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di Giuseppe La Paglia

Ispettore ACCREDIA-DT, Torino - giuseppe.lapaglia@yahoo.com Abbonati


BETWEEN CALIBRATION AND METROLOGICAL TRACEABILITY – PART 2
Metrological traceability is one of the most essential properties required to a
measurement result. To achieve it, periodic calibration of the measurement
instrument must be performed. But this is not enough. In this second part we
introduce the concept of metrological confirmation that can help us to achieve a
wider approach and define the operation required to assure the metrological
traceability of the obtained results.

RIASSUNTO
La riferibilità metrologica è uno dei requisiti più importanti richiesti al risultato di
una misura. Per ottenerla è necessario effettuare, periodicamente, la taratura dello
strumento di misura che la esegue. Ma non basta. In questa seconda parte
approfondiremo il concetto di conferma metrologica che ci consente di ottenere
una visione più ampia e complessiva dei meccanismi necessari per assicurare una (Cartaceo.aspx?idrelps=459)
corretta riferibilità delle misure effettuate.

LA CONFERMA METROLOGICA
Da quanto riportato nella prima parte [1], emerge la necessità di prevedere, sullo
strumento di misura, un insieme di operazioni che consenta di poter assicurare la DIVENTA INSERZIONISTA
riferibilità delle misure effettuate a partire dai risultati ottenuti nella taratura.
Risulta quindi naturale riferirsi al concetto di 'conferma metrologica', il cui Compila il form
significato è riportato al par. 3.5 della norma UNI EN ISO 10012 'Sistemi di gestione (Telematico.aspx?
della misurazione - Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione': idrelps=461)

metrologica: Insieme di operazioni richieste per garantire che


conferma metrologica
un'apparecchiatura per misurazione sia conforme ai requisiti per l'utilizzazione
prevista.

Nota 1 - La conferma metrologica generalmente comprende: la taratura e la


verifica; ogni aggiustamento o riparazione necessari e la conseguente nuova
taratura; il confronto con i requisiti metrologici per l'utilizzo previsto ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
dell'apparecchiatura; ogni sigillatura ed etichettatura richiesta.
Nota 3 - I requisiti per l'utilizzazione prevista comprendono considerazioni quali il
Compila il form
campo di misura, la risoluzione, gli errori massimi ammessi.
(Telematico.aspx?
La parola chiave è in effetti 'requisiti per l'utilizzazione prevista', che possono idrelps=462)
essere interpretati come la capacità dello strumento di misura di effettuare
misurazioni nel campo di misura richiesto con l'incertezza d'uso stimata (che si
presume adeguata).
Le operazioni che possono essere eseguite su uno strumento di misura nell'ambito
della conferma metrologica sono diverse. In Fig. 1 è riportato uno schema in cui La Redazione
sono individuate le operazioni che possono essere rilevanti al fine di assicurare la
riferibilità metrologica dei risultati di misura ottenuti. Quelle effettivamente da
svolgere, e la loro complessità, dipendono molto dalla tipologia di strumento e Direttore: Alessandro Ferrero
anche dall'utilizzo previsto dello strumento. Vicedirettore/i: Alfredo Cigada,
Pasquale Daponte
Redazione: Bruno Andò,
Pasquale Arpaia, Loredana Cristaldi,
Zaccaria Del Prete, Nicola Giaquinto,
Michele Lanna, Luciano Malgaroli,
Massimo Mortarino, Rosalba Mugno,
Claudio Narduzzi, Carmelo Pollio,
Lorenzo Scalise, Bernardo Tellini,
Gaetano Vacca, Emanuele Zappa

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Approfondiamo il significato e la funzione delle operazioni presenti in Fig. 1.

Taratura dello strumento di misura


Come già detto è un'operazione necessaria al fine di assicurare la riferibilità delle
misure effettuate con lo strumento. A meno che le modalità di taratura per la
specifica tipologia di strumento non siano scontate o definite in normativa, è
necessario che siano individuati i punti di misura da effettuare (devono coprire il
campo di misura previsto) e le relative incertezze da assicurare (essenziali per la
valutazione dell'incertezza d'uso dello strumento). Questa informazione dovrebbe
essere contenuta nei documenti (procedura, istruzione operativa, ecc..) di chi
utilizza lo strumento e comunicata al Laboratorio di taratura già in fase di richiesta
del preventivo. A volte è sufficiente far riferimento a quanto riportato nel manuale
di utilizzo dello strumento.

