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IO VAGABONDO
UNA STORIA DA RACCONTARE
ANNI DI FRONTIERA
TI LASCIO UNA PAROLA
IL PROFUMO DEL MARE
CANTO ALLA LUNA
TEMPO CHE SE NE VA
LE LEGGENDE DI UN POPOLO
MEDITERRANEO
32° PARALLELO
BUONANOTTE AI SOGNATORI
CONTRO
COME POTETE GIUDICAR
HO DIFESO IL MIO AMORE
UN GIORNO INSIEME
TUTTO A POSTO
GORDON
IL PILOTA DI HOROSHIMA
MA NOI NO!
I RAGAZZI DELL’OLIVO
GLI AIRONI NERI
RIVERISCO - PARTE 1a - LA FORESTA
LA CITTA'
LA MORALE
FIORE NERO
BALLA PIERO ( LA BALLATA )
LA STORIA
RIVERISCO - PARTE 2a - L'ALBERO
I MIEI ANNI ( IL BILANCIO )
IL PAESE ( IL VALORE )
LA VOGLIA DI POSARE ( LA CRISI )
LA DEVIANZA
LA REALTA'
LA DERIVA
LA BOMBA
BIANCHI E NERI
EDITH
NUVOLE BASSE
AGGUANTA IL LEONE
TRA LORO
LONTANO
SEMPRE DI CORSA
IL PAESE DELLE FAVOLE
C'E' UN RE
MA CHE FILM LA VITA
SUONI
SALVADOR ( 15 ANNI DOPO )
MERCANTI E SERVI
L'UOMO DI MONACO
IL SERPENTE SPIUMATO
RICORDATI DI CHICO
DAMMI UN BACIO
SALUTAMI LE STELLE
UNO COME NOI
COLPA DELLA LUNA
CAMMINA CAMMINA
IL TRENO DELLA NOTTE
ROTOLANDO VA
CASA MIA
IL FALO'
NELLA SERA
SEGNALI CAOTICI
AIUTALA
HEY NOMADI
SARA' COME IL TEMPO VUOLE
SENZA PATRIA
MICHELINA
GIRA
IL FIUME
ROSSO
10 GATTI RANDAGI
RICORDATI
IL VENTO DEL NORD
LE STRADE
VA ( LA MIA VITA VA )
IL TAVOLINO
LA DOVE STANNO GLI DEI
IL SAGGIO
IL VIAGGIATORE
TU PUOI
LUNGO LE VIE DEL VENTO

IO VAGABONDO
Io un giorno crescerò
e nel cielo della vita volerò
ma un bimbo che ne sa
sempre azzurra non può essere l’età...
Poi una notte di settembre mi svegliai
il vento sulla pelle
sul mio corpo il chiarore delle stelle,
Chissà dov’era casa mia
e quel bimbo che
giocava in un cortile...!
Io, vagabondo chi son io?
Vagabondo che non sono altro
soldi in tasca non ne ho
ma lassù mi è rimasto Dio...
Sì la strada è ancora là
un deserto mi sembrava la città
ma un bimbo che ne sa
sempre azzurra non può essere l’età
Poi una notte di settembre mi svegliai...
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UNA STORIA DA RACCONTARE
Il vento passava le sbarre, fischiettando canzoni
tristi, e porta ricordi di vita, come nastri e
colori già visti,
la casa, glia amici, l’ultimo libro sul
comodino, il ricordo dei giorni felici, il mare,
il cielo, i colori, il vino…
e c’è un’altra storia da dire, una favola da
raccontare, un amore che non può finire, una
pagina da inventare,
e c’è un’altra storia da dire, un aquilone che
non sa volare, un uomo che presto andrà a
morire, una pagina da colorare…
ed il sole passava le sbarre, caldo d’amore ma
un po’ affannato, riscaldando l’ultimo giorno,
quello più lungo di un condannato,
e la luce inventava l’ombra,
e suggeriva il suo desiderio,
diventare domani luce,
svanire nel nulla e nel mistero
e c’è un’altra storia da dire, una favola da
raccontare, un amore che non può finire, una
pagina da inventare,
e c’è un’altra storia da dire, un aquilone che
non sa volare, un uomo che presto andrà a
morire, una pagina da colorare,
e domani sarà un altro giorno, con uno di
meno su questo mondo, ed una sedia che
scaricherà, rabbia e violenza in un solo secondo,
e domani sarà morte amara, un omicidio
legalizzato, un’ingiustizia chiamata legge, un
boia di nero mascherato…
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ANNI DI FRONTIERA
Sguardi all’orizzonte, per vedere dov’è il futuro,
noi restiamo qua sul fronte, a difenderci a
muso duro, leggendo negli sguardi, tutti i
segni che lascia il tempo, è il tempo che fa il
potere, non arrenderti al presentimento
calma sarà la notte, perché quieto sarà il
domani, un equilibrio falso che spezzeremo
con le mani, qui non esiste tempo, per la
rassegnazione, qui c’è un fuoco che brucia
dentro, tieni alta l’attenzione,
in questi anni di frontiera, per riprenderci le
piazze, questa vita ancora intera, calpestata
ma non affossata, anni di frontiera, per alzare
in alto una bandiera, anni di frontiera, per
salvare il sogno di chi spera
E questo cuore in fiamme, questa voglia di
costruire,
proprio dove il sole brucia, dove è forte la
pressione,
incendierà i miei sogni darà fiato al mio stupore,
e brucerà le gole, di chi ha sete di potere,
non ci sarà l’estate, se non viene primavera,
su queste rovine, oltre questi anni di frontiera,
dietro alle urla che non riesci, nemmeno più
ad ascoltare in queste mani che ora stringono,
terra da riconquistare,
anni di frontiera… per riprenderci le piazze,
questa vita ancora intera, calpestata ma non
affossata, anni di frontiera, per alzare in alto
una bandiera, anni di frontiera, per salvare il
sogno di chi spera…
Questi anni di frontiera, per riprenderci le
piazze, questa vita ancora intera, calpestata
ma non affossata, anni di frontiera, par alzare
in alto una bandiera, anni di frontiera, per
salvare il sogno di chi spera…
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TI LASCIO UNA PAROLA
Ti regalo le mie scarpe, sono nuove, prendi
anche qualche libro, può servire saprò alzarmi
in volo e vere dove sei, ti manderò a dire
goodbye
ti regalo la mia giacca, ti sta bene, ti lascio
una valigia, da riempire, ti lascio anche il mio
numero, perché non si sa mai, ti lascio una
parola goodbye
goodbye, my friend goodbye, goodbye, goodbye
my friend…
Saprò alzarmi in volo e vedere dove sei, ti
manderò a dire goodbye
goodbye, my friend goodbye, goodbye, goodbye
my friend.
Quanti sogni, viaggi, colori, antichi rancori,
e una fantasia, piena di amori
e andare contro il vento, non è difficile lo sai,
lo è, senza saluto, casomai
goodbye, my friend goodbye, goodbye, goodbye
my friend. goodbye, my friend goodbye,
goodbye, goodbye
my friend goodbye
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IL PROFUMO DEL MARE
Nelle sere d’ottobre ci ritroveremo, avvolti nel
profumo del mare, a parlare ancora di questa
vita, alle sue promesse mai mantenute,
e ad asciugare quelle lacrime,
e forse amico, capirai,
che ho ancora bisogno di te,
ancora, bisogna di te
e penso alle riserve indiane, agli accampamenti
degli zingari, lontano dalle loro radici, si
specchiano in antichi racconti, che hanno
ancora il profumo del mare, ancora, il profumo
del mare,
e se domani, e se domani, il Sole sarà nel cielo,
lo guarderò, oh si, lo guarderò e se domani
e se domani, ci troveremo insieme a cantare,
quelle melodie che hanno
il profumo del mare, il profumo del mare,
Nelle sere d’ottobre ci ritroveremo, avvolti nel
profumo del mare, a parlare ancora di questa
vita, alle sue promesse mai mantenute,
e forse amico, capirai, che ho ancora bisogno
di te,
e penso a te, mio piccolo amore, alla dolcezza
del tuo sorriso, ad al mattino che ci risveglia,
per te dipingerà un arcobaleno, che avrà i
colori, ed il profumo del mare, i colori, ed
il profumo del mare…
e se domani, e se domani, il Sole sarà nel cielo,
lo guarderò, oh si, lo guarderò e se domani
e se domani, ci troveremo insieme a cantare,
quelle melodie che hanno il profumo del mare,
il profumo del mare.
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CANTO ALLA LUNA
E’ già mattina e bevo un altro caffè guardo le
nuvole sopra di me
nella stazione della grande città
ancora mi chiedo cosa faccio qua
basta torno sulla strada
suono la chitarra che magari faccio qualche
lira ritmo batte nella testa
grido forte al mondo quello che mi rode
canto alla luna la storia della vita mia cerco
fortuna un po’
canto alla luna credo, ancora in Dio
cerco fortuna per me, per quelli come me
quanti barboni fuori dal metrò
escono al sole per scaldarsi un po’
con la chitarra mi guadagnerò
un biglietto sola andata per il " non lo so "
vai gioca con la mente
siamo una tribù di gente strana che riamane in
piedi
basta libero la testa
brucio la paura con il fuoco della trasgressione
canto alla luna la storia della vita mia cerco
fortuna un po’
canto alla luna credo, ancora in Dio
cerco fortuna per me, per quelli come me
canto alla luna la storia della vita mia Canto
alla luna però
cerco fortuna eppure io la 1troverò
un po’ di fortuna per me, per me!!!!
canto alla luna ma un giorno a casa tornerò
canto alla luna sì
cerco fortuna eppure io la troverò
un po’ di fortuna per me, per quelli come
me!!!!
