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CRITICA DEL GIUDIZIO (1790) problema del finalismo in natura e del “bello”
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Il problema di Cartesio: come può la filosofia (metafisica) raggiungere la stessa certezza della scienza?
Certezze metafisiche di Cartesio: res cogitans (anima) , Dio , realtà estesa esterna all’io
L’Illuminismo anglo-francese accantona questo problema rivolgendo il suo interesse a ricerche particolari
(antropologia, economia, politica ecc.
Nelle Università tedesche però si studia ancora la metafisica:
Kant crede di poter conciliare metafisica razionalista e fisica newtoniana
Poi Kant legge Hume e si risveglia dal “sonno dogmatico” =
si convince che il tentativo di Cartesio è fallito, che la ragione non può raggiungere certezze metafisiche,
inoltre lo scetticismo di Hume si estende anche alla scienza, quindi bisogna dimostrare se e come la scienza
può fornire certezze.
Situazione di fatto secondo Kant: la metafisica dà luogo a contese interminabili e non può procedere con
sicurezza;
la scienza produce verità condivise da tutti e può procedere con sicurezza.
Quindi Kant si chiede:
posto che l’esperienza non può essere il fondamento della validità oggettiva (universale e necessaria) della
conoscenza scientifica (secondo l’insegnamento di Hume) qual è il fondamento della scienza?
e ... la metafisica può avere la stessa validità oggettiva della scienza?
in termini tecnici:
come può la scienza produrre giudizi sintetici a priori?
la metafisica può produrre giudizi sintetici a priori?
giudizio a posteriori = deriva e dipende dall’esperienza, non può essere universale e necessario
giudizio a priori = non deriva e non dipende dall’esperienza, può essere universale e necessario
giudizio analitico = il predicato esprime semplicemente qualcosa che è già implicito nel soggetto, è a priori -
universale e necessario - ma non incrementa la conoscenza (p.e. il triangolo ha tre lati e tre angoli, i corpi
sono estesi)
giudizio sintetico = il predicato aggiunge qualcosa al soggetto, quindi incrementa la conoscenza
giudizio sintetico a posteriori = (p.e. l’acqua bolle a 100° ) incrementa la conoscenza ma non ha valore
universale e necessario
giudizio sintetico a priori = (p. e. ogni mutamento in natura è l’effetto necessario di una causa) incrementa
la conoscenza e ha valore universale e necessario
Per rispondere a queste domande Kant intende esaminare la facoltà conoscitiva dell’uomo (= la ragione in
senso lato) > CRITICA DELLA RAGION PURA
il termine “pura” equivale a “indipendente dall’esperienza, a priori”, quindi Kant vuole esaminare, più
precisamente, la ragione nella sua attività di conoscenza sintetica a priori
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Questa è la “rivoluzione copernicana” di Kant: prima di lui si pensava che la mente nella conoscenza si
adeguasse alla realtà; Kant invece pensa che la natura fenomenica si adegua alla mente umana, riceve dalla
mente umana il suo ordine, le sue caratteristiche generali, formali (“l’io è il legislatore della natura”).
Ogni uomo ha un desiderio insopprimibile di conoscere l’assoluto, quindi la metafisica è il frutto di una
tendenza umana naturale e incoercibile.
Ma la metafisica può raggiungere conoscenze universalmente valide e certe? può
produrre giudizi sintetici a priori?
No, perché gli oggetti della metafisica (Dio, l’anima ecc.) non sono oggetti d’esperienza, non sono fenomeni.
Non posso avere nessuna conoscenza razionale degli oggetti della metafisica perché posso utilizzare i concetti
dell’intelletto solo in riferimento ai fenomeni: per esempio posso utilizzare il concetto di causa-effetto per
inferire l’esistenza di una causa a partire da un effetto, ma tanto la causa che l’effetto devono essere
fenomeni, oggetti d’esperienza. Non posso invece inferire l’esistenza di una causa soprannaturale (non
sperimentabile) a partire da un effetto fenomenico.
ESTETICA TRASCENDENTALE
Dottrina Studia le forme della sensibilità: spazio e tempo
degli elementi ANALITICA
LOGICA forme pure dell’intelletto
TRASCENDENTALE DIALETTICA
studia il pensiero idee metafisiche
Dottrina
del metodo
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ESTETICA TRASCENDENTALE
Trascendentale = che riguarda le condizioni a priori della conoscenza
Estetica = studio della sensibilità, della facoltà conoscitiva dei sensi
Quindi estetica trascendentale = studio delle condizioni a priori, già presenti nella nostra mente, che rendono
possibile la conoscenza sensibile o empirica, cioè l’esperienza.
il tempo e lo spazio sono costanti in qualsiasi conoscenza empirica e sono indipendenti dagli oggetti percepiti.
Tesi empiristica (tempo e spazio = concetti ricavati dall’esperienza)
Tesi di Newton (tempo e spazio = reali, assoluti)
Tesi di Leibniz (tempo e spazio = concetti di relazioni di coesistenza e di successione)
Tesi di Kant: lo spazio e il tempo sono costanti in ogni percezione e sono indipendenti dagli oggetti
percepiti perché sono forme della sensibilità, che precedono e rendono possibile la percezione
Lo spazio e il tempo sono forme della nostra sensibilità, vale a dire: sono gli strumenti dell’attività
ordinatrice della mente umana che si applica al “materiale” delle sensazioni (tutti gli oggetti percepiti sono
collocati in un ordine spazio-temporale) Esempio delle lenti colorate.
La sensazione o percezione (INTUIZIONE EMPIRICA) è quindi la sintesi tra la ricezione passiva di oggetti
esterni e l’attività ordinatrice del soggetto conoscente.