Regolazione dello strumento di misura


Questa operazione, definita spesso anche come 'messa a punto' (o 'in punto') o
'aggiustamento' o ancora più erroneamente 'Calibrazione', è descritta al par. 3.11
del VIM3: 'insieme di operazioni svolte su un sistema di misura, affinché esso
fornisca indicazioni prescritte in corrispondenza di determinati valori di grandezze
da sottoporre a misurazione'. Si tratta, quindi, di un'operazione che allinea
l'indicazione fornita dallo strumento al valore della grandezza effettivamente
applicata (nel caso di strumenti indicatori) o che allinea il valore effettivo della
grandezza generata a quello nominalmente fornito (nel caso di campioni materiali).
Ovviamente l'operazione non è effettuabile su tutti gli strumenti di misura ma
diventa essenziale per diversi strumenti di tipo elettronico al fine di mantenere la
riferibilità metrologica dei risultati di misura ottenuti. Dando per scontato che una
regolazione iniziale sia stata effettuata dal costruttore durante la realizzazione
dello strumento, questa operazione può essere eseguita dallo stesso Laboratorio
che esegue la taratura e la sua effettuazione può essere prevista periodicamente
(per esempio ogni anno) o al superamento di determinati limiti di errore nel corso
della taratura. Come riportato sia nel VIM3 che al par. 7.8.4.1 della UNI CEI EN
ISO/IEC 17025:2018, se si esegue la regolazione dello strumento, il certificato di
taratura dovrebbe riportare sia i risultati della taratura ottenuti prima, sia quelli
ottenuti dopo l'effettuazione della regolazione.

Elaborazione dei dati riportati nel certificato di taratura


Le operazioni da effettuare possono essere molto semplici o complesse e ciò
dipende principalmente dalla tipologia di strumento di misura che è stato tarato,
ma anche dalla sua prevista utilizzazione.
La valutazione dei risultati dovrebbe essere eseguita dall'azienda che utilizza lo
strumento dal momento che sua è la responsabilità della loro corretta
interpretazione. Tuttavia, a volte essa può essere delegata, almeno in parte, al
Laboratorio esterno che esegue la taratura, purché gli siano comunicati i requisiti
a cui lo strumento deve rispondere.
A volte una parte rilevante dell'elaborazione può essere già stata fatta sul
certificato. È il caso degli strumenti le cui caratteristiche metrologiche e le relative
modalità di verifica sono definite in norme nazionali o internazionali. In questi casi
è possibile richiedere al Laboratorio che esegue la taratura una dichiarazione di
conformità ai requisiti definiti dalle norme. Si tratta di casi particolari: per esempio,
per quanto riguarda le misure elettriche, se escludiamo gli strumenti di misura di
tipo analogico (tipologia in via di progressiva scomparsa), la conformità a norme
può essere richiesta per i trasformatori di misura e per i contatori di energia per
installazione su impianto. Molto più discutibile è richiedere la conformità a
specifiche dichiarate dal costruttore.
Al fine di assicurare la riferibilità metrologica delle misure effettuate dallo
strumento, gli scopi che ci si può prefiggere con l'elaborazione dei risultati della
sua taratura possono essere diversi:
- Verificare il corretto funzionamento dello strumento e controllare l'efficacia
dell'eventuale avvenuta regolazione;
- Determinare valori o curve di correzione da applicare ai risultati ottenuti dallo
strumento;
- Valutare componenti di incertezza coinvolte nella stima dell'incertezza d'uso
dello strumento.