Torna Su CHE SE NE VA
Immagini sbiadite, di un paese ormai lontano,
ricco di contrade vuote, e di donne sole d’acqua
che diventa fiume, tempo che se ne và, bambino
allo specchio, non c’è gioco che non sarà,
porterà l’odore, del mostro nelle strade, e la
festa nelle piazze, colori dell’autunno,
trampolieri e mangiafuoco, giocolieri ed
imbroglioni,
il mio cuore si riempiva, di tante emozioni
vite consumate, a prender decisioni, e voglia di
fuggire, cuori fermi alle stazioni voglia di
restare, fra canto e osterie, ormai l’ultimo
treno, se ne è andato via
anni che passano, dietro alle stagioni,
girando poi le spalle, come fanno gli uomini
forti,
quelli che nella vita, non accettano mai torti,
vecchio contadino, che dava consigli al vento
seduto su quell’uscio, con la bottiglia accanto,
la sua bocca come un fiume, straripante di
parole, raccontava di una donna, il suo più
grande amore
troppo vuota la bottiglia, troppo grande il suo
dolore,
lo trovarono al mattino, di un giorno senza
sole, lo trovarono con in mano, una foto in
bianco e nero,
di quella donna tanto amata, di cui andava
fiero…
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LE LEGGENDE DI UN POPOLO
Non ho più parole
solo il silenzio nella notte
che accompagnava i miei passi
non so più a chi credere
scorre la rabbia nel fiume
lente cadono le foglie
ragazzi di 20 anni che a casa non torneranno
rimane una croce sulla collina
Ritornano i pescherecci dal mare
ritornano le aquile al nido
le leggende di un popolo sono antiche come
le montagne
Stanno sventolando le bandiere
nessuna ha il colore della libertà
bruceranno in un fuoco d’inverno
abbiamo chiuso i nostri occhi
le porte della coscienza
senza voltarci per non guardare
cosa vuoi che siano il Libano, la Jugoslavia,
l’Amazzonia
gente senza nome senza una storia
Ritornano i gabbiani sugli scogli
ritornano i bambini nei cortili
le leggende di un popolo sono antiche come
le montagne
ritornano i gabbiani nel mare
partono le aquile dai nidi
ritornano i gabbiani sugli scoglie
giocano i bambini nei cortili
le leggende di un popolo sono antiche come
le montagne
le leggende di un popolo sono antiche come
le montagne
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MEDITERRANEO
Se tu sei serena con lui, non lo tradire mai,
questo enorme spirito d’acqua, che illumina i
marinai, dove il mare annuncia roccia, e la
roccia annuncia altro mare, quella roccia è
soltanto un’isola, dove poter sostare,
popolazioni millenarie, son passate di qua,
sopra un cargo, a difendere, la loro dignità,
ed il signore, di pelle scura, Principe dei Borboni
ha ancora addosso, sull’armatura, l’odore dei
limoni, l’odore dei limoni
Mediterraneo, Mediterraneo, Mediterraneo,
Mediterraneo,
Se sarai fedele a lui, lui ti accompagnerà,
lungo il corso della tua vita, tra penisole e
città, tra la gioia e la sconfitta, la vittoria ed
il dolore
il tuo corpo avrà il suo fascino la tua pelle
porterà il suo odore,
e su da Tangeri, a Gibilterra,
tra i continenti, il mare,
e l’Atlantico, falso e immobile, sogna di rubare
e quante storie celano i porti, dietro alle case
bianche, di pescatori, di fibra dura, quasi in
odore d’Oriente, quasi in odore d’Oriente…
Mediterraneo, Mediterraneo, Mediterraneo,
Mediterraneo, Mediterraneo, Mediterraneo,
Mediterraneo, Mediterraneo
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32° PARALLELO
Parla il Giordano, parla alla gente, rompe il
silenzio, fatto di niente, scende la notte, con
passo da fiera, porta minacce, su gente che
spera…
sui territori, ancora occupati, passano i cingoli
dei carri armati, sogno dei folli, abita il cielo,
32° parallelo
da oltre oceano, l’occupazione, è benedetta,
senza ragione, pronti a sancire, più di un
trattato, pronti a coprire ogni massacro,
sui territori, ancora occupati, passano i cingoli,
dei carri armati salgono da Hebron, grida nel
cielo 32° parallelo
salgon da Hebron, grida nel cielo, 32° parallelo,
la striscia della morte, ha solcato la memoria,
popoli senza tempo, famiglie senza storia,
sui territori, ancora occupati, passano i cingoli,
dei carri armati, salgono da Hebron, grida nel
cielo 32° parallelo,
salgon da Hebron, grida nel cielo,
32° parallelo,
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BUONANOTTE AI SOGNATORI
Un’altra notte, questa notte, porta canti per
i sognatori, racconta favole, porta odori, che
hanno il gusto della libertà,
un’altra notte, questa notte, ruba l’ombra e
fugge via, solo attimi di poesia, non c’è luce
nella città
e buonanotte ai sognatori,
sognatori di questa vita,
e buona notte ai perdenti,
perché vincano una partita,
e buonanotte ai pescatori,
ad alle loro lampare,
a chi cammina per il mondo,
sempre avanti come il mare,
Un’altra notte, questa notte, porta canti per
i sognatori, racconta favole, porta odori, che
hanno il gusto della libertà,
un’altra notte, questa notte, ruba l’ombra e
fugge via, solo attimi di nostalgia, non c’è
luce nella città,
e buonanotte ai sognatori,
sognatori di questa vita,
e buona notte ai perdenti,
perché vincano una partita,
e buonanotte ai pescatori,
ad alle loro lampare,
a chi cammina per il mondo,
sempre avanti come il mare,
e buonanotte ai sognatori,
sognatori di questa vita,
e buona notte ai perdenti,
perché vincano una partita,
e buonanotte ai pescatori,
ad alle loro lampare,
a chi cammina per il mondo,
sempre avanti come il mare…
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CONTRO
Contro i fucili, carri armati e bombe
contro le giunte militari, le tombe
contro il cielo che ormai è pieno
di tanti ordigni nucleari
contro tutti i capi al potere che non sono ignari
contro i massacri di Shabra e Scatila
contro i folli martiri dell’ira
contro inique sanzioni, crociate americane
per tutta la gente che soffre e che muore di fame
contro chi tiene la gente con il fuoco
contro chi comanda e ha in mano il gioco
contro chi parla di fratellanza, amore e libertà
e poi finanzia guerre e atrocità
contro il razzismo sudafricano
contro la destra del governo israeliano
contro chi ha commesso stragi, pagato ancora non ha
per tutta le gente ormai stanca e che vuole verità
contro tutte le intolleranze
contro chi soffoca le speranze
contro antichi fondamentalismi e nuovi imperialismi
contro la poca memoria della storia
contro chi fa credere la guerra un dovere
contro chi vuole dominio e potere
contro le medaglie all’onore e alla santità
per tutta la gente che grida " libertà "
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COME POTETE GIUDICAR
Come potete giudicar
come potete condannar
facciam così perchè crediam
in ogno cosa che facciam
chi vi credete che noi siam
per i capelli che portiam
facciam così perchè crediam
in ogni cosa che facciam
e se vi fermaste un po' a guardar
con noi a parlar
v'accorgereste certo che
non abbiamo fatto male mai.
Quando per strada noi passiam
voi vi voltate per guardar
ridete pure se vi va
ma non dovreste giudicar.
Ci vuole poco a immaginar
quello che state per pensar
ridete pure se vi va
ma non dovreste giudicar
e se a voi questo modo di pensar
a voi non va
cercate solo di capir
che non facciamo male mai
e se vi fermaste a guardar
con noi a parlar
v'accorgereste certo che
non abbiamo fatto male mai.
Come potete giudicar
come potete condannar
chi vi credete che noi siam
per i capelli che portiam
facciam così perchè crediam
che nessun male si possa far.
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HO DIFESO IL MIO AMORE
Queste parole
sono scritte da chi
non ha visto più il sole
per amore di lei.
Io le ho trovate
in un campo di fiori.
Sopra una pietra
c'era scritto così:
"Ho difeso
ho difeso
il mio amore
il mio amore"
C'era una data
l'otto di maggio,
lei era bella,
era tutto per lui.
Poi venne un altro,
gliela strappa di mano
cosa poi sia successo
lo capite anche voi.
Ho difeso
ho difeso
il mio amore
il mio amore.
Questa è una storia
che finisce così
sopra una pietra
che la pioggia bagnò.
Son tornato una notte
e ho sentito una voce,
il grido di un uomo
che chiedeva perdono.
Ho difeso
ho difeso
il mio amore
il mio amore...
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UN GIORNO INSIEME
Non dire niente
fra un minuto il giorno nascerà
e l'uomo che io ero morirà.
Amica mia
questa casa non è casa mia
col primo vento caldo me ne andrò.
Cielo grande cielo blu
quanto spazio c'è lassù
cammino solo e non ti sento più.
Cielo grande cielo blu
al mio fianco c'eri tu
e il giorno che nasce
cancella ogni segno di te.
Un giorno insieme
a lanciar sul fiume i sassi e poi
capire cosa siamo in fondo noi.
Amica mia
so che forse tu non capirai
ma un uomo no,
non è contento mai.
Cielo grande cielo blu
quanto spazio c'è lassù
cammino solo e non ti sento più.
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TUTTO A POSTO
Le miei gambe oramai
sono stanche e vorrei
dare un po' di sonno agli occhi miei
scende l'oscurità
c'è una casa più in là
il mio viaggio adesso finirà
e per lei
io vedo quella ferrovia
e fra i sassi la mia via
nel passato e nel presente corre già.
E vanno indietro gli anni miei
e si fermano con lei
che la mente mia non ha lasciato mai
tutto è a posto lo so
tutto è a posto perchè
quello che lasciai ancora c'è:
le colline più in là
e la strada che va
so che fino a lei mi porterà
sono arrivato
la notte è azzurra intorno a me
luglio fra quei rami è
il profumo dell'estate ancora c'è
e qualche passo ancora e poi
so che mi preparerà
una cena calda
e il fuoco accenderà.
C'è silenzio tra noi
guardo negli occhi suoi
e capisco la mia ingenuità
tutto è a posto lo so
tutto è aposto perchè
tutto è come quando me ne andai
tranne lei
ma tutto è a posto oramai
anche se ho capito che
il mio posto nel suo mondo più
non c'è
ma tutto è a posto oramai
anche se ho capito che
il mio posto nel suo mondo più
non c'è.
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GORDON
Ritorna al tuo pianeta Mongo
torna al tuo sole Gordon
non vagare per universi bui
di una falsa coscienza
non andare nel freddo
di un niente che speranza
più non ha.
Hai staccato il tuo segnale
che ti legava alla Terra
ti sei levato dalla rotta
dell'astronave guida
credi di poter andare da solo
nel vero al di là.
Per i pazzi non c'è più pace
e tu sei pazzo Gordon
dentro il freddo non c'è vita
e tu sei morto Mongo
un fantasma opalescente
maledetto nel ricordo della sua gente.
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IL PILOTA DI HOROSHIMA
Fuori nel mondo chissà dove
o su nel cielo fra gli eterni eroi,
ma nel fondo di un profondo eterno
vive un uomo, vive il suo inferno.
La sua bocca più non parla,
le sue notti non le dorme più
sta nascosto dietro il suo pensiero,
muore un uomo, muore senza il vero.
Il pilota di Hiroshima,
un duro alla maniera di John Wayne,
Ray Ban scuri, il lavoro era guerra,
ma negli occhi
quel bimbo sulla terra.
Fuori nel mondo chissà dove,
nel riflesso del cielo nello stagno,
striscia ancora la scia di vapore
del suo aereo e di quelle ore.
Il pilota di Hiroshima,
un duro alla maniera di John Wayne,
Ray Ban scuri, il lavoro era guerra,
ma negli occhi
quel bimbo sulla terra.
Sente battere le ali,
sente il freddo tutto intorno a sè,
vede luci di luce più abbagliante,
di quel sole esploso in un istante.
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MA NOI NO!
Ma noi, ma noi, ma noi, occhi chiusi guai,
bisogna stare attenti, bisogna stare attenti,
a quello che si vede, a quello che si sente,
Ma noi, ma noi, ma noi, occhi chiusi mai,
lusinghe e vanità, lusinghe e vanità,
no non sono una realtà, no non sono una realtà.
Bambini imparare o tacere
studenti imparare a imparare,
ragazzi ragazze sognare
e da grandi imparare a subire, SUBIRE!
Ma noi, ma noi, ma noi no, buoni come il pane,
ma cattivi come un cane, cattivi come un cane,
se gli fregano il suo pane, se gli fregano il suo pane.
Ma noi, ma noi, ma noi no, bocca chiusa mai
miserie e ambiguità, miserie e ambiguità,
no non sono uno realtà, no non sono una realtà.
Soldati imparare a sparare,
studenti imparare a marciare,
uomini donne sognare
e da vecchi imparare o morire, MORIRE!
Mo noi, ma noi, ma noi no bocca chiusa mai
ci viene di parlare, Ci viene di parlare
qualche volto anche urlare, qualche volta anche urlare.
Ma noi, ma noi no noi no, bocca chiusa mai,
ci viene di pensare, ci viene di pensare,
qualche volta anche cantare, qualche volta anche cantare, CANTARE
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I RAGAZZI DELL’OLIVO
In quei disegni senza piu' serenità
niente aquiloni, solo amare realtà,
niente più azzurri che colorano il cielo
solo pastelli che sporcan tutto nero.
In quei disegni senza più umanità
niente sorrisi solo gedti di libertà
niente più prati, ma strade con barriere,
solo guerrieri che agitano bandiere.
Ma questa guerra è uno strano gioco,
consuma gente, vite a poco a poco,
con i sassi contro quelle bombe
quelle grida contro quegli spari.
In quei disegni senza più semplicità
persiane chiuse, solo graffi di verità,
niente cortili così pieni e rumorosi
solo figure e volti timorosi.
Ma questa guerra è uno strano gioco,
consuma gente, vite a poco a poco,
con i sassi contro quelle bombe
quelle grida contro quegli spari.
In quei disegni senza più serenità
niente aquiloni solo amare realtà
niente più azzurri che colorano il cielo,
solo pastelli che sporcan tutto nero
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GLI AIRONI NERI
Gli aironi neri, attraversano il cielo,
l'inverno bianco, scende dal nord,
l'estate gialla, s'è nascosta nel mare,
il vento freddo sta correndo sui prati.
