,
con i foi amici, el defviò, sì che Miftèr Icerin tornò indietro,
e del fuo sforzo cazzadi quelli della parte contraria , & in quell'
•IIMof- anno Roberto de Fioli, el Manfrè de Piay * da Modena, eh'
*?r<*0j^° era Podeftà de Verona de volontà de Miffer Icerin , e per parte
béno Py Montecchi, e Quattrovinti de Verona, i Cavaleri de Ve
rona con il fuo sforzo andè»al Cartello de Albarè, e fi dertrul-
le
PARTE PRIMA. 31
fe la Motta , e la Torre de Ruberti da Orti , da poi cavalcò a
Porto, che fi tegniva per nome de Grego da Verona, e Legna
lo , el Torrazzo fono combatudi , e fi non li potè havere , &
in queir anno el Conte Rizzardo con Mantoani tolfe el Cartel-
lo de Pontepoflero , e de San Michele , che è in cavo de Te-
gion, e i Tomafin de Chierefia, e Taiabaffa fu Podeftà in Ce»
rea.
L* anno 1235 adi 18 Aprile Mifler Nicolò , e Mifler Tizzon
Vefcovi de Rezo, e de Trevifo, Legati de Papa Gregorio fi fe-
no zurare al Conte Rizzardo da San Bonefacio , e la parte de
Montechi , e Quattrovinti infrà San Martin Bonalbergo , e San
Michel in Campagna de far pafe infieme, e cosi la lece, e fe San Boni-
bafè per la bocca l'uno, e l'altro, e fe pafc con Lonardo Na- facjrino»
fingucrra, e la fua parte, e quelli Legati era alozadi su la por- v*no ,at
ta de la Brà , e fu la porta del Refiolo , & in quell' anno Rai- Monticò
nero Bolgarelo * da Perofa fò elefto Podeftà de Verona per li di-u.
ti Legati , e fi lo fece zurare in le foe mane , e fui Palazzo de * Il Mof-
Verona de oflervar, e manteener libertà, e de effer obbedienti cardo leg-
à Santa Chiefa. fondio" e
L' anno 1236 Aleardin de Lendenara con la parte de Moti- Bugareù
techi , e Quattrovinti cafsè la parte del Conte Rizzardo da Ve- lo .
rona , e Rainero Bolgarello , eh' era Podeftà de Verona rendè Pa" r0N
la Baftia , overo la Roccha de Garda , el Cartello de Ofteggia J^onrt*co.
alle ditte parti de Monticoli, e Quattrovinti de Verona, e Mai- u e San
fer Icerin da Roman, « Bonifacio Conte de Panigo fono elet- Bouifacj
ti Rettori de Verona , e Rigo de Gazo Podeftà di Cerea , e fu-
bito fu deftrutte le Cale dei figioli de Aleardin de Cavo , e quel»
le dei figioli de Bonaguifa, e quelle de' Vifconti figioli de De-
firà , e cT Ifnardo de Gozo « e de fioli de Perfero , e de Facin
Ragofo dalle Cafelle , e di Macacari , e di Cavalconi , e de Pie»
ro da Monello , e . di Zuccheri , e di Piero Fufo , e cos^de mol
ti altri, & in quell'anno el Caftegion * da Colegnola fò dato al * Cioè il
Conte Rizzardo per Filippo fiolo de Bonaigo, & in quell' an- Calle Ho
no adi iz de Aprile i fioli de Dolfin da Pefchera , e Martin iroccato
Torta, e uno foo Paregno dè el Caftello de Pefchera à Meffer pefcher*
Icerin per la parte de Montecchi , e Quattrovinti per 3000 li- in potere
re de danari (a); E adi \6 Mazo del dito anno Gaboardo am-d,Ecce1'-
baflador dello Imperador Federigo venne a Verona con 300 Ca- no '
valieri ,
(a) Mofcardo dice, che il Duca d'Auftria venne a Verona per con
cludere il matrimonio tra erto e la figliuola di Federico , il che averte an
cora effetto j Lià. Vili c-i%t.
PARTE PRIMA. 41
derìso per qoefta cafon venne a Verona con grande efercito de
Cavalli e fb allozado fui palazzo de Verona . E cosi el Vefcovo
de Brandinborgo venne a Verona, e fb altozà in San Stefano in
Verona, e umilmente Biluin * Imperador de Coftantinopoli ven- *.L'X&'
ne a Verona, e cosi el Duxo de Careuzo; el Duxo de Maran. R, JJq"
El Duca de Savogia. El Conte de Tirallo e molti altri Signori, rufaieai.
e Vefcnvi e Abbati venne a Verena a la corte del dito Impe- me in Ve -
radon. E h fb fatti de molti Cavaleri da novo, e veftidi e ar- ">na .
mati fono 22 de Alemagna . E -adi 10 Luio el dito Impera
dor fe parte da Verona con li diti Prencipi e Baroni allegramen
te. E Lion di Aleardi fb (atto Podeftà in Cerea.
L'anno 1246 adi 27 de Dexembro Albert», -e Nicolò da Len-
deaara fò prefi in Verona a. polla da Miffer icerin e fò tormentadi
per tal modo che i mori fui tormento del palazzo de Verona. Et
mi quelli zorai Pero Gallo da Venezia, e Longarxtlo ^e Bonaven- \
tura da la Schala ghe fb ragià la tetta fu lar Piazza del Mercà per Gal
comandamento de Miffer Rigo da Egna cheterà Podeftà de Ve- ^eto
rona- Et in quella hora Aldrighetco d Arcole fb peefo fui Mer- j0 %%0~
cà cfò morto, Et in quello anno Thomufb da Grezana fò Po- nivenm-
deftà in Cere*. ...... « Scali-
L'anno 1247 Miffer Rigo da Egna Podeftà de Verona fò mor- s"' decl~
to' (a) fui Palazo de Verona , e Zuané de Schan arolla adi 12 *"*au"
de Fevraio. Et in quello .anno adi 25 Marzo Miflèr Icerin per
lo Gomun de Verona , & el Podeftà de Mantova faccordò inneme
de lattare liberameate tutti li -Prel'ooi che era in le prefon de
Verona, e quelli che era in le prefoaede Mantoa, e fò fatto que-
Ra accordo infra Ifola da la Schala el Calici aro, e così ib laffadi li-
■beramente- Et in quello anno el Conte Rizardo da San Bonifa»
ciò coi Veronefi de fora e Mantoani , e Azo Marchete da Efte coi
JFeranefi dè una battaglia ultra Menzo con Miffer Icerin da Ro-
F man
(a) Di quella famiglia de' Cavaziani v' era un Frà Girolamo Pre-
dicator iuGgne, nominato in un Iftromento n Decejabre i*79i rogi
to da Falcone Noraro di Avtfa . *
00 Oggi 1» famiglia de* Marche!» Carlotti.
54 CRONICA DI VERONA
Mifser Bonaventura di Mifser Mazo- di Serdenelli k Antonio,.
Ventura e Serdenella :
Mifser Zerlo da Gravazar-, e tutti i fot defcendenti .
Mifser Aldrighetto Zen da. Graifo , Zuane Lanzarin , e Mar»
(ilio e fot defcendenti ..
Mifser Otto , e Mifser Odongo de Mifser Achille , e Anto,
nio da la Frata e fot defcendenti.
Mifser BoJognin de Bra ,. Bettin da le Stagne , e- tutti quel
li de PlancanL da Pigozo, e. foi defcendenti.
Mifser Iperii» da Modo da Venezia,, e foi defcendenti.
Bavon da Centro , Soncin Bàratero , Zuane da. Forca , e tut
ti i Scaramelli e defcendenti ..
Albregan da. Lazife, e tutti quelli dei Vifconti e foi defcen
denti ..
E tutti i fopradi&i fi foro- in Io tra&ado de la morte di.
Mifser Martin da. la Schala, che fò. Signor de. Verona anni lei
compidi ..
Sendofi temerariamente un nobile Giovane- un» notte di Carno
vale avanzato ad entrare con gente armata nella cafa di una ve
dova della nobile Famiglia de Pigolai per forcare una fua unica fi
gliuolai- , */ cbe gli venne anche, fatto* ricorfe la madre a Scara
mella di Scaramelli di lèi fratello , affai, nobile- e ricca, uomo della- cit
tà no/Ira .. 11. quale infume cogli altri parenti della fanciulla, tenen
do/i gravemente offe/i e vituperati dalla infoienti di quel difonejlo ,
lo fecero carcerare , chiedendo allo Scaligero; che una: tal macchia col
[angue di colui lavar voleffe ; Ma lo Scaligero ,. piacevole per natu
ra , procurava, an^j col matrimonio, le [offe Panor- rifarcito , e perciò
la [enten%a in lungo protraendo , tanto [piacque agli Scaramelli e Pi
goli queflo per altro [aggio contegno di Maftino , che fi ri[ol[ero di
ammainarlo ; e però colta Cocca/ione cV egli paffar dovea vicino alla
ta[a de1 Giudici poco avanti [opra: la Piazza detta delle Erbe fab
bricata, e andaffé ver[o la [ua ca[a, c1> era fituata , come dicem
mo,, rimpetto al pozgp /òpra la firada in. capo» al Vòlto Bàrbaro
contigua alla fuddetta di Giudici , a[pettarono che [offe inoltrato, e
quivi affaiitolo nel mentre cbe andava con. Antonio Nògarola de
correndo , barbaramente lo trucidarono, ed in/teme con effo il Noga*
rola cbe- volle difenderlo : quefla ucci/ione feguì con tale prefle^a
che , nonoflante il numerofo [egu'tto di Maftino ,. non potè effer a tem
po ajutato . Alcuni degli uccifori furono [ul fatto ammazzati, altri
prefi i quali nel giorno [eguente furono per ordine pabblico fatti
crudelmente morire, e gli affenti con grojfijfime taglie banditi, spia
nate.
PARTE PRIMA. SS
mate fino dà fondamenti le loro cafe, e fifcati i loro beni ; nei lon
poderi per maggior fpreigo cavate le viti * tutti gli altri alberi.
La via poi in capo jzlla quale per ire alla Piatta de Signori feguì
il fatto , dalla inumanità de feritori prefe il nome dì Volto Barbaro .
L'anno 1278 .da poi la morte di Mifser Maftin da la Scha-
la Mifser Alberto da la Schala fuo fradello fò faéto Capitanio Albert»
e Signor Generale a feguir-el Dominio e la Signoria de Vero- <t*11* Scaw
un. El qual Signor Milser Alberio Signorezò benignamente, c «Vde? ri
governò magnificamente la Cita .el Diftretto de Verona anni p0jD ,
con grande alegreza e confolacion , e poi morì a foa mor-
,te naturale .
V anno 1283 da Alberto dalla Scala furono domati ì Trentini ,
e ritornato a Verona fece fare la muraglia dalla Porta del Vefcovo
fino alf Adite, chiudendo dentro il Campo Marzio , e fece anco in
nalzare le torri delle porte che fi vedono in detto Campo. Net 1280
fu conclufo il matrimonio fra Coflanza figliuola d'Alberto fuddettot
con Obagp Marcbefe da Efte Signor di Ferrara , Modena , Reggio ec.
Del 1.204 fendo già morta la figliuola maritata ad Obizgp fopprad
detto, poflo in ordine un copio/o efercito , fi volfe alt'acqui/lo di Efle,
che gli riufcì facilmente , fpogliandone .il genero con diverfi altri luo
ghi. Nel IZyj fi impadronì di Vicenza, -nella quale pofeCan Fran-
ce/co fuo terzogenito , .ed occupò anche i Caflelli di quei da Barco ,
come afferma Ciò:.Bonifacio , per le loro difcenfioni . E poco dappoi eb
be anco Feltro e Belluno. Fece ridur in più bella forma la fua abi
tazione, 0 Palaigo, che. è quello che. ora chiamafi de1 Mozzanti. In-
fiente fece fare anco il pozzo eh* è in capo al Volto Barbaro; ma il
bancale è flato mutato . Fece inoltre fabbricare un muro alla riva delF
Adice , che cominciando dal muro amico della città, cb% è ferrato nel
Caftel Vecchio della porta murata che fi chiamava di San Zeno, ter
mina in fine della regafla per andar a S. Zeno Maggiore . Fece acco
modare la regafla fiotto alla Chiefa di S. Stefano , e la torre eh* è in
capo al Ponte della Pietra verfo il Duomo . Quali torri erano chia
mate Caflelli , ed erano cuflodhe dalle milizie . Fece pure edificare
la torre contigua alla Porta di Rofiol per cu fi và a S. Daniele , e
fece ergere queir.altra fopra il Palazzo , che guarda fopra la Piaz?
Zp ove fi vende il pefee del Lago, oggi dagU Eccellentiffimi Camer
lenghi abitata . Nel itpp -fece fabbricare i fondamenti , 0 pile del
Ponte Nuovo, di pietra, che prima erano di legno, con la torre che
fi vede in capo al detto Ponte , che aveva anche il fuo ponte leva-
tojo e le guardie. Del 1301 fece edificare il Magiflrato de' Mercatanti
Jofra la Piazza grande } e ordinò che quivi un Pretore con i fuoi
Confoli
5<5 CRONICA DI VERONA
Confoli afcoìtafferò le caufe e differente tra Mercatanti ed .Artefici, e
quelle fommariamente fpediffero. Mofcardo libro IX pagina 207.
Il motivo -principale che mojfe Alberto ad erigere quejlo mercantil
Magi/irato fi fu il commercio che in que tempi fioriva nella città no-
fira fpecialmente nel lanificio , il cui trafico utile confiderabilijfimo sì
'al pubblico che al privato intereffe porgea , poiché fi fabbricavano
circa 20000 pezje di panni annualmente oltre le calze , berrette , ec. La*
onde anco dopo la dedizione della città alla Signoria di Venezia , oltre
là confermazione de' Prruilegj all' Arte nobile della Lana dagli Scali*
gerì conceduti, altri dal Prencipe noflro SereniJJìmo le furono aggiun
ti . Ma pofciacche di quejla nobile arte ci cade in acconcio di fa*
niellare alcuna co/a di quella diremo .* £ prima , quanto al recinto detta
He Gargerie, è da fapere che quefio era il luogo deputato no» filo a gar
gare i panni, calze c fimili manifatture , ma ferviva in oltre per la
perizia de' panni medefimi , efijìendo ivi ancora a" dì noftri la loggia
ove erano efaminati / quali fe venivano ritrovati non corrifpondere
alla finezza dalle leggi preferita, erano tofto pel met^p tagliati ;
ini fi potean poi vendere fe non per panni baffi. Quel luogo fitua-
■to /opra la riva dell' Adice vicino a San Michele a Porta, ora mar
gazzjno da legname , era a taf effetto fimilmente deflinato . Il Giar»
ditto de Co: Giufii in vicinanza *** S<*n Zeno in Monte fervi un
<tèmpo per difendere i panni ; e quejla Famiglia, che fra le altre
ne facea grandijfimo traffico , avea molti edificj a Gazo , alle SteU
le , ed altri luoghi . Le lane poi non pattano effere fotto rigonfifi
fime pene fuori dello Stato trafportate , ma fola in Verona cpndurfi ,
dove erano cinque luoghi a ciò defittati , quattro fopra la Piazza
ora detta delle Erbe , ed uno in vicinanza del fuddetto Officio di
San Michele a Porta , durando l' aguglia , 0 capitello tuttavia ivi
a tal oggetto innalzato . Di quefle aguglie, o capitelli, uno fe ne
vede fopra la Piazza delle Eròe, altro accanto alla Chic-fa di Sa»
Pietro in Carnario-, ed altro pure appreffb la Chiefa di San Giovane
ni in VaUe , quali altro non dinotano fe non che ivi erano i luoghi
ove i pubblici Mercati faceanfi . Li due fopra la Piazza detta deli-
la Brà : uno rimpetto alla porta dell' Anfiteatro , pel mercato del-'
'le Biade che faffi anche a giorni noftri ogni mercoledì non foftivo .•
'e F altro nel mezjro della Pi*zxa medefima, per la Fiera che vi fi fa
cea prima deìf incendio feguito nell'anno 1712, la medefima cofa fi-
gnificano . Più che dodeci edificj per follare i panni eranvi nella viU
Ha di Montorio, oltre a quelli che in altri luoghi efiflevano,ma quelli di
Monforio ridotti fono ora a due folamente ; non effendo il traffico in
Oggi corri era né tempi andati, ch'era cereamente uno de' maggie"
d"Eu.
PARTE PRIMA. 57
d'Europa in tal genere, pofciacbi la Nobiltà a queir arte aggrega*
va/i, ne /degnavano i cittadini il mercantare come fan di prefente.
Imperciocché le maggiori rendite da quel traffico provenivano , fendi il
territorio Veronefe per la maggior parte pafchivo, e non così coltiva*
to come a giorni nojlri . Nondimeno non è [quejlo negozio così deca*
ditto , che non girini per le rr.ani de mercennarj annualmente pi*
che cento mila Ducati . Di quale filiera fojfero i panni che qui fab-
bricavanfi puojfx da ciò comprendere , che la Signoria di Venezia n*
mandava per regalo al Gran Signore de Turchi. E noi abbiamo ve
duto iftampata una di quelle cedoline del fecolo XVII, delle quali tuttora
nelle piagge principali d' Europa ne fogliono ijìampate vicendevolmente
fra mercanti ejfere mandate co' pre-gi deCamb) tn quejla Fiera Jlabilitia
feudi d' oro marche, dalla quale appariva che in quel fecolo la corrifpon-
den^a coti Siviglia di Spagna ancora durava. Nella quale valuta , ben*
ebe finta , fogliono i pagamenti nelle Fiere di Novi e Bifen^one anco»
ora effettuarfi , conteggiandoli Scudi 122 di L.*J- 12 di Genova per
Scudi i oo di Marche; Il valore del qual Scudo ri/ulta, a L. l$per ogni
Scudo diGenova , L.i S-6 circa moneta Veneta . Per pruova poi di quel
lo che da principio abbiam detto , cioè che lo Scaligero la cafa de Mer
catanti ad oggetto della Nobile arte della Lana innalzar fece , bafia fa-
pere che queflaArte fola ba il carico a proprie fpefe di riparare la detta
Cafa. A fpefe poi di quejlo Magi/Irato , come appare nello Statuto nojlr»
iib.l C Ig , era JUpendiato un perfetto maeflro di Aritmetica,» etAbaco a
beneficio comune di ehi voleva imparare ; il qual Maeflro abitava fopra
la detta Cafa de' Mercanti , ed era eletto dal Configlio de XU e de L.
L* anno 1301 da poi la morte del Signor Mifser Alberto., Bartolo-
Mifser Bertolamè da la Schala Primogenito del difto Signor meo fucce-
Mifser Alberto fb Signor , e fucedè in la Signoria d« Verona <je a<1 A1~
due anni in bon ftado e oonfolation^ e con grandi Trionfi-, e bert*«
morì a foa morte adi 7 de Marzo 1304.
Racconta il Corte che nell' anno 1303 nella Lvteja at òan Tran-
tefeo dal Corfo , ora detta di Cittadella, feguiffe il funeflo miferabil
cafo di Giulietta Cappelletti , e di Romeo Montecchio . I quali amando/i,
con? egli riferifee , di uno ifcambievole ardentiffimo affetto ; per la
nemijlà eh' era fra quefle due famiglie foffero gli amanti ooflreui , per
non incorrere in gravijjime indignazioni e pericoli , cautamente procede
re . Laonde la Giovane fi rifolveffe confidare quejla corri/pendenza al di
lei Confeflore , eh' era de' Minori Conventuali , per avere da quejla
e configlio e infiememente foccorfo : che prefo da quejlo f affunta di
a spacciare le dettò famiglie, ma in vano, mutata opinione, cogli aman*
ti convenire di preflar loro comodo nella fua Cb,efa di fpofarfi , il che
H attn
58 CRONICA DI VERONA
ancora con arguto ripiego feguìjfe , come ivi fi legge . Effettuato il ma
trimonio) indi a fochi giorni, in una coflione feguita fra le parti faz^
Zjonarie , accadde che Tebaldo dalla Cappella JìrettiJJimo parente di
Giulietta rimaneffe da Romeo, benché per neceffaria difefa , ammaz^
zato ; laonde quefli coflretto fofje , la patria abbandonando , a Man
tova rifuggirai ; dove la corrispondenza colla fua fpofa per mezxp
del Frate coltivava. La Giovane defiderando unir/i pure al marito,
e dal Conventuale , il quale Chimico eccellente era , una polvere ri
cevuta , da effo fleffb manipolata , la qual forza avea di fare ifve-
nire e privare di ogni fentimento , prefala rimaneffe indi a poco in
guifa che, tenuta da tutti per morta , fepolta fofje in San France-
feo ; ma palefata dalla fama la di lei creduta morte , ne foffe al
Montecchio bentofto /' avvifo portato . Il quale da veemente paffio-
ne vinto, venijfe prejlamente a Verona, e di notte a San Francefcoj
Mè ivi il Frate Conventuale ritrovando, al Portinaro chiedeffe che
V depofito di Giulietta additategli , ed effo fleffb aitandogli lo per-
fuadejfe ancora ad aprirlo y nè potendo la morte della fua fpofa
fojfrire , foffe immantenente da grande corruccio prefo , e qual for-
fennato , poco ma potentiffimo veleno inghiottito che feco avea, e nel
fepolcro entrato , ivi appo V corpo della giovane in brievi refpiri l'ani
ma efalaffe : che Giulietta indi a poco dall' artificiofo letargo ifve-
gliata , e Ce/liuto Conforte accanto vedutoji , di dolore in quello iftantc
moriffe . Queflo racconto, in fimìl guifa e con altre circoflanze accon
ciamente dìfpoflo , fembra piuttoflo una Novelletta da intertenere le
femplici vecchiereUe , che veridica floria . Oltre che non potea ciò ef-
fere accaduto in quella Cbiefa , avvegnaché erano ventoti anni già
feorfi che i Minori Conventuali a" Frati e Suore Umiliate ceduta P a-
veano ; come nella feconda Parte dimoflreremo .
Alboino L' anno 1305 Mifser Albuin da la Schala fradello del dito
fuccedea Signor Mifser Bertolamè fegul la Signoria de Verona in bon
Bartolo- ftaao e confolacion , e con grande magnificentie anni otto, o
meo. cerca, e morì de morte naturale adi 31 Xmbrio 13x1.
Mofcardo riferifee che Can Grande infìeme col fratello lo flato reg
geffe , e che mandati avendo Ambafciadori all'Imperatore , /'/ quale allora
nella città dì Milano fi tratteneva , foffe dal medefimo coflituho Vicario
Imperiale infìeme con Alboino delle città tutte che poffideano , afferman
do aver letto la floria di queflo fatto , e così effo la riferifee : w In que-
" fio tempo venne in Italia Enrico VII Imperatore per andar a Milano .
M Can Grande gl'invio due Ambafciatori , che furono Bailardin Noga-
" rola , e faganoto de ' Paganoti fuo Configliero , quali furono benigà".
