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3 - Novembre 2018
(Telematico.aspx)
RIASSUNTO
La riferibilità metrologica è uno dei requisiti più importanti richiesti al risultato di
una misura. Per ottenerla è necessario effettuare, periodicamente, la taratura dello
strumento di misura che la esegue. Ma non basta.
In questa terza parte approfondiremo in primo luogo la struttura e i contenuti della (Cartaceo.aspx?idrelps=459)
documentazione utilizzata per definire e supportare il processo di conferma
metrologica nel suo insieme. Cercheremo, quindi, anche per mezzo di alcuni
esempi, di fornire indicazioni pratiche su come valutare l'incertezza d'uso delle
diverse categorie di strumenti in funzione dell'utilizzo previsto e delle operazioni di DIVENTA INSERZIONISTA
conferma effettuate.
LA DOCUMENTAZIONE Compila il form
La documentazione è in primo luogo un elemento indispensabile per poter (Telematico.aspx?
dimostrare la correttezza dell'attività svolta per tutte le realtà sottoposte a un idrelps=461)
regime di controllo della qualità. La definizione delle modalità operative in
procedure (o istruzioni tecniche) è, d'altro canto, necessaria al fine di assicurare la
coerenza interna tra le operazioni effettuate e conseguentemente dimostrare la
riferibilità delle misure effettuate.
Nello schema di Fig. 1 sono riportate le procedure che coinvolgono lo strumento di
misura, il certificato di taratura e le reciproche interazioni. È una struttura per ovvie
ragioni puramente indicativa, ma utile per poter individuare tutti gli elementi che ISCRIVITI ALLA
possono incidere sulla riferibilità delle misure effettuate.
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(Telematico.aspx?
idrelps=462)
La Redazione
a) incertezza di taratura;
b) deriva del valore di resistenza nel tempo tra una taratura e la successiva;
c) effetto del riscaldamento provocato dal passaggio di corrente;
d) effetto della possibile differenza di temperatura ambientale tra la fase di
taratura e di impiego;
e) ripetibilità delle resistenze di contatto (solo per bassi valori di resistenza
utilizzati a due terminali).
La componente di incertezza a) consiste, ovviamente, nell'incertezza associata al
valore di resistenza che sarà assegnato al resistore, incertezza che è riportata nel
certificato di taratura.
Il valore della componente di incertezza b) può essere ricavato dalla
documentazione fornita dal costruttore o stimata sulla base dei risultati riportati
sui certificati di taratura.
Per poter percorre questa seconda opzione è necessario conoscere in modo
significativo la storia dell'apparato (disporre, ad esempio, dei risultati di almeno 4-5
tarature annuali) e verificarne che la variazione di resistenza dovuta alla deriva del
resistore sia prevedibile.
La componente di incertezza c) può essere significativa ed è quindi da valutare con
attenzione. È necessario, in primo luogo, definire quali sono le correnti di misura
che potranno essere applicate al resistore.
Purtroppo per un laboratorio di taratura è difficile a priori conoscere tali correnti,
dato che in genere non si può prevedere quali saranno le apparecchiature che
dovranno essere tarate, a meno che il laboratorio non svolga la sua funzione solo
su un parco di strumenti ben conosciuto (es. quello aziendale).
È quindi necessario definire il campo di misura in cui il resistore potrà operare,
ovvero la corrente massima che potrà essere applicata in modo che l'alterazione
prodotta dal passaggio di corrente non superi il valore stimato della
corrispondente componente d'incertezza tenuta in conto nella valutazione
dell'incertezza d'uso.
Se l'effetto del passaggio della corrente è rilevante, può essere conveniente
valutare due diverse incertezze d'uso, ipotizzando due differenti correnti massime
applicate, una di valore relativamente basso (in modo da ottenere una migliore
accuratezza per le misure effettuate in questo campo) e una con l'effettiva
massima corrente, che potrà essere applicata al resistore.