Ma io e te amica mia, con le mani nelle tasche,
camminiamo sulla strada, e l'estate ancora dentro,
con un sogno di maree e di corpi caldi al sole,
e di voci nella notte, notte chiara.
Tu che conosci il mare, portami via con te,
dove la gente veste solo dei suoi colori,
tu che conosci il mare e il vento suo padrone,
riempi quella vela e rompi quelle onde.
La nebbia grigia, ha riempito le strade,
lampioni persi sulla riva del fiume,
l'estate gialla, c'è rimasta negli occhi,
la pioggia bianca, copre le strade d'argento.
Ma io e te amica mia, con le mani nelle tasche,
camminiamo sulla strada e l'estate ancora dentro,
con un sogno di maree e di corpi caldi al sole,
e di voci nella notte, notte chiara.
Tu che conosci il mare, portami via con te,
dove la notte è chiara e il cielo è più vicino,
tu che conosci il mare e le stelle come guida,
prendi quel timone e insegnami la via.
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RIVERISCO - PARTE 1a - LA FORESTA
Riverisco lor signori
sono il pagliaccio della corte
della mensa della casa di un
porcaro dell'Arconte e ricordo
a lor signori che per certi casi
strani l'eri che diventa oggi non
ritornerà domani.
Calcolando si conteggia
che la roba va al denaro ma la
mano che la porta è più
importante del guadagno se la
roba sono i soldi anche i soldi
son la roba e il denaro è
un'astrazione della fabbrica di merci.
Riverisco lor signori
sono il pagliaccio della corte
della mensa della casa di un
porcaro dell'Arconte c'è chi dice
che son matto che mi chiama
menestrello sono invece solo il paggio
del buffone del castello.
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LA CITTA'
Spirali stanche attorno ai tavolini
parlano ancora dei soliti casini
cose risolte perchè non affrontate
non affrontate perchè non superate
altri invece incrociano le mani
per parlare con spiriti lontani
quando la notte cala
sulla piccola città
in cento fiabe di libertà.
Il dio del male un cinque anni fa
prese dimora nella piccola città
re di menogna principe di falsità
si tinse in odore di santità
portò la morte portò la dispersione
la paura la rabbia e poi la delazione
il dio del male un cinque anni fa
fece leva sulla vanità.
Scelse complici le tenebre atmosfere
l'uomo di ghiaccio e le vedove nere
fino in Olanda sono andati tutti insieme
per riportare la morte che conviene
ma anche loro molta ne han mangiato
perchè il padrone possa essere saziato
e hanno ucciso tutti i loro amici
son ricchi ma non son felici.
Spirali stanche attorno ai tavolini
parlano ancora di vecchi casini
spirali stanchi di cose superate
perchè scartate invece di affrontate
fantasmi di morale forse superata
rispondono ermetici
alla noia incatenata
spiegano i fatti della piccola città
con fiabe di storie di verità.
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LA MORALE
Ho visto ho visto
uccidere Cristo
e non ho potuto
proprio fare niente
per salvare
l'agnello innocente.
Certo certo
era un santo
era senz'altro troppo intelligente
ecco perchè
ammazarlo e per niente.
Il piccolo uomo
l'ha assassinato
per coprire la sua impotenza
la sua incapacitàla sua falsa coscienza
Giuda Iscariota poi l'ha venduto
per renta denari
di prestigio sociale
ed è diventato anche
esempio morale.
Ho visto ho visto
uccidere Cristo
e poichè sono pazzo
folle e un po' cretino
non riesco
ad assolverne l'assassino.
ho visto ho visto
uccidere Cristo
e non ho potuto
proprio fare niente
per salvare
l'agnello innocente.
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FIORE NERO
Così quando il sole muore
fiore perdi il tuo colore
le qualità che ti hanno reso vero
ma chi lo dice che il fiore è nero.
Come un popolo sotto l'oppressione
come un asino sotto il bastone
come un bimbo sotto l'educazione
come uno schiavo sotto il padrone.
Così quando il sole muore
fiore perdi il tuo colore
le qualità che ti hanno reso vero
ma chi lo dice che il fiore è nero.
Come il corpo sotto la morale
come il lavoro sotto il capitale
come il diverso sotto l'uguale
come l'imprevisto sotto il normale.
Così quando il sole muore
fiore perdi il tuo colore
le qualità che ti hanno reso vero
ma chi lo dice che il fiore è nero.
Come Dio sotto la religione
come l'amore sotto la convenzione
come la realtà sotto l'illusione
come un mattone sotto la distruzione.
Così quando il sole muore
fiore perdi il tuo colore
le qualità che ti hanno reso vero
ma chi lo dice che il fiore è nero.
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BALLA PIERO ( LA BALLATA )
Balla balla balla Piero
il grn coppiere del maniero
balla e beve mentre prl
contro un'alleanza santa
Balla balla balla ancor
balla il sindaco e la suora
balla balla balla ancora
balla il prete e la signora.
Balla balla balla ancora
balla il servo di buon'ora
balla tutto dice Piero
e cade a terra come un pero
Balla balla balla il duomo
balla il duomo con la banca
balla balla balla il duomo
balla il duomo col comune.
Balla balla balla in pula
balla il vescovo in questura
balla e brinda col prevosto
che va in comune di nascosto
Ball balla sotto in banca
mai il nostro vescovo si stanca
balla e porta l'acqua santa
nei sotterranei della banca.
Balla balla balla ncor
ball il prete con la suora
balla tutto dice Piero
e cade a terra come un pero.
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LA STORIA
E' già successo un'altra volta
che grandi uomini si sa
costruirono una città
senza interrogare il sole.
E pagarono cantanti
per cantare a voce piena
siamo la più gran città
dell'intera umanità.
Siamo la più gran città
dell'intera umanità
siamo la più gran città
soltanto il sole è ancora qua.
E pagarono le donne
per fare figli a volontà
e pagarono i più furbi
per trasformare la realtà.
Siamo la più gran città
dell'intera umanità
siamo la più gran città
soltanto il sole è ancora qua.
Ma sulle case vuote
l'erba cresce già
e soffia il vento
forse chissà
un nuovo vento
forse sarà.
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RIVERISCO - PARTE 2a - L'ALBERO
Riverisco lor signori
sono il pagliaccio della corte
della mensa della casa di un
porcaro dell'Arconte e ricordo
a lor signori che per certi casi
strani l'eri che diventa oggi non
ritornerà domani.
Corre e vola il nostro tempo
va veloce come il vento se una
donna si è negata che abbia in sè
un ripensamento se campassimo in
eterno si può chiedere cent'anni
ma poichè siamo già morti
consoliamo i nostri affanni.
Corre e vola il nostro tempo va
veloce come il vento come il
vento dell'Oriente che preannuncia
un cambiamento certo non cambierà
niente però può cambiare tutto se
la pianta della vita ha gettato
un altro frutto.
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I MIEI ANNI ( IL BILANCIO )
Ho corso questi anni
come gli ultimi che avevo
con la paura davanti
della gioventù che perdevo
con lo sfasciarsi delle assi
della barca fra la corrente
misto di coscienza e illusione
resta il niente.
Ho corso questi anni
senza mai guardarmi indietro
passando fra tanta gente
come una tazza di vetro
filtrando tutti i raggi
con la limpida corazza
stando bene attento
a non rompere la tazza.
Ho corso questi anni
mescolando rabbia e amore
e non so se il bilancio
sia stupore o rancore
ma ho la sensazione
di aver mistificato
che non rimpiango niente
del passato.
Ed ora che le rapide
sembrano finire
si addolcisce la rabbia
ma non riesco a dormire
e mi domando se
comincio a invecchiare
o sto cambiando
modo di lottare.
Lottare.
Lottare.
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IL PAESE ( IL VALORE )
Grandi risaie e filari di pioppi
e all'orizzonte montagne maestose
non si può dire che sia il paradiso
ma è il paese dove son nato.
La gente è chiusa e un poco scontrosa
ma quando ama sa amare davvero
ci sono senz'altro dei posti migliori
ma è il paese dove son nato.
Fiumi e canali sono le sue vene
e il cielo azzurro è la sua mente
sudore e fatica sono il suo corpo
è il paese dove son nato.
Ricordi antichi sono le memorie
pane e lavoro sono le speranze
non si puo' dire che ci sia molto
nel paese dove son nato.
Ma se l'orizzonte è tutto d'oro
e la mia gente canta durante il lavoro
mi sento nel cuore un grande amore
per il paese dove son nato.
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LA VOGLIA DI POSARE ( LA CRISI )
E quando ha speso tutto
ed ogni via
lo induce fatalmente alla memoria
ed anche il cielo aperto chiama storia
e in lui altro non cresce che apatia.
E quando nei suoi occhi
nel suo cuore
non sente che la voglia di posare
e non ricorda cosa sia migrare
non ricorda cosa sia l'amore.
E quando la morale è la sua spada
non resta che scordarlo e dirgli addio
lasciarlo indietro come un vecchio Dio
abbandonarlo ai bordi della strada.
E quando della forza del passato
del sole che scaldava ogni suo gesto
non resta che un sorriso
troppo mesto
che vuole dire solo
ho rinunciato.
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LA DEVIANZA
Non dirmi che in casa tua non c'è
non dirmi che in casa tua non c'è
un posto dove nascondere
la chiave di un segreto.
Non dirmi che in casa tua non c'è
un doppiofondo nell'armadio
dove giace un fantasma
che qualcuno ha già chiamato devianza.
Non dirmi che in casa tua non c'è
una vergogna di famiglia
un cognato assassino un matto
oppure una puttana di figlia.
Non dirmi che in casa tua non c'è
non dirmi che in casa tua non c'è
un posto dove nascondere
la chiave di un segreto.
Forse la tieni in solaio
oppure fuori in giardino
in una scatola del muro
oppure dentro al vecchio camino.
Poichè non vuoi ammettere
che non sei quello che sei
allora devi fingere
che sei quello che non sei.
Sei per sei trentasei.
Poichè non vuoi ammettere
tu temi che si venga a sapere
questa paura è l'asso
nella manica del potere.
Non dirmi che in casa tua non c'è
un doppiofondo nell'armadio
dove giace un fantasma
che qualcuno ha già chiamato devianza.
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LA REALTA'
Forse tu credi
che ti voglia inventare
un mondo diverso da quello reale
forse tu speri
che ti faccia sognare
un castello di sogni e di speranze lontane
o forse vuoi
che falsandoti ogni cosa
faccia finta di essere rosso
ed appoggi linee rosa.
Voglio parlare invece
di accordi strani
fatti da mani che non hanno domani
voglio parlare
di un bidone del rusco
di un secchio di stanca spazzatura
voglio parlare di una buccia di banana
che spunta sola in mezzo
alla sozzura.
Voglio parlare del mondo degli avanzi
di vecchi di impiegati
di studenti stanchi
di schiavi di liberti di alcolizzati
che per due soldi
si sono sputtanati
voglio parlare di gente
che non è niente
è solo una realtà presente
tutt'ora esistente.
Voglio parlare
a chi proprio non ci sente
e a chi si chiude le orecchie
perchè non vuol sentire
voglio parlare
ai ciechi involontari
e a chi si chiude gli occhi
perchè non vuol vedere
voglio parlare
a quella strana gente
che confonde il passato
col presente.
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LA DERIVA
La luce e la fortuna
la notte spegnerà
fermando i miei pensieri azzurri
di amore e di lealtà.
E adesso sarà il vento
o forse nostalgia
che mi riporta nella mente
una dolce melodia
un canto di leggenda
per noi rimasti qui
a consumare piano piano
l'ultimo "chissà".
Negli occhi tuoi un po' stanchi
che guardano più in là
s'illumina anche il silenzio
che non si spezzerà.
La vita è un fiume lento
ricama la poesia
ti prende per la mano solo
se tu hai tanta fantasia
se vedi oltre le nubi
il sole che non c'è
se senti dentro le voci forti
che gridano la verità.