Spazio e tempo vengono anche definiti INTUIZIONI PURE perché spazio e tempo sono conosciuti
intuitivamente, immediatamente, in quanto sono presenti al soggetto, ma sono presenti al soggetto a priori,
non in virtù di una sensazione.
Più precisamente:
COSA-IN-SE’ (o NOUMENO) = la realtà che agisce sui sensi, provocando la sensazione. E’ inconoscibile,
ma deve esistere perché nella sensazione qualcosa “è dato”, siamo passivi. (anti-idealismo di Kant)
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LOGICA TRASCENDENTALE
ANALITICA TRASCENDENTALE
ANALITICA DEI CONCETTI
Pensare: attività dell’intelletto che consiste nel giudicare, cioé unire, connettere rappresentazioni diverse.
Giudizio = unità di soggetto e predicato.
per Kant esistono 12 CATEGORIE (o CONCETTI PURI) dell’intelletto che corrispondono ai 12 tipi di
giudizio individuati dalla logica generale
N.B. L’IO PENSO non coincide con l’io empirico, cioé con il singolo io individuale, che è un fenomeno del
senso interno; l’IO PENSO è la forma e la condizione suprema della conoscenza umana in generale (viene
colto riflessivamente e non intuitivamente) ed è ciò che permette che la mia ragione sia uguale a quella di tutti
gli altri uomini, rendendo il mio pensiero universale.
CONCLUSIONE: le categorie valgono per gli oggetti dell’esperienza perché questi sottostanno non solo
alle forme della sensibilità ma anche all’attività unificante del pensiero; le categorie hanno valore universale
perché tutti gli esseri umani hanno le stesse strutture conoscitive (Io penso - 12 categorie - spazio e tempo).
Esempio: posso dire che tutti gli eventi sono connessi tra loro da rapporti di causalità (ed è vero per tutti)
perché tutti gli eventi che entrano nel campo della mia esperienza devono sottostare alle categorie dell’
intelletto umano.
L’IO E’ IL LEGISLATORE DELLA NATURA FENOMENICA: la regolarità della natura deriva
dall’intelletto ma esiste (oggettivamente e per tutti) solo nella natura che è oggetto dell’esperienza.
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CONCLUSIONI DELL’ANALITICA
Le discipline che applicano sul piano dell’esperienza le forme a priori sono fondate.
La conoscenza scientifica è universale e necessaria ma è fenomenica, anzi è universale e necessaria perché è
fenomenica.
L’elemento universale e necessario della conoscenza deriva dalla struttura conoscitiva del soggetto.
FENOMENO: è la realtà come appare a noi, come viene conosciuta (dai sensi e dall’intelletto)
COSA-IN-SE’ o NOUMENO = la realtà in se stessa, che può essere pensata, ma non conosciuta (noumeno =
ente pensato) >>> è un concetto-limite, necessario per limitare le pretese della conoscenza umana (= ciò che
possiamo conoscere con i sensi e con l’intelletto non è la realtà in assoluto).
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DIALETTICA TRASCENDENTALE
problema della dialettica trascendentale: la metafisica può formulare giudizi sintetici a priori?
Dialettica = ragionamento ingannevole, illusorio
Dialettica trascendentale = smascheramento dei ragionamenti ingannevoli e illusori della metafisica
La METAFISICA nasce dalla RAGIONE per un’esigenza naturale ineliminabile;
La RAGIONE (in senso stretto) è l’intelletto che cerca di pensare senza dati, cioé senza applicarsi al
materiale dell’intuizione sensibile.
Questo tentativo di pensare “senza dati” avviene a causa di una tendenza innata (naturale e ineliminabile)
all’incondizionato, alla totalità, all’assoluto.
Il mondo fenomenico invece è il mondo del condizionato, del particolare, del relativo.
Esempio della colomba
Nella ragione esistono 3 idee che rispondono all’esigenza di una spiegazione globale, assoluta.
IDEA DELL’ANIMA: totalità dei fenomeni interni
IDEA DEL MONDO (come totalità): totalità dei fenomeni esterni
IDEA DI DIO: fondamento di tutto ciò che esiste, totalità delle totalità .
PRIMA ANTINOMIA
Il mondo ha un inizio nel tempo e limiti il mondo è infinito nel tempo e nello
nello spazio spazio
SECONDA ANTINOMIA
Il mondo è costituito di parti semplici Nel mondo non esiste alcunché di
(indivisibili) o di composti di parti semplice, tutto è divisibile all’infinito
semplici
TERZA ANTINOMIA
Nel mondo esistono anche cause libere Nel mondo non esiste libertà, tutto accade
(non determinate da altre cause) necessariamente secondo le leggi di natura
QUARTA ANTINOMIA
Nel mondo esiste - come suo elemento o Non esiste nel mondo alcun essere che sia
come sua causa - qualcosa di assolutamente necessario
assolutamente necessario
Tra le tesi e le antitesi la ragione non è in grado di scegliere con certezza, quindi il mondo come totalità non è
conoscibile scientificamente.
CONCLUSIONE DELLA DIALETTICA TRASCENDENTALE: la metafisica non è in grado di produrre
giudizi sintetici a priori, cioé conoscenze universali e necessarie.
Tuttavia le Idee della Ragione hanno una funzione positiva nella conoscenza (definita da Kant USO
REGOLATIVO) in quanto costituiscono degli ideali di compiutezza della conoscenza che spingono l’uomo a
spingersi sempre più avanti nella ricerca del sapere. Ma la ragione umana potrà sempre conoscere solo il
condizionato e il particolare, mai l’assoluto e il tutto.