La componente di incertezza d) dovrebbe essere, tipicamente, alquanto
contenuta, dato che in genere la temperatura di riferimento, sia per il laboratorio
che effettua la taratura sia per quello che lo utilizza, dovrebbe essere di 23 °C. Se
però il coefficiente di temperatura del resistore è significativo e/o la temperatura
ambiente dell'utilizzatore differisce in modo significativo dalla temperatura a cui è
stata effettuata la taratura, la componente può non essere trascurabile.
Per quanto riguarda la componente e) bisogna tenere presente che i resistori
campione di basso valore, tipicamente utilizzati nei laboratori di taratura, sono a
quattro terminali. Il problema può nascere nel caso in cui sia necessario tarare uno
strumento che supporta solo la configurazione a due terminali. In queste
situazioni, se si vuole procedere ugualmente alla taratura, è necessario stimare
tramite prove sperimentali la variazione del valore del resistore dalla
configurazione a quattro terminali a quella a due terminali e valutare la relativa
componente di incertezza.
Nella documentazione che descrive le operazioni di conferma da effettuare, oltre
alla stima dell'incertezza d'uso, si dovrebbero riportare:
Nella documentazione che definisce come viene utilizzato il resistore campione dovrebbe
essere, invece, riportato il valore di corrente a cui può essere impiegato e la configurazione
di misura da adottare. Se il resistore è stato tarato solo in corrente continua, dovrebbero
essere previsti controlli al fine di verificare che non siano presenti componenti alternate
significative nella corrente applicata.
Approccio semplificato
Se il resistore campione è utilizzato per controllare, in una linea di produzione, il
corretto funzionamento di apparati, il suo impiego si traduce, in genere, in una
prova con un risultato del tipo passa/non passa. Conseguentemente non è, in
genere, necessaria un'elevata accuratezza, mentre è rilevante assicurare la
massima semplicità di utilizzo anche da parte di personale non particolarmente
formato.
Per ottenere tale obbiettivo è possibile utilizzare il valore nominale del resistore e
non il valore determinato in fase di taratura. Ciò comporta l'individuazione di un
limite di accettazione entro cui dev'essere compreso lo scarto tra il valore
nominale e il valore ottenuto dalla taratura. In questo caso l'incertezza d'uso potrà
essere stimata aggiungendo la componente dovuta all'utilizzo del limite di
accettazione (componente d'incertezza con distribuzione rettangolare) alle
componenti precedentemente elencate. Questo fatto può comportare un
aumento rilevante dell'incertezza d'uso rispetto a quanto si otterrebbe con
l'approccio descritto precedentemente ma, in genere, ciò è accettabile in ambiti
industriali.
Per quanto riguarda la documentazione, anche se in linea di massima, rimangono
valide le considerazioni già svolte, è possibile semplificare la struttura della
documentazione e i meccanismi implementati, per esempio non prevedendo
verifiche intermedie e/o verifiche del trasporto, a meno che l'utilizzo del resistore
non sia particolarmente stressante dal punto di vista meccanico, elettrico o
termico.
LA PROSSIMA PARTE
Nella prossima parte del testo (quarta e ultima) approfondiremo le problematiche
relative alla valutazione dell'incertezza d'uso per le altre due categorie di
strumenti.
Con l'esempio 2 esamineremo il caso degli strumenti che operano in un campo di
misura e con l'esempio 3 analizzeremo come trattare gli strumenti che sono in
grado di effettuare misure in diverse grandezze e in molti campi di misura.
L'AUTORE
Giuseppe La Paglia attualmente svolge la funzione di ispettore
tecnico e di sistema per il Dipartimento laboratori di taratura di
ACCREDIA. Dal 1972 al 2015 ha operato all'interno dell'Istituto
Elettrotecnico Nazionale Galileo Ferraris e quindi nell'INRIM nel
gruppo Metrologia Elettrica e nella struttura per l'accreditamento
dei laboratori di taratura (SIT).
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