" mente accolti , e maggiormente graziati . IlNogarola fu fletto Vicario
* " Ini-
PARTE PRIMA. $9
**■ Imperiale nella città di Bergamo , ottenendo in dono Lottato, terra del
" Brefctanoz ti Paganoto fu eletto Cameriero Imperiale , e principale Con-
W Jigliero . Can Grande pochi giorni dopo andò a Milano * , con numero- » jj Cortt
" ja comitiva di Nobili, ed ivi gionto offerfe e rinonciò ad Enrico Ve- alla p. 614
ce rana, e tutte le altre città che in/teme col fratello pojfedeva . V del llb-i.*,
ce Imperatore con gran contento le ricevette, e ringraziò Can Gran- jjl^
ti de ed il Fratello , delle quali rinoncie fu formato pubblico Ijlru- cov0 no_
ce mento . QuejF anione fu di fommo dispiacere a' Verone/i, benché Uro Te-
tt il tutto dijjimulaffero , e forfè da ciò, come da principal fonte , de- baldo 1*
ce r'rvò F eflerminìo degli Scaligeri . V Imperatore cojìituì li detti Al-u}timo
u boino e Can Grande Vicarj Imperiali di tutte le città rinonciate , dell* anno
" quali ijleffamente conceffe in feudo perpetuo, con le condizioni fo- deli 310
** lite praticarfi ne feudi di flato , del che ne fecero pubblica fcrit- P« Mila-
" tura. Qui fi trattenne Can Grande fin che vi flette t Imperatore , no_ fim1'-
** e quando partì, F accompagnò fino a Bologna, dove prefa licenza tin-ee ^a,j"
" ritornò a Verona con un fuo Comminarlo. Qui fatti convocar gli Sig. Can
" Anziani, tutto il Conj egl'io , e tutto il Popolo, alla loro prefenzjt Francete»
" egli ed Alboino rinunciarono alla carica del Capitaniato del Popò- ll 8ioril°
" lo nel modo che avea fatto a Milano, e fatto di ciò Iflrumento , fu- dell'anno
u bito il Commiffario pubblicò la elezione fatta dall' Imperatore di ini.
" quefti fratelli per fuoi Vicarj Imperiali, ed infieme pubblicò anco
" lo flato che nelle perfone di quefli egli avea conceffo in perpetuo
" Feudo. In efecuzjone delle quali cófe , il Commtjfario volfe che
" gli Anziani, e gli altri principali Officiali giuraffero prima nelle
" fue mani, e poi di Can Grande e di Alboino di riconofcerli per
" F avvenire veri e legittimi Signori .- aggiunsero anco alle fue genti-
" tizie F Aquila fopra la Scala, le quali cofe furono fatte con gran-
u dijjima Jolennità , e quindi principiarono li detti fratelli , partico-
" larmente Can Grande a flarfene con molta gravità .
L'anno 1312 Mifser Can Grando primo da la Schala , fra. Can Gran-
delio del foprafericto Sig. Mil'ser Albuin, e fiolo del prefaco Si- ™[ ^ibol-
gnor Mifser Alberto primo da la Schala feguì la Signoria de la no.
Cità, & del deftretto de Verona, e fi acquifta Vicenza e tutto CmGran-
el Vefentin, e fece de grandiflìme magnificentie e prodeze vaio-**6 ac<!ui-
rofamente de la foa pedona , fi corno le lezerà feguitando el prò- * Viceu-
cefso del fo Rezimento. El qual Signore nafeè del 1201 adi 8
de Mazo, e fò homo nobile, grando e de bella ftatura, e gratio-
fo in atti e in loquella, e animofo in fatti d'arme, e mirabil
combattente e fiero contra tutti i fuoi inimifi fi corno oldirete.
L'anno 1314 el Signor Mifser Can Grando primo da la Scha
la cavalcò a Vicenza con una certa quantità de zente d'arme, c
H a foi
éo CRONICA DI VERONA
fbi foldati e trovò li lo exercito de Padoani che era in li Borghi
Padovani de Vicenza accampadi per tor laCità, undo el dito Signor fò a le
fuperati mane con loro e fi li rompè e fcoafifse in tutto (a) ,. & prefe più
di Vicea- ^e 5°° P*^01" da tagi* » * molte armadure e cavalli e condirseli
za ^allo » Verona, e fò metudi in prelòn in la Cafa de la Biava, o fia
Scaligero, del Megio che è fu la Brà de Verona , tra i quali fò prefo Mif-
fer Jacomo da Carara e altri afsai Zentilhomeni e Citadini , e fò
adi 12 de Septembro de l'anno foprafcritto .
*FUoru- L' anno foprafcritto i Forainfidi * de Brefsa Uberamente li
Ieri. dete la Cita de Brefsa al Sig. Mifser Can Grando con tutto el
Brefcia paefe de fera, zoè Cartelli e Ville, e fò fatto Signor adi ultimo
Grande de Novembro dell'anno fopraferipto .
L' anno 13 17 el Signor Mii'ser Cangrando ftando a campo
con el fuo exercito a Lonà, che fe tegnia a foa pofta, havo no»
Co', dì San velie che el Conte da Sanbonifacio con i Forainfidi de Verona,
Bonifacio de Vicenza , e de Padoa era andato a Vicenza credendola haver
fatto pri- per uno tr*£lado fitto contea el Segnor, undo el cavalchò tutta
giomero e ja matina e[ fa a Je man con i fo; inimifi,. e dette la
da Can> Battagia e fi li rompè, e prefe el dito Conte de Sanbonifacio, e
Grande, molti altri fò morti e prefì e feonfitti, e fò metudo el dito Con
te in prefon e- morì a %i de Mazo * . .'
* IV Corto riferifce r che fendo, entrato in cuore un altra volta a ' Pa*
iovanr F acqui/lo di Vicenza , fi vai/ero del me^o del Conte dì San»
bonifacto , il quale con alcuni Padovani cominciando a voler corrompe-,
re certi cittadini Vicentini , . pervenne il fatto a nottua di Ug'ucciont
Faggiuola Pretore tu Vicenza per lo Scaligero. Coflui per tirar i Pau
dovani nella rete , feoperto a Can Grande quanto egli di far divn.
fava , e da Cane il tutto approvata , fece molti cittadini di Vicenza in„
conta'
(a) Il Corio non distinguendo quello fatto d' arme fra lo Scaligero,
0 i Padovani, da quello che fegul nell' anno 1 31 7 f ci dà motivo di
avvifarne il" Lettore quello aggiungendo' : che avendo i Padovani il
Borgo di S- Pietro, né potendo entrare in Vicenza , quello faccheg-
giaroao . Del efie lo Scaligero avvifato , ito con le fue genti' in Vi
cenza , e fopra un'alta torre afeendendo , veduto i Padovani- in gran
difordine ilare , diedegli fubito addo/To , e. rupegll in guifa che 1700
ne furono prefi infienie con Giacomo da Carrara nobile Padovano",
Ma i Viniziani interponili fu conchiufa la pace , con quello : che i
prigioni folfero liberi, e Vicenza allo Scaligero rimanerti, ceftituendofri
Viimiani malevadori drlire trecento mila gro/Te per la parte che a-
vefle mancato di tenere l'accordo . Le lire fuddette s'erano di Venezia,
com' è probabile, farebbero in oggi Ducati quattro mi!! ioni /eicent»
quaranta cinque mille cento e felfan canno circa dì Lire fei , e folcii
quattro di moneta ficcala Veneta-,
PARTE PRIMA. 61
contamente adunare , loro da parte di Cane comandando di fcrivere
a Padovani pronti efiere a dar loro la città nelle mani . Il che Vicenti
ni non fen^a di/piacimento udito , nullaoflante ubbidirono , e al Conte
Sanbonifacio notificarono apparecchiati effere la città a congegnargli .
La onde il Conte con i Padovani , colta P occajtone che lo Scaligero
ito era all' ajfedio di Brefcia , il giorno deputarono co* Vicentini; ma
nel? iflejfo tempo Cane , di ciò intefo con Uguccionc , con tal prefle^a
levò di Brefcia /' ajfedio ed a Vicenza il cammino riyolfe , che il gior
no zz Aprile* vi giunfet nel quale il fatto d'arme fen^ altro attac- »Not*
cato , rimafero i Padovani vinti e fracaffati, e '/ Sanbonifacio con differenza
un fuo figliuolo prigionieri di guerra ed in Verona condotti. ffa Corio,
L'anno foprafcntto adi 22 de Dexembro el Signor MifJer CaneZaeattiU
Grando da la Schala fe l' intra del Cartello de Monzelefe de Pa-
doana , e così prefe tutto da Brenta io là , e (il tenne più de uno
anno, e adi zz de Fevraro del 1318 fé bona e perfetta pafe.
L' anno 1310 adi 4 Zenar Miffer Hugolin da Seffo da Rezo Ugolino
fò Podeftà de Verona a porta del prefatto Sig. , e fi ghe fletè più da Sefso
anni e fé molto ben juftizia e portoffe molto bene. Et in quello PodeiUdi
anno Miffer Francefchin da la Mirandola tolfe in sì la Cità de v^
Modena con volontà de foi amili e dei Citadini -y la qual Cità occupa"
era di Mifser Pafarin di Bonaconfi Signor de Mantoa. E adi 24 da Fr'ran
de Luio el Sig. Miffer Cangrando da la Schala con el dito Mif- cerchino
fer Pafarin Sig. de Mantoa con la foa zente da pe e da Cavalo jj*^1* M'
andò per ricoverare la Cità de Modena e non potè far niente e
tornò a Cafa.
L' anno antedito adi 30 de Luio Mifser Jacomo da Carara fò Giacomo
facìo Signore Generale de Padoa e del Padoan. Et in quello an- da Cari a
no el Sig. Miffer Cangrando de la Schala con la foa zente d' ar- ™ Sp^J°rc
me da pe e da cavalo, Veronelì, e Vefentini andò a campo a va>
la Cità de Trevifo , e lì ftcte due mefi , & havo tutti i Cartelli
e Ville del Trevifan, falvo tre, e quello fò perche i Trevilani
fe dè al Conte de Golitia * sì che el Signor tornò a Verona . » r.fgri
L'anno foprafcritto in tei Cartello de Soncin del Gremonefe Gorizia «
fò fatto uno grande Concilio generalmente trà i Signori de Lom
bardia , e fpecialmente trà i Gibellini, in nel Concilio fò eletto
el Signor Mifser Cangrando da la Schala Capitanio de parte
Gibellina generale , la qual fè Liga infieme per guerezar per la
dita Liga contra ciafcheduno Signor, e perfone, & Comun die
foffe contra loro .
Avendo intefo il Sommo Pontefice Giovanni XXII òhe gli Ejlenfi ,
cacciato il prefidio Ecclejiajìico , fi foffero di Ferrara infignoriti , e
Matteo
6z CRONICA DI VERONA
Matteo Vifante col favore di Lodovico il Bavaro fuocero di Can Gran
de fi fojfe fatto Signore di Milano , lafciando per allora gli Eftenfi
da banda , ifcomunicò il Vifconte . Onde quejlo Principe fece convocar
la Dieta in Soncino, nella quale v intervenne Pajferino Signor di
Mantova fra gli altri , pel configlio del quale fu lo Scaligero crea
to Capitano della lega Gibellina contro la fa%ian Guelfa . Laonde
lo Scaligero , terminata la Dieta mede/ima , de' Padovani a vendi-
carfi r animo fuo rivolgendo fenxa indugiare andò con le genti della
lega [opra Monte Silice , o Divite , Caflello ben munito del Padovano e
per fituaxione fortijjimo , quale vennegli anco fatto d'aver per tngan*
ito . Indi formidabile e terribile verfo de Padovani moflrandojt , quin
di incominciò ad effere Can Grande appellato..
L' anno 1310 adi 4 Avorto el Signor MifTèr Cangrando da
la Schala con el fuo exercito e Cavalaria andò a campo a la.
Cicà de Padoa, e al Cartello de Citadella del Padoan , & era
con lui Uguzon da la Fafola , e fè far uno Cartello appretta
Padoa a quattro millia dove fi dito el Battanello, e fazando el
dito Cartello el Signor Mifser Cangrando fi dè e rendè tutti li
Cartelli del Trevilan al Conte de Golicia,. con pa£lo e condi-
tion chel dito Conte de Golicia dovette dar e loftegnir cento
Cavaleri de zente d'arme al Signor Mifser Cangrando a tutto
fuo piafer e voluntà infina a tanto che lo navette aquirtà la Cit
tà de Padoa el Padoan , e cosi el prefatto Signor fi havo el
Cartello de Citadella adi \6 de Ocoro de 1' anno foprafcritto •
& i Padoani habudo tractado con el Conte de Golicia de vo
ler far morir el Signor Mifser Cangrando, e Uguzon predillo,
fapudo quello el prefatto Sig. da la Schala fè pigliare dodcfe de
i mazori, e meiori de quelli eglicìani che era in campo con lui,
undo el fepe che i Padoani volia dar la Cita de Padoa al Con
Padova te de Golicia, e fi ghe la dè . E venne el Duxo de Aftroliche
fotto il (a) el Duxo de Carenza , e fò fatto e ferma tregua tra el di-
Goriiia' ^° ^'8* Mifser Cangrando e Padoani . E comenzò adi 10 de
Zenaro fina a 13 de Marzo tegnando e poffedando el ditto Si
gnor
. (a) Gio: Bonifacio nel liVro IX della Storia Trivigjana ferive che ,
andato l'efeiciio della lega contra Modena , Carlo figliuolo del Redi
Boemia, eh' era rinullo con le fue genti in Parma, accompagnato da
Marili io , e Pietro de' Rofli , e da Manfredo Pio Modenefe , Te gli av
viò centra ', rimanendo vincitore , liberando Modena dall' attedio.
■Ma che Pavia, togliendoli all'obbedienza del Re, diedffi agli Scali
geri.
(b) Cioè in oggi quattordicimila fottecenio feiTantaquattro Zecchini
d* oto Veneti circa.
PARTE PRIMA; 73
L'anno foprafcritto adi 16 Avofto, Rè Carlo fìliolo del Re
de Boemia venne a Verona , e magnificamente fò acceptado dal
Sig. Miffer Martin da la Schala, e fò alozado in lo Vefcova--
do e fi ghe ftette due zorni , e quando el fe partè s el Signor
Miffer Maftin ghe donò molti Palafreni coverti de coverte de
pano d'oro e veludo belliflìme, & altri belliffimi doni affai. E
cavalchò fora de la poita de San Zorzo , & andè per Val
de Lagari verfo Trento , e fletè una notte in tei Cartello de
Avi . Et in quello anno adi 8 de Otoro Miffer Zuane Rè de
Boemia Padre del Re Carlo foprafcritto venne a Verona , e fò
aiozado in li Palazi proprj del Sig. Miffer Maftin , e magnifi
camente fò acceptado, e recevudo con gran Trionfi e fefte, e
li ghe donò el Sig. mcjlti Corferi groffi , e Palafreni coverti de
pano d'oro e veludi, e molti altri doni ghe fo fatti, e poi el
di feguente fe partì , e cavalchò per Val de Lagari verfo Tren*
te.
L'anno 1334 adi 10 de Zenaro el Sig. Miller Maftin da la
Schala, con el luo exercito , e con la liga de Signori de Mi-
lan, de Mantoa , de Ferrara fi mete a Campo a Brefcello de
Parmefana fopra Pò lonzi da Parma 10 milia , e fò fatto uno
Ponte a traverfo Pò, e fe impì le foflè da- Brefcello de Legname
e fò portà fora de Verona affai fornimenti , foghe e vi&uarie , e
altre cofe affai neceffarie per lo diéto Campo. Et in quello an
no adi 23 de Fevraro Miffer Hecìor de Panigo da Bologna, e
Miffer Gutifrè da Seffo da Rezo, e pia altri Zentilhomini che
era in lo Cartello da Corezo fui Rezan, con cerca cinquecen
to Cavali da Verona , & de quelli de la liga fi cavalchò per
andar adoffo al Signor Mifser Gailimberto da Fogian Signor Guilim-
de Rezo per robar el Pacfo , ma incontinente el dito Sig. de berta Si-
Rezo con la fua compagnia cavalchò contra -coftoro , e con pia- J^ore. di
fevoleze fi li ricevete tutti dentro de Rezo, e fi come foldati c*£,°'
de la liga ghe donò fu la Piaza de Rezo defe milla fiorini d'
oro (a), i quali fò metudi a bottin tra loro-.
L' anno foprafcritto adi 15 de Marzo , i Bolognefi corfe a Lega.
Bovolo contra Mifser Beltramo Cardinale, e Legato de Santa Pontificio
Chiefia e Signor de Bologna , e fil ferò in lo Cartel de Bolo- Scacciato
gna e fi l'alsediò, e adi 28 de Marzo li havo el dito Cartello d*'q°Ia'
e fò licentiado el dito Legato fora de Bologna con tutta la foa 2 6 '
K fa.
(a) Quelle macchine non erano niente differenti dalie Baleftre, men
tre, ficcome quelle, fervivano a lanciar dardi , e pietre grandiflinie del
pefo di libre duecento, ed anche di duecento cinquanta, 0 più ancora.
Elle erano tirate e lafciate andare a fona di una corda , la quale con
violenza indietro ritornando gittava dardi e pietre di lontano nella
guifa delle moderne artiglierie.
PARTE PRIMA. 77
corfe le brigate de Miffer Marfilio che l'havea ordinato, e pi
giò le guardie del tra£tado,& havo la Cità, e tutti foldati e no
merà de Signori da la Schala che era in Padoa fono robadi , e
defpogiadi e prefi affai de li amiti di di£ti Signori , tra i quali
fo prefo el Signor Miffer Alberto predicìo, e altri de Verona Alberto
e fò menadi a Venezia e metudi in prefon , e fi ghe ftete alguni fatto pri-
mefi , e fò fatto Signor. Miffer Marfilio da Carara de Padoa, e gioniero
poi Miffer Piero di Rofli Capitanio della Liga . E adi 6 Avofto f^*/^'
cavalcò a Monzelefe e lì meffe campo, e ft> fatto uno bello fat- dova,
to d'arme e fcaramuza, unde uno Fanto da pe fi ferì Miffer
Piero di Rofli Capitanio con una lanza, per tal modo che fubi- Pietro
to caze morto, e fò porta a Venezia e fò fepelido in San Mar- Rofli uc-
co con grande honore, e fu metudo le foe arme e infegne in la ,,e,(
dita Giefia per più honore . a"»c a'
L'anno foprafcritto Miffer Guido da Coreza da Parma Capi- Monfeìi-
tanio in Breffa per lo Signor Miffer Martin, e Miffer Giberto fe.
da Fogian, Miffer Boneto da Malavefina de Verona, ftando lo- Guido da
ro Retori de Breffa per el dito Signor Miffer Martin , Azo Vif- Capitano"
conte Signor de Milan per traóìado facìo con certi traditori de a; Mafti-
Breffa adi 5 de Otoro con el fuo exercito intrò in Breffa e fi no in Bre-
I'havo & ottenela tutta falvo che el Cartello della Città . E adi .
Srimo de Dexembro Miffer Zentilo di Cripriani de Verona fi notere*^1
e el dito Cartello al dito Sig. de Milan, & in quella volta el Azio Vif-
Sig. Miller Martin da la Schala fi havo el Cartello de Pontevi- conce .
go, e havo moki altri Cartelli di Breffana.
L'anno 1338 adi 8 de Marzo Miffer Marfilio da Carara Si-
gnor de Padoa morì de morte naturale, e adi io de Marzo Mil
ler Ubertin da Carara fò fatto Signor Generale de Padoa. Et in
quello anno adi primo di Aprile li Ambafadori, e lo Legato da
Fiorenza , e li Signori de Lombardia con Venetiani fiando in
Venetia afermò, e fè liga infieme a morte e deftrution del Si
gnor Miffer Martin da la Schala , perche el non volea far pafe
con loro. E adi 11 de Avorto fe arendè el Cartello de Moncele-
fe a Venetiani . E adi primo Dexembro fe arendè la Rocha per
defecìo de vi£tuarie.
Gabriello Simeoni della prigionia dì Alberto nulla menzione facen
do , riferifee che , avendo Maflitto cacciati i Rojft di Parma , per tradi
mento prefo avea quella città con Feltro , Belluno e Ceneda già per
addietro fiate tolte dà Roffì al Re Giovanni di Boemia , e che Ma-
flino perciò infuperbito deliberò turbare lo fiato di Viniziani , e così
cominciato a fare fortezze e bacioni intorno a Petabubula , dette lot o
«tuff
78 CRONICA DI VERONA
caufa di collegarfi col Re di Boemia , e qua/i con tutte le Potenze eT
balia {tra le quali fu quella de Fiorentini) a d'anni fuoi : e così
fatto Generale della Imprefa Pietro RoJJi , a la deferitone in Vinegia
di quaranta mila uomini , fu per lui prima faccbeggiato tutto il con
tado de1 Luccbejì , / quali poco innanzi fi erano ribellati a Fioren
tini e datifi a" Signori dalla Scala , e gli flendardi di Ma/lino , che
Pietro avea prefi , flrafcinati per mtxgp Fiorenza ; dove mentre ebe
così vittoriofo metteva in ordine le genti che contribuivano nella leoa
i Fiorentini , Gherardo da Camino d' altra parte nel Frioli ufeito del
Caflello della Motta, e di notte- affatiti quei di Uder^o , s eragià iti
fignorito della terra, quantunque poi da Maflino fojfe recuperata .
Pietro Roflì trovando/! in quel me^ro già a Cbioggia con 1500 ca
valli, de" quali 800 aveano dato Fiorentini, 300 * Bolognefi , ed
Obizgone da Efle tutto il reflo , con pochi de fuoi fi trasferì a Vine
gia , dove prefo lo flendardo di S. Marco, e fatto Generale raffegnò
poi, fetida quelli di Cbioggia, 45 OO cavalli, con\6ooo fanti , oltre a
molti popoli del Frioli, ed Oltramontani che alla fama della nuova guer
ra, e per Podio che a Maflino portavano, vi erano concorfi volontariamen
te. Fatto quefio, e paffato il fiume Anaffo , conduffè F efercito né1 campi
Trivigiani , e paffato il fiume Brenta volfe in fuga Alberto fratello
di Maflino, che di Padova ufeito, era venuto ad incontrarlo. Indi
prefo Capodagere la riduffe infieme con Conegliano in potere de Vini-
%ianì . Nè qui fermando/i fottomife inoltre Mejlre , Trivigi , e Seraval-
le . Frattanto entrati in Lega co" Venizjani Lacchino Vifconte , e Filip
po Gonzaga , Maflino lafciando Alberto alla difefa di Padoa , fi vol
fe a guardar Verona , prefentito avendo che Lacchino , e Filippo iti
v erano per pigliarla . Ma alla venuta di lui quelli ritirati effendofi
ritornò a Padova , e di quivi fofe il campo a Bovolenta per impe
dire le vittovaglie che da Venezia venivano alRoJfi fpedite: Ma Pie
tro conofeendo che Maflino poco poteva durarla , non cercò di arruf
far/! con lui altrimente . In tanto rendtttefi Bergamo , e Brefcia a
Luccbino , Feltro al Re di Boemia , e Padova per me^p di Marfilio
Carrara ribellata/! avendo ricevuto il Rojfi, in modo, tale Maflino fi sbi
gottì , che fi riduffe a promettere Pefcbiera con Francefco fuo figliuolo
ed altri nobili giovani per oflaggi al Duca di Baviera fe gli dava
ajuto, la qual cofa prima promeffagli dal Duca e negatagli poi, lo
conduffè per difperato ad affediare Mcntecchio : nel qual luogo final
mente da Orlando Rojfi ( per la morte di Pietro fuo fratello fatto Ge
nerale de* Vini%iani) fu rotto e meffo in fuga. Rifatto/! poi nondime
no ritentò la battaglia un altra volta, e di nuovo fu vinto; ancora
la tetr^a rimettendo/i intorno all' Ifola di Longara , che da' Padovani
er.r.
