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C1, C2, … Ck
explanans
L1, L2, … Lr
E explanandum
Il requisito della controllabilità prescrive che le asserzioni che costituiscono una spiegazione
scientifica debbono essere suscettibili di controllo empirico.
La controllabilità sul pieno empirico si ottiene nel momento in cui i termini-concetti costitutivi degli
enunciati dei tre tipi suddetti (C, L ed E) sono collegati a dati osservativi mediante procedure
prestabilite; in assenza di tali collegamenti, il requisito in questione resterà insoddisfatto e la
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spiegazione non potrà dirsi in alcun modo scientifica. Hempel fa riferimento a delle forme di pseudo-
spiegazioni, fondate su concezioni antropomorfiche della natura, non meglio interpretate sul piano
empirico, invocanti fattori di determinazione occulti, al riparo dell’osservazione.
Il requisito della rilevanza esplicativa prescrive che asserzioni che costituiscono una spiegazione
scientifica contengano né più né meno che l’informazione necessaria e sufficiente a sostegno della
spiegazione stessa.
La differenza tra evento fenomenico ed evento scientifico.
La differenza tra evento fenomenico ed evento scientifico può essere più facilmente colta se la
spiegazione assume come punto di partenza non una domanda del genere “Perché è accaduto
qualcosa?”, ma un quesito formulato in termini di “Che cosa è accaduto?”.
Il ri-conoscimento sul piano scientifico di un dato fenomeno si ottiene con la
interpretazione/riformulazione del fenomeno nei termini di uno specifico
sistema/schema/formazione concettuale.
La spiegazione viene così a configurarsi come un processo costituito da 4 fasi:
(I) Assunzione del fenomeno secondo determinati termini-concetti (formulazione
dell’enunciato che descrive l’explanandum);
(II) Accertamento dell’esistenza di enunciati generali in forma di leggi (le L del modello:
explanans), nei quali i termini concetti (che qui chiamiamo TCe) in cui è espresso
l’explanandum sono collegati direttamente e/o indirettamente, secondo date modalità ad
altri termini-concetti (che qui chiamiamo TCc);
(III) Formulazione di asserti singolari (le C del modello: explanans), espressi nei termini concetti
TCc, che risultano collegati in qualche modo ai termini-concetti TCe nelle leggi dell’explanans;
(IV) Accertamento sul piano empirico della sussistenza di fenomeni antecedenti al fenomeno da
spiegare, che possano essere resi nei termini concetti TCc, in cui sono formulati gli asserti
singolari C del modello.
Il ri-conoscimento si ottiene quando ciò di cui facciamo esperienza rientra nel campo di ciò che
sappiamo. Il mancato ri-conoscimento induce una situazione problematica; alcuni autori
individuano in essa il momento di origine dell’autentica indagine scientifica.
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Ancora sulla differenza tra evento fenomenico ed evento scientifico.
L’insegnamento di Merton (1949, Teoria e Struttura Sociale. Vol. I, Teoria e ricerca empirica), che
“rilegge” il lavoro di Durkheim sul suicidio (1897), è fondamentale dal nostro punto di vista.
Durkheim spiega il fatto suicidio mediante il fatto appartenenza religiosa (esiste un tasso maggiore
di suicidi tra i protestanti piuttosto che tra i cattolici); Merton assume il fatto suicidio
concettualizzandolo in termini di comportamento non adattato, e il fatto appartenenza religiosa in
termini di sostegno socio-psichico fornito ai membri di un dato gruppo (coesione sociale). A questo
punto è possibile una spiegazione in termini di ri-conoscimento.
