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(tradizionali e recenti)
l I modelli psicodinamici
Sono importanti i conflitti intrapsichici
l I modelli esperienziali
E’ importante la soggettività della persona
l I modelli cognitivo-comportamentali
Sono importanti gli schemi mentali e l’azione
l I modelli interpersonali
Sono importanti i conflitti interpersonali
I modelli a confronto
(dimensioni per il confronto)
l Teoria della personalità
l La relazione terapeuta-paziente
- Il ruolo del terapeuta
- La relazione terapeutica
- Il Transfert e il Controtransfert
l La resistenza
l L’insight e l’interpretazione
l L’intervento orientato all’azione
I Modelli Psicodinamici
La distinzione tra psicoanalisi e
modelli psicodinamici è molto
sfumata
La psicoanalasi è relativamente
restia di fronte alle innovazioni
I modelli psicodinamici sono più
vivaci e in evoluzione (hanno influito
molto le ricerche di Luborsky)
Tutti i modelli psicodinamici danno
importanza al rapporto terapeuta -
paziente
- Il terapeuta deve interpretare e
rimanere neutro (modello classico)
- Oltre all’inconscio, è importante il
rapporto interpersonale: è
occasione per apprendere nuovi
modi di relazionarsi (modelli
psicodinamici recenti)
Il cambiamento con i psicodinamici
Due orientamenti:
a. L’insight è lo strumento di base
per il cambiamento (Freud,
Kernberg)
b. L’insight conta; è più importante
il rapporto con il terapeuta
(l’esperienza emozionale
correttiva, Alexander e French)
Il modello rappresentazionale
dell’attaccamento di Bowlby
l Dalle concettualizzazioni psicodinamiche
sono emersi diversi modelli
l Il modello dominante è quello di Bowlby:
- Il disagio deriva dalla mancata interioriz-
zazione di immagini parentali affidabili
- La patologia deriva dalle esperienze falli-
mentari di attaccamento e separazione
lDue dimensioni di fondo sono
importanti nel modello di Bowlby:
a. La relazione con l’altro (attacca-
mento)
b. L’esplorazione creativa
l Il modello di Bowlby ha grossi
addentellati con gli approcci psico-
dinamici di natura relazionale e con
gli approcci cognitivi che danno
importanza agli schemi
Modelli psicodinamici
A. Teoria della Personalità
l La patologia è essenzialmente:
- La negazione della realtà per quella
che è
- La fuga piuttosto che il confronto
con le realtà esistenziali inevitabili
della vita umana (la libertà limitata, la morte, la
sofferenza, la solitudine)
- Il blocco della consapevolezza
l Il cambiamento avviene quando le
angosce esistenziali non sono negate
I Modelli Esperienziali
B. La relazione terapeuta - paziente
l b1. Il ruolo del terapeuta:
- Il paziente è responsabile del
proprio cambiamento
- Il terapeuta, sui pazienti, non ne
sa di più dei pazienti stessi
- Il terapeuta facilita il processo
l Rogers identifica la terapia con la
relazione; gli esistenzialisti e i
Gestaltisti distinguono tra relazione
e tecnica (pertanto il ruolo del terapeuta
cambia rispetto ai rogersiani)
I Modelli Esperienziali
B. La relazione terapeuta - paziente
l b2. La relazione terapeutica:
- La relazione reale è autentica: deve essere
empatica, rispettosa e cordiale.
- E’ essenziale per il cambiamento
- E’ lo strumento di cambiamento (Rogersiani)
- La relazione è distinta dall’intervento tecnico
(non rogersiani).