Noi sempre alla deriva
noi sola ambiguità
noi fermi ad aspettare un treno
che non arriverà.
Noi oggi come ieri
la stessa identità
ci siamo amati solo un giorno
ma tanto tempo fa.
Io sogno ad occhi aperti
tu lì che dormi già
e accendo un'altra sigaretta
che non ti disturberà.
Il fumo sale adagio
un bicchiere in compagnia
non fa sorrisi dalla noia
non offre ipocrisia
e noi qui al nostro posto
con qualche ruga in più
noi come automi indifferenti
che anelano andare sù.
Noi sempre alla deriva
noi sola ambiguità
noi fermi ad aspettare un treno
che non arriverà.
Noi oggi come ieri
la stessa identità
ci siamo amati solo un giorno
ma tanto tempo fa.
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LA BOMBA
Nel cielo suona una tromba
o forse invece è una bomba
o forse è solo un temporale
che mi sorprende per le scale
ma cosa dico non ci sento
ora sta cambiando il vento.
Ascolto l'eco dei tuoni
e inseguo ancora i miei sogni
sogni rosa di un bambino
che guarda il mondo da vicino
e che non crede a chi dirà
che astenersi è santità.
Ecco che il vento è cambiato
e un altro tempo ha portato
il tempo della primavera
di un giorno in cui non è mai sera
ma questo giorno non mi dà
che un cielo grigio di realtà
E intanto gocciola il tempo
e sembra privo di senso
ma giù dal cielo una bomba cadrà
sulla terra evaporerà
il riso dei bimbi, il verde dei prati
i sogni d'amore mai giocati.
Ancora il vento è cambiato
e un gran silenzio ha lasciato
con giochi vuoti di parole
sciolte come nebbia al sole
in fondo a tutto resta già
il fatto che è violenza in verità.
Lo so non basta cantare
però io questo so fare
sentirsi un po' più innocente
rispetto al silenzio di tanta gente
portar sorriso quando si muore
quando sulla testa scoppierà un sole.
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BIANCHI E NERI
Erano giorni terribili, la guerra divampava
un mostro spaventoso la gente divorava
fratello contro fratello, odio contro l'amore
uomini venivano uccisi solo per un colore.
Ma un uomo nel suo giardino
la speranza coltivava
tutti i suoi fratelli con amore aiutava
anche lui aveva un'idea: con coraggio
la portava
ma su tutto amava la vita
contro tutti lottava.
Così un giorno vide un nero moribondo
fece proprio di tutto per
riportarlo al mondo.
per questo i bianchi pensarono
che fosse un collaborazionista
il suo nome scrissero sopra una lunga lista.
Un giorno un bianco fuggiasco
alla sua porta andò a bussare
per cercare scampo alla morte
da lui si fece salvare,
così anche i neri lo odiarono,
giurarono vendetta
perchè chi non era con loro
doveva morire in fretta.
In una notte di luna
l'uomo buono camminava,
sopra i filari di un monte,
che due valli divideva,
da una parte i bianchi lo spiavano,
pronti a colpirlo al cuore
dall'altra i neri stavano
per placare il loro furore.
Partirono due colpi assieme
cadde con gli occhi al cielo
sul suo sguardo stupito
si stese un lieve velo.
I neri felici esultarono
come i bianchi a loro volta,
ma essi non sapevano
che la pietà era morta.
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EDITH
Lei viene da una valle
che a maggio cambia in neve
son fiori che in ottobre
a Edith danno frutti.
D'estate lei va in alto
lavora in un rifugio
son giorni messi in fila
nel regno dei dirupi.
Lei vive quando è stanca
d'inverno sta a Berlino
frequenta Frau "?"
Edith porta del vino
tu porgile un sorriso
e se il viso tuo le piace
aspettala in segreto
quando la notte tace.
Aspettala di fuori
nel silenzio delle stelle
aspetta che la luna
accarezzi la sua pelle.
Aspetta che sia il brivido
di nuvole corsare
a rendere vere immagini
di Edith che compare
ascolta l'incantesimo
di una donna per la quale
tu pregherai che l'alba
sia lontana come il mare
perchè Edith conosce
la leggenda di quel Dio
che venne sulla terra
e a nessuno disse addio.
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NUVOLE BASSE
Nuvole basse sulla collina,
nuvole basse questa mattina
e sembra quasi nebbia e sembra quasi sera
e sembra inverno invece è primavera.
Nuvole basse se non hai paura,
puoi trovarci dentro un'elefante, un'avventura
un turbo Maserati, una fila d'indiani,
e potrei andare avanti fino a domani,
nuvole all'altezza della testa mia
che sono discese e non vanno più via
nuvole che non vedo, più che altro le sento
che stanno qui perchè
non tira un filo di vento,
nuvole ignoranti che non sei sicuro
dov'è finito l'albero se sei vicino al muro
e un gatto gioca e mi addenta a un piede
e in mezzo a queste nuvole chi lo vede.
E faccio due passi dentro a questo fumo nero
e posso scombinare il falso ed il vero
e posso dare al sogno un ricordo, un'amnesia
immagina persino che lei ci sia,
così invento un viaggio, un fiore, un sorriso
invento una carezza sul suo viso
invece lei non c'è e come se non bastasse
ci son nuvole basse.
E faccio due passi dentro a questo fumo nero
e posso scombinare il falso dal vero
ma che tempo antipatico,
che tempo somaro
fossi più basso vedrei forse più chiaro,
poi dopo un po' s'alza il sole sulla mattina
e sulla solitudine della collina
che venga un accidente
a chi non paga le tasse,
alle nuvole basse.
Poi dopo un po' si alza il sole sulla mattina
e desta gli alberi della collina
e quella testa di nuvola non so più dove sia
il vento l'ha portata via.
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AGGUANTA IL LEONE
Agguanta il leone se non agguanta te,
agguantalo prima che agguanti te.
Quando la testa si confonde
e la paura ti scava dentro il cuore
quando pensi di esser troppo fuori,
troppo furbo e non senti i sapori
quando resti indietro e perdi il senso
e ti domandi "ma cosa penso"?
e ti arrendi...
Agguanta il leone...
Quando la testa si confonde
e qualcosa t'impedisce di sognare,
quando il lampo schizza e romba il tuono
il tuo specchio cade e senti il suono
la tua gioia diventa nera
la tua calma diventa bufera,
e ti arrendi...
Agguanta il leone...
Il giorno va giù, la tristezza vien su,
è lontano il mattino di domani
l'orizzonte dei tuoi desideri
si perde in cieli meno veri,
il tuo fiore lo ruba il vento
vorresti avere forza come cento
e ti arrendi
Agguanta il leone...
Ti occorre qualcosa di speciale
ma sulla bocca hai solamente sale
se qualcosa ti vieta di sognare
e ti occorre qualcosa di anormale
ma ti manca il coraggio di cambiare,
e ti arrendi...
Agguanta il leone...
Quando la testa si confonde
e la paura ti scava dentro onde,
quando pensi di esser troppo fuori
troppo furbo e senti solo odori
quando resti indietro e persi il senso,
e ti domandi "ma cosa penso?"
e ti arrendi...
Agguanta il leone...
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TRA LORO
E dopo il treno prenderai la solita corriera
che nella notte sale per valli infreddolite.
Sull'ultimo sedile la luna e i suoi scagnozzi
non sanno se fermarsi lì, sono stranieri.
In pochi giorni tu potrai conoscere gli amici
che stando insieme cercano
di non sentirsi soli
tra loro una ragazza
che per qualcuno è bella
sorriderà chiedendoti se l'ho dimenticata.
Dille: "E' così"
non tornerà l'incanto di spartire i suoi segreti.
Più non verrà l'incanto
di aspettarla senza fretta.
E dopo il treno prenderai la solita corriera
che mezza vuota illumina
di nostalgia la notte.
Dall'ultimo sedile la luna se n'è andata
nessuno se n'è accorto, non c'è mai stata.
E in pochi giorni tu saprai distinguere tra tutte
la voce che spingevo quasi a rubare il vento.
Ho spesso immaginato di bruciare
le mie terre
ma tu dille soltanto che non l'ho dimenticata.
Dille: "E' così"
Sovrani del passato
danna fuoco alle mie terre
folli e strozzini divideranno
insieme quel che resta.
Dal coro dei falliti ormai ogni fallito chiama
si veste da padrone, mi cerca in tristi stanze
allora io credevo di avere in pugno i sogni
adesso lei ti chiederà se l'ho dimenticata.
Dille: "E' così"
Sovrani del passato
danno fuoco alle mie terre
folli e strozzini divideranno
insieme quel che resta.
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LONTANO
Lontano, piano il tempo, pensieri a metà
sul soffitto macchie d'umidità,
nelle tasche le briciole della realtà.
Lontano, quando è tardi e si chiudono i bar
dentro un'auto fra fumo e ansietà
o davanti ad un portone.
E lontano,
respirando l'odore che da
una nuova o qualunque città
regalandoti al primo che ti chiamerà.
E lontano,
mille miglia, due passi da me
non vedere l'azzurro che c'è
non cercare più niente.
Dentro il futuro
sospinti da venti del nord
tra forze selvagge
che le chiamano e le portano con sè
tra stelle cadenti
speranze che volano via
nei ricordi sbiaditi di un domani
naturale follia.
Lontano,
dentro a case di malinconia
con la noia che fuori è follia
solo per la tua strada.
Lontano, occhi al buio che guardano giù
appoggiarsi ad un muro per star sù
e abbracciare la notte.
E lontano,
cuore gonfio di curiosità
affacciati su quel che sarà
vedere partire l'ultimo tram.
E lontano, ma quando
senza alcuna ragione, un perchè
ritrovarsi a cantare alle tre,
uan canzone d'amore per te.
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SEMPRE DI CORSA
Sempre di corsa, andare via
lunga è la strada che porta all'idea,
di pensare come prima,
quando ancor potevi perderci di meno.
Chiudere gli occhi e non pensare
che se ti guardi intorno sei in altro mare,
mi han detto: "Sei uno studente,
non ti agitare che non serve a niente".
La gente usata dal buon Spinor
risolve i suoi problemi e non ha più casino
si guarda la televisione
che è anche libera e ti da ragione.
E più veloce devi andare
non trovi neanche il tempo per dimenticare
quel giorno insieme a lei a giocare
quando ti ha detto:
"Basta, ora devo andare".
E la presa del potere
è rinviata a domani
questa sera andiamo al cinema
ad imparare dai marziani
forse loro hanno capito
almeno un po' come si fa
a vivere da alieni in questa società.
Vedere e cercare nel letame
le briciole di un Mondo che ha ancora fame
e non sapere più cosa fare
per ritrovare un modo per cambiare.
Chiudere gli occhi e non pensare
che se mi guardo intorno sono in alto mare
mi han detto: "Sei un cantante,
guarda non ne puoi poi fare tante".
Ma scaricare la propria rabbia
su chi si droga, fuma o impatacca la faccia
da idealista impertinente
non poi credo che serva a niente.
Ma anche io più veloce devo andare
non trovo neanche il tempo per dimenticare
quel giorno insieme a lei a giocare
quando mi ha detto:
"Basta, ora devo andare".
Ma la presa del potere
speriamo rinasca domani
questa sera andiamo al cinema
a imparare dai Marziani,
forse loro hanno capito
almeno un po' come si fa
a vivere da alieni in questa società.
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IL PAESE DELLE FAVOLE
Peter pan non lotta più
ha venduto il suo pugnale,
Capitan Uncino manda Wendy
a battere sul viale,
l'isola incantata
è già stata lottizzata,
e Alice nelle bottiglie
cerca le sue meraviglie.
Paperino sta in catena
e lavora di gran lena,
Paperina ha compassione
vende baci a Paperone,
Qui quo qua sono andati via
vanno a rischi nell'autonomia
e voi intellettuali
ne avete gia' discusso
a che serve poi menarla
con la storia del riflusso.
