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Benjamin Britten un musicista chiamato il

quarto B
Benjamin Britten un musicista chiamato il quarto B Benjamin Britten e Peter Pears, nell'
Inghilterra di oggi, avrebbero avuto il diritto di sposarsi, come del resto sognava di poter
fare l' amico poeta W. H. Auden con il compagno Chester Kallman, e persino con l'
approvazione della regina: invece la loro salda unione, iniziata nel 1937 e durata sino alla
morte di Britten nel dicembre del 1976, in quel paese di antica democrazia era un crimine
(per il quale nel 1895 Oscar Wilde era stato condannato a due anni di carcere duro): e lo fu
per trent' anni, fino a quando nel 1967 l' omosessualità fu depenalizzata. Si sa quanto
piacciono le ricorrenze di nascite e morti illustri (vedi quest' anno Verdi e Wagner,
rispolverati ovunque senza tregua) e tocca adesso a Britten, considerato il più grande
compositore inglese dopo il secentesco Purcell, essere centenarizzato, essendo nato il 22
novembre del 1913, tre anni dopo il suo Pears. La coppia era di aspetto molto british,
conservatori nelle giacche di tweed e nelle cravatte di maglia, nel viso perfettamente
rasato e nei capelli tagliati corti, a ondine piatte quelli di Britten, lisci tirati all' indietro
quelli di Pears. In una foto del 1945 scattata da Cecil Beaton, il compositore, fragile e
bruttino, assomiglia a Fred Astaire. In altre il compagno tenore, bello, grande, maturo, pare
alla lontana Robert Mitchum: ma dopo una lunga vita insieme, i due uomini, fotografati
pochi mesi prima della morte di Britten, sorridenti e vicini, erano diventati ormai
indistinguibili. Sono uscite in Inghilterra due ponderose nuove biografie del compositore,
secondo gli esperti, di impeccabile ricerca. Autori di una il poeta Neil Powell (A Life for
Music, Hutchinson), dell' altra il direttore d' orchestra Paul Kildea (A Life in the 20th
Century, Allen Lane). Una vita per la musica, certo, ma anche una vita, appunto, del secolo
scorso, all' ombra di una regina che oggi è ancora briosamente sul trono, attraverso la
Prima e la Seconda guerra mondiale, la rinascita dell' Europa, il successo planetario di
capolavori musicali, gli onori (Pears nominato Sir, Britten baronetto), le cariche, le
amicizie, gli amori, la malattia, le idiosincrasie, la bella vita. E con un merito speciale:
come scrive appassionatamente Powell, «Brittene Pears insegnarono ai gay della mia
generazione la sorprendente lezione, che era possibile per una coppia omosessuale vivere
apertamente, con naturalezza e rispetto il proprio legame anche nell' Inghilterra più
conservatrice». Il 7 giugno 1945 al Sadler' s Wells andò in scena in prima assoluta Peter
Grimes in una Londra appena uscita dalla guerra, miserabile e in macerie, con la gente
senza casa ancora rifugiata nella metropolitana. Con questa opera, il giovane Britten
veniva riabilitato, perdonato sia per il suo pacifismo che per la fuga negli Stati Uniti con il
compagno e altri intellettuali come Isherwood e Auden, per non partecipare alla guerra.
