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devono predicare con grande diligenza al popolo di Dio affinché si sappia che
queste còse sono completamente false e che tali fantasie sono evocate nella
mente dei fedeli non dallo spirito divino ma dallo spirito malvagio. Infatti,
quando Satana, trasformandosi in angelo della luce prende possesso della
mente di ognuna di queste donnicciole e le sotto mette a sé a causa della loro
infedeltà e incredulità, subito egli assume l’aspetto e le sembianze di diverse
persone e durante le ore del sonno inganna la mente che tiene prigioniera,
alternando visioni liete a visioni tristi, persone note a persone ignote, e
conducendola attraverso cammini mai praticati; e benché la donna infedele
esperimenti tutto ciò solo nello spirito, ella crede che avvenga non nella
mente ma nel corpo. A chi, infatti, non è accaduto nel sonno 0 in visioni
notturne di essere tratto fuori da se stesso e di vedere, dormendo, molte cose
che, sveglio, non ha mai visto? Ma chi può essere così stupido e ottuso da
credere che tutte queste cose che accadono solo nello spirito, avvengano
anche nel corpo? Il profeta Ezechiele, infatti, vide il Signore nello spirito e
non nel corpo4, e l’apostolo Giovanni vide e udì i misteri delI’Apocalisse
nello spirito e non nel corpo, come egli stesso dichiara: «Subito fui in
spirito»5. É Paolo non osa dire di essere stato rapito fisicamente in cielo 6.
Tutti, perciò, devono essere pubblicamente informati che chiunque crede a
queste simili cose, perde la fede, e chiunque non ha vera fede appartiene non
già a Dio ma a colui nel quale crede, vale a dire al diavolo. È scritto, infatti,
di nostro Signore: «Tutte le cose sono state fatte per mezzo di Lui»7. Perciò,
chiunque crede possibile che una creatura cambi in meglio o in peggio, o
assuma aspetti o sembianze diverse per opera di qualcuno che non sia il
Creatore stesso che ha fatto tutte le cose e per mezzo del quale tutte le cose
sono state fatte, è indubbiamente un infedele, e peggiore di un pagano.
Note all’introduzione
1 E. Baluze, Capitularia regum francorum, Parisiis, 1677, II, coll. 365-366. Il
capitolare, raccolto nella sezione «Fragmenta capitularium», viene presentato con il
titolo «De sortilegis et sortiariis».
2 In realtà vi sarebbero fonti anteriori che menzionano la «società di Diana»: trattasi
di una vita di S. Damaso e del libro De spiritu et anima, attribuito ad Agostino, opere
la cui autenticità è dubbia. Cfr. al proposito l’articolo di E. Verga, Intorno a due
inediti documenti di stregheria milanese del secolo XIV, in «Rendiconti del Regio
Istituto storico lombardo di scienze e lettere», s. II, 32 (1890), p. 168.
3 Libri duo de synodalibus causis et disciplinis ecclesiasticis, ed F.G.A. Was-
serschleben, Leipzig, 1840, II, p. 354. Reginone di Prüm, morto nel 915, attese alla
stesura del proprio trattato intorno al 900.
4 Primo ad accennare ad Erodiade fu Raterio di Liegi (890-974), vescovo di Verona,
Liber decretorum, detto più comunemente Decretum, in XX libri (ed. in Migne, pL,
CXL, 831-854). Il libro X, in cui viene riportato per intero il capitolare di Ludovico II,
ha per titolo «De incantationibus, de auguribus, divinis, sortilegiis et variis
illusionibus diaboli».
6 Burcardo, attingendo dall’opera di Reginone di Prüm in cui il Canon seguiva un
altro emanato «Ex concilio Anquirensi», interpretò «Unde supra», col quale detto
Canon Epìscopi 25
suo Decretum (capitolo 30). Lo si veda in Migne, PL, CLXI, 752 sgg.
8 Decretum Magistri Gratiani, in Corpus luris Canonici, cur. E. Friedberg, Leipzig,
rumque ministri...».
10 Holda, Perchta, Abundia, sono tutte divinità femminili legate a culti di fertilità
curialium et vestigiis philosophorum, ed. C.I. Webb, Oxford, 1909,1, c. II, p. 17, è il
primo autore a testimoniare la sovrapposizione delle due credenze. Analisi dettagliate
del passo dell’opera vengono avanzate da E. Verga, art. cit., pp. 170- 171 ; da
Bonomo, Caccia, pp. 33-34, e da J.C. Baroja, Les sorcières et leur monde (tit. or. Las
brujas y su mundo, 1961), Paris, 1978, p. 82.
18 Un accurato esame delle fonti classiche della magia e della stregoneria viene offerto
da J.C. Baroja, op. cit., pp. 36-59. Informazioni al proposito anche in Bonomo,
Caccia, pp. 39-58, capitolo in cui l’autore, oltre ad esaminare le fonti classiche della
credenza nelle streghe, ne mette in luce la sopravvivenza all’interno del mondo
medievale.
9 Cfr. H. Ch. Lea, Histoiredel'lnquisitionau MoyenAge(tìt. or. TheHistoryof thè