Don Chisciotte non è contento
ma lavora in un mulino a vento,
Alibabà e i quaranta ladroni
hanno gia' vinto le elezioni,
Hansel e Gretel hanno fondato
una fabbrica di cioccolato,
e Alice nelle bottiglie
cerca le sue meraviglie.
Gli stivali delle sette leghe
pagan bollo e assicurazione,
le scope delle streghe le ha
abbattute l'aviazione,
Pollicino è nella CIA
gli fan far la microspia,
e voi intellettuali
ne avete gia' discusso
a che serve poi menarla
con la storia del riflusso.
Cenerentola ha una Jaguar
e un vestito molto fine,
ogni volta che c'e' un prince
leva scarpre e mutandine,
la matrigna vecchia arpia
prende i soldi e mette via,
e voi intellettuali
non avete mai discusso
di come torna l'onda
alla fine del riflusso.
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C'E' UN RE
Un re distratto, distante, addormentato, lontano
dal rombo dei cannoni, dalle grida dei feriti,
lontano dai corpi disseminati sulla collina,
dopo la battaglia. Distante dalla richiesta di giustizia
di madri e spose. Lontano dalla pietà e dal perdono.
Mentre il fucile urla fuoco tutto il giorno
volano avvoltoi nel cielo blu attorno,
avanza il battaglione, brilla il ferro e l'ottone,
e cadono sull'erba mille bravi cittadini.
C'è un re, c'è un re
che non vuol vedere,
c'è un re, c'è un re
che non vuol sapere.
Mentre il cannone lancia lampi nel cielo,
rullano tamburi incalzano zampogne,
insieme nella polvere, sangue e sudore,
e cadono sull'erba mille bravi contadini.
C'è un re, c'è un re
che non vuol vedere,
c'è un re, c'è un re
che non vuol sapere.
C'è un re che dorme rapito dalle rose,
non si sveglia nemmeno quando madri silenziose
unite nel dolore a giovani spose,
gli mostrano un anello con inciso sopra un nome.
C'è un re, c'è un re,
che non scende dal trono,
c'è un re, c'è un re
che non fa nessun dono.
C'è un re, c'è un re
che non scende dal trono,
c'è un re, c'è un re
che non fa l'ultimo dono.
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MA CHE FILM LA VITA
Appassionata dichiarazione d'amore per la vita,
per quello che ha dato, che dà e darà.
Tutti i minuti i giorni gli anni, le facce,
i sentimenti scorrono sullo schermo della memoria
come un film qualche volta o colori,
qualche volta in bianco e nero, misterioso gioco
che vale la pena di essere giocato, sempre.
Grazie a mia madre per avermi messo al mondo
a mio padre semplice e profondo,
grazie agli amici per lo loro comprensione,
ai giorni felici della mia generazione,
grazie alle ragazze, a tutte le ragazze.
Grazie alla neve, bianca e abbondante,
a quella nebbia, densa e avvolgente,
grazie al tuono, pioggia e temporali
al sole caldo che guarisce tutti i mali,
grazie alle stagioni a tutte le stagioni.
Ma che film la vita
tutta una tirata,
storia infinita, a ritmo serrato
da stare senza fiato.
Ma che film la vita
tutta una sorpresa
attore e spettatore,
tra gioia e dolore,
tra il buio ed il colore.
Grazie alle mani che mi hanno aiutato,
a queste gambe che mi hanno portato,
grazie alla voce che canta i miei pensieri,
al cuore capace di nuovi desideri,
grazie alle emozioni a tutte le emozioni.
Ma che film la vita,
tutta una tirata,
storia infinita, a ritmo serrato
da stare senza fiato.
Ma che film la vita
tutta una sorpresa,
attore e spettatore
tra gioia e dolore,
tra il buio ed il colore.
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SUONI
Alla fine Lui verrà
il sole oscurerà
e i tuoi occhi accecherà.
Alla fine Lui verrà.
Tra suoni apparirà,
suoni che rifiuterai.
Anima ascolta,
un suono uscirà
dalla porta celeste,
un suono di eternità.
Ti verrà dentro gli occhi,
ti verrà dentro il cuore.
Alla fine Lui verrà
il tuo capo abbasserai,
la tua lingua spezzerai.
Alla fine Lui verrà
la sua mano ti porgerà,
ma tu cieco rifiuterai.
Anima vuota
lo specchio getta al vento,
anticipa quei suoni
col suono della tua voce.
Ti verrà dentro gli occhi
ti verrà dentro il cuore.
Dalla porta celeste,
un suono di eternità.
Ti verrà dentro gli occhi
ti verrà dentro il cuore.
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SALVADOR ( 15 ANNI DOPO )
Salvador era un uomo, vissuto da uomo
morto da uomo, con un fucile in mano.
Nelle caserme i generali, brindavano alla vittoria
con bicchieri colmi di sangue, di un popolo in catene.
Da un cielo grigio di piombo
piovevano lacrime di rame,
il Cile piangeva disperato
la sua libertà perduta.
Mille madri desolate, piangevano figli scomparsi
l'amore aveva occhi sbarrati di una ragazza bruna.
Anche le colombe erano diventate falchi,
gli alberi d'ulivo trasformati in croci.
Da un cielo grigio di piombo
piovevano lacrime di rame,
il Cile piangeva disperato
la sua libertà perduta.
Ma un popolo non può morire, non si uccidono idee
sopra una tomba senza nome, nasceva la coscienza.
Mentre l'alba dalle ande rischiara i cieli,
cerca il suo nuovo nido una colomba bianca.
Da un cielo grigio di piombo
piovevano lacrime di rame,
il Cile piangeva disperato
la sua libertà perduta.
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MERCANTI E SERVI
In casa dei mercanti sembra sempre grande festa
se c'è il maiale gli tagliano la testa,
la casa dei mercanti, nascosta, blindata
dal resto del mondo, protetta isolata.
In casa dei servi si aspetta la festa
ma se non è quel giorno la speranza resta,
la casa dei servi, casa da rifare,
ai primi scossoni, può anche crollare.
La casa dei mercanti è alta su quel monte
la casa dei servi è in basso dopo il ponte.
Ma le paure, scendono giù
mentre i sogni, salgono su,
salgono su.
Le figlie dei mercanti, pallide e belle
apron le finestre è normale ci son le stelle,
sembrano felici ma la noia è in agguato
nel loro dorato privilegio incantato.
Le figlie dei servi hanno guance rosse,
soffrono tingono gonne rosse,
leggono romanzi con intrecci rosa,
sognano palazzi e abiti da sposa.
La casa dei mercanti è alta su quel monte
la casa dei servi è in basso dopo il ponte.
Ma le paure, scendono giù
mentre i sogni, salgono su,
salgono su.
Mercanti e servi,
la stessa vita,
sogni o denari,
sabbia fra le dita,
sabbia fra le dita.
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L'UOMO DI MONACO
E guardai, scrutai,
quel vecchio a Monaco,
quel sorriso quella birra,
quante cose poi pensai,
la mia mente ha una folla di sguardi
fissati dietro a quei fili spinati.
E lo spiai, scrutai,
divise immaginai,
di uno che marciò,
l'Europa calpestò,
la mai mente ha una folla di sguardi
spietati fuori da quei fili spinati.
Lo guardai nel fondo nei suoi occhi,
lo fissai insistendo sempre piu',
per vedere se c'era colpa o paura
perche'....per quale ragione.....
E guardai scrutai niente poi notai
solo rughe sul viso dal tempo seminate,
non aveva artigli tremavano le sue mani,
come quelle di mio padre.
Lo guardai nel fondo dei suoi occhi,
lo fissai insistendo sempre più,
per vedere se c'era colpa o paura
perche'.....per quale ragione....
Ritornai, poi, ancora a Monaco
lo cercai ma ormai lui non era piu',
la mia mente, quella folla, quelle mani
fra un volo di gabbiani....
la mia mente, quella folla, quelle mani,
fra un volo di gabbiani...
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IL SERPENTE SPIUMATO

Una musica strana e ipnotica ha suonato a lungo


nelle orecchie di uomini antichi e contemporanei.
Molti hanno seguito il fascino ammaliatore
di questa nenia, perdendo se stessi insieme
ad ogni altra ragione di vita realmente
e concretamente da vivere.
Il serpente piumato vola alto nel cielo
nell'aria si spande una dolce nenia,
parla di fumo d'incoscienza di sogni,
è un flauto che suona, quello di Medellin.
Lo hanno sentito tutti nel mondo,
uomini donne ragazze e bambini,
seguono ignari quel dolce richiamo
quel sentore di cose, antiche e irreali.
Ma il serpente piumato ha un altro volto,
quello feroce di un condor spietato,
che si butta inesorabile sulla sua preda,
e la stritola con artigli d'acciaio.
La nenia penetra fin dentro le case,
si insinua subdola nelle coscienze,
risveglia mostri sempre pronti a colpire,
uccide amore e solidarietà.
Correte a comperare paradiso perduto
date un calcio alla noia dei giorni,
seguite il volo del serpente piumato
seguite la nenia del flauto di Medellin.
Ma il serpente piumato ha un altro volto,
quello feroce di un condor spietato,
che si butta inesorabile sulla sua preda,
e la stritola con artigli d'acciaio.
I venditori di morte fanno buoni affari,
perché la domanda è sempre in aumento,
con dollari sporchi costruiranno ospedali
per chi ha seguito quel grande miraggio.
E tu madre non lasciare andare tua figlia,
ha grandi occhi azzurri e capelli biondi
fa che non ascolti mai quella nenia,
e dille si può vivere nella realtà.
E dille che il serpente piumato ha un altro volto,
quello feroce di un condor spietato,
che si butta inesorabile sulla sua preda,
e la stritola con artiglia d'acciaio.
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RICORDATI DI CHICO
Si parla insistentemente di questi tempi della distruzione
di boschi e foreste e degli effetti che tutto questo avrà
nel futuro. Ma si dimentica che con gli alberi scompare
anche un prezioso patrimonio dell'umanità.
E' esistita un'epoca in cui le piante venivano considerate
la manifestazione più immediata della divinità.
Alle piante gli uomini si rivolgevano per chiedere
protezione e conforto. Attorno alle piante fiorivano miti
straordinari che toccavano le anime e scaldavano i cuori.
In ciascun albero il mistero della natura e quello del divino
trovavano un diverso equilibrio. S'è perduto questo equilibrio
e gli uomini sono sempre più smarriti e fragili.
Chico Mendez era un amico dell'uomo e della foreste.
Salvare le foreste vuol dire salvare l'uomo.
I signori della morte hanno detto sì,
l'albero più bello è stato abbattuto,
i signori della morte non vogliono capire,
non si uccide la vita, la memoria resta.
Così l'albero cadendo, ha sparso i suoi semi
e in ogni angolo del mondo, nasceranno foreste.
Ma salvare le foreste vuol dire salvare l'uomo,
perché l'uomo non può vivere tra acciaio e cemento,
non ci sarà mai pace, mai vero amore,
finché l'uomo non imparerà a rispettare la vita.
Per questo l'albero abbattuto non è caduto invano,
cresceranno foreste e una nuova idea dell'uomo.
Ma lunga sarà la strada e tanti gli alberi abbattuti,
prima che l'idea trionfi, senza che nessuno muoia,
forse un giorno uomo e foresta vivranno insieme,
speriamo che quel giorno ci sia ancora.
Se quel giorno arriverà, ricordati di un amico
morto per gli indios e la foresta,
ricordati di Chico.
Se quel giorno arriverà, ricordati di un amico
morto per gli indios e la foresta,
ricordati di Chico.
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DAMMI UN BACIO
Ligabue Antonio, pittore selvaggio e ingenuo.
Per noi l'uomo e non il mito Ligabue pittore.
Il nostro non è il matto autodistruttivo che ci
ha consegnato la leggenda .Noi lo presentiamo
come un uomo normale, debordante di energia,
passioni e anche di sensualità. Soprattutto un'anima
sempre pronta ad esplodere. Il suo dramma
è quello di tanti uomini che non vengono accettati,
incapaci come sono di relazioni umane cosiddette normali.