PARTE PRIMA. 19
tra affittitala , con perdita di tutti i fuoi naviglj fu cacciato, e Men-
celife prefo per i Vinizjani , da quali fimilmente vicino a Efle ricevu
ta un'altra rotta con perdita di ZOO cava/li, e pofio faffedio a Vi
cenza , fu corretto finalmente a chiedere la pace , la quale in queflt
modo gli fojfe conceduta : che Feltro , Cividale di Belluno , e Ceneda
rimane(fero a Carlo figliuolo del Re Giovanni di Boemia, Bergamo ,
e Brefcia al Vifconte , Trivigi col contado , Caflelbaldo e Baffano a
Vinixiani col pajfo dell' Adice libero e ficuro per i Mercatanti ■ e fui
dominio di Lucca quattro Caflelli a Fiorentini ; poiché durante la guer
ra non avean efji altrimente quella città conquijlata . Simeoni Lib. IIL
L'anno 1330 adi io de Zenaro el Sig. Mifler Alberto da la
Schala, el qua! era in prefon a Venetia, e per infir de prefon
fè pacìi , e Capitoli con la liga per fi e per Martin fuo fradel-
lo, i quali pacìi li fò in quello modo zoì, che el dito Signor
Mifler Alberto debia liberalmente infir de prefon fenza alguna
altra tagia ne moietta , e che la Città de Trevifo debia eflere
de Venitiani fenza algun impazo cum el fuo dettretto, e che Pa-
doani debbia haver Baflan , e Cartel Baldo del deftretto de Pa«
doa , e che Fiorentini debia havere el Cartello de Pefla, e Bu«
zan , e Chiaravalle del diftretto de Luca . E così fò fatto bona
pafe tra la Liga, e li Signori da la Schala predicai, e fò deli-
berado de prefon el dicìo Signor Mifler Alberto. E adi 15 de
Fevraro el Sig. Mifler Martin da la Schala con molti Zentil-
homini e Cittadini de Verona ghe andò contra fina a Legna-
go per farghe grande honor e confolatione e fella , c così el
Signor dito venne a Verona con la dita Compagnia.
L'anno antedifto el Sig. Mifler Alberto da la Schala adi pri
mo Aprile cavalchò a Luca dove el non era ancora ftado mai,
e lì mefle in ordene la Terra zoè de Reéìori e Officiali, e
guardie, e poi tornò a Verona. Et in quello anno adi 20 de
Mazo el Sig. Mifler Alberto da la Schala cavalchò al Cartello
de Maroftega fui" Vefentin e fi ghe mete Campo con 1500 ca
valli, e 3000 Fanti , el qual Cartello Mifler Ificho da Calde-
nazo, traditor del fuo Signor fi lo havea tolto in fi, & rendet
te adi 5 de Zugno , e fò defignado in le man di Mifler Alber
to Guielmo da Caftelbarco a polla del Sig. Mifler Martin da' la
Schala .
L'anno fopraferitto adi 7 de Luio drè nona fe obfcurò el So
le per tal modo che fe havè opinion che fe perdefle de chiare-
za del Sole de le cento parti le l'ettanta .
L'anno 1340 adi 24 Otoro Balardin da la Nichefola * ve- » £ .
chio NoSaroIa.
8o CRONICA DI VERONA
chio de anni 70 mori de morte naturale el afsò uno flgiolo che
havea nome Cagnolo . E adi 20 de Novembro Mifler Vivaro
de Vivari da Vicenza per uno traétado fatto con el Sig. Mif-
fer Martin da la Schala andè, e fi intrò in tei Borgo del Ca
rtello de Roverè de Trento e lì fò morto da Alberto da Rai-
don de Campagna del Veronelb , el qual Alberto fò morto
fubito da li Famegi de Mifler Vivaro , e fimilraente Filiaxo
da Gardon che era in quello tra&ado fuzando fe anegò in l'A-
defe panando con uno Cavallo appretto a Sacco. Et in quello di
Can Si- natte Can Signoro figiolo de Mifler Martin da la Schala.
£nori0 L'anno 1341 adi 12 de Zenaro Mifler Cora de Boche e al-
°* " tri foi amili ghe fò tagia la tefta per comandamento de Mifler
J Luchin Vifconte de Milan , perche el fò accufado che i volea
dare Brefla al Sig. Mifler Martin predifto.
L'anno 1341 adi 2 Otoro el Signor Mifler Martin con la fua
zente, c con la zente de Fiorentini da una parte, e la zente dei
Pifani, e quella del Sig. de Milan da l'altra parte fi dè una grani
Fatto d' bataglia infieme appretto la Città de Lucha, in la quale battaglia
p™,e.tra era più de 5000 Cavalli, & più de 15000 Fanti, e Pifani havo
Fiorenti- v*&°r'a * quali era a campo a Lucha . Et era drento per Capi-
ri appref- tanio Mifler Giberto da Fogian da Rico per el Sig. Mifler Martin
fa Lucca, da la Schala, in la qual battaglia fò morto el dito Mifler Giberto,
V^ggafl la e fatto ]a dita battaglia una quantità de le zente de la fameglia
Gio-'vil- de Mifler Martin fe reduffe dentro da la Terra in guardia de quel*
Uni ali 1» e fò morto molte pedone e prelì , tra i quali fò prefo Guiel-
cap.n8 fi- mo da Fogian e Mifler Luchin dal Vermo, e Mifler Bonetto da
»o al 139. Malavelìna de Verona, e molti altri Zentilhomeni fenza i foldà
e alrra zente , e fò morto ancora Mifler Fregnan da Setto . I qua-
Lucca in li prefoni fò conduci in le preione de Pifa , fi che i Pifani ha-
P^fani. '* vo Lucha per attedio, e fame in quello anno,
Parma in L'anno 1343 Azo da Coreza da Parma per uno tracìado fa-
potere di 6I0 , & ordinado tolfe Parma al Sig. Mifler Martin da la Scha-
Azzoda ja> e cazo fora tutt{ [ f0idati e Recìori, e Officiali che era in
rreggio. parma per ej pr€fato Signor , e fi li robè , e defpogiò vicinamen
te tra i quali gera Mifler Piero dal Vermo, e Mifler Guielmo da
Fogia» con certi foi famegi de cafa , e fè morti più Cittadini de
Mura e- ^arma pattando per cò de Ponte, fi che quelli che venne a Vero-
retta da n« convenne vegnir per le terre de li amili del Sig. Mifler Martin.
Martino, L'anno 1345 el Sig. Mifser Martin da la Schala fi comenzò
1 Villa- ej fondamento del muro del Seragio da Villafranca comenzan-
. , lCKo~ °* a Menzo , e un;4u in fino a Nogarole.
!.. L'anno
PARTE PRIMA. 8r
"L'anno 1348 adi 25 de Zenaro fò un gran Teremoto sì
grando che non fi arecorda mai efscr dado uno fimilc, e fò el
dì de San Polo.
L'anno foprafcritto del mefe de Otoro el Sig. Mifser Martin
da la Schala maridò Madona Raina da la Schala fua forella al Regina
>W..,~ x-j )^ t
mento fexto. Et in quello anno el Signor Mifser Maftin da la conte
Schala adi 22 Novembro fe fpofare Mifser Cangrande fegondo Clemente
fùo figiolo Primogenito Madona Ixabetta figiola del Duxo Lo- y/c^°nte"
devigo de Baviera el qual era Imperador de Roma, de la qual Lifabetta.
dona Mifser Can Grando non have mai figiolo alguno- .figliuola
L* anno 1 35 1 el Signor Mifser Martin 4a la Schala morì a^elBav^~
fua morte naturale adi 3 de Zugno, & in tal dì che morì, in jjj 6
tal dì el nafcete, e fletè Signor più che anni 20, e lafsò detro.<jrail<u_
a lui cinque fìgioli legitimi , e fette baftardi e più figiole . Et Morte di
in quello dì medefimo «1 Sig. Mifser Alberto da la Schala fra- MafliuoIL
dello del dito Signor Mifser Maftin de fua propria -volontà, e
de volontà del Populo Je Verona fò ek£ti e publicadi per Si- CanGrsi*-
gnori de Verona, e de Vicenza Mifser Can Grando fegondo , ef^,^"
« Can Signore, & Mifser Polo Alboino fradelli , e figlioli che e paulo '
fò de Mifser Maftin fegondo da la Schala, el qual Signor del Alboino
1332, ftete Signor de Verona, e de Vicenza otto anni. Signori di
Circa quefli tempi veggendofi efponere tuttavìa in gran copia dai- ^<soaA '
le impudiche e crudeli madri i proprj parti loro fopra le vie, e ne'
io/chi; e quello eh' tra più inumano udendofi frequenti le uccifioni
di quegF innocenti , dicono <he per opera de' Prefidenti del Collegio
de Notari ed altri cittadini foffe ijìituito un luogo ad ufo di Of-
pitale, nel quale furono per alcun tempo caritativamente accolti ed
allevati . Ma indi a non molto pe 7 gran numero , non fendo
fiù capace qual luogo , Taddea da Carrara vedova del Signor Ma
ftin Il dalla Scala fece dono del fuo proprio palalo a quejìi fan
ciulli, che è quello ove ora è la S*nta Cafa di Pietà; dove pure fu
esercitata opera così pia ; ma dopo che la città venne fitto la Signo
ria diVinegia, effendo fiato affegnato qtteflo palazzo per abitazione de*
■Camerlingbi , fu uopo trafportare V ofpizjo nel Palazzo dell' Aquila^
uve ora è Pofieria detta delle due Torri rimpetto alla pianga della
Cotefa di S. Anafiafia ; il qual palazzo fu prima di Alberto dalla
Scala. Ivi fletterò fino all' anno 14.16 nel quale per conceffìone del
Principe .ritornarono nel Jjalaz^p delia Carrarefe , ove fi trovano tut-
L Xavi*
8i CRONICA DI VERONA
tavia. Ed il palalo del" Aquila fu venduto, ed iuve/}ito il ritrite
in tanti beni a beneficio di quei figliuoli , ed alcuni infermi che non
hanno il modo di far/i curare a proprie ffefe .
L'anno 1352 adi 3 Septembro el Signor Mifser Alberto da
Morteci laSchala predico fi morì a Tua morte naturale, e nafsè del 130^,
Alberto e non iaJ-S0 fl?ii0i0 nefsun, e vivete e morì in srande nratia &
Scaligero- j i r» i j ir & &
6 amore del Populo de Verona.
CanGran- L'anno 1354 el Signor Mifser Can Orando predico fi volle la
de efclude Signoria per fe fo!o, e non volfe mai che foi fradelli haveflc
da'iu's/ ^Derta alguna m la Signoria de Verona , nè de Vicenza . E adi
«nona di 3 Fevraro el fe partì da Verona , & andò a folazo in Alemagna
Verona . da i Parenti a Bolzan (a) e menò con lui el Signor Mifser Can
-Signore fuo fradello e molti Zentilhomini , e Cittadini de Vero
na de i mazori, e così de Vicenza. E lafsò in Verona Mifser
Azo da Coreza da Parma in fuo logo Tenente. El qual Mifser
Azo come parie a lui per inftigation -e conlìglio trattò con quelli
Fregnano de Gonzaga Signori de Mantoa a polla de Mifser Fregnan da la
dalla Sca- Schala fradello naturale del dico Signor Mifser Can Orando fi
ìa a'can" to^e m 51 la Signoria de Verona, e li fe fé Signor, e fi cazò fora
Grande e ^e Verona tutti i foldati del Signor Mifser Can Grando, e tolfe
prende la in Verona el Signor de Mantoa in perfona , e i foi foldati e Cit-
Signoria ladini de Mantoa afsai, fi che él Fregnan fi fe Signor de Verona
diVeroua. tanto e non <]e Vicenza, e corno el Signor Mifser Can Grando
lenti la novella fubito fe partì d' Alemagna e venne a Vicenza ,
Giovanni cne fe tegnia al fuo Nome per Mifser Zuano da la Schala che
Scaligero. era na£Urale (Je Ja Cafa da la Schala , che era lì per Rettore ,
e fubito fe adunò certi Cavalli, e Fanti in Vicenza quelli che
potè haver; e così dal Signor de Padoa , e da Venetiani e de
quelli de Verona, che era fuzidi fora da la porta de San Ma
ximo, & era andati a trovar el diéìo Signor , e così el dicìo
Signor Miffer Can Grando venne a Verona con quella compa
gnia & aprelèntoffè alla Porta del Campo Marzo, el dì feguen-
te che fò el dì de Carnovale l'entrò dentro da la dita Porta e
lì fb a l'incontro con Miffer lo Fregnan, e lì fò fato fatti d'
arme in fina aprefio al Ponte da le Nave , e lì fasforzò le bri
gate e fò a le mane , per tal modo che el dito Miffer lo Fre-
Mortedi gnan fò butado , e cazado in l'Adexe con tutto ci Cavallo a
Fregnano. iuria e fi s' anego, e fò tolto fora de l'acqua e lì iopra el Pon
te
(a) Cioè gente amata «li ferro con una celata in tefu ■
84 CRONICA DI VERONA
dendo che non podea far niente , el fe partì molto corezà (a},
e difdegnà fi che Mantoa fcampò la furia»
Mattea Villani nel libro III delle fuc Croniche racconta il fatto dr
Tregnano in certa differente maniera , che ci piace qui regiftrare .
" Chi potrebbe, fcrive egli , esplicare le- feduzjoni, gli inganni e i
" tradimenti , che i Tiranni; pofponendo ogni carità , parentado , ont-
A^biiion " re; pendano, ordinano, e fanno per ambizione di Signoria? Certo
4 r^?nlre u tanti fono i modi , quanti i loro penfieri , ficchè ogni penna ver-
* C°icfo><:* " re^e ftracca . Tuttavia per quello che ora ci occorre , cofa firana
" e notevole , ci sformeremo di mojìrare la viluppata verità di diverfi
" tradimenti , e ftioi effetti. Narrato avemo paco dinanzi, come la
" lega de" Vtnizjani con. gli altri Signori Lombardi era giurata e fer-
" ma contro al Signore di Milano » Ejfenda il Signore di Mantova de1
M piti, avvifati Tiranni di Lombardia vicino alf Arcivefcavo di Mi--
u lana. L' Arcivefcavo con i:\duflriafe fuajìoni e con grandi promeffe-
** il moffe a farlo trattare di tradire Meffer Gran Cane Signore di
** Verona, e di Vicenza, con cui egli era in lega.. Ed egli, per accat—
" tare la henivslenzja dello Arcivefcovo , dimenticato il beneficio rice-
" vitto da quelli della. Scala , che l' avieno fatto Signore di Mantova ,
** diede opera alfatto, e non fenza fperanza da operare per fe , fe la for-
u tuna canduceffe la cofa ov era la fua immaginazione . E perà cono-
" feendo egli Meffer Frignano figliuola baflardo di Meffer Maflino
u uomo prò e ardito d'arme, e di grande animo, accetto nel cofpetto
" del fratello fuo Signore, e amato dal popolo di Verona e di Vicenza,
" vago di Signoria , trattò con lai farlo Signore di Verona con fuo
u configlio-, e con la fua forza , e del Signore di Milano . Queflo fter-
" pone, tornando alla fua natura fenza fede, o fraternale carità, dì
" prefente. intefe al tradimento del fr ittilo ; e col Signore di Manto-
" va ordinarono il modo eh' egli aveffe a tenere , e la ajuto della gen-
" te eh' egli avrebbe da lui. Iti quejla tempo avvenne che 7 Gu»
" Cane andò a parlamentare col Mxrchefe di Eràndinborgo fuo Suo-
«... Q^iil » cero * per li fatti della Lega . Ed il fratello baflardo era cognato
prende " ^ S'gltore di Cajìello Barco eh' era ai confini del' cammino onde
sbaglio " il Gran Cane dovea pajfare . Coflui avvijata da Meffer Frignano
perche il " mife uno agguato per uccidere il Gran Cane , ma feoperto F ag-
Marchefe u gUat0 pafsò fenza impedimento. Come Me(fer Frignano, avea ardi-
eraCogna- t{ a yerona tornarono novelle come il Gran Cane era flato mor-
non Suoc- *« > *M tnnanzj che la novella ventffe, Meffer Frignano avea man-
cero Hello " dati fuori di Verona tutti i Cavalieri faldati : falvo coloro di cui fi
Scaligerg • « era
*' "
divtferemo.
Il Signore di Mantova avendo in Verona quattro fra figliuoli e
u congiunti con goo Cavalieri , procacciava di mettervene anche per
" ejfervi più forte che Meffer Frignano , a intensione di tradire lui ,
** e recare a fe la Signoria, ma non gli potè venire fatto , perocché fen-
" tendo che /' Afrivefcovo di Milano , che. vegghiava a quefìo effetto ,
" mandava Meffer Bernabò Cognato del Gran Cane a Verona con due
" mila Cavalieri, temette di fe ; e non ebbe ardire di sfornire Man-
«' tova di Cavalieri . E così per la non penfata perdè quello che avea
" proveduto lungo tempo . La novella del gran foccorfo che venia da
** Milano , e dello apparecchiamento di quello di Mantova fentito a
** Verona , generò fofpetto a Meffer Frignano , e a' cittadini della ctt-
«' tà . E però prefono P arme , e rafforzarono le guardi* , e flettono m
M più
U, CRONICA DI VERONA
v /"** guardia : Onde i Signori che v erano di Mantova non vidoito>
** molto da fornire loro corrotta intensione . E però fi flettono meflran-
" dofi fedeli a Mejfer Frignano , e alla guardia della Città . In que-
" fio flante Mejfer Bernabò con due mila barbute e gran popolo giun-
" fe a Verona moflrando di volere ricoverare la Signoria di Verotta
" al Cognato. Credendo, con quefto , trare a fe gli animi de* cittadini;
" e credendo eòe i Mantovani che avieno moffa quefla novità , ad / -
" Jlanza del? Arcivefcovo, F ahaffeno entrare nella, terra. E però fi
* Jlrinfe infino alle porte; e. domandava l'entrata, la quale gli fu
*' negata , e non vedendo, che dentro alcuno gli rifpondeffe , cominciò
" a combatterla , ma vedendo il fuo ajfaho tornare in vano: e fen-
" tendo la tornata di Mejfer Gran Cane della Magna fi partì del pae-
" fe, e tornofft a Milano malcontento de' Signori di Mantova , ed egli-
" no peggio contenti dello Arcivefcovo , che avea feoncio il loro fra-
11 tello .per quella cavalcata , come poco appreffo dimojlrarono in ope-
u r.i catana parte fecondoebe feguendo dimoflreremo .
" Quando Mefser Gran Cane cavalcava al Marchefe di Brandin-
*Giov*n _ " borgo avea con feco il fratello* , e fofpicando di novità , quando
ni Mez- " fentì l'agnato del Signore di Caftelbarco , rimandò il fratello a die-
" tro, il quale venendo nel paefe , fentì come Mejfer Frignano avea
" rubellato Verona , e però fe ne', andò in Vicenza , la novella corfe a
M Mejfer Gran Cane. E vennegli , efeudo egli col Marcbefe , e tur-
" bato r uno , e l'altro. Il Marcbefe francamente il confortò , offeren-
M f/og/» tutta, la fua pofsa in racquijlan Verona, ma perche lo indu-
" d cote/i ro/è conobbe pericolo , di prefente il fece montare a ca-
" vallo . £ apparecchiatogli di Jubito cento barbute delle fue , e con
" la gente eh' egli avea da fe , fenza foggiamo , cavalcando il dì e la
* notte fe ne venne a Vicenza , e là trovò ti fratello , . e trovovvi
" Mefser Manno Donati di Firenzi Capitano di zoo Cavalieri, che
" il Signore di Padova aveva mandati, in fuo ajuto. E trovowi del-
" la gente del Marchefc di Ferrara, e fommofso il popolo di Vicen-
" za a cotanto juo bifogno y grande parte ne menò con. feco . E la
*' notte medefima , con feicento barbute , e col popolo di Vicenza fe ttc
*' venne a Verona . E in fui mattino lafciò la flrada , e attraverfan-
44 do pe' campi, entrò in Campo Marzio, eh' è fuori della Città ivi
n prefso , murato intorno, e rijfonde a una. picciola porta della Città,
u la quale meno che altra porta fi folea guardare , e quivi s' affermò
41 Mefs. Gran Cane, e mandò innanzi uno Giovanni dell' Ifcbia (a)
" di
(a) N<n fubii«> li fece decapitare, ma folo alcuni giorni prima eh'
e«li neri (Se , etnie rifeTifc* lo ftc/fo Zanata più innanzi . Bensì fece
decapitare diverrfi de' congiura i nell' Anfiteatro—
96 CRONICA DI VERONA
Milan e venne a Verona e andè a cafa fua, da poi che l'ha*
vo fpofado la dita dona , e foghe fatto de gran doni e fatto de
gran fette in Milan.
L' anno foprafcripto adi 14 Zugno Miflèr Redolfo Duxo de
Stròlich, fradello del Duxo Nepoldo venne a Verona con 300
Cavalli e ftete due zorni , e foghe fatto grande honore in Ve
rona , e Miflèr Ambroxio fìgiolo del Signor Miffer Bernabò Vit
conte , e Miflèr Feltrin da Gonzaga Signor de Mantoa e de
Rezo venne a Verona e fi accompagnò el dito Duxo honorevol-
niente a Milan , e lì ghe fò fatto un grande e magnifico] honore.
L' anno foprafcripto adi Dominica 20 de Luio el prefatto
Miffer Redolfo morì in Milan de morte naturale, e fò porta
el fuo corpo a Verona, e fò fepelido in la Giexia de San Pie-
grò Archivolto appretto el Domo de Verona, & el Signor Mif-.
fer Can Signoro li fe far grando honore e magnifiche exequie
con cavalli coverti de bruna , e baotiere e altre belle cofe, e
poi adi 5 de Avofto el fò portado in Alemagna.
L' anno foprafcripto adi %6 de Luio Aldrìghetto fìgiolo de
Miflèr Federigo da Caftelbarcho , el qual era andado a Milan
con el dito Duxo , morì a fua morte naturale in Milan , e fò
fatto Cavalero inanzi che el moriffè, e fò fepelido in Milan •
Aleflan- L'anno 1307 Miflèr Piero Re de Cipro fé grande exercito de
«uPietro* arma^a e ^e nave c 8a^e » e an<^e con 8ran Knte ultramare , e
Re di Ci- f1 'ntro i° Alexandria, e fi la mettè a faccoman: e adi 13 de
I>ro. Otoro el dito Re lènti che el Soldan ghe vegnia adoflb con
§rande exercito de Saracini, fi che el fe partì per tema e con-
uffè fego cercha 1000 perfone da tagia dei più richi de Ale»
xandria , e fi li conduflò a Simiaxo a cafa foa , e lì fletè due dì,
e poi venne con la foa zente fani e falvi a bon porto (a).
L' anno 136*8 adi Marti 3 de Marzo el Signor Zuane dito
l'Infante Rè de Maioricha, el Marito de la Regina Zuana de
Napoli venne a Verona , e fò molto magnificamente acceptado
dal dito Signor da la Schala, e adi 6 del dicìo mefc fc partì
e andò a Milan con cento cavalli.
Acqua L'anno foprafcripto el fò conduto la Fontana del Borgo de
iella fon- San Zorzo per i cannali de Piombo fu la Piaza de Verona, e
[a "lazza* COS* *a Broli ^e Signori, e così in molti loghi de la terra in
ricondot- ca** de Cittadini che volia far la fpefa .
u in Ve- L fi-
ioni.
(a) Il Re era in lega co' Vinizuni , come nferifee il Si bellico , e
l'efpugnazione della città fegul il giorno X d'Ottobre, oudtnonpiù
ebe 3 giorni in quella riruafe .
