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“Distance learning”, così il Covid-19


può “accelerare” la cultura digitale
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     

Alla fine di questo periodo in cui l’emergenza didattica si tradurrà


in metodo di gestione della didattica attraverso il digitale avremo
aumentato le nostre competenze, scoperto soluzioni da utilizzare
in condizioni di normalità, accresciuto l’accettazione del digitale
come risorsa anche all’interno della scuola
18 ore fa

Giovanni Boccia Artieri


Università di Urbino Carlo Bo

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B d Di it l I L i Zi tti “C ìt h tti l t PMI l

L a sospensione delle lezioni nelle scuole e nelle università a causa dei rischi connessi
alla diffusione del coronavirus costituisce allo stesso tempo un problema e
un’opportunità di crescita della cult ura digit ale in Italia.

Il problema è relativo ai rischi di perdit a di giornat e di ist ruzione difficilment e


recuperabili, specialmente se come è avvenuto sino ad oggi in diverse Regioni italiane
abbiamo protratto la sospensione di settimana in settimana, senza possibilità di avere uno
scenario certo.

La riprogrammazione, lo slittamento dell’anno scolastico e del calendario accademico, le


problematiche legate all’esame di maturità, alle sessioni di esami universitari, e così via,
sono una realtà con cui ci confrontiamo come genitori e nel mondo dell’istruzione in modo
costante, ora dopo ora.

Da docent e penso che quello che possiamo fare in quest i giorni è most rare che siamo
una comunit à educant e che non deroga al pat t o format ivo e che non si abbandona ai
moment i di crisi ma reagisce, t ut t i assieme.

Indice degli argomenti


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Emergenza covid-19 e resilienza della scuola
esteso.
Il distance learning nelle
 università  SERVIZI
Vincere le resistenzeCondividi Articoli correlati

Conclusioni
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È per questo
cuola che ricorrere
e competenze al digitale
digitali, rappresentadi
l'importanza l’opport unit ànazionali
politiche che può nascere da quest
all'altezza dellaa
condizione
da di crisi. Non il digitale in sé ma le forme di resilienza che possono passare

tenendo conto che non siamo tutti ancora pronti, tanto che i ministeri dell’Istruzione e quello
B d Di it l I L i Zi tti “C ìt h tti l t PMI l
dell’Università e della Ricerca hanno creato istantaneamente, per rassicurare il mondo
dell’insegnamento, una pagina che illustra diversi tool utili per fare lezione online.

Da genitore, posso osservare come mia figlia, V liceo scientifico di Ravenna, passi da fine
febbraio le mat t inat e con professori che fanno lezioni live su Google Hangout s,
condividono materiali su Google classroom e caricano compiti su Drive. Ovviamente
smartphone sempre accanto agli schermi di PC o tablet perché le chat Whatsapp di classe e
delle varie materie producono costantemente notifiche.

Certo è difficile. Lo è per docenti che spesso hanno utilizzato poco questi sistemi, per
ragazze e ragazzi che, di conseguenza, non erano familiarizzati, ma in un paio di giorni la
classe ha rit rovat o un proprio rit mo. E, certo, cambiano i ritmi, i luoghi e alcune interazioni
con i compagni.

Nel pomeriggio però si ritrovano in gruppi per studiare assieme, rendendo l’isolamento più
sopportabile. Anche perché la vita comunque continua e il digitale è parte della loro vita
quotidiana assieme alla presenza dei corpi. Resta la preoccupazione per l’esame di maturità,
e forse, anche su questo, servirebbero meno voci incontrollate e più certezze da parte del
Ministero nelle prossime settimane.
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Il distance learning nelle università
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E in questo il digitale
  che hanno, più o
rappresenta un’opportunità. Sono molte le università
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meno velocemente, reagito attraverso proget t i di dist ance learning, stimolati anche dalACCEDI
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management: come cambia il
lavoro nel 2020
Risorse Umane/Organizzazione
Risorse Umane/Organizzazione

