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AMBROGIO

Nasce a Treviri, viene da una famiglia cristiana, poi viene a Roma e in seguito si trasferisce a
Milano dove c’erano lotte tra cristiani e ariani e lui deve in qualche modo mediare. Il suo padre
spirituale era Simpliciano e cominciò a studiare la Bibbia e gli autori cristiani, conobbe l’imperatore
Graziano di cui divenne consigliere e amico. Combatté soprattutto con l’arianesimo,a un certo
punto c’era una chiesa a Milano libera e l’imperatrice era dalla parte degli ariani, i cristiani
volevano impedire che questa basilica fosse consegnata agli ariani, quindi Ambrogio la occupa con i
fedeli e per intrattenerli da vita a dei canti religiosi, gli inni ambrosiani: molto semplici in dimetro
giambico -> “Aeterne rerum conditor”: descrizione della natura in senso spirituale; le prime quattro
strofe hanno carattere descrittivo e uso del verbo all’indicativo, le altre sono di esortazione agli
uomini e di supplica a dio e uso del congiuntivo esortativo, mentre l’esortazione a cristo delle
ultime due strofe sono segnate dall’imperativo.
Nel 380 il cristianesimo viene stabilita religione di stato.
Ne 390 c’era stata una rivolta popolare in cui era stato ucciso il comandante delle truppe, teodosio
mette tutti i colpevoli nello stadio e li massacra. Ambrogio non glielo perdona, impone a teodosio
pubblica penitenza per cui dovrà stare tre giorni sugli scalini del duomo di milano cercando il
perdono di Ambrogio e poi verrà perdonato. Si è ribaltata la situazione e ormai il papa conta più
dell’imperatore.
Scrive soprattutto opere esegetiche, cioè di spiegazione (omelie che pronuncia in chiesa, commenta
il passo biblico e con lui nasce l’interpretazione allegorica).
“exsameron” (?): in greco sei giorni, quelli della creazione, contiene le omelie che ambrogio ha
pronunciato durante la settimana santa. Descrizione precisa del paesaggio come simbolo della
potenza divina. Il modello è basilio di cesarea.
“de officiis ministrorum”: trattato di morale cristiana per il clero (cicerone scisse per il figlio marco
il “de officiis” e ambrogio lo scrive per i suoi figli spirituali; primo libro sull’utile secondo
sull’onesto e il terzo sull’apparente contrasto tra l’utile e l’onesto, ambrogio riprende questi
argomenti in chiave cristiana). Vuole creare un manuale di etica cristiana da contrapporre al
manuale di etica pagana di cicerone, la bibbia diviene il criterio di giudizio. Non è più la fides in
senso civile e umano ma la fides in Dio, integrata dalla carità.
Epistolario: importante perché contiene anche caratteri privati
Inni: scrive sia i testi che la musica

LA CONTROVERSIA PER L’ALTARE DELLA VITTORIA : Altare della vittoria si trovava


davanti al senato, i senatori entrando le rendevano grazie, posta dopo la vittoria di augusto ad Azio
nel 31 a.C. simmaco era un nobile senatore con ruolo importante all’interno dello stato. Vittoria del
cristianesimo sul paganesimo. Nel 382 graziano abolisce tutti i privilegi ei cui godevano i sacerdoti
pagani e confisca le loro rendite, contemporaneamente fa rimuovere l’altare della vittoria con la
statua che era sia il ricordo di quella vittoria che ha sancito l’inizio dell’impero romano sia il
legame sempre presente tra stato e antichi culti pagani, aveva quindi un valore simbolico molto
importante. I pagani non accettarono tutto ciò e lottarono, una delegazione di pagani va
dall’imperatore ma non ottiene nulla perché Ambrogio lo convince a lasciar perdere. Poi muore
Graziano e subentra Valentiniano II, Simmaco ci riprova ma ambrogio ancora una volta richiama
l’imperatore ai suoi dovere di cristiano. Allora simmaco viene espluso da Milano. Relatio= discorso
tenuto da Simmaco per la conservazione dell’altare della vittoria (conciliante): tolleranza religiosa,
arriva a dire che esiste un’unica divinità interpretata in modi diversi, sostiene quindi che ci possono
essere posizioni diverse nell’ambito di una stessa religione + due lettere di Ambrogio che scrive su
questa polemica: nella prima epistola a Valentiniano chiede di respingere la richiesta di Simmaco
dicendo che la salvezza non potrà essere assicurata se ciascuno non adora sinceramente il vero Dio,
cioè quello dei cristiani che tutto governa e deve essere venerato con profonda convinzione mentre
gli dei pagani sono demoni come dice la sacra scrittura.
Da una parte c’è il pagano che non ha una vera fede esclusiva come può essere quella cristiana ma
ha un insieme di culti a cui corrispondono un pantheon di divinità (sostiene un pluralismo e un
relativismo religioso); dall’altra c’è Ambrogio che in quanto cristiano pensa di essere seguace del
vero Dio.
Abbiamo inoltre dei panegirici di Simmaco scritti in onore di Valentiniano e Graziano e un
importante epistolario in dieci libri, importante perché composto da lettere private.