PARTE PRIMA/ 07
V acqua nella città era in qui tempi , a coloro che abitavano lun
gi dal fiume , fcarfiffima , e pochi posgi ancora effendovi , lo Scali
gero fece condurla da una fontana di Avefa , luogo due miglia dal
la città diftante , e introdurla in città per la porta di San Giorgio^
indi nel giardino dell' Abbate di San Giorgio , nel -qual Monajler»
edificò una Ciflerna , nella quale P acqua fi avejfe a mondificare ,
facendo un cannone -di piombo che ricevea l' acqua da detta Ciflerna,
e la conducea fino alla Piovra del Mercato , volgarmente la Piazza
delle Erbe , appoggiandolo efteriormente [opra il Ponte della Pietra ,
come fino a dì r.oflri s'è veduto, ma ora di terra catta e fonerrata
centro dd Ponte fteffo . Quefia Fontana che fu eretta da Pipino Re d"
Italia nel?anno della falute Nofira DCCCI, nel pio fu da Berenga
rio , ferrdo in molti luoghi ruinata , fatta riflaurare infieme ceWAcque
dotto , ponendo fiotto la Jlatua della fontana medefima , rapprefintante
Verona , otto figure in baffo rilievo di fini/fimo marmo., dalla bocca-
delie quali ufciva l'acqua ,* quattro di effe erano coronate ed avea-
tto nelle loro corone la feguente iferitone: VER.US ANTONIUS
PIUS IMPERATOR , REX ALBOINUS LONGOBARDO-
RUM : VER. VERONA. BERENGARIUS IMPERATOR
MARMOREA V.ROMA. Mofcardo crede che vi ponefeVert An
tonio Pio , tenendolo per l'edificatore , 0 riflauratore di Verona , penfan-
do ch'egli difcendejfe dalla famiglia Vera, come era creduto in que' tempi.
Alboino come primo Re de'Longobardi , da' quali egli pur difeendea .
^Marmorea Verona V. Roma dagli edifici di marmi, con i quali fu
fempre ornata, e che in certo modo è fiata un' altra Roma . Ora fcrivendo
il Zagata aver lo Scaligero fatto condur l'acqua in Verona, devefi in
tendere che minato l'antico Acquedotto, lo faceffe di nuovo rifare . Ilpie-
Jejlallo con dette otto iefie fu l'anno feorfo 1743 quindi levato e meffo
infieme con le tefle medefime nel Mufeo Lapidario , che ora va erigen
do FAcademia Filarmonica , ed in vece ripoflovi l'altro di forma riton
da come ora fi vede . Li cannoni , per i quali feorreva l'acqua, e ch'e
rano di piombo, conte fi è detto, fono flati levati e rinovati di terra cotta .
L' anno 1374 el Signor Miflèr Can Signor da la Schala fè
far el Ponte da le Nave de preda come lè , e così fè fare i
Granari, e le Caneve del megio che è appretto la porta de la
Brà in fina a la Torre de la Pagia (a).
N L' anno
(a) Della torre della Faglia, eh' era rimpetto alla Chiefa del Croci Affo ,
fituata nella riva del fiume , ora non ne appajono veftigia . Li Granari e
Caneve del Miglio, fervano prefen temente ad ufo di Quartieri , di Ofpi-
tale , e di Cafa dove fi conferva la muniiione da bocca e da guerra per le
mi tizie , principiando dov' era la memorata Torre della Paglia fin*
al'i Portoni detti della Bri.
p8 CRONICA DI VERONA
L' anno 1375 adi Zobia 17 de Otoro a 5 hore de notte el
dito Signor morì a fua morte naturale. E quando vettè che noi
podea Icampare^ el fè tagiare in pezze Mifler Polo Albuin fuo
fradello che era in prefon a Pefchera in la Roccha , e quello
fò tre dì inanzi che lui moriffè , e quello fò perche i figlioli
zoè Mifler Bortolamè, e Mifler Antonio lo figioli naturali ro-
magniffè Signori de Verona, e de Vicenza, e sì ordenè che fof-
fe laflàdi de prefon tutti quelli che «ra ftadi al traéìado de Mif
ler Polo Albuin.
L'anno foprafcripto adi 14 de Otoro inanzi che'l morifle el
Signor Mifler Can Signor foprafcripto fe fè Signori de Verona
Partolo-e de Vicenza i diti Mifler Bartholamè, e Mifler Antonio foi
■vico, ed figioli, e fi volfe che a voxe de populo i fofle cridà, e fatti e
Signori °di confermat* Signori Generali fu fa Piaza de Verona, e così fò
Verona, fatto a voxe de Populo.
SUP-
SUPPLEMENTO
ALLA CRONICA
D I
PIETRO ZAGATA
RACCOLTO
DA GIAMBATTISTA
B I A N C O L I N I.
tot
SUPPLEMENTO *
A L
PARTE PRIMA.
AL SIGNORE
ANTONIO SCALIGERO
DI VERONA.
SFIDATORIA.
GIANGALEAZZO VISCONTE
Co: di Vitti» (a) Vicario Generale dell^Imperiale Otti)
di Milano .
ALT
: m - . . rjr. — -, . .. - .
CONTE DI VIRTÙ'
GALEAZZO VISCONTE
Cónte di Virtù , Vicario ec.
Fiorentini , udito ciò che il Vifconte facea lor fapcre , net
mcdtumo idioma così gli rifpofero:
Ma-
PARTE PRIMA.
ed Amico CariJ/ìmo.
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lira
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. PARTE PRIMA. ' nw
mera riempiuta, ed anche a caffa, è tale : pigliarono eoa ta
vole pofte in coltello tanto fpazio , quanto vollero che fbflc
groflb il muro, ed empieronlo pofeia di malta e di pietre me-
icolate infieme d' ogni forte , e così fecero di corfo in cerfo ,
onde fu agevole compierlo in termine di otto mefu A queft*
foggia , come afferma lo fteffo Palladio furono fabbricate le mu
ra di Sermione fopra il Lago di Garda . Io però crederei eh'
cflb intendere di quelle di cui tuttora le ruine appajono, det
te dal volgo le grotte di Catullo ; mentre quelle che circon- Qrotte ^
«Uno la terra ed il Caftello fono altramente fabbricate . Ma Catullo,
per ripigliare il difeorfo del ponte il quale, come piace al Co*
rio , corto al Vifoonte più che cento mila fiorini d'oro (a) ,
fu ruinato dall' armata Francefe nell' anno ijoi , avvegnaché
per impedire il varco del fiume agi' Imperiali guidati dalPren-
cipe Eugenio di Savoja , polli alcuni barili di polvere nelle vie
fotterranee agli archi fovrapofle , per cui fi potè* paffare fegreta- Arco del
mente dall'altra parte del ponte, fecero volare uno degli archi Sor«he«a
fteffi per aria non lenza fpa vento e terrore de' circonvicini abi. minato,
tatori. Agl'Imperiali però non fu difficile il tragitto a S.Leon,
zio, luogo quindi poco difeofìo, ma di quello ponte fi è det
to abbaftanza. Nel 13^4 fu Podeftà Lazarato Regna e nel 13^5
Francefco Scoto Piacentino, nel 1396' Emanuello Co: di Jelij
nel 1307 Spineta Spinola Genovefe, che fu confermato per gli
anni 1398, 13??, 1400. In quello ultimo fu affalita l'Italia
da pede cosi crudele, che in Verona morì la terza parte della
gente. Fu preceduto quello male nell'anno 1300 da tempefle co- Emanuel
si frequenti che minarono gran parte del paele. Nell'anno fud- Paleologo
detto 1400 venne a Verona Emanuel Paleologo Imperadore dì in Vero-
Coftantinopoli, il quale fu nobiliffimamente trattato dal Vifcon-na '
per tutto lo Stato. Andava quello Imperatore per ricevere aju-
to conerà di Orcaria Signore de' Turchi ; ed anco in Francia
per tal effetto al Re Carlo.
Nel 1401 fu confermato lo Spinola Podeftà, ma nel 1401
gli fucceffe Gilio degli Upecinghi Pifano. In quell'anno Gianga- Citti r_
kazzo ebbe Bologna in fuo potere; ond'era così potente dive- {càute dal
nuto, che oltre Milano e Pavia pofTedeva Novara, Monferra- Vifeoate .
U> > Vercelli , Alba , Afti , Aqui , Alexandria , Tortona , Bobbio,
0. 3 Pia-
■■ ■
(a) Il prezzo «li cento otto mila cento e ottantadue Zecchini d'oro
Veneti moderni , e/Tendo maggiore il Fiorino amico di Milano nel pe
to di grani fei di quello di Venezia moderno , avendone noi alcuni ve
duti nell'anno 1738 ftampati dal Vifconte, tutti fei grani ;crefcenti .
n6 CRONICA DI VERONA
Piacenza, Parma, Reggio, Bologna, Pifa, Mafia, Siena, Grof-
fetto, Chiufi, Perugia, Aflifio , Necera, Civita, Lodi, Cremona»
Crema, Bergamo, Brelcia, Verona, Vicenza, Padova, Belluno >
Feltre e Trivigi. Perlochè volendo Re d'Italia incoronarfi, e fa
cendo grandi e magnifici preparamenti , prevenuto dalla mor
di te finì di vivere nell'anno 1402, e dell'età Tua il cinquantefi-
mo quinto. Quella cafa, che afcefa era all'apice delle fortune
più grandi, per le discordie de' fucceffori di Giangaleazzo, mi
nò poi con tanto precipizio, che parrà quali importi bile a cre
derli . Imperciocché avendo lafciato dopo di fe due figliuoli di
tenera età , Gianmaria eh' era il maggiore , d' anni quindici ,
ed il Minore Filippo Maria; lafciato al primo per ceftamento
il Ducato di Milano con le città a quello adiacenti , Bologna,
Siena, Perugia, Alti ec; al fecondo Pavia, Verona, Vicenza
ed altri luoghi, e ad un fuo figliuolo baftardo, Gabriello appel
lato, Pifaj inforfe ben tolto giandiflSma diflènfìone fra loro e
la Ducheffa loro matrigna , e ira' loro parenti e famigliari per
l'amminiftcazione : onde da tali diicordie le città fotcomefle da
Giangaleazzo cominciarono a lcuotere il giogo; e tant' oltre le
£ofe pacarono, che Gianmaria fu indi a poco da'fuoi fteffi cit
tadini ammazzato • e Filippo Maria venne in canta calamità e
miferiaj che gli tu di bilògno mendicare il vivere dagli amici
e dal Caft«llano della Rocca di Pavia , che il ritenne in falvo .
Avea Filippo Maria venti anni, quando mo/to fenza figliuoli
Facino Ca-ne gran Capitano di guerra ricchifllmo e nella Lom
bardia peflenuflimo , come colui che fi era insignorito di Ver
celli , Tortona , Novara ed altri luoghi , lafciò erede Beatrice
fua moglie; e volle che fi rimaritale con Filippo Maria, tut
toché gli anni quaranta ella pattane ; e lo ajutafTe a rimetter
li in inaio . Per mezzo dunque di quefto matrimonio venne Fi
lippo Maria ad aver baflevoli forze per domare i ribelli . Seb
bene quella fventura ta Signora n' ebbe poi da coftui ira tri
llo guiderdone. Cancioflìachè ricuperato eh' egli ebbe lo Sta
to 4 infaftidito di Beatrice , per effere divenuta già vecchia , fe
' Nota in- la levò a quella guifa dinanzi : fece pigliare un bel giovanet-
graci^udi- co , eh' era coppiere di Beatrice , e aila tortura lo pofe ; onde
flCkMte" d mifcro , per fuggire il tormento , confefsò quellp che mai
F?ne iiife- commetto avea , cioè eh' egli fi era con la fua Signora giaciu-
lice dlBea- to; per la qua! cofa fu fatto pubblicamente ^indiziare. E ben*
triee ve- cne lempre Beatrice collantemente un tanto fallo negarti; , fu
Facino' nondimeno, a morte giudicata, e dal Vifconte fatta decollare.
Cane"0 - Ma
PARTE PRIMA. 127
Ma per ritornare onde ci partimmo. Entrato l'anno 1403, ed
il primo dopo la morte di Giangaleazzo , Franccfco da Carrara,
piegando già l'animo fuo all'acquilo di Verona e di Vicenza,
lì motte a ciò fare, tanto più laidamente per trovarli apprettò
di le Guglielmo dalla Scala Patrizio Veneto , con Brunoro ed Gugh'el-
Antonio Tuoi figliuoli, chiamati da Pandolfo Malatefta e venuti1"0 tla"*
di Germania, ove al tempo della mina loro erano rifuggiti . cj^3 "
Quello Guglielmo era figliuolo naturale di Can Grande lecon- Pandolfo
do dalla Scala , onde il Carrara confidava»" che i Veronefi e Malatefta
Vicentini, fentendo nominare coftoro, follerò per follevarfi, e ritorn* di
mediante il favore di quelli giugnere ove s'avea divifato . Al ^™p°i*
Carrara fi accompagnò Nicolò da Elle Signor di Ferrara , e appo jiV*
Carlo Vifconre figliuolo di Bernabò e di Beatrice dalla Scala , Carrara .
che fu figliuola di Martino . E però il Signor di Ferrara con
grotta banda di gente partifofi di Padova giunfe alli 6 d' Apri- Il Carrar»
ìe alla villa di S. Martino difcofta quattro miglia da Verona; qua!
e la notte medefima avuta intelligenza con alcuni feguaci an- f^ina!?* I"
cora di quei dalla Scala , mandò 400 fanti de' migliori alla »Cquifto
muraglia , che è tra la porta del Vefcovo e quella di Campo Hi Veronx
Marzio. Quivi con l'ajuto di quei di dentro, che uccifero leeVicenta.
fentinelle, fece apportare fcalc, e forare le mura. Nel qual tem
po marchiando innanzi con l'efercko, fcorle il romore per la ^ olino
città, tanto che Ugolino Biancardo, che in vita di Giangaleaz- Biancard*
zo, Siccome di fopra dicemmo, vi era al governo, fenato il Governa-
romore, vi accorfe: arrivandovi nel punto che Nicolò, il Car- tore di
rara e Brunoro pattato il follò eh' era fenz' acqua, fi erano fic-^"011**
cati in un foro così picciolo, che a grande fatica v' entrarono:
incitando così i principali a lèguirli. All'entrar che fecero, ca
lando alcuni de* loro foldati, che aveano già occupato due tor-
ricelle, cominciando a combattere, fecero tanta refiftenza che,
fatta l'apertura maggiore, Guglielmo fi fpinfe innanzi con al- Gu"15t i-
cune compagnie ; "per modo che accrefeiuti gli attalitori di for- mo en;ra
ze , e datoli tuttavia maggior tempo agli altri di feguitare a "l Vwt-ma.
mano a mano , i buchi diventarono così larghi , che furono ca
paci di ricevere la cavalleria. Ugolino, viftoli inferiore ai ne
mici, lafciò quella parte della città , pattando nell'altra di là
dall' Adice. Ciò con ogni preftezza efeguito', e pattati i ponti,
fece torto levarli . Il Carrara , prefe le porte del Vefcovo e di
Campo Marzio, difpofe l'efercito nelle cafe verfo la porta di
S. Giorgio. Il dì feguente, Ugolino abbattati i ponti, ulcì in
fui mezzo giorno con tanto impeto , che pofe negli avverfarj
ter-
128 CRONICA DI VERONA
terrore grandiffimo. Nicolò falito a cavallo fubito fe gli oppo-
fe: ed avendo feco una poca parte de' fuoi uomini d'arme, lo
combattè per affai lungo fpazio, prima che gli altri follerò all'
ordine, in guifa caricandolo, che l'ailrinfe a ripaflàre il fiume
con grande mortalità di coloro che l'aveano feguito. Fra qua
li Sartorio di Savoja e Bonifacio dalla Valle, fra molti altri
che rimafero prigioni, a Nicolò fi arrendettero. Coloro che in
quella fazione fi dillinléro, furono Giacopo Carrara, Brunoro
ed Antonio dalla Scala , Filippo da Pifa, Albeito dalla Sale
Ferrarelè, Nani Strozzi , e Michele de' Medici Fiorentini, e
Paolo Leone Padovano. Reftando l'altra metà della terra da pren
derli, fu prela deliberazione di affaltare un ponte di barche, e
di tentare anche il paffaggio con diverti naviglj e con zattere,
così che gli avverfarj in più parti della riva occupati, fodero
men poflTenti a difenderla. EfpugrraK) alla fine quel ponte, ed in
un tempo medefimo panata molta gente in più luoghi della ri*
va oppofta , Nicolò ed il Carrara fatto calare i ponti princi
pi , e paffare la cavalleria, coftrinfero Ugolino a ritirarfi nel-
Ea cittadella , Nel calore di quella profperità tutta Verona gri
Gugliel dò altamente il nome di Guglielmo dalla Scala, e condotto in
mo è gri piazza fu gridato Signore di Verona . Ma non durò in quella
dato Si Signoria fe non una notte , perciocché effo e Carlo Vifconte
gnore di furono ritrovati morti nel letto; altri dicono che quello, chie
Veroni.
dendo di eflere rimborfato delle fpefe incontratte in quella guer
Morte di ra , folle ritrovato mono la mattina fopra una via , e che Gu-
GoglltH- tlielmo moriflè indi a poco avvelenato dal Carrara dopo che
«10 . 1 gridato Signor di Verona una fera nella quale infieme ce
narono. Il Carrara però per fidate il bisbiglio eh' iva d' intor
Brunoro no a fua detenizione , propofe che Brunoro ed Antonio fuece-
ed Anto deffero al padre* Laonde furono torlo acclamati Signori di Ve
nio dalla rona. Ugolino veggendo l' imponibilità di follenere la cittadel
Scala Si la , ottenuto da Nicolò e da Francefco il falvocondotto di paf
gnori di
Verona . fare per il territorio liberamente elfo e la gente fua , fe ne
uk\ . NeM*ifteflò giorno Callel Vecchio fi arrele :- e nel feguen-
te fu fatto il medefimo del Nuovo di S. Pietro . Ma Francef
co Carrara, partito l'Ellenfe di Verona, come già s'è detto, as
pirando alla Signoria di quella Città e di Vicenza , tirato con
bella maniera Filippo da Pifa nella cittadella, e polli parimen
te prefidj nelli due Caflelli, lafcia il palazzo folo a Brunoro ed
Antonio : talché rimangono Signori di titolo, ma non di effet
to. Di poi lafcia GLccpo fuo figliuolo nella Cittadella, il qua
le
PARTE PRIMA. x%9
le venuto il giorno della Pentecoftc, moflrando defiderio di ac
carezzare quelli due Signori , gl'invito % cenare con fcco in quel
la feflività . Cenato che ebbero fece legargli e condurli per F A-
dice a Legnago (a) : ed il giorno feguente, venuto alla piazza,
fece una parlata al popolo., ordita fopra una lettera che dicea
aver ricevuta dal Padre., per la quale appariva come quelli dal
la Scala praticaflèro di dare la .-città alli Signori Viniziani; pa
role gagliardiflìme aggiugnendo in commendazione de' benencj
del padre e di fefteifo , ed acerbiflìrne in obbrobrio della in
gratitudine <leg1i Scaligeri . Quello parlare con efficacia e con
bugie acconciamente ingarbate, e più il trovarfi le armi in fua n Carrara
•podeftà, causò che gli .animi de' Veronefi celiarono generalmen- Signor di
le acchetati. E -per conciliarli tanto più il popolo,, Francesco Verona .
-fuo padre gli mandò da Padova mille carra di biade , di che la
terra pativa affai , e vi conduffe Taddea da Elle fua moglie «
La quale, afFabiliflima eflèndo, guadagnò talmente le matro
ne della città , che il Carrara , quello che prima fi era dif
fidato di (are, -giudicò, fenza gire più oltre, poterfene far Si.
gnore con intiera Gcurezza • .perciocché , veduta una gran dime-
fiichezza e confidenza de' Nobili , ragù nò i primi di loro e pro*
-pofe di voler eflere loso capo e moderatore quando fi con-
■rentaflero di accettarlo; ne fi partì da elfi, ch'ebbe i voti lo
ro , ed infieme l' acclamazione del popolo . Il quale ed i Nobi
li inficine ricordevoli di quanto danno forte lor .flato la Citta
della fono .del Vileonte , ottenuto dal Carrara di abbatterla , in
<ìue giorni quafi tutte le mura a terra gettarono, cominciati- parte rid
do da' Portoni della Brà fino alla Porta Nuova . Diverfo cam- la mura di
«nino prefero le cofe -di Vicenza , che fi diede in quel men- Citeadel-
tre alla Signoria di Venezia. E di qui .ebbe incominciamento Ja>Vy*f
reflerminio del Carrara ; Imperciocché avendogli Giacopo Soriano ron et-t
per un Trombetto notificato, che quefta città non era più del Vi- battuta,
iconte, ma della Signoria; il figliuolo di Francefco ordinò che Origine
fofle Bel ritorno quel mefehino ammazzato. Il che fendo paffa- ^J^^,
to occultamente^ tornato che fu un altro Trombetto ad intimar- Vinhiani
gli il medefimO , fece pur quello uccidere . Ma il Soriano rifapuco e '1 Carra-
ch' ebbe ogni cofa, ne diede conto al Senato , il quale mali Aimo ra •
foddisfatto del Carrara per altre infolenze poco prima tifate
R verfo
Alti
*3S
MI* Molto llluflri Sig. « JWr. mìei Ojfervandifs. Il Sig. Co.-
FLAMINIO
PREVOSTO NELLA -CHIESA CATTEDRALE,
GUIDO
MARCHESE DI SCIPIONE
GENTILE. ED ALVISE
Obbligahjftmo Servito)
AlcflandroCanobio .
FA-
PARTE PRIMA. 137
FAMIGLIA SCALIGERA
DI VERONA^
Padri viveano Mariti e Moglie Dignità
1 BALDUINO|ti3« |i Dottore
r x Adamo I tuo
1149 2 Giudice Confole
» <, 3 Ardizione 1 163
I 4 Arduino 11 60 Almengarda ■
* 5 Ongarello ili 5 PodeftìeRettordiVer.
6 Balduino 120S Catarina 1 ,Carafina 2 6 Giudice Confole
7 Nonardino 1206 Piccia
8 Fui rane 1227 8 Sindico e ConfoU
9 Aleardo 1221
«.10 Giacomo 1240
flt Er inghetto 1222
I 12 Guido 1222
I 13 Aimonte 1222
! 14 Bonizzone 1240 Cecilia
* j 15 Corado 1243
j 16 Uguccione 1243 6 Giudice Confolc
I 1 7 Pietro 1222
l_i8 Martino 1229
ri9 Piccia 221
4 1 io Garfeuda 1221
1 21 Daiida 1223
»2 Pietro i*55 22 Abbate di S. Zeno
"13 Zocco 1227 23 GiudiceConfoIe
14 Bonifacio 246 14 GiudiceConfoIe
.25 Federico 24S 25 Podeftà di Verona
' 26 Giacomino 246 Margarita Gìuflinlana 1
Alima di Superbi 2
.17 Vergalezio 1227
ji —28 Guido 1222
jj —-19 Giovanni 1221
19 —-30 Bonifacio 1224
{31 Bonaventura 1221
3* Arrigo 1223 Beatrice
{33 Agnefe 1240 Nicolò
34 Bonifacio 123O
I2J2 35 Vefcovo di Verona
'"35 Manfredo
36 Corrado i*57 38 Pod.diCerea.diManr.
137 Aimonte 1257 Pod. eCap.del pop.di Ver
38 Martino i*57 39 Podeltà di Mantova
39 Alberto 1260 Verde de' Conti diSatez-
40 Bocca 1269 zole, da altri deits figli 41Cap. del popolo di Ve
Vefcovo di Verona
^41 Guido 1210 uola dtlGo: dì S*iu\\o ■
31 —42 Tantobella 1276
Padri
i38 CRONICA DI VERONA
Padri vìvea no Mariti , e Moglie Dignità
Eringhetto IZ10
f43 Aimonte imi
145 Bonifacio
34—46 Pietro 1179 46 Vefcovo di Verona
f*47 Francefco 1349
36^48 Mana «349
^49 Francefca 1341
37—50 Chechino 1339 49 Monaca in S. Michele
38—51 Niccolò 1195
f 51 Ifeppo 1308 52 Abbate di S. Zeno
" 53 Bartolomeo '30'ICoftanza d' Antiochia 53 Capitano del Popolo
54 AlbuiiH» Ooefta di Savoja ».
i3°4lCatarina Vifconte i< Bea 54 Capitan* del Popolo
55 Cangrande trice da Correggio t
39 56 Lucia I3,7jGiovanna d'Antiochia • 55 Capitano del Popolo
H97' Leonello da Erte
57 Coftanza 1187 Obizzo da Erte 1. Guido
di Bonacolfl 1.