Troppa sensibilità, bruciante, febbrile, devastante.
Le sue paure, le sue angosce, la sua solitudine
sono ad essere veramente sinceri, le nostre
stesse inconfessabili "devianze".
Piatta pianura, umida calura,
pioppi carraie, mosche zanzare,
il sole, scheggia di vetro, taglia le mani, taglia le pietre.
Piatta pianura, con terra dura,
ci vive la serpe, il riccio la volpe,
fugge il matto, occhi di gatto, che ha visto il diavolo.
Ligabue, naso d'aquila,
urla al cielo la sua pena,
Cesarina, per favore, voglio un bacio, dam un bes.
Sì, è nuda la sua umanità,
la sua verità è diversità,
fugge il matto, occhi di gatto, che ha visto il diavolo.
Piatta pianura, solitudine amara,
il bisogno d'amore, spezza il cuore,
fugge ilo matto, occhi di gatto, che ha visto il diavolo.
Ligabue, gridò la gente,
fa paura è un demente,
è braccato come un cane,
da orme umane.
Laggiù dove cade il sole,
un sogno un giglio,
forse un figlio,
lui Ligabue è la che va, nessuno lo rivedrà.
Ligabue,
Antonio,
Toni.
LIGABUE ANTONIO
Zurigo 1899 -Gualtieri 1965
pittore naïf, il maggiore in Italia.
Io abito a Novellara, a pochi chilometri da Gualtieri, conosco il Po,
i grandi regolari pioppeti, le stradine polverose di campagna,
le golene, l'odore della sabbia e della terra vicino al fiume.
Ho visto alcuni suoi quadri in giro, una bellissima mostra
a Mirandola anni fa, alcune graffianti incisioni, alcune
terrecotte bellissime, alcuni falsi, molte riproduzioni
su libri e riviste. Conosco altri pittori ingenui della zona,
conosco la mentalità di chi ha comperato post-mortem
dei Ligabue, conosco la cattiveria sommersa del paese,
la chiusa ottusa atmosfera di diffidenza per l'altro,
il diverso, il matto, l'eccentrico. Conosco le preoccupazioni
dei possessori delle sue opere, per il mercato, per il nome
(la firma) se terrà o perderà, per l'investimento nel futuro.
Mi chiedo anch'io se era matto o no, e non ho una vera risposta.
Mi trovo a considerare e a valutare il tempo, il posto,
gli uomini, la malattia, i manicomi, le crisi, l'indifferenza
dei suoi contemporanei, il bisogno d'amore, la solitudine,
le piccole manie. Conosco i sotterfugi per fregargli disegni
scarabocchiati su qualsiasi carta in osteria. Conosco la
necessità di essere amati. Probabilmente qualche volta era matto
qualche volta no, sicuramente una sensibilità bruciante,
febbrile, devastante. Il nostro Ligabue non è il matto
autodistruttivo che ci ha consegnato la leggenda.
Noi lo presentiamo come un uomo normale, debordante
di energia, passioni e anche di sensualità. Soprattutto
un'anima sempre pronta ad esplodere. Il suo dramma
è stato quello di tanti uomini che non vengono accettati,
incapaci come sono di relazioni umane cosiddette normali.
Le sue paure, le sue angosce, la sua solitudine
sono molto "moderne". Sono ad essere veramente sinceri,
le nostre stesse inconfessabili "devianze".
-AUGUSTO DAOLIO-
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SALUTAMI LE STELLE
Vivere in una città senz'anima, dura, confusa,
violenta e pensare ad un posto che può assomigliare
di nostri sogni, un posto solare, verde e pieno
di persone chiare, allegre, vitali.
Il senso di se stessi insieme agli altri per una vita
degna di essere vissuta, s'è perduto nei vicoli
della desolazione urbana. Pensare ad un posto
dove la gente si ritrova in piazza per cantare,
ballare, sorridere è ancora sperare, nonostante tutto.
Tu non ci crederai, ma dove vivo non respiro,
il posto è inumano, non stringo mai una mano.
Posso vedere quanto è diffidente
ogni giorno il sorriso di questa gente,
posso sentire la violenza di ogni sera,
nelle parole di gente che non c'era.
Salutami le stelle della tua città
le sole che io porto nel mio cuore,
salutami le piazze della tua città,
riempile d'amore.
Tu non ci crederai, ma dove vivo non respiro,
il posto è inumano, non stringo mai una mano.
Posso pensare quanto è indifferente
nei gesti questa folla che mente,
posso toccare la natura più vera
nello sguardo di gente che non spera.
Salutami le stelle della tua città
piantaci bandiere d'allegria,
salutami le piazze della tua città,
riempile d'amore.
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UNO COME NOI
Un piccolo gesto, un coraggioso semplice no,
per affermare il diritto alla libertà,
all'esistenza stessa, il diritto di lavorare, amare,
costruire la vita che si sogna e si vuole.
Con il tuo esile corpo hai fermato un carro armato,
bastava un ordine e saresti stato schiacciato.
Ma per un momento è stato come se tutto il mondo
fosse fermo lì davanti a te, a un piccolo uomo
a un grande uomo, a uno come noi.
Sarebbe facile dire che tu hai sconfitto un'idea,
come se odio e violenza avessero solo quel colore.
Ma sto pensando a tutti quelli che hanno pagato
nel silenzio e nel dolore, perché il carro armato
non s'è fermato, niente ha risparmiato.
Ti voglio dire che né politica, né religione,
danno il diritto di troncare la vita di un uomo.
Che sogna solo una casa una donna un lavoro,
di essere libero e un poco felice in un mondo migliore
fatto di gente, gente come noi.
Con il tuo esile corpo hai fermato un carro armato
bastava un ordine e saresti stato schiacciato.
Ma per un momento è stato come se tutto il mondo
fosse fermo lì davanti a te, a un piccolo uomo
a un grande uomo, a uno come noi.
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COLPA DELLA LUNA

La notte, le stelle, la luna, favoriscono il ricordo, lo coltivano, riportano


alla mente nomi, volti, gesti di amici che se ne sono andati per sempre.
Un inventario di sentimenti, di modi, di occhi di chi non c'è più e che la
foga del vivere spesso relega e nasconde in fondo in fondo all'anima.
Questa notte non e normale, io ci provo ma non riesco a dormire
tutto il mondo entra dalla finestra, mille voci nella mia testa.
Colpa della luna, grande e luminosa,
che ha invaso la stanza, rovistando ogni cosa.
Colpa delle stelle, lucide e vicine,
non si riesce o contarle, pungono come spine.
Questa notte non e normale, io ci provo ma non riesco a dormire,
tutto il mondo entra dalla finestra, mille voci nella mia testa.
Venute da lontano, con quel treno,
che ha svegliato la notte, di un giorno triste.
Gli occhi di Silvia, la voglia di vivere,
il sorriso di Bruno, la smania di correre.
Questo notte non è normale, io ci provo ma non riesco a dormire,
tutto il mondo entra dalla finestra, mille voci nella mia testa.
Ancoro le sento, quelle voci lontane,
con tanti ricordi, delle amicizie più rare.
L'ingenuità di Rinaldo, i gesti le mani,
la dolcezza di Paolo, il suo domani.
Questa notte non e normale, io ci provo ma non riesco a dormire,
tutto il mondo entra dalla finestra, mille voci nella mia testa.
Dedicata a Silvia Isernia, Bruno Tasselli, Rinaldo Flaim, Paolo Lobatti
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CAMMINA CAMMINA
Tutte le strade percorse in una vita
tutte quelle che bisogna percorrer
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IL TRENO DELLA NOTTE
II treno va sulle lunghe strade
in un mondo affollato di cuori,
affacciati fuori alle finestre
a vedere gioie e dolori.
E intanto io invento le albe
amo la vita l'ho fatta mia amica,
a colpi di poche verità
a forza di tante falsità.
No, io non voglio che si fermi alla stazione
no, io non voglio che si fermi alla stazione,
ne oggi, ne domani, e grido forte:
voglio avere il sorriso di un bimbo
sulla spiaggia che gioca vicino al mare.
Il treno va sulle lunghe strade,
in un mondo affollato di cuori
occhi persi dietro agli aquiloni
sulle bocche le solite canzoni.
E intanto io invento le albe
molto e troppo magari basta meno,
ricordo tutto non dimentico nessuno
nel fare sempre ancora un altro giorno.
No, io non voglio............
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ROTOLANDO VA
Ogni volta che non vuoi, tra cenni e ambiguità
cambiare la realtà, cos'è che devo pensare.
Tu chiamala realtà, paura abbiamo noi,
paura ma di noi cos'è che fa non si sa.
Ma laggiù, rotolando va
tra nebbia e oscurità,
l'idea di noi insieme.
E laggiù, rotolando va
non troverà pensieri,
cosi veri fino a ieri.
Talvolta tu non sai, tra colpe e falsità
cambiare la realtà, cosa devo inventare.
Tu chiamala solo vanità, qualcosa avrai di me
qualcosa avrò di te, cos'è che fa non si sa.
Ma laggiù............
Talvolta tu non puoi, tra nebbia e oscurità
cambiare la realtà cos'è che devo rifare.
Tu chiamala vanità, ma un giorno si dirà
su una fotografia, sai quella donna e stata mia.
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CASA MIA
Casa mia ha un gatto e biscotti nel suo piatto
nel cortile un cane, il suo osso la sua palla,
ho chitarra e canzoni
una ragazza e parole che lei ama
ho una stanza piena di ricordi
la luna le stelle da guardar.
Casa mia è di sasso, io ci dormo come un masso
dietro l'orto un fosso e pesci da pescare
ho chitarra e canzoni,
una ragazza e progetti che lei ama,
ho un album di fotografie
una vita a colori da guardar.
Se il gatto e il cane se ne vanno
se la casa crolla dopo un anno,
se le foto sbiadiscono
se un incendio tutto brucia,
se La chitarra se la rubano
se il pesce non abbocca all'amo
se la luna fa a botte con le stelle,
se la ragazza altri amori ha da sognar.
Ma casa mia ha un tetto che ripara da tutto
nel giardino un grande albero
che fiorisce in primavera
ho chitarra e canzoni
una ragazza e sogni che lei ama,
ho una stanza piena di ricordi
ma le stelle da guardar.
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IL FALO'
Respira il vento soffiando sul falò,
ravviva il fuoco sciogliendo oscurità,
salta un ragazzo oltre le fiamme,
le grida dei compagni sono già lontane.
Alta e la luna più alta del falò,
tra i pioppi tra i boschi, respirano i lupi
stanno arrivando sospinti dall'inverno,
il gelo li chiamò, la fame li stanò.
Brucerà,
la legna nel falò,
cosi l'inverno veloce se ne andrà
attorno al fuoco
svanisce ogni timore,
chi ha paura del lupo?
Del lupo chi ha paura?
Alta e la fiamma più alta della luna
sembra una voce il vento di pianura,
salta un ragazzo corre oltre la notte,
i passi dei compagni sono già lontani.
Poi arriva l'alba s'è spento il falò
nei boschi scuri già dormono i lupi,
la luce ha disperso il suo buio
Brucerà.........
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NELLA SERA
La luna non e che un sorriso senza età
indifferente sta chiaro faro nella sera,
come gemme sparse le luci nelle strade,
dentro a case voci di padri e madri
cani nei cortili abbaiano alla luna.
Quanta umanità c'è nei tagli che ha la pelle
dopo il sudore, il calore di una mano amica
cancella ogni segno di dolore, quando vien la
sera e la corsa della vita rallenta le sue ore
molte parole come grani di sabbia, scivolano
da una mano all'altra, da una mano all'altra
scivolano via.
Sono più dolci gli occhi ed i pensieri
gli sguardi le promesse che hai da fare nella sera.
Tutto nasce amaro come un destino antico
perfino una domanda, il perché della fatica,
vuole nella sera una risposta amica.