AMMIANO MARCELLINO
Nato in Siria, ad Antiochia, intorno al 333 ad famiglia agiata di lingua greca. È uno storico pagano
che si ricollega all’opera di Tacito, il suo idolo/modelli era l’imperatore Giuliano l’apostata.
Combatte in molte campagne militari. Scrive le Historiae che trattano in 31 libri il periodo dal
principato di Nerva (96d.C.) alla morte di Valente (378 nella battaglia di Adrianopoli). Morto
giuliano l’apostata Ammiano si ritira a vita privata. A Roma entra in contatto la cultura pagana e
scrive le Historiae. La storiografia per lui deve aver come oggetto eventi importanti, narrati in forme
artisticamente adeguata, riprendendo la concezione della storia come “opus oratorium maxime” =
Cicerone. Anche lui porta avanti i principi dell’imparzialità e della verità = Tacito. Contro ogni tipo
di omissione e falsificazione -> veritas è il punto centrale, come la fides in senso di obbiettività.
Selettività del racconto, che deve descrivere per sommi capi eventi degni di essere raccontati. Non
vuole che la storia si risolva né in futili particolare della biografia né nella genericità dei compendi.
Concentra l’attenzione sui fatti politici e militari = storiografia pragmatica. Impostazione
moralistica, sentimento nazionalistico che si esprime in un senso di superiorità nei confronti dei
barbari, nonostante Roma sia avviata verso il declino lui non perde la fiducia nella grandezza di
Roma. Accoglie dal genere storiografico tutte le convenzioni: poco uso dei discorsi diretti, poche
lettere, molte digressioni, excursus eruditi per spiegare cause degli eventi narrati (sfoggio di
cultura). Tutto è incentrato sugli imperatori (ne traccia il profilo: ne parla dalla vita alla morte e alla
fine ne fa un bilancio) e quadro negativo =Tacito: in politica interna sono schiavi del terrore di
essere uccisi e in nome di questo al minimo sospetto fanno uccidere, in politica estera sono fragili e
poco capaci, l’unico astro luminoso è Giuliano l’apostata che è il sovrano ideale in quanto un
bravissimo combattente, un accorto politico, pagano.

RUTILIO NAMAZIANO
Da famiglia aristocratica originaria della Gallia, fu funzionario con l’alta carica di praefectus urbi
nel 414. Decidere di fare ritorno nei suoi possedimenti in Gallia (nostos in greco = ritorno). Dalle
tappe e dalle esperienze di questo viaggio nasce il “De reditu suo” , una sorta di diario di viaggio in
due libri. Parte dal porto di ostia, rutilio man mano ch viaggia racconta i posti che incontra ma
arrivato al porto di ? l’opera di interrompe. Rutilio si ricollega alla letteratura odoporetica (?)
=Orazio, che consisteva nel descrivere le vari tappe dei viaggio, aneddoti. Tono elevato. Esaltazione
di Roma (Inno a Roma) a cui si rivolge come se fosse una divinità, crede ancora nell’eternità di
Roma anche se era già in declino, contro i nemici di Roma ovvero i barbari e i cristiani. Contro i
monaci e Stillicone, generale vandalo assunto nell’impero romano e lo chiama traditore perché
aveva fatto penetrare nel Lazio le arie barbariche. Il de reditu è l’ultima testimonianza dell’amore
per Roma e della sua grandezza in declino. Il viaggio riflette l’animo di rutilio, sa che è un viaggio
senza ritorno e che non vedrà mai più Roma -> sentimento di dolore (=Ovidio), siccome i barbari
sono alle porte vuole ricordare il ruolo civilizzatore di Roma.

GIROLAMO
Nato a stridone, in Dalmazia, verso il 347, Sofronio Eusebio Girolamo studiò a Roma alla scuola
del celebre grammatico Elio Donato. Amico di Rufino. A Roma viene battezzato. Partì per un
pellegrinaggio a Gerusalemme, ma si ammalò ad Antiochia e visse poi in eremitaggio dal 375 al
377 nel deserto di Calcide. Ordinato prete nel 377 tornò a Roma nel 382 dove diventò segretario di
papa Damaso, che gli affida la revisione della bibbia e la stesura definitiva della bibbia che abbiamo
adesso. In antiochia conosce l’ebraico. Alla more di papa Damaso va a Betlemme dove a spese di
una cristiana fervente Paola fonda due monasteri, uno maschile e uno femminile. Dopo la revisione
della bibbia abbiamo il “cronicon”(descrive le tappe della storia giudaico-cristiana e pagana da
Abramo, è importante perché dà tante notizie altrimenti perdute), il “de viris illustribus” e opere di
controversie. Scrive un epistolario, uno dei più importanti dell’antichità, composto sia da lettere
private sia da mettere che trattano temi teologici, elogi funebri ecc..
“de viris illustribus”: prende spunto da Svetonio, autori cristiani greci e latini ma anche non cristiani
per esempio Seneca. I cristiani erano accusati essere gente ignorante, ma non erano ignoranti non
potevano parlare in maniera troppo colta perché avevano l’esigenza primaria di diffondere il
cristianesimo e per farlo dovevano essere comprensibili a tutti. Girolamo vuole opporsi a questa
concezione scrivendo quest’opera. Le biografie di personaggi più antichi le riprendere da Eusebio di
Cesarea, invece i personaggi più recenti li rielabora lui stesso. Ad esempio verso tertulliano mostra
un atteggiamento di buona disposizione mentre non apprezzava ambrogio. Era un irascibile e
l’ultima parte della sua vita è caratterizzata da polemiche contro anche il suo amico Rufino:
problema di Origene, che predicava un aspetto della dottrina cristiana che non era accettato, parlava
dell’eternità del mondo, che alla fine tutti si sarebbero salvati compreso il diavolo. Allora il vescovo
di Gerusalemme e Rufino che difendevano origene mentre altri lo osteggiavano: si formano quindi
due partiti. Girolamo scrive molte opere contro il suo amico rufino e origene (“contro rufinum”)

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