Però, molto rimproverati da Auden che aveva chiesto la cittadinanza americana, nel 1942
Britten e Pears erano tornati in patria, rifugiandosi in un mulino riadattato nel Suffolk, per
scrivere finalmente la prima vera grande opera. Pears, tenore dalla voce considerata
strana e secondo qualche critico provvista di una sola nota bella, divenne il primo Peter
Grimes, il pescatore violento e crudele che per avidità di denaro distrugge la sua vita e
quella dei suoi giovani apprendisti, ossessionato dalla disumanità e dal disprezzo degli
altri. Subito si cominciò a confondere il personaggio con il suo autore, e lo stesso Britten lo
confermò, lusingato, in un' intervista all' americano Time: «Il soggetto di Peter Grimes è
molto vicino al mio cuore, ed è la lotta dell' individuo contro le masse: più malvagia è la
società, più malvagio è l' individuo». Britten pensava al suo pacifismo che lo aveva isolato
dai compatrioti in guerra, ma un critico spiccio come Andrew Porter concluse che non era il
pacifismo a isolare Britten, ma la lotta personale contro la sua omosessualità,
rappresentata dai suoi personaggi sessualmente repressi: che nel 1983, a compositore
sepolto da anni, fu indicato da un venerato studioso come «l' orribile sestetto», che
rappresenta «la visione omosessuale prevalentemente negativa» di Britten. E i sei sono
Peter Grimes dell' opera omonima, il capitano Vere e il maestro d' armi Claggart di Billy
Bud, il servitore Quint di Giro di vite, il re degli elfi Oberon di Sogno di una notte di mezza
estate, lo scrittore Aschenbach di Morte a Venezia. Dodici opere, tante composizioni
per orchestra, inni sacri, canzoni, musica vocale e da camera, Britten era un
compositore irrefrenabile, e la sua musica, secondo gli esperti, è
impressionistica, neoromantica, eclettica, evita l' avanguardia del suo tempo, è
molto raramente atonale, mai dodecafonica, una musica basata su un
"progresso conservatore", che secondo Britten «deve piacere il più possibile alla
gente». Ricordi del mare davanti a casa a Lowestoft, nel Suffolk, dell' infanzia accanto a
una madre che amava la musica e gli diceva, «sarai il quarto grande B, dopo Bach,
Beethoven, Brahms», incubi di innocenza violata, come era capitato a lui bambino, da
parte di un insegnante. Anche i due ultimi biografi dissertano sulla possibile pedofilia di
Britten, che pur amando coniugalmente il bel Pears di lui più vecchio di tre anni, adorava
gli adolescenti purché fossero belli, come il tredicenne allora cantante David Hemmings
(da adulto il fotografo del celebre film di Antonioni, Blow up) che nella prima messa in
scena di Giro di vite sostenne il ruolo del piccolo Miles, coinvolto in un tragico gioco di
seduzione omoerotica. Altri giovinetti entrarono nelle opere e nella vita del compositore, e
tutti, tranne uno che dichiarò di essere stato molestato, intervistati da adulti (per il libro
Britten' s Children di John Bridcut, del 2006) negarono ogni assalto da parte del
compositore, che invece, adorandoli, li proteggeva come un padre: certo spesso
dormivano nello stesso letto, ma in assoluta castità. Pianista esperto, direttore d'
orchestra abile, fondatore del festival di Aldeburgh sulle coste del Suffolk, dove
viveva, Britten amava solo comporre le sue opere, ispirandosi a Henry James o a
Shakespeare, a Thomas Mann, a Melville, a Lytton Strachey. I suoi compositori
preferiti andavano da Mahler a Berg, da Schoenberg a Stravinsky, che però gli
era antipatico; grande amico divenne il violoncellista Rostropovich. Amava la
vita altoborghese, detestava quella disordinata e bohemienne della
controcultura, che aveva vissutoa New York in una specie di comune con Auden,
Carson McCullers, i coniugi Bowles, la cantante spogliarellista Gypsy Rose Lee e
talvolta, di passaggio, Salvador Dalí. A Britten piacevano le belle macchine, le belle
case, il tè con la regina e sua madre, le amicizie aristocratiche. Molto malato, dopo un'
operazione al cuore, volle dire addio agli amicie ai parenti con un champagne party: si è
spento a 64 anni, nel dicembre del 1976, ha voluto essere sepolto nella
parrocchia di Aldeburgh, in una tomba "matrimoniale" dove lo ha raggiunto dieci
anni dopo il corpo del compagno di vita Peter Pears. In tutto il mondo il centenario
della nascita di Brittenè stato celebrato con documentari, mostre, concerti, e naturalmente
la messa in scena delle sue opere. In Inghilterra per la prima volta Peter Grimes è stato
dato sulla spiaggia di Aldeburgh, in Italia vari teatri lirici hanno dato Let' s Make an Opera,
cioè Il piccolo spazzacamino composto proprio per i bambini: lo ha prodotto in maggio, con
le voci bianche dell' accademia del teatro, anche la Scala, che negli ultimi anni ha
presentato con successo Morte a Venezia nel 2011, Peter Grimes nel 2012: il
sovraintendente Lissner aveva in programma anche Billy Bud: ma non ne avrà il tempo,
visto che lascia la Scala l' anno prossimo.
NATALIA ASPESI09 agosto 2013 sez.

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