Quanta umanità c'è nel pianto che fa un bimbo
dopo lo stupore, il calore di una voce amica
cancella ogni segno di dolore, quando viene la
sera e la corsa della vita rallenta le sue ore.
molte parole come grani di sabbia scivolano
da una mano all'altra da una mano all'altra
scivolano via.
Sono più dolci gli occhi ed i pensieri
gli sguardi le promesse che hai da fare nella sera.
Là all'orizzonte un banco di nubi bianche,
arrampica il cielo, segno che è incerto e nero,
gatti sopra i tetti accarezzano le stelle.
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SEGNALI CAOTICI
Un altro segno del destino
già sconvolge equilibri fisici,
e forze scatenate sfuggono
a leggi di antichi cicli biologici,
esplodono già grida,
si violano limiti dialettici.
Non senti tra questi segnali
rumori e Linguaggi caotici,
mentre tu ripeti gesti meccanici
senza sorrisi ironici.
Ti programma e ti spia il video
puoi sentire solo codici dalla radio,
vortica su nel cielo
un disco rosso che lancia segnali,
il sonno della ragione,
risveglia antiche paure impalpabili.
Li vedi nella notte,
scienziati elaborare piani diabolici
mentre tu ripeti accordi meccanici
senza fraseggi armonici.
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AIUTALA
Aiutala, aiutala, prendila per mano,
ti seguirà, a puoi salvar...
Aiutala, prendila per mano,
cambia casa, strada e città,
vai lontano, lontano via di qua,
non chiede niente ma conta su di te.
Ha bisogno di gesti d'amore,
non di rabbia, nemmeno di dolore,
è fragile, è nuvola, è sospesa,
un urlo di vento e cadrà giu.
Aiutala, aiutala...
Aiutala, deve dimenticare,
campi di stelle che fanno sognare,
agli angoli bui di strade desolate,
nere streghe che truccano le carte.
Allontana dai suoi grandi occhi
i falsi amici i loro tristi giochi
allontana dal suo piccolo cuore
quelle loro mani senza più calore.
Aiutala, aiutala...
Aiutala, al risveglio del mattino
a pettinare i lunghi suoi capelli
dille piano dei misteri della luna,
portala nei boschi su in collina.
Portala a uscire fra la gente,
quella gente che vive e sente
Che guarda curiosa le vetrine
che pensa all'oggi ma sogna già domani.
Aiutala, aiutala...
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HEY NOMADI
Hey Beppe, ricordi l'estate del 60?
Hey Beppe minacciava il diluvio su Riccione,
un nuvolone rabbiava il cielo,
mare nero e pioggia su di noi.
Hey Beppe, la faccia da fratello maggiore
Hey Beppe, un modo concreto di fare
hai dato un senso alla mia follia
hai smussato la mia forte miopia.
Hey Paolo, scintille sul nostro cammino
Hey Paolo, ci hanno portato a Milano
ingegneri con gli sguardi severi,
il primo disco fra i palazzi neri.
Hey Chris, non solo la faccia da matto irlandese
Hey Chris, non ha pace nel baule il tuo violino.
Non hai paura della notte scura
con la birra più veloce l'alba arriva.
Hey, Dante, il fumo comincia a salire,
Hey Dante, le luci non aspettano che te
il tuo basso all'improvviso e in panne
sei sperduto sul palco in fiamme.
Hey dove siete, Umby, Franco, Gianni e Bila?
Hey cosa fate, oggi quali sogni sognate?
Queste vite, la vostra e la mia,
forse un giorno, incroceranno la via.
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SARA' COME IL TEMPO VUOLE
Passano ombre nella notte
gioie paure e noie,
sarà come il tempo vuole.
Le gioie della vita
là nella notte fonda
rincorrono stelle,
Mentre i dolori, quelli,
sempre più profondi
rincorrono nuvole.
Corre la fantasia
tra sogni e realtà
sfiora ogni cosa
getta semi di libertà.
Vanno pazzie
tra gesti e rovine
aspettando una fine,
che non viene al mattino.
Sarà come il tempo vuole
come fra quelle nuvole
c'è anche il sereno.
Passano ombre nella notte
cuori persi e soli,
sarà come il tempo vuole.
Le gioie della vita
là nella notte fonda
rincorrono stelle,
mentre i dolori, quelli,
sempre più profondi
rincorrono nuvole.
Sarà come il tempo vuole,
come fra quelle nuvole
c'è anche il sereno.
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SENZA PATRIA
Il cavallo capisce che soffrirà
nella ricerca disperata di una vera patria sognata
il cavallo capisce che soffrirà.
Tempi di rapine e lupi. Ghireikahn, Ghireikahn
di destini neri e cupi. Ghireikahn, Ghireikahn
tempi di parole amare. Ghireikahn, Ghireikahn
nessuna icona può salvare Ghireikahn, Ghireikahn
Ha camminato giorni e notti. Ghireikahn Ghireikahn
ha attraversato valli e monti Ghire ikahn Ghireikahn
senza più speranze senza patria, Ghireikahn.
Anche l'uomo capisce che soffrirà
lui solo predestinato. l'an tico orgoglio già ferito
anche l'uomo capisce che soffrirà.
Non ha sogni ne stivali G. G.
non ha sposa ne anelli G. G.
Nel la notte dei coltelli G. G.
i suoi occhi come folli G. G.
Ha camminato giorni e notti G. G.
ha attraversato valli e monti G . G.
senza più speranze senza patria G. G.
Il cavallo capisce che morirà
eroi e vinti. invasi invasori restano solo i delat ori.
anche I'uomo capisce che morirà
anche I'uomo capisce che morirà.
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MICHELINA
Fischia il treno dell'oriente, scorre e sputa sui binari,
il suo fumo è stravagante e gli odori leggendari,
spinge forte nel tuo diario, dentro il sogno più nascosto,
scritto già in perfetto orario; voglio amore ad ogni costo !
Nell'armadio della notte, son rinchiuse le tue stelle
e di mandorle una pioggia, Michelina hai sulla pelle
è un passaggio della vita, l'esplosivo e già tagliato
la tua p elle nella seta sta fiorendo da ogni lato.
Michelina. Michelina.
Sbuca il treno dell'oriente con le fauci sui binari,
il tuo viaggio, e più importante dei percorsi legionari,
tra i vestiti annuvolati, la tua felpa più sbiadita,
i profumi saporiti. gli alambicchi della vita.
Già sei diventata donna. dopo il bosco la pianura,
oltre l'orlo della gonna come morde l'avventu ra,
corri corri sulla frana e ti accorgi molto presto,
che la vita a volte e strana, dopo la pianura il bosco.
Michelina. Michelina...
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GIRA
Si muove l'acqua, gira il mulino
vortica il fumo sopra il camino.
gira la strada ruota il destino
e il cavaliere và nel cammino.
Gira la luna con nubi e il vento
girano mode che seguono il tempo,
gioca nel canto il ricordo lontano.
di un sogno già vero poi perso pian piano.
Gira la falce che taglia le spighe
girano note sopra le righe.
girano foglie nel cielo d'inverno
gira il concetto di vero in eterno.
Girano cose, che per farsi baciare
alle donne. piace ascoltare
sull' onda dell'aria del canto profano
di un amore che gioca nel campo di grano.
Giran Madonne per ogn i verone.
muovono luci. messaggi d'amore
segni rituali che si fingon quel mito
che tradisce morendo chi lo ha già tradito.
Rotola il sasso, lungo il selciato
non ha radice l'eterno sbandato.
con un ricordo di un vello spezzato
sopra un balcone dal sole indorato.
Gira il mercante. per ogni contrada
gira il giullare che canta la strada
gira la viola quel modale pagano.
che Dio non vuole, nemmeno il guadagno.
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IL FIUME
I1 fiume riporta olio e catrame.
schiume e tronchi, animali letame.
se l'acqua fosse acqua
che voglia di bere...
Su dimmi, ricordi
quei visi orgogliosi
i tuffi dei pazzi
più coraggiosi ?
Per grandi pianure
il vento domanda
ma può morire un fiume?
I1 fiume riporta barche e legni,
rug gine e chiodi pesci e segni
se l'acqua fosse acqua
che voglia di bere...
Su dimmi, ricordi
i voli più belli
la voce dell' uomo
dei battelli?
Tra esili canne
il vento domanda
ma può morire un fiume ?
Il fiume riporta quello che trova
quel che riceve, rigetta e rinnova
se l'acqua fosse acqua
che voglia di bere...
Tramano vendetta
correnti scure
dai gorghi profo ndi
mortali paure.
Tra altri pioppi
il vento domanda
ma può morire un fiume ?
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ROSSO
Nel mese di maggio i papaveri
sono alti e grossi, sono rossi.
rossa e la gonna della mia donna,
rosso rosso rosso e il mio cuore.
rossa e la libertà, rosso e l'amore.
Col rosso ho scritto sul muro,
grande grande.
col rosso ho scritto il nome
della mia amante.
Io ti ho donato una rosa rossa
rosa rossa come rossa la tua bocca rossa,
rosso come il viso infuocato che ho baciato.
Ma è nero è nero il fumo
quando parte un treno,
avvolge la tua libertà. te l'avvolge di nero.
Ma tu chiudi gli occhi con amore e nostalgia
questo è l'unico trucco per non andare via.
Rosso è il tramonto nel maggio caldo
rosso di sera, bel tempo si spera.
rosso è il fuoco, rosso sempre il mio gioco.
Ma e nero. e nero il buio
quando cala il sole,
avvolge la tua libertà, te l'avvolge di nero.
Ma tu stringi i pugni con rabbia e fantasia
questo è l'unico trucco, per ritrovar la via.
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10 GATTI RANDAGI
I gatti più belli sono i gatti randagi.
girano i quartieri di povera gente,
amici sinceri di chi non ha niente,
di chi tutto il giorno non fa che sognare.
di notte sui tetti. miagolando alla luna.
una carezza gli porta fortuna.
Più felice via se ne andrà.
più felice via se ne andrà.
I gatti più belli sono i gatti randagi,
questo, il bambino già l'ha capito,
uno sguardo un sorriso, una carezza un invito
e amici così si sarà. amici sinceri
perché non si è niente. perché tutto il giorno
non si fa che giocare,
questa carezza gli porta fortuna
più felice via se ne andrà.
I gatti più belli sono i ga tti randagi
non hanno doveri, non hanno padroni.
rubando a tutte quelle persone
che sanno odiare ma non sanno amare.
di notte sui tetti miagolando alla luna
una carezza gli porta fortuna.
più felice via se ne andrà
più felice via se ne andrà.
Sia mo un po' tutti dei gatti randagi
ce ne andiamo coi sogni in spalla.
siamo un po' tutti dei buoni da niente.
siamo un po' tut ti dei tira a campare.
Noi siamo) quelli che vogliono andare
un solo credo la voglia di amare.
un solo sogno la libertà
un solo sogno la libertà.
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RICORDATI
Ricordarti nella nebbia,
sei un faro ormai lontano,
troppo tenue per un mondo,
fatto solo di rumori,
ricordarti in un mattino,
troppo forte più del sole,
che ormai non ce la fa,
ascaldare questo mondo,
fatto solo di tristezza,
troppo grigio ormai per te,
Ricordarti in mezzo al fumo,
dei falò su spiagge nostre,
troppo contro per un mondo,
fatto solo di rumori,
ricordarti in quel momento,
più cosciente di noi tutti,
che stavamo criticando,
il nostro mondo strampalato,
Ricordarti in mezzo al fumo dei falò, su spiagge no...
Fili di sogni, fili di te,
fili di sogni, fili di te,
Ricordarti sai nel sole,
sei una voce ormai lontana,
troppo strana per un mondo,
fatto solo di rumori,
ricordarti nella sera,
troppo tenue, più della luna,
che oramai non ce la fa,
a sbiancare questo mondo,
Ricordarti in mezzo al fumo dei falò, su spiagge no...
Fili di sogni, fili di te,
fili di sogni, fili di te,
Fili di sogni, fili di te,
fili di sogni, fili di te...