58 Catarina. 1311 Nicolò Foggiano 1. Bai-
V59 Pietro 1 306 lardin Nogarola *. 59 Canonico di Verona
J 60 Francefca 1180
*°"S 61 Picardo 1188 Margarita da Igna 6z Co: e Sig. della Val
-62 Zilia 1288 policella .
4/ 63 Federico 1311 63 Podeftà di Verona
1 64 Bartolomeo 1336
S°1 65 Bailardino 1339 Catarina di Brenzoni
^•66 Maria 1311
51 -67 Francefco 1300
J 68 Alberto 1351 68 Prior di 5- Giorgio
5* j 69 Bartolomeo 1336 69 Abbate di SU Zeno,
>;o Guglielmo 1340 poi Vefcovo di Verona
t' 71 Chechino 1322 Catarina Vifconte
72 Francefco 1308 Catarina
73 Bailardino 1333 Catarina-
f 74 Beatrice 1341 Alberto degli Alberti
175 Pietro 130S 75 Canonico- di Verona
76 Bartolomeo 1369 76 Capitano di Vicenza
j4J 77 Albuino 1300
7S Alberto 78 Capitano del popola
79 Martino '337 Agnefe d'i Gorizia 79 Capitano del popolo
So Verde »33» Taddea da Carrara
J*Si Aibuina »333 Rizzardo da Camin fru 81 Abbatterti delIeMad-
1332 golino Gonzaga 2. dalene
82 Ziliberto 1330
83 Francefco 83 Cavaliefo
1328 Maddalena di Rodi 84 Canonico di Verona
55 ^ 84 Albuino
85 Bartolomeo »354
^96 Angela 1354 86 Abbad. di S. Michele
Federico 1337 87 Co. e Sig. della Val
fi; 1292 Imperatrice d'Antiochia
888 Ifabella policella
1298
Ito Alberto 1195.
Padri
PARTE PRIMA. n9
Padri viveano Mariti, e Moglie Dignità
65—90 Francefco I1341/
f 91 Bonifacio «3*5
68 J °* Arrigo 1326
1 93 Leonardo 1 322
L94 Alberto 1320
69—95 K'eppo 1311
7' —96 Giovanni 1335 Cortami
97 Nicolò *37r 97 Cavaliere
98 Verde 1370 Giovanni della Torre
73'! 99 Bartolomeo 13861 99 Dottor Canonico di
100 Alberto 1386 Vicenza .
.101 Francefco 1389
f 1 oi Pantafìlea 1379 102 Abbad. nelle Madd.
77^ 103 Orfolina »379 103 Monaca nelle Madd.
Li 04 Siivedrà '379 104 Monaca nelle Mad
dalene , la quale fu
Abbadefia nel 1422.
r j°5 Cangrande II 1347 Lifabetta di Bavitra. 105 Capitano del Popola
1 06 Caniignorio 1363 Agnefe figliuola del Du 106 Capitano del Popolo
107 Paolo Albuino 1 360 ca di Durazzo. 107 Capitano del Popolo
10S Beatrice 1350 Bernabò Vifconte
109 Verde 1 360 Nicolò da Elle
Pietro » 35i no Vefcovo di Verona.
I »<o
J IIII Giovanni 1354
70< 112
... Fregnano «345 113 Prior di S. Giorgio
"3 Aimonte 1377
Giacomo Tri/lino
114 Veronefe 1370
Lodovico Marchefe di
"5 AUaluna «354
Brandinburgo
il 116 Catarina 1354 Aldrighetto di Csrtel-
Margarita 1363 barco 117 Abbad. di S- Spirito.
'118 Bartolomeo 118 Canonico di Verona.
'3'7
119 SoAia 1339 Azzo da Caftelbarco
_ no Anna » 3*9 Ano da Caldonazzo
Mtai Beatric» 1349 Corado di Brandinburgo
ìil Catarina 1311 izt Abbad. delle Madd.
Elifabetta 1367 113 Monaca nelle Madd-
^O—124 Chechino 13S0 Manadora Zavarife-
115 Capitano di Vicenza
94—ns Bartolomeo 1364
{126 Arrigo 1369 117 Fu appiccato per có-
.*7 Gio: Pietro i366| giura contro Can Sig-
97—118 Bailardino 1399 norio ■ Zagata pag. 9$-
fii9 Albuina «359 129 Monaca in S. Lucia.
prof- in S- Calar-* e morì
130 Margarita 1360: Guglielmo Sacramofo 1. Abbad- %n S. Agoftino^
Giacomo Bonuccio a.
1 31 Coftanza 1367 Giacomo Cavallo 131 Abbate di S. Zeno
99 1341 1 33 Soldato di valore
1 32. Ubertino
1 •>} Giovanni '354,
• 34 Sdengo 1 360 Bianca Vifconte
135 Bartolomeo 139SÌ
140 CRO NICA DI VERONA
Padri viveano , Mariti , e Moglie Dignità
( 136 Rinaldo ^ 1366 136 Canonico di Verona
)'37 Fregnau© 359
138 Tebaldo 359
10.j *39 Guglielmo 404 Bona figliuola di Jf. Co. 139 Capitano del Popolo
,0* 7 140 Taddea 356 di Savoja • 140 Monaca in San Mi»
141 Cagnola. 356 chele .
141 Beatrice 35*5 14* Abb. in S.Domenico
fs* Turriana- * §uefiaè pofia dal Certe .
■ 143 Bartolomeo 375 143 Capitano del Popolo
io6< 144 Antonio 375 Samaritana dei Polenti 144 Capitano del Popolo
L * Lucia 375 Cortefia Strego , come al
145 Giacomo 35* la pag' 104»
^146 TolomeoMichel 347
' 147 Giorgio 380 147 Prior di S. Giorgio
. 148 Antonio 366
tJ J 149 Domenico 380
' 1 150 Ottavio 380
j 151 Beatrice 360
^15* Lucia 3S0
il4{,53 ^atrice 386 Morando Rambaldo
Li
^- ~ J54~r Verde
' 3S6 Mofcardo Bonuccio
ii6—155 Alberto 3S0
f 15& Leonardo 3»S
,17\iJ7 Arrigo 3S5
Xt58 Sigismondo 396
118 L159 Nicolò 398
( iio Antonio 404 160 Capitano del Popolo
Il 61 Brunoro 404 Filippa figliuola di Ama 161 Capitano dal Popolo
i6x Paolo Albuino 404 dea dt Savoja morto nel 143 7-
< 163 Nicolò 396 hartclomea d'Auflria pro
164 rregnano 396 nipote di Leopoldo il vec
165 Bartolomeo 397 chie Duca d' Auftria-
166 Can Alvife 397
«167 Nicodemo 400
tA Catarina A Seppelitta inVìtnna
B Chiara B In Barone di Tarfing
C Anna C In N. Hartman Bar. di
>45~168 Antonio Maria 1396 Laber , 0 forfè Lamberg
1. TalbertoCo: di Pre
da l.
(■169 Cleofe '397 Maffeo Vifconte
.• 1 70 Antonia 139S Maftinofigliuolo di Bernabò
J 1 71 Can Francefco '399 Vifconte, fec. il Tinto 1 71 Alcuni vogliono, che di
»44« 1?ì Taddea 1390 FrancofroSoardoBergama- qnefio nafcefie un Gio
frO) fecondo il Tinto • vanni , ma t' egli ì vero
^173 PolifTena 1396 Ancillotto Angufciolo che morì in età di anni
Ì47— 1 74 Aimonte 1398 Catarina figl. diGiovanni fei, farebbe un error ma-
{175 Bailardino 139* Alda Nigrella nifefio ■
176 Pietro 1 394 Dorottea di Fidenci
161— 177 Giovanni 1410 E / ena Clofrnerìn Bava/efe
'74—«78 Beatrice 1400 Bartolomeo Goniaga'
Padri
PARTE PRIMA. 141
vincano Mariti , e Moglie Dignità
Chechino iaooj
175' Nicolò «4071
Bartolomeo
Franccfco
Coftanza
Bartolomeo i8ì\ ^meftifene pefii **-
Giovanni 1 g j J ce dai Sciepioy te
Bailàrdino rne tllapxg. 14J sinum.
Bartolomeo 10», *O0.
Chechino
Sigiftnondo
Nicolò
Bailàrdino
Aitadonna Nicoli dal Neve Vietatine.
Lucia Gentile Simonetta
n Francefca Angelo Simonetta
Catarina Zaccaria Nichefola
Dorottea Giovanni Ottobell»
Bartolomei Paolo da Carpi Dottore
Ag-
CRONICA DI VERONA
M Aitino , che vivea nel 1 101 , fecondo il detto Sciopio , fu padre di Bai-
duìno fegnato al num. i.
Fino, il quale viyea nel 1178, come fi rileva dal General Configlio di Ve
rona, nel quale v'intervenne anche Adamo della Scala, in occafione che al
Monaftero di San Zeno Maggiore fu giudicata la reftituzione de' fuoi beni ,
fiatigli da cert* uni occupati .
Ilnardo, che vivea nel 1206, come da Documento nell'Archivio delle
.Monache dette le Maddalene , veduto daCanobio dopo la pubblicazione del
la Genealogia Scaligera da eflb raccolta; il che appare da un foglio fcritto dì
<"uà mano , che ora appo noi fi conferva , e nel quale fpiega , che detto Ifnardo
ebbe moglie, ma che di quella non avea ritrovato il nome,nè la Famìglia;
bensì , che nelle Scritture delle fuddette Monache fi dice padre di Giacomino
di Verona e fratello diBaldoino e degli altri, cioè di quelli fegnati ai numeri
5»6>7»8 ,9, 10. St.indo a ciò, converrebbe correggere la dipendenza di No.iar-
dino al num. 7, e dire, che quello fu padre non di Giacomino porto al n.
16, ma di un altro Giacomo, e che quello non forte la fteffi perlona di Gia
comino; ma che anzi foffero due differenti perfone, uno figliuolo d' ifnardo,
c l'altro di Nonardino.
Pietro, e Marco Bruno furono figliuoli di Ongarello primo, pofto dal Ca-
nobio al num. j; Ciò rilevafi da Illromento 6 Luglio 1214 atti Olivetti
Notare
Dì quefto Pietro, detto per Sopranome Bonodorato, nacquero Ongarello
fecondo, Bonifacino, ed Aderaldo, nominati in Illromento 1249 eliftente
nell' Archiviò delle Monache di S Martino d'Avefa.
PicarJo, pollo al num. 26 foito l'anno 1260, fu figliuolo di Giacomino .
Canobio in vece di quello Picardo pone Guido, il quale fu naturale di Ma-
flin primo, come tutti gl' Illorici accordano. Quefto Picardo era per fuo
vero nome Alberto appellato, come rilevafi dalla Inveftitura, ilguita nell'
anno 1282, de' Beni datigli dal Monaftero di S. Maria in Organo; nella
quale fi dichiara che Alberto riceve per (è, e per nome de' fuoi nipoti, cioè
^Alberto qui diciturTicardus ,f/.i quond. Domìni li ce',).*, T^iCt/ai fitti quond.
Domini Maflint fratrum t)uf*.:m Domini Alberti iyc. cioè fratelli germani .
Vi fu ancora un Ricardo che vifle nel 1289, quando per avventura non
foffe la ftefla perfona di Picardo. Quefto Ricardo ebbe per moglie Marga
rita Pallavicini, come da memoria da noi trovata ira alcune lcritture Ca
nobio: di quefto, ficcome d' Ifnardo, non faflì menzione del padre.
Tutti i figlienti furono figliuoli di Ma/lino, ma naturai, cioè:
Nicolò ch'era in vita nel 12^8, Pietro nel 1270, Francelco nel 127!,
Ardito nel i274,eGuido di l'opra nominato, polio al num. 41 , che nel 1258
fu creato Vcfcovo di Verona ; ma il Canobio , come detto, lo mette figliuo
lo di G r.comino al rum 26.
Di Ardito nacque un Pietro, il quale fu creato Cavaliero da Alberto fe
condo dalla Scala.
Segue
PARTE PRIMA, 143
Che
P A l T E P R I M A. 145
Che quella Famiglia fofle ragguardevoliffima , e nella città
noftra duìinta anche molto prima del tempo dal Pigna e dal
Canohio aflegnato, fi prova 'per un Iftromento di locazione di
certi luoghi in Montorio di ragione de' Frati e Suore di S.
Croce di Cittadella, fcritto nell'anno ioIO da Giacomo figli
uolo di Falco Notare, e pubblicato da Lodovico Perini nella iua
Cronica delie Monache di S. Silveftro; nel qual' Iftromeoco , cer
ti confini accennandofi , fi legge ab una parte jura Dominorum de
la Scala &c. Se dunque rrelF anno ioio col titolo di Signori
venivano appellati, ne viene in conseguenza, che molto prima
di quel tempo fi era quella Famiglia in quefte parti annidata; «e,
fecondo G. C Scaligero , fe pur merita fede , fino al tempo di
Cario Magno , dal quale , dice che per meriti militari furono del
la Signoria del Gattello di Sermiooe fituato lopra il Lago di Garda,
e della Contea della Valpolicella invertiti, decome, alcun tem
po dopo, Alberto pur della Scala della Signoria di Bolzano, fe
condo il Sciopio , e Lucca di Linda . 11 Co: Alfonfo Lolchi ne'fuoi
Compendj I«orici riferifee , che Martin I nato di Albertino , da
altri detto Giacomino e Jacobino, difeefo era d'antica Famiglia
©rionda Bavarefe venuta nel 1020 ad abitare in Verona. -Sciopio
all' incontro da un certo Martino il principio fa -venire <di que»
fta Famiglia nell'anno non; e foggiugne , che il detto Mar
tino padae fu di Balduino dal noftro Canobio porto nell' armo
1136. Dalle quali cofe, quantunque non bene coerenti, chiari'
apparifee però quanto fiali il Villani ingannato in dire, che il
padre di Martin I e di Alberto , per eflere rtato fabbricatore di
Scale, di qui il nomedella Scala quella Famiglia pigliane. Il che
tanto piti è infuffiften te quanto che, ficcome piace al Pigna -da
noi alla pag. 40 ripportato, erano, anco prima di panare in Ita
lia, Conti ci Schallemberg e Burghaufen; e il Linda vuole che
la Contea di Lika limilmeme godeflero . Giulio Celare Scalige
ro ne' fuoi ferini queft' aflèrtiva del Villani dottamente riprova.
£ in fatti tanti concerti fi hanno che il contrario Jdimoftrano^, e
tali che, qualora i Scrittori dell'origine di quella Famìglia im-
Jireiero a feri vere, fi può con fondamento aflerire che abbiano
empre giuocato a indovinare . Concluderemo per tanto , fonda
ti mattine fui documento ioip, che, ficcome abbiam detto ,
anche molto prima di quel tempo era quella Famiglia in Ve
rona delle più diftinte, e ragguardevoli .
F A.
cronica di verona
FAMIGLIE
ALberta Igna 6\
74
Angufciola Laber C
Antiochia Nichefola
53. SS, 87 *9$
* Auftria Nigrella I7S
Baviera 105 Nogarola 58
Bonacolfi * Otting 200
S7
Bonucia dì prefente Mofcar Ottobella ip5
da 154 * Pallavicina 142
Brandinburg 105, 115 121 Polenta 144
Brenzona Preda C
<*S
Caldonazza 120 Puchbeing
Camino "3
80 Rambalda rS3
Carpi 107 r Reitféberigeno Reifféberg 226
Carrara 79 Roffi
Cavalli «3
131 Sacramofa 130
Caftelbarco 116, np Salezzole
39
* Clofmerin 177 Savoja 53» I3P : idi
Corregio S4 Serego 144
Durazzo 106 Simonetta i?3> 104
Elimperg 227 Soarda 172
56 , 57, iop Superbia %6
Fidenza 176 Tarfing B
Fogliana 58 Triflìna 114
Frangipane 20p Turriana pS
Giuftiniana 2<5 Vifconte 135» 54, i6p, 170
Gonzaga 80, I78 Zavarile 124
Gorizia 78 Zelkingi 212
2d. 30. 58. 65. 74. p8. 124. 130. 131. 153. 154. 175. 105. \p6.
PARTE PRIMA. H7
Bergama Pavia
Brelcia Reggio di Lepido
Cividal di Bellun Salò con la Riviera
Feltre Trento
Lucca Trivigi
Padova Verona
Parma. Vicenza
T 2 Nomi
l4S CRONICA DI VERONA
9
Homi e tempo , che hanno regnato i Scalìgeri con fa fita
ordinata fitccejjìone, i quali fi ritroveranno nella,
dipendenza con quejti numeri.
A N N O T A. Z I O N E-
REGISTRO
Alfefine
M Pefchiera del Comune di Verona .
Val
Bori etto di Valegio
della Famiglia de' Faenzi per
Ci
la Camara.
Ferrara di Monte Baldo del Comune di Verona .
Villa Bortolamea de' Conti S. Bonifacio per la Ca
mara ,
Carpi e Spinimbecco del Comune di Verona .
Mazzagata ~j dclli Comuni ed Uomini del Vi
Cà del Magnano J cariato di Campagna per la
Cà di Settimo del Galefe C Camara .
Cà de Fure J
Cà del Cero della Famiglia de'Campagni per
la Camara .
Cà della Caprara- della Famiglia Bevilacqua per
la Camara.
Cà del Mantego del Comune di Verona .
Salezzole del Conte dalla Capella per la
Camara .
Albareto di Gardefana del Comune di Verona.
Cavalcafelle della Famiglia de Monte per la
Camara .
11 Beneficio del Ponte -l'opra Pò . Pel quale il Zagata nella Cro.p.66.
Pontepoffero della Clarifs. Famiglia dima
ni per la Camara.
Ron-
iSx CRONICA DI VERONA
Roncanov* <de'R.R. Monaci di S. Maria in
Organo per la Camara .
Oftiglia , eS. Romano del Sereniamo Duca- di Man*
tova per la Camara
Caftelbaldo con Rigozzo Fatavi
del Comune di Verona .
no Bogoffo
Il Porto del Sereniti». Dominio,
Nichefola del Comune di Verona .
Albareto di Fiume nuovo
Rivalta di Cotogna.
Cavalpone }
Villa Cucca.
Caldiero .
Medica .
Cafelle con Perarolo.
Gazo de* Conti Giudi per la Camara.
Comune di Faedo de' Conti della Torre per la Ca
mara.
Canale de' Conti Bevilacqua per la Ca
mara .
Sparedo della Famiglia de' Lafranchi per
la Camara .
Vifegna della Famiglia de' Turchi per la
Bionde di Vifegna Camara.
Cà di Formighedo della Famiglia de'Lifchi per la
Camara
Cà di Campomarcio
Velo I del Comune di Verona.
Roveredo dì Velo J
Vadi Poro.
Araerino cola Selva
del Comune di Verona.
Progno con Calcile }
Roncada della Clarifs. Famiglia de'Gri-
mani per la Camara.
Monte Chia del Comune di Verona .
Poftumano della Famiglia de'Becelli per la
Camara .
Monzambano del Comune di Monzambano per
la Camara.
DEL-
l$3
DALLA STORIA
DELL' ORIGINE
DI TUTTE LE RELIGIONI
DEL REVERENDO PADRE
V* PAOLO MORIGIA
CAP. L XX.
DAL.
i58
DALLA
NOBILTÀ DI VERONA
D I
GIANFRANCESCO TINTO *
LIBRO V. CAP. I.
Del
CRONICA DI VERONA
CAP. Ih
C A P. ITL
DEL-
1^4
DELLE MURA
L A
CITTA' DI VERONA
SaaNli*11 Vicino a quella Porta de' Borfari fi trova verfb- Oriente un'
•heievil altra antica Porta, detta di San Michele , per efler propinqua,
«ino ali a alh
PARTE PRIMA. x&j
■u!)a Chiefa intitolata dal nome di quello Arcangelo, dell'autor Pot u de*
flclla quale parimente o fe fìa più antica , o più moderna di -quel- Bori*" ,
la de' Borfari, -non fi trova memoria , ben giudico io che quella c^lffì*'
Porta di San Michele, veramente folle più antica di quella de'delltc!»-
Borfari, per quella ragione, che non «(Tendo credibile, che fi *a .
ufaflèro due Porte di città cosi vicine una all'altra come fono
quelle, che pochiffimo fono tra fe dittanti , è veri (limile che
folk ferrata * difiifata quella di San Michele, eflendofi fabbri-
<ata quell'altra piìt commoda alla drada m«e(lra c principale del
la città, c non ci detterebbe ragione alcuna che, fe foùe fiata
edificata quella così magnifica de' Borfari con tanta fpefa ed ele
ganza, fe ne foffè fatta un'altra dappoi picciola « triviale, quali
nel medefimo luogo per chiuder quell'altra, e falciarla dilònora-
ta, e non fi potendo anco conlìderar caufa, perche la Porta de'
Borfari aveflé potuto men fcrvire all'ufo , commodo c ficurezza
della città , di quell* altra ; ed oltra le fudderte ragioni ed il ve
ri fi mile , abbiamo anco un efempio moderno, che molto ben
ferve al giudicio ed opinion noflxa, nella medefima città della
Porta delPalio, fatta a' dì noflri, con fpefa così illuftrc, in quel Torta del
fito ov' è, per maggior commodità della città, imboccando ella PaJi* fat-
quivi la llrada reale , -e maéllra ideila Piazza , eflendofi perciò del f* con.
tutto ferrata, e dimena l'altra antica -di pochiflima tortezza « [p^f*
beltà, eh' era alquanto più là verfo Oriente, appretto la Chiefa tempi no
di San Spirito, chiamata di Calzari. Che la parte verfo il col- Ari .
le oltra l'Adige Solfe abitata , e dal colle e dalla fortezza di S. Porta an-
Pictro munita e difefa, provali con l'autorità di Luitprando Ti-)£| *'e.'
anele nell' iftoria eh' ei latinamente fcriflè de* fuoi tempi nel li- diTufau -
bro fecondo ove deferive l'entrata di Berengario Seniore in Ve- Luitprau-
rona, e la prefa ivi di Lodovico Re e Signor allora di molta «lo 'Mori-
pane d'Italia, che parlando di Verona, dice a quello modo. {j£fcr**e<*
E1 quefla città dal fiume Adige per meigo d'tvifa , come dal Tevere in pane
Roma (e figlia «gli ivi i borghi oltra F Adige per parte detta Città) Veroaa .