La verifica del corretto funzionamento dello strumento è un punto chiave


dell'intero processo. Si tratta di controllare i requisiti che interessano la riferibilità
delle misure, ovvero la capacità dello strumento di effettuare misurazioni in tutto il
campo di misura previsto con l'incertezza d'uso che è stata valutata.
Questo controllo non deve essere effettuato solo guardando il passato, ma
tenendo conto anche dell'impiego futuro, in quanto i requisiti devono essere
ragionevolmente assicurati sino alla successiva taratura. Se, per esempio, si
identifica l'incertezza d'uso di uno strumento con l'errore massimo riportato nella
relativa norma, non è sufficiente che l'errore rilevato in fase di taratura rientri in
tale valore, ma che presumibilmente non lo superi sino alla prossima taratura e ciò
è rilevante in particolare per quegli strumenti che presentano una non trascurabile
deriva nel tempo.
L'operazione in genere consiste nella determinazione, per ogni punto rilevante
riportato nel certificato di taratura, dello scarto/errore rispetto al valore atteso e
dal suo confronto con uno o più limiti ricavati componendo l'incertezza d'uso,
l'incertezza di taratura e la presumibile deriva nel tempo dello strumento.
Se nel certificato di taratura sono riportati i risultati delle tarature effettuate prima
e dopo la regolazione, questi ultimi sono tipicamente confrontati con limiti più
ristretti al fine di verificare l'efficacia della regolazione stessa.
La determinazione di valori o curve di correzione da applicare ai risultati
ottenuti dallo strumento può essere rilevante in particolare per gli strumenti di
misura che non contemplano la possibilità di una regolazione come, ad esempio i
campioni materiali di tipo fisico.
Essi consentono di correggere eventuali errori sistematici dello strumento di
misura (significativi spesso nel caso di sistemi di misura) e di compensare derive
nel tempo e eventuali non linearità. L'utilizzo di queste correzioni consente di
migliorare sensibilmente l'incertezza d'uso dello strumento.
Ne deriva che l'applicazione di queste correzioni è un passo essenziale nella
definizione della riferibilità delle misure effettuate dallo strumento.
La valutazione di componenti di incertezza coinvolte nella stima dell'incertezza
d'uso dello strumento può essere un'operazione importante al fine di controllare
che il loro effettivo valore non sia superiore a quello stimato. Anche se la loro
valutazione è stata correttamente effettuata in fase iniziale, le caratteristiche
metrologiche di uno strumento di misura possono decadere nel tempo. Un effetto
di questo genere può comportare un aumento dell'incertezza d'uso dello
strumento e la sua eventuale presenza deve essere controllata se si vuol valutare
correttamente la riferibilità dei risultati di misura ottenuti dallo strumento.

Verifiche intermedie e controllo dell'effetto del trasporto


Le operazioni che abbiamo sinora analizzato sono collegate in modo più o meno
diretto con l'operazione di taratura. Il problema è che non possiamo dare per
scontato che lo strumento si comporti sempre nel modo previsto tra l'esecuzione
di una taratura e la successiva e che anomalie impreviste o eventi di vario genere
non possano in questo lasso di tempo alterare le sue caratteristiche metrologiche.
Se vogliamo poter assicurare la riferibilità delle misure effettuate dallo strumento
tra le due tarature bisogna quindi prevedere operazioni che consentano di rilevare
eventuali scostamenti delle capacità di misura dello strumento da quanto previsto.
Per tenere conto di questa esigenza, nella norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2018
al par. 6.4.10 si suggerisce la possibilità di eseguire verifiche intermedie. Esse sono
effettuate dall'utilizzatore o comunque all'interno della realtà aziendale in cui esso
opera.
È necessario prevederle? Come si possono eseguire? Ogni quanto tempo?
La risposta positiva o meno alla prima domanda dipende dalla criticità della
misurazione effettuata dallo strumento e dalla possibilità che lo specifico tipo di
apparato si alteri senza che l'utilizzatore se ne accorga. Per gli strumenti di misura
utilizzati come strumenti campione per tarare altri strumenti questa operazione è
in genere necessaria a meno che la probabilità che si alterino in modo non
controllato sia trascurabile.
Nella definizione delle modalità esecutive delle verifiche intermedie bisogna aver
presente che esse sono dei controlli (in inglese 'intermediate checks') e non delle
semi-tarature. Le modalità esecutive con cui si possono effettuare le verifiche
intermedie possono essere diverse, in funzione della tipologia di strumento e della
dotazione strumentale dell'utilizzatore. Spesso possono consistere nel confronto
dello strumento di misura con un altro avente caratteristiche metrologiche
analoghe se non migliori in un numero di punti limitato, ma significativo.
Anche la periodicità con cui viene effettuata la verifica intermedia dipende dalla
situazione specifica. Per strumenti di misura che rimangono all'interno di un
Laboratorio può essere sufficiente prevedere l'esecuzione della verifica ogni 3 – 4
mesi. Se lo strumento è utilizzato in modo intenso e stressante può essere
consigliabile ridurre i tempi: se, ad esempio, si effettuano impegnative campagne
di misura in esterno può essere necessario controllare lo strumento al termine di
ogni campagna.
L'esecuzione di una verifica intermedia non programmata dovrebbe essere, inoltre,
prevista nei casi in cui avvengano eventi che possano provocare alterazioni nello
strumento (per esempio shock meccanici/elettrici) o comportamenti anomali (per
esempio presenza di una rilevante instabilità nell'indicazione dello strumento).
Un fatto che viene spesso trascurato è che le caratteristiche metrologiche degli
strumenti di misura che vengono inviati in taratura presso un Laboratorio di
taratura esterno possono essere modificate dalle sollecitazioni meccaniche e
termiche dovute al trasporto. Per gli strumenti che potrebbero subire questo tipo
di alterazione è opportuno prevedere l'operazione di controllo dell'effetto del
trasporto.
trasporto
Le modalità operative sono tipicamente analoghe a quelle utilizzate per le verifiche
intermedie e consistono, in genere, in un doppio confronto con un altro strumento
dell'utilizzatore prima e dopo l'invio in taratura. Se oltre alla taratura il Laboratorio
di taratura esegue anche la regolazione dello strumento bisogna tenere conto del
relativo effetto.