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IL VENTO DEL NORD
Lascia che mi sieda in silenzio al tuo fianco,
e comanda alle mie labbra un nome,
se gocce di rugiada ti cadono dagli occhi,
comanda alle mie labbra un nome,
le stelle stanno, lontano chissà dove,
le stelle vanno, lontano chissà dove,
Nella notte solitaria lungo il tuo cammino io ti cercherò,
tra le meccaniche del mondo e i templi di Bombay ti
troverò,
se tu lo vuoi, ti dico dove tu sei,
se tu lo vuoi, ti rivelo il segreto del cammino al suono
degli dei...
Il loto nasce dal sole, lo sai,
ma poi, da milleni scompare a noi,
quando da lassù, soffia il vento del nord,
quando da lassù, soffia il vento del nord.
Nella notte solitaria lungo il tuo cammino io ti cercherò,
tra le meccaniche del mondo e i templi di Bombay ti
troverò,
se tu lo vuoi, ti dico dove tu sei,
se tu lo vuoi, ti rivelo il segreto del cammino al suono
degli dei...
Il loto nasce dal sole, lo sai,
ma poi, da milleni scompare a noi,
quando da lassù, soffia il vento del nord,
quando da lassù, soffia il vento del nord.
Il loto nasce dal sole, lo sai,
ma poi, da milleni scompare a noi,
quando da lassù, soffia il vento del nord,
quando da lassù, soffia il vento del nord.
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LE STRADE
La terra fertile e grassa, non rende più,
mentre tra quelle colline, il sole va giù,
tra sprazzi di cielo annoiato, sopra ai canali,
la nebbia confonde e crea giorni uguali,
si agitano gli alberi al vento e muoion le foglie,
delle stagioni ora il tempo, non marca le soglie,
ma c'è un odore di terra, odore lontano,
che ci riporta ad un mondo più umano...
Ma quelle strada, che conducono agli orti,
conservano ancora intatti altri volti,
quelli di gente, che non ha avuto niente,
e che ancora lotta e lotterà per sempre.
Dietro al mulino i rifiuti, portati dal fiume,
che taglia la grande pianura, ridotta a bitume,
mentre il tempo passato, non ha dato traccia,
il gelido vento che arriva, ti sferza la faccia,
il cuore della campagna, batte ormai stanco,
stanco di troppe parole, date in pasto al branco,
ma c'è un odore di terra, odore lontano,
che ci riporta ad un mondo più umano...
Ma quelle strade, che conducono agli orti,
conservano ancora intatti altri volti,
quelli di gente, che non ha avuto niente,
e che ancora lotta e lotterà per sempre...
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VA ( LA MIA VITA VA )
Va, la mia vita va,
come il gioco di un bambino,
senza strade già previste,
senza tante ipocrisie,
va, la mia vita va,
come sagra di paese,
va, chi la fermerà,
forse l'ombra dei ricordi,
e quel bambino che ho dentro,
e quel bambino che ho dentro, si fermerà,
e quel bambinno che ho dentro,
e quel bambino che ho dentro, si fermerà...
Va, la mia vita va,
sembra ancora un gran veliero,
con le vele tutte bianche,
mai nessuno lo fermerà,
va, come un fiume verso il mare,
e speriamo che non piova,
troppo grande,
troppo grande, lui sarà,
e troppo grande,
troppo grande, lui sarà...
Va, la mia vita va,
lontano come quella lucciola,
fra luci grandi nella sera,
e di giorno gran tristezza,
va, chi la fermerà,
forse l'ombra di un domani,
ma quel bambino che ho dentro,
ma quel bambino che ho dentro,
crescerà,
e quel bambino che ho dentro
e quel bambino che ho dentro,
crescerà...
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IL TAVOLINO
Lontano di troppi universi, dopo i mondi dispersi,
lontano oltre ogni vero, dove si perde il pensiero,
lontano è un immenso, oltre il balzo nel tempo,
lontano così come quanto, è anche il tavolino qui a
fianco,
Lontano è anche dissenso, sulla vita ed il suo senso,
lontano è un modo di fare, vedere, sentire, giocare,
lontano è indossare lo stato di un ruolo che si è
conquistato,
lontano perciò così tanto, anche il tavolino qui a
fianco,
Quando anche il vero è vergogna, perchè infittisce la
menzogna,
forse è meglio districarsi, sbattersi del vero degli altri,
le parole non valgon le navi, disperse fra i gorghi
stellari,
ma la solitudine di un gelo siderale, è forse la menzogna
più grave,
nei segnali a piccoli sorsi, dispersi come discorsi,
un genio si vende per niente, o un cretino si gioca la
mente,
di là dai pianeti del sole, le sirene fan quasi le prove,
mentre già si leva un canto, dal tavolino qui a fianco,
se ogni rapporto è una merce, il senso del vero si perde,
non è un fatto oscuro che c'è bisogno di una mano nel
buio,
ma a proportela poi sono in tanti, ma in odore di
negozianti,
mentre c'è chi ascolta il nostro canto, dal tavolino qui a
fianco,
a proportela poi sono in tanti, ma in odore di negozianti,
mentre c'è chi ascolta il nostro canto, dal tavolino qui a
fianco,
a proportela poi sono in tanti, ma in odore di negozianti,
mentre c'è chi ascolta il nostro canto, dal tavolino qui a
fianco.
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LA DOVE STANNO GLI DEI
Chiudere gli occhi e tornare all'inizio del tempo,
camminare ridendo sulle onde dell'oceano,
là dove stanno gli dei, là dove stanno nascosti,
i padroni del vento e dell'oscurità,
una pagina vuota ed i pensieri più belli,
di un poeta ormai stanco di vecchie contrade,
giocare nei prati, far solchi nell'erba,
riempire gli occhi di verdi pianure,
là dove stanno gli dei, là dove stanno nascosti,
i padroni del vento e dell'oscurità,
e fissar con gli occhi il sole, per non vederci più,
ed ascoltare il vento forte, per non sentirci più,
e sarà, sarà vero,
quello che sentirai...
Chiudere gli occhi e tornare all'inizio del mondo,
camminare piangendo sulle onde dell'oceano,
là dove stanno gli dei, là dove stanno nascosti,
i padroni del vento e dell'oscurità,
una pagina vuota ed i pensieri più belli,
di un poeta ormai stanco di vecchie contrade,
giocare nei prati, far solchi nell'erba,
riempire gli occhi di verdi pianure,
là dove stanno gli dei, là dove stanno nascosti,
i padroni del vento e dell'oscurità,
e fissar con gli occhi il sole, per non vederci più,
ed ascoltare il vento forte, per non sentirci più,
e sarà, sarà vero,
quello che sentirai...
Là dove stanno gli dei,
Là dove stanno gli dei,
Là dove stanno gli dei,
Là dove stanno gli dei...
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IL SAGGIO
Alla montagna andava il saggio,
che qui da noi era di passaggio,
lungo il sentiero lo incontrai,
dai ti prego stai, ti prego stai,
io mi siedo ma una cosa resta,
vento e tempesta fanno festa,
la montagna ti guarda e ti gira intorno,
amore ed odio in un girotondo...
Alla montagna andava il saggio,
un uomo solo, col suo coraggio,
lungo il sentiero lo incontrai,
dai ti prego stai, ti prego stai,
io mi siedo ma una cosa resta,
vento e tempesta fanno festa,
la montagna ti guarda e ti gira intorno,
amore ed odio in un girotondo,
nel cuore della realtà,
nel cuore della verità,
potrai essere qul che vuoi,
allora liberati e vai.
Alla montagna andava il saggio,
che qui da noi era di passaggio,
lungo il sentiero lo incontrai,
dai ti prego stai, ti prego stai,
io mi siedo ma una cosa resta,
vento e tempesta fanno festa,
la montagna ti guarda e ti gira intorno,
amore ed odio in un girotondo,
nel cuore della realtà,
nel cuore della verità,
potrai essere qul che vuoi,
allora liberati e vai...
Alla montagna andava il saggio,
che qui da noi era di passaggio,
alla montagna andava il saggio,
sempre più solo col suo coraggio.
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IL VIAGGIATORE
Ehi tu, viaggiatore che fai
nei deserti affollati delle città
ehi tu viaggiatore che vai
a piedi nudi, ma non ti stanchi mai
Dimmi un po' ma la strada la sai
tra tante storie no non ti perdi mai
dimmi un po' ma la strada che fai
va davvero alla sorte, quella che vuoi
Batti un colpo fai un passo e ci sei
perchè nei silenzi tutto conoscerai
batti un colpo fai un passo e ci sei
anche se il suo volto a te straniero ancora sarà
Ehi tu viaggiatore che vai
a piedi nudi incontro a nuove realtà
ehi tu viaggiatore che sai
guardare nella quiete di una notte di luna
Ehi tu viaggiatore che vai
a piedi nudi ma non ti stanchi mai
ehi tu viaggiatore lo sai
la strada che porta alla sorte che vuoi
Batti un colpo fai un passo e ci sei
perchè nei silenzi tutto conoscerai
batti un colpo fai un passo e ci sei
anche se il suo volto a te straniero ancora sarà
Ehi tu, viaggiatore che fai
nei deserti affollati delle città
ehi tu viaggiatore che vai
a piedi nudi, ma non ti stanchi mai.
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TU PUOI
Tu puoi, tu che nel vento ora vivi i giorni tuoi, tu puoi,
tu ceh hai deciso di sfilarti questa vita, tu puoi,
da troppo tempo consumata, giacca ormai sfinita, puoi,
puoi dirmi qual è la via che porta al mare dai,
Dimmi da dove sorge il sole e da dove viene il mio dolore,
dimmi del vento che solca i mari e dà una mano ai
pescatori,
dimmi di quella pelle scura ed arsa da quel calore,
io con le mani in tasca faccio quattro passi al sole,
io con le mani in tasca sul confine fra me ed il mare,
mentre per la gente è agosto, agosto ad ogni costo,
per la gente è solo agosto, agosto ad ogni costo...
Tu puoi, tu che nel vento ora vivi i giorni tuoi, tu puoi,
tu che hai deciso di sfidare questa vita, tu puoi,
da troppo tempo consumata, gioco ormai finito, puoi,
puoi dirmi qual'è la via che porta al mare dai,
dammi una mano e vengo anch'io sotto il tuo cielo,
dammi una mano, un sacco a pelo, qui non ci resto,
dammi una mano e vengo anch'io, qui scoppio tutto,
io con le mani in tasca, faccio quattro passi al sole,
io con le mani in tasca sul confine fra me ed il mare,
mentre per la gente è agosto, agosto ad ogni costo,
per la gente è solo agosto, agosto ad ogni costo,
Per la gente è solo agosto, agosto ad ogni costo,
Per la gente è solo agosto, agosto ad ogni costo,
Per la gente è solo agosto, agosto ad ogni costo,
Per la gente è solo agosto, agosto ad ogni costo...
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LUNGO LE VIE DEL VENTO
Lungo le vie del vento, segnate sulle carte,
sull'azzurro pianeta, che vita ci da,
forse si può, rubare al cielo qualche nube forse si può,
rubare al sole un po' di luce forse si può,
forse si può, rubare il bianco della neve, forse si può,
in una stana vuota, pensare a questo, forse si può
ed inventare nuovi sogni, che nessuno ha mai sognato,
scrivere un libro di tre fogli, senza una parola amara,
e una canzone senza fine, per cantare tutti insieme,
forse si può, forse si può...
Lungo le vie del tempo, segnato dai ricordi,
e da un attimo, che vita ci dà,
forse si può, essere leoni ma non re, forse si può,
essere aquile e non regine, forse si può,
forse si può, essere uomini e non numeri, forse si può,
in una stanza vuota, pensare a questo, forse si può,
ed inventare nuovi sogni, che nessuno ha mai sognato,
scrivere un libro di tre fogli, senza una parola amara,
e una canzone senza fine, per cantare tutti insieme,
forse si può, forse si può,
Lungo le vie del vento, segnate sulle carte,
sull'azzzurro pianeta, io mi sognerò,
lungo le vie del tempo, segnate dai ricordi,
e da grandi eroi, io mi sognerò...
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