[opra il qual fiume è un gran ponte di pietra di mtrabil opra ed ar
tificio; dalla man manca del fiume i pofla parte della città verjoTra-
montana , munita da un -alto e diffidi colle , così che [e la parte ci)
è alla banda deftra dtW Adige fofse prefa da nemici, queJY altra fi
potrebbe gagliardamente difendere; nel fommo di quejìo colle e pofla
una Chiefa a San Pietro dedicata , con fabbriche di grande importan
za ; quivi per f amenità del luogo e per la fua forfora , faceva re-
fidenx* Lodovico ec. Fin qui parla Luitprando. Che quivi folle
Rocca c Callcllo, fi legge anco nelle iflorie di Leonardo Arcti- R0cc4di
no, S. Pieir»
i6% CRONICA DI VERONA
era »»co no, cavate da' fcrittori antichi di quei tempi, nel libro terzo
ae* Gotti. ^ guerre de' Gotti, al tempo di Beliifario Capitanio di Giu-
* ftiniano Imperatore, circa gli anni di Noftro Signore 540 al-
3aante centenara di anni innanzi fiftoria di Luitprando, ove li
ice così . A Verona era una Rocca pofla fopra la citta , dalla qua
le/i vedtva ogni cofa dentro e fuora. I Gotti dunque eh* erano fug
giti in efsa rocca vedendo che pochi de nemici erano entrati nella cit
tà , e che f efercho era di futri , ni j' appreffimava alle mura , di
fendendo fubito dalla Rocca , corfero con impeto nella città , e tolfe-
ro agf inimici la Porta eh' ejjl avevano la notte innanzi prefa . Ma
le Chiefe che abbiamo nominate di fopra , che follerò fuori della
città ne* borghi, lo moflraremo più baflb, allorché parleremo
delle feconde mura fabbricate da Teodorico. Che anco quella
detta*iW k°cca ^°^e ^uor* ^€"a c'tta e ^e^e ^ue Porte» 1° moftra il me
ri della defimo Armino in quello medefimo pafTo, ove poco di fopra di-
città, ce . I Gotti fentendo gl'inimici efser nella città , fuggirono fuori per la
Porta pofla dall'altro canto . Da quello loro efler fuggiti fuor della
città nella Rocca, per la Porta polla dall'altra banda , fi vede
manifeftamcnte che la Rocca era fuori della citta, e della porta.
E quella porta doveva efler oltra il ponte che pattava l'Adige,
appreflb il colle ed il Teatro, verfo quella Rocca, del qual pon
te fa menzione Luitprando , come abbiam villo di fopra , ed era
non dove è ora il ponte della Pietra, ma alquanto più in giù
dirimpetto al Teatro. Quello è quello, che parte per occulati e
certi teftimonj, parte per ragionevoli confetture ed argomenti,
ho potuto dire intorno all'antichiflimo giro della Città noflra,
che difficilmente fi può trovare fondamento per affermare in cia-
Corfod' (cuna lua parte (per la troppa loro antichità) la deferizione di
inni cr Sue^e mura » non & ne avendo alcuna certa memoria particola-
muta ,or re d'autentica fcrittura, o di altri evidenti e manifelh teftimo-
affato con* nj , perciocché per ordinario, il corfo d'infiniti anni quafi ogni
fuma le cofa, non folamente muta, ma ben fpeffò affatto annichila e con»
co f ' fuma , fi che veggiamo ogni dì maggiormente verificarfi la fen-
tenza di quel verfo Virgiliano, nel terzo dell'Eneida, ove aven
do il poeta fcritta la feparazione, che oprò un lunghiflìmo cor
fo di tempo , della Sicilia dalla Italia , col mezzo del mare che
all' una e all'altra s' interpofe, eflendo fiate prima tutte due
quelle terre unite e congiunte, efclamò:
Tanto ha /' antichità lunga degli anni
Forxa a mutar le cofe .
E di quegli altri d'Ovidio:
D./.V
PARTE PRIMA. ióf
Velie cofe quà giìt tempo vorace,
Vinfidic piena , e tu molta veecbiaja,
Il tutto confumate„
E perciò nelle parti ove ci hifogna camminare per le conjet*
ture , mi contenterò aver detto cofa- poffibile , c verifimile , e di
aver eccitato qualche bello intelletto ad affaticarli a trovare , e
inoltrarci piìi certa quella cofa. Ho io dato ancora per antichif-
fimo ferraglio di gran parte della città noftra l'Adige, moifo jJ,'.A<1lt'
dalle fopra allegate ragioni., da quelle che addurrò nel 2 capo mente fe
da quello, e parte da quei verfo latino di Silio Italico antico rava gran
Poeta, coetaneo ed amico di Plinio Juniore, al tempo di Tra- parte di
jano Imperatore, che cosi volgarmente dice: Veroni.
" E Verona città folertet intorno
•** DaW Adige irrigata..
Y 2 ÈRE-
uidim ifc- altri prima di noi per non legit ima la riconobbero; per
ciocché, data effondo nella tir\a inki\hnt di M-ir\o , \euiva ad elle-
re feruta, nel 1' anno 585 tempo rifleflibile rrfpetto al perlonaggio al
quale fu diretta , cioè a Paole Patriarca d/Aquileja. (jfuefto Paolo in
quel' tempo non era. più in vita ,■ avvegnaché , ergato Tairiarca nel
551, e morto nel 573, gli foccedette Probino , e a quelli nel 574 E-
Lia , il quale, e non Paolo, nel 585 la Chiefa Aquile jenfe reggeva.
Nel Breve mede (Imo legge!! pure , chea preghiere, e a richieda di
Tiberio Coftantino quel Privilegio al Patriarca fu conceduto ; e que
llo lmperadore fi era gii morto mio nel- mefe d'Aborto dell'anno $8j»
Altre cole ancora, che per bre.ha fi tralasciano qui , danno a dive
dere quanto in fofpetto quella Bolla tener fi debba, o per falfa af-
Iblu: amente riputarli'
(a) Veggali il Difcorfo deM' Editore fopra la Porta Organa alla pa
gina 1 7»*
r7*
BREVE DISCORSO
DELL' EDITORE
SOPRA
LAPORTA ORGANA
E IL
CASTELLO ANTICO
DI VERONA.
Circa l'anno del Signore 800, nel quale anno il giorno di 1/ anno
Natale Carlo Magno Re di Francia fu da Leone Terzo 80o Jel
Sommo Pontefice confecrato e coronato Imperatore Occidenta- Signore il
le ed Augufto , le Mura della città di Verona per comanda- ^^j1,-
mento fuo furono rinovate e fortificate. La caufa perchè ciò fi Ma<,non°
Zi fa- ili Fran-
ciafuco- 180 CRÒNICA DI VERONA
perator™vfacefle fu quefta. La città di Verona, dopo l'imperio di Caftan-
Verona tino Augufto, pervenne infieme col refto di tutta I1 Italia fot-
fervìagli to ìJ dominio degli Imperatori Occidentali , indi fervi a' Re
n" Occide" C'e' ®ottl ' e aiue'" difcacciati , a Giuftiniano Imperatore dell'
tali. Oriente- effendo pofcia venuti in Italia i Longobardi nazione
Servi a' Germanica, chiamati da Narfete, dopo la morte di Giuftinia-
Re He* nQ) fu Verona, e quali tutte le altre città d'Italia da coftoro
f«r"'a' occupate , e per più di anni 200 poftedute ; Ultimamente ef-
Giuftinia- fendo fuperato in battaglia , e prefo da Carlo Magno Re di
noOrieu- Francia Defiderio loro ultimo Re, venne Verona con tutto Io»
tale Lnpe- Stato de' Longobardi in poteftà de'Francefi, e ciò fu l'anno
ra ! , del Signore 776^. Pipino poi, ejfendo da Carlo Magno fuo pa-
Lonoo- dre creato Re d'Italia, pofe la fua reali fedia in Verona'. In
barrfi. quefto tempo effe rullo gli Unni, gente; feroce, panati in Italia»
Soggetta Carlo e> Pipino, temendo, a quella nohiiilEma < città» le-, fecero
for^Frau" rifaDDr'cape e fortificar le mura , perchè in ogni accidente .ci*
cef, . la folle pili da' nemici ficura . Quefto fi. trova in una antica
Pipino fi- memoria Latina , ma barbaramente fcritta in carta pecorina
gliuolo di nelFantich-ilfima Libreria del Collegio de' Canonici di Verona
gnopofe"*^ tenore" volgarizzato- iafraferitto .. 1 - •..
la Aia Ce- Al ìempo dei Re Pipino , effèxdn egli ancora in età giovanetto>
dia in Ve- gli Unni , altramente detti Avari , con <efercito affaldarono. CItalia efw
rt>na "• fendane flato cagione le fpejfè correrne Con le quali l' eferrite de* Frair-
degli'un' e*^* \* ^uea ^el Friuli, bottinando r moleftavane gli Unni abbi*
ni fece for- taHt' nelF Ungheria t tra £ Italia e '/ Danubio; onde avvìifatOjCarlo
tificarCar. Re di Francia della lor venuta y ebbe- cura di reflaurarle Mura di
lo Magno Verona , allora per la maggior parte rumate, e la circondò di effe- r
Verona. cm farri 0 Foffè y aggiungendovi pali conficcati, e fortificandola fin
da' fondamenti , ed ivi lafrià Pipino fuo figliuolo , avendo mandata
Berengario fuo Legato a ricever la città; della fabbrica de i muri
y, e delle foffe nacque controverfia tra i Cittadini + i Giudici della cit~
«ontro- tà, e la parte di San Zeno , perciocché i Giudici volevano che la
verfia del- parte della caja del Vefcovata ' facejfe la tèrza parte di quelle y
la fabbri- ma la Ghiefa effendo molto picciol parte, rifpetto al refto del popò-
Mura di '*» v0^eva follmente 'la quarta, come anticamente fatava, e non la
Verona. ter%a , non volendo anco quella porzione per fé fola, ma con t aiu
ti e concorrenza del Monaflerv di Santa Maria, fituato alla Ptrt»
dell'Organo , e di tre altri Monafterioli regali y cioh San Pietro in
Moradega , San Stefana in Ferrariis , e San Tormafo delle Fantini,
le nella citta, e di dui Qfpitali del Re accora , uno che è alla Por
ta di San Fermo x e l'altra che fi chiama Galauduftera . Ed efendoi
fon*
PARTE PRIMA» i8r
longamente durata quefta contenzione , non volendo una parte ceder
all' altra , perchè la parte pubblica non poteva provar quello che al
legava , per effer paffuto gran tempo che non fi aveva avuto necef-
fità di fortificar la ctttà , non avendo al tempo de Longobardi , di-
fefa dal pubblico fludio, bifogno d'altro riparo , e fe a quel tem
po qualche poco di muro cadeva , fubito era dal Vicario della citta
rifatto , finalmente, in pubblico configlio fu fiabilito che fi doveffer
quejie differente rimetter al Giudicio di Dio e dello Spirito Santo ,: *j " ™e**e
e perciò eiejfero due Chierici giovani innocenti e dabbene, uno («Wverfiaai
quel della parte pubblica ) chiamato Are^ao , che fu poi Arciprete Giudicio
deila Cbiefa Maggiore, P altro della parte di San Zeno, Pacifico ,AlDio ■
creato poi Arcidiacono df effa Cbiefa , e fecero flar quefii due Chie
rici in piedi nella Cbiefa di San Giovanni Batti/la del Domo , al
la Croce del? Introito della M:\f.t, fino al mezgp delP Evangelio , cV
er* fecondo Matteo , ed allora quello , cV era per la parte pubblica, Declfione
cafcò come morto in terra , P altro per la Cbiefa effondo refiato in della coa-
piede fino al fine. Per queflo fuscejfo tutti rendendo grafie a Dio, troverfia.
la parte del Vefcovato unitamente con i (opraddetti Monafierj , ed J^^^^T
Ofpitali , accetto la quarta parte della Città , e del Cafiello . Al cuae ajtre
tempo prefente , P anno cioè che pafsò Lotario Imperatore con efercito, Chiefe ed
e con i fratelli in Francia al Padre , mandò effe Lotario a Verona fuoi Ofpitali
Nunxj cioè, Mario Conte Bergenfe , ed Erimberto Vefcovo di Lqdi,?™"^™0
per rinovare i muri che minavano della Porta Nuova, del Caftel- qUartj|
lo , ed altri luoghi, della qual fabbrica la parte del Vefcovato , con parte del-
* fuoi compagni prefe la fua quarta porzione , e la fece interamente . ,e Mura
Abbiamo noi ferine quejie cofe per levar ogni dubbio , effendo fiati j^VeY"
prefenti a quefii atti dal principio di fopra narrato fin alP anno pre- Cartello .
fente 837 indi?. 15. Da quefta antica originai memoria cavia*
mo principalmente quefto degno di confiderazione , che al tempo
de' Longobardi jion foflè fatta alcuna univerfal rinovazione del
le Mura di Verona, ma che ella aveffe le medefime fatte da
Teodorico . Parimente che foffe una Porta della città , che fi
chiamaflTe di San Fermo dalla Chiefa di quel Santo ivi vicina.
Appretto , che fotto Carlo Magno per il timor delle incurfio-
ni degli Unni, fodero le Mura predette rinova'te, e maggior
mente fortificate, e che la quarta parte di quella manifattura
foffe fatta dal Vefcovato, e da quelle altre Chiefe ed Ofpita
li , il redo con pubblica fpefà della Città .
AN-
j8* cronica di verona
ANNOTAZIONE.
Delle
(a) Intende di quelle, delle quali ancora a' di noftri alcuna parte
interiormente ne elide , che dai Portoni delta Brà principiando ter
minano rioipetto alla Chiefa del Crocifitto ; e/Tendo che delta altre e-
Seriori contigue al fiumicelio verfo il Monailero di S- Daniele-, che
•sa continuano fino quafi al Cartel Vecchio, non n' ebbe a rare al
cuna rifleflione >
(bj Cioè Porte tr&fportare, quella di San Stefano a San Gregorio :
Organa vecchia, eh' ;rj i San Fluitino-, a Santa Maria in Organo •
di San Ferma, a San Daniele , mx col nome di Rofiot : di S. Zeno^
ch'oca., ed e alia Cotte del Farina, nel Cartel Vecchio-
PARTE PRIMA.
A a - Di
i88 CRONICA DI VE RONA
BERENGARIO RE ce.
Dopo V Edito ftampato nel Tinto, e' è qui parato bene di pubbli
care anche il feguentc Privilegio dello fleffo Re Berengario come al
propofito confacente , e lo abbiamo copiato da un Libro intitolato Pri*
vtlegj della Cbiefa di S. Maria in Organo nel? Archivio di quel Mo
na]}ero efiftente , ed in fine di quefìo Volume gli originali 4° ambidut
in Latino fiamputi fi leggeranno .
BERENGARIO
Ritornando al? JJìoria del Tinti così continua il fito Capitolo. Per
quefta concezione dunque il Teatro noftro che, dal tempo che
mancò la maeftà e potenza dell'Imperio Romano , più non s'usò,
e quindi come cofa inutile trascurato, a poco a poco dalla lun
ghezza del tempo mutilato e corrotto, era in gran parte caduto
e quafi affatto a terra , e fattoli nel fito fuo altre private caie, e
conformati i cementi in quello e in quell' altro edifìcio e pubblico
e privato^ e caduto ultimamente a terra fin a' fondamenti l'an
no 1105 *1 reft° d'una certa parte della feena, che fin allora era Quando
in piedi, per Fimpeto dell'Adige oltramodo crefeiuto, fi riduffe cadde l'ui-
a tale che a pena fi conofee al prefente che vi foffe. Chi folle tmda.£ar"
di così raperò» macchina edificatore , febben non fe n* ha cer- "0 " w"
to teftimonto, fi crede però che foflfe (come abbiamo detto) la
Città noftra , e che al tempo di Augurio foffe in grazia di ^uek
*5>4 CRONICA I VERODNA
lo Imperadore dirizzata , con l'ajuto però delle pubbliche en
trate imperiali , al che fa non piccolo argomento 1* ilcrizione
trovata in una tavola marmorea nell'Adige, l'otto il fuo fico,
di quello tenore;
OCTAVIAE G. F. ET
SOROR. CARISS.
A-Jtanta delp*piano.
B ■Acquedotti.
C-Jcale per cui dal piano s' ascende alti
Vomitoti, e •2? piano.
EL-Camere o Jligioni.
F".Jhspetti de Corridori interni.
GJhojpetto dell ultimo recinto esterno col:
la giunta del auart' ordine, che dd
presenti uesticmi si riletta uifosse, e che
si mostra con jenefboni quadri, perche neff
ultimo ordine tali erano in tutti qti Anfiteatri
MJhspetto intemo del medesimo.
l-JnvpeXto delt ^litica Scala, ed vomitori
pè anali uscivano le persone dloro pofti,
.fecondo d grado loro.
K-Scalette in. detta Scalaper agevolar tasvesa.
LsScaìe interne che portavano dal p° al "S9
piano, d di cut palcoJorr" era. di leqnq,
come scorge/Ida mtaialioni dinémi, the
spuntano dal Cospetto internanti quali
poteuano sostenere le travi de/ro palco .
Aifoggia sulla cima dell ^litica scala, che
innalzavari smo al detto palco altri
vestigli di que/ta non Uvuansi che quel
Solo delie po/te. o sette de ^lastroni nel
yS gradino di essa ^litica; che poi
Jósse con Archi, Colonnati, e Statue, si
Juppone per i ritrovati foagmenti di
Cmxase, Aasi, Qhni\&,(hp'dèlli,Archiuoìti,
Corniciami, eJtalue.,ne' si può' dubita:
re se questa (gqgia ui fosse, perche
molte ragioni la rendono incontrar :
tabile, e che per breuitd qui si
tralasciano .
Jìedijoo Veronesi
PARTE PRIMA. 105
fio : Auguflo condujfe allo fpettacolo gli Ojìaggi de" Parti per Arena eh*
%o r Arena . Quindi i gladiatori iltelfi chiamavanfi Arenarj , e c0'a "
perchè negli Anfiteatri pugnavano i gladiatori di tutte le l'or- c „c;e(j,,
ti, Minniloni, Reziarj, Galli, Sania , Crupelarj , Traci, Ru- v"tl>. .;:
diarj, Secutori, Beftiarj che con le beftie combattevano, Iplo- Giadiato-
maci e limili, e perciò erano quelle macchine edificate, preie ri •
l'Anfiteatro noftro il nome d'Arena, l'ufo de' quali gladiatori Oiunda
come fpettacolo empio e crudele, fu al tutto da Onorio Occi-
dentale Imperatore figliuolo di Teodofio proibito e tolto via . Che ^l-uliato-
abitaflero anco gladiatori in Verona per le pugne e fpett?.coìi rj eo>.iio
gladiatorj , ci moftrano tra gli altri argumenti le due qui fot- tolte via»
topofte il'erizioni, in due antichiflime pietre in quella città ri
trovate :
D. M.
GENEROSO RETIARIÒ INVICTO
PUGNARUM XXVII. N.
ALEXANDRIA QUI PUGNAViT VI. R...
D. M.
AEDONI SECUTORIS PUGNA
VII. EX ACCINA ARIAN1LLA
QUI VIXIT AN. XXV.
L. a FLAMIN1L7S ROMANORUM
CONSUL. AC UN1VERSAE GRECIAE
DOMINATOR
AMPHITEATRUM VfiRONAE PROPRIIS SUMPTIBUS
EREXIT ANNO AB URBE
CONDITA DIIL
non per tanto è quella Ifcrizione per molti riguardi Colpetti. Primis»
ramente v' è errore eli tempo ; perciocché , fecondo Ifacco Cafaubo-
no, L. Q._ Flaminio fu Confole nell' anno di Roma 6oj , o nel 6ot
come piace a Monfignor di Chappozzeau , e qui fi legge 503 ; alcuni
però attribuirono quello divario ad errore di (lampa . Il Corte poi
alla pag. 3» del primo volume della fua .Storia Rampata dal Difcr-
polo , contro quella Ifcrizione fa alcuni riderti non mal fondati né
ipreggevoli. Il dire però che erta Ifcrizione mai non folle , è arterzio-
ne di grande impegno , perchè molto difficile da provarfi } come all'
incontro facilmente fi dee credere che anzi fiata vi lìa • L' Alberti
fenza dubbio non fe 1' averà inventata , che fimil cofa di un tale uo
mo non è da crederli , ma erto pure a veduta, o tale, come la efpo-
ne, faragli (lata rapprefentata ■ Oltre di che già da più d'uno li ve
de riferita ed efpofla nelle (lampe • Che poi la veggiamo con qualcho
divario dall'uno all' altro fcrittore riportata, quello neppure ci può
far credere che non vi fia (lata , ma anzi che ti ; la variazion poi
«Ielle cofe foveate accade , maflìnve di quella natura , quando colla
frappolizione degli anni partano dall'una all'altra mano, ed efpoile
vengono in vai-j tempi da diverfe penne , come accade forfè quando
fopra di un foggetto da varie lingue fi parla e ragiona. In uno ma
noscritto da noi veduto , dopo aver detto che l'Ifcrizione era iiella. mag
gior Capella della Chiefa di S. Fidrlano in Lucca , fi legge la mede-
lima di ftefamente , e iu tutto conviene con quella dell' Alberti, eccet
tuato folo che dopo le parole propriit fumptièut fi legge di più a fun
tiamentis ■ In quella che efpone il Corte non Lucio Quinto , ma Tito
Quinto fi legge ; e veramente che quelli e non quello fu , che pafsò
«iella Grecia come fcrive Polibio . Quello Iltorico riferifee che Tito,
unitoli a que' Greci che malcontenti erano di Filippo, dopo aver ten
tato di appacciare le parti, ma in vano, coft retto foffe a folleggia
re i Greci contro del Re Macedone ; né dice altramente che foffe la
Grecia tutta da quello Confolo foitomeffa ; conciotfiachè quella Pro
vincia fu debellata folo alcun tempo dopo e da altri Confoli , come
nelle Storie Romane fi legge. In ella Ifcrizione adunque cofe non ve
re fi riferirono , perlochè artblutamente per illegittima vien ricevu
ta ; e da ciò ne nfuita che non le fi debba fede alcuna predare, ma non
però che mai fia (lata contro l'afferzione di più Scrittori , che pri
ma di noi ed a que' tempi « a quelle cofe più ricini fi trovarono.
CRONICADI VERONA
C. GAVIO. C. F.
STRABONI..
L. V1TRUVIUS. L. L. CERDO
ARCHITECTUS..
M. GAVIO. C. F.
MACRO.
Tinto. LI B. IL C A P. XVI.
Adelfo non refta in piedi che una fola Porta , demolita F altra chi
fporgea in fuori fopra la via, di cui ora fi vede fola una pietra
vicina alì arco che rimane in piedi, e dell1 iferitone da Serlio citata
non ci fono che quelle parole .• T. FLAVIUS P. F. NORICUS
1111. VIR. 1D. : nè altre ve ne poffoito effere fopra di quel?Arco fia
te giammai ; ni avendoci punto corelazione ; può ejjerc di leggieri av
venuto, che Serlio confu [e avendo le memorie da cjfo raccolte, le ab
bia per sbaglio fatte jotto quella Iferitone ifiampare : delle fet fene
ftre ne refiano tre piamente a* e molte di quelle pietre che lo componea-
no
PARTE PRIMA. aoi
„0 fi veggono ancora accanto mila cafa Mala/pini nella Parrocbia de*
SS. Fermo e Rufiico al Ponte, alcune delle quali fervono per riparo del
portico della mede/ima cafa e di altre rhnpetto ad etfa. Ivi vicino ve-
defi un altro arco fatto di materia molle , fopra del quale Torello Sa*
raina afferma aver veduto una tavoletta di pietra con la feguente
ifcrirjone .
P.VALERIUS, Q.CJECILIUS, Q^SERVILIUS, P.CORNELIUSj
e che quejlo pure foffe un arco trionfale a* tempi di Serlio era quafi
communemente creduto; ond* egli dopo aver dell' altro parlato , nel Opinione
detto libro di quejio così ne difcorre Queft' arco trionfale fu fat- di Serlio
co prima dell' altro panato , perciocché quello è coperto da quel- fopra Tar
lo, e vi è tanto intervallo fra V uno e l'altro, che a fatica vi co ere«°
può entrare un uomo per mifurare le cofe le quali fono ancora j*, Leonù
in eflère. E quello penfo io, eflendo queft' arco in un bel luogo "
della città, e volendo trionfare un altro Imperatore, che a lua
memoria facelfero l'altro arco fopra quello, per non aver luogo
piU comodo , e così confervarono quello, il quale è mifurato
con le medefime mifure dell'altro: così egli. Oggi non fi legge
F iferitone dal Saraina riferita , ed ejfendovi fiato fabbricato un pic
ciolo muro frammezzo non vi fi può entrare dalla parte efteriore, ma
dalV interiore bensì , cioè dal? alto della cafa ivi contìgua . Ma che
quejlo Jta reliquia d un arco trionfale , ovvero dì un palazzo otte fi
amminiftiàjfe Giuflixia , come piace a Cambio e ad altri , non ardi
remo decidere . Diremo bensì , che gli archi trionfali foleano avere ma
o tre apperture, e non due, come quejlo già prima avea; e che Set:
Ho medefimo confeffa che in neffun luogo avea veduto archi con due
porte, come quejlo noftro in Verona.