Effettuazione dei processi automatici di autoregolazione e autocontrollo


È un'attività che può essere necessario definire se si utilizzano strumenti di misura
elettronici di tipo complesso. Questa tipologia di apparati può disporre della
possibilità di avviare processi automatici interni il cui scopo può essere duplice:
1) Controllare che non siano presenti anomalie all'interno dello strumento.
2) Regolare il valore di componenti interni dello strumento al fine di migliorare le
sue capacità di misura.
I processi automatici che si prefiggono di raggiungere il primo scopo possono
essere più o meno complessi. In diversi strumenti elettronici possono essere molto
semplici e si avviano automaticamente all'accensione dello strumento, limitandosi
presumibilmente al controllo della correttezza delle alimentazioni interne o poco
più. Per strumenti più complessi possono essere presenti processi più articolati
che posso essere avviati dall'utilizzatore e che controllano la coerenza dei
componenti di misura presenti all'interno. È bene prevedere che questi processi
siano avviati periodicamente al fine di controllare che lo strumento non presenti
impreviste anomalie.
In alcuni casi i processi automatici non si limitano a controllare e a visualizzare un
OK se tutti i parametri rientrano nei limiti ma possono modificare i parametri
stessi.
Il caso più diffuso negli strumenti elettrici è quello dei processi di auto-azzeramento che
consentono allo strumento di ridurre gli errori causati dagli offset presenti nei componenti
interni dello strumento. Il processo può però essere più complesso e consentire di
correggere derive nel tempo di parametri più complessi come gli errori di guadagno degli
amplificatori, la linearità dei convertitori analogico/digitali e il valore dei riferimenti
interni. Ciò permette di migliorare le caratteristiche nel tempo dello strumento riducendo la
sua incertezza con conseguenti effetti sulla riferibilità delle misure eseguite.
ULTERIORI CONSIDERAZIONI
Nel prossimo articolo (il terzo) ragioneremo in primo luogo sulla struttura e sui
contenuti della documentazione che può essere redatta al fine di definire le
modalità di effettuazione delle diverse operazioni di conferma metrologica
eseguite sugli strumenti utilizzati. Tale documentazione è necessaria per i
laboratori di taratura accreditati ma è anche utile e opportuna per tutte quelle
realtà che sono tenute a dimostrare la riferibilità delle misure effettuate.
Verranno quindi illustrati alcuni esempi di valutazione dell'incertezza d'uso di
alcune categorie di strumenti tipiche, ponendola in relazione alle loro
caratteristiche metrologiche, al loro utilizzo previsto e alle operazioni di conferma
effettuate.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
[1] G. La Paglia, Tra taratura e riferibilità metrologica – I pezzi mancanti – Parte prima,
Tutto_Misure, vol. XX, n. 1, 2018, pp. 19-22.

L'AUTORE
Giuseppe La Paglia attualmente svolge la funzione di ispettore
tecnico e di sistema per il Dipartimento laboratori di taratura di
ACCREDIA. Dal 1972 al 2015 ha operato all'interno dell'Istituto
Elettrotecnico Nazionale Galileo Ferraris e quindi nell'INRIM nel
gruppo Metrologia Elettrica e nella struttura per l'accreditamento
dei laboratori di taratura (SIT).

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