Inizia tra: 16 3 0 51 Iscrivit i al Webinar


gg ore min sec

E così, lunedì scorso, come altri docenti ho programmato, nello spazio moodle che uso per il
blended learning del mio corso, una videochat con il plugin di Blackboard Collaborate che mi
ha permesso di fare uno streaming – registrato e scaricabile per chi non potesse assistere –
in cui condividere slide, interagire in vocale e chat con 130 studenti curiosi e particolarmente
interattivi. Sono una generazione part icolarment e abit uat a all’int erazione online che si è
comport at a come in una di quelle st reammat e su Twit ch, in cui si alt erna silenziosa
at t enzione a discussioni animat e con domande ed esempi. Per tutti noi si è trattato di
cliccare su un bottone di accesso: il resto è tutta interazione da sperimentare e produzioni di
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 settimana, presidiando un help desk e rafforzando
 i server e SERVIZI
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monitorandoli costantemente, di reggere online in streaming 1.000 utenti simultanei e un
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complessivo di utenti nell’arco di ogni giornata vicino ai 10.000 e coprire il 60% dei
corsi erogati nel semestre.
“Distance learning”, così il Covid-19 può “accelerare” la cultura digitale
La t ecnologia era già lì, probabilment e sot t out ilizzat a, come in t ant e alt re realt à
Scuola e competenze
universit digitali,
arie, e la condizione di l'importanza di politiche
impossibilit à generat nazionalihaall'altezza
a dal Covid-19 funzionat odella
da
sfida
accelerat ore cult urale nell’accet t are l’innovazione. I risultati, ne sono certo, si
potenzieranno e miglioreranno nella prossima settimana (ma forse dovrei usare il plurale,
Curricolo digitale per il docente: elementi metodologici per scenari di
guardando i dati esponenziali di diffusione del virus), le modalità didattiche si affineranno, le
apprendimento innovativi
interazioni si arricchiranno attraverso le possibilità di contatto, verifica, condivisione e

B produzione
d Di it che
l I la piattaforma
L i consente.
Zi Perché
tti “C siamo
ì t tutti
h tticonsapevoli
l che
t laPMI
formazione
l
non è distribuire contenuti ma è ciò che produciamo mentre interagiamo; e come siamo
cambiati, docenti e studenti, dopo questa interazione.

Vincere le resistenze

Le preoccupazioni e le resistenze, in particolare nel mondo della scuola, restano, come


leggo nei quotidiani e in blog di docenti: “molti ragazzi non hanno Internet a casa”, “diversi
non hanno computer per guardare video lunghi”, “non siamo formati per fare queste lezioni”.

Il problema del digital divide – tecnologico, sociale, culturale, ecc. – è sicuramente


un’argomentazione valida da affrontare a condizione che non si trasformi in una retorica,
una polemica pelosa, un “sì, però” da utilizzare come scudo di rifrazione.

Questi dubbi li ho posti a mia figlia che, forse sbrigativamente, ha detto: “ma non hanno uno
smartphone? Noi possiamo seguire volendo tutto da lì”. In Italia, dati Digital 2019 We Are
Social, la penetrazione dello smartphone è del 76% – la maggioranza sono i più giovani – e
quella di Internet del 92%. Possiamo certo fare di meglio, ma la risposta attraverso il digitale
al momento riempiendo di senso quello che rischiava di essere un vuoto. Una risposta
concreta ma anche simbolica. E il simbolico è qualcosa che non è solo una potenza
la capacità di unire e
integrare la società, almeno per come ci hanno 
insegnato Émile SERVIZI
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Durkheim e Marcel Mauss.
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E anche discutere del fatto che i più piccoli non sono adatti a questa modalità a distanza mi

B Conclusioni
d Di it l I

Alla fine di questo periodo in cui l’emergenza didattica si tradurrà in metodo di gestione della
didattica attraverso il digitale avremo aumentato le nostre competenze, scoperto soluzioni
da utilizzare in condizioni di normalità, accresciuto l’accettazione del digitale come risorsa
all’interno di un altro ambito della vita quotidiana che non sia l’intrattenimento o
l’informazione.

Il fatto che lo sperimenteremo in massa – docenti, studenti, tecnici e famiglie – potrà farci
superare la naturale soglia di resistenza all’innovazione in questo ambito e uscire dalla
retorica della curiosità per il nuovo, perché vivremo questa possibilità come più naturale e
accessibile. Dipende da noi e dalla capacità di trasformare, per una volta, il racconto sul
digitale in un’esperienza concreta.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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