C C Se-
■
*o» CRONICA DI VERONA
Pia.
(a) Effe ndo il Soldo d'oro la fetta parte d'un oncia , importereb
bero li 600 Soldi a* giorni noftri , a Lire jt:j:4 piccole Venete per
Soldo, Zecchini 898;, e Lire 6 Venete.
PARTE PRIMA. 105
CAR-
PARTE PRIMA. zop
DA CA-
2IO
COSE NOTABILI
CAVATE FRA LE MOLTISSIME CONTENUTE
NEGLI STATUTI
LIBRO SECONDO.
LIBRO TERZO.
Cap. 7. Q*I comanda che ne* giorni fedivi comandati dalla Santa
^ Chicfa nell'uno debba lavorare , ed anco in que' gior
ni comandati dal Reverendiflimo Velcovo col Clero e Confi
glio di Verona, o dal Conleglio e Sig. Podeftà, come fonò fra
gli altri il giorno di San Zenone Protettore, e di San Pietro
Martire Veronefe- ne' quali due giorni neffuno ardilca di tener
aperto i loro traffici e negoz;, nè lavorare pubblicamente nel
la Città e nei Borghi fotto pena ad ogn'uomo di foldi 40, e
ad ogni donna di ioidi 20. Si pofla però tener aperta la Bec
caria al Ponte Nuovo a norma dello Statuto, e per i bifogni
degli infermi pofTa ogni Speziale aprire la fua bottega per da
re e fare medicinali e non altrimenti, lotto pena di foldi 40.
Accadendo poi che alcuno de' predetti giorni venifle in di di
Mercato, cioè di Giovedì o di Sabato , i Merciaj e Bottega)
poffano tener aperto mezza porta de' loro negozi e Botte
ghe lino all'ora di Nona e non più , fenza efponere però al
cuna mercanzia : abitando poi ivi di cafa , poffano tener aper
to la porta per loro ufo . Anco i diftrittuali non poffano in
detti giorni feltivi carreggiare o lavorare fotto dette pene.
Cap. 8. Ogni Arte e Meftiere debba avere il fuo Gonfalo
ne colla fua infegna , fotto cui qualunque di quell' Arte deb
ba
iiz CRONICA DI VERONA
ba radunarli e andare Belle Proceffioni , ed ogni volta che per
ordine del Sign. Podeftà faranno, invitati i Gaftaldi coi loro
Gonfaloni, fotto pena al Gaftaldo, Arte o Meftiero, che non
abbia il fuo Gonfalone , di cento foldi per ogni volta , e di
foldi 5 a quello che non farà fotto. il fuo Gonfalone , e foldi.
3,0 al Gaftaldo quando non v' intervenga ec.
Cap.io. Viene primieramente comandato che neiTuna femmina
vada ad accompagnare il corpo di alcun morto y eccettuato il
corpo de' fanciulli di anni 7,0 meno di età; ad accompagna-
re 1 quali portano andarvi folamente donne, e non uomini fal-
vo che per portarli; e ciò fotto pena di foldi 40 per ognuna
ed ognuna e per ogni volta.
Secondo netTuna perfona per cagion di qualche morto poffà ve»
ftirfi di nuovo a lutto, eccettuato la moglie del defunto, i fi
gliuoli mafchj, e i nipoti mafchj provenienti da' figliuoli del
lo fteflb defunto, fotto pena a cadauno e per ogni volta di L-
QjutfiaCa- 50 de' piccoli. Neppure fiano dati velli neri ad alcuna perfo-
pitff/a ara na fe non ajja m0p|ie figliuole e nezze come fopra , fotta
non i più ' , ° •5 1 1• t j » 1•
«(ftrvats. I*113 a cadauno e per ogni volta di L.. 10 de piccoli..
Parimente nelTun corpo di alcun morto fia veftito di nuovo >
nè fia portato discoperto r eccettuati i corpi de' Soldati , de?
Dottori del Jus Canonico , Civile , e della Fifica , nè vediti con
abito di Religione , in pena per cadauno ed ogni volta di Lire
50 come fopra*
Cap. il cosi è regiftraro - Per il rifpetto noftro inverfo d'Id
dio, feguitando ed efeguendo la parte prefa li 18 di Nov. 1424
nel pien ConfegUo di tutto l'anno della Città di Verona , colla
giunta delli Ragionieri delle Contrade y in tutti 175 e niuno in
contrario, fotto il Reggimento del nobile ed onorevolif's. Cava
liere Sigf Francefco Barbaro per la Sereni fs. Signoria di Venezia
Podeftà di Verona , uomo dottiflìmo nella lingua Greca e Lati
na; mentrechè il Dazio fopra de' Barattieri o Bari, il quale nel
la Città di Verona fino da antico introdotto v' era da' noftrì
maggiori come fi crede non per vile ed inonefto guadagno , ma
per frenare e toglier via i cattivi e fcandalofi collumi , abbia
poi vergognofamente degenerato con certi adulterati ordini e
regole perraiflìve, colle quali rilafciate aveanfi le redini agli in
vogliati del giuoco , permettendo loro luogo e forma , con che
I giuochi venivano frequentati, da dove il più. delle volte ac
cadono mali, rapine, furti, beftemmie, omicidj, e fi corrompo
no tutti i buoni coftumi , ed in confe?,uenza la Città ne cava
va
PARTE PRIMA. 223
va un illecito guadagno ; ed eflb Dazio effondo (lato levato via
dalla Città e dal Diflretto di Verona, e qual fpina pedilente
affatto fradicato, nè pia fé ne difeorra , nè con ordini proibitivi e
penali venga proveduto che per 1' avvenire non fi giuochi *'
dadi , deche quelle pene vengano incantate e rifeoflè come le
cito provento del Comun di Verona . Studiando noi dunque
con tutto zelo e la religione non {blamente all' utile che ali'
•onefto ancora:
Comandiamo primieramente che alcuna perfona sì terriera
che forediera non debba per fé o per altri giuocare o far giuo-
care a' dadi nella Città o nel Territorio , Cotto pena di folcii 10
de' piccoli per ogni volta e per cadauno che giuocarà o farà
-giuocare ; la qual pena fi intenda raddoppiata nel tempo di
notte. £ chi darà alloggio o ricovero a' giuocatori di dadi ,
o in Città, o nel Dirtretto, nella l'uà càfa , ofpizio, bottega,
danza o fornico , o in qualunque altro luogo e forma , cada
nella pena di L. 25 de' piccoli per cadauno ed ogni volta, e
-fia raddoppiata in tempo di notte . Ognuno poi, il quale fo-
praftia al giuoco , fia condannato in L. 3 de piccoli per ogni
volta; e fe accufarà gli altri giuocatori, fopraftanti, o in al
tra forma contraffacenti a quelli ordini , fia affolto dalla fua
pena , e di più fu partecipe delle pene da levarti agli accula
ti , le quali giuda le prelenti ordinazioni applicate fiano agli
accufatori, e li intenda il doppio nel tempo di notte. Qualun
que perk>na poi che nel giuoco de' dadi avrà impreflato dena
ri , o dadi , o altra cofa , cada ogn' uno ed ogni volta nella
pena di Lire 10, e di perdere ancora i denari e tutte quelle
cole che aveffe imprecate, le quali debbano venire al Comun
<li Verona; e di dover, lenza alcun pagamento o reflituzione
di alcuna cofa, redimire que' pegni che aveffe ricevuti; la qual
pena fia doppia nella notte. Quello poi, che nel giuoco avrà
perduto o guadagnato, fe acculerà quello o quelli co' quali a-
vrà giuocato, o quelli che gli avranno alloggiati., o che fia
no dati fopraftanti , o che abbiano impreflato nel giuoco , fia
affolto dalla meritata pena, e guadagni la terza parte della pe
na levata a quelli da eflb acculati ; fe poi avrà perduto, ed
accufarà come fopra , da quello o da quelli , che nel giuoco ri
avranno vinto o guadagnato, gli fia refhtuito tutto quello che
avrà perduto ; e fe il detto accufatore avrà guadagnato nel
giuoco, fi pofTa trattenere il guadagno, e nientemeno oltra ciò
guadagni e partecipi delle pene impofte agli accufati come fo
pra
2Z4 CRONIC A DI VERONA
pra fi è detto . Se alcuno poi ricufarà di aprire la porta , bot
tega , flanza , fòntico, o qualunque altro luogo che non fia ca-
fa di Tua abitazione, a' Miniflri che rintracciafféro i Bari o i
giuocatori a' dadi , cada in pena di L. 25 de piccoli per ca
dauno ed ogni volta, e il doppio la notte . Intendendo però
che per quello non poflfano far ricerche di notte quelli che non
hanno licenza per quel tempo. Ed ognuno fia tenuto di gior
no aprire anco la fteffa Tua cafa a quelli tali ricercatori che
abbiano feco loro il Giurato della contrada con uno o due de'
vicini , o parimente in Villa il Malfarò con uno o due della
.deità Villa, fotto pena di L. 50 de' piccoli e di Ilare un me
te nelle prigioni del Comun di Verona.
E quelli che faranno flati condannati pel giuoco , o per a-
ver dato luogo e permeilo che fi giuochi, o per elfere fla
ti fopraflanti , fiano forzati realmente e perfonalmente al pa
gamento della pena ; che le non avranno con che pagare , lia-
no a fuon di tromba attuffati tre volte nell' Avello del Capi -
tei lo, o diano per due meli nelle carceri del Comun di Ve
rona, a loro elezione.
Tutto quello poi che fi è detto del giuoco de' dadi , fi in
tenda anco della Bifcazia , e di qualunque altro giuoco di for
tuna, ed anco delle Carte; e quel giuoco della Bilcazia e del
la fortuna alle carte fu proibito, il quale farà voluto tale dal
Giudice de' Procuratori del Comun di Verona e da' tuoi Confi-
clieri . E acciocché quelli ordini fiano intieramente ubbiditi ,
fino da ora fia commefló a' Cavalieri de' Procuratori del Co-
jnun di Verona che con ogni diligenza e follecitudine debba
no in ogni tempo, di giorno e di notte , come di fopra rin
tracciare per ogni luogo ed in ogni maniera , tutti e cadau
no dfe' giuocatori e difubbidienti di quelli ordini , e tanto
nella Città che nel Diflretto di Verona , e contra di elfi fare
le invenzioni da effere dinunziate al Giudice de' Procuratori di
Comun cello Jteffo o nel feguente giorno fe ciò farà in Cit
tà, e , fe nel Diflretto, fra otto giorni dal dì dell'invenzio
ne. I quali Cavalieri ritrovandoli guadagneranno la metà del
la pena in cui farà condannato ognuno da elfi invenzionati , e
l'altra metà fia applicata al Comune di Verona da efiggerfi da'
Proveditori di elfo Comune . PofTano farne ricerca anco li Ca
valieri de' Signori Rettori di Verona , e della Cala de' Mer
catanti, e fare invenzioni e denunzie intorno alle prederte co
le , e contro qualunque giuocatore e trafgreffore di quefli or
dini ■
PARTE PRIMA. 215
dirti. I Vicarj ancora delle Ville, e i Capitani ai Contrabban
di poffano iìmilmente fare inquifìzioni , invenzioni e denunzie,
le quali nei termini fopraddetti debbano eflère da effi Cavalieri,
da' Vicarj e Capitani confignate al predetto Giudice de' Procura
tori del Comune, colla dovuta relazione ad ognuno e ad ogni
cofa; e guadagnino la terza parte delle pene nelle quali faran
no condannati i detti giuocatori o in altro modo contraffacen
ti , da effi ritrovati e denunziati come fopra • e le ajtre due
parti debbanlì efiggere da' detti Procuratori del Comun di Ve
rona come fopra fi è detto. E perchè i detti giuocatori e traf-
greflòri non abbiano motivo di oftinatamente perfiftere nel giuo
co e nella difubbidienza , poffano una e pia volte , nello freno
ed altro luogo e giorno , dallo fteffo e da' diverfv officiali e
in diverti luoghi , effere contro effi fatte invenzioni , denunzie,
ed accufè, e dallo fteffo o da' divertì denunzianti o acculato-
ri, a cadauno ogni cola giultamente aferivendo.
. Che il Giudice poi de' Procuratori del Comun di Verona fia
e debba efière il giudice competente, e conofeitor e difinitOre
fopra tutte e cadauna invenzione , denunzia ed accula , le qua
li vengano fatte d'intorno e fopra le predette cofe ; e «infir
mare ex officio le inquifìzionì contro effi accufati; e unitamen
te a' due fuoi Configlieri debba condannare e punire ognuno,
di quelli cioè che fono ritrovati inquifiti e denunziati , o accu
fati di contraffacimento a' predetti ordini , e ciò fecondo i pre-
fenti Statuti e procedendo fummariamente e de plano , ed in
ogni giorno e tempo, feriato e non feriato, fino alla fentenza
ed esecuzione inclufivamente . E non ammetta la difefa di alcu
no contro cui vi fia invenzione, denunzia, accula , o inquifìzio-
ne, fe prima non fia data da eflfo una piegiaria di ftare al giu
dizio e di pagar le lpefè; la qual piegiaria fe alcuno de' pre
detti ricuferà di dare, o non la polfa dare r fia pofto prigione,
nè in alcuna maniera o fotto qualunque pretefto fia ammeffo il
Procuratore o l'Avvocato di effi contro quali vi fia invenzio
ne, acculi, denunzia, o inquifizione; nè alcuno delli conclan»
nati per le predette cofe o per alcuna di effe poffano appella
re, querellare, Supplicare , o intercedere il ripriftino j e fe lo
faceflero, non ftano afcoltati, nè da alcun fuffragio nano affi-
ftrti contro le predette cofe o alcuna di effe. E le alcuno de'
predetti Giudici od> Officiali in alcun modo o per qualche prete
fto non oflferveranno le predette cofe, o in fraude degli predetti
ordini commetteranno qualche cofa o contraffaranno, cadano ncl-
Ff la
42(5 CRONICA DI VERONA
la pena di cento lire di denari per cadauno a per ogni volta,
da eflergli tolta irremiffibilmente ed applicata al Comun di
Verona come fopra.
Cap. zo. Ordina che in tutte le Porte della Città , che ora
fono aperte o che in avvenire fi aprifiero, debbano enervi di
pinte le Immagini di noftra Sign. Maria Santiffima Madre di
Gesù con in braccio il fuo figliuolo , di S. Zenone noftro Pro
tettore, di San Pietro colle chiavi in mano, e di Santo Cri-
ftoforo .
Cap. 14. Vuole che il luogo da abbeverare o fia il Vò che
è di lotto dal Ponte Nuovo pretto la piazza della Pefcaria ;
detta anticamente la piazza maggiore; (ia bene accommodato ,
piantato di fafli e così mantenuto , talmente che i Cavalli e
le altre beftie commodamente. condurli e andar portano a bcrre
alla riva dell' Adice ec.
Cap. 57. Comanda che tutte le Meretrici e pubbliche Ruf-
£ane ftar debbano nell'Arena, e le faranno ritrovate abitar al
trove j fiano condannate per cadauna ed ogni volta in L. 10
di denari, da effere applicate al Comun di Verona : e le nel
la cafa di alcuno vi iarà ritrovata abitare qualche Meretrice,
o Ruffiana, per tali dichiarate, dalla pubblica voce e fama ,. il
padrone di efia cafa fia condannato in 100 foldi tante volte
quante darà loro abitazione • e niffùna Meretrice o pubblica
Ruffiana ardifea di andare per la Città o per i Borghi di Ve
rona in alcuna forma , o per qualunque caufa , le non ave-
rà attaccata fopra della fpalla una benda di pignolato bianco,
larga quattro dita, e lunga quanto è 1' altezza del pignolato ,
la quale fopra la ftefl'a fpalla li vegga bene davanti e di dietro,
fotto pena di 60 foldi per cadauna e per ogni volta. I Ruffia
ni pubblici poi debbano portare, attaccato al capo, o legato fo
pra della fpalla un lònaglio bene in vifta e di ■ buon tuono ,
l'otto la predetta pena j e delle predette cofe tutte ognuno ne
poffa effere l' acculatore , ed abbia la metà della pena .
Cap. do. Proibiice ad ogni pedona , fotto pena di 40 foldi
per ogni beftia , di non dover legare nè tener legato alcun A-
lino o altro animale nel mercato delia Piazza, nella Corte del
Palazzo di Comune, negl' ingrelfi di elfo Palazzo, fopra la ftra-
da del Portello , fopra la Piazza di San Marco, fopra la via
de' Pignolati L nè altrove attorno il circuito del mercato della
Piazza .
Cap. 63. Comanda che perfona alcuna non debba impedire
od
PARTE PRIMA. 227
od occupare il fito del mercato della Piazza , con cafoni , def-
chi, celle, ftuore , nè con qualunque altra cola* nè ilare ivi
a vendere contro la regola degli Statuti ed Ordini, fotto pe
na di 40 foldi per cadauno ed ogni volta . Eccettuato che pof-
fano ftarvi quelli che fui detto Mercato portano a vendere er
baggi , frutti , -polli , e pefci frefchi , e poflano vendere fenza
alcuna pena , purché non fiano perfone che rivendono , a'
quali ciò è proibito come in altro Statuto antecedente . Pari-
inente che gli affittuali di alcuno de' luoghi della Piazza del det
to Mercato non poflano tenere delchi lèrrati , nè banchi, nè
caflòni che liano coperti d'altro che di ftuore, o tende alte fo-
lamente fei piedi. Similmente che gli affittuali di detti delchi,
banchi o caflòni colle dette tende e ftuore debbano averli fat
ti portar fuori di detta Piazza tutti i giorni di Sabbato, e tut
te le vigilie delle Feftività folenni; cioè fulla Tera dopo Tuonata
l'Ave Maria dalla Campana del Palazzo- e chi contraffarà ha
caftigato in cento foldi per cadauna perfona ed ogni volta. Gli
-affittuali di detti luoghi ancora non debbano condurre nè te
nere i detti dei'chi , banchi o caflòni , nè qualunque altre co-
fé fopra di effò Mercato in alcun giorno di "Fella folenne, c
contraffacendo, fiano per ognuno ed ogni volta caftigati in cen
to foldi. Eccettuati quelli che vendono fiori, erbaggi, frutta3
polli , pefci , e pane , potendo elfi nel detto luogo del Mer
cato della Piazza tenere in ogni giorno i loro caflòni e ten
ete dal Capitello in giù, falvo però il giorno di Natale e di
Pafqua colli due feguenti giorni ; e chi contraffarà fia cafti
gato ad arbitrio del Giudice de' Procuratori del Comune e de'
loro Configlieri.
Cap. 71. Vuole quello Capitolo che ogni giorno di buon mat
tino debbafi per una volta bene ed alla lunga fuonare colla cor
da ia Campana detta Marangona; * al qual fuono di campana
tutti i maeftri ed opera j di qualunque Arte, e con qualunque
titolo fiano nominati, i quali lavorano a prezzo, fiano obbli
gati e debbano effère ai loro lavorieri , e di là non partirli fe
prima non farà fuonata la campana nel tramontar del Sole .
E qualunque trafgreffòre fia per ogni volta e per cadauno ca
ftigato in cinque iòidi ; ed ognuno poffa eflerne 1' accufatore ,
ed abbiafi la metà della pena, e creder fi debba al giuramen
to di effò accufatore.
* Alcuni vogliono che il getto di quefta Campana feguijfé nel? an
no 1452, ma meglio avrsbóo» detto fe rifritto aveffero che in queW
Ff 2 anno
ii8 CRONICA DI VERONA
anno fu di nuovo rifatta; perciocché tuli' Archivio del Motfaflero di
Santa Maria in Organo C.37, a». 3 , n. 5 , memoria confervafi , che
fino nelT anno U04, avendo tAbbate pojla gente a lavorare nelF A-
dtgette , quefta lavorava fino al fuono della Marangona. Il P. Mar-
tene , nel libro IV àe antiquis Ecclefue ritibus, dice, che una vol
ta nelle vigilie delle fejie joloafi circa il Vefpero fuonare una Campa-
na per avvifare la eeffarione del lavoro che avea a feguire . Forfè
allora ufavafi qmefto in Verona; e quel tal giorno era vigilia . Quefta
Campana onde foffe così detta , da quanto fiamo per raccontare ,
è fama che cotal nome prendere. Dicono dunque , che una Gentil
donna , della famiglia Nicbefola per nome Lucia , moglie del Co.' Lo
dovico Bevilacqua da Lazjfe, intefo avendo che il marito colla mo
glie di un Fabro da legname , 0 Marangone , come dir lo vogliamo ,
domeflichexja aveffe , e perciò gelofa divenuta , ed implacabile , un
giorno, che fu Pattavo dopo la folenniti del Corpus Domini, pre-
fa oceafione da una Proceffione , che in quel giorno faceafi , e tutto
ra fi fa nella Parrochia di Sa» Paolo di Campo Marcio, e fattafi la
Proceffione ad ojfervare , 0 che le veniffe in acconcio la rivale castal
mente veduta , 0 che a bello ftudio fé l'aveffe fatta condurre per Inter,
pofta ptrfona a mirare la Proceffione fatto ad una feneftra della pro
pria Cafa , {cagliale fopra il capo di quella /graziata una graffa pie-
tra,\coficcbè la méfchina col capo ijchiax^tato ivi morta cadefje . Perla
qua'l cofa la Nicbefola inquiftta dalia Gtuftizja fu condannata alla fpe-
fa del getto di effa Campana, la quale , dalla uccifa Marangona, il
medeftmo nomo pigliafje . In teftimonio del fatto adducono tffere fiata
pofla nel mergo dell' arco che fofliene l' ultimo pam della jcala fatto
della porta per cui entrafì nella prima Sala -del Palazzo della Ragio
ne quella mcTga figura con una pietra fopra del capo in atto di ca
dere , rapprefentante la femmina uccija , veggendoft anco pili fopra un
Genio avente in mano lo Jttmma Lazifio . Noi però non pojfiamo così di
leggieri tal cofa credere , nè del tutto eziandio rigettarla ; perciocché
può effer accaduto benijfimo che U reato fia fiato dalia Nicbefola
comrnefj'o , e forje anco al tempo che quefta Campana fu di nuovo ri
fatta y e a fpefe ancora dell'Inquiftta , come afferifcono ; ma che di qui
la Campana il nome di Marangona prendere , are/iremo dire effere una
manifefta menzogna ; sì perchè, come fuperiormente abbiam dimofìrato,
fino nell'anno 1204 v'era quefta tal Campana in Verona, è fino a
quel tempo con quel nome chiamavafi ; sì ancora perchè in Venezia v
ha una Campana col meùefimo nome nel famojo Campanile di S. Mar
co, come fi legge nella dejcrizjone di Venezia del Sanfavino, la qual
Campana ferve in quella Dominante quafi all' ifieffo ujo che quefta
tiojira
PARTE PRIMA. 22?
