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DATA: Sabato 9 aprile del 1300

Luogo: VII cerchio, terzo girone (violenti). Dall’orlo al


fondo del baratro, tra il VII e l’VIII cerchio .
PECCATORI: Usurai (violenti contro Dio).
PENA: Sono nudi e seduti lungo l’argine , esposti alla
pioggia di fuoco, hanno anche una borsa al collo che ha
impressa l’insegna nobiliare della famiglia.
CONTRAPPASSO: Costretti a stare seduti in quella
posizione con lo sguardo fermo sulla borsa.
Personaggi: Virgilio, Dante, Gerione, Usurai, Reginaldo Scrovegni

DIVISIONE CANTO:
Vv. 1-33 Il mostro Gerione
Vv. 34-75 Gli usurai, incontro con
Reginaldo Scrovegni
Vv. 76-136 Discesa di Dante in groppa a
Gerione

Descrizione Gerione:
«Ecco la fiera con la coda aguzza, «Ecco il mostro (fiera) con la coda acuminata (aguzza), che va-

che passa i monti e rompe i muri e l’armi! lica (passa) i monti e abbatte (rompe) mura ed eserciti (armi)!

3 Ecco colei che tutto ’l mondo appuzza!». Ecco la belva (colei) che appesta tutto il mondo!».

Sì cominciò lo mio duca a parlarmi; Così cominciò a parlarmi la mia guida; e fece cenno alla bel-

e accennolle che venisse a proda, va (accennolle) di venire sull’orlo del precipizio (a proda),

6 vicino al fin d’i passeggiati marmi. no all’estremità (fin) degli (d’i) argini di pietra (marmi) su cui avevamo cammi

E quella sozza imagine di froda sen venne, E quella immonda (sozza) immagine della frode (froda) si ac-

e arrivò la testa e ’l busto, costò (sen venne) e sporse (arrivò) la testa e il tronco (busto), ma

9 ma ’n su la riva non trasse la coda. non trasse sulla sponda (’n su la riva) la coda.

La faccia sua era faccia d’uom giusto, La sua era faccia di uomo onesto (giusto), tanto l’aspetto este-

tanto benigna avea di fuor la pelle, riore (di fuor la pelle) era benevolo (benigna), e tutto il resto del

12 e d’un serpente tutto l’altro fusto; corpo (l’altro fusto) era di serpente;

due branche avea pilose insin l’ascelle; aveva due zampe artigliate (branche) e pelose fino (insin) alle

lo dosso e ’l petto e ambedue le coste ascelle; aveva la schiena (dosso), il petto e i fianchi (coste) ornati

15 dipinti avea di nodi e di rotelle. (dipinti) di linee intrecciate (nodi) e di figure rotonde (rotelle).

Le anime degli usurai


Il poeta fiorentino si avvicina alle anime (si tratta degli usurai), ma, pur osservandole
attentamente, non ne riconosce alcuna, sfigurate come sono dal fuoco. Si accorge però che
ciascuna porta, appesa al collo, una borsa di colore diverso contrassegnata da un simbolo,
l'insegna nobiliare della famiglia cui i dannati appartennero. Dante riconosce un leone azzurro
su fondo giallo (è uno dei Gianfigliazzi di Firenze) e un'oca bianca su fondo rosso (quella degli
Obriachi).

Un padovano tra i fiorentini


Un dannato, che porta impressa sulla borsa una scrofa azzurra su fondo bianco (Reginaldo
degli Scrovegni), rivela a Dante di essere originario di Padova, mentre la maggior parte dei
dannati di quel luogo è fiorentina. Sbraitando invita quindi il poeta ad allontanarsi,
preannunciandogli la venuta tra loro di Vitaliano, suo concittadino, e del grande cavaliere
fiorentino Gianni Buiamonte, noto usuraio e bancarottiere, la cui borsa sarà effigiata da tre
becchi.

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