Sei sulla pagina 1di 3

15° anno di TIBERIO (successore di Augusto, morto il 19 agosto del 14): corrisponde all’anno 28 della nostra

era, secondo il computo dei Siriani (in concreto: dal 1 ottobre del 27 al 30 settembre 28)

PILATO: fu governatore, meglio “prefetto” della Giudea dal 26 al 36.

Il tetrarca ERODE ANTIPA, figlio del re ERODE IL GRANDE (che muore nel 4 a.C.), governò la Galilea e la
Perea dal 4 a.C. al 39 d.C.

FILIPPO, suo fratello, aveva la giurisdizione di diversi distretti del nord

LISANIA IL GIOVANE tenne il territorio intorno ad Abila, a sud dell’Antilibano

L’orizzonte di Luca è giudaico e non giudaico: in qualche modo mondiale.

Il capo del popolo è nominato per ultimo: CAIFA, sommo sacerdote dal 18 36 36, cui si associava spesso
ANNA, suo suocero, che aveva esercitato il pontificato fino all’anno 15, e che conservava, di fatto,
un’influenza enorme sulla direzione degli affari pubblici e religiosi

7 i nomi citati: per il lettore giudeo, 7 è il numero delle nazioni: l’intento non è tanto storico, ma quello di
porre in luce l’importanza universale dell’evento Cristo

Lc ci indica il contesto storico in cui si inseriscono il ministero di Giovanni e di Gesù e ci presenta anche i
personaggi che si opporranno ad essi. L’evento è inserito nella storia dell’ecumene: vengono menzionati
anzitutto l’imperatore, quindi il suo governatore e i vassalli insediati nella regione con il favore di Roma, e,
al terzo posto, le guide spirituali del popolo.

“tetrarca” (Inizialmente “sovrano di una quarta parte di uno stato unitario”): venne a designare un piccolo
principe, dipendente, il cui rango e potere erano inferiori a quelli di un re

La cornice di ampiezza mondiale per l’anadeixis (1,80: Il


bambino cresceva e si fortificava
nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua
manifestazione a Israele) del Battista. Manifestazione, incarico,
investitura…

Questa investitura riguarda una persona profeticamente dotata sin


dall’inizio della sua esistenza: 1,15: “perché egli sarà grande davanti
al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di
Spirito Santo fin dal seno di sua madre”; 1,66: “Tutti coloro che le
udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo
bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui”; 1,76: “ E tu, 76

bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo perché andrai innanzi al


Signore a preparargli le strade” ; 1,80: “Il bambino cresceva e si
fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua
manifestazione a Israele”.
La parola di Dio raggiunge Giovanni nel deserto, dove egli era
cresciuto e si era rafforzato nello spirito. Il deserto è evocativo di
tante cose, nella storia biblica. E, comunque, secondo la Scrittura
(v.4= Is 40,3) il precursore deve venire dal deserto.
La sua vocazione richiama quella di Geremia (così come il suo destino
di profeta imprigionato): τὸ ῥῆμα τοῦ θεοῦ ὃ ἐγένετο ἐπὶ Ιερεμιαν. Il termine ῥῆμα traduce l’ebraico
DABAR, l’intervento sovrano di Dio nella creazione e nella storia (parola-fatto, parola-evento, parola efficace)

Ger 1,1-2: LXX: “Parole di Geremia, figlio di Chelkia, uno dei


1

sacerdoti che risiedevano ad Anatòt, nel territorio di Beniamino. A lui 2

fu rivolta la parola del Signore al tempo di Giosia, figlio di Amon, re di


Giuda, l'anno tredicesimo del suo regno…”

v.3. La parola che lo ha investito, la Parola da cui adesso è abitato, lo


mette in moto: “VENNE”. La Parola non ti lascia fermo: diventa
inarrestabile impulso ad andare.
Esempi scritturistici:
Am 3,8: Il Signore Dio ha parlato:
chi non profeterà?
Am 7,14-15: Amos rispose ad Amasia e disse: «Non ero profeta né
figlio di profeta; ero un mandriano e coltivavo piante di sicomòro. Il 15

Signore mi prese, mi chiamò mentre seguivo il gregge. Il Signore mi


disse: Va', profetizza al mio popolo Israele.

Ger 20,9 Mi dicevo: «Non penserò più a lui, non parlerò più nel suo
nome!». Ma nel mio cuore c'era come un fuoco ardente, trattenuto
nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo.

1Cor 9,16 Infatti annunciare il Vangelo non è per me un vanto,


perché è una necessità che mi si impone: guai a me se non
annuncio il Vangelo!
Ecco , allora, Giovanni come profeta in movimento, come profeta
itinerante tra il Mar Morto e il Lago di Genezaret
Lc distingue chiaramente tra 1) l’appello alla penitenza, che spinge
Giovanni anche lontano dal Giordano (3,3) e 2) il successivo
battesimo, con la relativa ammonizione presso il Giordano (4,1)
Oggetto del suo annuncio: un battesimo
Non un bagno di immersione fatto di propria iniziativa (bagni rituali)
Ma un “farsi battezzare”, un “essere battezzati” da parte del
Battezzatore (che attivamente versa dell’acqua), mentre il
battezzando scendeva nell’acqua fino a un certo livello.
Azione del Battista: un segno profetico (un’azione profetica) di quella
che sarà l’abluzione escatologica dei peccati (di quello che farà Gesù)
L’acqua che egli versa sul capo di colui che ha accettato di morire al
suo passato – l’acqua è tomba, scendere nell’acqua significa morire –
è promessa della futura aspersione mediante lo Spirito

Giovanni è tipo-figura di Cristo: battezza con acqua, pallida figura di


Cristo, l’antitipo -cioè la realtà- che battezza con Spirito santo
Il battesimo di Giovanni è tipo-figura del battesimo di Cristo.
Il battesimo di Giovanni, caratterizzato come “battesimo d’acqua” di
per sé non apporta ancora la salvezza: non apporta lo Spirito e,
quindi, in definitiva, non apporta ancora la remissione dei peccati.
Quindi: il suo battesimo concedeva più una promessa della
remissione dei peccati che la remissione stessa.

Potrebbero piacerti anche