«offra in Verona. Che poi il cafo delf uceifione feguiffe nel giorno che
allegano , non è verifimile che poffa cffer vero qualora affermar vo
gliano che prima dell1 anno II04 aVvcuiffe ; Sendocbè , [ebbene la
folennttà del Corpo del Signore fin /lata iflituita. in Liegi , nelF anno
I 24C» dal Vefcovo Ruberto ad iftanra di una drvuoa Retigiofa chia
mata Giuliana , come fi legge uel Bollando, e ordinata folcnue nel
izpq. da Urbano W >• nondimeno il portar/i prooejfionalnunte il Santijjfi.
mo Corpo di Gesh Cri/Io fotto F OJhia con[aerata ebbe principio in Pa
via foto nelF anno 1364. Se poi concedono che foto nel 1452 foffe
condannata la Nicbefoia alla fpe/a del rifacimento della Campana
Jìejfa , converrebbe loro quefF altra circoftan^a provare, cioè che nella
Contrada di S. Paolo fino in quel tempo quefta Proctjfion Ji faceffe;
pure fe il fatto fu vero, come riferifcono , e dalle aonjetture foffe
permeffo alcuna illazione cavare, doverebbefi aggiugnere, che oltre
la '.Campana foffe flato ingiùnto alF Inquifita anche il rijlauro del
pontile mede/imo ove fi veggono e quel Genio , e 7 buflo della pre-
tefa Marangona . Ora quefta Campana , oltre i confueti fegni del
le ore di Ter^a , Nona ec. fuol e(fere fkonata anche tutti i giorni fefli-
vi alle ore ventidue per dar fogno a Molinari di poter incominciare
a macinare : a Pomari di accendere il fuoco ney forni : e sì ad ejfi ,
come agli altri, che cofe vendono allumano foflentamento neceffarie, le
hotteghe aprire , il che prima di quel? ora non è loro permeffo . Ciò
però , a tonfa delle troppo corte giornate , non fajfi in tempo d'Inverno.
Cap. i8o\ Viene comandato che niun bifolco o carradore
di uva, o di vino poffa, o debba alloggiarli nella Villa di Tua
abitazione, nè altrove nella cafa o corte di alcuna villa o con-
trata, ma venir debba direttamente per la ftrada comune a Ve-
rona col carro fteflb alla cafa di cui farà il detto vino o eflà
uva , fotto pena di cento iòidi per cadaun difubbidiente ; ed
ogn' un poffa effére l'accufatore, ed abbiafi la metà della pena .
Cap. 188. Ordina che i Bifolchi o altri che conducono car
ri , non debbano andare fopra di elfi carri per la Città e
Borghi di Verona. E quefti, fubito che fono entrati ne' Bor
ghi o nella Città, debbano tenere la mano al timone del car
ro, e guardare diligentemente che non fìa apportato danno al
cuno dal carro loro e dai buoi ad alcuna perfona o beRia ,
fotto pena di venti foldi per ognuno ed ogni volta; e, fe per
loro negligenza farà apportato alcun danno, fiano tenuti al ri-
farcimento * ed in ogni cafo ciafcuno poffa accufarli ed abbia
la metà della pena , ed il padrone fìa obbligato per il fami
glio.
Cap.
230 CRONICA DI VERONA
Cap. 103. Comanda che ognuno , il quale abbia comperato
vino , o carni , o qualunque altra cola alla minuta , fia con
giuramento obbligato e debba a richiefta degli Officiali del Co-
mun di Verona moftrar loro , e permettere che quelle cofe fia-
no mifurate o pelate , e dire la quantità ed il prezzo che co
fano , e condurli a quello da cui le averanno comperate , e mo
ftrar loro il venditore le farà ivi , fotto pena ad arbitrio del
Giudice de' Procuratori del Comune.
LIBRO Q.U I N T O.
DOMENICO MICHELI
AVVOCATO VERONESE
Gg GA-
234
CAPITOLI ED ORDINI
SPETANTI ALL'UFFICIO
CAPITOLO I.
li %
*5*
CAPITOLI
SPETTANTI ALL'UFFICIO
DE' MAGNIFICI S I G N.
CAVALIERI DI COMUN-
CAPITOLO L
OSSERVAZIONI
Ed altre
OSSER-
OSSERVAZIONI .
§. I.
Lira
PARTE PRIMA. 207
Lira Veneta de' Piccoli vale a Moneta Veneta
dell'anno odierna
166$ L. 1:5:94.
1676 L. t:y.6%
1Ó84 L. 1:4:7^-
JÓS6 L. i:3:zi.
1687 In forza di una Parte Veneta ( cofa non
fino piìi accaduta) in Verona abbacato affai
al il prezzo delle Monete, la Lira Venezia-
1700 na vale L. 1:5:04.
Il feguente riporto è per que' foli pagamenti groffi , nei qua
li regolarmente parlando non. fi ammettono Monete picciole ed.
inferiori:.
1708, L. 1:2:2^
171C» L. 1:1:4-$-'
I73o L. I:..:7i
1730 fino. ad. ogg* 174* L. i:-:~.
Il rapporto dell' anno 1736' non fuffifte fe fi tratta de' pa
gamenti fatti in Monete, d' oro , perchè quefte non hanno fe
condato in detto tempo l'aumento dell'argento. Tutti gli al
tri poi s' intendono rilevati con. un calcolo che differenza al
cuna patir non dovrebbe , ma pure v' intendiamo un qualche
picciolo competente incirca , e falvo conto , fe per forte accaduto'
fofTe- alcun picciolo; sbaglio', trattandofi di cole tanto difficili ,
e di tempi così lontani ed imbrogliati.
A cagion poi di brevità fi ommette a. quefto , o; ad altro
paffo di porvi un Catalogo molto lungo contenente gli Scrit
tori e gli Autori che trattano- di quefta materiale h regiftri,
di' tutti' i quali' fi è: fervito il P. Erbifti per rilevare le. cogni
zioni entro, di quefti-. foglj efpofte ; e quefti, come dal Catalo
go eh' elfo lui tiene, fono molciffìmi, di vario-Stato,, clima, ed
impegno , e di varie condizioni ec. I Trattati fono altri Cam
pati, altri manoferitti , e molti. Proceffi e Carte o fciolte o in
differenti volumi inferite.. Gli Autori altri fono Storici, altri
Giurifti Veneti e d'altri paefi, Italiani ,. Franzefi, Tedefchi ,
Spagnuoli , altri Latini ed altri Italiani , altri Sacri , altri Pror
fàni. Nella vifita poi che il detto P. Erbifti ha fatta di alcu*
ni Proceffi ordinati per caufe: e litiggji a cagion. di Monete ac
caduti sì in Verona , che in Venezia , in Roma ec. , quando
con. felice e quando con tòrte contraria de' pretendenti , effo ha.
Pp rac-
2p8 CRONICA DI VERONA
raccolto un importante avvilo che ci fembra. bene qui ripor»
tarlo ..
XXXIX. Perchè fopra gli. efpofti calcoli nefluno abbia da rac
coglier maffime e fiffar opinioni da fervirfene per caufa del va
lor di Monete ad intrapprender litiggj ftrani e pericolofi con
graffe ed inutili fpefe; perfuadendofi di poter efigere di preferi
te quello che le Lire, i Ducati , od altre Monete degli anti
chi tempi vengono ad importare per l'odierno ragguaglio , nell'
efazione di qualche Canone o Livello con iftromento di quel
le fcorfe età rilevato ; fapiafi che ogni tentativo farà vano ,
quando non vi fia un continuato e legittimo poffèflb di fare in
tal maniera la pretefa rifcoffione, e verrà contro chi che fia in
fallibilmente pronunciato quel nibil ìnnovetur in certa domma-
tica Decifione dal Pontefice San Stefano pubblicata . Lo fletto
intender fi deve per ogni altro calo che ne' fuoi fondamenti
o per la novella pretefa lo fopraelpofto adornigli , eccettuando-
fi quello in cui toglier fr vogliano certi incamminati pregi udi-
cj ed ufi che una mala confuetudine di riscuotere con decapi
to da qualche tempo introdotta averterò; per convincere i qua
li però s'abbiano fondamenti maggiori d'ogni eccezione, e co
me tali per ordinario fiano riconol'ciuti da que' Giudici preflb
de' quali una fimil caufa portar fi debba . Per maggior lume ed
intelligenza fi efporranno qui alcuni cafi dalle offèrvazioni del
P. Erbifti ricavati , ne' quali al parere di effò e ancor di va
lenti Girifperiti fi potrebbe il punto della pretefa di minore a
maggior importo delle Monete a man lalva difendere avan-.
ti ogni. Tribunale, o Laico o Ecclefiaftko : ed uno è il fe-.
guente ..
XL. Tizio è poffeffore di uno Stabile o di una Tenuta in
Campagna per acquifto che i fuoi Maggiori hanno fatto nel
1475 dagli Autori di Sempronio pel prezzo di Ducati dal Graf
fo 2000, o fia di Lire 12400 Venete de' Piccoli, e col patto
della ricupera di effò fondo- fenza. prefcrizion di tempo a. favor
del venditore, e degli eredi fuoi riferbata . Sempronio in que-
fto tempo 1741 confiderata bene la cofa; e vedendo il fuo Sta
bile da redimerli valer oggi fenza errore Ducati 7000 e più
da Lire 6:4 l'uno, ovvero Lire 44000 Venete de' Piccoli, ol
tre il valor di qualche miglioramento fattovi utile neceffàrio
ed efiftente ; inforge effò colla pretenlìone della riferbata ricu
pera , e pretende riavere da Tizio lo Stabile con la reftituzio-
qe e collo sborii? delli Ducati 2000 elpreffi e pagati nell' iftro
mento
PARTE PRIMA. i99
mento di vendita 1475 , col pagare in oltre anche P importar
de' miglioramenti fattivi neceflarj, utili , e che tuttora efifto-
no . Quefta pretenfione di Sempronio anderebbe certamente a
vuoto, quella volta che a Tizio riufcifle di provare al Tribu
nale che i fuoi maggiori collo sborfo delli Ducati zooo fatto
l'anno 1475 abbiano appunto sborfato niente meno di Ducati
7006 L. 4.1Ó Veneti d'oggidì . Poiché, febbene li Ducati dal
Groflb del 1475 quanto quelli d'oggidì liano conteggiati a Li»
re (5:4 Venete, o a Lire 4:13 Veroneli per cadauno, ad o-
gni modo v' è quefta differenza che li Ducati 2,000 del 1475
erano Zecchini Veneti effettivi che allora valevano Lire 6:\
Venete l'uno, e li Ducati d'oggidì nello Stato Veneto da Li
re 6\\ l' uno altro non fono che Monete ideali , le quali non
importano più del valore di un mezzo Ducatd"dalla Croce Ve
neto d'argento del pefo tolerato di Caratti 75 folamente. Sic
ché l'odierno Ducato dal Groflb non arriva neppure ad aggua
gliar il valore della terza parte del Ducato 1475 . Onde len
za una grande lefione della Giuftizia , che vuole fia dato ad o-
gnuno il fuo, non potrebbe Sempronio ripettere lo Stabile col
iolo sborfo di 2000 Ducati dal Groffo Veneti odierni , quan
tunque voleffè ancora sborfare di più le fpefe per li migliora
menti dall'altra parte poffeditrice incontrate; ma sì bene oltre
le fpefe sborfar dovrebbe con giuftizia Ducati 7006 L. 4 : 16
Veneti dal Groflb; e così le Lire 12400, per quella comprada
sborfate, calcolar li devono oggidì a Lire 3:10:1 l-ì...Veneti de'
Piicoli per cadauna.
XLI. Lo fteffb intender fi deve ìn ogni cafo d' evizione di
qualunque Stabile per cagion di Fideicommiflb, o per altro ca
po, il qual Stabile oggi vaglia ¥- g. Ducati 4000 dal Groflb
che importano Lire 24800 Venete de' Piccoli . Mentre chi è
tenuto reftituire il prezzo per l'efercizio di fua ragione , deve
certamente sborfare la fuma oggi importata , tutto che prima
fia ftato numerato un prezzo apparentemente più o meno inferio
re , e noi per chiarezza qui fotto n' efponiamo alcuni efempj,
acciò fi vegga come nell' avanzare degli anni le ftefle Monete
fimilmente avanzano di valore, ed importar maggiore acquifta-
no . Per efercitar dunque la ricupera del fopraddetto Fideicom-
mifso venduto, e che oggi vale Due. 4000 oppure Lire 24800
Venete de' Piccoli , fi dovrà sborfar fempre li detti Ducati
4000 per pareggiar l'antico prezzo ricavato in qualunque del
li feguenti anni che per efempio qui fi regiftrano
Pp 2 Ven«
CRONICA DI VERONA
Vendica fatta
nell' anno
1400 per L. zp$i: 7: 6 Veronefi.
*443 per L. 3611:13: -
Fino a qui non fi conteggiarono mai Ducati da L. 6:4.
1480 per D. iopo L. i:daL.o":4 Ver. olia per L. 6750: Veneta
J528 D. 1350 L. -: 4 ovvero per L. 8371: 4
1564 D. 1871 L. 2: - L. 11602: 4
1500 D. 2222 L. 1: 7 L. i3777:I$
1608 D. 2774 L. 3:10 L. 17202: 6
I630 D. 2005 L. L. 18384:11
1040 D. 3000 L. — L. 18600: —
1665 D. 3100 L. 1» igzoox «
fino
1Ó70
1087
1700.
XLIf. Polle le quali cofe adunque , fi de' credere con mo
rale certezza che una tal caula non farà da perderli davanti
a' Tribunali , ma fi doverà per effa ottenere un favorevol giu-
<Kcio, mediante però l' affluenza e grazia d'Iddio, l'attenzione
e rettitudine del Giudice nell' afcoltare « pronunziare , la dili
genza e fincerità degli Avvocati col non abbracciare alcuna di
quelle maniere già da effi loro dette do'lofe ed inique, e final
mente la prontezza de' Clienti nell' approfittarli de' buoni con-
feglj, e con lo {pendere fecondo l'occorrenza, non tirando la
cofa fino a romperli. Mancando le quali cofe, non fi doverà
mai attribuire alla poca o mala ragione qualunque rovefcio
che accadefle, ma sì bene a <hi '1 fuo dovere non averà cerca
to e meno in pratica.
XLIII. Un altro cafo quivi fi efpone in riguardo alle Mo
nete tanto più. alte di prezzo nell'intrinlèco lor valore, quan
to meno lo dimofirano per eflere più antiche di limito e va
lore che le moderne, le quali moltillìmo eftrinfecamentc alza
te fono di prezzo nell'effer loro di Monete effettive quantun
que d'intrinfeco valore abballate fi trovano . Quello cafo po
trà fervire per molti altri che fiioceder poflbno in circa di que
lle Monete contrattabili , non però effettive , confrontate nel
loro valore antico all' odierno importar di elle a Moneta Ve
neta d'oggidì.
XL1V.
TARTE PRIMA. 3oi
XLIV. Celio Bel 1400 con Tuo Teftameoto Iafcìa ad un Mg»
«altero di Monache la furama di Ducati 250 da Lire 6:4. Ve
nete l'uno, o piuttorto da Lire 4:13 Veronefi, giacché il Te»
fomento è fatto in Verona , e difpone di fondi e d' intereffi in
effa Città e in quello Territorio elìdenti » Lafcia quello dana
ro perchè fi a invertito , e poi col ricavato degli affitti, dopo
il foddisfacimento delle occorrenti neceffarie fpefe , fia ftipen-
<liato un Sacerdote perche ogni giorno Fedivo celebri la San
ta Meda nella Chiefa di effe Monache per loro commodo ed in
iuffraggio delle Anime del Purgatorio . Nel 1403 fi morì il
Teftatore, * per efecuzione del Teftamento le Monache rice
vettero il denaro dovuto , lo invertirono fopra 25 Campi di Ter
ra in Campagna , ed oggi da quel Terreno ricavan elle ogn'
■anno l'entrata di Ducati 40 dal Grò80 ficuri e liberi da ogni
fpefa , e così mantengono un Capellano coli' onorario di Du
cali 30 dal grado, a norma d'una limitazione Vefcovile di Li
re 2 d'elemofina per cadauna MeTa feftiva. Oggi pertanto ca
lde in penfiero a chi affitte quel Monaltero, di non volere per
tal celebrazione fpender più che Ducati IO dal grotta come og
gidì fi conteggiano : e ciò fui rifleffb che tutti i Fondi sì di
Cafe che di Campagna di elfo Monaftero, più o meno antichi
■delli 25 Campi acquatati per il detto Legato , non rendono
frutto netto da ogni fpefa anche ftraordinaria fe non per l'im
portare a ragion del tre o quattro per cento * e quindi non.
li avanza piti oltre la confiderazione fopra lì Ducato* auri bo
ni e jufti ponderis efpreffi in quel Legato , e che fi fono avuti
ed inveititi nel 1403; non penfando che il Ducato d'allora è
un Zecchino oggidì da Lire 22 , e ohe i Ducati 250 in quel
tempo avuti ed invertiti importano prefen temente Ducati poo
c non meno. In quello cafo io credo che neflùn pratico ed o»
nerto uomo potrà una sì fatta ingorda ed ignorante riiòluzio»
ne commendare giammai , e farà fortenibile il contrario , ridu»
cendo quegli antichi 250 Ducati d'oro al valor Veneto d'oggi»
dì, qualunque volta un fimil mortruofo attentato fi votene in
trodurre; e lo fteflb dir fi può d' ogn' altro cafo che quefto af»
fomiglj.
Molti e poi molti famigliami fuccefli nel propofito di Va»
Iute fi fono veduti e fi trovano negli antichi e ne' più vicini
fecoli ed anni, ma di elfi non fi vuol qui far menzione alcu
na, perchè la cofa giammai fi finirebbe : onde il ciò fin qui
detto bafti al noftro propofito , riferbandoci ad altro ufo e tem»
P°
3oi CRONICA DI VERONA
po il più difonderci mediante 1' ajuto d'Iddio e 1' affluenza di
que' lumi che da' Manofcritti del detto P. Erbifti otterremo
liccome luperiormente detto abbiamo.
GIUN-
3°3
GIUNTA
SOPRA
PRima dell'
anno 1283 L. 3: « —
nel 1283 I* 3: 1 —
x3Si L.
3: 4
^53 L. 3:
x35^ L. 5: 8
*35? L. 3:10
3.12
J37° L.
3:14
f37« L. |.i8 „
l379 L.
J38° L. 4: ~ --
4: 2 -
I3^2 L 44.
l399 f»»° al 1407 L; J.*Z
*412 L. 414:8
Hi7 L. 5: ■•
Hi 8 L.
Hi? L.
J44i L. S= 4
S;i3
1443 C , o L« S^4
1453 «no al 1508 L. 6: 4
1514 fino al 1517 L &Jl
1518 L. <5.i4
1S2<5 fino al 1520 L> _:IO _
IS47 al 1552 L. '
1550 lino al 1562 L_ g.___
J573 l! 8:'iI
1504 lino al i<5o8 L 10: --
ifc>8 L. io:r<$
161 2 fino al 1 61 7 L 10.12
1621 L. 12:12
l63° L 1410
1^35 Imo al id_j8 L * mm
1641
jiz CRONICA DI VERONA
164.1 fino al 105 1 L. 16: -
166$ L. 16:10
1667 L. io: —
%696 L. *i: s
ióSj per parte rigorofa retroceffo a L. 17: -
1701 L. 18: -
1701 in Luglio L. 10: -
n Settembre L. 10:10
in Novembre L. 20: —
1706 detto Mefe L. 20: $
1708 n Settembre L. 20:10
1709 n Mano L. 20:12
n Novembre L. 20:15
1710 in Aprile L. 21: —
n Ottobre L. 21: 5
1711 Maggio L. 21:10
in Ottobre L. 21:15
1711 n Gennajo L. 21:10
1714 n Giugno L. 21:15
171Ó n Febbrajo L. 21:18
in Agofto L. 21: -
PARTE PRIMA. 31}
DELLA
MANCUSA O MANCOSO>
Li
PARTE PRIMA. 315
in
(a) Per trovare con facilita il numero della Romana Indizione è
neceflario Tape re quante volte entra il numero quintodecime nel mil
le/imo corrente degli anni della Natività del Signore , ed aggiugne-
re 3 al numero che Sopra^anza ; come a cagion d.' efempio negli an
ni fuddetti S95 entrandovi il 13 cinquantanove volte, ne avanzano
ó , a cui 3 aggiugnendo 9 ne riluttano , clic appunto viene ad efTe«-
re la Nona Indizione .. Perciocché l'Indizione è uno fpaiio di tempo
di quindici anni , cioè di tre luftri d' anni cinque ; perchè in Ro
ma al tempo degli amichi Romani , i Tributari loro folcano porta
re i Tributi , dando nel primo luftro oro , nel fecondo argento , e
metallo nel terzo, e con tale tributo davano indizio della loro fog-
geziooe , e qui ebbe origine , ad acquiilò il nome la Romania Indizio
ne .
PARTE PRIMA. 3»7
BERENGARIUS
Signum Domini
Ex
3"
(a) Onde il nome delle Indizioni origin traefle , alla pag. 316. mo-
11 rato avemo . Ma quando, fiano (late primieramente iftituite non co
rta , e foltanto. fi sà che al. tempo di Coftantino Imperatore , cioè dall'
anno 311. fi refero, ufitate e. comuni. L'Indizione, o è Greca o Ro
mana. La Greca dalle Calende di Settembre incomincia: la Romana
dalle, quelle di Gennajo • Per trovare sì l'una che l'altra 3. anni al
millefimo aggiugnefi, poi come nell' accennato luogo abbiam ricorda
to fi divide con 15. e '1 numero che fopr.' avanza quello fi è l'anno
della corrente Indizione, ficcome il prodotto. è il numero delle inte
re Indizioni. già /corfe-, dovendoft riguardar però. Tempre al giorno ,
ed al mefe y come a cagion d'efempio- per trovare- l'anno dell'In
dizione del Placito. regiftrato alla pag. 205. perchè fcritto in Octobre
del' 1073. confiderarlo fi dee come fé rogato forte nell'anno fufle-
gutnte 1074. perchè l'anno fteflò a'14. Settembre incomincia ; indi 3.
aggiugnendo 1077* riluttano , in. cui il fettant'una volta vi entra,
che tante fono appunto le decorfe Indizioni dalla Natività del Signo
re. Li 12. poi che avanzano quelli gli anni fono della corrente Indi
zione. S'aggiungono 3- anni al milleitmo perche appunto l'anno del
parto della Vergine era il terzo. quali compiuto dell'Indizione che al
lora correa; ond'è che alcuni Nora; anco a' dì noftri l'enumerazione
degli anni dell' Indizione, dal. dì 14- Dicembre incominciano , quan
do , fecondo la Romana Indizione , dal. giorno, primo di Gennajo fu(Te
gnente incominciar dovrebbono.. In. alcuni luoghi I1 anno dell' Indi
zione nel' mefe di Marzo fufieguente al Gennaio principiano. Ora
quelle due divcrfità d'Indizioni tali emendo, ragion volea, che , fe
condo l'inumo noftro , per quelli che lo defiderauero t di quello pu-
jc qui mentori fi face/Te •
in
mut ad Vos VernexlaHa germana fili* quondam Hugoni
babitatrici in eadem Civitate Veron«e non longe ad Pori-
tem prope Palacio argentamiry & alias mertes, denariòs
bonos Veronenfes librar deeem finitura precium pro> peciat
duas de tetris r cum vitibus }& terra aratoria infintiti1 ten-
te juris noftri , in qua nos babere , & poj/fidere vip fu*
tnus , quibus effe vidèntur in finibus Veronenfis foris Por
ta Sancii Stepbani ubi dicitur Talabota - Prima pecia
terra , cum vineis babet per longum. perticas deeem y pe-
des deeem &e.
IL FINE
NOE
3*4
NOI
RIFORMATORI