- I terapeuti esistenziali insistono sull’ansia
esistenziale
- Hanno peso la relazione reale, terapeutica e
transferale (importante la congruenza del terapeuta)
I Modelli Esperienziali
B. La relazione terapeuta - paziente
l b3. Transfert e controtransfert
- Concetti rari nei modelli esperienziali
- I rogersiani li escludono apertamente
e insistono sulla relazione autentica
- I rogersiani colgono le distorsioni, ma
le affrontano direttamente
- Per i Gestaltisti il transfert è una fuga
dall’essere se tessi
- Gli esistenzialisti ne parlano come
conseguenza dell’ansia esistenziale
I Modelli Esperienziali
B. La relazione terapeuta - paziente
l b4. La resistenza
- Il concetto non ha un posto rilevante
- Se l’ansia induce le persone a porsi in
modi poco genuini, essi sono affrontati
con delicata frustrazione (Rogersiani) o
con diretta confrontazione (Gestaltisti)
- In genere la resistenza è vista come
un segnale di errori di intervento
I Modelli Esperienziali
C. L’insight e la Interpretazione
l L’insight, l’interpretazione e la
consapevolezza sono simili alla
psicoanalisi
l Invece che il passato viene accentuato il
presente, su come la persona evita
l’ansia esistenziale
l Per i rogersiani e i Gestaltisti non hanno
senso le interpretazioni: sono manovre
intellettualizzanti
I Modelli Esperienziali
D. La dimensione esperienziale
l La focalizzazione di base dei modelli
esperienziali è sull’esperienza del momento
presente
l Per i rogersiani è essenziale simbolizzare le
esperienze attraverso la “verbalizzazione”
l La Gestalt insiste sul contatto diretto con la
fenomenologia del momento attuale
l Gli interventi mirano a evidenziare blocchi,
fughe dal reale, limitazioni dell’esperienza, e
assenza di simbolizzazione
I Modelli Esperienziali
E. L’intervento orientato all’azione
l Secondo i rogersiani sarebbe
contraddittorio introdurre qualsiasi
attività di natura educativa
l I Gestaltisti intervengono in modo attivo
e diretto quando il paziente si imbatte in
blocchi e resistenze
l Gli analisti esistenziali confrontano con
sistematicità ed esplorano i significati
dei comportamenti e la collocazione dei
significati nell’esistenza del paziente
I Modelli
Cognitivo-comportamentali
l Il modello comportamentista si fonda
essenzialmente sui modelli di
apprendimento (condizionamento classico e
operante, Wolpe, 1958)
l Oggi sono importanti i contesti sociali
(osservazione di modelli, identificazione con coetanei)
l Negli anni ‘80 emerge con forza tra i
cognitivisti l’orientamento soggettivo
(costruttivismo e postmodernismo)
I Modelli Cognitivo-comportamentali
l b4. La resistenza
- Viene letta come comportamento non
collaborativo quando il paziente non
esegue i compiti assegnati
- Chiaramente non attribuiscono alla
psicodinamica del paziente la non
collaborazione, ma alla mancanza di
competenza, di capacità relazionali,
ecc...
I Modelli Cognitivo-comportamentali
C. L’insight e l’interpretazione
l (b1)
- Gli interventi tecnici sono contrattuali
- Il terapeuta stimola il paziente ad
assumere l’iniziativa e ad essere attivo
durante e dopo la terapia
I Modelli Interpersonali
B. La relazione terapeuta-paziente
l b4. La resistenza
- E’ vista soprattutto come possibile
segnale di non parità relazionale o
carente capacità empatica da parte del
terapeuta; per questo egli monitorizza
continuamente la reazione ai suoi
interventi
I Modelli Interpersonali
C. L’insight e l’interpretazione
l Non sono preoccupazione prioritaria di
questi modelli
l I conflitti del paziente, anche intrapsi-
chici, vengono portati nel qui ed ora
l Affrontare i conflitti nella relazione in
atto richiede notevole capacità inter-
pretativa, insight, contatto con i propri
processi transferali, conoscenza delle
modalità relazionali culturali e di
estrazione sociale, ecc...
I Modelli Interpersonali
D. La dimensione esperienziale
l E’ importante perché gli eventi sociali,
interpersonali e transazionali sono
centrali nel suscitare emozioni (Kiesler,
1996)
l I messaggi evocativi dei pazienti indi-
rizzati al terapeuta, suscitano nel tera-
peuta esperienze ed emozioni infor-
mative importanti, di qui la necessità
che il terapeuta sia in contatto con sé
l Il contatto con sé è necessario per la
chiarezza nell’uso della tecnica
I Modelli Interpersonali
E. L’intervento orientato all’azione
l L’intervento tecnico è chiaramente
parte integrante del processo
terapeutico
l L’intervento relazionale e tecnico serve
per promuovere la consapevolezza e
l’insight
l I diversi livelli di feedback metacomu-
nicativo durante l’incontro sono
strumento importante di cambiamento
FINE MODELLI