(I) Assunzione del fenomeno suicidio in termini-concetti di: Comportamento non adattato
(formulazione dell’enunciato dell’explanandum); Sussiste – in un dato tempo e in un dato luogo –
una condizione diffusa di comportamento non adattato in un dato gruppo;
(II) Accertamento dell’esistenza di enunciati generali in forma di leggi (le L del modello: explanans), nei
quali i termini-concetti TCe sono collegati direttamente e/o indirettamente, secondo date modalità,
ai concetti-termini TCc; nella fattispecie: si assume l’ipotesi universale che esprime una relazione tra
comportamento non adattato e (mancato) sostegno psico-fisico derivante ai membri del gruppo
(mancanza di coesione sociale);
(III) Formulazione di asserti singolari (le C del modello: explanans), espressi nei termini-concetti TCc, che
risultano collegati in qualche modo ai termini-concetti TCe nelle leggi dell’explanas; sussiste – in un
dato tempo e in un dato luogo – un dato gruppo caratterizzato da scarso sostegno socio-psichico
per i membri che ne fanno parte;
(IV) Accertamento sul piano empirico della sussistenza di fenomeni antecedenti al fenomeno da spiegare
che possono essere resi nei termini-concetti TCc in cui sono formulati gli asserti singolari del
modello; accertamento del fatto che - in un dato tempo e in un dato luogo – l’appartenenza al
gruppo religioso dei protestanti comporta per i membri dello stesso subire una condizione di scarso
sostegno socio-psichico.
«Ciò che dapprima era stato preso come una uniformità isolata, viene ri-enunciato come una relazione, non
una relazione tra l’affiliazione religiosa e il comportamento [il suicidio], ma una relazione tra (gruppi aventi)
certi attributi concettualizzati (la coesione sociale) ed il comportamento. La portata della scoperta empirica
originaria viene considerevolmente estesa, e diverse uniformità apparentemente disparate si rivelano
correlate (così la differenza nelle percentuali di suicidi tra persone sposate e celibi può essere derivata dalla
stessa teoria)» (Merton, 1949, tr. it. 1983, p. 244).
«Egli [Sutherland] rileva che vi è un implicito equivoco nelle teorie criminologiche che tentano di fornire una
spiegazione del fatto che c’è una percentuale di delitti molto più alta, secondo le “stime ufficiali”, nelle classi
sociali inferiori che non in quelle superiori. Questi “dati” sul delitto (organizzati in termini di un concetto
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operativo particolare o di una concezione particolare del delitto) hanno condotto ad una serie di ipotesi che
considerano la povertà, le condizioni degli slums, la debolezza mentale ed altre caratteristiche che si ritiene
siano strettamente associate ad uno status di classe inferiore, come “cause” del comportamento criminale.
Una volta chiarito che il concetto di delitto si riferisce alla violazione della legge penale ed è così esteso da
comprendere anche la criminalità degli impiegati nel mondo degli affari e nell’esercizio delle professioni –
violazioni che sono riflesse nelle statistiche ufficiali dei delitti meno spesso di quanto non lo siano le violazioni
proprie alle classi inferiori – la presunta associazione stretta tra un basso status sociale e delitto non si può
più mantenere» (Merton, 1949, tr. it. 1983, p. 233-4, corsivo aggiunto).
Così se si conviene a che il concetto di “comportamento criminale” contempli anche i reati – per così dire –
di carattere amministrativo, come per esempio l’abuso d’ufficio (ciò dovrebbe essere accertato
controllandone la definizione lessicale), si deve evitare il rischio che si possa adottare implicitamente il
presupposto non provato che le violazioni da parte dei membri delle diverse classi sociali siano registrate in
modo rappresentativo nelle statistiche ufficiali (problema di definizione operativa).
La “storiella” non è semplicemente inventata. Alexander Fleming racconta così la scoperta della penicillina:
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«Mentre lavoravo con stafilococchi di diversi ceppi, alcune piastre di coltura furono collocate da una parte
del banco del laboratorio e di tanto in tanto venivano esaminate. Nel corso degli esami queste piastre si
trovavano necessariamente esposte all’aria e vennero contaminate da vari microrganismi. Si è rilevato che
attorno ad una grande colonia di muffa contaminatrice, le colonie di stafilococchi diventavano trasparenti,
essendo così evidentemente soggette a lisi» (Fleming, 1929, On the Antibacterical Action of Cultures of a
Penicilium, with Special Reference to their Use in the Isolation of “B.Influenzae”, p. 226, corsivo aggiunto).
I fenomeni in questione, qui, riguardano la formazione di muffa e il cambio di colore degli stafilococchi; gli
eventi scientifici invece riguardano la contaminazione da parte di microrganismi e la lisi (la distruzione di
cellule o batteri) degli stafilococchi (la presenza di muffa è -per così dire- un indicatore della contaminazione;
il colore degli stafilococchi è un indicatore del grado di virulenza dei batteri).